Cazzo e pennello giochi da sballo

di
genere
gay

Non gli era stato facile vincere le mie resistenze, ma, una volta riuscitogli... di portarmi a casa sua, al suo negozio, la casa era sopra, le mie difese furono ridotte a zero.
Mi aveva convinto che il piacere di farmi fare la barba da un vero batbiere – e lui lo era - o comunque non farsela sempre da soli, era una cosa da provare assolutamente. Eravamo compagni di bevute e quella sera, forse, mi aveva fatto bere un po' troppo,
La poltrona accanto alla specchiera era molto comoda e quando fui imprigionato nel grande asciugamano ebbe gioco facile.
Il pennello sparse sul mio viso una schiuma morbida e profumata e cominciò a carezzare le mie guace, il mento e tutto intorno alla mia bocca in modo effettivamente piacevolissimo e addirittura conturbante, quando arrivò a coprirmi anche le labbra e ad insinuarvi il pennello. Intanto una mano furtiva, scivolata sotto l'asciugamano fino all'inguine, accarezzava il mio sesso senza che io avessi altra reazione che un proggressivo, crescente e condiscendente piacere.
Guardavo allo specchio il pennello penetrarmi in bocca ed il mio pene in balia della masturbazione. Anche l'immagine cominciava a seppellirmi in un piacere irresistibile. Quando la mano si arrestò, fui io ad invocare che continuasse.
E se invece passassimo ad una barba o, diciamo, a una rasatura completa anche... del pube ?
Si, si, va bene...fallo! - Ogni inibizione era sparita-
Mi tolse rapidamente pantaloni e slip e mi fece scivolare con il bacino più in fuori. Gli offersi così il pelo pubico da poco fiorito e lasciai che mi insaponasse anche laggiù.
Quando cominciò a radermi viso e pube allo stesso tempo una strana smania si impadronì di me...
Anche sotto e...dietro!
Non temere ci arriviamo!
Scivolai ancora più giù ed alzai le gambe per permettere il prosieguo dell'azione. Ora il pennello era sul mio ano e lo accarezzava con quella schiuma meravigliosa e il rasoio completava l'opera.
Quando la delizia e la minaccia del rasoio si allontanarono furono sostituite da qualcosa di ormai scontato e...desiderato: il cazzo del barbiere.
La posizione in cui ero ormai arrivato fu la più adatta e ciò che vedevo allo specchio non mi lasciava scampo.
Le dita del barbiere prima una, poi due, cominciarono ad esplorare le mie viscere e penetrare in profondità. Non riuscivo ad emettere altro che un lamento e concedere tutto quello che non avevo mai concesso
Sei meravigliosamente pronto, vero?
Si...oddio si!
La meravigliosa consistenza della grossa cappella lubrificata dal sapone da barba e del grosso pene cominciò ad entrare e a fare...male.
No, basta...per favore basta...mi fai male...
Tra poco starai bene...
Mise un po' di schiuma, col pennello, sulla punta del pene e sull'ano ancora completamente offerto, e tornò a premere con forza, anzi con furia.
Tacqui ed attesi che il dolore crescesse guardando il cazzo entrarmi dentro come al rallentatore.
Lo volevo dentro tutto e volevo che vi sparasse dentro il suo sperma caldo. Volevo essere sporcato dapertutto e quando, in un colpo solo, lo ebbi dentro fino in fondo urlai e...cominciai a godere.
Si, bambino mio, si! Godi e lasciati godere tutto, sei una puttanella fatta, ormai, e questo tango lo ballerai fino in fondo, vero?
Si , si, sborrami dentro e poi in bocca...in faccia...voglio tutto quello che hai!
Mi resi conto solo allora che allo specchio vedevo il cazzo dell'uomo che mi pompava e il mio sfintere aperto come una fica, vedevo la pelle spinta dentro e quel palo di carne ritrarsi lucido come una banana morsa e succhiata e soprattutto vedevo il mio ventre premuto da quello dell'uomo e il biancore del mio corpo sospinto e quasi coperto da quello villoso del mio violatore, la pelle depilata del mio pube accarezzata e scossa dalla pelliccia dal suo pene.
Vedevo il liquido opalescente del mio seme appiccicarsi a quel pelo e risaltare in filamenti densi e sgocciolare, mentre la sensazione di bagnato denso, lattiginoso, si espandeva sul mio ventre e sul mio pube appena rasato, inerme e femminile.
Allora l'uomo cominciò ad intensificare le spinte che sbattevano la mia testa avanti e indietro e mi straziavano di piacere, poi di colpo estrasse il suo palo e iniziò a masturbarsi freneticamente sul mio ventre già sporco e vibrante per il mio orgasmo. Il primo schizzo del suo sperma mi colpì più in alto, su un capezzolo e cominciò a scivolare sul fianco, sotto l'ascella, poi una serie di schizzi colpirono e si addensarono nell'ansa dell'ombellico e mentre la destra dell'uomo finiva di spremere le ultime effusioni di sperma dal pene ancora turgido ed enorme, la sinistra raccoglieva e spalmava il mio e il suo fluido sul depilato, rosato biancore del mio petto e del mio ventre, facendomi sentire seno e ventre gonfi di latte, cioè del frutto peccaminoso di quel coito.
Esperienza meravigliosa quella di farsi chiavare da un uomo e sentirsi femmina, passiva e troia, come vole il canone del manicheismo battezzato e non. Divino profumo di cazzo e di sborra!
scritto il
2014-08-26
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