Io e Matteo
di
Aramis
genere
gay
Ciao, penso di dover iniziare da me, mi chiamo Giorgio, ho 18 anni e frequento l’ultimo anno di liceo locale, ho capelli biondi di media lunghezza e begli occhi blu. Ho un discreto aspetto, non sono muscoloso ma neanche magro. Ho cominciai a guardare gli altri ragazzi in seconda media e ho ammesso di essere gay in terza liceo dopo un tentativo di suicidio fallito. E’ sufficiente credo, e questa è la mia storia con Matteo.
Matteo ha la mia stessa età, ci siamo conosciuti al negozio di generi alimentari dove lavoro come un cassiere. Lui aveva trovato un lavoro come magazziniere. Quello che immediatamente mi attirò in lui fu che era alto solo poco più di un metro e cinquanta, che aveva i capelli lunghi sino alle spalle ed i più brillanti occhi blu che avessi mai visto. Facemmo immediatamente amicizia perché lui era appassionato di macchine e si innamorò subito della mia piccola Miata rossa. Quel ragazzo conosceva motore ed ogni particolare di tutte le macchine, mi piaceva questo di Matteo anche se dentro di me sapevo che la sua ossessione per le macchine non gli aggiungeva punti al mio gaydar.
Col passare del tempo diventammo sempre più amici ed ammisi a me stesso che ero veramente preso da lui. Una sera l’invitai a casa mia mentre i miei genitori erano via. Matteo era conosciuto a scuola come un vero amante delle feste, così gli mostrai la considerevole riserva di liquori del mio genitore. I suoi occhi si accesero quando cominciammo il primo dei molti giri. Io non bevvi quanto lui perché non mi piace granché il sapore di quella roba, bevevo solo perché lui lo faceva. Mentre il liquore continuava a fluire liberamente, le cose cominciarono a diventare allegre; finimmo a sedere sul pavimento del soggiorno di fronte alla televisione. Matteo stava giocando con la lampada strana che mia mamma aveva comprato da qualche parte, un vero pezzo d'antiquariato. A quel punto Matteo era evidentemente ben sbronzo ed io non me ne lagnavo. Mentre eravamo seduti sul pavimento il tema si rivolse al sesso. Matteo era ben visto dalle ragazze che lo ritenevano "grazioso" perché era piccolo. Lui giocava alla perfezione il ruolo di ragazzo grazioso. Cominciò al solito con gli ormoni che impazziscono alla nostra età, per non essere superato aggiunsi le mie storie (completamente inventate) ed il contorno della sua erezione presto attirò la mia attenzione.
Tentai di non guardargli i jeans, ma non potevo farne a meno. Mi sembrava che lui ne fosse un po’ imbarazzato. Cambiammo il soggetto, ma non servì. I miei ormoni si mescolarono col liquore e mi dissero che quel ragazzo aveva bisogno di qualche cosa che io potevo dargli. C'era un problema, lui non era gay. Lui era popolare a scuola. Io non potevo dirgli che io lo ero e rischiare di rovinare la nostra amicizia. Il mio cervello vagliava tutte queste ragioni, ma i miei ormoni tradivano i miei pensieri. Mentre la chiacchierata sul sesso continuava, io cominciai a stuzzicarlo
e per scherzo accusarlo di fare solo chiacchiere. Quando lui fece un commento sulla dimensione del suo pene, io presi al volo l'opportunità di schiacciare alcuni dei suoi bottoni. Pensai di esaminare le acque per così dire. Dannazione, eravamo ambedue pieni di alcol. Lo stuzzicai dicendogli che forse ce l’aveva corto, lui abboccò, si alzò di fronte a me, si sbottonò i jeans e li tirò giù oltre le ginocchia. Io non riuscivo a parlare. C'era il mio amico Matteo, il bel ragazzo che tutte le ragazze a scuola amavano, che stava di fronte a me con la sua erezione che puntava verso di me.
Non c'era possibilità che resistessi a non guardarla. Era lungo circa 15 centimetri, perfettamente circonciso e sottile. Ma era bianco puro e senza un segno. Le palle pendevano poco ed erano delle stesse dimensioni delle mie. Poi osservai una cosa che non avrei sospettato nei miei sogni più selvaggi: non aveva peli pubici. Era completamente raso.
Rimase così con le sue parti private in piena vista; se lo menò un paio di volte e quando una goccia di liquido chiaro apparve sula punta rosea, esclamò che era arrapato. Come se avessi bisogno che me lo dicesse. Era là proprio di fronte a me, da tempo avevo smesso di preoccuparmi di guardarlo. Non potevo togliere gli occhi dal suo bel attrezzo. Ero così geloso di tutte quelle ragazze. Stava per tirarsi su di nuovo i pantaloni quando vide l’espressione sulla mia faccia. L'espressione sulla sua mi disse che mi aveva scoperto: non volevo che lo mettesse via.
Sorrise e si mosse verso di me, prese la mia mano tremante e la mise sul suo uccello. Emise un sospiro seguito dal bisbiglio: "Non dire niente." Non dimenticherò mai la sensazione di caldo del suo pene eretto nella mia mano. Immediatamente cominciai a fargli una sega. Ero così eccitato che pensavo che sarei svenuto. Stavo respirando molto più velocemente del normale. Non mi aiutò a calmarmi quando mise una mano sulla mia nuca e spinse il suo cazzo tra le mie labbra. Non avevo mai succhiato un ragazzo prima di allora così non sapevo cosa fare. Lui pompò la mia bocca più velocemente e tentò di spingerlo un po’ di più dentro ad ogni colpo. I miei occhi lacrimavano quando mi soffocò, usai le mani per giocare con le sue palle senza peli e la base del suo pene. Ci vollero circa dieci minuti prima che riuscissi a prendere la maggior parte del suo uccello in bocca. Prima che capissi cosa stava succedendo diventò rigidissimo. La prima cosa che notai del suo orgasmo fu l'uggiolare corto che emetteva. Poi l'assaggiai, era magico.
Lo tenne nella mia bocca per qualche secondo dopo aver finito. Le mascelle mi facevano male. Quando tirò fuori il suo bel organo dalla mia bocca, questo si contrasse, era tornato piccolo, io lo baciai un paio di volte prima che si tirasse su i pantaloni. Avrei voluto che non se ne andasse. Lui mi confessò che era imbarazzato perché dopo essere venuto gli era diventato piccolo. Io gli dissi che non me ne importava, mi piaceva malgrado tutto. Ci sedemmo sul pavimento in un silenzio goffo, stavamo pensando al significato di quello che era accaduto. Ero preoccupato di aver attraversato una linea che non avrei dovuto passare. Saltai su e mi sedetti sul divano.
Quando vide la macchia bagnata che aumentava sulla mia erezione, venne sul divano accanto a me. Ricordai che lui non mi aveva toccato e pensai che non volesse, lui dovette vedere l’espressione nei miei occhi perché mi si avvicinò e mi circondò con un braccio. Io cominciai a piangere, dannazione ero così incazzato con me stesso per quel pianto ma non potevo farne a meno. Ero sicuro che stesse per scappare e raccontare a tutta la città che gli avevo fatto un pompino. Mi avrebbe preso a calci? Mi avrebbe parlato ancora? Poi lui mi scioccò. Invece di colpirmi mi abbracciò e mi disse che era tutto ok. Mi disse che sapeva che ero gay ed innamorato di lui perché mi aveva sorpreso più volte ad osservarlo. Mi disse che era realmente confuso. A lui piacevano le ragazze. Mi disse, indicando i miei pantaloncini, di essere dispiaciuto di non potermi aiutare.
Il mio spirito cadde, cominciavo a sentirmi come il più vigliacco della terra, avevo violato uno dei miei migliori amici. Avrei voluto piangere di nuovo, ma non davanti a lui. Si alzò e cominciò a rimettere in ordine.
Sistemò attentamente le bottiglie come erano precedentemente. Io pensai che stesse andando via, invece mi si avvicinò e mi baciò delicatamente sulla guancia. L'ultima cosa che ricordo fu che mi chiese se poteva passare la notte a casa mia.
La Mattina dopo
La mattina seguente ricordavo due cose. La prima era il mal di testa infernale, non avrei più bevuto. La seconda cosa era migliore: mi svegliai nudo tra le braccia del mio miglior amico Matteo. A letto con lui. E anche lui era nudo. La mia erezione mattutina pulsava mentre sentivo Matteo pigiato contro la mia coscia. Ero realmente preoccupato, la sera precedente avrebbe rovinato la nostra relazione? Non volevo lasciare il mio Matteo. Poi svegliarsi nelle sue braccia, anche se solo per una volta, faceva sembrare insignificante tutto il resto. Sembrava un angelo mentre dormiva. Quando tentai di districarmi dalla sua stretta lui frignò un poco poi si pigiò contro me con più forza. Era come se non mi volesse permettere di alzarmi. Cosa stava sognando? Io assaporavo il momento e precipitai di nuovo in un bel sonno.
Il rumore dell’acqua mi svegliò. Questa volta ero da solo nel mio letto. Il mio pensiero immediato fu che avevo fatto un sogno molto vivido. Il mio spirito cominciò ad affondare quando pensai che la notte precedente era stato un sogno. Non era accaduto....
"Mattina. Spero che non ti dispiaccia. Farò un salto in doccia."
OK, così il suono della sua voce mi svegliò davvero questa volta. Devo ammettere che non sono una persona mattiniera. Mi ci vuole un po’ per collegare il cervello. Datemi un momento. Mi girai in tempo per vedere un Matteo nudo entrare in bagno. Mi sedetti. Dovetti fare violenza a me stesso per non correre in quel bagno e saltare in quella doccia. Per di più dovevo davvero andare in bagno. Forza ragazzo! Saltai fuori dal letto, mi misi un paio di boxer ed andai a fare i miei affari nel bagno degli ospiti. Ritornai con due tazze di caffè nel momento in cui Matteo stava asciugandosi. Si avvolse l'asciugamano intorno alla vita ed entrò in camera da letto, prese la sua tazza di caffè e si sedette accanto a me sul letto.
"Uomo, sei come svenuto la notte scorsa, ho dovuto portarti qui di peso. non sapevo come dormi, così, um, ti ho tolto i vestiti e ti ho coperto." E stava arrossendo un po'.
"Nessun problema, è ok", risposi mite. Dannazione, era eccezionale!
"Quindi questo non è uno di quei momenti imbarazzanti? Voglio dire, spero che ti ricordi della notte scorsa. Io lo ricordo."
"Sì ricordo. Non ero sicuro se tu lo volessi veramente ricordare."
Dissi guardando il pavimento.
"Avanti, lo sai meglio di me, io non ho approfittato di te perché eravamo ubriachi, sapevamo tutti e due precisamente quello che stava accadendo. Voglio solo sapere cosa accadrà ora." Matteo non mi aveva ancora guardato.
"Non so cosa dire." cominciai.
"Nessun rammarico?" Si chinò e mi baciò sulla guancia. Leggermente. Piacevolmente.
Io non potevo resistere e resi il bacio, era solo un piccolo bacio sulla guancia come quello che mi aveva dato lui. Ma non riuscivo a fermarmi. Le mie labbra trovarono le sue labbra, poi la sua lingua trovò la mia. Si chinò per appoggiare il suo caffè sul comodino poi mi circondò con le sue braccia. Precipitammo indietro sul letto con lui sopra di me. Ci baciammo per un po’. Lui mi guardò negli occhi (Finalmente!) mentre si rimuoveva l'asciugamano umido dalla vita. La sua bella erezione desiderava la mia attenzione. Sentii le sue mani sulla mia nuca spingendo la mia testa verso la sua virilità. Ammirai la sua perfezione. La sua pelle era così morbida e rosa, il suo cazzo era così duro e caldo. Prima che me ne rendessi conto era nella mia bocca. Spinse delicatamente, si lamentò piano mentre mi carezzava la schiena. Io chiusi gli occhi e mi concentrai per dare al mio miglior amico tutto quello che potevo. Volevo portarlo su di un altro pianeta. Gettai uno sguardo in su verso il suo viso e vidi piccole perline di sudore sulla sua fronte, aveva l’espressione più pacata e contenta sulla faccia.
Improvvisamente lo estrasse dalla mia bocca ed io pensai di aver fatto qualche cosa di male. Stava tentando di riprendere fiato. Non era ancora venuto, perché voleva che ci fermassimo? Afferrai il suo uccello per metterlo di nuovo dove stava bene, ma lui mi tirò a se e rotolò su di me. Di nuovo la sua lingua trovò la mia. Aveva un sapore di menta peperita. Era anche dolce. Praticamente mi strappò i boxer con un movimento rapido. Esplorò la mia bocca con la sua lingua mentre giocava nervosamente con la mia erezione palpitante.
"Non posso smettere di guardarlo. Guardalo." Si muoveva stupito mentre mi toccava sorridendomi.
Non c'era nessuna parte delle mie parti private che lui non avesse toccato. Mi esplorò con dita e mani mentre mi guardava da vicino la faccia per una risposta.
Io cominciai a masturbarlo vigorosamente, capii che non avremmo resistito a lungo.
"Ti voglio!", ansò mentre mi baciava profondamente. "Per favore!"
Pensando che volesse dire che voleva che lo succhiassi, cominciai a baciare scendendo. Ma lui mi fermò prima che arrivassi al torace. Gli guardai il viso confuso e lui mi rese uno sguardo pieno di passione e desiderio. Mi fece girare, mi allargò le gambe e salì su di me. Sentii la sua calda durezza che strofinava nella mia fessura. Cercando. Oh mio Dio! Non l’avevo mai fatto! Lo stava facendo....
Poteva essere stato confuso ed incerto quando ci eravamo svegliati quella mattina. Ma tutto passò mentre spingeva dentro di me con lunghi colpi. La sua confusione e l'incertezza divennero fiducia e desiderio. Il dolore della sua invasione durò solamente pochi colpi mentre il suo attrezzo palpitante carezzava il mio dolce punto. Spinse delicatamente dentro di me per quelle che sembrarono ore mentre mi baciava la nuca. Mi massaggiò il cazzo mentre io venivo così forte da sentir male. Lui venne solamente pochi secondi dopo di me. Mentre riprendeva fiato rimase sdraiato sulla mia schiena sudata. Rimase dentro di me a lungo. Non ci fu dolore quando lo estrasse, solo vuoto.
Io rotolai sulla schiena perché mi dolevano ginocchia e braccia per aver sostenuto entrambi. Mi avvolse tra le sue braccia ed appoggiò la testa al mio torace. Di tanto in tanto la alzava, sorrideva e mi baciava. Ci addormentammo esauriti. Quando mi svegliai lui era già sveglio, continuava ad abbracciarmi e mi guardava. Improvvisamente fui imbarazzato dalla mia nudità. Lui sembrò capire e sorrise. Indicò il suo cazzo un po’ avvizzito e rise.
"Te l’avevo detto che diventava piccolo dopo che sono venuto." e rise.
"Non fa niente." A questo punto non me ne curavo. Era ancora bello.
"Mi fai cose che nessuna ragazza sa fare."
Ci incontrammo molte altre volte. Incontri segreti. Scambi di intimità. Matteo continuò ad uscire con la sua ragazza che insisteva che dovevano aspettare finché non fossero sposati. Matteo non sembrava preoccuparsene, aveva me. Un anno più tardi Matteo si trasferì quando suo padre cambiò lavoro. Ci perdemmo di vista. Oggi ogni uomo che incontro lo confronto con Matteo. Sessualmente, emotivamente, fisicamente, e spiritualmente. Lui sarà sempre il mio primo.
Matteo ha la mia stessa età, ci siamo conosciuti al negozio di generi alimentari dove lavoro come un cassiere. Lui aveva trovato un lavoro come magazziniere. Quello che immediatamente mi attirò in lui fu che era alto solo poco più di un metro e cinquanta, che aveva i capelli lunghi sino alle spalle ed i più brillanti occhi blu che avessi mai visto. Facemmo immediatamente amicizia perché lui era appassionato di macchine e si innamorò subito della mia piccola Miata rossa. Quel ragazzo conosceva motore ed ogni particolare di tutte le macchine, mi piaceva questo di Matteo anche se dentro di me sapevo che la sua ossessione per le macchine non gli aggiungeva punti al mio gaydar.
Col passare del tempo diventammo sempre più amici ed ammisi a me stesso che ero veramente preso da lui. Una sera l’invitai a casa mia mentre i miei genitori erano via. Matteo era conosciuto a scuola come un vero amante delle feste, così gli mostrai la considerevole riserva di liquori del mio genitore. I suoi occhi si accesero quando cominciammo il primo dei molti giri. Io non bevvi quanto lui perché non mi piace granché il sapore di quella roba, bevevo solo perché lui lo faceva. Mentre il liquore continuava a fluire liberamente, le cose cominciarono a diventare allegre; finimmo a sedere sul pavimento del soggiorno di fronte alla televisione. Matteo stava giocando con la lampada strana che mia mamma aveva comprato da qualche parte, un vero pezzo d'antiquariato. A quel punto Matteo era evidentemente ben sbronzo ed io non me ne lagnavo. Mentre eravamo seduti sul pavimento il tema si rivolse al sesso. Matteo era ben visto dalle ragazze che lo ritenevano "grazioso" perché era piccolo. Lui giocava alla perfezione il ruolo di ragazzo grazioso. Cominciò al solito con gli ormoni che impazziscono alla nostra età, per non essere superato aggiunsi le mie storie (completamente inventate) ed il contorno della sua erezione presto attirò la mia attenzione.
Tentai di non guardargli i jeans, ma non potevo farne a meno. Mi sembrava che lui ne fosse un po’ imbarazzato. Cambiammo il soggetto, ma non servì. I miei ormoni si mescolarono col liquore e mi dissero che quel ragazzo aveva bisogno di qualche cosa che io potevo dargli. C'era un problema, lui non era gay. Lui era popolare a scuola. Io non potevo dirgli che io lo ero e rischiare di rovinare la nostra amicizia. Il mio cervello vagliava tutte queste ragioni, ma i miei ormoni tradivano i miei pensieri. Mentre la chiacchierata sul sesso continuava, io cominciai a stuzzicarlo
e per scherzo accusarlo di fare solo chiacchiere. Quando lui fece un commento sulla dimensione del suo pene, io presi al volo l'opportunità di schiacciare alcuni dei suoi bottoni. Pensai di esaminare le acque per così dire. Dannazione, eravamo ambedue pieni di alcol. Lo stuzzicai dicendogli che forse ce l’aveva corto, lui abboccò, si alzò di fronte a me, si sbottonò i jeans e li tirò giù oltre le ginocchia. Io non riuscivo a parlare. C'era il mio amico Matteo, il bel ragazzo che tutte le ragazze a scuola amavano, che stava di fronte a me con la sua erezione che puntava verso di me.
Non c'era possibilità che resistessi a non guardarla. Era lungo circa 15 centimetri, perfettamente circonciso e sottile. Ma era bianco puro e senza un segno. Le palle pendevano poco ed erano delle stesse dimensioni delle mie. Poi osservai una cosa che non avrei sospettato nei miei sogni più selvaggi: non aveva peli pubici. Era completamente raso.
Rimase così con le sue parti private in piena vista; se lo menò un paio di volte e quando una goccia di liquido chiaro apparve sula punta rosea, esclamò che era arrapato. Come se avessi bisogno che me lo dicesse. Era là proprio di fronte a me, da tempo avevo smesso di preoccuparmi di guardarlo. Non potevo togliere gli occhi dal suo bel attrezzo. Ero così geloso di tutte quelle ragazze. Stava per tirarsi su di nuovo i pantaloni quando vide l’espressione sulla mia faccia. L'espressione sulla sua mi disse che mi aveva scoperto: non volevo che lo mettesse via.
Sorrise e si mosse verso di me, prese la mia mano tremante e la mise sul suo uccello. Emise un sospiro seguito dal bisbiglio: "Non dire niente." Non dimenticherò mai la sensazione di caldo del suo pene eretto nella mia mano. Immediatamente cominciai a fargli una sega. Ero così eccitato che pensavo che sarei svenuto. Stavo respirando molto più velocemente del normale. Non mi aiutò a calmarmi quando mise una mano sulla mia nuca e spinse il suo cazzo tra le mie labbra. Non avevo mai succhiato un ragazzo prima di allora così non sapevo cosa fare. Lui pompò la mia bocca più velocemente e tentò di spingerlo un po’ di più dentro ad ogni colpo. I miei occhi lacrimavano quando mi soffocò, usai le mani per giocare con le sue palle senza peli e la base del suo pene. Ci vollero circa dieci minuti prima che riuscissi a prendere la maggior parte del suo uccello in bocca. Prima che capissi cosa stava succedendo diventò rigidissimo. La prima cosa che notai del suo orgasmo fu l'uggiolare corto che emetteva. Poi l'assaggiai, era magico.
Lo tenne nella mia bocca per qualche secondo dopo aver finito. Le mascelle mi facevano male. Quando tirò fuori il suo bel organo dalla mia bocca, questo si contrasse, era tornato piccolo, io lo baciai un paio di volte prima che si tirasse su i pantaloni. Avrei voluto che non se ne andasse. Lui mi confessò che era imbarazzato perché dopo essere venuto gli era diventato piccolo. Io gli dissi che non me ne importava, mi piaceva malgrado tutto. Ci sedemmo sul pavimento in un silenzio goffo, stavamo pensando al significato di quello che era accaduto. Ero preoccupato di aver attraversato una linea che non avrei dovuto passare. Saltai su e mi sedetti sul divano.
Quando vide la macchia bagnata che aumentava sulla mia erezione, venne sul divano accanto a me. Ricordai che lui non mi aveva toccato e pensai che non volesse, lui dovette vedere l’espressione nei miei occhi perché mi si avvicinò e mi circondò con un braccio. Io cominciai a piangere, dannazione ero così incazzato con me stesso per quel pianto ma non potevo farne a meno. Ero sicuro che stesse per scappare e raccontare a tutta la città che gli avevo fatto un pompino. Mi avrebbe preso a calci? Mi avrebbe parlato ancora? Poi lui mi scioccò. Invece di colpirmi mi abbracciò e mi disse che era tutto ok. Mi disse che sapeva che ero gay ed innamorato di lui perché mi aveva sorpreso più volte ad osservarlo. Mi disse che era realmente confuso. A lui piacevano le ragazze. Mi disse, indicando i miei pantaloncini, di essere dispiaciuto di non potermi aiutare.
Il mio spirito cadde, cominciavo a sentirmi come il più vigliacco della terra, avevo violato uno dei miei migliori amici. Avrei voluto piangere di nuovo, ma non davanti a lui. Si alzò e cominciò a rimettere in ordine.
Sistemò attentamente le bottiglie come erano precedentemente. Io pensai che stesse andando via, invece mi si avvicinò e mi baciò delicatamente sulla guancia. L'ultima cosa che ricordo fu che mi chiese se poteva passare la notte a casa mia.
La Mattina dopo
La mattina seguente ricordavo due cose. La prima era il mal di testa infernale, non avrei più bevuto. La seconda cosa era migliore: mi svegliai nudo tra le braccia del mio miglior amico Matteo. A letto con lui. E anche lui era nudo. La mia erezione mattutina pulsava mentre sentivo Matteo pigiato contro la mia coscia. Ero realmente preoccupato, la sera precedente avrebbe rovinato la nostra relazione? Non volevo lasciare il mio Matteo. Poi svegliarsi nelle sue braccia, anche se solo per una volta, faceva sembrare insignificante tutto il resto. Sembrava un angelo mentre dormiva. Quando tentai di districarmi dalla sua stretta lui frignò un poco poi si pigiò contro me con più forza. Era come se non mi volesse permettere di alzarmi. Cosa stava sognando? Io assaporavo il momento e precipitai di nuovo in un bel sonno.
Il rumore dell’acqua mi svegliò. Questa volta ero da solo nel mio letto. Il mio pensiero immediato fu che avevo fatto un sogno molto vivido. Il mio spirito cominciò ad affondare quando pensai che la notte precedente era stato un sogno. Non era accaduto....
"Mattina. Spero che non ti dispiaccia. Farò un salto in doccia."
OK, così il suono della sua voce mi svegliò davvero questa volta. Devo ammettere che non sono una persona mattiniera. Mi ci vuole un po’ per collegare il cervello. Datemi un momento. Mi girai in tempo per vedere un Matteo nudo entrare in bagno. Mi sedetti. Dovetti fare violenza a me stesso per non correre in quel bagno e saltare in quella doccia. Per di più dovevo davvero andare in bagno. Forza ragazzo! Saltai fuori dal letto, mi misi un paio di boxer ed andai a fare i miei affari nel bagno degli ospiti. Ritornai con due tazze di caffè nel momento in cui Matteo stava asciugandosi. Si avvolse l'asciugamano intorno alla vita ed entrò in camera da letto, prese la sua tazza di caffè e si sedette accanto a me sul letto.
"Uomo, sei come svenuto la notte scorsa, ho dovuto portarti qui di peso. non sapevo come dormi, così, um, ti ho tolto i vestiti e ti ho coperto." E stava arrossendo un po'.
"Nessun problema, è ok", risposi mite. Dannazione, era eccezionale!
"Quindi questo non è uno di quei momenti imbarazzanti? Voglio dire, spero che ti ricordi della notte scorsa. Io lo ricordo."
"Sì ricordo. Non ero sicuro se tu lo volessi veramente ricordare."
Dissi guardando il pavimento.
"Avanti, lo sai meglio di me, io non ho approfittato di te perché eravamo ubriachi, sapevamo tutti e due precisamente quello che stava accadendo. Voglio solo sapere cosa accadrà ora." Matteo non mi aveva ancora guardato.
"Non so cosa dire." cominciai.
"Nessun rammarico?" Si chinò e mi baciò sulla guancia. Leggermente. Piacevolmente.
Io non potevo resistere e resi il bacio, era solo un piccolo bacio sulla guancia come quello che mi aveva dato lui. Ma non riuscivo a fermarmi. Le mie labbra trovarono le sue labbra, poi la sua lingua trovò la mia. Si chinò per appoggiare il suo caffè sul comodino poi mi circondò con le sue braccia. Precipitammo indietro sul letto con lui sopra di me. Ci baciammo per un po’. Lui mi guardò negli occhi (Finalmente!) mentre si rimuoveva l'asciugamano umido dalla vita. La sua bella erezione desiderava la mia attenzione. Sentii le sue mani sulla mia nuca spingendo la mia testa verso la sua virilità. Ammirai la sua perfezione. La sua pelle era così morbida e rosa, il suo cazzo era così duro e caldo. Prima che me ne rendessi conto era nella mia bocca. Spinse delicatamente, si lamentò piano mentre mi carezzava la schiena. Io chiusi gli occhi e mi concentrai per dare al mio miglior amico tutto quello che potevo. Volevo portarlo su di un altro pianeta. Gettai uno sguardo in su verso il suo viso e vidi piccole perline di sudore sulla sua fronte, aveva l’espressione più pacata e contenta sulla faccia.
Improvvisamente lo estrasse dalla mia bocca ed io pensai di aver fatto qualche cosa di male. Stava tentando di riprendere fiato. Non era ancora venuto, perché voleva che ci fermassimo? Afferrai il suo uccello per metterlo di nuovo dove stava bene, ma lui mi tirò a se e rotolò su di me. Di nuovo la sua lingua trovò la mia. Aveva un sapore di menta peperita. Era anche dolce. Praticamente mi strappò i boxer con un movimento rapido. Esplorò la mia bocca con la sua lingua mentre giocava nervosamente con la mia erezione palpitante.
"Non posso smettere di guardarlo. Guardalo." Si muoveva stupito mentre mi toccava sorridendomi.
Non c'era nessuna parte delle mie parti private che lui non avesse toccato. Mi esplorò con dita e mani mentre mi guardava da vicino la faccia per una risposta.
Io cominciai a masturbarlo vigorosamente, capii che non avremmo resistito a lungo.
"Ti voglio!", ansò mentre mi baciava profondamente. "Per favore!"
Pensando che volesse dire che voleva che lo succhiassi, cominciai a baciare scendendo. Ma lui mi fermò prima che arrivassi al torace. Gli guardai il viso confuso e lui mi rese uno sguardo pieno di passione e desiderio. Mi fece girare, mi allargò le gambe e salì su di me. Sentii la sua calda durezza che strofinava nella mia fessura. Cercando. Oh mio Dio! Non l’avevo mai fatto! Lo stava facendo....
Poteva essere stato confuso ed incerto quando ci eravamo svegliati quella mattina. Ma tutto passò mentre spingeva dentro di me con lunghi colpi. La sua confusione e l'incertezza divennero fiducia e desiderio. Il dolore della sua invasione durò solamente pochi colpi mentre il suo attrezzo palpitante carezzava il mio dolce punto. Spinse delicatamente dentro di me per quelle che sembrarono ore mentre mi baciava la nuca. Mi massaggiò il cazzo mentre io venivo così forte da sentir male. Lui venne solamente pochi secondi dopo di me. Mentre riprendeva fiato rimase sdraiato sulla mia schiena sudata. Rimase dentro di me a lungo. Non ci fu dolore quando lo estrasse, solo vuoto.
Io rotolai sulla schiena perché mi dolevano ginocchia e braccia per aver sostenuto entrambi. Mi avvolse tra le sue braccia ed appoggiò la testa al mio torace. Di tanto in tanto la alzava, sorrideva e mi baciava. Ci addormentammo esauriti. Quando mi svegliai lui era già sveglio, continuava ad abbracciarmi e mi guardava. Improvvisamente fui imbarazzato dalla mia nudità. Lui sembrò capire e sorrise. Indicò il suo cazzo un po’ avvizzito e rise.
"Te l’avevo detto che diventava piccolo dopo che sono venuto." e rise.
"Non fa niente." A questo punto non me ne curavo. Era ancora bello.
"Mi fai cose che nessuna ragazza sa fare."
Ci incontrammo molte altre volte. Incontri segreti. Scambi di intimità. Matteo continuò ad uscire con la sua ragazza che insisteva che dovevano aspettare finché non fossero sposati. Matteo non sembrava preoccuparsene, aveva me. Un anno più tardi Matteo si trasferì quando suo padre cambiò lavoro. Ci perdemmo di vista. Oggi ogni uomo che incontro lo confronto con Matteo. Sessualmente, emotivamente, fisicamente, e spiritualmente. Lui sarà sempre il mio primo.
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