Vacanze forzate

di
genere
saffico

Mancavano pochi giorni alle ferie. Sarei dovuta andare con un gruppo di amici in campeggio in Sicilia ed invece, a causa di una stupidissima storta, mi sono ritrovata un piede ingessato da sotto il ginocchio.
Ovviamente ho dovuto rinunciare a quella vacanza tanto attesa e mi sono consolata raggiungendo i miei genitori nella casetta che abbiamo a Nazioni, località dei lidi ferraresi.
E così, con le mie stampelle, tutte le mattine andavo in spiaggia a prendere un po’ di sole e leggere libri su libri mentre gli altri si divertivano a fare il bagno o giocare a palla o racchettoni. La sera mi limitavo ad un breve giro mentre tutti gli altri ragazzi e ragazze riempivano le discoteche.
Muovermi era difficoltoso e anche faticoso.
E proprio durante una di quelle lunghe mattine in spiaggia, mentre ero sdraiata sul mio lettino, nell’ombrellone vicino al mio è arrivata una ragazza e una signora. Lei era molto carina, con un costume rosa. Mi ha salutata e mi ha chiesto cosa mi fosse successo. Le ho raccontato della mia disavventura e abbiamo iniziato a fare amicizia. Michela aveva 20 anni, come me, ed era di Asti. Aveva portato sua mamma a fare una breve vacanza e poi sarebbe andata via con i suoi amici.
E stata carinissima restando con me tutta la mattina, dicendomi che essendo appena arrivata non conosceva nessuno. Ci siamo ritrovate anche dopo pranzo. Lei mi ha raccontato della sua vita ad Asti ed io della mia… Abbiamo trovato subito un bell’affiatamento. Era davvero una persona piacevole, cordiale, con un sorriso stupendo… e a dir la verità anche con un fisico stupendo.
Erano diverse ore che eravamo li a chiacchierare e avevo bisogno di andare in bagno. Sembra incredibile ma anche la cosa più semplice, con un piede ingessato, diventa difficoltosa. Michela mi ha aiutata ad alzarmi e si è offerta di accompagnarmi. Camminare sulla sabbia con le stampelle non è così semplice.
Sono entrata in bagno mentre Michela mi aspettava fuori. Ho poggiato le stampelle alla parete e mentre mi abbassavo il costume queste sono scivolate cadendo per terra e facendo un gran fracasso. Michela spaventa è entrata pensando che fossi caduta. Sono rimasta guardarla, con il costume abbassato alle ginocchia. Lei è diventata rossa e ha cominciato a chiedermi scusa mettendosi una mano sugli occhi.
Ho cercato di tranquillizzarla. Voleva uscire ma le ho detto di restare per aiutarmi visto che c’era la turca. Con il suo aiuto ho sfilato del tutto il costume e ho fatto pipì nella turca con lei che mi aiutava a tenere l’equilibrio su una sola gamba. Ho notato che mi guardava… non ha tolto gli occhi dal mio inguine per tutto il tempo che ho fatto pipi. Poi le ho chiesto di prendermi dalla borsa un fazzolettino per asciugarmi. Lei lo prende ed invece di porgermelo si avvicina a me e mettendomi una mano tra le cosce mi asciuga.
I nostri volti sono a brevissima distanza e la sua mano sulla mia figa, sia pur schermata dal fazzolettino, mi stava eccitando moltissimo. Con un movimento lentissimo le nostre labbra si avvicinano… ci baciamo… prima lievemente e poi sempre più appassionatamente. La sua lingua cerca spazio nella mia bocca.
Il fazzolettino è caduto e le sue dita mi stanno masturbando. Faccio molta fatica a stare in equilibrio. Lei se ne accorge e mi suggerisce di andare nel suo albergo. In quel momento non desidero altro. Prendo le stampelle per uscire e Michela mi fa notare che non ho indosso le mutandine. Se non fosse stato per lei sarei uscita dal bagno nuda!!
Mi aiuta ad infilarle. Usciamo e di corsa, per quanto me lo permette il mio gambone, andiamo a raccogliere le nostre cose e poi ci dirigiamo verso il suo albergo, che per fortuna è vicino alla spiaggia.
La sua stanza è al quarto piano e già in ascensore mi bacia e mi infila la mano nel costume per accarezzami il sedere.
Una volta giunte in camera mi fa sedere sul letto e si sfila velocemente il suo costume rosa, restando nuda e bellissima. Resto ammirata a guardare le sue tette, molto più grosse delle mie, le sue cosce lunghe e lisce, la sua figa ben curata. Mi fa sdraiare sul letto baciandomi. La abbraccio mentre le nostre lingue si rincorrono. Mi laccia reggiseno e mutandine del costume lasciandomi finalmente nuda. Sento il suo pube contro il mio che sfrega… i suoi seni contro in miei… e la sua lingua che invade prepotentemente la mia bocca.
Mi accarezza per tutto il corpo. Io purtroppo ho i movimenti bloccati da quel gesso, ma fa tutto lei.
Si gira sul mio corpo mettendomi in faccia la sua figa e a sua volta leccando la mia. Allargo con le mani quel fiore rosa… ne annuso il profumo pungente ed intenso. E’ completamente bagnata ed io avvicino la mia lingua. Nel momento in cui la tocco lei ha un sussulto e la sento gemere. Le prendo i fianchi e l’attiro a me infilando la mia lingua più a fondo possibile. I suoi umori mi bagnano tutta la faccia. Cerco anche di infilarle dentro le dita per masturbarla ancora più a fondo. I suoi ansimi i suoi gemiti mi provocano ancora più eccitazione. Anche lei mi sta masturbando con le dita e con la lingua… la sento dentro.
Sto quasi per venire quando si ferma. Si alza dal letto e da un cassetto dell’armadio estrae un fallo in lattice.
Torna verso di me succhiandolo come a fargli un pompino. Si inginocchia tra le mie gambe aperte e inizia a passare la punta sulla mia figa. Non vedo l’ora che quel grosso cazzo mi penetri e mi faccia godere. Ci guarda con sguardo ammaliante… io sono persa nei suoi occhi. E poi inizia a spingerlo dentro… ho le gambe spalancate e lo sento scivolare in me. Prendo la sua mano per farmi penetrare fin dove posso prenderlo.
Poi inizia a scoparmi avanti e indietro… sempre più forte… sempre più veloce…
Vengo una prima volta… vengo una seconda ma lei non si ferma… senza mai togliere quel fallo dalla mia figa, con le dita mi accarezza il buchino del culetto, bagnandolo con i miei stessi umori. Orami sono pronta per prenderlo anche li. Lei lo sa e in un attimo lo estrae dalla figa e me lo infila nel culo. In quell’istante dalla mia figa vedo e sento uscire uno spruzzo… sto venendo come una fontana… lei avvicina la bocca e cerca di bere il mio orgasmo. Lasciandomi il fallo nel culo, mi si avvicina e riversa il mio orgasmo dalla sua bocca nella mia… Ci baciamo sporcandoci del mio orgasmo. Ormai abbiamo perso ogni controllo.
Michela si siede sulla mia faccia. La sua figa fradicia è invasa dalla mia lingua e dalle mie dita. Cerco di scoparla il più profondamente possibile. Le scappuccio il clitoride e lo succhio... Michela geme… dopo qualche minuto mi dice che sta per venire… Si sposata appena in tempo per non inondarmi la faccia.
Mi spruzza il suo orgasmo sul seno e sulla pancia. Si sdraia sopra di me sporcandoci ancora di più nel nostri stessi orgasmi. Ci baciamo quasi facendoci del male per la foga.
Siamo sfinite. Michela mi estrae dal culetto il fallo che è rimasto li a farmi godere fino adesso.
Riprendiamo fiato mentre lei mi accarezza dolcemente i piccoli seni. Quando si alza per fare una doccia si rende conto che io non posso farla. Allora prende degli asciugamani e, dopo averli bagnati, lava il mio corpo. E’ dolcissima... mi pulisce una parte del corpo e poi me la bacia… Dopo aver finito, fa una doccia veloce. Mi aiuta a rivestirmi e mi accompagna a casa.
Mi saluta con un bacio casto sulle labbra…
Dormo tutta la notte sognando di lei. Il mattino dopo vado in spiaggia…
L’aspetterò inutilmente… Michela è ripartita quella mattina, prima del previsto, lasciandomi sola con il suo dolce ricordo…..

Fatti nomi e luoghi sono frutto di fantasia… se vuoi contattarmi giulialsb1995@libero.it
scritto il
2015-10-14
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