Incontri del 3* tipo
di
Doris.night
genere
bisex
Mi aveva trascinato in camera sua come una furia, come una che voleva fare l'amore con me: come dire di no!
E il bacio, il bacio in cui mi aveva avvolto, stregato, esaltato. Una lingua cui non avrebbe saputo resistere neanche un monaco cenobita, una lingua capace di stuprare... e le sue mani sul mio corpo e...sulla mia camicia, e poi la sua lingua sui miei capezzoli...e ancora le sue mani sui miei pantaloni.
Al night dell' hotel mi aveva afferrato per la cravatta e portato sulla pista da ballo...e già questo era bastato per rendermela unica, interessante e leggermente ubriacante – in collaborazione con alcuni wisky lisci andati giù in precedenza – e dopo un paio di balli indiavolati e uno di struscio, il... “colpo di fulmine”, non solo da parte sua...
Le scarpe le avevo schizzate con un colpo di reni (e piedi), ormai mi ritrovavo con i calzoni (e le mutande) che mi impastoiavano le caviglie, il “coso” all'aria, il culo sul letto e la sua lingua che scivolava sempre più in basso.
Come non lasciarle completamente l'iniziativa e lasciarmelo succhiare, sperimentando allucinazioni paradisiache.
Dammela, ti prego, dammi la fica...
Eccola!
Si era rialzata e tirata su la gonna e mi premeva la testa sulle sue mutandine...il profumo era conturbante e mi toglieva il respiro, ma lì dentro... la consistenza era quella di un cazzo e un cazzo da più di venti centimetri e io tirai giù quegli slip...quel tanga e cominciai a succhiare e leccare quello che avevo trovato... Niente salti indietro... niente schifo, solo una travolgente voglia di sesso...qualsiasi sesso.
Ti piace?
Mmmm...
Dopo...molto dopo, mi tornò in mente una certa rugosità della guancia che aveva premuto sulla mia, nel ballo prima e nei travolgenti lingua a lingua che erano seguiti.
Ora era bellissimo succhiare un cazzo identico - quasi - al mio, lasciarselo spingere in gola, aspettare di gustarne gli schizzi di sperma, desiderare di apprezzarne il sapore, volerlo provare non solo im gola.
L'ubriacatura prese il ritmo sfrenato della “prima volta”, il profumo intimo di quella parte del corpo del mio partner era ubriacante, l'enormità della “trasgressione” era ubriacante, la furia con cui ero stato trascinato in quel gioco era ubriacante.
Il mio partner era un travestito bellissimo, con tette finte e un pene da ventisette centimetri, non troppo grosso in larghezza, che mi permetteva di desiderare di farmi sfondare il culo ed essere assunto nel paradiso omosessuale, nel paradiso dei “froci”, nella onnicoinvolgente passione per il cazzo e i suoi immediati dintorni, i testicoli e il “buco”...baciarli, leccarli. e farmeli leccare e...alla fine lo sperma: la divina consistenza, sapore, odore e calore dello sperma...esserne allagato, impappato, imbrattato... che “conveniente”libidine!
Oddio, come lo presi in bocca e in culo quella notte...per tutta la notte, non lo prenderò più, anche se continuo a prenderlo in quantità...industriali e completa soddisfazione.
E il bacio, il bacio in cui mi aveva avvolto, stregato, esaltato. Una lingua cui non avrebbe saputo resistere neanche un monaco cenobita, una lingua capace di stuprare... e le sue mani sul mio corpo e...sulla mia camicia, e poi la sua lingua sui miei capezzoli...e ancora le sue mani sui miei pantaloni.
Al night dell' hotel mi aveva afferrato per la cravatta e portato sulla pista da ballo...e già questo era bastato per rendermela unica, interessante e leggermente ubriacante – in collaborazione con alcuni wisky lisci andati giù in precedenza – e dopo un paio di balli indiavolati e uno di struscio, il... “colpo di fulmine”, non solo da parte sua...
Le scarpe le avevo schizzate con un colpo di reni (e piedi), ormai mi ritrovavo con i calzoni (e le mutande) che mi impastoiavano le caviglie, il “coso” all'aria, il culo sul letto e la sua lingua che scivolava sempre più in basso.
Come non lasciarle completamente l'iniziativa e lasciarmelo succhiare, sperimentando allucinazioni paradisiache.
Dammela, ti prego, dammi la fica...
Eccola!
Si era rialzata e tirata su la gonna e mi premeva la testa sulle sue mutandine...il profumo era conturbante e mi toglieva il respiro, ma lì dentro... la consistenza era quella di un cazzo e un cazzo da più di venti centimetri e io tirai giù quegli slip...quel tanga e cominciai a succhiare e leccare quello che avevo trovato... Niente salti indietro... niente schifo, solo una travolgente voglia di sesso...qualsiasi sesso.
Ti piace?
Mmmm...
Dopo...molto dopo, mi tornò in mente una certa rugosità della guancia che aveva premuto sulla mia, nel ballo prima e nei travolgenti lingua a lingua che erano seguiti.
Ora era bellissimo succhiare un cazzo identico - quasi - al mio, lasciarselo spingere in gola, aspettare di gustarne gli schizzi di sperma, desiderare di apprezzarne il sapore, volerlo provare non solo im gola.
L'ubriacatura prese il ritmo sfrenato della “prima volta”, il profumo intimo di quella parte del corpo del mio partner era ubriacante, l'enormità della “trasgressione” era ubriacante, la furia con cui ero stato trascinato in quel gioco era ubriacante.
Il mio partner era un travestito bellissimo, con tette finte e un pene da ventisette centimetri, non troppo grosso in larghezza, che mi permetteva di desiderare di farmi sfondare il culo ed essere assunto nel paradiso omosessuale, nel paradiso dei “froci”, nella onnicoinvolgente passione per il cazzo e i suoi immediati dintorni, i testicoli e il “buco”...baciarli, leccarli. e farmeli leccare e...alla fine lo sperma: la divina consistenza, sapore, odore e calore dello sperma...esserne allagato, impappato, imbrattato... che “conveniente”libidine!
Oddio, come lo presi in bocca e in culo quella notte...per tutta la notte, non lo prenderò più, anche se continuo a prenderlo in quantità...industriali e completa soddisfazione.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Lavori...forzatiracconto sucessivo
Incontri del terzo tipo
Commenti dei lettori al racconto erotico