Voyeur si diventa

di
genere
voyeur

C_ ricorda perfettamente il momento in cui divenne morbosamente interessata a spiare l'intimità di giovani coppiette.
Fu durante la recita annuale del suo liceo, ove ballò su di una coreografia hip pop anche colui per cui si struggeva ingenuamente da qualche mese.
Mentre i vari spettacoli si susseguivano, C_ si girò indietro e scoprì che il suo professore, noncurante della circostanza in cui fosse, correggeva imperterrito dei compiti in classe.
Finalmente, la recita giunse al termine ed ecco che davanti agli occhi di C_ si palesò la seguente scena: lui era di spalle a lei, sul pavimento lucido del palazzetto dello sport e lei corse incontro a lui, accomodandosi al volo con le sue molle chiappe sulle mani scure di lui. Il mio (a quei tempi) oggetto di romantici e casti sogni, si lasciò circondare il collo dalle braccia di lei.
Potevo intuire le sensazioni di entrambi, anche se, prima di allora, non mi ero mai buttata fra le braccia di un mio coetaneo. Calore alle parti basse, appagamento, senso di complicità emanavano da quella scena cui avevo assistito senza che i due protagonisti si fossero minimamente accorti di quello sguardo che si insinuava nella loro tenera intesa.
Eppure, non provai eccitazione, a quel tempo non mi interessavo ancora al sesso, diversamente da loro, forse.
Ma quella fu solo la scena di anteprima a quella che mi stava aspettando.
Non so quanto tempo dopo, ero nei pressi della classe di lui e, con fare circospetto, smangiucchiavo la mia merenda cercandolo con lo sguardo. Li vidi, mano nella mano e, confusa e stranamente con un senso di imminente pericolo addosso, mi attaccai con la mano libera dalla merenda al tubo di metallo dipinto di verde scuro che faceva da passamano lì vicino.
Forse rivolsi loro uno sguardo abbastanza da allucinata, fatto sta che dopo che lui mi salutò e io ricambiai timidamente il saluto, lei sussurrò qualcosa nell'orecchio di lui, che io colsi come un'espressione del tipo: "Ma chi era?" o peggio "Ma che ha fatto?".
Quella non fu una brutta figura, ma fu il momento più umiliante di tutta la mia vita.
Lui non aveva detto niente per difendermi dalla probabile accusa di lei nei miei confronti e questo mi ferì profondamente.
Oggi che sono passati abbastanza anni, ripensando a questi ed altri episodi del genere, mi convinco che nella danza dell'attrazione non sono mai stata la vera protagonista e quando ho provato ad esserlo ero un'altra, con un'altra acconciatura, altri vestiti.
Si, come l'ultima volta, ero tutta agghindata ben bene, i capelli freschi di parrucchiera, il passo sicuro e lui ordinò addirittura una pizza col nome "Coppia perfetta" al pub.
Ero lusingata, mi sentivo addirittura amata più del solito, le battute mi uscivano facilmente di bocca, forse facemmo l'amore, se non lo ricordo è perché non godetti, come al solito e poi...Tutto tornò come prima, lui quasi scostante, io sempre lì attenta a captare i segnali che mi ordinavano di avvicinarmi o di allontarmi...
Menomale che adesso la casa è vuota e se mi va, potrò silenziosamente piangere.
di
scritto il
2016-08-26
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