Sangue
di
Patrizia V.
genere
saffico
Risalgo sul ponte, e trovo la festa ancora in pieno svolgimento.
Fabio è lì, allegro e soddisfatto per come sono andate le cose. C’è anche Eva, che evidentemente ha preso una bella ripassata ma appare di ottimo umore, anche perché sta finalmente facendo amicizia con i famosi due tipi muscolosi. Boris invece deve essere rimasto in cabina... Possibile che abbia già tirato i remi in barca?
No, mi spiega Eva con una smorfia. E’ salito sul ponte con lei, e dopo un altro drink ha ingoiato una manciata di pillole, ha preso Tanya e Svetlana una per braccio e se le è portate entrambe di sotto.
- Che porco! – esclamo io con una risata.
Ivan, come al solito, appare del tutto fuori combattimento. Fabio va a sedersi al suo stesso tavolo e ricomincia a flirtare davanti a lui con sua moglie Irina, che pare apprezzare la sua compagnia.
La musica è cambiata: lenti ritmati scorrono sulle onde dell’Adriatico intorno a noi, e la luna ormai non più piena splende ammiccante.
Chiedo a Eva se vuole ballare.
Lei sorride, e accetta.
La porto a centro pista e la stringo a me. Cominciamo a muoverci lentamente, abbracciate guancia a guancia. La porto io, con lenti giri che ci conducono per tutto il ponte, sfiorando i presenti in modo quasi provocatorio.
Voglio che si sappia che siamo una coppia. Non importa quanti uomini ci scopiamo, noi apparteniamo una all’altra.
Mentre balliamo, le nostre cosce nude si sfregano fra loro, mandando scosse elettriche su per la spina dorsale di entrambe. Con le mani sul suo fondo schiena, la sento strofinarsi tutta contro di me, e le sue braccia nude, gettate intorno al mio collo come fossi un maschio, mi accarezzano gentilmente.
- Ti amo... – mi sussurra gentile all’orecchio.
Io la stringo più forte.
Ci baciamo in bocca, davanti a tutti. Le nostre lingue si aggrovigliano, e io risucchio avidamente la saliva dalla sua calda cavità orale.
La sento fremere. Ha ancora voglia.
Ma la notte è ancora lunga...
Vedo Fabio e Irina che si alzano e si avviano di soppiatto verso la scaletta... Ivan sembra completamente stordito dalla Vodka e non sembra neppure accorgersene.
Seguendo le manovre furtive della coppia clandestina, il mio sguardo incrocia quello di Natasha.
La modella bruna ci guarda un po’ sorpresa, colpita dal nostro esibizionismo saffico.
Le strizzo l’occhio.
Eva si accorge della manovra, e fa un risolino: - Ti piace?
Sono sincera: - Molto.
- Vuoi fartela?
Semplice e diretta, come un’olandese.
- Sì.
Altra risatina: - Mi sembra un’ottima idea. Anche perché anch’io ho ancora una cosa da fare, prima di tornare sulla Serenissima...
Seguo il suo sguardo fino a notare i due tipi muscolosi: anche loro ci stanno osservando intenti.
- Promettimi però che alla fine andremo a dormire insieme – aggiunge Eva con tono serio e dolcissimo allo stesso tempo – Voglio divertirmi, ma voglio anche addormentarmi fra le tue braccia.
Mi sembra una cosa bellissima.
Lei rotea i fianchi strofinandosi tutta contro di me; siamo separate solo dal sottile tessuto del mio tubino e della sua gonna, e avverto il calore del suo sesso contro il mio.
La nostra è una promessa.
Ci sciogliamo lentamente dall’abbraccio reciproco mentre la musica sfuma nella notte, e ci dirigiamo ciascuna verso il proprio obiettivo.
Natasha mi sorride, timidamente. Sembra strano vederla separata dalle sue amiche: stanno sempre insieme…
I tipi muscolosi accolgono Eva con sorrisi ampi e non troppo galanti... Evidentemente sono contenti di scambiare Naty con lei, tanto per cambiare la zuppa, immagino. Forse pensano di farci tutte e due, ma io li ignoro completamente, e mi concentro sulla giovane modella.
Non parla una parola di inglese o quasi, ma è amichevole.
Accanto a noi, Eva e i suoi nuovi amici ridacchiano e scherzano... In pochi minuti li vedo allontanarsi con Eva in mezzo. Bene, la mia amica passerà una piacevole serata.
Sento la mano di Natasha sul braccio e mi volto a guardarla.
Lei indica Eva che si allontana, e poi me.
- Voi due..?
Io sorrido e annuisco: - Sì, stiamo insieme.
Lei scuote il capo e torna a indicare il terzetto che sparisce giù per la scaletta: - Ma..?
- Oh, ci piacciono anche gli uomini – sorrido, e aggiungo: - Soprattutto a lei...
Naty mi guarda un po’ perplessa, e io le sorrido. Poi, d’impulso, le accarezzo il viso.
Lei sgrana gli occhi, finalmente consapevole che ci sto provando.
- Io non... – farfuglia.
- E’ la prima volta, vero? – le sfioro la guancia con le labbra – Con una donna, intendo...
Lei annuisce, confusa.
Un bacio leggero sulla bocca socchiusa: - Ti piacerà, vedrai...
La prendo per mano e la conduco alla scaletta. Non scendiamo come gli altri, però... Saliamo al ponte superiore, quello dove abbiamo trascorso la giornata. Quello con la grande jacuzzi.
Siamo sole sotto la luna, e la brezza ci accarezza la pelle.
Natasha indossa una mini arancione e un top nero senza spalline: abbiamo entrambe le spalle scoperte.
La abbraccio dolcemente, e la sento fremere contro di me. Le nostre gambe si sfiorano, nude. Le braccia circondano le spalle. Le labbra si toccano e si dischiudono. Le lingue si scoprono, si accarezzano, si avvinghiano.
Sento il sapore di lei, e le dono il mio.
La cerbiatta non mi scappa più.
Ci accarezziamo, ci strofiniamo, ci palpeggiamo senza più ritegno. Le sfilo le mutandine e frugo sotto la mini alla ricerca del suo sesso; scopro una fichetta accuratamente depilata, già umida di desiderio... Peccato, io adoro il pelo. Specie se bagnato di voglia...
Comincia a masturbarla lentamente, senza smettere di baciarla in bocca. Sento che si abbandona, e comincia anche a rispondere.
La spoglio lentamente. Poi mi denudo anch’io, in fretta per non farla raffreddare.
La abbraccio di nuovo, questa volta nuda. Sento i suoi seni contro il mio petto. Sono caldi e sodi... Una meraviglia.
La spingo dentro la jacuzzi.
Ci accoccoliamo dentro l’acqua che riprende automaticamente a ribollire, fresca e tiepida al tempo stesso.
Ricominciamo a baciarci e ad accarezzarci, e la mia mano torna ad insinuarsi fra le sue gambe alla ricerca del bottoncino segreto.
Solo che questa volta anche lei comincia a cercare me...
Ci masturbiamo a vicenda, lentamente, a lungo...
Lei mugola di piacere, ansima, freme... Ha voglia, quanto e più di me.
Scivolo col capo fra le sue cosce e comincio a leccarle la figa.
- Aahhh... – bramisce la cerbiatta, rovesciando la testa all’indietro e abbandonandosi tutta a me.
La faccio godere in punta di lingua: il suo primo orgasmo saffico. Viene con un grido strozzato, tenendomi la testa premuta contro la figa, come per spingermi dentro di sé, e mi eiacula in bocca un breve getto di succo opalescente e dolcissimo, che mi affretto a bere come fosse nettare d’ambrosia.
Natasha è giovane, vuole imparare. Mi rende il favore, mi cerca fra le cosce, mi trova con la bocca, e comincia a divorarmi.
Tocca a me abbandonarmi al piacere.
Facciamo l’amore a lungo sotto la luna... Poi scopiamo, e torniamo a fare l’amore. Un’ora, due?
Non ne ho mai abbastanza di lei.
Sto ricominciando a sleccazzarle la figa per la terza (o quarta?) volta, quando sentiamo un tonfo sordo contro la fiancata della nave.
Non ci faccio caso, sono occupata e mi sto divertendo troppo. Lecco a lingua dura, e faccio gemere di piacere la mia compagna, che mi stringe la testa fra le cosce bagnate.
-Ah! – geme Natasha – Aahhh... Sì! Sìiii...
Gode di nuovo, la zoccoletta. E’ mia. Mia...
Un nuovo tonfo, appena diverso dal primo. Il suono di uno scalpiticcio felpato. Un grido rauco.
Uno sparo. Un grido di dolore.
Rialzo la testa di scatto.
Urla in una lingua che non conosco, altri spari. Urla in russo, altri spari.
- Cosa diavolo...
Salto fuori dalla jacuzzi sgocciolando tutta.
Intontita dal piacere e dalla sorpresa, anche Naty esce dall’acqua.
Ancora grida, questa volta direttamente dal ponte inferiore dove sono gli altri.
Ci affacciamo alla murata per guardare di sotto. Ci sono dei tizi armati e vestiti di nero sul ponte inferiore. Un paio di gommoni sono attraccati accanto alla fiancata rivolta verso la costa.
Gente che scappa e si nasconde fra i tavoli... Altri spari. Grida.
Due marinai in divisa bianca saltano fuori dalle cucine con le pistole in pugno... Boris è un tipo previdente.
Un marinaio spara, ma gli aggressori sono armati meglio. Un pirata cade a terra in mezzo al ponte, un altro spara col fucile che ha in pugno, e questa volta è una raffica.
Un marinaio viene letteralmente sollevato da terra dalla forza dell’impatto dei proiettili. Sangue schizza da tutte le parti, poi il disgraziato cade e non si muove più.
L’altro marinaio si abbassa per nascondersi dietro lo schienale di un lettino.
Un pirata spara un’altra raffica. I proiettili attraversano il lettino come fosse burro e crivellano il disgraziato, che stramazza sul ponte, morto stecchito.
Vedo Ivan, sempre seduto al tavolino dove l’avevamo lasciato, immobile. Daniel è a terra, insieme alle cameriere e a un altro marinaio, e un pirata punta loro contro il fucile.
Altri pirati sciamano tutto intorno, uno si prende cura del compagno ferito al centro del ponte.
Il mio sguardo corre alla Serenissima: è a circa cento metri, immobile sull’acqua, quasi un’ombra buia sul mare. Potrei facilmente raggiungerla a nuoto...
Un pensiero mi trafigge il cuore: e Eva?
Dev’essere in una delle cabine di sotto... Impossibile raggiungerla senza essere vista. Maledizione, cosa posso fare?
Natasha mi si attacca al braccio, tremando di freddo e di paura.
Le indico la Serenissima. Lei scuote il capo, le labbra tremanti, e mi dice qualcosa in russo. Dannazione, è vero: non sa nuotare.
Uno scalpiticcio di passi dalla scaletta: stanno salendo sul ponte superiore dove siamo noi.
Non c’è tempo per pensare, devo fare qualcosa.
Mi precipito verso la fiancata e guardo di sotto: saranno almeno sei metri... E devo anche cercare di gettarmi più in avanti possibile, se non voglio sfracellarmi sul ponte di sotto.
Un urlo gutturale alle mie spalle. Natasha strilla di paura.
Mi butto di testa, dandomi tutto lo slancio possibile.
Sento sparare alle mie spalle, proiettili frustano l’aria accanto a me. Faccio in tempo a vedere le luci del ponte inferiore, il corrimano della murata, l’acqua nera come la notte...
Chiudo gli occhi e sbatto con forza nell’acqua fredda, andando giù come un sasso.
Il gelo dell’acqua mi risveglia dall’intontimento dell’impatto, e comincio a nuotare con tutte le mie forze, cercando di restare sott’acqua il più a lungo possibile.
Mi sparano dietro: non sento gli spari, ma il tonfo dei proiettili nell’acqua vicino a me.
Alla fine riemergo, disperata per la mancanza d’ossigeno. Sono ancora troppo vicina alla S.Cyril... Comincio a nuotare come una disperata, e benedico tutte le lunghe serate di allenamento nella piscina di Milano...
Mi sparano ancora dietro, ma probabilmente non riescono a vedermi perché mi mancano di parecchio. Sento urla concitate, e altri spari.
La Serenissima è davanti a me. Nuoto con tutte le mie forze... Per fortuna ero nuda, col tubino sarei affondata come un sasso.
Vedo la poppa familiare della Serenissima... Hamid e Angela sono a bordo, devono essere stati svegliati dagli spari. Mi aspetto da un momento all’altro di sentire avviare i motori, spero solo di avere il tempo di salire a bordo.
Raggiungo il sabordo di poppa. Mi aggrappo e mi tiro a bordo, sperando che non mi vedano e mi sparino nella schiena... Ma sono nell’ombra della nave e non mi scorge nessuno.
Salgo la scaletta e piombo fra i lettini del ponte di poppa, bagnata fradicia e infreddolita.
Angela è lì, e spalanca la bocca.
- Hamid! – grida, l’aria spaventata.
- Presto, accendete i motori! – grido io in inglese per farmi sentire dal nigeriano – Siamo attaccati dai pirati!
Vedo Hamid avvicinarsi dalla plancia. Invece di andare ai comandi l’imbecille sta venendo da me.
Mi precipito in avanti spingendo Angela da parte per andare a mettere in moto io. Hamid cerca di afferrarmi, ma io lo evito. Nuda e bagnata come sono gli scivolo via, e in un baleno sono ai comandi.
Schiaccio il pulsante di avviamento e tiro le leva del collettivo. Sento la nave che risponde sotto di me, e i motori che partono. Mi scoppia il cuore in gola: forse ce la facciamo...
- Hamid, accendi la radio e chiama la Guardia Costiera! – grido, sopra il rombo de motore – Dagli la nostra posizione e comunica che siamo attaccati dai pirati...
Lui è già alle mie spalle.
- Non ce ne sarà bisogno – dice con calma.
Poi sento una violenta botta in testa, e la luce si spegne.
***
Un tremendo mal di testa.
Riapro gli occhi e vorrei richiuderli subito per il dolore.
E’ tutto vero. Cazzo. Attaccati dai pirati... Come in un film. Solo che l’eroina, invece di salvare tutti, si è semplicemente presa una botta in testa.
- Come stai?
Eva. La sento... Apro gli occhi, la vedo... E mi sento subito meglio.
Siamo nella sala interna. Fuori si sente un gran baccano, e vedo diverse persone accanto a noi.
- Ma cosa diavolo è successo?
I pirati hanno preso la nave. Non sa molto altro... Lei era in cabina coi due tipi muscolosi. Erano a sandwich quando hanno sentito gli spari, e c’è voluto qualche tempo prima che i due tipi si staccassero da lei e reagissero... Troppo tempo.
Due pirati hanno spalancato la porta e aperto il fuoco. I due bodyguard sono caduti crivellati di colpi, col cazzo ancora duro, e Eva si è trovata terrorizzata, nuda e in ginocchio sul letto a guardare i loro corpi insanguinati sul pavimento...
- Mi hanno violentata – singhiozza appoggiata a me – Per fortuna avevo appena fatto sesso con gli altri due, ed ero aperta e lubrificata, così non ho sentito quasi niente...
La abbraccio.
L’hanno trascinata per i capelli nella sala grande dove c’erano già gli altri, e se ne sono andati. Poi sono arrivati altri prigionieri, compreso Daniel. Io per ora sono l’ultima.
- E la Serenissima? – chiedo. Ma loro non sanno niente. Non hanno visto Angela o Hamid... Solo sentito brevemente il rombo del motore, che però si è spento subito. Dieci minuti dopo mi hanno scaraventata dentro...
- Ma chi diavolo sono?
Nessuno lo sa.
Mi guardo intorno. Oltre a noi ci sono Irina, col labbro spaccato e gli occhi lucidi, che sembra sotto shock; e Fabio, che sembra messo peggio di me; Daniel è accanto a lui, e sta finendo di fasciargli la testa. Vedo Natasha in un angolo e tiro un sospiro di sollievo: temevo l’avessero ammazzata quando ero saltata dalla nave; è con le due cameriere, e piangono tutte e tre sommessamente. Più in là ci sono Katja e Sergej, che mantengono un contegno più dignitoso, e un paio di marinai dall’aria mesta.
Nessuna traccia di Boris e delle ragazze, o di Ivan... E neppure del resto dell’equipaggio.
Sento un’altra scarica di mitra e rabbrividisco.
Ci raccontiamo quello che sappiamo.
La storia più semplice è quella di Katja e Sergej: loro stavano dormendo in cabina dopo aver fatto sesso con Fabio e me... Il tempo di svegliarsi, e due pirati gli sono piombati in cabina per trascinarli fin lì: loro sono stati i primi.
Daniel, come ho visto, era sul ponte con alcuni dell’equipaggio e con il capitano. I pirati, appena arrivati, hanno sparato al capitano senza dargli scampo, poi hanno ucciso tutti i marinai che non si sono arresi abbastanza in fretta, inferociti com’erano per la resistenza incontrata.
Naty è stata trascinata giù senza troppi complimenti... Singhiozzando ci racconta di come l’hanno stuprata in tre davanti al tavolo del buffet: a turno, due la tenevano per le braccia mentre il terzo abusava di lei da dietro. Quando si sono sfogati dentro di lei tutti e tre, l’hanno portata di sotto.
Irina sembra paralizzata, e non parla. Fabio fa uno sforzo, e ci racconta la sua storia... Lasciandoci stupefatti.
Stavano facendo sesso nel letto di Irina, quando tutto è cominciato... Era un rapporto anale, e Irina era particolarmente vocale, urlava come una bestia. Così all’inizio non si sono accorti di niente, poi hanno pensato ai fuochi d’artificio e non si sono dati pensiero, anche perché erano prossimi a godere... Fabio si è svuotato le palle nel retto di Irina, e proprio allora la porta si era spalancata di colpo e i pirati erano piombati dentro con le armi spianate. Ma i pirati con erano soli: c’era anche Ivan, con loro... E non era per niente ubriaco.
Ivan ha urlato qualcosa in russo, e Irina ha risposto dal letto, ancora con la faccia nel cuscino e il cazzo nel culo. Fabio era intontito dopo l’orgasmo, e non capiva cosa stesse succedendo. Uno dei pirati gli è venuto dietro e gli ha dato una tremenda botta in testa.
Irina ci guarda con lo sguardo vitreo.
- E’ Ivan – sussurra infine in inglese, con voce roca – Ha organizzato tutto lui. Per vendicarsi...
Cazzo. Siamo finiti nel mezzo di una vendetta familiare russa.
Con tanto di pirati.
Un tonfo più forte degli altri, seguito da un altro paio di raffiche di fucile, poi urla, strilli e pianti che si fanno più vicini.
La porta si spalanca; Tanya e Svetlana vengono scaraventate dentro, nude e piangenti. Subito dietro di loro viene spinto dentro Boris: il vecchiaccio ha un labbro tumefatto, ma per il resto sembra più oltraggiato che spaventato.
Entrano anche quattro pirati con i fucili spianati che ci vengono puntati contro; per ultimo, Ivan.
Il marito di Irina si piazza fra i suoi pirati e ci fissa tutti con cipiglio. Poi abbaia poche frasi in russo, sputa in terra davanti a suo padre, gira i tacchi e scompare, seguito dai suoi uomini che richiudono la porta a chiave dietro di loro.
Boris si fa largo fra gli altri, con aria piena di dignità offesa. Passa prima da Sergej e gli dice qualcosa, poi viene verso di noi; guarda me con espressione contrita, poi si rivolge a Fabio.
- Io è molto spiacente per contrattempo, amico mio. Io non credeva avere figlio così idiota...
Boris, a differenza di tutti noi, ha capito cosa stava succedendo appena sentito il primo colpo di fucile. Ha smesso di divertirsi con le ragazzine, e si è precipitato a barricare la porta della sua stanza...
E’ per questo che ci hanno messo tanto a prenderlo.
Non aveva armi in cabina, ma aveva il computer... Ha cercato di mettersi in contatto con qualcuno, ma è sabato, e nessuno ha risposto alle chiamate su Skype. Allora ha spedito una serie di email, che però nessuno leggerà prima di lunedì. Ha sentito il rombo dei motori della Serenissima, e per un attimo ha sperato che qualcuno di noi fosse riuscito a scappare, ma poi dall’oblò ha visto che anche la nostra barca si fermava e veniva abbordata dai pirati. Ha visto che io venivo trasbordata incosciente sullo Zodiac, e poi portata di nuovo sulla S.Cyril.
- E gli altri che erano a bordo? – chiedo io – Hamid e Angela?
Boris scrolla le spalle: lui ha visto solo me. Chiunque fosse sulla Serenissima, è ancora lì.
Ho un moto di speranza: forse Hamid e Angela sono riusciti a nascondersi...
Alla fine i pirati sono riusciti a forzare la porta della cabina di Boris e l’hanno catturato dopo una breve colluttazione... E’ stato allora che ha scoperto che tutto era stato organizzato da suo figlio Ivan.
- Ma perché? – chiede Fabio, scuotendo la testa.
Boris scuote la sua: - Soldi, amico mio... Soldi!
Già. Boris è sano come un pesce, e per Ivan l’eredità appare davvero lontana. In compenso, la sua è stata una vita di umiliazioni continue per opera del brillante e virile genitore e anche della moglie troia che si ritrova... Se è meno scemo e ubriaco di quello che abitualmente sembra, posso capire che sia irritato per com’è stato trattato finora...
Rabbrividisco: anche noi, non è che ci siamo comportati proprio da amici a Cortina, umiliandolo a letto e scopandogli la moglie un po’ tutti quanti... Per non parlare del fatto che Fabio si è fatto Irina già due volte da quando siamo saliti a bordo.
Maledizione, che razza di casino!
***
Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
Fabio è lì, allegro e soddisfatto per come sono andate le cose. C’è anche Eva, che evidentemente ha preso una bella ripassata ma appare di ottimo umore, anche perché sta finalmente facendo amicizia con i famosi due tipi muscolosi. Boris invece deve essere rimasto in cabina... Possibile che abbia già tirato i remi in barca?
No, mi spiega Eva con una smorfia. E’ salito sul ponte con lei, e dopo un altro drink ha ingoiato una manciata di pillole, ha preso Tanya e Svetlana una per braccio e se le è portate entrambe di sotto.
- Che porco! – esclamo io con una risata.
Ivan, come al solito, appare del tutto fuori combattimento. Fabio va a sedersi al suo stesso tavolo e ricomincia a flirtare davanti a lui con sua moglie Irina, che pare apprezzare la sua compagnia.
La musica è cambiata: lenti ritmati scorrono sulle onde dell’Adriatico intorno a noi, e la luna ormai non più piena splende ammiccante.
Chiedo a Eva se vuole ballare.
Lei sorride, e accetta.
La porto a centro pista e la stringo a me. Cominciamo a muoverci lentamente, abbracciate guancia a guancia. La porto io, con lenti giri che ci conducono per tutto il ponte, sfiorando i presenti in modo quasi provocatorio.
Voglio che si sappia che siamo una coppia. Non importa quanti uomini ci scopiamo, noi apparteniamo una all’altra.
Mentre balliamo, le nostre cosce nude si sfregano fra loro, mandando scosse elettriche su per la spina dorsale di entrambe. Con le mani sul suo fondo schiena, la sento strofinarsi tutta contro di me, e le sue braccia nude, gettate intorno al mio collo come fossi un maschio, mi accarezzano gentilmente.
- Ti amo... – mi sussurra gentile all’orecchio.
Io la stringo più forte.
Ci baciamo in bocca, davanti a tutti. Le nostre lingue si aggrovigliano, e io risucchio avidamente la saliva dalla sua calda cavità orale.
La sento fremere. Ha ancora voglia.
Ma la notte è ancora lunga...
Vedo Fabio e Irina che si alzano e si avviano di soppiatto verso la scaletta... Ivan sembra completamente stordito dalla Vodka e non sembra neppure accorgersene.
Seguendo le manovre furtive della coppia clandestina, il mio sguardo incrocia quello di Natasha.
La modella bruna ci guarda un po’ sorpresa, colpita dal nostro esibizionismo saffico.
Le strizzo l’occhio.
Eva si accorge della manovra, e fa un risolino: - Ti piace?
Sono sincera: - Molto.
- Vuoi fartela?
Semplice e diretta, come un’olandese.
- Sì.
Altra risatina: - Mi sembra un’ottima idea. Anche perché anch’io ho ancora una cosa da fare, prima di tornare sulla Serenissima...
Seguo il suo sguardo fino a notare i due tipi muscolosi: anche loro ci stanno osservando intenti.
- Promettimi però che alla fine andremo a dormire insieme – aggiunge Eva con tono serio e dolcissimo allo stesso tempo – Voglio divertirmi, ma voglio anche addormentarmi fra le tue braccia.
Mi sembra una cosa bellissima.
Lei rotea i fianchi strofinandosi tutta contro di me; siamo separate solo dal sottile tessuto del mio tubino e della sua gonna, e avverto il calore del suo sesso contro il mio.
La nostra è una promessa.
Ci sciogliamo lentamente dall’abbraccio reciproco mentre la musica sfuma nella notte, e ci dirigiamo ciascuna verso il proprio obiettivo.
Natasha mi sorride, timidamente. Sembra strano vederla separata dalle sue amiche: stanno sempre insieme…
I tipi muscolosi accolgono Eva con sorrisi ampi e non troppo galanti... Evidentemente sono contenti di scambiare Naty con lei, tanto per cambiare la zuppa, immagino. Forse pensano di farci tutte e due, ma io li ignoro completamente, e mi concentro sulla giovane modella.
Non parla una parola di inglese o quasi, ma è amichevole.
Accanto a noi, Eva e i suoi nuovi amici ridacchiano e scherzano... In pochi minuti li vedo allontanarsi con Eva in mezzo. Bene, la mia amica passerà una piacevole serata.
Sento la mano di Natasha sul braccio e mi volto a guardarla.
Lei indica Eva che si allontana, e poi me.
- Voi due..?
Io sorrido e annuisco: - Sì, stiamo insieme.
Lei scuote il capo e torna a indicare il terzetto che sparisce giù per la scaletta: - Ma..?
- Oh, ci piacciono anche gli uomini – sorrido, e aggiungo: - Soprattutto a lei...
Naty mi guarda un po’ perplessa, e io le sorrido. Poi, d’impulso, le accarezzo il viso.
Lei sgrana gli occhi, finalmente consapevole che ci sto provando.
- Io non... – farfuglia.
- E’ la prima volta, vero? – le sfioro la guancia con le labbra – Con una donna, intendo...
Lei annuisce, confusa.
Un bacio leggero sulla bocca socchiusa: - Ti piacerà, vedrai...
La prendo per mano e la conduco alla scaletta. Non scendiamo come gli altri, però... Saliamo al ponte superiore, quello dove abbiamo trascorso la giornata. Quello con la grande jacuzzi.
Siamo sole sotto la luna, e la brezza ci accarezza la pelle.
Natasha indossa una mini arancione e un top nero senza spalline: abbiamo entrambe le spalle scoperte.
La abbraccio dolcemente, e la sento fremere contro di me. Le nostre gambe si sfiorano, nude. Le braccia circondano le spalle. Le labbra si toccano e si dischiudono. Le lingue si scoprono, si accarezzano, si avvinghiano.
Sento il sapore di lei, e le dono il mio.
La cerbiatta non mi scappa più.
Ci accarezziamo, ci strofiniamo, ci palpeggiamo senza più ritegno. Le sfilo le mutandine e frugo sotto la mini alla ricerca del suo sesso; scopro una fichetta accuratamente depilata, già umida di desiderio... Peccato, io adoro il pelo. Specie se bagnato di voglia...
Comincia a masturbarla lentamente, senza smettere di baciarla in bocca. Sento che si abbandona, e comincia anche a rispondere.
La spoglio lentamente. Poi mi denudo anch’io, in fretta per non farla raffreddare.
La abbraccio di nuovo, questa volta nuda. Sento i suoi seni contro il mio petto. Sono caldi e sodi... Una meraviglia.
La spingo dentro la jacuzzi.
Ci accoccoliamo dentro l’acqua che riprende automaticamente a ribollire, fresca e tiepida al tempo stesso.
Ricominciamo a baciarci e ad accarezzarci, e la mia mano torna ad insinuarsi fra le sue gambe alla ricerca del bottoncino segreto.
Solo che questa volta anche lei comincia a cercare me...
Ci masturbiamo a vicenda, lentamente, a lungo...
Lei mugola di piacere, ansima, freme... Ha voglia, quanto e più di me.
Scivolo col capo fra le sue cosce e comincio a leccarle la figa.
- Aahhh... – bramisce la cerbiatta, rovesciando la testa all’indietro e abbandonandosi tutta a me.
La faccio godere in punta di lingua: il suo primo orgasmo saffico. Viene con un grido strozzato, tenendomi la testa premuta contro la figa, come per spingermi dentro di sé, e mi eiacula in bocca un breve getto di succo opalescente e dolcissimo, che mi affretto a bere come fosse nettare d’ambrosia.
Natasha è giovane, vuole imparare. Mi rende il favore, mi cerca fra le cosce, mi trova con la bocca, e comincia a divorarmi.
Tocca a me abbandonarmi al piacere.
Facciamo l’amore a lungo sotto la luna... Poi scopiamo, e torniamo a fare l’amore. Un’ora, due?
Non ne ho mai abbastanza di lei.
Sto ricominciando a sleccazzarle la figa per la terza (o quarta?) volta, quando sentiamo un tonfo sordo contro la fiancata della nave.
Non ci faccio caso, sono occupata e mi sto divertendo troppo. Lecco a lingua dura, e faccio gemere di piacere la mia compagna, che mi stringe la testa fra le cosce bagnate.
-Ah! – geme Natasha – Aahhh... Sì! Sìiii...
Gode di nuovo, la zoccoletta. E’ mia. Mia...
Un nuovo tonfo, appena diverso dal primo. Il suono di uno scalpiticcio felpato. Un grido rauco.
Uno sparo. Un grido di dolore.
Rialzo la testa di scatto.
Urla in una lingua che non conosco, altri spari. Urla in russo, altri spari.
- Cosa diavolo...
Salto fuori dalla jacuzzi sgocciolando tutta.
Intontita dal piacere e dalla sorpresa, anche Naty esce dall’acqua.
Ancora grida, questa volta direttamente dal ponte inferiore dove sono gli altri.
Ci affacciamo alla murata per guardare di sotto. Ci sono dei tizi armati e vestiti di nero sul ponte inferiore. Un paio di gommoni sono attraccati accanto alla fiancata rivolta verso la costa.
Gente che scappa e si nasconde fra i tavoli... Altri spari. Grida.
Due marinai in divisa bianca saltano fuori dalle cucine con le pistole in pugno... Boris è un tipo previdente.
Un marinaio spara, ma gli aggressori sono armati meglio. Un pirata cade a terra in mezzo al ponte, un altro spara col fucile che ha in pugno, e questa volta è una raffica.
Un marinaio viene letteralmente sollevato da terra dalla forza dell’impatto dei proiettili. Sangue schizza da tutte le parti, poi il disgraziato cade e non si muove più.
L’altro marinaio si abbassa per nascondersi dietro lo schienale di un lettino.
Un pirata spara un’altra raffica. I proiettili attraversano il lettino come fosse burro e crivellano il disgraziato, che stramazza sul ponte, morto stecchito.
Vedo Ivan, sempre seduto al tavolino dove l’avevamo lasciato, immobile. Daniel è a terra, insieme alle cameriere e a un altro marinaio, e un pirata punta loro contro il fucile.
Altri pirati sciamano tutto intorno, uno si prende cura del compagno ferito al centro del ponte.
Il mio sguardo corre alla Serenissima: è a circa cento metri, immobile sull’acqua, quasi un’ombra buia sul mare. Potrei facilmente raggiungerla a nuoto...
Un pensiero mi trafigge il cuore: e Eva?
Dev’essere in una delle cabine di sotto... Impossibile raggiungerla senza essere vista. Maledizione, cosa posso fare?
Natasha mi si attacca al braccio, tremando di freddo e di paura.
Le indico la Serenissima. Lei scuote il capo, le labbra tremanti, e mi dice qualcosa in russo. Dannazione, è vero: non sa nuotare.
Uno scalpiticcio di passi dalla scaletta: stanno salendo sul ponte superiore dove siamo noi.
Non c’è tempo per pensare, devo fare qualcosa.
Mi precipito verso la fiancata e guardo di sotto: saranno almeno sei metri... E devo anche cercare di gettarmi più in avanti possibile, se non voglio sfracellarmi sul ponte di sotto.
Un urlo gutturale alle mie spalle. Natasha strilla di paura.
Mi butto di testa, dandomi tutto lo slancio possibile.
Sento sparare alle mie spalle, proiettili frustano l’aria accanto a me. Faccio in tempo a vedere le luci del ponte inferiore, il corrimano della murata, l’acqua nera come la notte...
Chiudo gli occhi e sbatto con forza nell’acqua fredda, andando giù come un sasso.
Il gelo dell’acqua mi risveglia dall’intontimento dell’impatto, e comincio a nuotare con tutte le mie forze, cercando di restare sott’acqua il più a lungo possibile.
Mi sparano dietro: non sento gli spari, ma il tonfo dei proiettili nell’acqua vicino a me.
Alla fine riemergo, disperata per la mancanza d’ossigeno. Sono ancora troppo vicina alla S.Cyril... Comincio a nuotare come una disperata, e benedico tutte le lunghe serate di allenamento nella piscina di Milano...
Mi sparano ancora dietro, ma probabilmente non riescono a vedermi perché mi mancano di parecchio. Sento urla concitate, e altri spari.
La Serenissima è davanti a me. Nuoto con tutte le mie forze... Per fortuna ero nuda, col tubino sarei affondata come un sasso.
Vedo la poppa familiare della Serenissima... Hamid e Angela sono a bordo, devono essere stati svegliati dagli spari. Mi aspetto da un momento all’altro di sentire avviare i motori, spero solo di avere il tempo di salire a bordo.
Raggiungo il sabordo di poppa. Mi aggrappo e mi tiro a bordo, sperando che non mi vedano e mi sparino nella schiena... Ma sono nell’ombra della nave e non mi scorge nessuno.
Salgo la scaletta e piombo fra i lettini del ponte di poppa, bagnata fradicia e infreddolita.
Angela è lì, e spalanca la bocca.
- Hamid! – grida, l’aria spaventata.
- Presto, accendete i motori! – grido io in inglese per farmi sentire dal nigeriano – Siamo attaccati dai pirati!
Vedo Hamid avvicinarsi dalla plancia. Invece di andare ai comandi l’imbecille sta venendo da me.
Mi precipito in avanti spingendo Angela da parte per andare a mettere in moto io. Hamid cerca di afferrarmi, ma io lo evito. Nuda e bagnata come sono gli scivolo via, e in un baleno sono ai comandi.
Schiaccio il pulsante di avviamento e tiro le leva del collettivo. Sento la nave che risponde sotto di me, e i motori che partono. Mi scoppia il cuore in gola: forse ce la facciamo...
- Hamid, accendi la radio e chiama la Guardia Costiera! – grido, sopra il rombo de motore – Dagli la nostra posizione e comunica che siamo attaccati dai pirati...
Lui è già alle mie spalle.
- Non ce ne sarà bisogno – dice con calma.
Poi sento una violenta botta in testa, e la luce si spegne.
***
Un tremendo mal di testa.
Riapro gli occhi e vorrei richiuderli subito per il dolore.
E’ tutto vero. Cazzo. Attaccati dai pirati... Come in un film. Solo che l’eroina, invece di salvare tutti, si è semplicemente presa una botta in testa.
- Come stai?
Eva. La sento... Apro gli occhi, la vedo... E mi sento subito meglio.
Siamo nella sala interna. Fuori si sente un gran baccano, e vedo diverse persone accanto a noi.
- Ma cosa diavolo è successo?
I pirati hanno preso la nave. Non sa molto altro... Lei era in cabina coi due tipi muscolosi. Erano a sandwich quando hanno sentito gli spari, e c’è voluto qualche tempo prima che i due tipi si staccassero da lei e reagissero... Troppo tempo.
Due pirati hanno spalancato la porta e aperto il fuoco. I due bodyguard sono caduti crivellati di colpi, col cazzo ancora duro, e Eva si è trovata terrorizzata, nuda e in ginocchio sul letto a guardare i loro corpi insanguinati sul pavimento...
- Mi hanno violentata – singhiozza appoggiata a me – Per fortuna avevo appena fatto sesso con gli altri due, ed ero aperta e lubrificata, così non ho sentito quasi niente...
La abbraccio.
L’hanno trascinata per i capelli nella sala grande dove c’erano già gli altri, e se ne sono andati. Poi sono arrivati altri prigionieri, compreso Daniel. Io per ora sono l’ultima.
- E la Serenissima? – chiedo. Ma loro non sanno niente. Non hanno visto Angela o Hamid... Solo sentito brevemente il rombo del motore, che però si è spento subito. Dieci minuti dopo mi hanno scaraventata dentro...
- Ma chi diavolo sono?
Nessuno lo sa.
Mi guardo intorno. Oltre a noi ci sono Irina, col labbro spaccato e gli occhi lucidi, che sembra sotto shock; e Fabio, che sembra messo peggio di me; Daniel è accanto a lui, e sta finendo di fasciargli la testa. Vedo Natasha in un angolo e tiro un sospiro di sollievo: temevo l’avessero ammazzata quando ero saltata dalla nave; è con le due cameriere, e piangono tutte e tre sommessamente. Più in là ci sono Katja e Sergej, che mantengono un contegno più dignitoso, e un paio di marinai dall’aria mesta.
Nessuna traccia di Boris e delle ragazze, o di Ivan... E neppure del resto dell’equipaggio.
Sento un’altra scarica di mitra e rabbrividisco.
Ci raccontiamo quello che sappiamo.
La storia più semplice è quella di Katja e Sergej: loro stavano dormendo in cabina dopo aver fatto sesso con Fabio e me... Il tempo di svegliarsi, e due pirati gli sono piombati in cabina per trascinarli fin lì: loro sono stati i primi.
Daniel, come ho visto, era sul ponte con alcuni dell’equipaggio e con il capitano. I pirati, appena arrivati, hanno sparato al capitano senza dargli scampo, poi hanno ucciso tutti i marinai che non si sono arresi abbastanza in fretta, inferociti com’erano per la resistenza incontrata.
Naty è stata trascinata giù senza troppi complimenti... Singhiozzando ci racconta di come l’hanno stuprata in tre davanti al tavolo del buffet: a turno, due la tenevano per le braccia mentre il terzo abusava di lei da dietro. Quando si sono sfogati dentro di lei tutti e tre, l’hanno portata di sotto.
Irina sembra paralizzata, e non parla. Fabio fa uno sforzo, e ci racconta la sua storia... Lasciandoci stupefatti.
Stavano facendo sesso nel letto di Irina, quando tutto è cominciato... Era un rapporto anale, e Irina era particolarmente vocale, urlava come una bestia. Così all’inizio non si sono accorti di niente, poi hanno pensato ai fuochi d’artificio e non si sono dati pensiero, anche perché erano prossimi a godere... Fabio si è svuotato le palle nel retto di Irina, e proprio allora la porta si era spalancata di colpo e i pirati erano piombati dentro con le armi spianate. Ma i pirati con erano soli: c’era anche Ivan, con loro... E non era per niente ubriaco.
Ivan ha urlato qualcosa in russo, e Irina ha risposto dal letto, ancora con la faccia nel cuscino e il cazzo nel culo. Fabio era intontito dopo l’orgasmo, e non capiva cosa stesse succedendo. Uno dei pirati gli è venuto dietro e gli ha dato una tremenda botta in testa.
Irina ci guarda con lo sguardo vitreo.
- E’ Ivan – sussurra infine in inglese, con voce roca – Ha organizzato tutto lui. Per vendicarsi...
Cazzo. Siamo finiti nel mezzo di una vendetta familiare russa.
Con tanto di pirati.
Un tonfo più forte degli altri, seguito da un altro paio di raffiche di fucile, poi urla, strilli e pianti che si fanno più vicini.
La porta si spalanca; Tanya e Svetlana vengono scaraventate dentro, nude e piangenti. Subito dietro di loro viene spinto dentro Boris: il vecchiaccio ha un labbro tumefatto, ma per il resto sembra più oltraggiato che spaventato.
Entrano anche quattro pirati con i fucili spianati che ci vengono puntati contro; per ultimo, Ivan.
Il marito di Irina si piazza fra i suoi pirati e ci fissa tutti con cipiglio. Poi abbaia poche frasi in russo, sputa in terra davanti a suo padre, gira i tacchi e scompare, seguito dai suoi uomini che richiudono la porta a chiave dietro di loro.
Boris si fa largo fra gli altri, con aria piena di dignità offesa. Passa prima da Sergej e gli dice qualcosa, poi viene verso di noi; guarda me con espressione contrita, poi si rivolge a Fabio.
- Io è molto spiacente per contrattempo, amico mio. Io non credeva avere figlio così idiota...
Boris, a differenza di tutti noi, ha capito cosa stava succedendo appena sentito il primo colpo di fucile. Ha smesso di divertirsi con le ragazzine, e si è precipitato a barricare la porta della sua stanza...
E’ per questo che ci hanno messo tanto a prenderlo.
Non aveva armi in cabina, ma aveva il computer... Ha cercato di mettersi in contatto con qualcuno, ma è sabato, e nessuno ha risposto alle chiamate su Skype. Allora ha spedito una serie di email, che però nessuno leggerà prima di lunedì. Ha sentito il rombo dei motori della Serenissima, e per un attimo ha sperato che qualcuno di noi fosse riuscito a scappare, ma poi dall’oblò ha visto che anche la nostra barca si fermava e veniva abbordata dai pirati. Ha visto che io venivo trasbordata incosciente sullo Zodiac, e poi portata di nuovo sulla S.Cyril.
- E gli altri che erano a bordo? – chiedo io – Hamid e Angela?
Boris scrolla le spalle: lui ha visto solo me. Chiunque fosse sulla Serenissima, è ancora lì.
Ho un moto di speranza: forse Hamid e Angela sono riusciti a nascondersi...
Alla fine i pirati sono riusciti a forzare la porta della cabina di Boris e l’hanno catturato dopo una breve colluttazione... E’ stato allora che ha scoperto che tutto era stato organizzato da suo figlio Ivan.
- Ma perché? – chiede Fabio, scuotendo la testa.
Boris scuote la sua: - Soldi, amico mio... Soldi!
Già. Boris è sano come un pesce, e per Ivan l’eredità appare davvero lontana. In compenso, la sua è stata una vita di umiliazioni continue per opera del brillante e virile genitore e anche della moglie troia che si ritrova... Se è meno scemo e ubriaco di quello che abitualmente sembra, posso capire che sia irritato per com’è stato trattato finora...
Rabbrividisco: anche noi, non è che ci siamo comportati proprio da amici a Cortina, umiliandolo a letto e scopandogli la moglie un po’ tutti quanti... Per non parlare del fatto che Fabio si è fatto Irina già due volte da quando siamo saliti a bordo.
Maledizione, che razza di casino!
***
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