Incubo

di
genere
pulp

ATTENZIONE. QUESTO EPISODIO CONTIENE SCENE, DESCRIZIONI E RIFERIMENTI VIOLENTI. GLI EVENTI RAPPRESENTATI SONO RIGOROSAMENTE DI FANTASIA E NON RIFERITI AD EPISODI REALMENTE ACCADUTI: QUALUNQUE SOMIGLIANZA A PERSONE O FATTI VERIFICATISI NELLA REALTA’ E’ PURAMENTE CASUALE. CHI SCRIVE NON INTENDE TURBARE NESSUNO E PERTANTO INVITA CHIUNQUE POSSA ESSERE IMPRESSIONABILE O SIA CONTRARIO ALLA VIOLENZA A NON PROSEGUIRE NELLA LETTURA. IL RACCONTO E’ COLLOCATO NELLA CATEGORIA “PULP” IN MANCANZA DI UNA PIU’ IDONEA A RAPPRESENTARNE IL CONTENUTO. IL SADISMO ESPRESSO DA TALUNI PERSONAGGI DELLA STORIA NON E’ CONDONATO DA CHI SCRIVE E NON CORRISPONDE AI SUOI GUSTI O ALLE SUE TENDENZE.

Sembrerà strano, ma riesco a dormire qualche ora, a dispetto della situazione e del mal di testa.
Mi risveglio abbracciata a Eva, colla luce del sole che filtra dalle finestre.
Ci stiamo muovendo.
Mi affaccio al finestrino, e vedo la costa sulla sinistra della nave, che scorre lentamente di lato. Siamo più vicini alla terraferma di quanto pensassi: saranno mille metri... E dirigiamo verso sud.
Guardo dall’altra parte, e il cuore mi si ferma: la Serenissima è accanto a noi e ci segue tranquillamente. Vedo benissimo Hamid ai comandi, che chiacchiera con uno dei pirati mentre Angela gli fa una pompa.
La botta in testa me l’ha data lui.

Passano un paio d’ore. Tanya e Daniel, che ci capiscono un po’ di pronto soccorso, controllano i feriti, me compresa, e distribuiscono quel po’ che si trova da mangiare nella stanza... Soprattutto salatini e olive per cocktail, ma anche aperitivi analcolici... Per chi vuole, naturalmente, c’è anche Vodka a volontà. L’unico che ne approfitta questa volta è Boris, che sembra immune all’alcol.
Un paio d’ore dopo che mi sono svegliata la porta si apre, e due pirati sogghignanti ci fanno cenno di muoverci.
Ci trasciniamo su per la scaletta fino al ponte grande, dove larghe chiazze scure indicano i punti dove sono stati ammazzati il capitano e tre marinai, oltre a uno dei pirati. I corpi sono spariti, ma le chiazze di sangue immagino rimarranno nel legno per sempre...
Ci sono almeno una dozzina di pirati armati di Kalashnikov tutto intorno. Ivan è seduto sul tavolo del buffet e ci guarda mentre ci disponiamo davanti a lui a testa bassa.
Ci arringa in russo per alcuni minuti. Boris cerca di interromperlo, e si prende un ceffone in piena faccia da uno dei pirati.
Ho Katja accanto a me, che traduce in inglese.
Ci sta dicendo che le due barche sono dirette a un porto sicuro più a sud lungo la costa. I pirati sono ai suoi ordini, così come lo è il pilota della Serenissima, e tutti noi faremo bene a obbedire se non vogliamo fare troppo presto una brutta fine. Se ci stiamo chiedendo cosa vuole da noi e cosa dobbiamo aspettarci, possiamo anche continuare a chiedercelo, perché tanto lui non ce lo dirà... E neppure i suoi uomini.
Per intanto, se vogliamo mangiare un boccone, è meglio che ne approfittiamo...
Sul buffet ci sono degli avanzi di colazione: evidentemente i pirati mangiano prima dei passeggeri.
...Però prima c’è un'altra cosa da fare.
Noi lo guardiamo con aria perplessa, e lui fa un cenno ai suoi uomini. Questi si muovono e tirano fuori dal gruppo i sei marinai superstiti. Puntandogli contro i fucili, li fanno spogliare nudi e li allineano lungo la murata.
I poveretti sono pallidi come morti.
Gli vengono legate le mani e i piedi, e per ultimo gli piazzano del nastro isolante sulla bocca per farli stare zitti.
Poi arrivano altri due pirati con una raccolta di ancorotti. Mi si rivolta lo stomaco.
Uno dei pirati passa dietro a ciascun disgraziato e gli getta un cappio al collo agganciandolo a un ancorotto.
Sto per vomitare.
Ivan fa un cenno, e due pirati sogghignanti si avvicinano al primo marinaio, lo sollevano letteralmente da terra e lo buttano in mare. Poi passano al successivo...
In meno di un minuto, i sei disgraziati sono stati scaraventati in acqua e vanno giù a picco come sassi. La cosa che mi lascia più sgomenta è come questi poveracci si siano lasciati ammazzare nel più assoluto silenzio.
Adesso, secondo Ivan, è ora di mangiare qualcosa: sarebbe stato sciocco sprecare cibo per chi non ne aveva più bisogno.
Faccio uno sforzo e butto giù due focacce e della frutta.
Mangiamo tutti insieme, stringendoci fra noi quasi per proteggerci, come le pecore. Tutti sappiamo anche troppo bene che Ivan non potrà lasciarci andare, dopo quello che ha fatto. Ci ucciderà tutti per nascondere il suo crimine, ma evidentemente vuole anche divertirsi un po’.
Infatti il divertimento di Ivan comincia subito dopo mangiato.

Il bersaglio prescelto è Irina.
La donna viene presa e trascinata in ginocchio al centro del ponte, dove viene spogliata dei pochi stracci che era riuscita a tirarsi addosso.
Ivan prende una sedia, la porta davanti a sua moglie, si denuda rapidamente e si siede comodo a gambe larghe. Poi abbaia un ordine.
Irina non si muove, e allora Ivan abbaia un nome: - Alija!
Uno dei pirati si porta dietro a Irina e le sferra un colpo col calcio del fucile nella schiena.
Irina urla di dolore, china il capo e prende in bocca il pene flaccido di suo marito, cominciando a succhiarlo.
Vedo la testa bionda della donna che si alza e si abbassa ritmicamente fra le cosce grasse e pelose dell’uomo, mentre gli pratica la fellatio.
Poi vedo che il pirata che l’ha colpita si china su di lei e le asperge qualcosa sullo sfintere. Quindi appoggia il fucile, si inginocchia alle sue spalle e la penetra brutalmente nell’ano.
Irina caccia un urlo lacerante, straziata dalla ferocia della sodomizzazione, ma suo marito le ricaccia il cazzo in gola zittendola.
Assistiamo allo stupro anale di Irina, che si prolunga per un bel po’. Il pirata di nome Alija chiaramente si sta divertendo: mentre incula la russa, allunga le mani per impastarle le grosse tette e per schiaffeggiarle le chiappe bianchissime fino a farle diventare rosse.
Poi, finalmente, Alija sborra nel culo di Irina.
La donna continua a sbocchinare il marito, e il pirata si stacca da lei, lasciando bene in vista l’ano slabbrato e sgocciolante.
- Kamil!
Un altro pirata va a posizionarsi alle spalle di Irina. Si cala i pantaloni, si mena l’uccello per intostarlo quanto basta, poi s’inginocchia dietro alla donna e le pianta il cazzo nel culo già rotto.
- Aargghhh! – urla Irina, sentendosi sventrare di nuovo.
Il pirata la incula per una decina di minuti prima di svuotarsi le palle anche lui nell’intestino della donna; si alza, recupera l’arma e torna al suo posto.
- Ferenc!
- Enver!
- Mehmed!
- Shefqet!
- Ilir!
- Kosta!
Uno dopo l’altro, i pirati nominati da Ivan si portano alle spalle di sua moglie e se la inculano mentre lei gli succhia l’uccello, evidentemente senza riuscire a farlo sborrare.
Quando anche il giovane Kosta si alza dopo aver consumato la sua sodomia, il buco della povera Irina sembra il cratere di una bomba: aperto, slabbrato, rosso e fumante... Un rivolo di sborra giallastra cola lentamente dallo squarcio lungo l’interno delle cosce aperte.
A quel punto, due pirati si avvicinano a Boris, che finora è sembrato quasi divertirsi, e lo costringono ad avvicinarsi.
Ho Natasha accanto a me, che mi traduce le parole di Ivan in russo.
- Inginocchiati dietro di lei.
- Te lo puoi scordare.
- Non farmelo ripetere. Non ti conviene.
Boris si inginocchia e fa per tirarsi fuori l’uccello.
- No. Non voglio che te la inculi... L’hai già fatto anche troppe volte... Leccala, invece.
- Cosa?
- Hai capito benissimo. Leccale il buco, e puliscilo bene.
- Maledetto bastardo, non se ne parla...
Un cenno di Ivan, e il calcio di un Kalashnikov si abbatte sulla schiena di Boris, che cade di fianco.
I pirati lo spostano rapidamente a calci finché non è spalle a terra con la testa fra le ginocchia di Irina e la faccia verso l’alto. Gli puntano le bocche del fucile contro lo stomaco e premono.
- Apri la bocca.
Boris obbedisce... E un filo di liquame che cola dal bucone slabbrato di Irina gli cola dritto in bocca.
- Ingoia.
Boris diventa tutto rosso, e inghiotte lo sperma appena defecato da sua nuora.
- Ma guardalo, il grande maschio, così virile... Beve sperma e merda dal culo di una troia usata da altri. Che delusione per le tue amichette! Chissà cosa penseranno adesso di te?
Natasha viene afferrata e trascinata accanto a Boris... Ho perso la mia interprete, ma mi immagino benissimo il tenore della conversazione che segue.
Ivan chiede qualcosa, e la modella scoppia in lacrime. La domanda viene ripetuta, e come Naty continua a piangere viene colpita nella schiena. La poveretta cade a terra in singhiozzi e grida qualcosa che evidentemente soddisfa il sadico.
Naty torna barcollando accanto a me, gli occhi rossi pieni di lacrime.
Boris viene tirato su, e un pirata gli schiaffa la faccia fra le natiche della nuora, obbligandolo a leccarle il buco sfondato.
Irina intanto continua a succhiare.
Poi, evidentemente soddisfatto, Ivan fa un gesto e Boris viene trascinato via.
Il sadico allora impugna le orecchie della moglie e le scopa la faccia fino ad emettere un suono rauco di soddisfazione.
Irina, paonazza in volto, si rialza in piedi e ritorna barcollando verso di noi.
Non è finita, purtroppo.
Un altro ordine secco; Alija e Kamil si portano alle spalle di Katja e Sergej e li trascinano davanti al loro capo. I due coniugi sono nudi come me, ma si muovono con dignità.
Ivan fa una domanda secca.
Accanto a me, Naty torna a tradurre con voce tremula: - Gli ha chiesto se vuole vivere.
- Non senza mia moglie e senza dignità.
- Risposta sbagliata.
Ivan estrae una pistola, la punta contro Sergej e fa fuoco.
Vedo la testa del mio amico aprirsi da dietro e uno zampillo di sangue e materia cerebrale che schizza dal foro di uscita del proiettile. Sergej si affloscia senza un grido, mentre Katja lancia un urlo straziante e si getta sul marito morto.
Naty mi sviene fra le braccia, ed è un bene, perché così non vede il resto.
Ivan fa un cenno e uno dei pirati estrae un coltellaccio prima di portarsi alle spalle di Katja.
Un’altra domanda, cui non segue alcuna risposta.
Un altro cenno, e il pirata afferra Katja per i capelli, costringendola ad alzare la testa; poi, con un gesto secco, la sgozza.
Questa volta lo spruzzo di sangue è impressionante, e arriva quasi a sporcare Ivan, che infatti fa un balzo all’indietro.
Il pirata lascia andare i capelli, e Katja si accascia senza vita addosso a suo marito.
Ivan guarda i corpi nudi e insanguinati ai suoi piedi, sorride, e rialza la testa.
- Naturalmente io no scorda miei amici stranieri – dice rivolto a noi nel suo pessimo inglese – Voi no pensa che io dimenticato, spero. Voi sempre in mio cuore, da tempo di Cortina. Quando voi rubato mia moglie e reso me ridicolo!
Il cornuto se l’è proprio presa... Mi si stringe lo stomaco. Eva mi serra le dita intorno al braccio.
- Tu!
Ivan ha puntato il dito contro il povero Daniel.
- Tu, che non era a Cortina... Cosa tu pensa di quanto tuoi amici fatto a me e mia moglie questo inverno?
Daniel viene spinto in avanti, pallido come un morto. E’ davanti a Ivan, e trema di paura... Non che possa dargli torto.
- Allora: cosa tu pensa di tuoi amici?
Digli che siamo degli stronzi, che dovrebbe farcela pagare! Penso fra me. Ma Daniel è troppo leale.
- Io... Io non lo so. Non c’ero...
Ivan fa una smorfia.
- Risposta sbagliata.
Un altro colpo di pistola.
Questa volta però Ivan non ha mirato alla testa. Il proiettile prende Daniel allo stomaco, e il mio povero amico cade a terra urlando di dolore e buttando sangue sia dalla ferita che dalla bocca, contorcendosi e scalciando sul ponte nel tentativo di tamponare lo squarcio.
La ferita è mortale, ma Daniel rischia di agonizzare a lungo prima di dissanguarsi. Per fortuna le sue urla danno noia al sadico, che spara un secondo colpo, questa volta alla testa, e le urla cessano di colpo.
Poi Ivan alza lo sguardo su di noi, e fissa in particolare prima me e poi Fabio.
- Ucciderò uno di voi ogni giorno. Oggi toccato a Daniel. Domani chissà. Voi passa giorno chiedendo a chi toccherà... Forse caro socio di mio amato padre, che tanto piace scopare mia moglie? O forse bella biondina olandese amichetta sua, che me umiliato in Cortina? O forse stanga di segretaria bionda che tanto piace mio padre puttaniere? Voi pensa, domani uno di voi muore... E muore molto male, non come povero Daniel che lui morto in fretta!
Faccio uno sforzo per non vomitare.
Quel pazzo vuole torturarci a morte tutti quanti.

Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
scritto il
2016-09-26
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