Voglia
di
Patrizia V.
genere
etero
Mi sveglio dolcemente, e scopro che la realtà è meglio del sogno.
Sono nuda, ancora abbracciata a Eva, con cui ho fatto l’amore per buona parte della notte, e che dorme ancora placidamente fra le mie braccia, stesa con me nel lettone della cabina padronale della Serenissima.
Sento il profumo del caffè… La Giusy deve essersi alzata per prima, nella sua cabina a poppa, e sta preparando la colazione di sopra.
E’ facile abituarsi a una routine estiva come questa.
M’infilo velocemente sotto la doccia per una rinfrescata, poi sveglio Eva con un bacio sulle labbra prima di raggiungere mia figlia in coperta.
Ormai ci siamo trasferite a tempo pieno sulla Serenissima, e a casa di mia suocera in sostanza non ci mettiamo più piede. La Giusy è contentissima di vivere a bordo, fra l’altro la spiaggia è vicinissima, e anche la casa della sua amica Mara…
Eva ci raggiunge mentre verso nella sua tazza il cappuccino. Giusy la saluta allegramente, e ci sediamo tutte e tre intorno al tavolo, accarezzate dalla brezza di mare e baciate dal sole di inizio agosto.
Mi sento un po’ stagionata, seduta fra di loro: io sono sulla soglia degli “anta”, Eva è appena maggiorenne e Giusy comincia ora le Superiori… Magari anche in costume faccio ancora la mia porca figura, ma il fatto che la mia compagna abbia solo pochi anni più di mia figlia risulta abbastanza evidente.
Per fortuna, le due hanno legato piuttosto bene. Giusy ha accettato senza problemi la nostra relazione lesbica, forse perché anche lei ha ormai manifestato una certa tendenza verso il suo stesso sesso… La sua amicizia con la Mara, infatti, durante la nostra avventurosa assenza del mese passato, si è fatta più intima del previsto, probabilmente anche a causa dell’iniziazione che io stessa ho praticato alla ninfetta napoletana che mi aveva sorpresa con sua madre.
Certo che se ci penso, sono una bella pervertita.
Invece di andare a piedi in spiaggia, dopo colazione molliamo gli ormeggi e ci portiamo con la Serenissima di fronte al solito ombrellone, poco oltre la linea delle boe, e lì gettiamo l’ancora.
Eva preferisce arrostirsi nuda sul ponte, la Giusy vuole raggiungere in spiaggia la sua amica, che si sta già sbracciando a salutare dalla battigia.
Ho voglia di salutare gli amici, così do un bel bacio di lingua a Eva, che mi ricambia con passione ammiccando maliziosamente, poi mi tuffo assieme a mia figlia nell’acqua blu dell’Adriatico.
La Mara ci abbraccia entrambe quando emergiamo dalla spuma del mare, e insieme raggiungiamo sotto l’ombrellone sua madre Elena, che è già in topless a perfezionare l’abbronzatura.
Mi libero del reggi anche io, e mi stendo accanto alla mia vecchia amica mentre le ragazze corrono via a raggiungere il loro gruppo… O magari a imboscarsi, chi sa?
Elena è curiosa, vuole sapere come va fra me e Eva… No, non è gelosa. Anche se ogni tanto mi molla la figa, lei è decisamente etero e perennemente a caccia di maschi. La sua è genuina curiosità femminile: la storia fra me e Eva la intriga da pazzi. Scommetto che adorerebbe spettegolare un po’ in giro su di noi, ma sa benissimo che poi la ammazzerei.
E’ anche curiosa di come la sta prendendo la Giusy; che effetto le fa, scoprire di avere la madre lesbica?
Io non sono lesbica, sono bisessuale.
Sì, vabbè, ma la Giusy come la prende, a sapere che Eva e io dormiamo insieme more uxorio?
Direi abbastanza bene… Lei e Eva sembrano andare piuttosto d’accordo. In fondo vista l’età, sarebbero una coppia più omogenea di quanto non lo siamo Eva e io…
Naturalmente quella di Elena è una curiosità indotta anche dal fatto che Giusy e Mara se la fanno tra di loro, e lei deve farsi una ragione dell’omosessualità di sua figlia.
Questo significa che mentre per la Mara, sapere che sua madre ogni tanto viene a letto con me non costituisce certo un problema, è però vero il contrario: Elena fa fatica a immaginare come proprio a sua figlia i maschi non interessino del tutto.
Ma la Giusy è lesbica anche lei, o sta solo facendo esperienze?
Bella domanda, me lo sono chiesto anche io. L’ho domandato alla diretta interessata, che ha scrollato le spalle e mi ha risposto chiedendomi se la cosa era davvero importante.
Non posso darle torto, visto che alla mia verde età ancora non lo so neanche io…
In effetti, ormai sono quasi dieci giorni che non ho un uomo.
Sto diventando lesbica del tutto? Non credo… Il semplice pensiero del cazzo mi fa tirare la figa.
Non faccio in tempo ad elaborare di più, che passa Aldo il Vitellone. Ci scocca un’occhiata che secondo lui deve essere devastante, e in effetti Elena reagisce subito: balza in piedi e in un istante i due spariscono dietro le cabine, lasciandomi sola ad abbronzarmi le tette.
Non resto sola a lungo, comunque: Angela e il suo cornutissimo fidanzato si presentano col cesto del pranzo, da perfetti terroni (ma non lo sanno che è vietato portarsi in spiaggia il pranzo da casa?).
No, non so dov’è Elena, deve essere andata a fare una passeggiata mentre schiacciavo un pisolino…
I due si sistemano sui lettini, tenendo quello di Elena a fare da barriera con me… Chissà perché, da quando l’ho violentata sulla Serenissima, quella stronza di Angela mi evita come un’appestata.
Elena torna e si stende come se niente fosse sul suo lettino, salutando la sorella e il cognato con un cenno della testa prima di liberarsi nuovamente del reggi.
Il vitellone si rifà vivo qualche minuto dopo e fa l’occhiolino ad Angela senza che il cornuto se ne accorga.
E’ un attimo: la sorellina di Elena ha improvvisamente bisogno del bagno e schizza a sua volta verso le cabine per la monta del mattino.
Aldo fa finta di niente per un paio di minuti, poi si avvia a sua volta nella stessa direzione. Mi chiedo che effetto gli faccia sbattersi entrambe le sorelle tutti i santi giorni…
Guardo l’orologio: è quasi ora della palestra, il motivo principale per cui sono scesa a terra lasciando Eva da sola a bordo a studiare.
Mi alzo, infilo pareo e canotta e mi avvio dopo aver salutato Elena. Mentre mi dirigo verso l’uscita dello stabilimento, intravedo con la coda dell’occhio Angela che torna barcollando a gambe larghe verso l’ombrellone.
Ormai è agosto, e la palestra è affollatissima. I miei amici istruttori (con cui mi intrattengo sporadicamente da un paio d’anni, talvolta isolatamente e talaltra tutti e due insieme) sono occupatissimi, facciamo appena in tempo a scambiarci un saluto… Abbastanza da farmi tirare di nuovo la figa.
Decisamente comincio ad andare in riserva: ho bisogno di fare il pieno di cazzo.
Non c’è verso di prendere nell’angolo nessuno dei due. Dopo un paio d’ore, stanca ma muscolarmente soddisfatta, riesco a mala pena a salutarli facendogli l’occhiolino, tanto per far loro capire che sono di nuovo disponibile.
Tornando verso la spiaggia controllo casa e automobile, poi passo dal campo di beach volley, dove Giusy e Mara stanno schiamazzando con i loro amici, e faccio loro cenno che sto tornando a bordo.
La Giusy mi sorride comprensiva e mi lancia un bacio.
Ripasso dall’ombrellone dove la famigliola napoletana si sta ingozzando di pomodori e mozzarella, saluto e mi avvio verso l’acqua.
Sulla battigia incontro il vitellone, che mi sogghigna: - Allora, Patrizia, cosa ne diresti di fare un giretto alle cabine anche tu? Quest’anno ancora non hai aperto le gambe, sarai mica passata all’altra sponda?
Che squallido: ha avuto sia Elena che Angela, e adesso vorrebbe sbattere anche me? Ma neanche fosse l’ultimo maschio sulla faccia della Terra…
Lo sfanculo con disprezzo ed entro in acqua con un tuffo schizzandolo tutto, per poi dirigermi a lunghe bracciate verso la Serenissima.
Sono stata via quasi quattro ore. Eva mi aspetta sul divanetto di poppa, nuda e invitante, la pelle arrossata dal sole e unta di olio abbronzante…
Facciamo l’amore sul lettino, appena protette dalla murata. Lentamente, con amore e passione.
Ci lecchiamo e ci sforbiciamo a lungo: non ci va di scendere sottocoperta a cercare i nostri giocattoli, e io adoro penetrare la spacca col clito duro di voglia…
Crolliamo esauste dopo l’orgasmo, una fra le braccia dell’altra, e ci baciamo dolcemente, cercando ciascuna il proprio sapore sulle labbra dell’altra.
Ho i crampi per la fame.
Tiro fuori prosciutto e melone dal frigo, qualche grissino, e una bella birra ghiacciata.
Divoriamo tutto stando sedute a gambe incrociate sul lettino, poi ci tuffiamo in acqua per rinfrescarci un po’. Giochiamo come ragazzine nuotando intorno alla barca, poi torniamo a bordo e crolliamo sui lettini per un meritatissimo pisolino pomeridiano.
Mi risveglia uno sciacquio familiare.
Riapro gli occhi e vedo la Giusy che si arrampica sul ponte, grondante d’acqua dopo la nuotata dalla spiaggia.
- Interrompo qualcosa? – chiede allegramente, sfilandosi il reggi.
Mi stiracchio tutta, rendendomi pigramente conto che la domanda non è del tutto fuori luogo: Eva e io siamo nude una accanto all’altra, e mia figlia sa perfettamente che siamo amanti.
- Non ti preoccupare – le rispondo sorridendo – La via è libera.
- Bene – sorride lei di rimando, sfilandosi lo slippino e stendendosi nuda anche lei sul lettino accanto – Magari una volta o l’altra mi fate giocare con voi?
Lo dice con fare scherzoso, mentre infila gli occhiali da sole, ma mi lascia interdetta.
Mia figlia mi ha appena fatto un’avanche sessuale.
Beh, lei fa sesso con la Mara, che gli ha sicuramente detto non solo di essere stata svezzata da me, ma anche dell’ammucchiata a tre con sua madre.
Già, ma Mara non è mia figlia, e il suo incesto con la madre è un problema di Elena, non mio…
Cazzo, che casino.
Non so cosa rispondere, così resto zitta per non dire qualcosa di stupido.
Dopo un paio d’ore di sole, intervallate con tre o quattro tuffi e un rapido controllo dell’ancoraggio, scendo in cabina a controllare la posta elettronica.
Sto facendo un po’ di internet banking quando Eva mi raggiunge.
- Tutto bene?
- Sì, certo. Ho pagato un paio di bollette e risposto a una lettera commerciale della ditta.
- Voglio dire, con tua figlia.
- Cosa? Oh, certo… Immagino che dovrò abituarmi all’idea che ormai è una donna e che le sue frecciatine di stampo sessuale si faranno sempre più frequenti.
- E’ naturale – mi posa una mano sulla spalla – Però mi sembri irrequieta. Che cosa è successo, a terra?
Le racconto dei maschioni della palestra e poi dello squallido vitellone da spiaggia.
La mia compagna mi sorride comprensiva: - Hai voglia di un uomo?
Sogghigno: - Anche di due…
Eva si lecca le labbra: - Andrebbe anche a me. Perché non organizziamo qualcosa, per questa sera?
La adoro.
Afferro il telefono e chiamo Enrico.
La Giusy ci guarda con un sorrisetto mentre finiamo di metterci in ghingheri.
Era da un pezzo che non mettevo una mini: la mia minigonna di pelle nera non è esageratamente corta come quella di jeans di Eva, ma mi si attaglia come un guanto, e contrasta magnificamente con le mie gambe lunghe e abbronzatissime. Anche la camicetta bianca è scollata ma non troppo; provoca, ma con stile. E gli stivali sopra il polpaccio sono di classe. Non devo scordarmi che alla mia età esagerare significa passare per una baldracca.
Eva invece, pur andandoci pesante con la microgonna, il toppino denim e i tacchi vertiginosi, è semplicemente uno schianto.
Anche la Giusy approva con decisione, e leggo un lampo di invidia nel suo sguardo.
Niente da fare: sarà anche cresciuta, ma alla sua età non si va a far baldoria a mezzanotte.
Lo sa anche lei, e infatti non insiste. Ci saluta con un bacio, rassegnata ad andare a dormire dopo la tele e a restarsene buona buona sulla Serenissima mentre noi andiamo a caccia…
Mi stringe forte augurandomi buon divertimento, e sento le sue labbra sfiorare le mie invece di posarsi come al solito sulla guancia.
Rimango un istante sorpresa, poi la vedo abbracciare anche Eva, cosa che non aveva mai fatto prima… Sfiora anche la sua bocca, e Eva è meno reticente di me. Vedo le loro lingue che si toccano per un istante.
Poi Giusy, che è più bassa di tutta la testa, ricade sui calcagni e mi sorride senza alcun imbarazzo.
- Allora divertitevi – dice allegramente – Magari un’altra volta portate anche me?
- Magari fra due o tre anni – ribatto io, con un sorriso agrodolce – Dormi bene, tesoro.
Scendiamo la battagliola e raggiungiamo la macchina fuori dal porto turistico, facendo ticchettare i tacchi sul selciato e attirando lo sguardo di tutti i vicini di approdo.
Enrico e Sergio ci aspettano fuori dalla discoteca.
Sorridono appena mi vedono, piacevolmente impressionati dal mio equipaggiamento, poi sgranano decisamente gli occhi quando vedono Eva e capiscono che è lei l’amica di cui ho parlato al telefono.
Non credo sia un sacrificio per loro, doversi dividere fra di noi…
Ovviamente pagano loro l’ingresso. Data l’età, io passo per la ragazza di Sergio, e Eva per quella di Enrico, ma appena in pista cominciamo a scambiarci continuamente.
Mi abbandono al ritmo frenetico della musica techno, al baluginare delle strobo e alla gioia della musica.
Ballo prima con Sergio, poi con Enrico. Al primo lento, mi stringo a Eva e la trascino al centro della pista per baciarla in bocca davanti a tutti e ricordare ai nostri cavalieri che noi siamo la vera coppia e loro sono solo il divertimento di una notte.
Poi torniamo fra le braccia dei maschi e ci lasciamo corteggiare, ben sapendo come andrà a finire.
Dopo circa tre ore e diversi drink, la testa comincia a farsi pesante, e la figa mi tira da impazzire. Sento le mani di Sergio che ormai hanno fatto il giro del mondo sul mio corpo, e che hanno poco ritegno a palparmi apertamente le tette e il culo… Sento la sua erezione premermi contro lo stomaco, e so che mi aspetta una scopata coi fiocchi.
Eva in certe cose è ancora più sguaiata di me.
Mentre Sergio mi torce un capezzolo attraverso la camicetta e mi solleva lentamente la mini sul culo in mezzo alla pista da ballo, vedo che lei si è acquattata nella penombra di un pilastro all’angolo, e sta succhiando senza ritegno il cazzo di Enrico.
Un pompino in piena discoteca! Speriamo che non se ne accorgano i buttafuori… Ma d’altra parte, quale dirigente butterebbe fuori dalla sua discoteca una come Eva, per quanto indecente possa essere il suo comportamento?
- Cosa ne diresti di andare tutti a casa mia? – sussurro all’orecchio di Sergio, che mi ha scodellato una tetta fuori dalla scollatura per giocare meglio col capezzolo eretto e scuro.
Brucio di voglia, per fortuna lui annuisce, ansioso di sbattermi su di un letto comodo.
Usciamo dalla discoteca quasi di corsa e raggiungiamo la macchina. Metto in moto, con Sergio accanto che mi palpeggia golosamente le cosce nude, mentre sul sedile posteriore Eva non perde tempo a impadronirsi nuovamente del cazzo di Enrico e a rimetterselo in bocca per un pompino veloce prima di arrivare a casa.
Finalmente la casa di mia suocera torna a servirci a qualcosa: è uno scannatoio ideale.
Parcheggio in strada, apro la porta, e do il benvenuto agli ospiti mentre accendo la luce.
Eva mi scocca un bacio di lingua, facendomi assaporare il gusto del cazzo di Enrico (che non assaggio da quasi un mese), poi torna a gettarsi fra le braccia del suo cavaliere.
Io prendo Sergio per mano e lo trascino in camera da letto. Mi comporto da pessima padrona di casa, senza offrire un drink né un salatino, ma ho troppa voglia.
Mi chiedo se Enrico e Eva preferiranno seguirci o restare in salotto approfittando del divano… Eva prende in pugno la situazione e trascina il suo amante dietro di noi, tenendolo letteralmente per l’uccello.
Finiamo ai due lati del lettone, ciascun coppia intenta ad esplorare il proprio partner del momento.
Sergio finisce di aprirmi la camicetta e mi denuda i seni, dandomi una saporita succhiata alle punte che mi strappa un brivido di lussuria.
Io finalmente infilo una mano nella sua patta e mi impadronisco del suo uccellone. Sergio è di lunghezza assolutamente standard, ma piacevolmente grosso e con una cappella insolitamente larga e piatta. Un vero sfascia-fregne.
Lo sego un po’, mentre lui mi succhia divinamente i capezzoli e mi stringe le chiappe attraverso la pelle della mini.
Poi rompo gli indugi e mi inginocchio per rendere omaggio alla sua mascolinità.
Lo prendo in bocca e comincio a spompinare di gusto, mentre lui mi accarezza i capelli.
All’inizio è ancora un po’ moscio, ma è così grosso anche a riposo, che è un piacere succhiarlo lavorando soprattutto di labbra e di gola. In fondo non è più giovanissimo, ed è giusto concedergli un po’ di tempo.
Il cazzone di Sergio è scuro e solcato da un reticolo di vene e nervature che lo rendono davvero particolare… Adoro lavorarlo di bocca.
Nel giro di un minuto è duro come un paracarro, e lui ha cominciato a scoparmi direttamente in gola, tenendomi per le orecchie come una troia da marciapiede.
Sento col gomito il materasso che si muove: Enrico e Eva sono passati all’azione. Con la coda dell’occhio vedo che la mia giovane compagna si è sistemata a quattro zampe, offrendosi alla monta come una cagnetta in calore. A torso nudo e coi calzoni calati a mezza coscia, Enrico le arrotola la mini di jeans intorno ai fianchi e le abbassa le mutandine prima di piazzarsi dietro di lei e di puntarle il cazzo all’apertura della sua fighetta bionda e umida.
- Hmmm… - la sento gemere mentre viene finalmente penetrata – Sì, scopami…
Il letto comincia a muoversi ritmicamente, mentre la coppia più giovane comincia a darci dentro come se noi non fossimo neppure presenti.
Io continuo a sgolinare, a rischio di strozzarmi su quella cappella sovra dimensionata, e chiaramente il mio amante apprezza le mie doti di pompinara visto come mugola e come mi accarezza i capelli e le orecchie.
- Lo voglio dentro… - sussurro, guardandolo dal basso smettendo di succhiare.
Lui annuisce, è d’accordo.
Si sfila velocemente camicia e calzoni e si stende sul letto accanto all’altra coppia: sa bene come io preferisca montare il mio maschio alla cavallerizza, e siccome in questa posizione il cazzo affonda di più, va bene anche a lui. Non è superdotato in termini di lunghezza, e io – usata come sono – per lui risulto piuttosto larga quindi mi sente meglio standomi sotto oppure prendendomi da dietro.
Mi alzo la mini, scoprendo per la prima volta il mio pelo biondo, e lui sorride contento: si era accorto da un pezzo che ero senza mutande, e conoscendomi non ne era rimasto molto sorpreso, però “toccare senza guardare è una cosa che non può durare”…
Sono bagnata da un pezzo, e non ho bisogno di preparazione, così lo monto a gambe spalancate, mi accoscio sul suo grembo guidandomi il cazzo all’imbocco della vagina, e finalmente mi impalo lentamente su di lui. Sento il glande caldo e duro allargarmi piacevolmente le valve della figa e penetrarmi lentamente nel sesso, soddisfacendo finalmente il bisogno che ho sentito ormai per diversi giorni.
Chiamiamola col suo nome: la mia è voglia di cazzo; una voglia dirompente, che mi prende all’improvviso ogni volta che penso di essere diventata definitivamente lesbica e di potermi dedicare in maniera esclusiva alla mia giovane amante. No, non c’è verso che io possa mai diventare monogama, per quanto ami Eva. Ed è una fortuna, visto che lei è appassionata di cazzi quanto e più di me.
Scopiamo appaiate sul lettone cigolante, io sopra il mio maschio e lei a pecora sotto il suo, ansimando e gemendo di piacere mentre i rispettivi cazzi scavano nelle nostre vagine e soddisfacendo i nostri intimi bisogni sessuali.
Sergio mi tiene per i fianchi e io mi massaggio i seni, giocando coi miei capezzoli che ormai sono grossi e duri come ciliegie, mentre rotolo i glutei sul suo grembo e mi dimeno al ritmo che preferisco.
Accanto a me, Eva geme al ritmo della scopata comune, unisono al cigolare del letto e all’ansimare dei maschi che sudano per soddisfare le nostre voglie.
Allungo una mano sulla splendida groppa della mia amante, le carezzo una coscia nuda, poi scivolo sulle natiche muscolose del suo uomo, gli raggiungo le spalle e lo attiro a me per un bacio, che lui non mi nega.
Enrico e io ci baciamo alla francese mentre continuiamo a scopare i nostri reciproci partner, e sento la sua manona stringermi una chiappa.
E’ sempre eccitante baciare un uomo mentre se ne scopa un altro. Ti libera dalla sensazione di appartenere al tuo partner del momento, e ti fa sentire ancora più porca, dedita a soddisfare le tue voglie più che quelle dell’amante del momento.
Poi mi stacco da lui, e per cambiare mi piego su Sergio e bacio l’uomo che mi sta penetrando, ringraziandolo del piacere che sto provando grazie al suo cazzo.
Mentre lo bacio, strofino le tette sul suo torace ampio e muscoloso, e fremo sentendo i capezzoli che si sfregano sui peli grigiastri del suo petto.
- Hmmm…
Mi piace, mi piace…
Enrico e Sergio si scambiano un cinque.
- Cambio?
- Vai!
Ci trattano come due vacche.
Si scambiano di posto dopo aver lasciato le nostre fighe vuote a tradimento, e si preparano a prenderci nuovamente ma a parti invertite.
Bene, ho voglia di assaggiare nuovamente anche Enrico. Mi stendo sulla schiena accanto a Eva, scambio con lei un sorriso soddisfatto, e spalanco le gambe per farmi prendere alla missionaria accanto alla mia compagna d’avventure.
I due paraca ci penetrano all’unisono, da bravi camerati. Annaspo, sentendo il cazzo di Enrico affondarmi dentro e arrivarmi contro la cervice al primo affondo. Lo stronzo è meno grosso, ma più lungo e affonda più in profondità del suo amico.
Anche Eva sussulta sorpresa, sentendosi allargare le valve assai di più rispetto alla monta precedente.
Il bello di scopare con Enrico e Sergio è proprio che i loro membri sono così diversi fra loro…
- Aahhh… - annaspa Eva, stringendo le cosce intorno al suo maturo amante.
- Oohhh… - guaisco io, graffiando la schiena del mio giovane stallone.
Lo scambio di partner è un sistema infallibile per far durare un accoppiamento assai più del normale, e i nostri amanti sono valorosi di natura, quindi la scopata si protrae per un bel pezzo non ostante l’ora tarda e i numerosi drink ingeriti da tutti e quattro.
Incredibilmente, questa volta sono io la prima a tagliare il traguardo: sento l’orgasmo montarmi fra le tempie, riempirmi il cervello ed esplodermi giù per la spina dorsale, mentre i capezzoli mi vibrano come missili in procinto di schizzare verso le stelle.
- Aargghhh! – grido, contorcendomi come una serpe schiacciata sotto il mio maschio che continua imperturbabile a fottermi come un trapano – Godo… Godooo…
Non è un orgasmo da mille e una notte, ma è incredibilmente lungo, sembra non finire mai, anche perché il bastardo continua a sbattermi come se non si fosse neppure accorto della mia venuta.
Il mio orgasmo però ha un impatto diretto sulla mia amante: sentendomi godere accanto a sé, Eva raggiunge a sua volta l’apice del piacere e deflagra in un urlo da bestia ferita a morte.
- Oh, mio dio… Sì, vengooo… Oohhh!
Ci dimeniamo come due ossesse mentre i maschi continuano a scoparci, finché l’orgasmo si placa per entrambe, e la cavalcata prosegue come se nulla sia successo.
Essere alta quanto o più del proprio partner ha i suoi vantaggi: Enrico comincia a succhiarmi i capezzoli mentre mi fotte a ritmo accelerato, e a me sembra di toccare nuovamente il cielo.
Deve piacere anche a lui, perché annaspa all’improvviso, perde il ritmo, s’irrigidisce in un perfetto arco dorsale, e lascia andare un rantolo: - Aarghhh…
Non fa alcun tentativo di togliersi. Sa che prendo la pillola, e si lascia andare scaricandosi dentro di me nel letto di mio marito.
Sento la sborra calda riempirmi la vagina e assaporo il completamento del coito, accogliendo dentro di me il seme del mio maschio.
Sergio dura di più, ed è sorprendente considerata la sua età e la conformazione fisica dei due amanti – più stretta lei e più grosso lui – e che dovrebbe comportare un attrito assai superiore rispetto a quello di me e Enrico.
Alla fine però, anche Sergio sborra disastrosamente dentro la sua giovanissima amante, ben felice di lasciarsi riempire tutta della sua essenza vitale.
Giacciamo tutti e quattro nel lettone finalmente fermo e silenzioso, momentaneamente placati.
I maschi pesano sopra i nostri corpi, e noi ragazze ci prendiamo per mano scambiandoci un sorriso.
Poi Enrico e Sergio si scambiano un altro cinque, e si rotolano di fianco, verso i lati del lettone, lasciando Eva e me nel centro.
I due bastardi mi conoscono bene, e sanno che non è finita…
Come potrebbe, con me e Eva seminude nel letto una accanto all’altra?
Passa meno di un minuto, e non resisto più. La abbraccio e la bacio in bocca, i nostri seni si schiacciano fra loro mentre le lingue girano vorticosamente e ci scambiamo la saliva in preda a un improvviso raptus di passione saffica.
Le sfilo completamente il top per succhiarle le tette, facendola sobbalzare dal piacere.
Poi le infilo una mano fra le cosce e trovo il pelo intriso di sbroda, e il sangue mi va alla testa.
Eva spalanca le cosce e mi si offre tutta. Io sgrano gli occhi nel vedere la sua figa slabbrata e scopata di fresco, e la venuta di Sergio che comincia a uscire dalla spacca, bianchissima contro il rosa della carne e il biondo della peluria…
Mi tuffo a divorare quella specie di crema catalana fra le cosce della mia amante lesbica, e lei lancia un gridolino di gioia sentendo la mia lingua sprofondare nella sua fregna calda e bagnata.
- Ah! Aahhh…
La slappo tutta, dimentica della presenza dei maschi che osservano eccitati il nostro connilinguo.
Eva geme di piacere mentre io raccolgo con la lingua tutta la sborra che Sergio ha lasciato dentro la mia giovanissima amica e la ingoio come se fosse crema, sollecitando nel contempo il suo sesso ancora surriscaldato dal recente orgasmo.
Dopo un po’, Eva non ci sta più a subire passivamente le mie iniziative orali, e si rivolta sotto di me fino a raggiungere a sua volta la mia figa usata e sgocciolante.
Ci avvinghiamo una all’altra a sessantanove, ciascuna con la testa fra le cosce dell’altra, intenta ad assaporare con la lingua la creampie della propria compagna.
Sento la lingua impertinente della mia amante sguazzare fra le mie valve spalancate, alla ricerca dello sperma di Enrico che mi cola lentamente dall’interno della vagina, e so che sto per godere di nuovo, e questa volta con forza ancora maggiore.
Con la coda dell’occhio vedo accanto a me che Enrico è nuovamente duro e pronto a fare il suo dovere. Allungo una mano per afferrare la sua coda e avvicinarmela alla bocca e alla figa di Eva, quando la lingua che mi lavora fra le cosce aggredisce a tradimento il mio clitoride indifeso.
- Aargghhh!!! – grido, impazzita dal piacere.
Sborro in faccia a Eva tutto il succo di cui ero ancora piena, inzaccherandole la faccia con un mix di sperma maschile e di liquore vaginale che lei si affretta a raccogliere con la lingua e a inghiottire con mugolii di soddisfazione.
Mi affloscio come un palloncino bucato, stremata dal piacere.
A quel punto, i maschi ringalluzziti prendono in pugno la situazione, o meglio la povera Eva, che si trova adesso a fronteggiarli entrambi da sola.
Non che si tiri indietro, va detto…
Vedo Sergio assumere il comando: si stende di schiena e si tira addosso l’olandesina, che prima gli dà una bella succhiata per intostarlo del tutto, poi gli si impala sopra con un guaito di piacere.
Eva comincia a montare Sergio alla cavallerizza, proprio come avevo fatto io un’oretta prima, e Enrico si mette all’inpiedi offrendole il suo bel cazzo giovane e duro da succhiare.
La mia amica si sgola con impegno mentre cavalca Sergio, ma Enrico non intende concludere la serata a quel modo.
Dopo essersi goduto la gola della mia amichetta, si stacca da lei e si porta alle sue spalle con intenzioni decisamente poco galanti.
Sergio smette per un momento di trivellare Eva dal basso per consentire a Enrico di posizionarsi alle spalle di lei, poi vedo che la ragazza stringe i denti per resistere al dolore e immagino quello che sta succedendo là dietro…
- Piano – annaspa Eva – Mi fai male…
Enrico serra la mascella per lo sforzo, spinge a forza, e l’espressione di Eva si contrae per il dolore mentre lui glielo caccia nel culo.
- Ahiaa! – strilla la ragazzina, sentendosi sfondare da quel secondo cazzo che le affonda nel ventre.
Mi porto una mano fra le cosce e mi sistemo meglio per godermi lo spettacolo.
Enrico affonda dentro la giovane femmina, e Sergio la tiene ferma sopra di sé; Eva strilla, e il tramezzino è bello pieno.
- Oh mio dio – annaspa Eva, piena di cazzo fino alle orecchie – Così mi spaccate in due…
Ancora un attimo di assestamento, poi Enrico comincia a fottere il buco che ha riempito, mandando Eva a sbattere sul cazzo che le intasa la vagina e strappando a lei e a Sergio un primo rantolo di piacere.
Preso il ritmo, i tre cominciano a fottere come bestie e il cigolio del letto si mescola ai gemiti degli amanti che si contorcono e si dimenano come se si fossero del tutto dimenticati della mia esistenza.
I due maschi hanno entrambi goduto da poco, così il sandwich si protrae per un periodo che a me sembra interminabile, fra gli strilli di piacere di Eva e i grugniti di soddisfazione dei maschi che se la stanno sbattendo di gusto.
Ben presto Eva raggiunge l’orgasmo, ma i due tipi sembrano non accorgersene nemmeno, intenti come sono a gustarsi le sue tenere polpe e i suoi buchi roventi, e continuano a fotterla come treni lanciati su un percorso ad alta velocità.
Eva gode, e gode ancora, una catena di orgasmi che la lascia inerte come un pezzo di carne mentre viene sbattuta senza ritegno dai due energumeni che abusano senza pietà del suo giovane corpo.
Alla fine, anche i due raggiungono lo stremo delle forze ed esplodono dentro di lei, svuotandosi le palle un’altra volta prima di stramazzare esausti.
Con un sospiro, mi accingo a ripulire con la lingua il casino fra le cosce della mia ragazza…
Quando torniamo alla Serenissima, comincia ad albeggiare.
Eva barcolla sui tacchi a spillo appoggiandosi a me; cammina a stento, a gambe larghe e singhiozzando ancora per il dolore, ma l’espressione beata sul volto non lascia dubbi su quanto abbia apprezzato la serata.
La scarico sul nostro letto e la aiuto a spogliarsi, poi mi libero a mia volta degli abiti da rimorchio e crollo esausto accanto a lei, soddisfatta e felice.
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Sono nuda, ancora abbracciata a Eva, con cui ho fatto l’amore per buona parte della notte, e che dorme ancora placidamente fra le mie braccia, stesa con me nel lettone della cabina padronale della Serenissima.
Sento il profumo del caffè… La Giusy deve essersi alzata per prima, nella sua cabina a poppa, e sta preparando la colazione di sopra.
E’ facile abituarsi a una routine estiva come questa.
M’infilo velocemente sotto la doccia per una rinfrescata, poi sveglio Eva con un bacio sulle labbra prima di raggiungere mia figlia in coperta.
Ormai ci siamo trasferite a tempo pieno sulla Serenissima, e a casa di mia suocera in sostanza non ci mettiamo più piede. La Giusy è contentissima di vivere a bordo, fra l’altro la spiaggia è vicinissima, e anche la casa della sua amica Mara…
Eva ci raggiunge mentre verso nella sua tazza il cappuccino. Giusy la saluta allegramente, e ci sediamo tutte e tre intorno al tavolo, accarezzate dalla brezza di mare e baciate dal sole di inizio agosto.
Mi sento un po’ stagionata, seduta fra di loro: io sono sulla soglia degli “anta”, Eva è appena maggiorenne e Giusy comincia ora le Superiori… Magari anche in costume faccio ancora la mia porca figura, ma il fatto che la mia compagna abbia solo pochi anni più di mia figlia risulta abbastanza evidente.
Per fortuna, le due hanno legato piuttosto bene. Giusy ha accettato senza problemi la nostra relazione lesbica, forse perché anche lei ha ormai manifestato una certa tendenza verso il suo stesso sesso… La sua amicizia con la Mara, infatti, durante la nostra avventurosa assenza del mese passato, si è fatta più intima del previsto, probabilmente anche a causa dell’iniziazione che io stessa ho praticato alla ninfetta napoletana che mi aveva sorpresa con sua madre.
Certo che se ci penso, sono una bella pervertita.
Invece di andare a piedi in spiaggia, dopo colazione molliamo gli ormeggi e ci portiamo con la Serenissima di fronte al solito ombrellone, poco oltre la linea delle boe, e lì gettiamo l’ancora.
Eva preferisce arrostirsi nuda sul ponte, la Giusy vuole raggiungere in spiaggia la sua amica, che si sta già sbracciando a salutare dalla battigia.
Ho voglia di salutare gli amici, così do un bel bacio di lingua a Eva, che mi ricambia con passione ammiccando maliziosamente, poi mi tuffo assieme a mia figlia nell’acqua blu dell’Adriatico.
La Mara ci abbraccia entrambe quando emergiamo dalla spuma del mare, e insieme raggiungiamo sotto l’ombrellone sua madre Elena, che è già in topless a perfezionare l’abbronzatura.
Mi libero del reggi anche io, e mi stendo accanto alla mia vecchia amica mentre le ragazze corrono via a raggiungere il loro gruppo… O magari a imboscarsi, chi sa?
Elena è curiosa, vuole sapere come va fra me e Eva… No, non è gelosa. Anche se ogni tanto mi molla la figa, lei è decisamente etero e perennemente a caccia di maschi. La sua è genuina curiosità femminile: la storia fra me e Eva la intriga da pazzi. Scommetto che adorerebbe spettegolare un po’ in giro su di noi, ma sa benissimo che poi la ammazzerei.
E’ anche curiosa di come la sta prendendo la Giusy; che effetto le fa, scoprire di avere la madre lesbica?
Io non sono lesbica, sono bisessuale.
Sì, vabbè, ma la Giusy come la prende, a sapere che Eva e io dormiamo insieme more uxorio?
Direi abbastanza bene… Lei e Eva sembrano andare piuttosto d’accordo. In fondo vista l’età, sarebbero una coppia più omogenea di quanto non lo siamo Eva e io…
Naturalmente quella di Elena è una curiosità indotta anche dal fatto che Giusy e Mara se la fanno tra di loro, e lei deve farsi una ragione dell’omosessualità di sua figlia.
Questo significa che mentre per la Mara, sapere che sua madre ogni tanto viene a letto con me non costituisce certo un problema, è però vero il contrario: Elena fa fatica a immaginare come proprio a sua figlia i maschi non interessino del tutto.
Ma la Giusy è lesbica anche lei, o sta solo facendo esperienze?
Bella domanda, me lo sono chiesto anche io. L’ho domandato alla diretta interessata, che ha scrollato le spalle e mi ha risposto chiedendomi se la cosa era davvero importante.
Non posso darle torto, visto che alla mia verde età ancora non lo so neanche io…
In effetti, ormai sono quasi dieci giorni che non ho un uomo.
Sto diventando lesbica del tutto? Non credo… Il semplice pensiero del cazzo mi fa tirare la figa.
Non faccio in tempo ad elaborare di più, che passa Aldo il Vitellone. Ci scocca un’occhiata che secondo lui deve essere devastante, e in effetti Elena reagisce subito: balza in piedi e in un istante i due spariscono dietro le cabine, lasciandomi sola ad abbronzarmi le tette.
Non resto sola a lungo, comunque: Angela e il suo cornutissimo fidanzato si presentano col cesto del pranzo, da perfetti terroni (ma non lo sanno che è vietato portarsi in spiaggia il pranzo da casa?).
No, non so dov’è Elena, deve essere andata a fare una passeggiata mentre schiacciavo un pisolino…
I due si sistemano sui lettini, tenendo quello di Elena a fare da barriera con me… Chissà perché, da quando l’ho violentata sulla Serenissima, quella stronza di Angela mi evita come un’appestata.
Elena torna e si stende come se niente fosse sul suo lettino, salutando la sorella e il cognato con un cenno della testa prima di liberarsi nuovamente del reggi.
Il vitellone si rifà vivo qualche minuto dopo e fa l’occhiolino ad Angela senza che il cornuto se ne accorga.
E’ un attimo: la sorellina di Elena ha improvvisamente bisogno del bagno e schizza a sua volta verso le cabine per la monta del mattino.
Aldo fa finta di niente per un paio di minuti, poi si avvia a sua volta nella stessa direzione. Mi chiedo che effetto gli faccia sbattersi entrambe le sorelle tutti i santi giorni…
Guardo l’orologio: è quasi ora della palestra, il motivo principale per cui sono scesa a terra lasciando Eva da sola a bordo a studiare.
Mi alzo, infilo pareo e canotta e mi avvio dopo aver salutato Elena. Mentre mi dirigo verso l’uscita dello stabilimento, intravedo con la coda dell’occhio Angela che torna barcollando a gambe larghe verso l’ombrellone.
Ormai è agosto, e la palestra è affollatissima. I miei amici istruttori (con cui mi intrattengo sporadicamente da un paio d’anni, talvolta isolatamente e talaltra tutti e due insieme) sono occupatissimi, facciamo appena in tempo a scambiarci un saluto… Abbastanza da farmi tirare di nuovo la figa.
Decisamente comincio ad andare in riserva: ho bisogno di fare il pieno di cazzo.
Non c’è verso di prendere nell’angolo nessuno dei due. Dopo un paio d’ore, stanca ma muscolarmente soddisfatta, riesco a mala pena a salutarli facendogli l’occhiolino, tanto per far loro capire che sono di nuovo disponibile.
Tornando verso la spiaggia controllo casa e automobile, poi passo dal campo di beach volley, dove Giusy e Mara stanno schiamazzando con i loro amici, e faccio loro cenno che sto tornando a bordo.
La Giusy mi sorride comprensiva e mi lancia un bacio.
Ripasso dall’ombrellone dove la famigliola napoletana si sta ingozzando di pomodori e mozzarella, saluto e mi avvio verso l’acqua.
Sulla battigia incontro il vitellone, che mi sogghigna: - Allora, Patrizia, cosa ne diresti di fare un giretto alle cabine anche tu? Quest’anno ancora non hai aperto le gambe, sarai mica passata all’altra sponda?
Che squallido: ha avuto sia Elena che Angela, e adesso vorrebbe sbattere anche me? Ma neanche fosse l’ultimo maschio sulla faccia della Terra…
Lo sfanculo con disprezzo ed entro in acqua con un tuffo schizzandolo tutto, per poi dirigermi a lunghe bracciate verso la Serenissima.
Sono stata via quasi quattro ore. Eva mi aspetta sul divanetto di poppa, nuda e invitante, la pelle arrossata dal sole e unta di olio abbronzante…
Facciamo l’amore sul lettino, appena protette dalla murata. Lentamente, con amore e passione.
Ci lecchiamo e ci sforbiciamo a lungo: non ci va di scendere sottocoperta a cercare i nostri giocattoli, e io adoro penetrare la spacca col clito duro di voglia…
Crolliamo esauste dopo l’orgasmo, una fra le braccia dell’altra, e ci baciamo dolcemente, cercando ciascuna il proprio sapore sulle labbra dell’altra.
Ho i crampi per la fame.
Tiro fuori prosciutto e melone dal frigo, qualche grissino, e una bella birra ghiacciata.
Divoriamo tutto stando sedute a gambe incrociate sul lettino, poi ci tuffiamo in acqua per rinfrescarci un po’. Giochiamo come ragazzine nuotando intorno alla barca, poi torniamo a bordo e crolliamo sui lettini per un meritatissimo pisolino pomeridiano.
Mi risveglia uno sciacquio familiare.
Riapro gli occhi e vedo la Giusy che si arrampica sul ponte, grondante d’acqua dopo la nuotata dalla spiaggia.
- Interrompo qualcosa? – chiede allegramente, sfilandosi il reggi.
Mi stiracchio tutta, rendendomi pigramente conto che la domanda non è del tutto fuori luogo: Eva e io siamo nude una accanto all’altra, e mia figlia sa perfettamente che siamo amanti.
- Non ti preoccupare – le rispondo sorridendo – La via è libera.
- Bene – sorride lei di rimando, sfilandosi lo slippino e stendendosi nuda anche lei sul lettino accanto – Magari una volta o l’altra mi fate giocare con voi?
Lo dice con fare scherzoso, mentre infila gli occhiali da sole, ma mi lascia interdetta.
Mia figlia mi ha appena fatto un’avanche sessuale.
Beh, lei fa sesso con la Mara, che gli ha sicuramente detto non solo di essere stata svezzata da me, ma anche dell’ammucchiata a tre con sua madre.
Già, ma Mara non è mia figlia, e il suo incesto con la madre è un problema di Elena, non mio…
Cazzo, che casino.
Non so cosa rispondere, così resto zitta per non dire qualcosa di stupido.
Dopo un paio d’ore di sole, intervallate con tre o quattro tuffi e un rapido controllo dell’ancoraggio, scendo in cabina a controllare la posta elettronica.
Sto facendo un po’ di internet banking quando Eva mi raggiunge.
- Tutto bene?
- Sì, certo. Ho pagato un paio di bollette e risposto a una lettera commerciale della ditta.
- Voglio dire, con tua figlia.
- Cosa? Oh, certo… Immagino che dovrò abituarmi all’idea che ormai è una donna e che le sue frecciatine di stampo sessuale si faranno sempre più frequenti.
- E’ naturale – mi posa una mano sulla spalla – Però mi sembri irrequieta. Che cosa è successo, a terra?
Le racconto dei maschioni della palestra e poi dello squallido vitellone da spiaggia.
La mia compagna mi sorride comprensiva: - Hai voglia di un uomo?
Sogghigno: - Anche di due…
Eva si lecca le labbra: - Andrebbe anche a me. Perché non organizziamo qualcosa, per questa sera?
La adoro.
Afferro il telefono e chiamo Enrico.
La Giusy ci guarda con un sorrisetto mentre finiamo di metterci in ghingheri.
Era da un pezzo che non mettevo una mini: la mia minigonna di pelle nera non è esageratamente corta come quella di jeans di Eva, ma mi si attaglia come un guanto, e contrasta magnificamente con le mie gambe lunghe e abbronzatissime. Anche la camicetta bianca è scollata ma non troppo; provoca, ma con stile. E gli stivali sopra il polpaccio sono di classe. Non devo scordarmi che alla mia età esagerare significa passare per una baldracca.
Eva invece, pur andandoci pesante con la microgonna, il toppino denim e i tacchi vertiginosi, è semplicemente uno schianto.
Anche la Giusy approva con decisione, e leggo un lampo di invidia nel suo sguardo.
Niente da fare: sarà anche cresciuta, ma alla sua età non si va a far baldoria a mezzanotte.
Lo sa anche lei, e infatti non insiste. Ci saluta con un bacio, rassegnata ad andare a dormire dopo la tele e a restarsene buona buona sulla Serenissima mentre noi andiamo a caccia…
Mi stringe forte augurandomi buon divertimento, e sento le sue labbra sfiorare le mie invece di posarsi come al solito sulla guancia.
Rimango un istante sorpresa, poi la vedo abbracciare anche Eva, cosa che non aveva mai fatto prima… Sfiora anche la sua bocca, e Eva è meno reticente di me. Vedo le loro lingue che si toccano per un istante.
Poi Giusy, che è più bassa di tutta la testa, ricade sui calcagni e mi sorride senza alcun imbarazzo.
- Allora divertitevi – dice allegramente – Magari un’altra volta portate anche me?
- Magari fra due o tre anni – ribatto io, con un sorriso agrodolce – Dormi bene, tesoro.
Scendiamo la battagliola e raggiungiamo la macchina fuori dal porto turistico, facendo ticchettare i tacchi sul selciato e attirando lo sguardo di tutti i vicini di approdo.
Enrico e Sergio ci aspettano fuori dalla discoteca.
Sorridono appena mi vedono, piacevolmente impressionati dal mio equipaggiamento, poi sgranano decisamente gli occhi quando vedono Eva e capiscono che è lei l’amica di cui ho parlato al telefono.
Non credo sia un sacrificio per loro, doversi dividere fra di noi…
Ovviamente pagano loro l’ingresso. Data l’età, io passo per la ragazza di Sergio, e Eva per quella di Enrico, ma appena in pista cominciamo a scambiarci continuamente.
Mi abbandono al ritmo frenetico della musica techno, al baluginare delle strobo e alla gioia della musica.
Ballo prima con Sergio, poi con Enrico. Al primo lento, mi stringo a Eva e la trascino al centro della pista per baciarla in bocca davanti a tutti e ricordare ai nostri cavalieri che noi siamo la vera coppia e loro sono solo il divertimento di una notte.
Poi torniamo fra le braccia dei maschi e ci lasciamo corteggiare, ben sapendo come andrà a finire.
Dopo circa tre ore e diversi drink, la testa comincia a farsi pesante, e la figa mi tira da impazzire. Sento le mani di Sergio che ormai hanno fatto il giro del mondo sul mio corpo, e che hanno poco ritegno a palparmi apertamente le tette e il culo… Sento la sua erezione premermi contro lo stomaco, e so che mi aspetta una scopata coi fiocchi.
Eva in certe cose è ancora più sguaiata di me.
Mentre Sergio mi torce un capezzolo attraverso la camicetta e mi solleva lentamente la mini sul culo in mezzo alla pista da ballo, vedo che lei si è acquattata nella penombra di un pilastro all’angolo, e sta succhiando senza ritegno il cazzo di Enrico.
Un pompino in piena discoteca! Speriamo che non se ne accorgano i buttafuori… Ma d’altra parte, quale dirigente butterebbe fuori dalla sua discoteca una come Eva, per quanto indecente possa essere il suo comportamento?
- Cosa ne diresti di andare tutti a casa mia? – sussurro all’orecchio di Sergio, che mi ha scodellato una tetta fuori dalla scollatura per giocare meglio col capezzolo eretto e scuro.
Brucio di voglia, per fortuna lui annuisce, ansioso di sbattermi su di un letto comodo.
Usciamo dalla discoteca quasi di corsa e raggiungiamo la macchina. Metto in moto, con Sergio accanto che mi palpeggia golosamente le cosce nude, mentre sul sedile posteriore Eva non perde tempo a impadronirsi nuovamente del cazzo di Enrico e a rimetterselo in bocca per un pompino veloce prima di arrivare a casa.
Finalmente la casa di mia suocera torna a servirci a qualcosa: è uno scannatoio ideale.
Parcheggio in strada, apro la porta, e do il benvenuto agli ospiti mentre accendo la luce.
Eva mi scocca un bacio di lingua, facendomi assaporare il gusto del cazzo di Enrico (che non assaggio da quasi un mese), poi torna a gettarsi fra le braccia del suo cavaliere.
Io prendo Sergio per mano e lo trascino in camera da letto. Mi comporto da pessima padrona di casa, senza offrire un drink né un salatino, ma ho troppa voglia.
Mi chiedo se Enrico e Eva preferiranno seguirci o restare in salotto approfittando del divano… Eva prende in pugno la situazione e trascina il suo amante dietro di noi, tenendolo letteralmente per l’uccello.
Finiamo ai due lati del lettone, ciascun coppia intenta ad esplorare il proprio partner del momento.
Sergio finisce di aprirmi la camicetta e mi denuda i seni, dandomi una saporita succhiata alle punte che mi strappa un brivido di lussuria.
Io finalmente infilo una mano nella sua patta e mi impadronisco del suo uccellone. Sergio è di lunghezza assolutamente standard, ma piacevolmente grosso e con una cappella insolitamente larga e piatta. Un vero sfascia-fregne.
Lo sego un po’, mentre lui mi succhia divinamente i capezzoli e mi stringe le chiappe attraverso la pelle della mini.
Poi rompo gli indugi e mi inginocchio per rendere omaggio alla sua mascolinità.
Lo prendo in bocca e comincio a spompinare di gusto, mentre lui mi accarezza i capelli.
All’inizio è ancora un po’ moscio, ma è così grosso anche a riposo, che è un piacere succhiarlo lavorando soprattutto di labbra e di gola. In fondo non è più giovanissimo, ed è giusto concedergli un po’ di tempo.
Il cazzone di Sergio è scuro e solcato da un reticolo di vene e nervature che lo rendono davvero particolare… Adoro lavorarlo di bocca.
Nel giro di un minuto è duro come un paracarro, e lui ha cominciato a scoparmi direttamente in gola, tenendomi per le orecchie come una troia da marciapiede.
Sento col gomito il materasso che si muove: Enrico e Eva sono passati all’azione. Con la coda dell’occhio vedo che la mia giovane compagna si è sistemata a quattro zampe, offrendosi alla monta come una cagnetta in calore. A torso nudo e coi calzoni calati a mezza coscia, Enrico le arrotola la mini di jeans intorno ai fianchi e le abbassa le mutandine prima di piazzarsi dietro di lei e di puntarle il cazzo all’apertura della sua fighetta bionda e umida.
- Hmmm… - la sento gemere mentre viene finalmente penetrata – Sì, scopami…
Il letto comincia a muoversi ritmicamente, mentre la coppia più giovane comincia a darci dentro come se noi non fossimo neppure presenti.
Io continuo a sgolinare, a rischio di strozzarmi su quella cappella sovra dimensionata, e chiaramente il mio amante apprezza le mie doti di pompinara visto come mugola e come mi accarezza i capelli e le orecchie.
- Lo voglio dentro… - sussurro, guardandolo dal basso smettendo di succhiare.
Lui annuisce, è d’accordo.
Si sfila velocemente camicia e calzoni e si stende sul letto accanto all’altra coppia: sa bene come io preferisca montare il mio maschio alla cavallerizza, e siccome in questa posizione il cazzo affonda di più, va bene anche a lui. Non è superdotato in termini di lunghezza, e io – usata come sono – per lui risulto piuttosto larga quindi mi sente meglio standomi sotto oppure prendendomi da dietro.
Mi alzo la mini, scoprendo per la prima volta il mio pelo biondo, e lui sorride contento: si era accorto da un pezzo che ero senza mutande, e conoscendomi non ne era rimasto molto sorpreso, però “toccare senza guardare è una cosa che non può durare”…
Sono bagnata da un pezzo, e non ho bisogno di preparazione, così lo monto a gambe spalancate, mi accoscio sul suo grembo guidandomi il cazzo all’imbocco della vagina, e finalmente mi impalo lentamente su di lui. Sento il glande caldo e duro allargarmi piacevolmente le valve della figa e penetrarmi lentamente nel sesso, soddisfacendo finalmente il bisogno che ho sentito ormai per diversi giorni.
Chiamiamola col suo nome: la mia è voglia di cazzo; una voglia dirompente, che mi prende all’improvviso ogni volta che penso di essere diventata definitivamente lesbica e di potermi dedicare in maniera esclusiva alla mia giovane amante. No, non c’è verso che io possa mai diventare monogama, per quanto ami Eva. Ed è una fortuna, visto che lei è appassionata di cazzi quanto e più di me.
Scopiamo appaiate sul lettone cigolante, io sopra il mio maschio e lei a pecora sotto il suo, ansimando e gemendo di piacere mentre i rispettivi cazzi scavano nelle nostre vagine e soddisfacendo i nostri intimi bisogni sessuali.
Sergio mi tiene per i fianchi e io mi massaggio i seni, giocando coi miei capezzoli che ormai sono grossi e duri come ciliegie, mentre rotolo i glutei sul suo grembo e mi dimeno al ritmo che preferisco.
Accanto a me, Eva geme al ritmo della scopata comune, unisono al cigolare del letto e all’ansimare dei maschi che sudano per soddisfare le nostre voglie.
Allungo una mano sulla splendida groppa della mia amante, le carezzo una coscia nuda, poi scivolo sulle natiche muscolose del suo uomo, gli raggiungo le spalle e lo attiro a me per un bacio, che lui non mi nega.
Enrico e io ci baciamo alla francese mentre continuiamo a scopare i nostri reciproci partner, e sento la sua manona stringermi una chiappa.
E’ sempre eccitante baciare un uomo mentre se ne scopa un altro. Ti libera dalla sensazione di appartenere al tuo partner del momento, e ti fa sentire ancora più porca, dedita a soddisfare le tue voglie più che quelle dell’amante del momento.
Poi mi stacco da lui, e per cambiare mi piego su Sergio e bacio l’uomo che mi sta penetrando, ringraziandolo del piacere che sto provando grazie al suo cazzo.
Mentre lo bacio, strofino le tette sul suo torace ampio e muscoloso, e fremo sentendo i capezzoli che si sfregano sui peli grigiastri del suo petto.
- Hmmm…
Mi piace, mi piace…
Enrico e Sergio si scambiano un cinque.
- Cambio?
- Vai!
Ci trattano come due vacche.
Si scambiano di posto dopo aver lasciato le nostre fighe vuote a tradimento, e si preparano a prenderci nuovamente ma a parti invertite.
Bene, ho voglia di assaggiare nuovamente anche Enrico. Mi stendo sulla schiena accanto a Eva, scambio con lei un sorriso soddisfatto, e spalanco le gambe per farmi prendere alla missionaria accanto alla mia compagna d’avventure.
I due paraca ci penetrano all’unisono, da bravi camerati. Annaspo, sentendo il cazzo di Enrico affondarmi dentro e arrivarmi contro la cervice al primo affondo. Lo stronzo è meno grosso, ma più lungo e affonda più in profondità del suo amico.
Anche Eva sussulta sorpresa, sentendosi allargare le valve assai di più rispetto alla monta precedente.
Il bello di scopare con Enrico e Sergio è proprio che i loro membri sono così diversi fra loro…
- Aahhh… - annaspa Eva, stringendo le cosce intorno al suo maturo amante.
- Oohhh… - guaisco io, graffiando la schiena del mio giovane stallone.
Lo scambio di partner è un sistema infallibile per far durare un accoppiamento assai più del normale, e i nostri amanti sono valorosi di natura, quindi la scopata si protrae per un bel pezzo non ostante l’ora tarda e i numerosi drink ingeriti da tutti e quattro.
Incredibilmente, questa volta sono io la prima a tagliare il traguardo: sento l’orgasmo montarmi fra le tempie, riempirmi il cervello ed esplodermi giù per la spina dorsale, mentre i capezzoli mi vibrano come missili in procinto di schizzare verso le stelle.
- Aargghhh! – grido, contorcendomi come una serpe schiacciata sotto il mio maschio che continua imperturbabile a fottermi come un trapano – Godo… Godooo…
Non è un orgasmo da mille e una notte, ma è incredibilmente lungo, sembra non finire mai, anche perché il bastardo continua a sbattermi come se non si fosse neppure accorto della mia venuta.
Il mio orgasmo però ha un impatto diretto sulla mia amante: sentendomi godere accanto a sé, Eva raggiunge a sua volta l’apice del piacere e deflagra in un urlo da bestia ferita a morte.
- Oh, mio dio… Sì, vengooo… Oohhh!
Ci dimeniamo come due ossesse mentre i maschi continuano a scoparci, finché l’orgasmo si placa per entrambe, e la cavalcata prosegue come se nulla sia successo.
Essere alta quanto o più del proprio partner ha i suoi vantaggi: Enrico comincia a succhiarmi i capezzoli mentre mi fotte a ritmo accelerato, e a me sembra di toccare nuovamente il cielo.
Deve piacere anche a lui, perché annaspa all’improvviso, perde il ritmo, s’irrigidisce in un perfetto arco dorsale, e lascia andare un rantolo: - Aarghhh…
Non fa alcun tentativo di togliersi. Sa che prendo la pillola, e si lascia andare scaricandosi dentro di me nel letto di mio marito.
Sento la sborra calda riempirmi la vagina e assaporo il completamento del coito, accogliendo dentro di me il seme del mio maschio.
Sergio dura di più, ed è sorprendente considerata la sua età e la conformazione fisica dei due amanti – più stretta lei e più grosso lui – e che dovrebbe comportare un attrito assai superiore rispetto a quello di me e Enrico.
Alla fine però, anche Sergio sborra disastrosamente dentro la sua giovanissima amante, ben felice di lasciarsi riempire tutta della sua essenza vitale.
Giacciamo tutti e quattro nel lettone finalmente fermo e silenzioso, momentaneamente placati.
I maschi pesano sopra i nostri corpi, e noi ragazze ci prendiamo per mano scambiandoci un sorriso.
Poi Enrico e Sergio si scambiano un altro cinque, e si rotolano di fianco, verso i lati del lettone, lasciando Eva e me nel centro.
I due bastardi mi conoscono bene, e sanno che non è finita…
Come potrebbe, con me e Eva seminude nel letto una accanto all’altra?
Passa meno di un minuto, e non resisto più. La abbraccio e la bacio in bocca, i nostri seni si schiacciano fra loro mentre le lingue girano vorticosamente e ci scambiamo la saliva in preda a un improvviso raptus di passione saffica.
Le sfilo completamente il top per succhiarle le tette, facendola sobbalzare dal piacere.
Poi le infilo una mano fra le cosce e trovo il pelo intriso di sbroda, e il sangue mi va alla testa.
Eva spalanca le cosce e mi si offre tutta. Io sgrano gli occhi nel vedere la sua figa slabbrata e scopata di fresco, e la venuta di Sergio che comincia a uscire dalla spacca, bianchissima contro il rosa della carne e il biondo della peluria…
Mi tuffo a divorare quella specie di crema catalana fra le cosce della mia amante lesbica, e lei lancia un gridolino di gioia sentendo la mia lingua sprofondare nella sua fregna calda e bagnata.
- Ah! Aahhh…
La slappo tutta, dimentica della presenza dei maschi che osservano eccitati il nostro connilinguo.
Eva geme di piacere mentre io raccolgo con la lingua tutta la sborra che Sergio ha lasciato dentro la mia giovanissima amica e la ingoio come se fosse crema, sollecitando nel contempo il suo sesso ancora surriscaldato dal recente orgasmo.
Dopo un po’, Eva non ci sta più a subire passivamente le mie iniziative orali, e si rivolta sotto di me fino a raggiungere a sua volta la mia figa usata e sgocciolante.
Ci avvinghiamo una all’altra a sessantanove, ciascuna con la testa fra le cosce dell’altra, intenta ad assaporare con la lingua la creampie della propria compagna.
Sento la lingua impertinente della mia amante sguazzare fra le mie valve spalancate, alla ricerca dello sperma di Enrico che mi cola lentamente dall’interno della vagina, e so che sto per godere di nuovo, e questa volta con forza ancora maggiore.
Con la coda dell’occhio vedo accanto a me che Enrico è nuovamente duro e pronto a fare il suo dovere. Allungo una mano per afferrare la sua coda e avvicinarmela alla bocca e alla figa di Eva, quando la lingua che mi lavora fra le cosce aggredisce a tradimento il mio clitoride indifeso.
- Aargghhh!!! – grido, impazzita dal piacere.
Sborro in faccia a Eva tutto il succo di cui ero ancora piena, inzaccherandole la faccia con un mix di sperma maschile e di liquore vaginale che lei si affretta a raccogliere con la lingua e a inghiottire con mugolii di soddisfazione.
Mi affloscio come un palloncino bucato, stremata dal piacere.
A quel punto, i maschi ringalluzziti prendono in pugno la situazione, o meglio la povera Eva, che si trova adesso a fronteggiarli entrambi da sola.
Non che si tiri indietro, va detto…
Vedo Sergio assumere il comando: si stende di schiena e si tira addosso l’olandesina, che prima gli dà una bella succhiata per intostarlo del tutto, poi gli si impala sopra con un guaito di piacere.
Eva comincia a montare Sergio alla cavallerizza, proprio come avevo fatto io un’oretta prima, e Enrico si mette all’inpiedi offrendole il suo bel cazzo giovane e duro da succhiare.
La mia amica si sgola con impegno mentre cavalca Sergio, ma Enrico non intende concludere la serata a quel modo.
Dopo essersi goduto la gola della mia amichetta, si stacca da lei e si porta alle sue spalle con intenzioni decisamente poco galanti.
Sergio smette per un momento di trivellare Eva dal basso per consentire a Enrico di posizionarsi alle spalle di lei, poi vedo che la ragazza stringe i denti per resistere al dolore e immagino quello che sta succedendo là dietro…
- Piano – annaspa Eva – Mi fai male…
Enrico serra la mascella per lo sforzo, spinge a forza, e l’espressione di Eva si contrae per il dolore mentre lui glielo caccia nel culo.
- Ahiaa! – strilla la ragazzina, sentendosi sfondare da quel secondo cazzo che le affonda nel ventre.
Mi porto una mano fra le cosce e mi sistemo meglio per godermi lo spettacolo.
Enrico affonda dentro la giovane femmina, e Sergio la tiene ferma sopra di sé; Eva strilla, e il tramezzino è bello pieno.
- Oh mio dio – annaspa Eva, piena di cazzo fino alle orecchie – Così mi spaccate in due…
Ancora un attimo di assestamento, poi Enrico comincia a fottere il buco che ha riempito, mandando Eva a sbattere sul cazzo che le intasa la vagina e strappando a lei e a Sergio un primo rantolo di piacere.
Preso il ritmo, i tre cominciano a fottere come bestie e il cigolio del letto si mescola ai gemiti degli amanti che si contorcono e si dimenano come se si fossero del tutto dimenticati della mia esistenza.
I due maschi hanno entrambi goduto da poco, così il sandwich si protrae per un periodo che a me sembra interminabile, fra gli strilli di piacere di Eva e i grugniti di soddisfazione dei maschi che se la stanno sbattendo di gusto.
Ben presto Eva raggiunge l’orgasmo, ma i due tipi sembrano non accorgersene nemmeno, intenti come sono a gustarsi le sue tenere polpe e i suoi buchi roventi, e continuano a fotterla come treni lanciati su un percorso ad alta velocità.
Eva gode, e gode ancora, una catena di orgasmi che la lascia inerte come un pezzo di carne mentre viene sbattuta senza ritegno dai due energumeni che abusano senza pietà del suo giovane corpo.
Alla fine, anche i due raggiungono lo stremo delle forze ed esplodono dentro di lei, svuotandosi le palle un’altra volta prima di stramazzare esausti.
Con un sospiro, mi accingo a ripulire con la lingua il casino fra le cosce della mia ragazza…
Quando torniamo alla Serenissima, comincia ad albeggiare.
Eva barcolla sui tacchi a spillo appoggiandosi a me; cammina a stento, a gambe larghe e singhiozzando ancora per il dolore, ma l’espressione beata sul volto non lascia dubbi su quanto abbia apprezzato la serata.
La scarico sul nostro letto e la aiuto a spogliarsi, poi mi libero a mia volta degli abiti da rimorchio e crollo esausto accanto a lei, soddisfatta e felice.
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