Assassina a sangue freddo

di
genere
orge

Sazanit – o per noi italiani, Saseno - è appena visibile all’orizzonte. La St.Cyril è all’ancora su una secca che chiude l’accesso nord alla baia di Valona, rendendo pericolosa la navigazione alle imbarcazioni maggiori e quindi particolarmente agevole a quelle da diporto.
Accostiamo a distanza di sicurezza e gettiamo le ancore pure noi.
Jasmine rimane a bordo a badare alla Serenissima, e noi caliamo lo zodiac per trasbordare sul panfilo russo.
Siamo in costume da bagno, ma abbiamo con noi in una sacca impermeabile l’occorrente per la serata: con Tanya c’è da stare sicure che ci divertiremo…
E’ una strana impressione tornare a bordo dello yacht del dramma, quando le faide interne alla famiglia di Boris erano degenerate in un duplice attacco di pirati che aveva portato al massacro di ospiti ed equipaggio, a cui alla fine eravamo scampate solo noi, Tanya e lo stesso Boris.
Ricordo benissimo come i ponti del panfilo fossero intrisi di sangue, con resti umani sparsi per ogni dove: i pirati non si erano limitati a uccidere: avevano stuprato e torturato un po’ tutti prima di essere massacrati a loro volta.
Alla fine ci eravamo salvati per il rotto della cuffia con la Serenissima, e Tanya aveva sposato un riconoscente Boris… Che era poi finito a sua volta ammazzato da lei nella dacia di campagna.
Ora Tanya era venuta a recuperare quella che era diventata una sua proprietà, e ci invitava a condividerne il lusso sfrenato.
La bella ucraina che ha ereditato un impero economico ci aspetta sul ponte, allegra e sorridente: i lunghi capelli neri (ma non era bionda?) raccolti in una coda fluente, il corpo snello e pallido avvolto in un prendisole di organza con sotto uno splendido bikini nero striminzito, e un set di braccialetti, collane e orecchini che non possono essere che d’oro massiccio altrimenti con il caldo lascerebbero sgradevoli segni scuri sulla pelle per l’ossidazione.
- Eva, Pat… - ci accoglie, spalancando le braccia – Che piacere rivedervi, ragazze!
Ci bacia sulla bocca senza vergogna davanti al suo equipaggio. Sento la sua lingua e non so trattenermi dal risucchiarla per un istante, pregustando il sapore del suo corpo che so bene non mi sfuggirà… Poi ho come al solito un fremito di gelosia quando la vedo baciare allo stesso modo anche Eva.
Tanya è l’unica persona al mondo capace di farmi sentire gelosa quando abbraccia la mia Eva, e so che per la mia ragazza è lo stesso. E’ per questo che entrambe ci sentiamo attratte in modo perverso da lei…
Mi guardo intorno mentre Tanya ci scorta personalmente alla cabina degli ospiti di riguardo che ci ha destinato: non ci sono tracce della tragedia che si è consumata a bordo mesi prima. I cantieri montenegrini hanno fatto miracoli a far sparire il sangue dai ponti e i fori di pallottola dalle murate, e anche il mobilio è stato completamente rinnovato.
Anche l’equipaggio è nuovo: tutti giovani e aitanti come piacciono a Tanya, e ci sono anche alcune stewardess in uniforme che spiccano per la loro avvenenza… Tutti rigorosamente russi. Mi chiedo se capiscano l’inglese e facciano finta di no, oppure se non lo capiscano affatto… E mi chiedo anche quanti di loro siano guardie del corpo di Tanya e quanti invece agenti dell’FSB russo.
Di sicuro, Ivan è l’uomo di Tanya, in tutti i sensi… Era il capo della sicurezza personale di Boris l’anno prima, ed è stato l’unico testimone della morte dorata del boiardo, che Tanya ha stroncato per infarto scopandolo oltre le umane possibilità. Dopo il luttuoso evento, il tenebroso agente è stato promosso a capo dello staff e Tanya se lo è portato dentro al letto legandolo a sé, un po’ per sicurezza, un po’ per garantirsene la fedeltà… E anche perché è bravo a scoparla.
Ce lo dice lei stessa ridacchiando soddisfatta mentre ci mostra la nostra cabina, che è grande quanto l’intera zona abitativa della Serenissima.
Pranziamo sul ponte, serviti e riveriti come ospiti di riguardo: siamo solo noi tre, anche se noto che Ivan è sempre lì intorno: immagino che quando noi non ci siamo, lui sia sempre al fianco della sua signora e la faccia da padrone…
In fondo non mi dispiacerebbe se si unisse di nuovo a noi; lui oppure qualcun altro dell’equipaggio… Tutti quei maschi intorno mi fanno sangue, e ho decisamente voglia di cazzo.
Guardo Eva, e mi rendo conto che lei è ancora più infoiata di me.
Tanya sta giocando con noi, è evidente… Si deve star divertendo un mondo!
Come prevedevo, è Eva che sbrocca per prima: - Tanya, tutti questi maschioni che ci girano intorno… Hai intenzione di condividere un po’, o tieni tutto per te?
Tanya ridacchia illuminandosi tutta: - Mi chiedevo quando me l’avreste chiesto, ragazze… Veramente io pensavo di divertirci fra noi: è da quando siete partite da Mosca che non assaggio più una femmina!
- Io non prendo un cazzo da oltre un mese – brontolo un po’ seccata – Sarò anche mezza lesbica, ma è da quando ero ragazzina che non osservavo un’astinenza simile.
Tanya mi sorride comprensiva: - Hmmm… Facciamo un affare, Pat: se tu mi presti Eva questa sera, io ti presto Ivan. Così rispettiamo le tradizioni e siamo tutte contente.
La mia ragazza non ci sta ad essere ancora merce di scambio: - Ehi! Io la fica te la lecco più che volentieri, ma anch’io ho voglia di cazzo…
- Tu hai avuto Amir – le ricordo io con cattiveria – Io sono a secco da prima di Alghero…
Ora Tanya ride apertamente: - Okay, okay… Prometto che ci sarà cazzo per tutte! Ricordatevi che anche se ho un debole per voi due, io sono una etero impenitente. Speravo che foste solo un po’ più impazienti di divertirvi con me!
- Lo siamo… - mi giustifico – Ma ti rendi conto cosa vuol dire per due come noi stare a stecchetto così a lungo?
- Ma scusa Pat… Cosa vi ha impedito di farvi una scorpacciata di maschi a ogni porto?
Già. Possiamo raccontarle di Tunisi, ma il mese di Alghero è top secret per lei come per voi lettori, quindi lascio cadere l’argomento dopo averle detto di Jasmine e di come sia finita a bordo della Serenissima.
- Uh… Quindi non solo avete avuto un bel periodo di monogamia lesbica, ma vi siete anche procurate carne fresca!
- Veramente Jasmine ancora non ce la siamo fatta… - ammetto io.
Tanya mi fissa incredula: - Ma Pat! A che serve avere il potere se non ne abusi? Hai una marinaia, ti piace… Fattela!
Una logica assolutamente ineccepibile.
Sorrido e le scocco un bacio affettuoso: Tanya sarà anche un’assassina a sangue freddo, ma mi piace da morire…
Facciamo un bel bagno in piscina schizzandoci come ragazzine, poi ci mettiamo a prendere il sole in topless, senza smettere un istante di chiacchierare.
Noi le raccontiamo le nostre avventure, almeno quelle che possiamo… In particolare la torrida storia che ha concluso la minaccia dei cetnici al largo della costa istriana, e lei ci dice dei suoi problemi con la nomenklatura, con gli uffici dell’amministrazione statale, i guai passati per assumere il pieno controllo dell’impero di Boris.
Ma c’è riuscita. Ora tutti i vecchi contatti di suo marito sono diventati i suoi, e le cose cominciano finalmente a funzionare a pieno regime.
- Siamo tornati in attivo due mesi fa, e in particolare la commessa governativa resa possibile con l’accordo firmato da voi sta rendendo partiolarmente bene. Così ho potuto anche pagare i lavori di raddobbo della St.Cyril e venire a riprendermela. Vi assicuro che è un sollievo staccarmi per un po’ da Mosca e venire al caldo…
Il sole tramonta, e andiamo tutte e tre a rinfrescarci prima di cena.
Dalla nostra cabina Eva telefona a Jasmine per assicurarsi che vada tutto bene… Naturalmente è una telefonata a senso unico: la nostra giovane amica emette un rauco “sì”, e niente altro, ma Eva sa come parlare con lei e così anche io mi rassicuro.
Ci vestiamo per la cena, immaginando che il dopocena sia la parte più importante della serata: Eva indossa una minigonna bianca e una camicetta scollata che valorizzano la sua abbronzatura e il contrasto con gli splendidi capelli biondi.
Io per cambiare metto un tubino nero senza spalle e aderente, che mi fascia dalle ascelle fino a metà coscia… E niente altro a parte l’orologio e i sandali.
Tanya è uno schianto, con un abitino trasparente grigio scuro: deve essersi appassionata all’organza e al see-through look… certo che le dona da pazzi.
Come promesso, Ivan si unisce a noi: non parla una parola di inglese – o almeno così sembra – e quindi non è il massimo della compagnia, però con la sua muscolatura e quell’aria tenebrosa fa la sua porca figura.
Ci sono anche due altri maschietti e una femminuccia che servono a tavola, e poi all’ultimo momento ci raggiunge anche Oleg, il capitano dello yacht.
OK, ammetto che Tanya mi conosce bene: Ivan è un bell’esemplare di maschio, ma a parte il fisico prestante e il fatto che so che scopa da dio, non mi dice molto; Oleg invece è esattamente il mio tipo: sui cinquanta, brizzolato, abbronzato, spalle larghe e sorriso sicuro di sé ma non arrogante… Mi stringe la mano e sono già bagnata.
Fra l’altro, a differenza di Ivan, Oleg qualche parola di inglese la sa, e si sforza almeno di essere educato.
Siamo sul ponte superiore, quello con la jacuzzi, dove ho fatto l’amore con Natasha la notte in cui ci hanno attaccato i pirati… Povera Naty, che brutta fine ha fatto pochi giorni dopo! Tanya è l’unica superstite del gruppetto di modelle che Boris si era portato dietro per divertimento: la selezione della specie può essere spietata.
Siamo in cinque intorno al tavolo: due maschi e tre femmine… Considerato che tutte e tre noi ragazze siamo chi più chi meno di tendenze bisex, si tratta di un gruppetto bene assortito.
Dopo il dessert, e dopo diverse coppe di champagne, da perfetta padrona di casa Tanya dà il via alla festa: mi accarezza una mano con un sorriso, e gentilmente mi sussurra: - Posso?
La vedo indicare Eva con lo sguardo, e sorrido: Tanya è ben consapevole della sua carica erotica e dell’effetto dirompente che ha su di noi… Sa che la nostra amicizia con lei è venata da un’intrigante gelosia che aggiunge pepe alla situazione, e non vuole essere di troppo fra noi, anche se le piace giocare con tutte e due.
Si comporta da amica; e io da amica accetto volentieri di condividere, ben sapendo che anche Eva è attratta da lei: le due in realtà sono assai più complici di quanto lo siamo Tanya e io… Ed è proprio questo che alimenta la mia gelosia latente e che mi eccita così tanto.
Annuisco con un sorriso, e subito Tanya si volge verso Eva per sfiorarle le labbra con un bacio.
E’ come un segnale.
Immediatamente avverto su di me gli sguardi dei due uomini, che sembrano farsi di colpo da puramente cortesi a concupiscenti.
Mi lecco le labbra guardandoli, e nel rendermi conto all’improvviso che sto per concedermi ad entrambi, mi sento riscaldare la fica come fosse un forno a microonde.
La voglia di cazzo mi annebbia il cervello, e mi sento bagnare in mezzo alle gambe.
Probabilmente Ivan percepisce di non essere il mio preferito (mai detto che sia uno sciocco, del resto Tanya non si sarebbe associata a lui se lo fosse stato), e lascia l’iniziativa al capitano della nave: Oleg mi si avvicina e mi accarezza il viso.
Io sorrido di rimando, schiudo appena le labbra e chino il capo di lato offrendo il collo e liberando una zaffata di feromoni.
Il maschio mi sfiora appena le labbra con un bacio, poi preferisce scendere sul collo per eccitarmi di più. Ci sa fare… O forse è Tanya che lo ha informato sui miei gusti scoperecci.
Lo lascio fare per un po’: mi piace come mi bacia sul collo, con grazie e con passione allo stesso tempo. Mi lascio sciogliere, sentendo le sua mani che mi esplorano con calma determinazione, per il momento senza violare l’abitino stretto che indosso.
Poi sento una terza mano, più ruvida e intrusiva, accarezzarmi una coscia, e capisco che anche Ivan adesso è della partita.
Mi sta bene: in genere, il cazzo amo prenderlo doppio… Anche in considerazione del fatto che del maschio in sostanza mi interessa solo la protuberenza riproduttiva e il resto mi risulta piuttosto insipido.
Allargo le gambe e lascio che le dita ruvide di Ivan mi sfiorino la pelle nuda e delicata al loro interno. Mi sto scaldando.
Afferro la nuca di Oleg e manovro la sua testa in modo da poterlo baciare in bocce, e qusta volta non mi accontento delle labbra: voglio la lingua, e gliela mordicchi affamata.
Come reazione lui mi strizza una tetta attraverso il vestito.
Passiamo al risucchio: mi piace conoscere in anticipo il sapore della saliva del partner con cui sto per accoppiarmi.
Oleg gioca con i miei capezzoli che premono attraverso il tessuto del vestito; Ivan intanto continua a fare progressi al di sotto della stoffa, e ha scoperto il mio pelo biondo, già piuttosto umido.
Apro ancora di più le gambe, invitandolo a darsi da fare, e lascio sfuggire un guaito di piacere dentro la bocca di Oleg quando mi sento sfiorare il clito.
E’ il segnale per Oleg di cominciare a spogliarmi: mi scodella fuori le tette e abbassa il vestito sul davanti cominciando a succhiarmi le punte, mentre il suo amico comincia a giocare con la mia fica ormai decisamente bagnata.
Mi lascio andare completamente, abbandonandomi a quelle mani che frugano il mio corpo ormai senza più riguardi. Ansimo, fremo, gemo di piacere…
Poi comincio a muovermi anch’io: trovo la patta di Oleg e comincio ad aprirla, sfoderandone un attrezzo di tutto rispetto e già piacevolmente intostato.
Mi stendo sul divanetto allargando le gambe per dare pieno accesso alle mie intimità, e nel contempo mi porto quel bel cazzo alle labbra per cominciare una fellatio da professionista: voglio che Oleg se la ricordi per un pezzo…
Alzo lo sguardo, e lo spettacolo di Eva e Tanya che pomiciano pesantemente sul divanetto di fronte, dall’altra parte della jacuzzi, mi eccita ancora di più.
Ingoio la cappella di Oleg, ormai dura, e comincio a lavorare con la gola senza nessuna vergogna di essere presa per una puttana: in fondo è quello che sono, e ne vado piuttosto fiera.
Ormai ho il vestito arrotolato completamente intorno alla vita; Ivan ha cominciato a leccarmi la patatina zuppa di voglia, e Oleg mi tormenta i capezzoli mentre gli ciuccio il cazzo.
Poi mi accorgo che Ivan sta cambiando posizione, e lo assecondo: mi metto a quattro zampe in modo da consentirgli di prendermi come una cagna (non mi interessa guardarlo in faccia mentre mi monta, preferisco il cazzo più maturo di Oleg), e nel contempo così posso anche spompinare meglio.
Sul divano di fronte, Eva e Tanya adesso sono seminude e già a sessantanove.
Io alzo lo sguardo e vedo che Oleg è nudo anche lui. Ha una brutta cicatrice sul torace cosparso di peli grigi, ma per il restto è piacevolmente in forma.
- Ugh! – annaspo, sentendomi penetrare senza riguardi nella fica dal cazzo duro di Ivan; subito dopo mi sento afferrare per i fianchi e il maschio dietro di me comincia a scoparmi.
Finalmente! Non ricordo un altro periodo della mia vita da adulta (cioè dai tredici anni) così lungo trascorso senza prendere un cazzo… Quasi quaranta giorni senza carne viva nella fica! E’ vero che ho una certa preferenza per le donne e che faccio l’amore più volte al giorno con la mia compagna, ma non sono mica gay: ho bisogno di cazzo nella vita, indipendentemente da chi ne sia il proprietario.
Finalmente prendo un cazzo in gola e un altro in fica: un classico.
Oleg e Ivan mi scopano a dovere dalle due opposte estremità, riscaldandomi velocemente i sensi e avvicinandomi al piacere con un gioco di squadra che immagino abbiano già sperimentato più volte con la loro padrona: Tanya si sa scegliere i maschi.
Comincio ad avvicinarmi all’orgasmo, e i due marpioni devono accorgersene, perché si fermano per cambiare posizione. Non mi lasciano scegliere: fanno tutto loro, anche se non dimostrano molta fantasia e si scambiano semplicemente di posto.
Ora è Oleg che mi scopa alla pecorina, mentre in bocca sento il sapore della mia fica sul cazzo di Ivan che mi tiene per le orecchie.
La salita verso l’orgasmo ricomincia da capo, e la cosa non mi dispiace affatto: ho tutta la notte a disposizione e non ho nessuna fretta di godere…
Però non sono capace di stare a lungo senza prendere l’iniziativa. Così dopo un po’ li fermo e li costringo a cambiare.
Faccio stendere Ivan, lo succhio un momento per essere sicura che sia sempre bello duro, e poi mi siedo su di lui a smorzacandela, riempiendomi di nuovo la fica di carne. Poi torno a ingoiare il cazzo di Oleg, che sa piacevolmente di me dopo avermi scopata per quasi venti minuti.
Con la coda dell’occhio guardo Eva e Tanya: la mia ragazza ha la testa fra le cosce bianchissime della nostra amica bruna, e le sta divorando la fica facendola impazzire. E’ davvero diventata brava, la mia Eva: quando l’ho conosciuta non era esattamente una neofita, ma fondamentalmente era una ninfetta ciucciacazzi che nel corso di un’orgia non aveva problemi ad assaggiare anche una fica. Ma da quella prima volta a bordo della vecchia barca di Fabio, quando avevamo fatto l’amore per la prima volta dopo aver consumato tutti i maschi presenti, Eva è diventata un’amante perfetta anche per una donna smaliziata ed esperta come Tanya… Per non parlare di me.
Eva non è lesbica: non lo sono neppure io, anche se sicuramente mi colloco più avanti di lei sullo spettro dell’omosessualità; però il sapore della carne femminile le piace, è un condimento estremamente gradito nella sua vita sessuale dove il piatto forte resta sempre il cazzo.
La sua vita affettiva è diversa: lì so benissimo di avere una parte fondamentale, se non l’unica in assoluto, così come lei ce l’ha nella mia.
- Hmmm… - annaspo, improvvisamente vicina all’orgasmo più di quanto non mi aspettassi – Ghh!
Ho Oleg in gola, e Ivan ora mi pastrugna le tette da sotto mentre io lo cavalco rotolandogli i fianchi sui lombi, però adesso ha preso improvvisamente a sferrarmi colpi dal basso con più forza di quanto non mi aspettassi: sto già per godere.
Mi fermo e sputo il cazzo alzando lo sguardo su Oleg.
- Ho ancora un buco libero, lì dietro… Cosa ne diresti di riempirmelo?
Il russo mi guarda un istante perplesso, poi s’illumina afferrando finalmente le mie parole in inglese.
Si sposta alle mie spalle, cercando di destreggiarsi fra le gambe mie e quelle di Ivan, e finalmente sento il suo cazzo duro premere contro la mia entrata posteriore.
Ho il cazzo di Ivan in fregna, così la penetrazione non è molto agevole, ma dopo aver cambiato posizione un paio di volte, Oleg riesce un po’ alla volta a penetrarmi nell’ano.
- Aahhh… - annaspo, sospesa fra il dolore e il piacere – Sì, così… Più forte!
Il cazzo del lupo di mare mi affonda dolorosamente nel retto, strappandomi un urlo che fa voltare Tanya quando già si apprestava a godere in bocca a Eva.
Ivan mi agguanta per le chiappe come per aprirmele e consentire un accesso più profondo al suo “collega”, poi Oleg comincia a fottermi con forza, imprimendo il ritmo anche alla scopata di Ivan, e io comincio a strillare di piacere.
Ero riuscita a respingere indietro l’orgasmo, ma adesso le sensazioni che provo sono così intense che lo sento approssimarsi di nuovo sempre più rapidamente.
Bene, decido di accoglierlo a braccia aperte.
Urlo: - Aahhh! Sì, godo… Godooo!!!
Mi contorco come una serpe in mezzo ai miei due maschi, ma loro mi stringono e mi impalano con abbastanza forza da tenermi saldamente infilzata fra loro e da continuare il nostro accoppiamento multiplo senza interruzioni, indipendentemente dal mio orgasmo.
Perdo le forze e anche ogni controllo, e adesso sono solo un pezzo di carne che loro si sbattono come meglio preferiscono: la conseguenza è che il mio orgasmo si prolunga per un tempo indefinito, prosciugandomi completamente e facendomi latrare con voce rauca, proprio come una cagna in calore…
Quel torrido tramezzino sarà durato almeno mezz’ora, non so… Sembrava semplicemente non finire mai, e io continuavo a godere senza freni né controllo, completamente in balia di quei miei due maschi occasionali.
Quando finalmente mi lasciano andare, spenta e esaurita dal mio stesso piacere, io rotolo di lato e vedo vagamente che Eva e Tanya si stanno avvicinando.
Mi ignorano completamente; i due maschi si alzano in piedi con i cazzi eretti e duri, e le ragazze se li dividono da brave amiche: due etero che esauriti i giochi saffici sono pronte a rendere il dovuto omaggio a Priapo.
Eva si inginocchia avida davanti a Ivan, Tanya si piega sull’uccello di Oleg, e non sembra disturbata dal fatto che mi sia appena uscito dal culo: come la sua amica accanto a lei, spalanca la bocca e comincia a spompiare con forza.
La doppia fellatio non dura a lungo: per quanto abbiano dimostrato un incredibile autocontrollo, dopo avermi scopata così a lungo i due uomini sono al limite, e cedono quasi subito alle bocche affamate delle due ragazze.
- Aarghhh… - rantola Ivan, eiaculando abbondantemente in faccia a Eva, che si lascia schizzare tutta con un ghigno satanico sul suo visetto angelico.
- Ugh! – annaspa Oleg, più contenuto, venendosene in bocca alla sua datrice di lavoro, che a differenza dell’amica ingoia tutto voracemente senza perdere una goccia.
Dopo essere stati completamente munti, i due maschi si lasciano ricadere sul divanetto accanto a me, uno da una parte e uno dall’altra, entrambi pallidissimi.
Tanya si accosta invece a Eva e la bacia in bocca.
Vedo le loro lingue intrecciarsi e scambiarsi i residui di sborra che entrambe hanno in bocca, mentre Tanya accarezza le tette di Eva, che grondano liquido seminale biancastro e appiccicoso…
Si scambiano torride paroline affettuose che non posso cogliere, ridacchiano soddisfatte e si girano a guardare verso di me… Verso di noi, perché siamo ammucchiati tutti e tre sul divano, nudi, sudati e sfatti.
Ma le ragazze non ne hanno abbastanza.
Si alzano in piedi e si avvicinano, quasi minacciose.
Ora Tanya punta decisamente Ivan, mentre Eva viene a sedersi fra me e Oleg.
La bruna prende il suo uomo per la collottola e lui si alza obbediente mentre lei se lo trascina verso la jacuzzi.
La biondina mi bacia in bocca, strofinandosi nuda contro di me e bagnandomi di tutta la sborra di cui è imbrattata dagli occhi all’ombelico.
- Adesso ho voglia di te… - mi sussurra in italiano.
Ma con la mano sta già saggiando il cazzo di Oleg, e so che in realtà vuole essere scopata.
Mi sembra giusto: è il suo turno di prendere un po’ di maschio in pancia… Ed è mio dovere di amante aiutarla ad ottenere il suo piacere.
Ci inginocchiamo una accanto all’altra e ci dedichiamo di lingua al cazzo bazzotto del capitano, accarezzandolo e lappandolo dalle palle mosce alla cappella ancora tosta.
Lui emette un lamento giosioso e ci accarezza entrambe sulla testa mentre gli pratichiamo un pompino stereo che non si era assolutamente aspettato.
- Oohhh… - ansima – Da… Da!
Alle nostre spalle uno sciacquio: Tanya deve essere entrata nella vasca tirandosi dietro il suo cazzo preferito. Buon per lei…
Oleg è un maschio ancora abbastanza vigoroso: il suo uccello si erge nuovamente solido e affidabile, e vedo gli occhi blu della mia compagna brillare di libidine.
- Lo vuoi? – le sussurro piano.
La ragazza bionda annuisce vigorosamente, chiaramente infoiata.
Mi nomino regista e la faccio mettere a pecora sul ponte di legno, con il mio vestito sotto le ginocchia perché non si faccia male; Oleg le va dietro per montarla, e io vado a piazzarmi a cosce aperte davanti al suo musetto ancora imbrattato di sborra.
Lui la penetra lentamente da dietro, come aveva fatto prima con me, e lei emette un lungo gemito di piacere; poi, una volta a pancia piena, si flette in avanti insinuando il viso fra le mie gambe nude e comincia a brucare con la lingua nel mio cespuglio bondo, inzuppato di desiderio.
- Aahhh! – dalle labbra mi sfugge un bramito di piacere nel sentire la lingua esperta della mia compagna lambirmi le labbra ancora aperte dopo l’ultimo orgasmo.
Il capitano ha le palle vuote, e una volta che ce l’ha duro può andare avanti per un bel pezzo: Eva è fortunata, e infatti comincia ben presto a strepitare di piacere mentre cerca inutilmente di concentrarsi sulla mia fica.
Mi rendo conto che per lei non è facile, e decido di aiutarla con un dito per facilitarle il compito di farmi godere.
Oleg è davvero efficiente, e l’olandesina viene fulminata dal piacere in meno di dieci minuti, e con le sue grida cerca di farlo sapere a tutta l’Albania.
Scalcia e strepita mentre gode, ma non rinuncia al tentativo di dare piacere anche a me: è davvero una ragazzina innamorata…
Io la aiuto tormentandomi il bottoncino con le dita, e finalmente godo appresso a lei, sbrodolandole in faccia il mio piacere con un lungo, lamentoso rantolo soddisfatto.
Oleg ne ha ancora per altri dieci minuti, e riesce a far godere Eva per la seconda volta, prima di sfogarsi dentro di lei e depositarle in fondo all’utero le sue ultime gocce di sperma.
Disfatta, Eva si accascia soddisfatta fra le mie cosce, scossa dagli ultimi sussulti di piacere.
Mi sollevo sui gomiti, appagata a mia volta. Oleg mi guarda con un sorriso spento; gli sorrido grata, ma mi sono già dimenticata di lui: adesso sto guardando Tanya, che vedo uscire dalla vasca come Venere dalla conchiglia, portandosi dietro il suo Ivan con un’espressione vorace sul viso.
Mi strizza l’occhio con aria malandrina, e si avvia verso la sua cabina con il cazzo della sua guardia del corpo in mano come fosse un guinzaglio.
Eva e io seguiamo il suo esempio non appena riusciamo ad alzarci in piedi, e cerchiamo di raggiungere il nostro letto.

Adoro il mare.
Mi piace la spiaggia, mi piace il sole, ma più di tutto, mi piace nuotare, sguazzare nell’acqua in ogni modo. Meglio se l’acqua è profonda e limpida…
Il banco di sabbia al largo di Saseno è uno spasso, pieno di pesci ma con poche alghe… Come mai pieno di pesci se è tutta sabbia, chiederete voi? Semplice: perché è pieno di relitti di navi che ci si sono incagliate nel corso dei secoli, e che oggi offrono un magnifico rifugio alle più variegate forme di vita dell’Adriatico.
Siamo in acqua tutte assieme: Tanya, Eva e io, e con noi c’è anche Ivan, che non lascia mai sola la sua padrona.
Abbiamo preso le bombole e ci siamo buttate per esplorare questi fondali noti agli appassionati ma ancora non troppo frequentati dal turismo di massa… Infatti ci siamo solo noi.
Il mio istruttore di sub inorridirebbe se vedesse cosa stiamo facendo: esploriamo un relitto. Contro ogni norma di sicurezza… Ma si sa, Tanya è ricca e i ricchi, oltre ad avere poco rispetto per le leggi, hanno anche questa compulsione a cercare emozioni pericolose.
Per me va bene, a me piace l’adrenalina.
Certo, è un relitto per modo di dire… Probabilmente un peschereccio pugliese degli anni ’50. Non è che ci sia molto di interessante dentro, a parte i pesci, ma è eccitante entrarci proprio perché è proibito e pericoloso.
Insomma, non cerco giustificazioni: ero la più adulta del gruppo e avrei dovuto insistere per non andarci… Invece sono stata la più entusiasta quando Tanya ce l’ha proposto, e quella matura ha provato ad esserlo Eva (tanto per cambiare…).
Poi Ivan ha detto che ci avrebbe accompagnato lui, e io mi sono convinta definitivamente.
Insomma, eccoci qui, a oltre venti metri, in un’acqua cristallina splendida e alle prese con la nostra piccola avventura.
Andiamo per coppie, ovviamente io e Eva, mentre Ivan non molla Tanya.
Noi andiamo ad esplorare a prua, dove abbiamo visto un intero banco di pesci annidarsi fra le alghe e i mitili, mentre loro vanno a poppa a cercare di entrare nei locali interni, o in ciò che ne resta…
Restiamo separati pochi minuti, poi andiamo a cercarli.
Non sono nella timoneria, quindi devono essere entrati attraverso la voragine che un tempo doveva essere stata un boccaporto… Infatti da dentro viene il bagliore di una luce elettrica.
Metto la testa dentro.
Eccoli… Diavolo, si sono infilati nei locali macchine, il buco più stretto del relitto, dove è più facile restare impigliati.
E infatti, sembra che abbiano dei problemi.
Sono avvinghiati, e rotolano su sé stessi… La lampada è caduta e illumina la scena a tratti, ma vedo Tanya che strappa la maschera e il respiratore a Ivan con un colpo netto… Prima che possa riavermi dalla sorpresa vedo Ivan con il coltello da sub in pugno.
Scatto in avanti: non so cosa stia succedendo, ma non permetterò a quel bruto di minacciare la mia amica con un’arma.
Ivan non può respirare, e si muove a strappi. E’ molto forte, ma io mi aggrappo al suo braccio e riesco a fargli saltare via il coltello.
E’ impazzito, bisogna tirarlo fuori prima che sia troppo tardi…
Tanya mi prende un braccio e scuote la testa. Non capisco, lei ora è libera, ma Ivan sta affogando…
Lei lo spinge con forza contro il tetto dello scompartimento, bloccandolo lì.
Ivan cerca di spingersi verso l’uscita, ma lei lo tiene fermo… Il russo adesso è cianotico, le sferra un pugno, ma nell’acqua riesce solo ad essere ridicolo. Mi avvicino, ma Tanya mi fa nuovamente cenno di stare lontana. Esito un istante, e vedo Ivan strabuzzare gli occhi e rimanere immobile.
Cosa diavolo sta succedendo?
Eva è sull’entrata: non può avvicinarsi di più, o rimarremo bloccati anche noi.
Tanya tiene Ivan fermo contro la paratia, e vedo le ultime bolle sfuggire dalla bocca dell’uomo ormai immobile: ormai deve avere i polmoni pieni d’acqua.
Faccio di nuovo per avvicinarmi, e Tanya nuovamente mi ferma con un gesto. Appare calma, chiaramente in controllo: sa quel che sta facendo.
Controlla l’orologio, e io la guardo perplessa.
Dopo un po’ mi fa un cenno, e mi permette di aiutarla a tirarlo fuori da lì, ma ho idea che non ci siano massaggio cardiaco o respirazione artificile che tengano dopo tutto quel tempo sott’acqua senza respirare.
Come sospettavo ha i polmoni pieni d’acqua ed è pesantissimo… Dobbiamo sganciare le bombole e la cintura per spingerlo in superfice.
La St.Cyril è a circa un chilometro: dobbiamo arrampicarci sullo zodiac, e ci vogliono alcuni minuti, anche perché Ivan è davvero pesante e tirarlo a bordo è un casino…
Sullo zodiac, mentre faccio tutto motore verso il suo yacht, cerco di farmi spiegare da Tanya cosa diavolo sia successo… Mi sembra di essere di nuovo nella sua dannata dacia, davanti al cadavere di Boris.
Ivan era l’unico a sapere cosa fosse successo quella notte. Si allargava, rosicchiandosi sempre più potere accanto a Tanya, e cominciava a comportarsi come se fosse veramente il suo uomo: era perfino geloso, e il personale aveva cominciato a temerlo.
- Non potevo semplicemente licenziarlo: sarebbe andato dritto all’FSB a denunciarmi. E forse prima o poi lo avrebbe fatto comunque… Per farlo contento avrei dovuto sposarlo e dividere tutto con lui. Mi sembrava un po’ troppo.
- Maledizione Tanya, questo posso anche capirlo… Ma perché diavolo coinvolgere di nuovo Eva e me?
Un sorriso triste: - Se mi fossi fatta aiutare da chiunque altro in Russia, avrei avuto di nuovo lo stesso problema nel giro di pochi mesi. Da sola avevo paura di non farcela… E se vi avessi chiesto aiuto, avreste potuto rifiutarvi. Ma sapevo che se mi aveste visto in pericolo, non avreste esitato ad aiutarmi.
- Tanya! Se mai ho sentito casi in cui qualcuno ha abusato dell’amicizia…
- Lo so. Ti ho ingannata ancora… Ma cos’altro avrei potuto fare?
Apro la bocca e mi rendo conto di non avere nessuna idea… Così la richiudo.
Ivan era un pessimo soggetto, e posso capire che Tanya non intendesse passare con lui il resto della vita per paura di essere denunciata o peggio… Ed è chiaro che allontanarlo in modo pacifico non sarebbe stato possibile.
- Tanya, ti odio!
Un sorriso un po’ meno triste: - Davvero, Pat? Ne sei proprio sicura? Da come ti sei precipitata in mio soccorso, non l’avrei mai detto…
Ha vinto lei. Di nuovo.
- Tanya, io non ti odio – intervenne Eva, che fino a quel momento era stata stranamente in silenzio – Però ti confesso che adesso sono un po’ preoccupata. Vedi, capisco perfettamente che dovevi togliere di mezzo Ivan perché sapeva tutto sulla morte di Boris… Ma vedi, sappiamo tutto anche Pat e io. Pensi che stanotte potremo dormire tranquille sul tuo yacht?
Tanya ci guarda mordendosi le labbra: - Vi faccio orrore, vero?
- Non so se ci fai orrore, ma di sicuro a me adesso fai un po’ paura.
- Eva, tesoro… Voi due non siete al soldo dell’FSB, e non credo neppure che possiate esserne influenzate... A dirla tutta, mi sembra più probabile che siate in contatto con la CIA dopo quello che è successo a Mosca, o magari con i servizi europei. Voi non potete ricattarmi come avrebbe potuto fare Ivan, e se provaste a farlo vi ritrovereste schiave dell’FSB a vostra volta. No, al massimo potreste chiedermi dei soldi, e io sarei felice di darveli perché non mi mancano… Ma conoscendovi, non credo che lo farete.
Io brontolo seccata: - Diciamo che se ci trovassimo nei guai, non ci faremmo troppi scrupoli a chiederti aiuto…
- Perfetto! E spero proprio che lo farete, perché io vi devo due volte la vita e sarei felicissima di aiutarvi in qualunque momento e in qualsiasi modo!
Accidenti, messa così, sembra davvero di avere a che fare con una brava ragazza…
Ci sa fare la brunetta!
Eva esita un istante e la abbraccia. Tanya resta sorpresa un momento, poi risponde all’abbraccio con evidente trasporto.
Sospiro: sto alla barra e non posso alzarmi, ma le scocco un bacio.
Tanya è un’assassina, ma un’assassina adorabile…

Il medico di bordo della St.Cyril può solo certificare il decesso: Ivan è affogato. La storia di Tanya è plausibile, sapevano tutti che stavamo facendo qualcosa di pericoloso e anche proibito, e che lo facevamo per il gusto di farlo… Ivan è stato sfortunato.
Nessuno si chiede perché manchino le sue bombole e la maschera: è ovvio che le abbiamo abbandonate in mare per soccorrerlo, come è ovvio che non avvertiremo le autorità visto che esiste una responsabilità oggettiva per quel che abbiamo fatto… In Russia nessuno farà domande quando Tanya riferirà l’accaduto.
E’ incredibile quanto sia semplice mettere tutto a tacere.
Ceniamo tranquillamente fra noi tre, e riusciamo perfino ad essere allegre.
La nostra ambigua amicizia alla fine ne è uscita addirittura rafforzata, e io non posso fare a meno di sentire un languore fra le gambe…
Maledizione, non è una bella cosa sentirsi in fregola ogni volta che uccido qualcuno, o sono partecipe di un omicidio, però è così.
No, non dormiremo preoccupate nella nostra cabina sullo yacht di Tanya: sappiamo di non essere in pericolo.
Piuttosto, forse non dormiremo affatto.
Eva ha già consumato la sua riunione con Tanya, e considerate le sue tendenze sessuali non ha un particolare desiderio di proseguire i giochi con lei… Non quando ci sono tanti giovani e aitanti marinai russi intorno con cui divertirsi.
Io di contro, non ho ancora rinverdito la nostra reciproca conoscenza carnale con la bella assassina, e l’accaduto mi ha resa particolarmente attratta da lei.
E’ così che al termine della serata tutto accade in modo piuttosto naturale: Eva si apparta con un paio di marinai con cui ha flirtato a distanza per tutto il pomeriggio, e io mi ritrovo sola a tavola con Tanya, che mi sorride languida.
Mi chiedo se l’arrendevolezza con cui cede alle mie voglie sia solo parte della sua gratitudine, ma se anche fosse? Lei è una etero convinta, ma non è la prima volta che mi si concede, e so riconoscere una fica asciutta e legnosa che si dà via per necessità da una calda e bagnata che si abbandona al piacere.
Probabilmente per Tanya è come per me: uccidere la eccita sessualmente, e consumare un rapporto con una complice la eccita più che farlo con un suo dipendente qualunque.
Sia come sia, finiamo nella sua cabina, lei e io da sole.
Lei ha bevuto un po’, ed è alticcia: probabilmente anche per lasciarsi andare meglio con me… Ma è sempre bellissima. Spero che Eva non sia gelosa, ma penso che ormai Tanya sia parte della nostra vita di coppia come già lo sono altri, a Venezia e a Rimini.
Ci lasciamo andare una fra le braccia dell’altra, ci abbracciamo, ci accarezziamo, ci baciamo in bocca scivolando sul letto…
Ho detto una cosa imprecisa: no, non siamo del tutto da sole nella sua grande cabina: ho portato con me il mio strapon, perché immagino sarà più facile soddisfare con quello la mia pericolosa compagna di letto…

- Aahhh!!!
Tanya urla di dolore, e non posso darle torto: l’ho sfondata in culo con il mio strapon senza prepararla bene: le ho solo leccato un po’ il buchetto e ci ho sputato sopra, e non ho usato nessun lubrificante specifico… Ma in fondo mi eccita farle un po’ male.
E’ stata un bambina cattiva, e merita una punizione.
Non per Ivan, ma per lo spavento che mi ha fatto prendere.
In un certo senso lei sembra essere d’accordo con me, perché mi incita a darci dentro di brutto, a farle male e a non avere riguardi per lei… Di solito le piace essere strapazzata un po’, come del resto piace alla maggior parte delle donne (o no?), però questa volta sembra davvero prendre gusto dal dolore che le infliggo. Bene.
La inculo senza pietà con lo strapon quasi asciutto, rivoltandole lo sfintere e scovolandole il retto fino a farla piangere.
Dopo un po’ lei comincia a masturbarsi con la faccia nel cuscino, e alla fine ragiungiamo insieme l’orgasmo con un urlo quasi simultaneo.
Crolliamo sul materasso, e lei si rivolta per abbracciarmi, il volto rigato dalle lacrime.
Ci baciamo in bocca, lentamente ma con passione, finché i suoi singhiozzi non si placano e lei si accovaccia fra le mie braccia, finalmente placata.
Ci addormentiamo così, abbracciate guancia a guancia, nel lettone morbido di Tanya…
Quando raggiungo la nostra cabina il mattino dopo, Eva giace nuda nel letto devastato.
Tracce abbondanti di sperma ormai asciutto le incrostano i capelli e il viso, per non parlare delle tette. Fra le cosce poi, è un vero disastro: lì la sborra non si è ancora seccata del tutto, alimentata da quel che ancora scola lentamente da entrambi i buchi usati di fresco. Le lenzuala sono chiazzate in più punti, ma specialmente fra le sue gambe ancora spalancate… La fica è ancora parzialmente dischiusa e mostra l’interno delle valve, madide di piacere; il pelo biondo è impastato di liquami maschili e femminili frammisti e parzialmente asciutti. Non posso vedere l’ano, ma mi immagino che debba essere infiammato di brutto.
E’ bellissima.
Mi stendo accanto a lei e comincio a leccarla lentamente: parto dal seno, e lo ripulisco meglio che posso dalle incrostazioni che lo imbrattano, per poi scendere lentamente sul pancino piatto, a lambire l’ombelico e poi i primi peluzzi del pube.
Mi dedico per almeno mezz’ora alla fica, assaporando gli avanzi della gloriosa cavalcata della mia ragazza con i suoi due amanti improvvisati, dei quali sono sicura non ricorderà neanche i nomi… Quando con la lingua scivolo fra le grandi labbra e comincio a ripulire la crema ancora fresca di cui è piena, lei comincia a risvegliarsi.
Ma ci vogliono ancora almeno dieci minuti prima che si renda conto di dove si trova e di cosa le stia succedendo.
Quando accade, si lascia sfuggire un lungo lamento di piacere, richiude le cosce bagnate intorno alla mia testa e comincia ad accarezzarmi i capelli mentre io scavo con la lingua dentro di lei, più a fondo che posso, per suggere tutto il nettare che nasconde dentro di sé.
- Aahhh… - geme Eva, in estasi – Pat, mi fai morire!
No, io voglio che viva, e che goda…
Spingo più in fondo, fino a farmi dolere la lingua, alla ricerca del suo punto G.
- AAHHH!!!
L’ho trovato.
Eva mi sbrodola in bocca, e io bevo i suoi succhi freschi, piacevolmente mescolati a quelli promisqui avanzati dalla sera prima.
Continuo a leccarla finché il suo orgasmo non si placa, e allora torno ad arrampicarmi su di lei per baciarla in bocca.
Abbiamo entrambe le labbra sporche: asciutte le sue, imbrattate di fresco le mie… E’ un bacio particolarmente saporito, e dura a lungo.
- Buongiorno, amore mio…
- Buongiorno… Dio Pat, quanto ti amo!

Anche questa volta gli eventi violenti accaduti sulla St.Cyril rimarranno un segreto. Tanya ha tutti gli agganci necessari perché questo avvenga, e il suo equipaggio ci tiene al proprio ingaggio: nessuno dirà niente.
Tanya ci saluta con un abbraccio che sento sincero: la nostra povera amica è intrappolata in un gioco mortale, e lo affronta come può. E’ difficile e ingeneroso giudicarla: deve sentirsi terribilmente sola.
- Venite a trovarmi a Mosca, vi prego…
- Devi ammazzare qualcun altro? – le chiedo un po’ acida.
Poi mi accorgo che c’è rimasta male e la abbraccio forte: - Scusa, non volevo ferirti… Solo promettimi che la prossima volta che hai bisogno di aiuto, ci dirai tutto: e soprattutto, che ce lo dirai prima.
- Così quando ti aiuteremo – aggiunge Eva con un sorriso da psicologa – Lo faremo di nostra libera volontà, e tu dopo non ti sentirai in colpa con noi.
La solita psicologa in erba: l’empatia di Eva mi spiazza sempre…
Come al solito, la mia compagna ha fatto centro, e infatti Tanya sorride: - Va bene ragazze. Me lo ricorderò, ve lo prometto.
Un ultimo bacio, poi ci lasciamo.
Torniamo con lo zodiac alla Serenissima, e la St.Cyril salpa l’ancora diretta a sud: il suo nuovo approdo sarà Creta, dove Tanya andrà in vacanza l’anno prossimo e dove la nave verrà manutenzionata a dovere per tutto l’inverno.
Noi partiamo subito dopo, dirette a nord… Giulia ci aspetta.

Jasmine ci ha fatto trovare la barca in condizioni perfette: lucida e scintillante come fosse nuova, i letti fatti e il pranzo pronto.
Ci osserva con un sorriso timido mentre ci guardiamo intorno piacevolmente sorprese, e io mi rendo conto che ormai la piccola berbera è andata oltre la gratitudine: sarà il caso di cominciare a passarle uno stipendio regolare per il suo lavoro.
Una volta impostata la rotta per nord-ovest, mi libero degli abiti superflui, faccio una doccia e mi fermo davanti al crypto della radio di bordo, pensierosa.
Alla fine decido di farlo: invio un rapporto completo all’Agenzia sull’accaduto. Mi limito a lasciare nel vago la responsabilità dell’aggressione, lasciando capire che potrebbe essere stato Ivan ad assaltare Tanya, e quindi che qualcuno a Mosca potrebbe avere interesse ad uccidere la giovane erede dell’impero di Boris.
Con tutti i nemici che si ritrova, potrebbe essere utile a Tanya avere qualcuno in Occidente consapevole dei rischi che sta correndo…

Imbarchiamo Giulia al porto di Ancona, dove si è fatta accompagnare da Enzo, e appena al largo lei si libera dei vestiti e si butta a prendere il sole nuda sul ponte: finalmente è arrivato anche per lei il momento di godersi una vacanza di mare. Finora quest’estate praticamente ha visto solo la camera da letto del suo ragazzo, e dopo essersi dedicata a fare sesso con lui per tre settimane di fila, ha proprio fatto il pieno di cazzo.
Lo dice proprio in questi termini, facendoci l’occhiolino dopo averci abbracciate entrambe e aver fatto lingua in bocca solo con Eva, che già pregusta le carni tenere di mia figlia…
Il monte Conero scompare all’orizzonte, e la Serenissima è nuovamente nel cuore dell’Adriatico.

Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
scritto il
2016-10-20
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