La prima volta di Jasmine

di
genere
saffico

C’è da lavorare.
Ci sono diverse proposte di acquisto per le proprietà che abbiamo messo a portafoglio due mesi prima in Dalmazia, e dobbiamo saltellare un po’ fra un’isola e l’altra per incontrare i clienti e far loro visionare gli immobili… Naturalmente il fatto di accompagnare la visita con qualche ora a bordo della Serenissima e magari con uno spuntino preparato da Jasmine incoraggia parecchio i clienti.
Gli affari sembrano andare bene, a dispetto della crisi immobiliare: dobbiamo muoverci continuamente e questo ci costa una fortuna in carburante e diritti di attracco, ma ne vale la pena… E poi è un lavoro gradevole.

Giulia ha legato abbastanza in fretta con Jasmine.
Le due sono quasi coetanee, e anche se la graziosa berbera non parla praticamente mai, ha un modo di fare attivo e coinvolgente che non può non andare a genio a una estroversa come la Giulia.
Fra l’altro, le due hanno entrambe una predisposizione naturale al mare e alla navigazione, e passano diverso tempo insieme a lavorare sui dettagli più minuti della Serenissima… Controllano, lucidano e manutenzionano tutto quello che trovano, compresi elementi che anche Eva e io, che siamo le proprietarie, non abbiamo mai neppure visto; e lo fanno con evidente soddisfazione.
Con loro due a bordo, la nostra barca sarà sempre in condizioni perfette.

Lasciamo Curzola dopo aver venduto la casetta vicino a quella di Marco Polo e facciamo rotta a nord in direzione di Zara.
Esco dalla zona delle isole e una volta in mare aperto imposto la rotta, la impongo al pilota automatico e controllo tutti gli indicatori dei motori. Comunico la rotta alla Guardia Costiera, getto uno sguardo al radar per accertarmi di non avere nessuno intorno, poi mi alzo in piedi, mi sgranchisco la schiena e appendo la giacca da capitano allo schienale del sedile.
Scivolo anche fuori dalle braghette e dalla canotta, e mi crogiolo un istante al sole completamente nuda, inspirando la brezza che sa di salsedine.
Poi, rilassata, mi guardo intorno.
Nessuno.
Storco il naso: dopo colazione ho visto per un po’ Jasmine che si muoveva lucidando e rassettando in giro come una giovane ape industriosa, ma Eva e Giulia sono proprio sparite.
Sospetto che le due troiette si siano defilate come al solito e stiano scopando da qualche parte senza di me. Mi sento stringere lo stomaco dalla gelosia: per quanto mi sforzi, non posso fare a meno di pensare che Giulia sia l’unica persona al mondo in grado di portarmi via Eva… So che è un pensiero praticamente ridicolo oltre che ingeneroso verso entrambe, considerato che a Giulia i ragazzi piacciono troppo e che Eva mi ama, però la gelosia è una brutta bestia.
Inoltre, quelle due hanno davvero l’abitudine di fare sesso fra loro, quindi il mio dubbio è abbastanza ragionevole.
Sono sicuramente nella cabina padronale. Scendo come una furia sottocoperta, attraverso la sala e piombo in cabina.
Nessuno.
Il letto è intonso (Jasmine deve essere passata dopo che l’ho rifatto io, perché adesso è perfetto) e anche il bagno è uno specchio.
Torno pensierosa sui miei passi diretta alle cabine di poppa…
- Qualche problema?
Alzo la testa di scatto e vedo Eva, seduta da sola al computer e intenta a controllare i nostri conti.
Mi sento un’idiota e non posso fare a meno di arrossire. Devo esserle passata accanto così di furia che non l’ho neanche vista…
- No, è solo che non trovo Giulia da nessuna parte.
Spero che la mia compagna non noti il mio rossore, ma non ho fatto i conti con i suoi studi di psicologia.
- No, oggi non l’ho ancora scopata – mi dice con un sorriso ironico – Hai guardato se è nella sua cabina? Magari sta studiando.
- Hmmm… Giusto.
Si alza e viene con me, non prima di avermi dato un buffetto e una carezza amorevole sul sedere.
L’imbarazzo mi passa di colpo. Eva ha un talento naturale per farmi sentire a mio agio… Dio quanto la amo!
Passiamo davanti al cucinino deserto e ai bagni e raggiungiamo le cabine di poppa.
La stanza di Giulia è vuota, perfettamente in ordine anche quella.
- Ma dove diavolo…
- Sshttt! – mi zittisce Eva.
Tendo l’orecchio e lo sento anche io: un mugolìo soffocato.
Ci guardiamo in faccia un po’ perplesse, poi Eva si volta verso la porta chiusa della cabina di Jasmine.
Finora abbiamo sempre cercato di rispettare la sua privacy: in fondo la piccola berbera è un membro dell’equipaggio, non una compagna di letto. Ma stavolta Eva apre silenziosamente la maniglia e schiude leggermente l’uscio abbastanza da guardare dentro.
Il suono dei gemiti aumenta d’intensità.
Dentro la luce è spenta, ma riusciamo a vedere i due corpi nudi che si strofinano uno sull’altro…
Hai capito! La mia Giulia si sta facendo la bella Jasmine…
Non so se mettermi a ridere o se sentirmi defraudata: insomma, la lesbica anziana di bordo sono io. Eva è una conversa che continua a preferire i maschi anche se è innamorata di me, e Giulia è una minorenne appena rivelatasi una divoratrice di cazzi, che si concede al massimo qualche diversione con Eva e perfino con me quando non ci sono ragazzi in giro, ma è dichiaratamente etero… Jasmine poi, reduce dallo stupro al largo di Tunisi, sembrava refrattaria a qualsiasi avanche sessuale!
Possibile che sia stata proprio Giulia a sedurla?
Eva richiude la porta con discrezione, privandomi dello spettacolo di mia figlia intenta a sbaciucchiarsi con la sua nuova amichetta e a fare fica contro fica con lei… Peccato, perché era un bel vedere.
Vedo la mia ragazza ridacchiare silenziosamente, e poi farmi cenno di risalire sul ponte per non disturbare le due cerbiatte.
Una volta al sole, scoppiamo a ridere tutte e due.
In realtà c’era una specie di sfida non dicharata fra di noi, a che sarebbe riuscita per prima a svezzare Jasmine senza spaventarla e senza forzarle la mano… Dentro di me avevo pensato che probabilmente alla fine l’avremmo fatto insieme, coinvolgendola di comune accordo nei nostri giochi quando l’avessimo sentita pronta.
E invece, ecco che se ne arriva fresca fresca la Giulia, non ancora quindicenne, e se la porta tranquillamente a letto già il secondo giorno dopo averla conosciuta!
- Imbarazzante – sogghigna Eva, sconcertata.
- Davvero! Mi chiedo se non si meritino una bella punizione…
- Oh? E a cosa pensavi: far fare a tutte e due un giro di chiglia? Oppure legarle alla prua per atti osceni a bordo?
Ci penso su: tutte e due sarebbero delle graziose polene per la Serenissima. Mi viene da ripensare all’immagine di qualche anno prima, quando mi ero innamorata di Eva vedendola sbracciarsi in topless per salutarmi dalla prua della barca del Fabio …
- Non possiamo nemmeno metterle di corvée… Jasmine ha già pulito tutto quel che si poteva pulire a bordo!
- Hmmm… Beh, ci penseremo. Intanto, cosa ne diresti di fare come loro? O i tuoi conti al computer sono troppo urgenti…?
Gli occhi blu di Eva sembrano scintillare.
- Mi sembra un’idea davvero appropriata… Così quando avranno finito, saranno loro a dover cercare noi!
Ci precipitiamo nella nostra cabina, e quando arriviamo ho già le dita di Eva che mi tormentano i capezzoli e il clito… Mi tuffo fra le sue cosce e comincio a mangiarla viva, facendola squittire di gioia.

Facciamo l’amore per oltre due ore, e quando finalmente ci alziamo dal letto ci aspettiamo che il pranzo sia pronto… In fondo ormai siamo abituate ai pranzetti di Jasmine.
Invece, non solo le due ragazzine non sono affatto venute a cercarci, ma sono ancora nella loro cabina a pomiciare imperterrite.
- Ma non si stancano mai?
Comincio ad essere un po’ irritata. Io detesto cucinare… Però ho fame.
- Comincia a preparare qualcosa – dico alla mia compagna – Io vado a chiamarle.
- No, aspetta – mi blocca Eva con espressione seria – Forse è meglio che facciamo il contrario: ci penso io a chiamarle…
- Cosa? Eva, non vorrai che mi metta io ai fornelli…
- No davvero, perfino mia madre cucina meglio di te… No, però questo probabilmente per Jasmine è un momento importante, e non vorrei che tu… Insomma, hai capito.
La mamma di Eva cucina davvero da schifo. Non so se sono più infastidita dall’essere paragonata a lei oppure dall’ovvia allusione di Eva a una mia presunta scarsa delicatezza nei rapporti umani.
Sbuffo: - E va bene, comincio a far bollire l’acqua per la pasta. Tu vedi se riesci ad attirare la loro attenzione senza urtare troppo la loro sensibilità…
Apro due scatolette di sugo a lunga conservazione e le scaldo alla buona, poi scolo la pasta e porto tutto a tavola.
Quando le ragazze mi raggiungono, vorrei avere il talento di Eva per leggere le loro espressioni. La mia ragazza ha un sorrisetto ironico stampato sulla faccia, mentre mia figlia ha l’aria più naturale del mondo… Jasmine poverina tiene gli occhi bassi ed evita accuratamente di incontrare il mio sguardo come se si vergognasse.
Riesco a intuire dall’occhiata di Eva che è meglio non fare domande, e così mi rassegno a far finta di niente.
Mangiamo come se niente fosse, chiacchierando del più e del meno saltellando come sempre dall’italiano all’inglese quasi senza rendercene conto.
Jasmine non dice niente, ma del resto lei non dice mai niente.
Appena finiamo, la giovane berbera è velocissima a saltare in piedi e a sparecchiare per poi precipitarsi di sotto a lavare i piatti, come se fosse imbarazzata per avermi costretta a cucinare.
Giulia fa per andarle dietro e aiutarla, ma io la blocco.
- Eh no: adesso ci devi raccontare.
Lei mi guarda con genuina sorpresa: - Raccontare cosa?
- Non fare la finta tonta. Tu e Jasmine!
- Perché? Cosa abbiamo fatto di diverso da quello che abitualmente facciamo tutte su questa barca..?
Vero. Riformulo la domanda: - Lo facciamo abitualmente noi tre, ma Jasmine finora non…
Giulia scrolla le spalle: - Forse perché finora non avete cercato di avvicinarvi abbastanza a lei; oppure perché semplicemente voi due siete troppo vecchie…
Eva fa una smorfia, e io faccio uno sforzo per non mettermi a ridere.
Capisco io, ma Eva, “troppo vecchia”? Beh, certo… Va per i diciannove!
- Non ridere: voi due la mettete in soggezione. Tu fai il capitano, un ruolo che nel suo mondo una donna non ricopre mai, e quindi ti vede lontanissima da sé. Eva la studia come una cavia da laboratorio: sicuramente la comprende abbastanza bene, ma è così razionale con lei!
Eva inarca un sopracciglio: - Dici che mi trova fredda?
- Eva, tu sei una nordica e lei è tunisina. Certo che per lei sei fredda! Probabilmente lo sono anch’io… Solo che a me piace.
Non posso trattenermi: - Davvero? Non ce n’eravamo accorte…
Giulia sbuffa: - Non intendo l’aspetto sessuale! Certo, lo vedo che è carina, ma io la trovo soprattutto simpatica. Vorrei che fossimo amiche.
- E tu per fare amicizia cominci direttamente dal letto? Sei quasi peggio di me!
- Cosa c’entra! Avevamo cominciato chiacchierando, cioè, io chiacchieravo e lei ascoltava, però sorrideva anche. Ho percepito la sua solitudine e l’ho accarezzata: così, senza sottintesi sessuali. Lei si è sentita sicura e si è fatta più vicino. Ci siamo abbracciate, e poi… Immagino che fondamentalmente desiderasse solo un po’ di tenerezza.
Eva scoppia a ridere: - Okay Giulia, hai vinto tu. Io sarò quella che studia psicologia, ma tu hai decisamente più intuito umano di me: complimenti.
La Giulia sembra imbarazzata per la prima volta: - Dici davvero?
- Ma certo! Io ero così occupata ad analizzarla razionalmente che non ho cercato di stabilire un vero rapporto di empatia con lei… Tu invece ti sei avvicinata con naturalezza e lei si è aperta a te senza problemi. Mi servirà di lezione.
Io sono quella negata per l’empatia e i rapporti umani, e non ho capito niente.
- Ma allora, se la sua era solo voglia di tenerezza, com’è che siete finite a scopare? Perché è quello che stavate facendo… – chiedo, perplessa.
Giulia non mi sa rispondere.
Eva interviene: - Credo che sia per via del fatto che noi due lo facciamo in continuazione, Pat. Ci ha emulate, e siccome pur essendo etero come me a Giulia la cosa non dispiace, si sono divertite un po’ alleggerendo la tensione.
Giulia annuisce convinta: - Sì, è così.
- Vuoi dire che non è sessualmente attratta da te… O tu da lei?
- Pat! Lo sai ormai che per me con le ragazze è soltanto un gioco… Come farlo con Eva: amicizia, divertimento, complicità, piacere fisico… Niente di più. Non dirmi che sei gelosa quando lei e io lo facciamo senza di te!
Apro la bocca per rispondere, e la richiudo subito. Come ammettere che, sì, un po’ di gelosia irrazionale la provo ogni volta che le sorprendo a fare sesso fra loro? Certo, lo so benissimo che si tratta solo di un’amicizia disinibita e non si avvicina neppure lontanamente al legame di coppia che lega Eva a me, però ogni volta che capita mi scopro più vulnerabile del previsto.
- No, certo che non sono gelosa…
- Appunto. Non lo sei perché sai benissimo che siamo solo amiche e che fra noi c’è intimità ma non vera attrazione fisica. A tutte e due piacciono gli uomini, anche se lei, rispetto a me, ha una vena bisessuale più marcata che l’ha portata a innamorarsi di te.
Eva sorride sorniona: - Giulia, forse dovresti studiare psicologia comportamentale e affettiva anche tu… La tua analisi non è mica male, sai?
Giulia sorride soddisfatta: - Grazie Eva.
Adesso però Eva deve completare l’analisi: - A me piacciono gli uomini, ma è successo che mi sono innamorata di una donna… Tu invece, Pat, anche se sei innamorata di me, sei attratta da uomini e donne nella stessa misura. Quindi per assurdo, quella che dovrebbe essere gelosa sono io: perché a differenza di me, tu a volte sei veramente attratta da un’altra donna… Negalo!
Apro la bocca indignata, poi mi rendo conto che ha ragione: Tanya mi piace un casino; non sono innamorata di lei, ma ne sono fisicamente molto attratta. Per non parlare della Franci, della mia amica Elena o – il cielo mi perdoni – perfino della stessa Giulia.
Sono la cattiva del gruppo, quella che le altre devono tenere d’occhio e di cui non si dovrebbero fidare…
Mi sento stringere lo stomaco, una sensazione davvero rara per me; arrossisco, e mi sento spuntare le lacrime agli occhi. Sto davvero male…
- Eva, io ti amo… - mi scappa con voce rotta – Non voglio farti soffrire!
Giulia sgrana gli occhi: non deve avermi mai vista così vulnerabile.
Eva rimane un istante sgomenta; non si aspettava che le sue parole colpissero così in profondità.
Salta in piedi e mi abbraccia forte: - Scusa Pat, non volevo farti star male! Lo so che mi ami… Volevo solo dire che ho imparato come l’attrazione che a volte senti per altre, come per Tanya, non sia una minaccia per noi.
La stringo forte anch’io, cercando di reprimere un singhiozzo: - Ma certo che non lo è, sciocca! Nessuno al mondo, uomo o donna che sia, riuscirà mai ad allontanarci una dall’altra, mai…
Ci baciamo e restiamo abbracciate una all’altra per un po’, finché Eva non si accorge che mi sono calmata.
Mi sfiora nuovamente le labbra con un bacio e mi lascia andare dolcemente.
Solo allora ci ricordiamo di Giulia, che è ancora lì e ci fissa con un’espressione un po’ insolente: - Come siete carine… Spero solo che tutto questo non voglia dire che non mi lascerete più giocare con voi!
La sua battuta ha l’effetto di far cadere di colpo la tensione che si era venuta a creare fra noi.
Scoppiamo a ridere tutte e due e alziamo un braccio ciascuna per accoglierla nel nostro abbraccio.

Patrizia V. © Copyright All Rights Reserved - L’utilizzazione, totale o parziale, di questa storia e delle precedenti e correlate caricate nel presente portale, incluse la riscrittura, la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti attraverso qualunque supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione dell'autore, sono vietati in quanto protetti dalla normativa sul diritto d'Autore. E’ consentito lo scaricamento della storia unicamente ad uso personale. Sono escluse dal divieto di cui sopra eventuali raccolte digitali promosse dal sito ospitante "Erotici Racconti". Ogni violazione verrá segnalata e perseguita a norma di Legge.
scritto il
2016-10-21
1 3 . 9 K
visite
1
voti
valutazione
6
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Assassina a sangue freddo

racconto sucessivo

Regalo di Compleanno
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.