I tormenti di nonna Marta (seconda parte)

di
genere
incesti

Il mio amato nipotino aveva appena finito di fare l’amore con me in modo sublime, ci avevo messo un po’ per riprendermi e accorgermi che il suo sperma stava uscendo copiosamente dalla mia vulva e colava sulla gonna. Lui, si alzò per prendermi un asciugamano necessario per pulirmi ed asciugarmi. Mi alzai anch’io ed una nuova cascata del suo seme mi uscì di nuovo, accidenti che abbondanza! Davide mi prese per i fianchi, mi slacciò la gonna che cadde a terra. “Resta così nonna, sei bellissima!” Ero lusingata da quel complimento ma mi sentivo a disagio rimanere così seminuda davanti a lui, mi coprii istintivamente il seno ed andai in bagno per un bidet. Tornai dopo aver indossato un paio di mutande pulite con un accappatoio mentre lui, ancora nudo girovagava per il soggiorno. Guardavo ed apprezzavo il suo bel culetto, quando si girò e mi vide aggrottò le ciglia. “No nonna, per favore levati l’accappatoio!” Non era autoritario nel suo consiglio, ma piuttosto dispiaciuto nel vedermi coperta. Lo ascoltai ma ancora cercai di coprirmi con le braccia. Poco alla volta mi rilassai sentendomi così meno in imbarazzo, lui attese che tolsi le braccia, mi abbracciò e mi baciò. Mi sentii impazzire dall’eccitazione quando la sua lingua incrociò la mia. Mentre lo abbracciavo, gli accarezzavo la schiena muscolosa ed il culo, mentre lui ricambiava il favore. In un attimo di lucido realismo gli dissi: “Amore, abbiamo fatto un grosso sbaglio, non avevamo il diritto di fare quello che abbiamo fatto.” “No nonna, non ti preoccupare..” E mi baciò di nuovo. Il mio piacere e la mia eccitazione montarono al punto che dimenticai tutte le mie vergogne ed i miei rimorsi e mi abbandonai tra le sue braccia. Sentivo il suo cazzo riprendere vigore ma allo stesso tempo, nonostante lo volessi, per il momento, non mi sentivo pronta con la testa a rifarlo di nuovo. Lo allontanai teneramente con la scusa che dovevo fare i mestieri in casa. Mi rivestii ma non più di tanto, ero in decolleté con il tacco alto e solo l’intimo, decisamente non una tenuta da casalinga. Volontariamente mi ero sottomessa ai voleri del mio giovane amante. Davide non perdeva un attimo del mio andirivieni per il soggiorno, non staccava gli occhi dal mio corpo, inizialmente mi sentii a disagio, poi decisi di approfittarne giocando con lui. Ad un certo punto, mentre mi ero abbassata mostrando in modo osceno il mio lato B, lui mi si avvicinò da dietro, prese le mie mutande e me le tirò verso l’alto spingendole all’interno delle chiappe evidenziando le curve del mio posteriore. “Qui ci starebbe bene un bel perizoma, hai un bel culo.” “Dai, sii serio, non è roba per la mia età. Poi hai visto il mio pube, si vedrebbero tutti i peli.” “Appunto, mi piace.” Vorrà dire che l’indomani tornerò a far compere cercando di trovare delle mutandine e dell’intimo che possano piacergli, pensai dentro di me, decisamente più sexy di quelle che porto abitualmente, ma non me la sentivo di indossare un perizoma, queste cose sono per le ragazze giovani. Mi slacciò il reggiseno, dovetti combattere interiormente per non coprirmi di nuovo il seno ora completamente nudo. Davide mi fece fare un giro di danza davanti a lui per poter ammirare il mio corpo. Non riuscivo a capire cosa avesse potuto ammirare, pur essendomi ben mantenuta, non avevo più la freschezza dei miei vent’anni. Quindi pose le mani sui miei fianchi e, infilando i pollici nell’elastico delle mie culotte, le fece scivolare giù lungo le gambe fino alle caviglie. Approfittando del fatto che io fossi in piedi davanti a lui, si avvicinò al mio pube con il viso e, quasi per gioco, diede un colpo di lingua al mio clitoride. Che porcellino! Quando si rialzò rimasi ancora una volta affascinata dal suo cazzo, avevo voglia di prenderlo in mano, invece fu lui ad impugnarlo e cominciò a sfregarmelo prima sulle cosce poi sul ventre. La calda morbidezza della sua pelle era molto piacevole, ma appena spingeva in avanti il bacino, sentivo quanto era duro e rigido il suo cazzo. Mi abbracciò e mi baciò focosamente prima di portarmi sul divano. Avevo ancora la fica in fiamme, non ero in grado di rifare l’amore subito un’altra volta. In quanto a lui, il suo desiderio sessuale, la sua libido e la sua vitalità erano ancora al massimo, tipico della sua giovane età. Presi io in mano le redini del gioco, lo spinsi nell’angolo del divano e gli presi tra le mani la sua verga. Era veramente impressionante da vedere e da toccare. Allargò le gambe e cominciai anche ad accarezzargli le palle, lui apprezzò, lo capii perché quando gliele sfioravo il suo cazzo si induriva ulteriormente ed aveva delle palpitazioni. Emise un gemito di piacere e si abbandonò, letteralmente nelle mie mani, le mani della nonna. Era più forte di me, non potevo resistere a quella colonna di carne pulsante, la presi tra le mani e cominciai a masturbarlo. Per sentirmi più comoda mi inginocchiai per terra, davanti alle sue gambe aperte. Vista la mia posizione subito Davide, tra un gemito e l’altro sussurrò: “Si nonna è bellissimo, dai ora leccami le palle.” Non aspettandomi una richiesta così particolare, rimasi un attimo turbata ma, con qualche esitazione, mi avvicinai con la lingua. Il contatto della lingua stessa con la sua pelle fu molto dolce gradevole così cominciai a leccargli le palle. “Ohh.. che bello nonna, sei bravissima. Ora succhiamelo.” Ecco, ero caduta nella sua trappola, temevo questo momento, tuttavia non volevo deluderlo, ormai avevo già abbattuto un sacco di barriere psicologiche e sessuali in questi giorni. Quando avvicinai il mio viso al suo membro fui inondata da una sacco di odori: sperma, sesso, umori vaginali, tanto che dovetti reprimere il mio disgusto a chiudere le mie labbra attorno alla sua cappella. Oltretutto io non ero brava a fare pompini, non li avevo mai fatti al mio defunto marito. Davide capendo la mia difficoltà mi aiutò prodigandosi con dei consigli che subito applicai alla lettera. Tuttavia quando mi chiese di ingoiarlo completamente fino in fondo alla gola non potei evitare dei conati di vomito. Volevo comunque provarci, continuando a masturbarlo ripresi fiato e me lo infilai nuovamente tra le labbra, questa volta controllando meglio le mie reazioni riuscii a ingoiarlo profondamente tanto che mi entrò quasi tutto in bocca. Tutti questi movimenti nel profondo della mia gola lo stimolarono tanto che ad un certo punto esclamò: “Attenta nonna, sto per venire.” Allora lo tolsi dalla bocca e comincia a masturbarlo freneticamente con due mani, non ci volle molto affinché degli abbondanti getti di sperma schizzarono sul suo petto e tra le mie dita. Automaticamente mi portai la mano al naso per sentire il caratteristico odore dello sperma. Davide allora mi prese la mano e in modo complice mi disse: “Ed ora senti il sapore..” La cosa mi aveva sempre ripugnato, così esitai un poco prima di allungare la lingua e leccarmi il palmo della mano unto del suo seme. Tutto sommato non era così sgradevole come pensavo, anzi, su insistenza di quel porcello di mio nipote, mi ripulii completamente il palmo della mano leccandolo. “Se ti piace qui ce n’è ancora..” Mi disse indicando il suo petto e lanciandomi uno sguardo di sfida. Non so se fu per sottomissione nei suoi confronti o per un mio desiderio vizioso che mi chinai su di lui e comincia a ripulirlo del frutto del suo piacere. Mentre lo leccavo mi accorsi anche che i suoi capezzoli erano molto sensibili, ad ogni contatto con la mia lingua lo sentivo vibrare. Alla fine, dopo aver leccato ogni goccia dal suo petto, Davide mi prese delicatamente per il mento, mi alzo il viso e guardandomi mi disse: “Sei grande nonna! Le mie ragazze non me lo hanno mia fatto” “Loro no, ma tua sorella si! E poi raccontami, da quando tempo fate quelle porcherie insieme?” “Lo facciamo ormai da un sacco di tempo, fin da piccoli giocavamo al dottore, se capisci cosa voglio intendere..” “Ed i vostri genitori non si sono mai accorti? Non hanno mai visto niente?” “La mamma forse aveva dei sospetti. Solo una volta siamo stati colti sul fatto dalla zia Agnese.” “Ahh, e cosa vi ha detto?” “Niente, richiuse la porta e se ne andò. Cristina la rincorse per potergli parlare. Siccome dopo diverso tempo non tornava andai a vedere cosa stessero facendo ma mi accorsi che non stavano parlando..” Davide s’interruppe accorgendosi che aveva già detto troppo. Allora morsa dalla curiosità, cercai di convincerlo affinché mi raccontasse di più ma mi disse che aveva promesso di non parlarne con nessuno e voleva mantenere la parola data. La mia immaginazione allora cominciò a volare ed a comporre il puzzle. Il primo tassello mia nipote Cristina che mi bacia sulla bocca. Secondo tassello sempre Cristina che quando può passa un sacco di tempo con mia figlia Agnese. Terzo tassello di come siano complici nonostante Agnese abiti lontano e non si vedano molto spesso Quarto tassello di come quando c’è qualche riunione di famiglia loro trovino sempre del tempo per restare sole. Bene, mi sembra abbastanza strana la cosa. No, non voglio pensarci, non voglio pensare che mia figlia Agnese abbia una relazione lesbica con mia e sua nipote Cristina, inoltre ha sposato un bravo ragazzo ed ha anche dei figli. Davide insistette affinché restassi in intimo per tutta la serata, accettai di nuovo di sottostare alle sue voglie ma presi le mie precauzioni, chiusi tutte le imposte per evitare che qualcuno potesse spiarci dalle finestre. Lui mi spiava mentre preparavo la cena e alla fine quasi mi ero abituata a rimanere nuda. Ci sedemmo a tavola, lui nudo ed io in intimo estremamente sexy. Dopo cena, al momento di andare a letto, mi fece capire che avrebbe voluto continuare ciò che avevamo iniziato nel tardo pomeriggio, ma gentilmente rifiutai la sua nuova avances con a scusa che ero molto stanca. Salutandomi, mi baciò così teneramente che quasi stavo per dirgli “si” e portarlo nel mio letto. Lui avvicinandosi all’orecchio mi sussurrò in modo molto diretto: “Allora mi puoi dare le tue mutandine?” Quasi incredula gli dissi: “Ma cosa vuoi farne? Sporcarmele come tutte le altre? Ma non sei stanco?” “No, guarda.” E vidi che stava avendo una nuova erezione. Gli porsi quello che mi aveva chiesto e sparì nella sua stanza. Quella notte sentii di nuovo il letto cigolare e lui ansimare ma ciò non mi impedì di addormentarmi e fare dei sogni molto piacevoli. La mattina seguente, mentre Davide era a scuola, decisi di uscire a fare dei nuovi acquisti di abbigliamento sexy per compiacerlo. Tornai con diverse borse dei vari negozi, le appoggiai sul letto. Avrei avuto piacere che al ritorno scegliesse lui quello che avrei dovuto indossare. Attesi il suo ritorno con impazienza, quando mi vide mi saltò letteralmente al collo, ci baciammo ma io ero impaziente di mostrargli le nuove compere. Li guardò e li toccò per bene prima di fare la sua scelta e lasciarmi sola affinché mi preparassi. Scelse delle calze nere, un reggicalze nero e rosso coordinato con il reggiseno ed un paio di slip molto piccoli fatti con un tessuto quasi trasparente, leggero come un velo. Era la prima volta che li indossavo e mi sembrava stano sentirmeli nella fessura tra le chiappe. Sopra indossai un abito senza maniche che arrivava sopra il ginocchio, piuttosto scollato, le solite decolleté tacco 10, una leggera spruzzata di profumo ed eccomi pronta a raggiungerlo. Quando mi vide fu un florilegio di complimenti. “Nonna sei bellissima, una gran figa. Girati fatti vedere, accidenti che bel culo che ti fa questo vestito!” “Davide, per favore, non parlare così! Tutto sommato sono sempre tua nonna, non dimenticarlo!” “Ahh.. dimenticavo, questa sera ho invitato degli amici, è un problema per te?” “No, ma non ho fatto la spesa, in quanti sono?” “Tre, ma portano loro cibo e bevande, sono Enzo, Marco e Paolo, anzi non dovrebbero tardare molto.” “Ok, allora vado a cambiarmi subito.” “No nonna, resta vestita così, voglio che vedano quanto sei bella.” “E’ gentile da parte tua, ma così sono po’ troppo provocante.” “Dai nonna, alzati il vestito e fammi vedere.” “Ma Davide!” Lui senza dire niente mi alzò il vestito scoprendomi prima le gambe poi le cosce fino al cavallo. Io ero un po’ confusa. “Dai ora basta, si vedono i peli della mia patatina.” “No, non è abbastanza.” Così dicendo fece scivolare la mano sul pube peloso, scostando la mutandina ed esponendo quel poco che ancora non si vedeva. Mi sentivo terribilmente in imbarazzo. Mi tirò verso di lui e mi fece sedere sulle sue gambe. Con un braccio mi cinse alla vite mentre con l’altra mano cominciò ad accarezzarmi il seno con molta delicatezza. Si avvicino con le labbra al mio viso e mi diede un lungo bacio che mi fece quasi perdere il controllo, poi mi disse: “Nonna, voglio che i miei amici possano vedere quanto sei bella!” “Amore ma tu sei pazzo, io non voglio compiacerei tuoi amici. Quello che sto facendo lo faccio solo per te.” “Bene, allora fallo per me, voglio che vedano quanto sei bella e sexy e che si masturbino pensando a te.” Allora molto alterata gli dissi: “Davide ma sei proprio disgustoso, e sei anche uno porco vizioso!” Qualche secondo dopo però realizzai che, nonostante la mia reazione, le parole che mi aveva appena detto mi avevano fatto piacere, non erano altro, a suo modo, dei complimenti. Il mio caro nipotino mi stava dicendo che ero bella e piacente! Ma era troppo tardi per parlarne, squillò il campanello e Davide corse ad aprire. Gli amici che aveva invitato a passare la serata con noi erano arrivati. Non ebbi il tempo di cambiarmi, mentre lui li accoglieva io cercai di mettermi un poco a posto il vestito ed i capelli. Il primo ad entrare ed a salutarmi fu Enzo, un tipo pieno di brufoli ed i capelli grassi e spettinati, lui aveva portato delle bibite per la serata. Il secondo ad entrare fu Clemente, uno piuttosto robusto e chiacchierone, lui invece arrivò a mani vuote. L’ultimo fu Leonardo, un biondino piuttosto piccolo e minuto, ma fu quello che mi piacque di più, soprattutto perché mi portò in dono un mazzo di rose. Mentre disponevo le rose in un vaso, Davide fece accomodare i suoi amici sul divano, inutile dirvi che mi sentivo i loro occhi addosso, o meglio, sul mio culo. Davide si sedette su una sedia un poco dietro a loro. Quando portai loro i bicchieri e mi chinai per posarli sul tavolino del salotto sentii che il mio seno calamitò tutti i loro sguardi, cercai di coprirmi istintivamente la scollatura ma ormai era troppo tardi. Mi sedetti sulla poltrona davanti al divano, unico posto libero e, per cercare di stare bella dritta ed evitare di mostrare di nuovo il mio décolleté, mi sedetti sul bordo. Preparai un piccolo aperitivo, i ragazzi presero della Coca-Cola, io un vinello bianco frizzante fresco. L’ambiente era disteso, i ragazzi discutevano di video giochi, di musica, di calcio, poi Clemente cominciò a raccontare barzellette. Anche io partecipavo e ridevo con piacere. Nella foga delle risate, ogni tanto il vestito mi saliva lungo le cosce ed io ero costretta a rimettermelo a posto. Ad un certo punto incrociai lo sguardo con quello di Davide che, con un discreto gesto della mano, mi fece segno di non abbassare il vestito quando mi si alzava, voleva che mi mostrassi agli sguardi indiscreti dei suoi amici. In quel momento lo fulminai con uno sguardo di fuoco poi, forse anche a causa dei vapori del vinello che mi salivano alla testa, cominciai a compiacermi dei loro sguardi e abbassai la guardia. Ogni volta che mi allungavo a prendere dei salatini, il mio décolleté faceva sensazione e creava scompiglio tra i ragazzi, quando accavallavo e scavallavo le gambe, Leonardo, l’angioletto biondo, sgranava gli occhi sperando di vedermi le mutande. Fu allora che Davide mi sollecitò ancora a mostrarmi a loro e, durante un nuovo scoppio di risate, le mie gambe si aprirono più del dovuto. In quel momento solo Leonardo riuscì a vedere il mio intimo anche se, in quel momento o in un altro, tutti poterono costatare che portavo il reggicalze. Leonardo era preso dalla sua visione, il respiro gli era diventato corto ed il viso tutto rosso. Con dei movimenti del busto cercava di mettersi nella posizione adatta per vedere qualcosa di più ed io, prendendomi gioco di lui, ogni tanto soddisfano la sua curiosità anche se solo per qualche secondo. Questo gioco aveva cominciato a stuzzicare anche me, non avrei mai pensato che alla mia età un uomo, anzi un ragazzo, potesse essere ancora eccitato dalla mia sensualità. L’incantesimo si ruppe quando Davide disse che era ora di cena. Clemente ed Enzo si offrirono di andare in un ristorante take-away nelle vicinanze a prendere qualcosa, sarebbero stati di ritorno in un quarto d’ora. Nel frattempo decisi di preparare un’insalata mista il contorno. Mentre ero occupata nell’affettare le verdure sentii Davide scambiare delle battute con Leonardo: “Allora Leo come va? Tutto bene?” “Si.. si.. Grazie.” “Dai, allora vieni che prepariamo la tavola. Ti mostro dove sono i piatti. Sono nella credenza bassa vicino alla nonna. Nonna vuoi che vada in cantina a prendere ancora del vino?” “Oddio, sono un po’ brilla ma non capita tutti i giorni di avere degli ospiti, si grazie un poco lo prendo ancora.” Davide mi lasciò sola con Leonardo ed io gli indicai il mobile vicino a me dove tenevo i piatti. Dopo qualche istante mi accorsi che Leonardo non era timido come sembrava, mentre era accovacciato al mio fianco per aprire la credenza lo sentii che mi accarezzava il polpaccio, ed io, curiosamente non dissi niente. Le sue mani, accarezzando le mie calze, salirono fino al ginocchio, allora con voce tremolante per l’emozione gli dissi: “Ma cosa stai facendo Leonardo?” Lui senza rispondermi salì ancora accarezzandomi fino alle coscia, allora gli tolsi la mano ma nel farlo mi si alzò la gonna tanto che lui poté vedere in primo piano il mio slip ma soprattutto il mio culo. Nonostante lo avessi bloccato, la situazione e le sue carezze mi avevano fatto eccitare tanto che mi sentivo tutta bagnata. Al ritorno di Davide, Leonardo si affrettò a prendere i piatti ed ad apparecchiare la tavola. Quel porcello di mio nipote capì subito che qualcosa era successo, mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: “Sei grande nonna, ti adoro.” Finalmente arrivarono Clemente ed Enzo con la cena e tutti e cinque ci sedemmo al piccolo tavolo rotondo del salotto, io ero tra Davide alla mia sinistra e Leonardo alla mia destra. Durante la cena le solite chiacchiere e le solite risate ma, sotto il tavolo, sentivo a più riprese il contatto del ginocchio di Leonardo contro il mio. Lui mi si avvicinava sempre di più ed io, per mancanza di spazio, non potevo sfuggirgli. Forse lui vide in questo mio comportamento un assenso al suo operato tanto che iniziò a sfregare sempre con più insistenza la sua gamba contro la mia. Per uscire da quella situazione trovai un pretesto per alzarmi da tavola ed andare in cucina, non senza sentirmi i loro occhi misurarmi la schiena ed il mio lato B. Tornai al tavolo con una bottiglia d’acqua minerale e mi prodigai nel riempire i bicchieri vuoti mostrando loro ancora il mio procace décolleté. Sedendomi cercai di avvicinarmi il più possibile a Davide in modo che a Leonardo fosse più difficile sfiorarmi ma, a furia di contorcersi sulla sedia, alla fine ci arrivò lo stesso. Per non creare una situazione antipatica mi decisi di lasciarlo fare, anche perché poi la cosa poi non mi dispiaceva affatto. Alla fine del pasto, mentre gli altri ragazzi rimasero a tavola, Leonardo si offrì di aiutarmi a sparecchiare e fare i piatti. Io li lavavo e lui li asciugava ma era un pretesto per sfregarsi ancora contro di me, una volta era il braccio, poi il fianco, poi il culo e poi qualcos’altro ancora. La mia mancanza di reazione lo incoraggiò, si mise dietro di me ed iniziò ad accarezzarmi le spalle baciandomi teneramente il collo. Le sua mani scesero sui fianchi abbracciandomi stretta ed appoggiandosi tutto a me. In quel momento avrei dovuto reagire rimproverandolo o magari dandogli uno schiaffo, invece no, la sua tenerezza mi piaceva, godevo di quella situazione. Al punto in cui mi trovo ora posso anche confidarvi una mia fantasia, spesso mi immagino di fare l’amore con una persona sconosciuta, questi mi prende, mi accarezza e mi penetra da dietro in piedi senza che io possa vedere chi lui sia. Questa mia fantasia segreta la stavo vivendo con questo ragazzino. Fu quando lui cominciò ad appoggiare il suo cazzo duro sul mio culo che mi resi conto dell’anormalità della situazione, allora per calmare i suoi ardori lo spinsi via dolcemente. Così facendo la mia mano sfiorò il suo cazzo duro e, quasi inconsciamente, lo strinsi tra le dita. Entrambi avemmo un attimo di turbamento ma alla fine capimmo che dovevamo fermarci anche perché i ragazzi ci stavano chiamando. Terminammo di fare i piatti, ed anche l’eccitazione passò ma io mi sentivo terribilmente bagnata. Poco dopo i ragazzi si congedarono, Clemente con la scusa del bacio dell’addio pose le sue mani sulle mie braccia sfiorandomi il seno sinistro, Enzo, il silenzioso della serata, mi baciò ma la sua acne mi ripugnò, e Leonardo ne approfittò per cercare di darmi un bacio sulle labbra. Li salutai ma non li accompagnai alla porta, ci pensò Davide, io rimasi nascosta dietro la porta del salotto ad ascoltare i loro commenti. Clemente: “Cazzo che tette che ha tua nonna, mi piacerebbe palpargliele e leccargliele!” Enzo: “Ma avete visto che culo? La metterei alla pecorina e me la inculerei subito! E Davide replicò: “Ohh.. calma ragazzi, dopo tutto state parlando di mia nonna! Siate educati!” E Clemente ridendo: “ Ok, va bene, ma tua nonna è ancora una gnoccolona da scopare!” Leonardo invece, molto saggiamente, chiese a Davide se l’indomani sarebbe potuto tornare per fare insieme i compiti, Davide gli rispose di si per nulla sorpreso da quella richiesta. Dopo che furono usciti, Davide mi raggiunse in cucina e sorridendo mi disse: “Sei una grande nonna! Che ne dici? Ti piacciono i miei amici?” Allora gli diedi la mia opinione su Enzo e Clemente. “Enzo secondo me è gay, mentre a Clemente piacciono le donne con le tette grandi, come te. In quanto a Leonardo, deve essere ancora vergine, non parla che di sua mamma ed ha solo le sue foto sul telefono.” “E cosa ne pensi di lui nonna? È un bravo ragazzo, vero?” “Beh, diciamo che si è rivelato molto intraprendente.” E gli dissi ciò che era successo mentre lavavamo i piatti. Mentre glielo raccontavo Davide continuava a toccarsi la patta, poi si avvicinandosi nella stessa posizione dell’amico mi si appoggiò facendomi sentire il suo cazzo ormai duro, e mi domandò: “Ha fatto così?” Alla mia risposta positiva mi mise le mani sui fianchi ed anche lui cominciò a sfregarsi sul mio culo. “Amore spegni la luce, ci sono le tapparelle alzate”. Nel mentre feci scivolare a terra il mio vestito, quando lui tornò l’oscurità era quasi totale. Slacciò i suoi pantaloni e sentii subito il suo cazzo duro tra le mie natiche. La sua mano cominciò ad accarezzare la mia fica e si accorse subito che ero già tutta bagnata. “E’ stato Leonardo che ti ha fatto bagnare così?” Risposi con un timido sì. Mi tolse il reggiseno e le mutandine ormai tutte bagnate. Mi aprì le gambe, per sorreggermi mi appoggiai al lavandino. Mentre con una mano mi massaggiava il seno, con l’altra giocava con il cazzo tra le mie natiche, lo puntava contro il mio buchino e dava dei piccoli colpi poi lo passava di nuovo tra le gambe aperte. Quando glielo presi in mano per indirizzarlo nella mia fica sentii che era duro in modo impressionabile. Ormai piegata sul lavandino cercai di indirizzarlo in modo che massaggiasse anche il mio clitoride ma lui si ritrasse, lo indirizzo di nuovo verso il mio buchino e questa volta con un colpo secco mi penetrò. Mi scappò un grido di dolore, non era quello che volevo in quel momento, allora con un movimento del bacino lo feci uscire e finalmente lo indirizzai nella mi vagina. Cominciò a scoparmi lentamente, molto lentamente, troppo lentamente, era un supplizio di lentezza. Avevo voglia di godere subito, volevo accelerare la frequenza ma lui, tenendomi per i fianchi, controllava la sua lenta progressione, una volta spinto il cazzo nel profondo della mia fica si fermava per qualche secondo prima di ricominciare a scoparmi. Ad un certo punto, nell’oscurità quasi totale, mi resi conto che stavo realizzando la fantasia di essere scopata in piedi da una persona che non vedevo. Ad un certo punto i suoi movimenti cominciarono ad accelerare. Le sue mani correvano su tutto mio corpo, sulla nuca, sui seni, sulle natiche, sulle cosce. Quando iniziò a massaggiarmi il clitoride sentivo il piacere crescere dentro di me, tanto che le gambe mi tremavano. Non potei più trattenere l’orgasmo, le mie grida di godimento accelerarono il suo piacere finché non lo sentii godere dentro di me, i suoi schizzi caldi inondarono il mio ventre. Rimanemmo in piedi abbracciati ed uniti come una cosa sola per lungo tempo, il suo cazzo sembrava non volesse ammosciarsi, godevo di quella situazione, alla fine Davide dopo avermi baciata dietro l’orecchio mi sussurrò: “Nonna ti voglio bene, sono felice di essere qui con te.” Non gli risposi, mi girai verso di lui e gli dissi: “Baciami amore!” Sentivo il suo seme scendermi lungo le cosce ma non mi importava, quando era tra le sue braccia mi sentivo ancora una ragazzina, finalmente una donna appagata.
scritto il
2016-11-12
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