Galeotta la cena aziendale

di
genere
gay

Ancora non so quale aggettivo dare alla cena aziendale che ha sconvolto la mia vita, se maledetta o benedetta. Scusate mi presento, sono Marco, un 50enne manager di una media azienda brianzola. Nell’ottica di gestione e collaborazione aziendale, ho inserito, tanto per discutere delle piccole problematiche che sorgevano settimanalmente, una riunione informale con scadenza quindicinale, il venerdì pomeriggio. Di solito la riunione si protrae fino a dopo l’orario di lavoro canonico, di conseguenza è quasi d’obbligo cenare tutti insieme, anche per fare team building, presso un ristorantino a pochi chilometri di distanza. Davanti ad una tavola apparecchiata non ci sono competenze o ruoli, siamo tutti amici e si parla a ruota libera di tutto. Non nego che la cena è la scusa, per qualche coppia clandestina formatasi tra colleghe e colleghi, per prendersi poi la serata libera e consumare sesso in qualche motel della zona, o per altri per soltanto una sera lontani da moglie e figli. Quella sera ricordo che ero seduto a fianco di due miei collaboratori un poco più anziani, sulla 60ina, quelli che erano, per così dire, la memoria storica dell’azienda e che molto spesso mi davano consigli molto pertinenti. Così durante la cena si continuò a parlare di lavoro, poi la discussione virò bruscamente ed improvvisamente sulle nostre mogli. Paolo fu il primo, si lamentava del fatto che ormai con la moglie non faceva più niente, neanche un pompino ogni tanto, per lei ogni scusa era buona, i figli grandi in casa, le faccende di casa, la stanchezza e così via, addirittura avanzò il dubbio che lei avesse un altro. Per Daniele storia simile, solo che la moglie aveva qualche anno più di lui, e dava la colpa di tutto alla menopausa. Entrambi aggiunsero, soprattutto Paolo di essere ancora molto attivi e di essere spesso in erezione anche solo parlando di certe cose. Entrambi si compiacevano con me del fatto che ero sposato senza figli e che mia moglie, bella donna, era sempre disponibile. Io senza sbilanciarmi annuivo. La serata calda dei primi giorni di giugno faceva si che il vinello fresco che ci avevano servito a cena, scendesse giù come acqua e, senza accorgerci, ci ritrovammo tutti un poco brilli. Fattasi una certa ora, le coppie clandestine cominciarono a salutare ed assentarsi, ed anche noi decidemmo di levare le tende. Chiesi a Paolo e Daniele se volessero andare con altri colleghi in qualche locale ma risposero che anche loro avrebbero preferito chiudere li la serata, allora, visto che erano in auto con me, li riaccompagnai al parcheggio della ditta dove avevano lasciato le loro auto. Durante il breva viaggio cominciò Paolo a toccare certi discorsi. “Cavoli, adesso mi farei una bella scopata, invece a casa mia moglie neanche mi guarderà.” E Daniele: “Ed io che devo dire? E’ da quando siamo al ristorante che ho il cazzo duro per il culo della segretaria del marketing. Senti se dico balle.” Così dicendo, essendo seduto al mio fianco, mi prese la mano e se la appoggiò sul cazzo. Non so perché, ma lo lasciai fare. Effettivamente sentii un bel bozzo duro, e la cosa mi stupì ed incuriosì. Arrivati al parcheggio, tra le molte nostre macchine, c’erano anche macchine di coppie che si erano appartate per fare sesso, cosa che fece ingrifare ulteriormente i miei due colleghi. Paolo ad un certo punto mi disse: “Marco devo fare pipì, non mi va di farla qui davanti a tutte queste coppie, non vorrei fare la figura del maniaco, visto che hai le chiavi, apri la ditta così che possa andare in bagno.” Entrati in ditta, visto che eravamo tutti un po’ brilli e dovevamo fare tutti un po di strada prima di arrivare a casa, per tenerci svegli e vigili, mentre loro due erano in bagno, pensai di fare un caffè per tutti, approfittando della macchinetta posizionata proprio davanti alla porta del bagno. Seduti tutti e tre su un divanetto, ci stavamo bevendo il caffè in santa pace quando Daniele ricominciò. “Cazzo che culo ha Anna! Ma chi la scopa? Non l’ho vista uscire con qualcuno. Se vuole ho qui la mia bestia pronta alla bisogna.” Allora Paolo lo arringò: “Dai, anziché parlare faccelo vedere se è davvero una bestia e sempre duro.” Ovviamente il tutto a mo’ di battuta. Daniele invece non se lo fece ripetere, forse aspettava solo quello, si alzò in piedi, si slacciò i pantaloni e voilà, ci mostrò la sua bestia. Io rimasi allibito, prima perché non mi aspettavo questa sua mossa, poi perché effettivamente aveva un cazzo da pornostar, lungo e grosso. E ridendo subito aggiunse: “Chi vuole favorire dopo il caffè?” Azz… voleva farselo succhiare o segare da uno di noi. Non so cosa mi sia successo, forse l’alcool che mi aveva un poco allentato i miei freni inibitori, forse la curiosità di impugnare quell’aggeggio che avevo sentito prima sotto le mie mani in macchina, glielo toccai e lo impugnato come si deve, cominciando così a segarglielo con una mano. Paolo, anche lui piuttosto brillo, alla vista della scena imitò Daniele, e dopo essersi abbassato le braghe, mi mise nell’altra mano il suo cazzo. Al momento non ci pensai, ma dopo un poco mi resi conto di cosa stavo facendo, una cosa surreale. Io, che non avevo mai avuto fantasie o pensieri di sesso con maschi, all’improvviso mi ritrovavo con due cazzi in mano. Il fatto di essere seduto sul divanetto, comportava anche che i due cazzi fossero all’altezza della mia bocca. Daniele, il più assatanato in quel momento, mi prese per la nuca ed avvicinò la mia bocca alla sua cappella. “Su dai, fammi il servizio completo, leccala per bene.” Non so cosa successe in me, come un automa ubbidii ai suoi ordini e cominciai a leccare quel cappellone gigantesco. Dopo qualche leccata mi venne naturale inghiottirlo e cominciai a fargli un pompino, prima in modo maldestro causa la mia imperizia, poi piano piano sempre meglio, tanto che lo sentii mugulare di piacere per qualche secondo, poi con un rantolo sentii il suo sperma inondarmi la bocca e gola. Colto all’improvviso dal suo getto non sapevo cosa fare, mi staccai da lui e mi inondò con i restanti spasmi il viso. “Cazzo Marco che pompino, sembri uno che fa pompini da tutta la vita.” “Daniele, ti giuro che è la prima volta che tocco un cazzo non mio.” A quel punto Paolo mi si avvicinò e mettendo il suo cazzo all’altezza della mia bocca mi incitò a riservargli lo stesso trattamento. A quel punto ci avevo preso gusto, me lo sbocchinai, per bene mentre con una mano mi segavo. Questa volta non mi feci prendere di sorpresa dalla sua eiaculazione, mi feci riempire la bocca per bene senza neanche perderne una goccia poi, dopo averci pensato un attimo deglutii il tutto. L’odore dei loro cazzi e del loro sperma mi aveva eccitato da morire, mentre li vedevo ancora gocciolare continuai a segarmi finché anche io sborrai abbondantemente sul pavimento. Dopo esserci ricomposti ed aver ripulito le prove del nostro misfatto, ci salutammo e via verso casa. Durante il tragitto un sacco di pensieri affollarono la mia mente. Non riuscivo a capire come improvvisamente mi ero trasformato in una troia pompinara, io che mai avevo avuto fantasie o inclinazioni del genere, soprattutto mi rendevo conto che la cosa mi era piaciuta e mi aveva eccitato un sacco. L’altra cosa che mi tormentava era cosa sarebbe successo domani, quando ci saremmo rivisti. Con questi pensieri arrivai fino a casa e, prima di salutare mia moglie, mi feci subito una doccia per togliermi l’odore di sesso e di sborra che mi sentivo addosso. La notte, nonostante la stanchezza, dormii pochissimo. Ciò che mi era capitato continuava a pervadere i miei pensieri. Non sapevo cosa pensare o cosa fare per il futuro, se quello che era accaduto sarebbe dovuto restare un’esperienza estemporanea o, visto che mi era anche piaciuto, continuare. La mattina dopo arrivai in ufficio prima del solito, quasi avevo paura di incontrare Paolo e Daniele. Poco dopo arrivarono anche loro due, mi videro e mi salutarono come se niente fosse successo. La giornata passò normalmente così come la settimana e la settimana successiva, nessun commento su ciò che era accaduto tra di noi, questo fino al venerdì giorno di riunione. Tutto filò liscio come al solito, riunione, cena aziendale e saluti con augurio per un buon week end. Prima di uscire dal ristorante Paolo e Daniele mi avvicinarono e mi dissero: “Marco, che ne dici di passare in ditta per un caffè?” Dai loro occhi si leggeva che il caffè era il pretesto, volevano altro, lo sapevo anch’io, dopo un attimo di titubanza risposi affermativamente. Anche questa volta avevano lasciato le loro auto nel parcheggio della ditta, quindi salirono in auto con me. Stranamente durante il viaggio nessuno parlò, solo io, mentre guidavo, allungai la mano e cominciai a palpeggiare da sopra i pantaloni il cazzo di Daniele che subito rispose in modo positivo al mio tocco. Arrivati in ditta arrivammo alla zona ristoro, come sempre preparai i caffè poi, dopo averli bevuti in piedi, in un attimo ci spogliammo tutti e tre e loro si misero seduti sul divanetto con i loro cazzi svettanti pronti per la mia bocca. Mi chinai su Daniele e cominciai a sbocchinarlo, il suo cazzo era veramente uno spettacolo, potevo impugnarlo con due mani. Paolo a sua volta si masturbava lentamente, voleva lasciare a me il piacere di farlo in modo più energico, intanto mi toccava e palpeggiava il culo. Con la coda dell’occhio, vedevo che il suo cazzo era sempre più duro, ma prima volevo bere da quello di Daniele. Ad un certo punto Paolo si alzò e andò in bagno, lo sentii smanettare con il portasapone, non volevo distrarmi, sentivo che Daniele stava per godere. Inginocchiato tra le sue gambe volevo assaporare tutto il suo godimento. Ad un certo punto sentii Paolo che mi diceva: “Su alzati, spompinalo chinato a 90 gradi, ubbidii senza sapere il perché. Mentre ero concentrato e preso dal mio lavoro di bocca sentii la mano di Paolo massaggiarmi il buco del culo con qualcosa di fresco, era il sapone liquido, insomma capii subito le sue intenzione, in mancanza di altro mi stava lubrificando il culetto con il sapone, voleva scoparmi. Cercai di togliergli la mano facendogli capire che non volevo, ma lui insistette e, senza che me ne accorgessi sentii qualcosa di duro spingere sul mi sfintere e violarlo. La cosa che mi colpì, forse perché ero lubrificato bene o forse perché qualche volta mia moglie ci giocava con il suo giocattolo, è che non sentii nessun dolore, solo piacere nel ricevere quel cazzo caldo dentro di me. Alla vista di questa scena, Daniele si eccitò al punto che in un attimo godette dentro la mia bocca ed io deglutii con piacere. Ormai ero alla mercé di Paolo, i suoi colpi sempre più forti e profondi mi stavano stimolando la prostata facendomi provare piacere. Non potevo più trattenere i mugolii di godimento, cosa che eccitò Paolo tanto che in pochi secondi scaricò tutto il suo piacere dentro il mio ventre. Sentendo quei fiotti caldi dentro di me provai una sensazione strana che mi portò ad avere uno degli orgasmi più forti che abbia mai provato. Dopo un poco, tutti e tre ci guardammo in faccia, ed io ruppi il silenzio dicendo: “Ragazzi forse è meglio che ci facciamo una doccia prima di andare a casa.” Ci avviammo tutti e tre insieme verso gli spogliatoi e , sempre nudi, sotto la doccia, giocammo e chiacchierammo. “Marco, la prossima volta lo voglio anche io il tuo culo.” “Si ma per il tuo cazzo non basta un po’ di sapone per farlo entrare, attrezziamoci con molto lubrificante.” E tutti ridemmo di gusto. Da quella sera, le cene aziendali del venerdì furono sempre seguite dal caffè. era la nostra parola d’ordine per trovarci e divertirci tra di noi. Non so se loro prima di me avessero avuto altre esperienze con uomini, in ogni caso vedevo che con me erano molto presi, ed anche io avevo scoperto un lato della mia sessualità che ignoravo. Per loro ero diventato la seconda moglie, o forse anche la prima, visto che come mi avevano detto con le mogli non scopano più, ed io godevo nel essere sottomesso da loro. Pensandoci a posteriori, forse l’aggettivo da dare a quella cena aziendale che mi ha fatto scoprire nuovi orizzonti è benedetta. Ci è capitato anche di organizzare un week end noi tre soli, per due giorni sono stato la loro troia, li ho spompinati e mi hanno scopato per due giorni di fila, ormai anche io, scopo più con loro che con mia moglie ed anche loro mi dicono la stessa cosa, sono la loro donna, la loro puttana, la loro troia, e la cosa mi piace un sacco.
scritto il
2024-05-08
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