Un amore di zia - Capitolo 4 - Di nuovo donna

di
genere
incesti

Quando mi sveglia l’orologio segnava le 7.30. Avevo dormito pochissimo ma stranamente non ero stanco. Avevo ancora in corpo l’adrenalina per quello che era successo quella notte.
Si era avverato uno dei miei sogni.
Rimasi qualche minuto in piedi a pensare mentre la vita ritornava a pulsare in città. Forse la zia mi avrebbe cacciato, pensai, forse avrebbe preferito non vedermi più. Quella mattina avrei saputo tutto.
Dormiva ancora, la sua stanza era ancora nel buio. Mi lavai e mi vestii, e riempii velocemente un borsone con il minimo indispensabile, e lo portai in cucina. Scesi a prendere due cornetti, e quando risalii la zia non si era ancora alzata.

Cominciai a preparare la colazione. Feci il caffè, e preparai la tavola, con dei fiori al centro come piacevano a lei. Dopo qualche minuto sentii la porta della camera di mia zia aprirsi; sentii poi la doccia.
Dopo una decina di minuti si chiuse anche la porta del bagno, apparve la zia. Aveva addosso una vestaglia di seta nera. Inutile dirle che le stava d’incanto, lasciando intravedere l’esplosività del suo seno e del suo sedere.
“Buongiorno - disse tranquillamente - vedo che hai preso dei cornetti caldi, non dovevi”.
Le versai una tazza di caffè e mi diressi verso il borsone. Lo alzai e stavo per uscire dalla stanza quando la zia mi interruppe.
“Cos’è quel borsone??”.
“Bè…pensavo che fosse giunto il momento di andare via da questa casa. Immagino che non approvi quello che è successo ieri sera, e quindi ho cominciato col prendere le cose più urgenti. Poi se non ti è di fastidio verrò con più calma a prendere il resto”.
La zia mi fissò qualche secondo, poi mi fece cenno di sedermi a tavola con lei.

“Quello che è successo stanotte - disse lei con voce ferma - non dovrebbe accadere. Siamo zia e nipote, abbiamo trent’anni di differenza, e dovremmo avere un rapporto diverso da quello che è stato in questi mesi”
Fece una pausa di qualche secondo, poi ricominciò: “Quello che ti dico mi costa tanto, ma alla fine del mio discorso capirai”.
Per tuo zio io sono trasparente da anni, ben più di quelli che tu possa immaginare. Siamo sposati da vent’anni, ma abbiamo smesso di fare l’amore subito dopo il matrimonio. Sono quindici anni che non mi tocca, che non mi fa sentire amata. Io stessa – dicendo questo strinse il pugno sul tavolo – io stessa non ho mai provato delle sensazioni così forti come quelle che ho provato stanotte. Stanotte tu mi ha fatto sentire una donna viva, bella, desiderata, mi hai fatto sentire come la donna più importate del mondo”. Alzò lo sguardo e mi guardò.

“So che forse non è giusto quello che sto per dire, ma io non voglio rinunciare a tutto ciò. Voglio finalmente provare anche io a sentirmi desiderata da un uomo come te. So di essere una donna fortunata, perché ormai sono una vecchia ma tu, un giovane ventenne che potrebbe avere tutte le ragazze ai suoi piedi, preferisce una come me. So di essere fortunata, e sono ben decisa a ricambiare tanta fortuna”
Si alzò, e si chinò per darmi un bacio sulle labbra.
“Vorrei che tu ti prendessi cura di me, da ora fino a che avrai voglia. Però ho delle condizioni da porti”.

Annuii cercando di rendermi conto se stavo ancora dormendo o se quello che sentivo era vero.
“Io voglio che tu continui a vivere la tua vita. Voglio che tu esca con altre ragazze, voglio che tu faccia sesso con loro, voglio che tu continui a fare la vita che desideri. Io non ti voglio essere di intralcio o altro, vorrei solo che tu potessi dimostrarmi ancora in futuro quello che mi hai detto stanotte”.
Le strinsi la mano, mi alzai e le diedi un bacio sulla fronte.
“Aspetta nipotino, ho un’altra cosa importante da dirti” disse la zia.
“Dimmi pure, puoi fare di me ciò che vuoi” le dissi sorridendo.
“Come ti ho detto sono anni che io non faccio, insomma, non faccio quelle cose, e per di più tu sei mio nipote. Quindi ti prego di capirmi se all’inizio andremo un po’ piano…non so se hai capito”.
Annui ridendo sommessamente.

“Però poi voglio aggiungere che tu potrai chiedermi tutto quello che vuoi, io farò tutto quello che desideri. Quello che farò non sarà mai abbastanza per ripagarti. Voglio che tra me e te ci sia sincerità totale, e quindi, se per esempio – detto questo abbassò lo sguardo e la voce - ti andasse di toccarmi e leccarmi come stanotte non hai che da chiedere”.
Alzò lo sguardo e mi sorrise.
La strinsi e ci abbracciammo.
“Zia, non hai idea di come mi hai reso felice con queste parole”.
Mi staccai e cominciai a girare per la stanza.
“Mi sembra un sogno, oddio mi sembra un sogno” le presi le mani, le baciai, poi tornai a camminare nervosamente.
La zia mi guardava ridendo: “Calmati però”.
Mi avvicinai alla zia. La spinsi piano vicino al tavolo e la baciai. Prima fu un bacio dolce, per poi divenire sempre più passionale.
“Zia, promettimi che farai tutto quello che desidero, e promettimi che non mi tradirai mai con nessun uomo” le sussurrai in un orecchio.
La zia dopo qualche secondo, guardandomi in viso, disse: “Chi potrebbe mai prendersi una vecchia come me - sorrise – inoltre sono così fortunata da avere un così baldo giovane a prendersi cura di me. Potrei mai tradirti?” Poi aggiunse: “Sono completamente tua, mi affido a te. Fammi conoscere il significato della parola passione”.
Ci baciammo; “I cornetti si freddano, che ne dici di mangiarli ora che sono ancora caldi?” dissi.

Ci sedemmo una di fronte all’altro e cominciammo a fare colazione.
“Zia, durante questi mesi era già scattato qualcosa oppure è nato tutto ieri sera?
“In realtà, qualcosina c’era già. Sto bene con te, sei proprio l’uomo che avrei sempre desiderato avere affianco. Ma non volevo ammetterlo a me stessa … sei mio nipote”.
Sorrisi, e continuai a domandarle: “Ma anche dal punto di vista fisico?”.
La zia fece di si con la testa: “Soprattutto”.
Sorrisi, e vuotai il bicchiere di succo di frutta che avevo davanti.
“Invece tu ieri sera mi hai detto che sono anni che mi desideri…è vero?” disse la zia alquanto imbarazzata.
“Si, quello che ti ho detto è vero. Sono anni che ti desidero, desidero il tuo corpo, desidero fare l’amore con te”.
La zia aveva gli occhi bassi “Sono così imbarazzata…e qual è stata la prima cosa che hai desiderato?”.

Risi, e poi dissi: “Il tuo seno…l’ho sognato per anni, e quando ieri l’ho stretto nelle mie mani, mi pareva di impazzire di piacere e di gioia. Poi anche le tue gambe, il tuo sedere, il tuo collo…..tutto di te mi fa impazzire”.
La zia sorrise.
Mi alzai e andai verso di lei. La feci alzare piano. Le sussurai nell’orecchio: “Zia, cosa vuoi che io faccia?”
“Ti prego non dirmi così”.
La baciai sul collo, poi le sussurrai: “Allora?”
La zia con gli occhi chiusi disse: “Vorrei vedere quanto hai desiderato il mio seno”.
La presi per mano mentre io mi appoggiai a uno sgabello.
“Cosa c’è sotto questa camicia da notte?” dissi con aria scherzosa “Sei in intimo o sei nuda?”.
“Sono in intimo, che dici, potrei mai essere nuda..?” disse la zia piano mentre la baciavo di nuovo sul collo.
Cominciai a scioglierle il nodo della cintura.
“Domani mattina voglio che tu venga a fare colazione solo in reggiseno e mutandine, ok?”
La zia mi guardò, sorrise, e annuì.
Sciolsi la cintura e la lasciai cadere. La camicia si aprì: la zia aveva indosso un completino intimo nero, molto semplice. Rimasi impietrito per qualche secondo. Non avevo ancora visto la zia così svestita. La notte prima comunque aveva sempre indossato il suo abito da sera.
“Che hai, non ti piaccio?” chiese la zia.

L’abbracciai e cominciai a baciarle il collo. Continuai a baciarla, mentre la zia, con gli occhi chiusi, rideva lentamente.
Arrivai al seno. Lo guardai. Con entrambe le mani lo toccai. Era morbidissimp. Palpavo con forza mentre la zia aveva le braccia mi accarezzava il petto e il collo.
“Zia, voglio leccarlo!”.
Cominciai a baciarle il seno anche se indossava ancora il reggipetto.
“Zia, è stupendo, immenso…così morbido”.
La zia mi sussurrò di continuare. Le staccai la clip del reggiseno.
“Zia, ti prego toglitelo”.
La zia lentamente si tolse prima una spallina, poi l’altra, e poi lo lascio cadere, lasciando in mostra i suoi due grandi seni. Cominciai a toccarli.
“Sono così grandi i tuoi seni zia, e sono ancora così sodi…come hai fatto a conservare il seno di una ventenne?”
“Ti prego…mi imbarazzi se mi parli così” disse la zia.
Baciai lentamente un capezzolo, poi l’altro. Cominciai a mordicchiarlo, mentre la zia gemeva piano.
“Vai piano ti prego. Il seno è sempre stato una zona del mio corpo particolarmente erogena per me”
“Buono a sapersi” dissi io sorridendole.

Cominciai a succhiare con forza i capezzoli. Li succhiavo, poi li tenevo in bocca e ci giocherellavo con la lingua. La zia ansimava e con il braccio manteneva il seno alla mia bocca. Appena indugiavo un po’ su qualcos’altro altro che non fosse il suo seno immediatamente mi portava alla bocca i capezzoli. Li stringevo con le mani e con la lingua li stuzzicavo. Con l’altra mano cominciai a scendere verso il sedere e cominciai a palparlo.
“Sei passato anche al sedere noto” disse la zia ansimando.
Rimasi a leccarle il seno per svariati minuti. Non riuscivo a staccarmi, ero ormai rapito da quelle tette che avevo sognato per anni.
Mi staccai e la baciai. La zia mi abbracciò e mi baciò, ringraziandomi per quello che avevo fatto.
“Nipotino - disse mentre ci stavamo baciando e accarezzavo piano il suo sedere – ieri sera hai pensato solamente al mio piacere così come ora”.
La mano della zia cominciò a scendere.
“E’ giunto il momento che anche io ti dimostri cosa posso regalarti come piacere”.



Racconto di fantasia -fatti e riferimenti a persone reali sono puramente casuali-

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scritto il
2010-11-25
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