Un amore di zia - Capitolo 7 - Sul lettone della zia

di
genere
incesti

Il film stava per finire. Eravamo tutti e due stesi sul lettone della zia. Io ero in boxer, e la zia in un completino intimo.
Eravamo abbracciati, sembravamo due fidanzatini.

“Piaciuto il film zia?” le chiesi.
“Si abbastanza, anche se mi aspettavo qualcosina di più” rispose.
“Bé – dissi io – non puoi pretendere che siano tutti dei capolavori. Tu sei troppo esigente”.
Rise.
“Non è che sei diventata esigente pure in quanto a sesso e non mi vuoi più?” le chiesi sorridendo.
La zia mi diede un bacio, e rispose: “Non dire stupidaggini”.

Mi diede un bacio sulle labbra. Poi un altro. Cominciammo a baciarci con passione, e dopo pochi secondi la zia si ritrovò sopra di me. Ci baciammo ancora, mentre il mio sesso cominciava già a diventare duro.
“Si è risvegliato finalmente – disse la zia sorridendo mentre mi baciava – pensavo che per oggi avessimo finito”.
Ci girammo e questa volta ero io sopra. Appoggiai il mio bacino tra le sue gambe e premetti con forza, mentre la baciavo sul collo.
La zia ansimò abbracciandomi forte.
“Zia, ho voglia ancora del tuo corpo” le sussurai.
“Anche io ho voglia ancora di te” mi rispose piano.
Mi alzai e mi diressi verso l’armadio: “Ti va di fare un gioco?” le chiesi.
“Un gioco? – disse la zia mentre si sistemava il reggiseno – Ma si, sono tutta tua!”.

Presi dall’armadio una sciarpa di seta, di quelle lunghissime che usano le donne. Risalii sul letto e mi avvicinai alla zia.
“Stenditi, prima però togliti il reggiseno, che non vedo l’ora di leccarti di nuovo quelle tette fantastiche” le dissi.
“Sei un maialone” disse sfilandosi il reggiseno. Poi si stese: la feci posizionare perfettamente supina, con la testa su dei cuscini. Presi le braccia e le portai sul letto. Poi presi la sciarpa e le legai i polsi alla ringhiera.
“Così è perfetto” dissi stendendomi di fianco a lei.
Mi girai, le misi una mano su un seno, e delicatamente lo cominciai a massaggiare, mentre la baciavo dolcemente.
“Sei stupenda zietta – dissi tra un bacio e l’altro – ti giuro mi pare di esplodere a vederti qui senza saltarti addosso”
La zia rise, e poi disse: “E allora saltami addosso no?”
“Eheh, sarebbe troppo facile – le dissi – voglio giocare un po’ prima. Ti va di parlare un po’?”.
La zia annuì.

Diedi un bacio alla sua fronte, poi mi spostai con la testa sul seno. Con entrambi le mani ora li palpavo in maniera molto più decisa. Cominciai a baciarle, prima piano, poi con baci sempre più passionali, fino a leccarle con gusto.
La zia aveva gli occhi chiusi e emetteva ogni tanto degli gemiti di approvazione. Dopo una leccata veloce ai due capezzoli turgidi, mi rimisi di fianco a lei.
“Zietta, ti posso fare una domanda?” le dissi mentre con le mani accarezzavo piano i capezzoli.
La zia dopo un secondo di pausa annuì.
“Senti, quanto hai voglia che io torni a leccarti le tette??” le chiesi sorridendo.
Si girò verso di me, mentre io continuavo a palparle il seno, e rispose: “Non potresti fermarti mentre mi fai le domande e io rispondo?”.
“Eheh, no, altrimenti che gioco sarebbe - dissi mentre con una bacio veloce le mordicchiai un capezzolo – allora? Non ho ancora sentito la tua risposta”.
“Ti odio quando fai così lo sai” disse la zia ansimando piano. Dopo qualche secondo, rispose: “Non ti bastano i miei gemiti come risposta? Ti prego baciale ancora”.

Le diedi una bacio, poi tornai a succhiarle i capezzoli. Stringevo il senso e succhiavo con forza, mentre la zia ansimava e stringeva le gambe.
Mentre le continuavo ad accarezzare il seno, le dissi ancora: “Zia, senti, mi dici quanta voglia hai di leccarmi il pene stasera?”.
“Tanta – mi disse – mi piace vedere le tue smorfie di piacere quando lo lecco o te lo tocco. Mi fa sentire bene e in qualche modo riesco a ripagare tutto quello che tu mi regali ogni giorno”.
Ci baciammo, mentre le accarezzavo il viso: “Non vedo l’ora di sentire ancora la tua bocca calda attorno al mio cazzo duro. Lo sai, è già come una pietra”.
Mi avvicinai e strofinai i boxer vicino alla sua gamba: “Dio quanta voglia avrebbe di essere masturbato da te proprio ora”.
“Sei proprio diabolico – mi disse la zia – dopo ti ridarò tutto con gli interessi”.
Le diedi un bacio, e scoppiammo in una grande risata.
“Con te sto proprio bene, sai?” dissi guardandola.
“Ti prego non dirmi così. Ho 52 anni, posso mica innamorarmi di mio nipote che ha trentanni meno di me?” rispose la zia ridendo.
Sorrisi, e le diedi un altro bacio.

“Se sei scomoda con le braccia legate, posso anche slegarti” dissi.
La zia accennò a un no con la testa: “Adesso che hai intenzione di fare?” mi chiese.
Spostai la mia mano sulle sue mutandine: “Lo sai che ti stanno davvero bene queste mutandine?”
Cominciai ad accarezzarle. La zia mi sorrise e piegò la testa sul cuscino.
“Zia, non pensi che la tua figa debba liberarsi dalle tue mutandine?”
Lei annuì, e stese le gambe.
“Allora visto che hai tanta voglia di togliertele, perché non te le levi?” le chiesi alzandomi su un gomito e sfiorandole i capezzoli con un dito.
La zia strattonò un po’ il nodo, poi disse: “Lo sai che io non posso, perché non me le levi tu?”
La guardai per qualche secondo, poi lentamente infilai una mano negli slip.
Le toccai la figa, piano. La zia si mordicchiò il labbro. Cominciai ad accarezzarla lentamente.

“Bè – dissi – anche se non togli gli slip comunque posso masturbarti no?”
La zia allargò le gambe, e disse: “Si, però…”
Cominciai a palparla con forza. Cominciò a gemere.
Muoveva la testa sul cuscino mentre gemeva. Io a tratti le baciavo il collo, a tratti il seno…con la mano continuai a masturbarla, prima stimolandole solo il clitoride, e poi usando le dita.
“E’ così calda la tua figa zietta” le dissi all’orecchio mordicchiandolo.
“Non dirmi così, mi fai sentire…” rispose la zia gemendo.
“Ti faccio sentire una maiala? - le chiesi ridacchiando – Eppure ogni volta che ti dico così noto che godi sempre di più. Sarà perché ti eccita pensare che stai facendo queste cose indicibili col tuo nipotino?”.
“Ti prego non dire così…” ansimò la zia.
“Io riporto solo quello che vedo” dissi cominciando a baciarle il collo.
Dopo qualche minuto alzai la testa e le diedi un bacio: “Non ci posso credere al fatto che prima tutto ciò era riservato solo allo zio. Non è giusto, non trovi?” dissi.
La zia mi guardò, poi riabbassò la testa sul cuscino e disse: “Ti prego non parlare di tuo zio, non mi far sentire in colpa”.
“Quale colpa zia – le dissi – in fondo sei stata tu a scegliere me. O ti sei pentita di quello che stiamo facendo?”.
“Mai! - rispose immediatamente la zia – Io voglio te, voglio che sia tua a prenderti cura di me”.
Le diedi un bacio.

“Usa la tua lingua per farmi venire, ti prego” mi sussurrò la zia all’orecchio.
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me” le dissi.
Mi alzai, e piano le sfilai gli slip. Li gettai via. Mi spostai di fronte a lei, e le allargai le gambe.
“Hai una figa bellissima zia – le dissi – Poi è già tutta grondante”.
“Non dire così, mi fai sentire una donnaccia” disse la zia abbassando lo sguardo e reclinando la testa.
Mi misi sui gomiti e appoggiai il mio sesso duro ancora nei boxer sulla sua vagina. La guardai negli occhi e dissi: “Tu sei una donna che non ha paura di seguire i suoi sentimenti. Tu sei la zia che ho sempre sognato, e che non vedo l’ora di avere per sempre”.
La zia alzò la testa e mi baciò. Continuai a baciarla mentre con il bacino premevo forte sulla figa.
“Lo senti come pulsa dentro quei boxer? – le dissi – So che non possiamo ancora fare l’amore, e quindi non vedo l’ora che tu lo prenda in mano. Ti prego zietta, masturbami che sto esplodendo”
Continuai a spingere ritmicamente come se stessimo facendo sesso.
“Lascia che me ne occupi io. Voglio sentirlo pulsare tra le mie mani” mi disse la zia.
“Non ancora – risposi io – adesso ho un compito da assolvere no?”
Mi alzai, e dissi: “Vuoi che ti lecchi la tua figa?”
La zia annuì. Mi spostai più dietro nel letto. Allargai le sue gambe. Era bagnata, con gli umori che le colavano sulle gambe. Mi abbassai, e leccai proprio l’interno coscia pregno del suo sapore.
Piano alla volta mi cominciai a spostare tra le sua gambe. Succhiai lentamente il clitoride. Cominciai a leccarla prima lentamente, poi con forza.
Scuoteva la testa sui cuscini, mentre i suoi umori continuavano a scendere copiosi.
Continuai a leccarla per oltre venti minuti, a tratti piano, a tratti con foga. Ero in paradiso quando sentivo la sua figa sulla mia lingua, mi sembrava continuamente un sogno.
“Sto per venireee!” disse la zia alzando la voce.
Mi bloccai a quelle parole, mi alzai e le diedi un bacio. La zia mi guardò con aria interrogativa.
“E’ ancora presto per venire. Vedi – e indicai l’orologio – sono solo le 21. Non vorrai mica che tutto finisca così velocemente? Abbiamo ancora tutta la notte”
La zia mi guardò, e poggiò la testa sul cuscino: “Ma quante ne pensi?” mi disse.
Mi rimisi accanto a lei, e ricominciai ad accarezzarle con una mano la figa, molto lentamente. Dopo qualche minuto leccai di nuovo il suo seno.
“Vuoi venire o no?” le sussurai.
“Si, si ti prego, sto impazzendo, voglio venire, voglio venire!”.
Mi ributtai con la testa tra le sue gambe, ma non appena avvertii che la zia fosse vicina all’orgasmo, mi bloccai di nuovo.


Racconto di fantasia -fatti e riferimenti a persone reali sono puramente casuali-

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scritto il
2010-12-27
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