Un amore di zia - Capitolo 6 - Giochi d'acqua

di
genere
incesti

Quel giorno ero tornato leggermente prima da lavoro. Fortunatamente ero riuscito ad anticiparmi su alcune pratiche, e quindi avevo gran parte del pomeriggio libero.

Quando tornai a casa la zia stava in cucina a guardare un po’ di televisione. Posai la mia valigetta sul divano e mi versai un po’ d’acqua.
“Che guardi di bello zia?”.
“E’ un documentario sugli USA, molto interessante sai?” mi disse.
Annuii: “Zia io vado a farmi una doccia che sono stanchissimo. Stasera non vado nemmeno in palestra, penso di starmi qui a casa. Tu esci?”.
“Dovrei andare da Rachele” disse la zia.
“Ah che bello…la mia ex insegnante di musica. Come sta?”
“Bene bene, ogni tanto mi chiede di te” mi disse sorridendo.
Mi avvicinai alla zia e la baciai: “Glielo dici che ti lecco la figa ogni giorno?” le dissi ridendo.
“Sei un bruto! - mi disse la zia ridendo e dandomi uno schiaffetto – se glielo dicessi si fionderebbe qui a sedurti”.
“Bè, Rachele è una bellissima donna, la prof più bella della scuola ai tempi. Il piacere è tutto mio”.
“Vai a farti la doccia, che è meglio - mi spinse la zia – così calmi un po’ i tuoi spiriti sempre bollenti”.

Quando tornai in cucina ero in accappatoio. Una doccia rilassante era quello che ci voleva. Guardai l’orologio, erano quasi le sei.
La zia era in piedi, e si stava versando dell’acqua. L’abbracciai da dietro.
“Ciao zietta” le dissi a bassa voce.
La zia chiuse la bottiglia e mi prese le mani: “La conosco questa voce” disse ridacchiando.
Indossava un lungo vestito di stoffa, di quelli tipici che si indossano quando cominciano i primi caldi.
“Sotto questo bel vestito che però non nasconde il tuo seno immenso e il tuo culo fantastico, cosa c’è di bello??”.
La zia chiuse gli occhi al mio bacio sul collo, e rispose: “Non indosso nient’altro che le autoreggenti bianche, come mi hai detto tu stamattina”.
“Che brava che è la mia zietta” e cominciai a baciarla sulle spalle.
Le mie mani cominciarono a salire e strinsi con forza le sue tette. Continuavo a baciarla sulle spalle mentre con le mani mi divertivo a stuzzicare i capezzoli.
“Sei una piccolo pervertito” mi sussurrò la zia.
“Peccato che tu lo ami questo piccolo pervertito vero?” le dissi.

Mi strinse le mani aiutandomi a palpare i seni. Le mordicchiai il lobo dell’orecchio, e dopo un lungo bacio staccai una mano dal seno e accarezzai piano il suo sedere.
“Ogni volta che tocco il tuo sedere penso sempre che non vedo l’ora di farlo completamente mio. Non mi basta venirci sopra come stamattina” le dissi.
Alzai il vestito e cominciai ad accarezzarle piano le natiche.
“Hai un culo stupendo zia” le dissi.
Rimasi ad accarezzarlo un po’, dopodiché le strinsi le spalle,e le dissi: “Direi che è giunto il momento che questo vestito si tolga da mezzo, no?”.
La zia annuì. Spostai le spalline colorate e il vestito scivolò giù come una foglia d’autunno. Con un piede lo spostai via. Abbracciai di nuovo la zia.
“Non è giusto che però tu abbia l’accappatoio addosso” mi disse la zia, sfilandomi la cintura e aprendo l’accappatoio, facendo fuoriuscire il mio sesso già duro.
Me lo tolsi completamente e feci girare la zia. Ci baciammo per lunghi minuti, mentre le sue mani cominciarono a toccare il mio pene.
“Che fai, già cominci?” le sussurai all’orecchio.
“E’ il mio modo di salutarlo” mi rispose.

Mentre me lo toccava piano, presi il bicchiere che si era riempita e lo poggiai di fianco a lei.
“Ti va di fare un gioco?” le chiesi
“Dimmi tutto nipotino” rispose la zia.
“Allora – e immersi il mio indice nell’acqua – il gioco consiste nell’indicare precisamente all’altro quale parte del proprio corpo si vuole venga baciata. Ad esempio, se io bagno il dito con dell’acqua e me lo passo sulle labbra, vuol dire che tu devi baciarmi sulle labbra. Ti è chiaro?”
La zia annuì: “Vale dappertutto vero?”
“Esattamente – dissi – vogliamo rimanere qui o ci mettiamo sul divano?”
La zia bagnò il suo indice nel bicchiere, e se lo passò su tutto il collo.

“Basta parlare adesso” disse chiudendo gli occhi.
Le misi le mani sui fianchi e cominciai a leccarle e baciarle il collo. La zia mi abbracciò forte, mentre mi accarezzava la testa.
“Ovviamente quando ho detto baciare sottintendevo leccare” le sussurrai nell’orecchio.
“Non ne avevo dubbi sai? E poi ti avrei obbligato a non baciarmi solamente” disse sorridendomi.
Si bagnò di nuovo le sue dita, e questa volta si bagnò il solco tra le sue tette.
“Passiamo alle cose interessanti, noto. Ovviamente nel pacchetto ci sono anche le tue tettone enormi”
Mi abbassai e cominciai a leccarle il seno. Non lasciai un solo centimetro di pelle libera. Baciavo e leccavo con avidità mentre la zia con la mano cominciò a masturbarmi.
Continuai per qualche altro minuto, poi mi alzai e feci girare la zia.
“Abbassati leggermente zia” le dissi.
La zia si piegò leggermente mostrando il suo sedere perfetto. Diedi uno schiaffettino sulla natica e presi il bicchiere. Versai dell’acqua proprio nel solco delle sue natiche rotonde e bianche.
“Mi perdonerai se ho preso l’iniziativa zia”.
Cominciai a leccare lentamente proprio dov’era l’acqua. Stringevo e palpavo le sue natiche rotonde, mentre con la lingua scendevo sempre più giù.
“Zia, voglio che ti pieghi perfettamente a pecora”.
La zia si appoggiò sui gomiti e si abbassò. Appoggiai il mio bacino sul suo sedere, il mio sesso duro tra le sue chiappe. Mi abbassai su di lei e le dissi: “Non so che darei per sbattertelo in culo ora”.
“Non dire così, sono tua zia – ansimò – e poi guarda che l’acqua è scesa proprio lì”
Appoggiato alla sua schiena strinsi il seno che penzolava.
“Hai ragione, è scivolata proprio sulla tua figa – le sussurai all’orecchio – cosa vuoi che faccia”
La zia esitò un pochettino, poi sussurrò: “Ti prego non farmi aspettare”.
“Non ho capito zia, sii più chiara” le dissi sorridendo.

La zia mi prese una mano e la poggiò tra le sue gambe: “Leccamela, sto per impazzire”.
Cominciai a palparle la figa. Era già bagnata.
“Zia, ma sei tutta bagnata … sei sicura che non vuoi che usi solo le mie mani?” dissi
La zia si alzò e si girò. Si appoggiò al piano dove si trovava il bicchiere, e mi prese per il viso.
“Voglio che me la lecchi tutta, ti prego”.
Le diedi un bacio, poi le dissi: “Sei bellissima, lo sai?”.
Mi abbassai e cominciai a lavorare con la lingua. La zia spingeva con le mani la mia testa.
Prima leccai il suo interno coscia e la parte esterna della sua vagina. Con la lingua giochicchiavo con il clitoride, e la zia ansimava con forza.
Leccavo con forza, mentre la zia gemeva. Con le mani stringevo con forza il suo sedere per darmi ancora più forza.
“Sento la tua lingua dentro – diceva ansimando la zia – ti prego non fermartiiiii!!”.
La zia mi spingeva ancora più con forza. Continuai per minuti interi, immerso nella passione di quei baci. Era vicina all’orgasmo.
Si appoggiò con le mani al ripiano e stringendo forte gridò mentre raggiunse l’orgasmo. Le gambe della zia prima rigide per la tensione dell’istante, si rilassarono.

Mi alzai, e abbracciai la zia.
“Sei stata bravissima – le dissi – ora vieni qui dal tuo nipotino”.
La zia si appoggiò con la testa sul mio petto.
“Grazie, davvero grazie – disse la zia – ogni volta che lo facciamo mi sembra di impazzire, dal piacere e dalla gioia. Sono la donna più fortunata del mondo ad averti accanto, davvero. Non so come sdebitarmi”.
“Zia non dire così. Io ti ho promesso che mi sarei preso cura di te, e sto mantenendo fede alla mia promessa, tutto qui”.
La zia mi sorrise. Prese poi il bicchiere, e mi guardò.
“Quando hai detto che ero bellissima, bè, mi hai fatto sentire come se avessi di nuovo vent'anni. Grazie”.
Detto questo prese il bicchiere quasi vuoto ma ancora con dell’acqua, e me la versò sul pene duro davanti a lei, bagnandolo completamente.
“Zia – dissi sorpreso – perché mi hai bagnato??”.
La zia prese un cuscino e lo mise a terra. Si inginocchiò, e cominciò a masturbarmi.
“Continuo a giocare” disse sorridendo e guardandomi.
Dopo un po’ che mi masturbava, si fermò, e diede un bacio al mio sesso.
“Mi limito ai baci oppure uso la lingua?” disse la zia sarcasticamente.
“Leccamelo zia, ti prego”.
La zia si abbassò sui miei testicoli, e cominciò a leccarli lentamente.
“Brava, sei fantastica, lo sai” le dissi mentre la tenevo per i capelli.
La zia continuò a leccarli e a succhiarli. Poi fece una lunga leccata su per tutto il mio pene fino in cima.
Ansimai stringendo le mie mani tra i suoi capelli. La zia mi guardò, mi sorrise, poi si infilò il mio sesso in bocca.
Cominciò a muoversi avanti e indietro, mentre io ansimavo con forza.
“Zia, la tua bocca è così calda…la tua lingua..” dicevo gemendo.
La zia mi masturbava lentamente, mentre con la lingua stuzzicava il mio pene. Non trascurava nemmeno i miei testicoli. Continuò a leccarmi per molti minuti.
“Zia, zia – dissi ansimando – leccalo ancora!”.
La zia se lo infilò in bocca, e cominciò a pompare con forza. Mise le sua mani sulle mie natiche, per darsi forza. Io le spingevo la testa tra le mie gambe, e cominciai a sbatterle il pene in bocca.
“Oddio perché non l’abbiamo fatto prima – dissi gridando – zia voglio venirti in bocca, ti prego fammi venire, sento che sto venendo”.
La zia continuava a spingersi il pene in bocca, mentre con le mani mi accarezzava il petto e l’addome. Io continuavo a pompare, e dopo pochi secondi fiotti di sperma riempirono la bocca della zia.
Lasciai la testa della zia: si tolse il mio pene da bocca, e si alzò. Prese un po’ d’acqua e butto giù. Si appoggiò al mio petto, e mi disse: “Non ho sprecato nemmeno un goccia del tuo sperma”.
“Sei stata fantastica zia – le dissi – è stato il più bel pompino che abbia mai avuto. Non posso ancora crederci che tu me lo abbia leccato, e che ti sia venuto in bocca”.
La zia sorrise.
“Se penso che prima tutto ciò era solo dello zio” dissi.
“Non dire così…erano anni che non prendevo un cazzo in bocca, e avevo paura di sbagliare qualcosa” disse.
“Sbagliare? Io pretendo che tu ogni mattina mi svegli leccandomi il pene, ok?”
La zia rise di gusto, e disse: “Sono felice che ti piaccia come lo faccio…ti prometto che te ne farò quanti ne vorrai, basta che tu me lo dica…e poi, ora tutto questo è solamente tuo” disse indicando il suo corpo.
“Si, hai ragione – dissi abbracciandola e mettendole le mani sul sedere – è tutto mio, solamente mio”.



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scritto il
2010-12-24
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