L'assistente eccitante

di
genere
etero

Come ogni giovedì, eccomi al corso di applicazioni informatiche per le arti grafiche, il corso che adoro di più! Certo, teatro, musica, cinema e letteratura sono interessanti, ma lavorare alle immagini e creare video è il massimo per me. Oggi è tornato a fare lezione insieme al professore quell'assistente... Se non erro, il suo nome è Roberto, ma l'abbiamo visto poco alle lezioni, quindi potrei anche sbagliarmi. Si tratta di un assistente molto giovane, forse avrà una trentina d'anni, e parecchie compagne di corso l'hanno già adocchiato dal primo giorno in cui era a lezione. Neanche a me è indifferente... E ogni tanto lo sguardo ci scappa. Intanto seguo la lezione a dovere, non posso lasciarmi distrarre, altrimenti cosa andrò a dire all'esame? "Quant'è carino il suo assistente, prof!" non mi sembra proprio la risposta adatta...

La lezione termina, l'aula si svuota ed io vado via, quando mi rendo conto che ho dimenticato sia di recuperare la mia penna usb, sia di spegnere il PC alla mia postazione. Corro: non voglio né perdere la penna né lasciare la postazione in disordine, ma trovo l'assistente già in procinto di chiudere la porta del laboratorio. "Cos'è tutta questa fretta?", mi domanda, vedendomi affannata. Gli spiego l'accaduto e con molta disponibilità riapre ed io posso riprendere la pennetta e notare come lui abbia già spento tutto. "Quando si creano queste situazioni, sapete benissimo che potete chiamarmi; dovreste avere tutti il mio numero, l'ho lasciato a pochi studenti per poi fare passaparola tra voi, dato che il prof non lascia mai il suo e lascia a me la responsabilità del laboratorio. Avrai notato che il PC era già spento." Resto perplessa. "Si, grazie... Solo che io non ho mai avuto il tuo numero, mi spiace non averti potuto avvertire!". Mi elenca dunque le cifre del suo numero di cellulare, aggiungendo il suo nome, per sicurezza, confermando il mio ricordo. Lo segno in rubrica e faccio per andarmene. Intanto penso alla cattiveria delle mie compagne: come hanno potuto non dirmi che avevano il suo numero? Poi ci parlerò a parte per benino... "Mmm, ascolta...", mi distrae da questi pensieri la sua voce, "Ti va di lasciarmi il tuo numero? Un po' mi imbarazza chiedertelo, ma ora che ho l'occasione ne approfitto... Sai, non mi spiacerebbe risentirci, a prescindere da corsi o laboratori...". La situazione si fa difficile: da un lato penso che a me non dispiacerebbe affatto, ma dall'altro lui è comunque il mio futuro esaminatore, insieme al professore, e non me la sento creare una relazione di questo tipo proprio con lui. "Non so se è il caso...". "Rimarrebbe qualcosa tra noi e basta, promesso; non intaccherebbe con il corso o l'esame. Per compagni e professore sarà tutto uguale ovviamente... Non farei capire loro nulla, davvero". Spinta dall'interesse che provo anche io per lui, accetto. Il giorno successivo già si fa sentire e giorno dopo giorno ci affezioniamo l'un l'altra sempre più; addirittura decidiamo di vederci una sera, per prendere qualcosa di caldo al bar, date le basse temperature di questo periodo. La serata con lui è meravigliosa e conferma le nostre sensazioni: con lui sto davvero bene; già solo la sua compagnia mi fa piacere, se poi più in là decidessimo di iniziare davvero una relazione non mi dispiacerebbe, anzi... E se poi andasse oltre e facessimo tante belle cose, insieme da soli... Chissà! La mia mente vaga troppo in avanti nel tempo, mi sa. Basta pensarci. Torno a casa e attendo con ansia il giovedì successivo, sperando che venga al corso, cosa difficile, dato che viene raramente. Invece eccolo anche oggi! Sono felicissima, e lui certamente lo nota. Prendo da parte una delle mie compagne e chiedo il motivo per cui non avevo avuto il numero. Lei divaga, spiegando che "la carne è giovane" e che "la sfida è aperta", quindi né lei né le amiche più strette hanno voluto lasciarmelo. Mi confessa che lei stessa ha insistito parecchio per averlo da Giada e che lei non lo darebbe mai. La mia rabbia aumenta, ma allo stesso tempo aumenta anche la mia soddisfazione personale, dato che io sto approfondendo la sua conoscenza, pur non avendo avuto dal principio la base per farlo.

Terminato il corso, un suo sguardo rapido mi fa capire che devo aspettare ed uscire proprio per ultima insieme a lui. A parte vaghi dubbi delle amiche sul mio rallentamento, fortunatamente nessuno nota che sto facendo di tutto per uscire il più tardi possibile. Il professore va via e rimaniamo io e lui fuori dalla sala. Improvvisamente, si volta, mi prende il viso e mi bacia appassionatamente. Sono presissima da questo bacio... Lo desideravo già dalla serata al bar. Ammetto il mio piacere baciandolo con altrettanta passione. Durante un abbraccio successivo, però, noto che le sue mani scivolano tra le mie gambe. "Ti andrebbe di... Mmm... Appartarci un po'...?". Si, mi va, e lui lo sa. Mi prende direttamente per mano e apre la porta del laboratorio. "Non vorrai mica... Qui?". "I corsi sono finiti, sono le sei e mezzo passate, e sai che oltre questo orario non verrà più nessuno, perché ognuno vuole andare solo a casa. Spegniamo quasi tutto e nessuno ci vedrebbe...". Io già sono presa da questa idea, e so anche che ha ragione. Il corso che va dalle 16,30 alle 18,30 è davvero l'ultimo, poi l'università diventa completamente vuota. Inoltre, siamo al piano semi-interrato. Mentre ci penso, lui ha già chiuso a chiave la sala dall'interno, spento quasi tutte le luci e fatto in modo da rendere visibile solo lo stretto necessario, ovvero la scrivania. Mi spinge verso di sé, cominciando a baciarmi labbra e collo. I brividi pervadono il mio corpo, e a questo si aggiunge anche la sensazione del suo cazzo duro nei pantaloni che indossa. Mi viene spontaneo accarezzarlo e godermi al tatto tutta la sua rigidità. Subito dopo, mentre io gli tolgo camicia e pantaloni, lui toglie a me maglione e jeans; già solo poggiando la mano sugli slip nota quanto già io mi sia inumidita, li sposta e comincia ad accarezzare il clitoride. I miei gemiti lo spingono ad entrare poi con due dita all'interno della figa, ormai umidissima... Mi fa sedere sulla scrivania, per poi togliere quel po' che resta a me e lui ed inginocchiarsi davanti a me. Mi allarga bene le gambe e comincia a leccarmi la figa, dal clitoride, alle labbra, fino all'ingresso. Godo ed ansimo sempre più. Prima lecca delicatamente tutta l'area, poi segue qualche delicatissimo ed eccitantissimo morso, fino a che con la lingua non inizia a leccare all'interno, facendomi provare ancora più piacere. A quel punto fa lavorare le dita, per baciare, intanto, seno e collo. Il mio orgasmo è vicinissimo, e si sente da quanto stringo le sue dita all'interno della figa; lui spinge ancora, con più velocità e forza, fino a quando finalmente un meraviglioso orgasmo mi prende tutto il corpo, causando tremolii e brividi dalle gambe alla schiena. Quando mi riprendo un attimo, è lui a sedersi e a farmi godere la visione del suo cazzo grosso, rigido e pulsante. Passando le sue dita ancora piene dei miei umori sulle mie labbra, lui mi fa sedere su di lui, penetrandomi in profondità. Così, mentre io sono intenta a leccare le sue dita e a muovermi su e giù, lui col bacino dà spinte ogni tanto, in profondità, fino a farmelo sentire fino in fondo. Il nostro piacere sale, sale, fino a quando io stessa non raggiungo un secondo orgasmo e lui non si avvicina al momento dell'arrivo. Mi chiede di inginocchiarmi e di cominciare a lavorarlo bene bene fino all'orgasmo. Eseguo subito, presa dall'eccitazione. Lo prendo in bocca, prima solo la cima, rossa e calda, poi pian piano prende posto nella mia bocca tutta la sua lunghezza. Lecco accuratamente ogni angolo, dal fondo alla punta, salendo e scendendo. Il tutto mentre succhio prima delicatamente e poi con più forza. Geme di piacere, ed io non posso far altro che continuare, se questi miei movimenti potrebbero portarlo all'orgasmo. Prende la mia testa e la spinge sempre più velocemente per guidarla, fino a che non giunge anch'egli al piacere, riempendo totalmente la mia bocca. Io mi godo tutto il suo liquido, per poi dedicarmi alla piacevole pulizia dell'organo che mi ha dato tanto piacere poco prima. Entrambi, in bagno, ci diamo una sciacquata e ci rivestiamo. Tra un bacio e l'altro, lasciamo la sala, Roberto chiude a chiave la porta e mi accompagna a casa. Da quel giorno, ci vediamo spesso, non solo all'università, dato che usciamo insieme regolarmente. E ogni qualvolta è possibile, facciamo l'amore e godiamo come dei matti...

Shikky
scritto il
2016-12-17
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