Ammucchiata di fine stagione
di
Patrizia V.
genere
orge
Guido deve tornare al lavoro, e quindi la nuova famigliola meneghino-partenopea si prepara a transumare a Milano.
Mentre io ero impegnata a riplasmare la vita di Nadia a vantaggio del mio amico Sergio, sulla linea telefonica Rimini Milano si è consumata la tragedia familiare di Elena: la mia amica, presa dalla sua storia con Guido, ha comunicato per telefono al cornuto di volere la separazione. Il malacapitato era in servizio su un traghetto della Tirrenia e ha dato in escandescenze, con il solo risultato di farsi sospendere senza paga.
Mara è tutta dalla parte di sua madre, non fosse altro perché la situazione le dà modo di andare a vivere con la sua amichetta del cuore, che è poi la figlia di Guido.
Insomma: Guido ed Elena, entrambi miei ex, e le rispettive figlie Franci e Mara, entrambe da me pervertite e già definitivamente convertite alle gioie di Saffo fin dalla tenera età, stanno per lasciare la riviera romagnola diretti alle nebbie lombarde, e a me sembra giusto offrire una seratina finale per le nostre due famiglie un po’ alternative.
Siamo quattro per parte, tutto sommato abbastanza compatibili per carattere ed inclinazioni sessuali, quindi la riunione di commiato promette abbastanza bene…
Arrivano verso le sei del pomeriggio, stipati nel macchinone di Guido.
Elena è la solita zoccola d’assalto, con uno dei suoi vestitini scosciati che lasciano debordare le sue forme prorompenti e un po’ passite (l’ho già detto che ha almeno un anno più di me?), mentre sua figlia anche se formosetta come lei è un amore nel suo abitino doposole... Le zeppe da terrona e la chincaglieria al collo e ai polsi mancano un po’ di stile, ma che ci vuoi fare.
La Franci è sempre più carina: più slanciata delle altre donne della famiglia, bruna come loro ma bella riccia, nasconde sempre gli occhi grigi dietro gli occhiali da miope che la fanno assai più adulta e le danno quel tocco di mistero che le dona tantissimo.
Guido è sempre Guido: aitante quarantacinquenne un po’ brizzolato ma sempre in forma, con le spalle larghe e un sorriso simpatico; la perfetta scelta del dopobarba è un elemento fondamentale del suo fascino.
Eva è sempre la più bella: alta quanto me ma più flessuosa e aggraziata, con quei lunghi capelli biondi appena mossi che staccano così bene con l’abbronzatura, potrebbe indossare qualsiasi cosa e la farebbe apparire sexy. Con un tocco di classe come oggi (camicetta blu intonata agli occhi e mini bianca), diventa uno schianto.
La Giulia non sarà una strafica, ma diventa sempre più graziosa e non lo dico perché è mia figlia: non sarà mai alta come Eva e me, ma è comunque superiore alla media. Se non fosse per i capelli scuri assomiglierebbe più a Eva che e me, e in più sta mettendo su un paio di tette decisamente più floride delle nostre. Lei ha un paio di shorts di jeans e una canotta arancione bella stretta che fa risaltare la sua appena acquisita terza misura.
Jas si tiene sulle sue. Ha comprato qualcosa in città con i soldi della paga che le passo, ma preferisce farsi trovare con quella che considera la sua uniforme di bordo: maglietta e calzoncini bianchi senza nessun fronzolo. E’ sempre magra come uno stecchino, ma ha un visetto delizioso e una pelle così perfetta e luminosa che ci si potrebbe specchiare.
E io? Io devo andarci piano: le mie tre compagne sono tutte giovanissime e molto più appariscenti e carine di me, quindi è meglio evitare di mettermi in competizione con loro. Del resto, con un uomo solo nel gruppo e tanta carne fresca a disposizione dei suoi sguardi, è meglio indirizzare le mie arti di cacciatrice verso le ragazze e adeguare il mio look al ruolo che il destino mi ha assegnato. Quindi niente gonna corta: le mie gambe sono ancora di prima classe ma con tutte quelle ragazzine intorno si perderebbero nel mucchio; meglio i jeans di ecopelle che esaltano i miei quarti posteriori, che sono sempre i migliori in zona. La canotta nera blusante che mi scopre le braccia e le spalle mettendo in evidenza muscoli e abbronzatura (e nascondendo almeno un po’ la scarsità delle mie curve anteriori) mi slancia ancora di più, e i miei soliti stivali completano il look da predatrice. Il ciuffo sull’occhio aggiunge quel tocco di ambiguità che corona il tutto…
Insomma: fra tutte siamo un bel guardare, e Guido non può lamentarsi della compagnia femminile…
Appena sono tutti a bordo Jasmine molla gli ormeggi e io conduco la Serenissima fuori dalla darsena in modo da poterci sottrarre all’offensiva serale delle zanzare e goderci l’aria salmastra e pulita del mare aperto.
Mentre Eva e Giulia servono l’aperitivo, Jas getta l’ancora, e anche noi ci possiamo unire agli altri al tavolo sul ponte.
Incrocio lo sguardo con Elena e la inchiodo allo schienale della sua poltroncina: fino a oggi mi è sfuggita, ma lei sa come lo so io, che questa sera sarà mia…
Lei sostiene lo sguardo, con un lampo di sfida. Sa di essere la mia preda, ed è una preda abbastanza consenziente per essere una etero convinta, ma pretende una sorta di corteggiamento: da femmina completa, vuole rendermi le cose difficili.
Bene. Io sono una cacciatrice, e le prede troppo facili mi annoiano…
Naturalmente la Serenissima non è un bordello: ci conosciamo tutti per quello che siamo, sappiamo di essere malati di sesso e destinati a scoparci a vicenda come maiali, ma abbiamo abbastanza creanza e ritegno da chiacchierare, bere e mangiare da persone civili.
Durante la serata, benché abbia deciso di dedicarmi soprattutto a Elena, mi sorprendo a studiare Guido. Mi sento ancora attratta da lui.
Sono stata io a interrompere la nostra relazione anni fa, quando entrambi cornificavamo i rispettivi coniugi con una cadenza piuttosto serrata, e non me ne sono certo pentita; però Guido rimane uno dei migliori amanti che abbia mai avuto. In un certo qual modo, non mi dispiacerebbe rinnovare un po’ i fasti del nostro rovente rapporto.
Noto alcune occhiate abbastanza interessate da parte sua, e me ne compiaccio: quando intorno c’è Eva, è difficile che gli uomini guardino altre che non lei.
Eppure la sua attenzione sembra rivolta in una direzione che non mi sarei immaginata.
Guido sta spogliando con gli occhi la Giulia.
Non so se indignarmi per l’evidente interesse del mio ex per mia figlia, o se compiacermi di come questa sia capace di attrarre un uomo piacente e sofisticato come lui… La cosa più sorprendente è proprio che lei si è accorta dell’interesse dell’unico maschio presente, e sta chiaramente apprezzando la cosa.
Accidenti, che cosa complicata essere una madre!
All’altro capo del tavolo c’è un’altra dinamica interessante che si sta sviluppando in modo del tutto inatteso: Jasmine sta cercando di farsi notare dalla Mara, che ha perfettamente raccolto l’invito sottinteso negli sguardi silenziosi della giovane berbera. E’ la prima volta che sorprendo Jas in azione: credevo fosse soprattutto passiva e subisse le iniziative della Giulia, in senso sia lesbo che etero; invece non solo non sembra gelosa nel vedere mia figlia flirtare con un uomo, ma sembra intenzionata ad approfondire la conoscenza proprio con quella che finora ha considerato una rivale.
Hmmm… E la Franci, come la prenderà? Lei e Mara sono le due vere lesbiche a bordo: la mia ex allieva e amante qualche pisello lo ha anche assaggiato ai tempi del liceo, ma a quanto ne so ha definitivamente accantonato la pratica “uomini” fin dal tempo della nostra relazione. Quanto alla Mara, non mi risulta che la pratica l’abbia mai aperta: l’ho deflorata io sia davanti che di dietro, e stando alle indiscrezioni di Giulia (la sua prima ragazza) non è mai stata con un ragazzo…
No, la Franci non sembra troppo impensierita: ha notato la tresca in atto, ha fatto qualche smorfia tanto per mettere in chiaro che la cosa non le aggrada troppo, ma sembra aver rivolto la sua attenzione su Eva.
Già, la mia ragazza. Eva penso si aspettasse che Guido la puntasse, un po’ come me; in fondo lei è la più etero del gruppo dopo Elena. Beh, probabilmente alla pari con la Giulia: entrambe aperte a rapporti saffici, ma fondamentalmente interessate ai maschi. Solo che Eva ha finito con l’innamorarsi di me… Sono stata fortunata, devo rammentarlo sempre. Io sono quella che sta proprio al centro: la bisessuale perfetta. Però anche io mi sono innamorata di una donna.
Infatti sono un po’ gelosa: Eva sta ricambiando le attenzioni di franci con maggiore interesse di quanto avrei immaginato.
Le due sono state insieme l’anno scorso: ci sono stata veramente male, finché non mi sono resa conto che in realtà Eva detestava la mia ex e intendeva punirla… Infatti le ha rotto il culo con il suo strapon, e la franci ha capito l’antifona, smettendola di fare la scema e di cercare di vendicarsi di me per averla lasciata preferendole appunto Eva.
Mamma mia che storia complicata…
Evidentemente Eva non è più in collera, e Franci non serba rancore per l’uso improprio dello strapon che ha subito un anno fa: le due sembrano andare piuttosto d’accordo. In fondo hanno parecchio in comune: stessa età, entrambe carine ed entrambe legate a me in un modo o nell’altro.
Certo che preferirei Eva si interessasse a un'altra.
Quando va con un uomo, la cosa mi è del tutto indifferente, anzi mi fa piacere per lei. Se gioca con una donna di solito non mi importa troppo, a meno che non si tratti di una tipa particolarmente intrigante, come ad esempio la mia Giulia, che è capace di ingelosirmi… Ma proprio con la Franci?
Lo ammetto, mi dà fastidio.
D’altra parte, mi rendo conto di essere ipocrita: io sto cercando di infilarmi nelle mutande di Elena, perché Eva non potrebbe fare altrettanto con una sua coetanea?
Cazzo, com’è complicata la vita!
Jasmine serve il prosecco a fine cena, e l’ambiente si rilassa ulteriormente.
I freni inibitori si allentano…
Sì, le coppie sono più o meno stabilite: nessuno giocherà con il partner abituale, questa sera…
Eva si alza e mette della musica da disco.
Guido lascia la sua poltroncina e invita galantemente Giulia a ballare; mia figlia sorride lusingata e si alza anche lei accettando con evidente piacere.
Osservo di sottecchi Elena e noto solo un lampo di fastidio facilmente riassorbito: la ragazzina che si sta strofinando contro il suo uomo è più giovane di sua figlia e chiaramente non rientra nella categoria delle potenziali rivali.
Sorseggio appena il mio prosecco lasciandomi illanguidire delicatamente ma senza permettere che mi dia alla testa, ma intanto riempio il bicchiere di Elena.
Lei fa una smorfia, ma manda giù senza pensarci troppo: la mia amica ci ha sempre dato dentro senza farsi troppi problemi. Anche per questo non è una preda troppo difficile pur essendo del tutto etero.
Guido stringe a sé la Giulia: una sua manaccia è già scesa ad afferrarle una natica attraverso gli hot pants… Provo una fitta di disturbo materno nel vedere un quarantacinquenne provarci con la mia bambina, poi riprendo il controllo: la Giulia ne ha già fatte più che Carlo in Francia, e in fondo io a quel quarantacinquenne ho pervertito la figlia quando era anche più giovane. Devo cercare di rimanere coerente. In fondo anche a me sono sempre piaciuti i maschi più grandi, quindi è naturale che sia così anche per mia figlia. E io so bene per esperienza diretta che guido è un ottimo amante…
Auguro ai due una buona scopata e mentre Mara e Jasmine raggiungono gli altri due e cominciano a dimenarsi da perfette adolescenti scatenate al ritmo della musica, torno a concentrarmi sulla mia preda.
Finora non ho fatto e neppure detto nulla di esplicito; lascio che siano i miei occhi a compiere la seduzione. Una seduzione fatta di sguardi di sottecchi, mezzi sorrisi, movimenti appena accennati del viso… Al massimo un lieve gesticolare delle dita con cui reggo il bicchiere.
Faccio finta di sorseggiare il mio prosecco, e vedo che Elena si dimena sempre più nervosamente sulla sua poltroncina.
E’ mia. E lei lo sa benissimo…
So che quella cosa la rende nervosa: me lo ha detto chiaramente già anni fa, che non si sa spiegare il potere che ho su di lei. E’ determinata nel fatto che a lei le donne non interessano per niente; anzi, prova una sorta di ribrezzo all’idea di un’intimità troppo accentuata. Eppure, a me non ha mai saputo veramente dire di no.
Quante volte l’ho avuta? Tante, tantissime…
Negli ultimi anni con lei ne abbiamo fatte di tutti i colori, compresa la volta che l’ho fistata a due mani, facendole fica e culo in contemporanea fino a farla svenire.
Elena non è certo una succube come Nadia: è una mangiatrice d’uomini. Eppure con me si lascia andare, come se le sue difese naturali non riuscissero ad attivarsi per respingere un approccio che non le garba…
Forse perché in realtà l’approccio le piace, eccome..?
Chissà. Certo che noi donne siamo davvero strane…
Imprevedibili. Non come gli uomini, di cui è possibile prevedere il comportamento esatto con largo anticipo: come Guido, che ha già provato due volte a baciare Giulia, che ovviamente si sottrae ogni volta con malizia per farlo cuocere a fuoco lento.
Imprevedibili, già… Ma anche fin troppo semplici da influenzare, proprio come Elena, che si sta sciogliendo come un ghiacciolo al sole senza che io debba veramente fare niente di più che osservarla e parlarle sommessamente.
La troia accavalla e scavalla nervosamente le gambe, offrendomi il panorama delle sue belle coscione abbronzate e depilate con cura ossessiva.
Allungo le dita per accarezzarle lievemente il dorso della mano posata sul tavolo e la vedo rabbrividire.
Cotta a puntino.
Mi alzo in piedi e mi porto alle sue spalle: ormai è rimasta l’unica a sedere al tavolo, ora che anche Eva e Franci hanno raggiunto gli altri sulla nostra pista da ballo improvvisata.
Sono tutti persi nella musica a tutto volume (tanto siamo tre chilometri al largo), storditi dal prosecco e in balia delle rispettive tempeste ormonali: nessuno più bada a noi due tardone.
Le accarezzo le spalle nude, giocando con le stringhe del vestito e facendone scendere una lungo il braccio.
Assaporo la fragranza dei suoi capelli nerissimi (forse qualcuno comincia ad argentarsi un po’ o è una mia impressione maligna?) e sento che al contatto con la sua pelle i miei capezzoli si induriscono velocemente, cercando di trapassare il sottile tessuto della canotta.
Ho voglia. Istintivamente piego il capo e rilascio un’ondata di feromoni che si diffonde nell’aria intorno a noi, andando ad intossicare le narici della mia preda che freme sotto le mie mani.
Mi piego fino a sfiorarle il collo con le labbra.
- Ti voglio… - le sussurro piano vicino all’orecchio.
La sento scossa da un brivido; anche lei china istintivamente il capo liberando i suoi ormoni traccianti e a me sembra quasi di sentirne l’odore mentre li inspiro a pieni polmoni.
Adesso i miei capezzoli sono così duri che mi fanno male… Rimpiango di indossare i jeans, perché sono consapevole di essere tutta bagnata in mezzo alle gambe.
Chissà come sono messe le mutandine di Elena?
Ma non è ancora il momento di andarle a controllare.
Bacio l’incavo del collo della mia amica, succhiando appena: quanto basta per assaggiare un po’ la merce.
- Mi piaci sempre – mormoro piano – Come quando eravamo al liceo e tu vedevi solo i ragazzi…
- Mi sembra che non fossero del tutto indifferenti neanche a te – replica lei a bassa voce – Ricordo bene quando ti ho sorpresa nei bagni a succhiare l’uccello di Ranieri durante la ricreazione.
- Era perché Ranieri piaceva a te – rispondo rauca di desiderio – Volevo ingelosirti…
Me n’ero quasi scordata: per fortuna non ci aveva visti nessun altro. La settimana dopo invece Elena si era fatta beccare ed era stata sospesa per un mese assieme al suo malcapitato spasimante: alla fine aveva perso l’anno ed era finita in classe con me fino alla maturità…
Ripensare a quell’episodio contribuisce ad eccitare la mia libidine.
Le mie mani scivolano sulle braccia nude di Elena, s’insinuano sotto le sue ascelle, proseguono maliziose verso le sue splendide rotondità anteriori…
La mia preda non reagisce: sembra completamente in balìa delle sue emozioni, persa nella rete di seduzione che le ho costruito intorno.
Le mie dita trovano la carne morbida e soda avvolta nell’abito estivo, sorretta da un reggi di pizzo da cui anelo liberarla.
- Pat… - ansima Elena sentendosi spremere delicatamente le pocce – Mi stai facendo impazzire!
- Lasciati andare – replico io mordicchiandole il lobo dell’orecchio – Lo sai che non puoi resistere…
Lo sa, e infatti è completamente abbandonata alle mie carezze, apparentemente svuotata di ogni energia e di ogni volontà: so di poter fare di lei ciò che voglio.
Per il momento tutto quello che desidero è giocare con le sue splendide polpe: stringerle, massaggiarle, strizzarle e accarezzarle… Le masturbo il seno, facendola ansimare di piacere e impazzire di desiderio.
Torno a farle un succhiotto sul collo, e questa volta ci vado giù pesante: mi piace marchiarla. Mi eccita l’idea che il suo uomo veda il sigillo del mio possesso sulla sua donna nelle settimane a venire: voglio che si ricordi sempre che in fondo gli ho solo lasciato i miei avanzi…
Sento attraverso le coppe del reggi e il tessuto del vestito che anche i capezzolini di Elena, molto più piccoli e teneri dei miei, sono ormai duri come nocciole del Piemonte.
La mia amica sospira, abbandonandosi alle mie voglie.
Le lascio un segno che rimarrà per settimane (può sempre mettersi uno scialle se vuole nasconderlo), poi giro intorno alla poltroncina dove ormai lei giace abbandonata senza più volontà alcuna e la fisso negli occhi.
- Allarga le gambe – le ordino con voce che non ammette repliche.
E’ tempo di ispezionare la sua biancheria intima…
Lei obbedisce senza opporre resistenza.
Mi piego fra le sue ginocchia e faccio scorrere le mani lungo le sue cosce nude, sollevando il vestito fino alla vita e scoprendo le sue mutandine nere. L’improvviso effluvio di fica mi riempie le narici, stordendomi per un momento.
Sì, è bagnata fradicia…
Metto le ginocchia a terra e annuso come un cane da tartufi la fragranza del suo sesso.
Mi piace da impazzire…
Scivolo con il capo fra le sue gambe, accarezzando con le guance l’interno delle sue cosce spalancate; il contatto con la sua pelle mi fa fremere di anticipazione e non resisto più.
Le mollo due slappate a lingua dura, facendola sobbalzare.
- Pat, le mutandine…
- Hai ragione gioia – ansimo deglutendo a vuoto – Provvedo subito…
Glie le strappo via quasi con rabbia, gettando sotto il tavolo quello straccetto ormai inzuppato dei suoi umori e avventandomi sulla sua fica guazza e calda.
Mi ricordavo il suo boschetto nero e cespuglioso, più simile ad una foresta che altro, ma mi ritrovo sotto la lingua un triangolino di peli corti e ispidi, chiaramente curato da poco.
Elena si è adeguata ai gusti raffinati del suo nuovo maschio…
Buon per loro, e anche per me. E’ più facile farmi strada fino alle grandi labbra, madide di succhi perlacei e profumatissimi, e dischiuderle come i petali di un fiore bellissimo.
- Hmmm…
La sento gemere quando la mia lingua scivola all’interno della sua intimità, catturando il sapore caldo della sua voglia ormai incontenibile.
Bevo i succhi caldi di Elena, che comincia a sussultare e a gemere di piacere sotto il mio assalto di lingua: le sue mani mi accarezzano i capelli mentre le slinguo la fica scavando dentro di lei alla ricerca del sugo più fresco e saporito.
- Aahhh… Aahhh… Pat, mi fai morire!
Perdo il senso del tempo, immersa nella fica lussureggiante della mia amica, che divoro senza risparmio strappandole grida sempre più incontrollate.
- Ti prego, non fermarti – annaspa, tirandomi i capelli – Sto per godere…
Slinguo più a fondo che posso, succhiando al tempo stesso, spingendo con la faccia come se volessi affondarle nella pancia, e lei caccia un grido selvaggio.
- Vengo… Vengo… OOHHH!!!
Non è uno squirt, ma poco ci manca. La troia mi lava la faccia con una sbrodolata da guinnes dei primati, e io mi smascello per deglutire tutto mentre lei si affloscia tutta, come sgonfiata dal rilascio improvviso e violento del suo piacere.
Quando riemergo dalla sua tana rovente, con le ginocchia doloranti e il mento sgocciolante dei suoi umori perlacei, il mio sguardo cattura brevemente l’immagine delle altre coppie in piena azione.
Eva e Franci stanno ancora ballando abbracciate: si stanno baciando in bocca, e per un istante intravvedo le loro lingue abbracciate in una danza umida e selvaggia. Le lunghe gambe delle due ventenni in fregola si sfregano fra loro in quello che è evidentemente soltando il preludio ad un amplesso più intenso e completo.
Più in là, Mara e Jasmine stanno pomiciando in privato, nascoste nell’ombra dell’ultimo divano di poppa: la napoletana ha già le tette di fuori e la sua nuova amica, chiaramente non più tormentata dalla gelosia, le sta succhiando con avidità quasi cannibalesca.
Ma quel che mi colpisce di più è la vista di mia figlia in ginocchio fra le gambe di Guido, che se ne sta beatamente seduto sulla mia poltrona di capitano e le accarezza la testa che si muove su e giù ad un ritmo che non lascia dubbi su cosa la mia tenera consanguinea abbia in bocca…
Il mio ex si scoperà mia figlia.
Beh, meglio lui che i due sfigati brufolosi da cui si è fatta sbattere nelle ultime settimane assieme alla sua amichetta Jasmine…
Comincia a fare un po’ fresco.
Annuncio che Elena e io scendiamo nel quadrato per metterci più in libertà, e la maggior parte degli altri si gira per seguirci di sotto.
Solo Mara e Jasmine rimangono sotto la luna, perse nei loro giochi…
Nel salotto sottocoperta c’è un bel calduccio che ci rinfranca dopo la brezza notturna di fine estate.
Eva è svelta a rimettere un po’ di musica, questa volta però da sottofondo, e poi torna a dedicarsi alla bocca della Franci.
Giulia torna a sfregarsi contro Guido, lo spinge a sedere sul divano e si avventa famelica a ingoiare la sua erezione.
Elena, ancora stordita dall’orgasmo, è una marionetta nelle mie mani. Le sfilo il vestito e il reggi e la spingo sull’altro divano, poi mi faccio aiutare a tirare giù i jeans. Quando sono seminuda con la canotta e gli stivali, la faccio sdraiare e le monto sopra a sessantanove: strofino la fica sgocciolante sulla sua faccia ordinandole di darsi da fare, e poi mi allungo sopra di lei, tornando a tuffare il viso fra le sue gambe.
Appena sento la sua lingua insinuarsi fra le mie valve bollenti, mi avvento sul suo clito turgido e rosso e comincio a torturarlo senza pietà…
Sotto di me la mia amica sussulta e si dimena, contorcendosi sotto il supplizio che le infliggo leccandole il clito subito dopo un orgasmo vaginale: lo so che è crudele, ma sono alla ricerca del mio piacere, non del suo…
Il problema è che Elena non è mai stata molto brava a leccare la passera, e io non le sto rendendo le cose più facili.
Dopo un po’ smetto di leccarla e mi sollevo a sedere sulla sua faccia, così mentre mi slingua posso giocare con le sue tette.
In più posso anche guardare gli altri: Eva e Franci sono finite a sessantanove anche loro, e si sleccazzano rumorosamente sull’altro divano. Guido invece ha preso la giulia, l’ha spogliata completamente e l’ha messa a gambe aperte sul tavolino al centro del quadrato… Assisto all’istante preciso della penetrazione, quando il cazzo del mio ex ultraquarantenne affonda nella passera scarmigliata di mia figlia, che emette un lungo latrato di gioia da autentica cagnetta in calore.
Le lunghe gambe di Giulia si chiudono intorno ai fianchi del suo maschio, e questi comincia a scoparla con forza mandandola a sbattere violentemente sul tavolo ad ogni affondo, strappandole gemiti di piavere via via sempre più forti.
Sotto di me Elena annaspa senza fiato, senza smettere di leccarmi la fica. Ho paura che mi possa morire soffocata, così sollevo una gamba e lei può finalmente respirare, paonazza e imbrattata dei miei succhi appiccicosi.
- Pat ti prego – ansima lei alzando gli occhi nerissimi su di me – Ho bisogno di sentirmi qualcosa dentro!
La zoccola vuole essere farcita.
Vediamo di accontentarla…
- Va bene. Alzati!
La prendo per mano e me la trascino dietro verso prua, fino alla cabina padronale.
Prendo lo strapon dal cassetto e lo indosso lentamente, fissandola negli occhi.
Lo sguardo intenso di Elena è fisso sul bifallo che punta minaccioso verso di lei: sembra ipnotizzata dal dildo di gomma che si appresta a riempirla…
- Finalmente – ansima contenta, stendendosi sul letto a gambe spalancate offrendomi la vulva aperta e sgocciolante – Adesso prendimi!
Finisco di allaccire le cinghie e mi accosto al letto per prenderla restando in piedi mentre lei punta i piedi verso il soffitto.
La afferro per le gambe, piego le ginocchia per livellare il fallo alla sua sorcona spalancata, e infine le entro dentro con un movimento lento e fluido.
- Aahhh…
La vedo strabuzzare gli occhi mentre le riempio la pancia di lattice, risalendo lentamente verso la cervice.
Quando arrivo a fondo corsa, con i fianchi che premono contro le sue cosce, so che la testa del fallo preme alla bocca dell’utero. Mi assesto fino a sentire il dildo interno in prossimità del mio punto G, poi comincio a muovermi dentro di lei tenendola saldamente per le ginocchia.
- Sì, scopami… - ansima Elena fissandomi con gli occhi spalancati.
Comincio a sbatterla con forza: colpi lenti ma potenti e profondi, decisa a scavarle dentro la pancia fino ad aprirla in due. In questo modo controllo anche meglio il dildo interno e sento il piacere montare lentamente dentro di me.
La mia amica comincia a guaire sempre più forte ad ogni affondo che le sferro nel ventre, e dopo pochi minuti anche io comincio a farmi rumorosa.
Inseguo il mio orgasmo senza curarmi troppo di quello di Elena, che tanto ha già goduto, e finalmente lo sento arrivare con un rombo che mi scuote il cervello…
Un grido selvaggio dal salotto: è Giulia, che gode sotto i colpi di Guido.
Le urla di piacere di mia figlia mi distraggono. Perdo la concentrazione, e il mio orgasmo sembra dissolversi all’orizzonte.
M’incazzo.
Lo tiro fuori con rabbia e ordino alla mia femmina di mettersi a quattro zampe: adesso voglio prenderla come una cagna.
Elena obbedisce, sottomessa e più vogliosa che mai.
Salgo sul letto e mi piazzo dietro di lei: le punto il fallo all’entrata e la penetro con forza, fino quasi a sollevarla sopra il materasso.
- Ahi! – annaspa lei – Piano…
- Piano un cazzo – ringhio spingendole dentro con forza – Volevi essere riempita e io ti accontento… Prendi questo!
Un colpo di reni tremendo e la trafiggo fin quasi dentro l’utero.
- Aahhh! Mi spacchi…
Figuriamoci. Se conosco una fica che è più sfondata della mia, è quella di Elena.
La prendo per i fianchi e comincio a montarla rabbiosamente facendo cigolare il lettone al ritmo dei lamenti della mia amante.
Ritrovo l’angolazione giusta e sento di nuovo montare il piacere…
- Salve ragazze… C’è posto per me?
Guido.
Deve aver smesso di scopare Giulia dopo averla fatta godere e ci ha raggiunte per continuare la festa assieme a noi.
Il mio orgasmo torna ad allontanarsi, ma non mi dispiace troppo: un bel cazzo è sempre il benvenuto nel mio letto…
- E la Giulia? – chiedo, senza smettere di scoparmi la sua donna.
- Ha raggiunto Franci e Eva sul divano e adesso si stanno lesbicando tutte insieme – mi spiega il maschio salendo nudo sul letto con il cazzo bello duro e ritto – Roba da farlo tirare anche a un morto!
Già, immagino… Mi dispiace di non poter assistere: un’ammucchiata fra le tre ragazze deve essere uno spettacolo strepitoso.
- Porta qui il tuo coso e fammelo assaggiare…
Guido stava per offrirlo alla bocca della sua compagna, ma intuisce il mio desiderio morboso e mi porge il membro imbrattato dall’orgasmo della Giulia.
Mi piego a prenderlo in bocca, e succhio avidamente la sbroda di mia figlia.
Quant’è buona…
In piedi sul letto, Guido mi chiava in gola mentre io gli scopo la compagna.
- Ghhh… – mi strozzo quando me lo spinge nell’esofago.
Poi lo estrae, perfettamente pulito, e va a piazzarsi in ginocchio davanti alla sua donna. Elena apre le fauci e ingoia soddisfatta: ora ne ha uno davanti e uno di dietro, ed è davvero una troia allo spiedo.
Ricomincio la rincoras verso l’orgasmo. Allungo le mani riempiendole delle tettone ballonzolanti di Elena e le spremo come per farne uscire il latte.
Lei mugola e grugnisce, incapace di gridare a causa dell’uccello di Guido che le scopa la gola.
Un’altra interruzione: questa volta è Eva, in cerca del suo strapon. Chiedo se le serva per scopare Giulia oppure Franci, e lei ridacchiando mi risponde che ancora non ha deciso: le ragazzine si stanno rotolando a sessantanove sul divano, e probabilmente toccherà a quella che troverà con il culo in aria…
Ragionevole.
Le auguro buon divertimento e riprendo a chiavare la cloaca di Elena.
Andiamo avanti per un po’ in quella posizione, poi Guido decide di cambiare ancora e si sposta alle mie spalle.
Ho un fremito sentendolo afferrarmi per i fianchi: smetto di pestare nella pancia della sua donna e mi lascio manovrare in modo da favorire la penetrazione.
Lui mi unge il buchetto con le dita, poi accosta il cazzo allo sfintere, si piazza per bene dietro di me e comincia a spingere con forza.
- Aawww! – grido, sentendomi aprire il buco del culo – Si, sodomizzami…
Non ha bisogno del mio incoraggiamento. Come ai vecchi tempi, il robusto bastone di Guido mi forza l’ano e mi penetra lentamente e dolorosamente nel retto.
- Ahiaa!!! – urlo, sentendomi squarciare tutta.
Ho il bifallo che mi riempie la fica, così nella pancia non ho più molto spazio e mi sento spaccare in due come se fossi presa a sandwich.
Senza farsi pensiero dei miei problemi, Guido mi affonda nel culo tutta la sua erezione. Sono così piena che mi sento schizzare fuori gli occhi dalla testa.
E’ magnifico.
Le manacce di Guido mi afferrano le tette da dietro e il maiale comincia a tirarmi i capezzoli gonfi come se volesse strapparmeli.
Poi comincia a incularmi con forza, mandandomi a sbattere contro la sua donna che strilla a sua volta beccandosi il bifallo dentro la bocca della cervice.
Il maschio fa tutto lui: a ogni colpo che mi sferra nel culo, il bifallo che ho in fica sprofonda nella pancia della sua donna che grida di piacere.
Un trenino perfetto, e lui è il locomotore…
Io sono piena come non mai, e mi sento esplodere dal piacere.
L’orgasmo torna a farsi sotto fino a farmi fischiare le orecchie, ed improvvisamente lo sento esplodermi nel ventre e nel cervello.
Il mio punto G viene raggiunto con violenza da entrambi i cazzi e da due direzioni opposte, e l’effetto è istantaneo.
- AAHHH!!! – grido, contorcendomi tutta in preda al piacere più sfrenato, finalmente raggiunta dall’estasi suprema.
Guido non smette di fottermi il culo, e l’orgasmo sembra protrarsi per ore: continuo a gridare fino a perdere la voce, impazzita dal piacere.
Il maschio che mi sodomizza annaspa, s’irrigidisce, rantola… E infine mi sborra in culo. Sento la sua venuta calda riempirmi l’intestino.
Alla fine mi abbatto come morta sulla schiena di Elena, che a sua volta collassa sotto di me con la faccia nel cuscino.
Rimaniamo lì, ancora incavicchiati gli uni agli altri, in un mucchio osceno di carne sudata e palpitante… Sono appagata, soddisfatta. Stretta ai corpi caldi e nudi dei miei amanti, rimarrei volentieri stretta a loro per il resto della notte.
Guido non è dello stesso avviso.
Ripresosi dallo sforzo, si stacca da me e si distende accanto a noi, cercando le nostre bocche per farsi ripulire il suo coso sgocciolante.
Io sono un po’ schizzinosa: non mi va di prendere in bocca un uccello fresco del mio buco del culo.
Elena è meno sensibile: apre le fauci e ingoia l’uccellone del suo uomo, ancora mezzo duro, e comincia a succhiarlo di gusto e ripulendolo dai miei liquami.
Che sudiciona, la mia amica…
***
Quando riapro gli occhi al leggero beccheggiare della nave, il sole è già sorto da un pezzo.
Sono ancora accoppiata a Elena, che a sua volta dorme pesantemente abbracciata al suo uomo.
Mi sfilo lentamente dalla sua ficona slabbrata e mi libero dello strapon senza svegliare i miei compagni. Poi scivolo fuori dal letto e raggiungo il quadrato cercando di non far rumore con i tacchi degli stivali sul ponte.
Nel salotto c’è un po’ di confusione; le tracce dell’orgia della notte precedente sono piuttosto evidenti, ma non c’è nessuno.
Raggiungo il cucinino e mi preparo un caffè. Mentre l’acqua bolle vado a controllare le cabine di poppa.
In quella di Jasmine, lei e Mara sono ancora abbracciate una all’altra: nude e profondamente addormentate.
Nell’altra trovo Eva, Franci e Giulia aggrovigliate una all’altra in un modo piuttosto confuso che la dice lunga sulla dinamica degli eventi della notte.
Decisamente le ragazze se la sono spassata.
Mentre guardo, Eva apre gli occhi e mi sorride serenamente: ha l’aria di essere soddisfatta almeno quanto me.
Si divincola dalle altre senza svegliarle; raccoglie lo strapon sul pavimento e svicola fuori raggiungendomi con una risatina divertita.
Prendiamo il caffè e saliamo in coperta per sorseggiarlo insieme sotto il sole del mattino.
Fra poco sarà il caso di levare l’ancora e tornare alla darsena, dove magari faremo colazione tutti insieme prima che i nostri amici ripartano per Milano.Quando mangeremo, le coppie si ricomporranno e saremo tutti amici come e più di prima… Ma c’è ancora un po’ di tempo.
Io e la mia ragazza ci guardiamo negli occhi e sorridiamo soddisfatte, liete di essere sole una con l’altra.
Eva è nuda: chissà dove sono finite camicetta e minigonna… Io ho ancora addosso la canotta, tutta sgualcita, e gli stivali ai piedi.
Eva mi dice che sono molto sexy. La adoro…
All’unisono ci alziamo di nuovo in piedi lasciando le tazzine del caffè sul tavolo, e ci abbracciamo.
Sento il suo seno caldo e soffice premere sul mio. Le nostre gambe si accarezzano fra loro. Le accarezzo i capelli mentre le sue mani mi palpano le natiche nude e scaldate dal sole.
Ci baciamo in bocca. Lentamente, a lungo…
Mentre io ero impegnata a riplasmare la vita di Nadia a vantaggio del mio amico Sergio, sulla linea telefonica Rimini Milano si è consumata la tragedia familiare di Elena: la mia amica, presa dalla sua storia con Guido, ha comunicato per telefono al cornuto di volere la separazione. Il malacapitato era in servizio su un traghetto della Tirrenia e ha dato in escandescenze, con il solo risultato di farsi sospendere senza paga.
Mara è tutta dalla parte di sua madre, non fosse altro perché la situazione le dà modo di andare a vivere con la sua amichetta del cuore, che è poi la figlia di Guido.
Insomma: Guido ed Elena, entrambi miei ex, e le rispettive figlie Franci e Mara, entrambe da me pervertite e già definitivamente convertite alle gioie di Saffo fin dalla tenera età, stanno per lasciare la riviera romagnola diretti alle nebbie lombarde, e a me sembra giusto offrire una seratina finale per le nostre due famiglie un po’ alternative.
Siamo quattro per parte, tutto sommato abbastanza compatibili per carattere ed inclinazioni sessuali, quindi la riunione di commiato promette abbastanza bene…
Arrivano verso le sei del pomeriggio, stipati nel macchinone di Guido.
Elena è la solita zoccola d’assalto, con uno dei suoi vestitini scosciati che lasciano debordare le sue forme prorompenti e un po’ passite (l’ho già detto che ha almeno un anno più di me?), mentre sua figlia anche se formosetta come lei è un amore nel suo abitino doposole... Le zeppe da terrona e la chincaglieria al collo e ai polsi mancano un po’ di stile, ma che ci vuoi fare.
La Franci è sempre più carina: più slanciata delle altre donne della famiglia, bruna come loro ma bella riccia, nasconde sempre gli occhi grigi dietro gli occhiali da miope che la fanno assai più adulta e le danno quel tocco di mistero che le dona tantissimo.
Guido è sempre Guido: aitante quarantacinquenne un po’ brizzolato ma sempre in forma, con le spalle larghe e un sorriso simpatico; la perfetta scelta del dopobarba è un elemento fondamentale del suo fascino.
Eva è sempre la più bella: alta quanto me ma più flessuosa e aggraziata, con quei lunghi capelli biondi appena mossi che staccano così bene con l’abbronzatura, potrebbe indossare qualsiasi cosa e la farebbe apparire sexy. Con un tocco di classe come oggi (camicetta blu intonata agli occhi e mini bianca), diventa uno schianto.
La Giulia non sarà una strafica, ma diventa sempre più graziosa e non lo dico perché è mia figlia: non sarà mai alta come Eva e me, ma è comunque superiore alla media. Se non fosse per i capelli scuri assomiglierebbe più a Eva che e me, e in più sta mettendo su un paio di tette decisamente più floride delle nostre. Lei ha un paio di shorts di jeans e una canotta arancione bella stretta che fa risaltare la sua appena acquisita terza misura.
Jas si tiene sulle sue. Ha comprato qualcosa in città con i soldi della paga che le passo, ma preferisce farsi trovare con quella che considera la sua uniforme di bordo: maglietta e calzoncini bianchi senza nessun fronzolo. E’ sempre magra come uno stecchino, ma ha un visetto delizioso e una pelle così perfetta e luminosa che ci si potrebbe specchiare.
E io? Io devo andarci piano: le mie tre compagne sono tutte giovanissime e molto più appariscenti e carine di me, quindi è meglio evitare di mettermi in competizione con loro. Del resto, con un uomo solo nel gruppo e tanta carne fresca a disposizione dei suoi sguardi, è meglio indirizzare le mie arti di cacciatrice verso le ragazze e adeguare il mio look al ruolo che il destino mi ha assegnato. Quindi niente gonna corta: le mie gambe sono ancora di prima classe ma con tutte quelle ragazzine intorno si perderebbero nel mucchio; meglio i jeans di ecopelle che esaltano i miei quarti posteriori, che sono sempre i migliori in zona. La canotta nera blusante che mi scopre le braccia e le spalle mettendo in evidenza muscoli e abbronzatura (e nascondendo almeno un po’ la scarsità delle mie curve anteriori) mi slancia ancora di più, e i miei soliti stivali completano il look da predatrice. Il ciuffo sull’occhio aggiunge quel tocco di ambiguità che corona il tutto…
Insomma: fra tutte siamo un bel guardare, e Guido non può lamentarsi della compagnia femminile…
Appena sono tutti a bordo Jasmine molla gli ormeggi e io conduco la Serenissima fuori dalla darsena in modo da poterci sottrarre all’offensiva serale delle zanzare e goderci l’aria salmastra e pulita del mare aperto.
Mentre Eva e Giulia servono l’aperitivo, Jas getta l’ancora, e anche noi ci possiamo unire agli altri al tavolo sul ponte.
Incrocio lo sguardo con Elena e la inchiodo allo schienale della sua poltroncina: fino a oggi mi è sfuggita, ma lei sa come lo so io, che questa sera sarà mia…
Lei sostiene lo sguardo, con un lampo di sfida. Sa di essere la mia preda, ed è una preda abbastanza consenziente per essere una etero convinta, ma pretende una sorta di corteggiamento: da femmina completa, vuole rendermi le cose difficili.
Bene. Io sono una cacciatrice, e le prede troppo facili mi annoiano…
Naturalmente la Serenissima non è un bordello: ci conosciamo tutti per quello che siamo, sappiamo di essere malati di sesso e destinati a scoparci a vicenda come maiali, ma abbiamo abbastanza creanza e ritegno da chiacchierare, bere e mangiare da persone civili.
Durante la serata, benché abbia deciso di dedicarmi soprattutto a Elena, mi sorprendo a studiare Guido. Mi sento ancora attratta da lui.
Sono stata io a interrompere la nostra relazione anni fa, quando entrambi cornificavamo i rispettivi coniugi con una cadenza piuttosto serrata, e non me ne sono certo pentita; però Guido rimane uno dei migliori amanti che abbia mai avuto. In un certo qual modo, non mi dispiacerebbe rinnovare un po’ i fasti del nostro rovente rapporto.
Noto alcune occhiate abbastanza interessate da parte sua, e me ne compiaccio: quando intorno c’è Eva, è difficile che gli uomini guardino altre che non lei.
Eppure la sua attenzione sembra rivolta in una direzione che non mi sarei immaginata.
Guido sta spogliando con gli occhi la Giulia.
Non so se indignarmi per l’evidente interesse del mio ex per mia figlia, o se compiacermi di come questa sia capace di attrarre un uomo piacente e sofisticato come lui… La cosa più sorprendente è proprio che lei si è accorta dell’interesse dell’unico maschio presente, e sta chiaramente apprezzando la cosa.
Accidenti, che cosa complicata essere una madre!
All’altro capo del tavolo c’è un’altra dinamica interessante che si sta sviluppando in modo del tutto inatteso: Jasmine sta cercando di farsi notare dalla Mara, che ha perfettamente raccolto l’invito sottinteso negli sguardi silenziosi della giovane berbera. E’ la prima volta che sorprendo Jas in azione: credevo fosse soprattutto passiva e subisse le iniziative della Giulia, in senso sia lesbo che etero; invece non solo non sembra gelosa nel vedere mia figlia flirtare con un uomo, ma sembra intenzionata ad approfondire la conoscenza proprio con quella che finora ha considerato una rivale.
Hmmm… E la Franci, come la prenderà? Lei e Mara sono le due vere lesbiche a bordo: la mia ex allieva e amante qualche pisello lo ha anche assaggiato ai tempi del liceo, ma a quanto ne so ha definitivamente accantonato la pratica “uomini” fin dal tempo della nostra relazione. Quanto alla Mara, non mi risulta che la pratica l’abbia mai aperta: l’ho deflorata io sia davanti che di dietro, e stando alle indiscrezioni di Giulia (la sua prima ragazza) non è mai stata con un ragazzo…
No, la Franci non sembra troppo impensierita: ha notato la tresca in atto, ha fatto qualche smorfia tanto per mettere in chiaro che la cosa non le aggrada troppo, ma sembra aver rivolto la sua attenzione su Eva.
Già, la mia ragazza. Eva penso si aspettasse che Guido la puntasse, un po’ come me; in fondo lei è la più etero del gruppo dopo Elena. Beh, probabilmente alla pari con la Giulia: entrambe aperte a rapporti saffici, ma fondamentalmente interessate ai maschi. Solo che Eva ha finito con l’innamorarsi di me… Sono stata fortunata, devo rammentarlo sempre. Io sono quella che sta proprio al centro: la bisessuale perfetta. Però anche io mi sono innamorata di una donna.
Infatti sono un po’ gelosa: Eva sta ricambiando le attenzioni di franci con maggiore interesse di quanto avrei immaginato.
Le due sono state insieme l’anno scorso: ci sono stata veramente male, finché non mi sono resa conto che in realtà Eva detestava la mia ex e intendeva punirla… Infatti le ha rotto il culo con il suo strapon, e la franci ha capito l’antifona, smettendola di fare la scema e di cercare di vendicarsi di me per averla lasciata preferendole appunto Eva.
Mamma mia che storia complicata…
Evidentemente Eva non è più in collera, e Franci non serba rancore per l’uso improprio dello strapon che ha subito un anno fa: le due sembrano andare piuttosto d’accordo. In fondo hanno parecchio in comune: stessa età, entrambe carine ed entrambe legate a me in un modo o nell’altro.
Certo che preferirei Eva si interessasse a un'altra.
Quando va con un uomo, la cosa mi è del tutto indifferente, anzi mi fa piacere per lei. Se gioca con una donna di solito non mi importa troppo, a meno che non si tratti di una tipa particolarmente intrigante, come ad esempio la mia Giulia, che è capace di ingelosirmi… Ma proprio con la Franci?
Lo ammetto, mi dà fastidio.
D’altra parte, mi rendo conto di essere ipocrita: io sto cercando di infilarmi nelle mutande di Elena, perché Eva non potrebbe fare altrettanto con una sua coetanea?
Cazzo, com’è complicata la vita!
Jasmine serve il prosecco a fine cena, e l’ambiente si rilassa ulteriormente.
I freni inibitori si allentano…
Sì, le coppie sono più o meno stabilite: nessuno giocherà con il partner abituale, questa sera…
Eva si alza e mette della musica da disco.
Guido lascia la sua poltroncina e invita galantemente Giulia a ballare; mia figlia sorride lusingata e si alza anche lei accettando con evidente piacere.
Osservo di sottecchi Elena e noto solo un lampo di fastidio facilmente riassorbito: la ragazzina che si sta strofinando contro il suo uomo è più giovane di sua figlia e chiaramente non rientra nella categoria delle potenziali rivali.
Sorseggio appena il mio prosecco lasciandomi illanguidire delicatamente ma senza permettere che mi dia alla testa, ma intanto riempio il bicchiere di Elena.
Lei fa una smorfia, ma manda giù senza pensarci troppo: la mia amica ci ha sempre dato dentro senza farsi troppi problemi. Anche per questo non è una preda troppo difficile pur essendo del tutto etero.
Guido stringe a sé la Giulia: una sua manaccia è già scesa ad afferrarle una natica attraverso gli hot pants… Provo una fitta di disturbo materno nel vedere un quarantacinquenne provarci con la mia bambina, poi riprendo il controllo: la Giulia ne ha già fatte più che Carlo in Francia, e in fondo io a quel quarantacinquenne ho pervertito la figlia quando era anche più giovane. Devo cercare di rimanere coerente. In fondo anche a me sono sempre piaciuti i maschi più grandi, quindi è naturale che sia così anche per mia figlia. E io so bene per esperienza diretta che guido è un ottimo amante…
Auguro ai due una buona scopata e mentre Mara e Jasmine raggiungono gli altri due e cominciano a dimenarsi da perfette adolescenti scatenate al ritmo della musica, torno a concentrarmi sulla mia preda.
Finora non ho fatto e neppure detto nulla di esplicito; lascio che siano i miei occhi a compiere la seduzione. Una seduzione fatta di sguardi di sottecchi, mezzi sorrisi, movimenti appena accennati del viso… Al massimo un lieve gesticolare delle dita con cui reggo il bicchiere.
Faccio finta di sorseggiare il mio prosecco, e vedo che Elena si dimena sempre più nervosamente sulla sua poltroncina.
E’ mia. E lei lo sa benissimo…
So che quella cosa la rende nervosa: me lo ha detto chiaramente già anni fa, che non si sa spiegare il potere che ho su di lei. E’ determinata nel fatto che a lei le donne non interessano per niente; anzi, prova una sorta di ribrezzo all’idea di un’intimità troppo accentuata. Eppure, a me non ha mai saputo veramente dire di no.
Quante volte l’ho avuta? Tante, tantissime…
Negli ultimi anni con lei ne abbiamo fatte di tutti i colori, compresa la volta che l’ho fistata a due mani, facendole fica e culo in contemporanea fino a farla svenire.
Elena non è certo una succube come Nadia: è una mangiatrice d’uomini. Eppure con me si lascia andare, come se le sue difese naturali non riuscissero ad attivarsi per respingere un approccio che non le garba…
Forse perché in realtà l’approccio le piace, eccome..?
Chissà. Certo che noi donne siamo davvero strane…
Imprevedibili. Non come gli uomini, di cui è possibile prevedere il comportamento esatto con largo anticipo: come Guido, che ha già provato due volte a baciare Giulia, che ovviamente si sottrae ogni volta con malizia per farlo cuocere a fuoco lento.
Imprevedibili, già… Ma anche fin troppo semplici da influenzare, proprio come Elena, che si sta sciogliendo come un ghiacciolo al sole senza che io debba veramente fare niente di più che osservarla e parlarle sommessamente.
La troia accavalla e scavalla nervosamente le gambe, offrendomi il panorama delle sue belle coscione abbronzate e depilate con cura ossessiva.
Allungo le dita per accarezzarle lievemente il dorso della mano posata sul tavolo e la vedo rabbrividire.
Cotta a puntino.
Mi alzo in piedi e mi porto alle sue spalle: ormai è rimasta l’unica a sedere al tavolo, ora che anche Eva e Franci hanno raggiunto gli altri sulla nostra pista da ballo improvvisata.
Sono tutti persi nella musica a tutto volume (tanto siamo tre chilometri al largo), storditi dal prosecco e in balia delle rispettive tempeste ormonali: nessuno più bada a noi due tardone.
Le accarezzo le spalle nude, giocando con le stringhe del vestito e facendone scendere una lungo il braccio.
Assaporo la fragranza dei suoi capelli nerissimi (forse qualcuno comincia ad argentarsi un po’ o è una mia impressione maligna?) e sento che al contatto con la sua pelle i miei capezzoli si induriscono velocemente, cercando di trapassare il sottile tessuto della canotta.
Ho voglia. Istintivamente piego il capo e rilascio un’ondata di feromoni che si diffonde nell’aria intorno a noi, andando ad intossicare le narici della mia preda che freme sotto le mie mani.
Mi piego fino a sfiorarle il collo con le labbra.
- Ti voglio… - le sussurro piano vicino all’orecchio.
La sento scossa da un brivido; anche lei china istintivamente il capo liberando i suoi ormoni traccianti e a me sembra quasi di sentirne l’odore mentre li inspiro a pieni polmoni.
Adesso i miei capezzoli sono così duri che mi fanno male… Rimpiango di indossare i jeans, perché sono consapevole di essere tutta bagnata in mezzo alle gambe.
Chissà come sono messe le mutandine di Elena?
Ma non è ancora il momento di andarle a controllare.
Bacio l’incavo del collo della mia amica, succhiando appena: quanto basta per assaggiare un po’ la merce.
- Mi piaci sempre – mormoro piano – Come quando eravamo al liceo e tu vedevi solo i ragazzi…
- Mi sembra che non fossero del tutto indifferenti neanche a te – replica lei a bassa voce – Ricordo bene quando ti ho sorpresa nei bagni a succhiare l’uccello di Ranieri durante la ricreazione.
- Era perché Ranieri piaceva a te – rispondo rauca di desiderio – Volevo ingelosirti…
Me n’ero quasi scordata: per fortuna non ci aveva visti nessun altro. La settimana dopo invece Elena si era fatta beccare ed era stata sospesa per un mese assieme al suo malcapitato spasimante: alla fine aveva perso l’anno ed era finita in classe con me fino alla maturità…
Ripensare a quell’episodio contribuisce ad eccitare la mia libidine.
Le mie mani scivolano sulle braccia nude di Elena, s’insinuano sotto le sue ascelle, proseguono maliziose verso le sue splendide rotondità anteriori…
La mia preda non reagisce: sembra completamente in balìa delle sue emozioni, persa nella rete di seduzione che le ho costruito intorno.
Le mie dita trovano la carne morbida e soda avvolta nell’abito estivo, sorretta da un reggi di pizzo da cui anelo liberarla.
- Pat… - ansima Elena sentendosi spremere delicatamente le pocce – Mi stai facendo impazzire!
- Lasciati andare – replico io mordicchiandole il lobo dell’orecchio – Lo sai che non puoi resistere…
Lo sa, e infatti è completamente abbandonata alle mie carezze, apparentemente svuotata di ogni energia e di ogni volontà: so di poter fare di lei ciò che voglio.
Per il momento tutto quello che desidero è giocare con le sue splendide polpe: stringerle, massaggiarle, strizzarle e accarezzarle… Le masturbo il seno, facendola ansimare di piacere e impazzire di desiderio.
Torno a farle un succhiotto sul collo, e questa volta ci vado giù pesante: mi piace marchiarla. Mi eccita l’idea che il suo uomo veda il sigillo del mio possesso sulla sua donna nelle settimane a venire: voglio che si ricordi sempre che in fondo gli ho solo lasciato i miei avanzi…
Sento attraverso le coppe del reggi e il tessuto del vestito che anche i capezzolini di Elena, molto più piccoli e teneri dei miei, sono ormai duri come nocciole del Piemonte.
La mia amica sospira, abbandonandosi alle mie voglie.
Le lascio un segno che rimarrà per settimane (può sempre mettersi uno scialle se vuole nasconderlo), poi giro intorno alla poltroncina dove ormai lei giace abbandonata senza più volontà alcuna e la fisso negli occhi.
- Allarga le gambe – le ordino con voce che non ammette repliche.
E’ tempo di ispezionare la sua biancheria intima…
Lei obbedisce senza opporre resistenza.
Mi piego fra le sue ginocchia e faccio scorrere le mani lungo le sue cosce nude, sollevando il vestito fino alla vita e scoprendo le sue mutandine nere. L’improvviso effluvio di fica mi riempie le narici, stordendomi per un momento.
Sì, è bagnata fradicia…
Metto le ginocchia a terra e annuso come un cane da tartufi la fragranza del suo sesso.
Mi piace da impazzire…
Scivolo con il capo fra le sue gambe, accarezzando con le guance l’interno delle sue cosce spalancate; il contatto con la sua pelle mi fa fremere di anticipazione e non resisto più.
Le mollo due slappate a lingua dura, facendola sobbalzare.
- Pat, le mutandine…
- Hai ragione gioia – ansimo deglutendo a vuoto – Provvedo subito…
Glie le strappo via quasi con rabbia, gettando sotto il tavolo quello straccetto ormai inzuppato dei suoi umori e avventandomi sulla sua fica guazza e calda.
Mi ricordavo il suo boschetto nero e cespuglioso, più simile ad una foresta che altro, ma mi ritrovo sotto la lingua un triangolino di peli corti e ispidi, chiaramente curato da poco.
Elena si è adeguata ai gusti raffinati del suo nuovo maschio…
Buon per loro, e anche per me. E’ più facile farmi strada fino alle grandi labbra, madide di succhi perlacei e profumatissimi, e dischiuderle come i petali di un fiore bellissimo.
- Hmmm…
La sento gemere quando la mia lingua scivola all’interno della sua intimità, catturando il sapore caldo della sua voglia ormai incontenibile.
Bevo i succhi caldi di Elena, che comincia a sussultare e a gemere di piacere sotto il mio assalto di lingua: le sue mani mi accarezzano i capelli mentre le slinguo la fica scavando dentro di lei alla ricerca del sugo più fresco e saporito.
- Aahhh… Aahhh… Pat, mi fai morire!
Perdo il senso del tempo, immersa nella fica lussureggiante della mia amica, che divoro senza risparmio strappandole grida sempre più incontrollate.
- Ti prego, non fermarti – annaspa, tirandomi i capelli – Sto per godere…
Slinguo più a fondo che posso, succhiando al tempo stesso, spingendo con la faccia come se volessi affondarle nella pancia, e lei caccia un grido selvaggio.
- Vengo… Vengo… OOHHH!!!
Non è uno squirt, ma poco ci manca. La troia mi lava la faccia con una sbrodolata da guinnes dei primati, e io mi smascello per deglutire tutto mentre lei si affloscia tutta, come sgonfiata dal rilascio improvviso e violento del suo piacere.
Quando riemergo dalla sua tana rovente, con le ginocchia doloranti e il mento sgocciolante dei suoi umori perlacei, il mio sguardo cattura brevemente l’immagine delle altre coppie in piena azione.
Eva e Franci stanno ancora ballando abbracciate: si stanno baciando in bocca, e per un istante intravvedo le loro lingue abbracciate in una danza umida e selvaggia. Le lunghe gambe delle due ventenni in fregola si sfregano fra loro in quello che è evidentemente soltando il preludio ad un amplesso più intenso e completo.
Più in là, Mara e Jasmine stanno pomiciando in privato, nascoste nell’ombra dell’ultimo divano di poppa: la napoletana ha già le tette di fuori e la sua nuova amica, chiaramente non più tormentata dalla gelosia, le sta succhiando con avidità quasi cannibalesca.
Ma quel che mi colpisce di più è la vista di mia figlia in ginocchio fra le gambe di Guido, che se ne sta beatamente seduto sulla mia poltrona di capitano e le accarezza la testa che si muove su e giù ad un ritmo che non lascia dubbi su cosa la mia tenera consanguinea abbia in bocca…
Il mio ex si scoperà mia figlia.
Beh, meglio lui che i due sfigati brufolosi da cui si è fatta sbattere nelle ultime settimane assieme alla sua amichetta Jasmine…
Comincia a fare un po’ fresco.
Annuncio che Elena e io scendiamo nel quadrato per metterci più in libertà, e la maggior parte degli altri si gira per seguirci di sotto.
Solo Mara e Jasmine rimangono sotto la luna, perse nei loro giochi…
Nel salotto sottocoperta c’è un bel calduccio che ci rinfranca dopo la brezza notturna di fine estate.
Eva è svelta a rimettere un po’ di musica, questa volta però da sottofondo, e poi torna a dedicarsi alla bocca della Franci.
Giulia torna a sfregarsi contro Guido, lo spinge a sedere sul divano e si avventa famelica a ingoiare la sua erezione.
Elena, ancora stordita dall’orgasmo, è una marionetta nelle mie mani. Le sfilo il vestito e il reggi e la spingo sull’altro divano, poi mi faccio aiutare a tirare giù i jeans. Quando sono seminuda con la canotta e gli stivali, la faccio sdraiare e le monto sopra a sessantanove: strofino la fica sgocciolante sulla sua faccia ordinandole di darsi da fare, e poi mi allungo sopra di lei, tornando a tuffare il viso fra le sue gambe.
Appena sento la sua lingua insinuarsi fra le mie valve bollenti, mi avvento sul suo clito turgido e rosso e comincio a torturarlo senza pietà…
Sotto di me la mia amica sussulta e si dimena, contorcendosi sotto il supplizio che le infliggo leccandole il clito subito dopo un orgasmo vaginale: lo so che è crudele, ma sono alla ricerca del mio piacere, non del suo…
Il problema è che Elena non è mai stata molto brava a leccare la passera, e io non le sto rendendo le cose più facili.
Dopo un po’ smetto di leccarla e mi sollevo a sedere sulla sua faccia, così mentre mi slingua posso giocare con le sue tette.
In più posso anche guardare gli altri: Eva e Franci sono finite a sessantanove anche loro, e si sleccazzano rumorosamente sull’altro divano. Guido invece ha preso la giulia, l’ha spogliata completamente e l’ha messa a gambe aperte sul tavolino al centro del quadrato… Assisto all’istante preciso della penetrazione, quando il cazzo del mio ex ultraquarantenne affonda nella passera scarmigliata di mia figlia, che emette un lungo latrato di gioia da autentica cagnetta in calore.
Le lunghe gambe di Giulia si chiudono intorno ai fianchi del suo maschio, e questi comincia a scoparla con forza mandandola a sbattere violentemente sul tavolo ad ogni affondo, strappandole gemiti di piavere via via sempre più forti.
Sotto di me Elena annaspa senza fiato, senza smettere di leccarmi la fica. Ho paura che mi possa morire soffocata, così sollevo una gamba e lei può finalmente respirare, paonazza e imbrattata dei miei succhi appiccicosi.
- Pat ti prego – ansima lei alzando gli occhi nerissimi su di me – Ho bisogno di sentirmi qualcosa dentro!
La zoccola vuole essere farcita.
Vediamo di accontentarla…
- Va bene. Alzati!
La prendo per mano e me la trascino dietro verso prua, fino alla cabina padronale.
Prendo lo strapon dal cassetto e lo indosso lentamente, fissandola negli occhi.
Lo sguardo intenso di Elena è fisso sul bifallo che punta minaccioso verso di lei: sembra ipnotizzata dal dildo di gomma che si appresta a riempirla…
- Finalmente – ansima contenta, stendendosi sul letto a gambe spalancate offrendomi la vulva aperta e sgocciolante – Adesso prendimi!
Finisco di allaccire le cinghie e mi accosto al letto per prenderla restando in piedi mentre lei punta i piedi verso il soffitto.
La afferro per le gambe, piego le ginocchia per livellare il fallo alla sua sorcona spalancata, e infine le entro dentro con un movimento lento e fluido.
- Aahhh…
La vedo strabuzzare gli occhi mentre le riempio la pancia di lattice, risalendo lentamente verso la cervice.
Quando arrivo a fondo corsa, con i fianchi che premono contro le sue cosce, so che la testa del fallo preme alla bocca dell’utero. Mi assesto fino a sentire il dildo interno in prossimità del mio punto G, poi comincio a muovermi dentro di lei tenendola saldamente per le ginocchia.
- Sì, scopami… - ansima Elena fissandomi con gli occhi spalancati.
Comincio a sbatterla con forza: colpi lenti ma potenti e profondi, decisa a scavarle dentro la pancia fino ad aprirla in due. In questo modo controllo anche meglio il dildo interno e sento il piacere montare lentamente dentro di me.
La mia amica comincia a guaire sempre più forte ad ogni affondo che le sferro nel ventre, e dopo pochi minuti anche io comincio a farmi rumorosa.
Inseguo il mio orgasmo senza curarmi troppo di quello di Elena, che tanto ha già goduto, e finalmente lo sento arrivare con un rombo che mi scuote il cervello…
Un grido selvaggio dal salotto: è Giulia, che gode sotto i colpi di Guido.
Le urla di piacere di mia figlia mi distraggono. Perdo la concentrazione, e il mio orgasmo sembra dissolversi all’orizzonte.
M’incazzo.
Lo tiro fuori con rabbia e ordino alla mia femmina di mettersi a quattro zampe: adesso voglio prenderla come una cagna.
Elena obbedisce, sottomessa e più vogliosa che mai.
Salgo sul letto e mi piazzo dietro di lei: le punto il fallo all’entrata e la penetro con forza, fino quasi a sollevarla sopra il materasso.
- Ahi! – annaspa lei – Piano…
- Piano un cazzo – ringhio spingendole dentro con forza – Volevi essere riempita e io ti accontento… Prendi questo!
Un colpo di reni tremendo e la trafiggo fin quasi dentro l’utero.
- Aahhh! Mi spacchi…
Figuriamoci. Se conosco una fica che è più sfondata della mia, è quella di Elena.
La prendo per i fianchi e comincio a montarla rabbiosamente facendo cigolare il lettone al ritmo dei lamenti della mia amante.
Ritrovo l’angolazione giusta e sento di nuovo montare il piacere…
- Salve ragazze… C’è posto per me?
Guido.
Deve aver smesso di scopare Giulia dopo averla fatta godere e ci ha raggiunte per continuare la festa assieme a noi.
Il mio orgasmo torna ad allontanarsi, ma non mi dispiace troppo: un bel cazzo è sempre il benvenuto nel mio letto…
- E la Giulia? – chiedo, senza smettere di scoparmi la sua donna.
- Ha raggiunto Franci e Eva sul divano e adesso si stanno lesbicando tutte insieme – mi spiega il maschio salendo nudo sul letto con il cazzo bello duro e ritto – Roba da farlo tirare anche a un morto!
Già, immagino… Mi dispiace di non poter assistere: un’ammucchiata fra le tre ragazze deve essere uno spettacolo strepitoso.
- Porta qui il tuo coso e fammelo assaggiare…
Guido stava per offrirlo alla bocca della sua compagna, ma intuisce il mio desiderio morboso e mi porge il membro imbrattato dall’orgasmo della Giulia.
Mi piego a prenderlo in bocca, e succhio avidamente la sbroda di mia figlia.
Quant’è buona…
In piedi sul letto, Guido mi chiava in gola mentre io gli scopo la compagna.
- Ghhh… – mi strozzo quando me lo spinge nell’esofago.
Poi lo estrae, perfettamente pulito, e va a piazzarsi in ginocchio davanti alla sua donna. Elena apre le fauci e ingoia soddisfatta: ora ne ha uno davanti e uno di dietro, ed è davvero una troia allo spiedo.
Ricomincio la rincoras verso l’orgasmo. Allungo le mani riempiendole delle tettone ballonzolanti di Elena e le spremo come per farne uscire il latte.
Lei mugola e grugnisce, incapace di gridare a causa dell’uccello di Guido che le scopa la gola.
Un’altra interruzione: questa volta è Eva, in cerca del suo strapon. Chiedo se le serva per scopare Giulia oppure Franci, e lei ridacchiando mi risponde che ancora non ha deciso: le ragazzine si stanno rotolando a sessantanove sul divano, e probabilmente toccherà a quella che troverà con il culo in aria…
Ragionevole.
Le auguro buon divertimento e riprendo a chiavare la cloaca di Elena.
Andiamo avanti per un po’ in quella posizione, poi Guido decide di cambiare ancora e si sposta alle mie spalle.
Ho un fremito sentendolo afferrarmi per i fianchi: smetto di pestare nella pancia della sua donna e mi lascio manovrare in modo da favorire la penetrazione.
Lui mi unge il buchetto con le dita, poi accosta il cazzo allo sfintere, si piazza per bene dietro di me e comincia a spingere con forza.
- Aawww! – grido, sentendomi aprire il buco del culo – Si, sodomizzami…
Non ha bisogno del mio incoraggiamento. Come ai vecchi tempi, il robusto bastone di Guido mi forza l’ano e mi penetra lentamente e dolorosamente nel retto.
- Ahiaa!!! – urlo, sentendomi squarciare tutta.
Ho il bifallo che mi riempie la fica, così nella pancia non ho più molto spazio e mi sento spaccare in due come se fossi presa a sandwich.
Senza farsi pensiero dei miei problemi, Guido mi affonda nel culo tutta la sua erezione. Sono così piena che mi sento schizzare fuori gli occhi dalla testa.
E’ magnifico.
Le manacce di Guido mi afferrano le tette da dietro e il maiale comincia a tirarmi i capezzoli gonfi come se volesse strapparmeli.
Poi comincia a incularmi con forza, mandandomi a sbattere contro la sua donna che strilla a sua volta beccandosi il bifallo dentro la bocca della cervice.
Il maschio fa tutto lui: a ogni colpo che mi sferra nel culo, il bifallo che ho in fica sprofonda nella pancia della sua donna che grida di piacere.
Un trenino perfetto, e lui è il locomotore…
Io sono piena come non mai, e mi sento esplodere dal piacere.
L’orgasmo torna a farsi sotto fino a farmi fischiare le orecchie, ed improvvisamente lo sento esplodermi nel ventre e nel cervello.
Il mio punto G viene raggiunto con violenza da entrambi i cazzi e da due direzioni opposte, e l’effetto è istantaneo.
- AAHHH!!! – grido, contorcendomi tutta in preda al piacere più sfrenato, finalmente raggiunta dall’estasi suprema.
Guido non smette di fottermi il culo, e l’orgasmo sembra protrarsi per ore: continuo a gridare fino a perdere la voce, impazzita dal piacere.
Il maschio che mi sodomizza annaspa, s’irrigidisce, rantola… E infine mi sborra in culo. Sento la sua venuta calda riempirmi l’intestino.
Alla fine mi abbatto come morta sulla schiena di Elena, che a sua volta collassa sotto di me con la faccia nel cuscino.
Rimaniamo lì, ancora incavicchiati gli uni agli altri, in un mucchio osceno di carne sudata e palpitante… Sono appagata, soddisfatta. Stretta ai corpi caldi e nudi dei miei amanti, rimarrei volentieri stretta a loro per il resto della notte.
Guido non è dello stesso avviso.
Ripresosi dallo sforzo, si stacca da me e si distende accanto a noi, cercando le nostre bocche per farsi ripulire il suo coso sgocciolante.
Io sono un po’ schizzinosa: non mi va di prendere in bocca un uccello fresco del mio buco del culo.
Elena è meno sensibile: apre le fauci e ingoia l’uccellone del suo uomo, ancora mezzo duro, e comincia a succhiarlo di gusto e ripulendolo dai miei liquami.
Che sudiciona, la mia amica…
***
Quando riapro gli occhi al leggero beccheggiare della nave, il sole è già sorto da un pezzo.
Sono ancora accoppiata a Elena, che a sua volta dorme pesantemente abbracciata al suo uomo.
Mi sfilo lentamente dalla sua ficona slabbrata e mi libero dello strapon senza svegliare i miei compagni. Poi scivolo fuori dal letto e raggiungo il quadrato cercando di non far rumore con i tacchi degli stivali sul ponte.
Nel salotto c’è un po’ di confusione; le tracce dell’orgia della notte precedente sono piuttosto evidenti, ma non c’è nessuno.
Raggiungo il cucinino e mi preparo un caffè. Mentre l’acqua bolle vado a controllare le cabine di poppa.
In quella di Jasmine, lei e Mara sono ancora abbracciate una all’altra: nude e profondamente addormentate.
Nell’altra trovo Eva, Franci e Giulia aggrovigliate una all’altra in un modo piuttosto confuso che la dice lunga sulla dinamica degli eventi della notte.
Decisamente le ragazze se la sono spassata.
Mentre guardo, Eva apre gli occhi e mi sorride serenamente: ha l’aria di essere soddisfatta almeno quanto me.
Si divincola dalle altre senza svegliarle; raccoglie lo strapon sul pavimento e svicola fuori raggiungendomi con una risatina divertita.
Prendiamo il caffè e saliamo in coperta per sorseggiarlo insieme sotto il sole del mattino.
Fra poco sarà il caso di levare l’ancora e tornare alla darsena, dove magari faremo colazione tutti insieme prima che i nostri amici ripartano per Milano.Quando mangeremo, le coppie si ricomporranno e saremo tutti amici come e più di prima… Ma c’è ancora un po’ di tempo.
Io e la mia ragazza ci guardiamo negli occhi e sorridiamo soddisfatte, liete di essere sole una con l’altra.
Eva è nuda: chissà dove sono finite camicetta e minigonna… Io ho ancora addosso la canotta, tutta sgualcita, e gli stivali ai piedi.
Eva mi dice che sono molto sexy. La adoro…
All’unisono ci alziamo di nuovo in piedi lasciando le tazzine del caffè sul tavolo, e ci abbracciamo.
Sento il suo seno caldo e soffice premere sul mio. Le nostre gambe si accarezzano fra loro. Le accarezzo i capelli mentre le sue mani mi palpano le natiche nude e scaldate dal sole.
Ci baciamo in bocca. Lentamente, a lungo…
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