Tamara, dalla bottiglia alle cose serie, capitolo decimo

di
genere
tradimenti

Per quel fine settimana eravamo ospiti a casa di Samuele. Dopo cena eravamo ritornati a casa un po brilli e mentre sorseggiavamo un buon prosecco, avevamo deciso di fare il gioco della bottiglia. Ancora Il mio amico non sospettava minimamente quali fossero le mie vere intenzioni, che erano quelle di fargli scopare mia moglie. Sapevo che aveva una resistenza infinita, perché ci conoscevamo da sempre e non vedevo l'ora di vederli insieme. Regole del gioco, si gira a turno, il primo che esce è la vittima, altro giro, il secondo che esce è quello che impartisce la punizione... dissi... «senza alcun limite». Samuele fece un'espressione meravigliata.... ma non aggiunse altro.... Ancora non sapevo cosa sarebbe successo da li a poco.... ci sedemmo a terra a cerchio, cominciai io a far girare la bottiglia, che indicò Samuele. Altro giro e indicò me. Mi ordinò di fare dieci flessioni. Da ridere. Ma ancora non aveva capito niente il buon Samuele.
Toccò a Tamara. Girò la bottiglia e usci lei stessa. Altro giro e indicò me. Lei stava al gioco e sapeva dove arrivare. Mi ordinò di baciare Samuele. Lui un po stupito, io comunque lo baciai in fronte. Risate.... ci stavamo sciogliendo. Andammo avanti per una buona mezzora con scherzi innocenti. Aspettavo il mio turno per cominciare ad appesantire. Intanto si rideva di crepacuore, l'alcol ci rendeva abbastanza disinibiti seppure consci. La bottiglia mi indica.... rigiriamo e la vittima è Tamara..... attendevo questa occasione con ansia..... « allora.... vediamo.... . Tamara.... Tamara...... mi hai detto che Samuele ti è simpatico.... vediamo se è vero: devi dargli quattro baci..... un in fronte , due nelle guance.... uno nella bocca.... scegli tu come» . Così fece, in modo casto, Samuele fece un'espressione di stupore ma accettò di buon grado, lanciandomi uno sguardo che era misto di complicità e vittimismo. Girava la bottiglia e a parte qualche scherzo da ragazzi, non si andava oltre qualche bacio o toccata di culo tra maschi. Dovevo essere io a fare capire la situazione.«Basta ragazzi, direi che è il caso di divertirci un po, mi sembra la serata giusta», lanciai uno sguardo complice al mio amico Samuele. La bottiglia è di nuovo su Tamara. «Bene Bene, Tamara, mi sa che fa un po caldo, con questo giubbetto non va bene.... toglilo»... Tamara mi guardo per qualche attimo e comprese che dovevamo passare all'azione. Si tolse il giubetto, sotto era con il solo reggiseno.... che comunque la copriva abbastanza, un reggiseno normale tipo costume, non molto sexy, di quelli che lo sospingono in alto, si vedeva prorompente.«te la faccio pagare» mi disse scherzosamente. La bottiglia indicò Tamara ed io ero la vittima...«via la maglione» ordinò, ed io obbedii, restando a petto nudo.«Vi volete bene!» eclamò Samuele. Quando toccava a lui poveretto, faceva scherzi innocenti, per educazione. Girava la bottiglia.«Vediamo Samuele, anche tu via la maglietta» gli dissi. Venne fuori il suo petto peloso e abbastanza scolpito. Vino. Risate. Tamara mi ordina di fare un massaggio a Samuele. Gira …. gira.... la bottiglie e ordino a Tamara di praticare un massaggio a me e Samuele. La bottiglia gira e devo togliere i pantaloni, resto in mutande.....«mi vergogno» esclamai scherzando, un pretesto per chieder a Samuele di abbassare la luce nel salotto, gli suggerii di accendere solo la lampada all'angolo. Si creò l'atmosfera perfetta, eravamo in penombra. Gira la bottiglia....«Tamara, ora la paghi, Via i pantacollant». Fece finta di non essere d'accordo «va bene, però indosso il pigiama» mi disse. Andò nell'altra stanza, si tolse i panta e tornò con dei pantaloncini ed una sorta di top in pizzo, sotto aveva lasciato reggiseno e calze fantasia, in tre sfumature di grigio, quasi a simulare le sembianze delle autoreggenti. Molto sexy ed allo stesso tempo normale.«uauh!» esclamò Samuele.«Però ti sei ricoperta sopra, non vale» le dissi... Si sedette sul divano, io e Samuele a terra. Ormai l'aria era molto calda e si cominciava ad intuire dove si doveva arrivare. Gira la bottiglie e faccio togliere i pantaloni a Samuele....«però anche io voglio indossare i pantaloncini!» esclama. Acconsento. Va in stanza a cambiarsi. Lancio uno sguardo d'intesa a Tamara Eravamo già quasi nudi , due maschietti in pantaloncini e lei con quel completino che era un misto tra pigiama e lingerie. Vittima io , Tamara, ormai un po brilla mi fa fare una cosa pesante,«allora, visto che vi volete tanto bene.... tocca Samuele nelle sue parti intime.... davanti». Io simulai. Risate. Lui sempre educato quando doveva assegnare la pena, noi due, al contrario, eravamo due porcellini. La faccio mettere a pecorina sul divano per 3 minuti ordinandole di ondeggiare e abbassare i pantaloncini, le calze e le mutandine fin dove desiderava. Una scena sublime, lei arrivò a scoprire i suo culetto bianchissimo e all'insù. Quella fu la svolta, Samuele mentre era girata, mi lanciò uno sguardo diretto e complice dal quale si intuiva che iniziava a capire. Eravamo abbastanza allegri ma nonostante il vino, non eravamo ubriachi. Al turno di Tamara, io vittima «tanto siete amici, abbassa pantaloncini e mutande per 10 secondi e gira» Obbedii. L'aria era molto calda l'atmosfera perfetta. Mi rialzai i pantaloncini. Quando toccò il mio turno sentii che era arrivato il momento di esagerare.«allora, visto che hai fatto la spiritosa, adesso dovrai subire i pizzicotti in tutto il corpo e a farteli saremo, io e Samuele» , esclamai. Questo fu il primo approccio.... la facemmo alzare in piedi e dalle gambe fino al collo le praticammo piccoli pizzicotti indolori. Notai che dai pantaloncini di Samuele si intravvedeva un bozzo. Come biasimarlo di fronte quella gnocca di mia moglie. Quando la bottiglia girò verso lui gli ordinai di praticare un massaggio di 30 minuti a Tamara, insieme a me. Lei sul divano, lui si mise in ginocchio dietro la spalliera e la massaggiava nelle spalle e nel collo. Io mi misi ai suoi piedi cominciai a massaggiarla nei piedi e nei polpacci. Arrivavo alle sue gambe e toccavo i suoi fianchi, le mani di Samuele la toccavano educatamente, raggiungevano le mie. Oramai eravamo in sintonia. Mettevo le mani all'interno delle sue cosce, le sfioravo la vagina, feci un cenno con la testa a Samuele, invitandolo a girarsi da questa parte, io una gamba, lui l'altra, avvicinandoci, alle sue intimità. La invitai a distendersi sul divano, Samuele, concentrato, continuava ad accarezzargli le gambe io, dall'altra parte del divano, da su a giù le spalle, fino ad arrivare ai pantaloncini, che a poco a poco le sfilavo. Oramai era solo con le in mutande, calze, top e reggiseno. Il più era fatto, l'atmosfera giusta, in penombra, lei cominciava a manifestare soddisfazione.
Ci scambiavamo i ruoli lui dalla testa. Io dai piedi, le sfilavo le calze e cominciavo a baciarla nelle gambe e nei polpacci. Lei invita Samuele ad abbassarsi e lo bacia dolcemente in bocca. Era fatta. Da giovani con Samuele avevamo scherzato sul farci una donna assieme e mi aveva confessato che a lui gli era capitato con altri, ma non aveva accettato di farlo. Preferiva da solo. Lui stava accettando il ruolo, ma già sapevo che avrei dovuto avere rispetto di questa sua esigenza. Tamara lo fece sedere accanto a lei e si baciavano e accarezzavano. Lei lo incoraggiava, data la mia presenza. In ginocchio innanzi a lei le sfilavo le calze, giravo dietro il divano e via il top.... poi mi allontanavo nella zona cucina in diretta comunicazione, dalla quale si scorgeva tutto. La lampada all'angolo del salotto, era diretta sul divano, nella loro direzione, creando una luce soffusa su di loro e dando l'impressione che non fossi presente, perché posto nel lato buio. Mi appoggiai su una sorta di piano lavoro che divideva il salotto dalla cucina e guardavo, con un bicchiere di vino in mano. Tamara gli tolse i pantaloncini e mutande gli accarezzava il cazzo e le pratico un lungo pompino. Lui le sfilo le mutandine. Samuele è un normodotato, ma pur piccolo, quel cazzo era durissimo e bello dritto. Lei lo tolse subito dall'imbarazzo, gli sali sopra e si fece penetrare. Prima così, poi distesi posizione missionario, poi, lei distesa a pancia in giù lui da dietro, a pecorina, laterale, quel maschio non veniva mai. Eccitatissima raggiunse l'orgasmo almeno tre volte, l'ultima era distesa e dopo aver goduto, Samuele la schizzò nella pancia e nei seni, arrivando perfino al suo viso. Restarono un attimo fermi, assopiti, come se fossero soli al mondo... il tempo di riempire due mezzi bicchieri e li offrivo a loro.« siete stati davvero bravi e belli da vedere». Da li passammo una mezzora insieme, prima a chiarirci, poi a parlare delle fesserie che facevamo da giovani, infine andammo a letto. Domani ci aspettava un'altra giornata piena. La sera seguente doveva accadere di nuovo, ma avrei partecipato anche io.... Samuele doveva fare un piccolo sacrificio,«sesso in due con una donna, mai» mi aveva detto in passato.... pazienza doveva cambiare abitudini..... continua.......
scritto il
2017-04-20
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