E alla fine arriva Ste - Cap 4 (Inverno)
di
Nora Phoenix
genere
dominazione
Dicembre
Nora è a letto, Simone è appena partito, starà fuori qualche giorno per lavoro prima delle ferie natalizie. Si sente sola nel grande letto disfatto. Accende il cellulare. Legge solo ora la buonanotte di Ste.
Nora: Buongiorno… sei già sveglio?
Dopo pochi istanti vede la doppia spunta di lettura, Ste appare online e poi sparisce di nuovo. Un moto leggero di delusione le attraversa il volto. Ma ecco che torna online.
Ste: sono in giro tes… non posso scrivere. Posso chiamarti? C’è ancora il tuo bel Simone o è già partito?
Nora: sono sola…
Ecco che dopo qualche istante il telefono inizia a squillare, la suoneria di Ste.
“Ciao Ste!” Nora risponde con un grande sorriso.
“Buongiorno tesoro! Che bella voce assonnata…”
“Ahahah! Sì avrei dormito ancora un po’ oggi…”
“Cosa stai facendo? Dai dimmi come sei vestita oggi”
“Sono ancora a letto, non ho voglia di alzarmi… ho ancora mezz’ora prima di arrivare nella zona rossa”
“Zona rossa?”
“Sì, quella che precede il ritardo irrecuperabile.”
“Mah… a volte è difficile capirti, sai? Ma quindi, sei in pigiama? Sotto le coperte? Ancora al calduccio?”
“Mmmhh… sì… e tu? Sei in macchina?”
“Sto arrivando, ho finito il giro, adesso rientro in ufficio, ma sono solo, non ci sono ancora i colleghi…”
“Mmmhhh… bene… Io comincio a togliere il pigiama…”
“Azz… e non hai intenzione di farmi vedere niente?”
Si toglie i pantaloni del pigiama e le mutandine. Scatta una foto agli indumenti e la invia.
“Hey… carine quelle mutandine…”
“Grazie! Ma forse ti piacerà di più la prossima foto”.
Scatta una foto fra le sue gambe. La riguarda prima di inviargliela: la sua figa è socchiusa e madida, lucida, accuratamente rasata, sul monte di venere solo un ordinato triangolino di peluria.
Invia la foto, soddisfatta.
“Cazzo! Vuoi farmi uscire fuori strada! Che foto… meno male sono arrivato. Parcheggio e me la riguardo per bene…. cazzo… è splendida… appetitosa… non sai quanto mi stai facendo tirare il cazzo ora…”
“Eh no, non lo so… sono sempre io che ti mando le foto zozze…”
“Mi becchi sempre… in momenti… sbagliati… piccola… ”
“Che fai?! Cos’è questo fiatone?”
“Sto facendo le… scale… ok… Arrivato! Sono in ufficio… ma tu, che fai? Non starai lasciando quel ben di dio senza attenzioni?”
“Ma no, certo… la sto accarezzando per bene… è molto umida sai? E calda…”
“Mmmhh… quanto darei per accarezzartela… con la lingua…” abbassa la voce, diventa quasi un verso animale.
“Oh… ti piacerebbe leccarmela? Così mi fai eccitare da matti, lo sai… avere la tua faccia ficcata in mezzo alle gambe… ah… sarebbe bellissimo…”
“Ti stai masturbando? Ti stai ficcando dentro quelle dita?”
“Certo che sì… due, dentro, fino in fondo…”
“Fammi sentire come ti scopi… avvicina il telefono e scopati forte per me…”, lei esegue e gli fa sentire il rumore liquido delle sue dita che sbattono la figa. Il cazzo gli fa male dentro i pantaloni, si slaccia e lo libera, lo prende in mano e lo stringe, comincia a masturbarsi. Scatta una foto tenendo il cazzo dalla base, il glande riluce imperlato di gocce di piacere. La invia.
“Ti ho mandato un regalino… guarda la chat, piccola…”
“OH! Wow… è bellissimo… ”
“Ti piace? Oggi te lo sei proprio meritata… è merito tuo se è così in tiro… lo sai vero, porca! Cosa gli faresti a questo cazzo? Eh? Dimmi un po’…”
“Ah… per prima cosa, un bel vestitino di saliva… lo leccherei tutto, giocherei con la ligua su quella bella cappella, tutto intorno… mmmhh… e poi comincerei a succhiarlo… chissà se mi entra tutto in bocca… mmmmhh… mi piacerebbe proprio… scoprirlo… ”
“Ahahah, lo sai già che ti entra tutto in bocca… sei terribile! Senti come ti stai eccitando… porca, sei proprio una porca… continua…”
“Me lo ficcherei in gola… fin dove riesco… fino a soffocarmi… mmmhh… e poi… e poi vorrei averti dentro, vorrei mi scopassi forte, a fondo… mmhhh… ooohh ca… zzzooo!”
“Sì… sì vieni… vieni, porca… cazzo come godi… sentiti, sei una porca incredibile… ti scoperei forte, ti farei urlare…” continua a masturbarsi, sempre più forte, sempre più veloce.
“Quanto vorrei che mi riempissi della tua sborra… ovunque… in bocca, addosso, sul seno…”
“Oh… sì… arriva… arriva, tutta per te… vieni qui… ti riem.. pio… oooh… “, viene copiosamente, lunghi schizzi bianchi si spargono sul pavimento.
“Cazzo… che sborrata… la vuoi vedere?”
“Sì…”, le invia la foto del pavimento sotto la sua scrivania.
“Oh, che spreco però…”
“Eh già… oggi non sai tutto quello… che… ti… avrei fatto” si affanna a pulire per terra. Si risistema e poi si abbandona pesantemente sulla poltrona.
“Aaah.. piccola… dobbiamo proprio deciderci a rivederci… ho voglia di fare un po’ di scintille con te…”
“Sì, dai… anche io ne ho troppo voglia…”, si accarezza il capezzolo duro e ritto.
“Hey… ma hai visto che ore sono?”
“Oh cazzo!! Ma è tardissimo! Ci sentiamo più tardi via chat ok? Grazie per lo splendido risveglio”, si solleva di scatto dal letto e corre verso la doccia.
“Grazie a te, tesoro… a dopo Nora”. Chiude la chiamata e scorre fra le immagini della loro chat, un sorriso malizioso sulle labbra e una mano sulla patta.
Ste: Nora, ci sei? Riesco a essere in città da te mercoledì… fra due giorni. Mi spiace il poco preavviso ma è proprio un cliente che mi è capitato ora. Sarebbe una cosa proprio in giornata…
Nora: Oh ma davvero!
Ste: Tu sei ancora libera? Io credo di riuscire a sganciarmi per le sei, poi possiamo stare insieme e riparto la mattina dopo all’alba. Che te ne pare tes?
Nora: Sono felice di rivederti… non vedo l’ora…
Nora si stringe nel cappotto, dentro la sua auto. Aspetta Ste nell’ampio parcheggio di fronte alla sua azienda. Lo vede arrivare, si scambiano un sorriso dalle auto. Ste le fa un gesto per farla salire con lui. Entra in macchina e si butta fra le sue braccia.
“Hey tesoro! Sembra che non ci vediamo da mesi!” Ste la prende in giro mentre lei lo bacia ripetutamente sul viso.
“Già… sembra! Adesso portami in albergo…”
“Ah, neanche uno spuntino prima? E poi da quando in qua sei quella che da ordini?”. Lo sguardo di Ste si fa severo. Nora si irrigidisce appena e prova a riformulare.
“Ste, possiamo andare in albergo… ho voglia di…”
Ste rimane serio ad ascoltarla per qualche secondo, poi scoppia in una sonora risata.
“Mi fai morire quando fai questo sguardo colpevole! Ma certo… anche io non vedo l’ora di averti tutta per me”, le afferra i capelli alla nuca, tira indietro per scoprirle il collo candido e affonda i denti nella sua pelle. Nora geme, torturata da quei lievi morsi. Si stacca per lasciarle un bacio sulle labbra.
Accende il motore e parte.
“Questo è per te tes… fra qualche giorno è Natale, volevo proprio farti un regalo” Ste porge una pacchetto a Nora appena arrivati in stanza.
“Ma… ma io non ti ho preso niente…”, gli dice avvampando per l’imbarazzo.
“Stai tranquiiilla tes! È un regalo per entrambi, dai, aprilo su!”
Nora scarta velocemente il pacchetto, rimuove la carta velina e tira fuori un babydoll color cipria, completamente trasparente.
“OH!! Ma veramente?” Nora sorride posandosi il baby doll sugli abiti.
“Sembra anche della mia misura… sei bravo a fare regali piccanti eh?”
“In realtà è una taglia unica ma facciamo finta che ti ho misurata per bene la volta scorsa” Ste ride mentre Nora si scruta davanti allo specchio con espressione dubbiosa.
“Che c’è tes? Perché questo faccino?” Ste la abbraccia da dietro, le sue mani si infilano sotto la sua maglia, si sistemano a coppa sul seno, le labbra sfiorano quella piccola parte di pelle lasciata scoperta dal lupetto, subito sotto l’orecchio.
“Non è troppo sexy per me? Non sono molto abituata a queste cose da femmina, lo sai… Mi piace molto… ma non so… Non lo vedo addosso a me”
“Va bene anche se lo lasciamo da una parte tes… prima o poi lo metterai e me lo farai vedere… Ora l’unica cosa che voglio addosso a te è il mio corpo…” la voce di Ste si fa roca, stringe fra i denti la pelle del collo di Nora mentre fa aderire il pube al suo culo. Le toglie di mano il baby doll e lo scaglia sulla sedia. La trascina sul letto e in un attimo sono nudi e avvinghiati. Le mani di Ste tirano, stringono, graffiano il corpo morbido di Nora, si infila prepotente fra le sue gambe, il profumo pungente della sua figa lo inebria, afferra le sue gambe e la tira a sé. Lei si contorce e geme, torturata dalla sua lingua e dal suo pizzetto, infila le dita fra i suoi capelli e lo trattiene a sé, oscilla il bacino sulle sue labbra, ansima sempre più forte in prossimità del culmine del piacere, lo sente arrivare improvviso, la investe in pieno, viene sul suo viso e Ste beve avidamente tutto il suo orgasmo. Nora si lascia andare sfinita sul letto. Ste le scivola addosso fino ad arrivare alle sue labbra, si insinua nella sua bocca e si perdono in un lungo bacio, Nora si assaggia dalle sue labbra, cariche dei suoi stessi umori. Ste scivola dentro di lei con facilità, la riempie e inizia a scoparla piano, senza smettere di baciarla, la accarezza, la stringe a sé. Sente che sta andando oltre, un oltre che sa di non dover oltrepassare, per non rovinare tutto. Ma come una pallina su un piano inclinato si lascia travolgere, si lascia coinvolgere senza poter opporre nessuna resistenza. Si stacca a malincuore dalle sue labbra ma vuole guardarla negli occhi, nei suoi profondi occhi scuri, fare l’amore con lei occhi negli occhi mentre i loro respiri si sincronizzano, mentre i loro corpi danzano insieme verso un orgasmo all’unisono.
In silenzio Nora si accoccola al fianco di Ste che la abbraccia teneramente e la stringe a sé.
“Sei pensieroso Ste…”
“Mmm… ”
“Che c’è?”
“Niente tes… Pensieri un po’ cupi… A volte mi prendono all’improvviso…”
“Vuoi parlarmene?”
“Mmm… riguardano noi… Mi sento un po’ impotente davanti al fatto che questa relazione ha come una data di scadenza marchiata sopra. E dopo questi momenti così belli con te… quella data di scadenza la sento più presente… e…”
“E non ti fa assaporare il piacere di stare insieme, qui, ora, io e te… Ti rovini il momento così. Lascia stare Ste, non credo abbia senso torturarsi su quello che sarà. Quando quel momento arriverà lo affronteremo…” Nora cerca di sembrare risoluta ma non riesce comunque a nascondere una lieve titubanza.
“Quando quel momento arriverà ti farò soffrire Nora… e davvero vorrei evitarlo… in qualunque modo… ma non so come…”
“Soffrirai anche tu… Ma ora perché tormentarci e rovinare questo momento?”
“Hai ragione tes… hai tutta la ragione di questo mondo” Ste la guarda sorridente.
“Ma vorrei comunque che fra noi ci fosse meno tenerezza in futuro… Oggi, così… Non ci aiuta poi in preparazione del distacco che ci sarà. Oggi abbiamo fatto l’amore tes, è stato bellissimo, coinvolgente e indimenticabile. Ma dovrà essere l’ultima volta. Quando ci rivedremo sarà solo sesso tes; sesso, dominazione, sottomissione con tutti i limiti e il rispetto reciproco che ti ho spiegato… ma senza amore. Va bene? Me lo prometti tes?”
Nora lo guarda in silenzio per qualche secondo.
“Va bene, te lo prometto Ste”
Dalla borsa di Nora parte un forte ronzio incessante. Nora scatta sul letto.
“È il mio cellulare!”
Scatta veloce a recuperare il telefono. Ste la sente parlare senza distinguere le parole, fissa la finestra e la pioggia che batte rumorosa sui vetri. La voce di Nora lo ridesta. Si siede pesantemente al suo fianco.
“Ste, devo scappare. Simone sta rientrando prima del previsto… devo andare a prenderlo all’aeroporto. Ho già chiamato un taxi così mi riporta alla mia macchina”. Il tono è concitato e il volto non cela una certa agitazione. La afferra alle braccia.
“Tes, fai un bel respiro. Rilassati. Rivestiti. E poi vai.” La voce è rude e quasi secca. Ordini perentori che non ammettono replica. Nora si scuote. Si riveste velocemente mentre Ste la osserva dal letto, un sorriso amaro gli segna il volto.
“Tes, non dimenticarti il regalo…”
“Oh, vero!” Nora afferra il baby-doll e lo lancia dentro la borsa.
“Prima o poi lo metto e te lo faccio vedere, giuro!”, annuncia sorridente. Si riavvicina al letto e lascia un bacio sulle labbra di Ste. Lui la trattiene serio afferrandole il bavero del cappotto. La fissa negli occhi con decisione.
“Ricordati la promessa Nora”
“Certo Ste. A presto.”
Gennaio
“Che bello il mare, guarda come è piatto oggi?” Nora si affaccia dalla finestra che dà su un panorama mozzafiato. Simone si avvicina e la abbraccia teneramente da dietro per osservarlo insieme a lei.
“Che fortuna, le previsioni danno un tempo splendido in questi quattro giorni.”
Ultimi scampoli di vacanze di inizio anno. Si sono recati nella villetta di famiglia di Simone, situata su un alto promontorio in una splendida zona balneare.
“Ho preparato il caffè, scendiamo a fare colazione?”, glielo sussurra all’orecchio continuando ad abbracciarla, poi inizia a mordicchiarglielo piano con le labbra. Nora tira indietro il capo e si adagia sulla sua spalla, socchiude gli occhi e si gode le sue attenzioni. Le mani vanno dietro a frugare in mezzo al tessuto sottile del suo pigiama di cotone, lo trova eccitato e reattivo al suo tocco. Le mani di Simone si infilano sotto la maglia, afferrano il suo seno libero e cominciano a giocare con i suoi capezzoli. Nora si morde il labbro al contatto e gli dice maliziosa: “Credo che il caffè possa aspettare ancora un po’…”
Chiude la finestra e si gira fra le sue braccia, si baciano, si stringono, si toccano. Nora scivola piano su di lui, si sistema in ginocchio ai suoi piedi e abbassa il pantalone. Il cazzo di Simone scatta immediatamente fuori. Nora lo afferra con una mano senza smettere di guardarlo negli occhi, lui risponde al suo sguardo accarezzandole il viso. Lei prende a baciarlo, dalla base fino a su, la sua lingua indugia sulla cappella, Simone non riesce a trattenere un sospiro di piacere che aumenta nel momento in cui Nora glielo prende completamente in bocca. La sua testa si muove ondeggiando, avanti e indietro sul suo cazzo, lo sente pulsare fra le labbra. Con notevole sforzo Simone si ritrae dalla sua bocca e si china per baciarla. Le toglie la maglia e la fa sollevare. La spoglia completamente e la accompagna sul letto, la fa distendere sulla schiena e si tuffa con il volto fra le sue gambe.
“Oh Simo…” Nora gli afferra i capelli e ondeggia il bacino sotto i colpi della sua lingua, si muove sempre più veloce, i suoi movimenti sono caricati dall’orgasmo crescente. Si inarca e gode nella sua bocca, si rilassa mentre sente Simone scivolarle addosso. Si baciano e il sapore di Nora si espande nelle loro bocche, Simone inizia piano a scoparla mentre lei riga la sua schiena con le unghie. La porta si apre all’improvviso e una voce irrompe nella stanza “Simone, caro ma non mi sentivi? Ti stavo cercan… ooooohh!! Oh mio Dio!! Scusatemi.”
Come una saetta una figura femminile sparisce dalla stanza. Nora e Simone si trovano seduti nel letto, come due ragazzini alle prime esperienze colti sul fattaccio.
“Ma… ma chi è?” Nora è frastornata e si arrotola fra le coperte per coprirsi come può.
“Mia madre… scusami, corro giù a tranquillizzarla”, Simone le risponde mentre si veste in tutta fretta e poi esce fuori dalla stanza. Nora prende a rivestirsi e timidamente. Sente il tono agitato della madre di Simone e di rimando la voce di lui che cerca di tranquillizzarla. Le voci si avvicinano insieme ai passi sulle scale.
Nella stanza entra Simone, alle sue spalle si intravede la sagoma della madre.
“Nora, adesso possiamo fare le presentazioni ufficiali, questa è mia madre, Giovanna.” Simone si scosta e con gesto plateale delle braccia lascia entrare sua madre.
“Ciao Nora… ci siamo sentite al telefono qualche volta… di sfuggita… mi dispiace davvero questo tafferuglio… non volevo proprio presentarmi così, sono stata così inopportuna…”
Nora si alza sorridente e le porge la mano.
“Piacere! Non importa, ormai è andata, avremo modo di ridere parecchio in futuro ricordando il nostro primo incontro, no?”
“Ah! Sì, in effetti sì, quando avrò superato l’imbarazzo… ”
Ridono tutti e tre e Nora non può far a meno di osservare quanto siano simili madre e figlio, soprattutto gli occhi, sopratutto il sorriso. Unico figlio di genitori separati, la madre è raramente in città e quella casa è il suo unico appoggio. Con non pochi tira e molla la madre acconsente a rimanere comunque, sentendosi ancora più colpevole per il fatto di non aver letto attentamente il messaggio che Simone le aveva inviato qualche giorno prima per comunicarle che sarebbe stato con Nora nella casa al mare.
Febbraio
Nora: Sai che c’è… ho deciso di salutare tutti i miei fwb…
Ste: Ah… così? Tutti via, di botto?
Nora: Sì… ormai non mi divertono più, non vedo davvero il motivo per cui dovrei continuare.
Ste: Sicura che poi non ti pentirai di questa scelta?
Nora: No, non credo proprio, sono sicura.
Ste: Va bene, allora. Per me va benissimo… ti avrò tutta per me… almeno nel virtuale…
Nora: Sì… Sei contento?
Ste: Mooolto contento tesoro… è una decisione molto saggia e vuol dire che stai crescendo, stai passando di livello… Sono felice di vederti evolvere.
Nora sorride davanti allo schermo e inizia a scrivere un messaggio di commiato. Cerca di essere il più stringata possibile. Alcuni di quei fwb sono solo dei passatempi e sa benissimo di essere la stessa cosa per loro. Altri sono persone alle quali si è ormai affezionata, sono davvero pochi ma non vuole guardarsi indietro, ha voglia di andare avanti. Si sente cambiata e vuole tagliare qualche vecchia cattiva abitudine. Ormai non trae più alcun piacere da questi giochi.
Scrive il testo e blocca i suoi contatti. Elimina le chat. Quel capitolo è ormai chiuso.
[CONTINUA]
Nora è a letto, Simone è appena partito, starà fuori qualche giorno per lavoro prima delle ferie natalizie. Si sente sola nel grande letto disfatto. Accende il cellulare. Legge solo ora la buonanotte di Ste.
Nora: Buongiorno… sei già sveglio?
Dopo pochi istanti vede la doppia spunta di lettura, Ste appare online e poi sparisce di nuovo. Un moto leggero di delusione le attraversa il volto. Ma ecco che torna online.
Ste: sono in giro tes… non posso scrivere. Posso chiamarti? C’è ancora il tuo bel Simone o è già partito?
Nora: sono sola…
Ecco che dopo qualche istante il telefono inizia a squillare, la suoneria di Ste.
“Ciao Ste!” Nora risponde con un grande sorriso.
“Buongiorno tesoro! Che bella voce assonnata…”
“Ahahah! Sì avrei dormito ancora un po’ oggi…”
“Cosa stai facendo? Dai dimmi come sei vestita oggi”
“Sono ancora a letto, non ho voglia di alzarmi… ho ancora mezz’ora prima di arrivare nella zona rossa”
“Zona rossa?”
“Sì, quella che precede il ritardo irrecuperabile.”
“Mah… a volte è difficile capirti, sai? Ma quindi, sei in pigiama? Sotto le coperte? Ancora al calduccio?”
“Mmmhh… sì… e tu? Sei in macchina?”
“Sto arrivando, ho finito il giro, adesso rientro in ufficio, ma sono solo, non ci sono ancora i colleghi…”
“Mmmhhh… bene… Io comincio a togliere il pigiama…”
“Azz… e non hai intenzione di farmi vedere niente?”
Si toglie i pantaloni del pigiama e le mutandine. Scatta una foto agli indumenti e la invia.
“Hey… carine quelle mutandine…”
“Grazie! Ma forse ti piacerà di più la prossima foto”.
Scatta una foto fra le sue gambe. La riguarda prima di inviargliela: la sua figa è socchiusa e madida, lucida, accuratamente rasata, sul monte di venere solo un ordinato triangolino di peluria.
Invia la foto, soddisfatta.
“Cazzo! Vuoi farmi uscire fuori strada! Che foto… meno male sono arrivato. Parcheggio e me la riguardo per bene…. cazzo… è splendida… appetitosa… non sai quanto mi stai facendo tirare il cazzo ora…”
“Eh no, non lo so… sono sempre io che ti mando le foto zozze…”
“Mi becchi sempre… in momenti… sbagliati… piccola… ”
“Che fai?! Cos’è questo fiatone?”
“Sto facendo le… scale… ok… Arrivato! Sono in ufficio… ma tu, che fai? Non starai lasciando quel ben di dio senza attenzioni?”
“Ma no, certo… la sto accarezzando per bene… è molto umida sai? E calda…”
“Mmmhh… quanto darei per accarezzartela… con la lingua…” abbassa la voce, diventa quasi un verso animale.
“Oh… ti piacerebbe leccarmela? Così mi fai eccitare da matti, lo sai… avere la tua faccia ficcata in mezzo alle gambe… ah… sarebbe bellissimo…”
“Ti stai masturbando? Ti stai ficcando dentro quelle dita?”
“Certo che sì… due, dentro, fino in fondo…”
“Fammi sentire come ti scopi… avvicina il telefono e scopati forte per me…”, lei esegue e gli fa sentire il rumore liquido delle sue dita che sbattono la figa. Il cazzo gli fa male dentro i pantaloni, si slaccia e lo libera, lo prende in mano e lo stringe, comincia a masturbarsi. Scatta una foto tenendo il cazzo dalla base, il glande riluce imperlato di gocce di piacere. La invia.
“Ti ho mandato un regalino… guarda la chat, piccola…”
“OH! Wow… è bellissimo… ”
“Ti piace? Oggi te lo sei proprio meritata… è merito tuo se è così in tiro… lo sai vero, porca! Cosa gli faresti a questo cazzo? Eh? Dimmi un po’…”
“Ah… per prima cosa, un bel vestitino di saliva… lo leccherei tutto, giocherei con la ligua su quella bella cappella, tutto intorno… mmmhh… e poi comincerei a succhiarlo… chissà se mi entra tutto in bocca… mmmmhh… mi piacerebbe proprio… scoprirlo… ”
“Ahahah, lo sai già che ti entra tutto in bocca… sei terribile! Senti come ti stai eccitando… porca, sei proprio una porca… continua…”
“Me lo ficcherei in gola… fin dove riesco… fino a soffocarmi… mmmhh… e poi… e poi vorrei averti dentro, vorrei mi scopassi forte, a fondo… mmhhh… ooohh ca… zzzooo!”
“Sì… sì vieni… vieni, porca… cazzo come godi… sentiti, sei una porca incredibile… ti scoperei forte, ti farei urlare…” continua a masturbarsi, sempre più forte, sempre più veloce.
“Quanto vorrei che mi riempissi della tua sborra… ovunque… in bocca, addosso, sul seno…”
“Oh… sì… arriva… arriva, tutta per te… vieni qui… ti riem.. pio… oooh… “, viene copiosamente, lunghi schizzi bianchi si spargono sul pavimento.
“Cazzo… che sborrata… la vuoi vedere?”
“Sì…”, le invia la foto del pavimento sotto la sua scrivania.
“Oh, che spreco però…”
“Eh già… oggi non sai tutto quello… che… ti… avrei fatto” si affanna a pulire per terra. Si risistema e poi si abbandona pesantemente sulla poltrona.
“Aaah.. piccola… dobbiamo proprio deciderci a rivederci… ho voglia di fare un po’ di scintille con te…”
“Sì, dai… anche io ne ho troppo voglia…”, si accarezza il capezzolo duro e ritto.
“Hey… ma hai visto che ore sono?”
“Oh cazzo!! Ma è tardissimo! Ci sentiamo più tardi via chat ok? Grazie per lo splendido risveglio”, si solleva di scatto dal letto e corre verso la doccia.
“Grazie a te, tesoro… a dopo Nora”. Chiude la chiamata e scorre fra le immagini della loro chat, un sorriso malizioso sulle labbra e una mano sulla patta.
Ste: Nora, ci sei? Riesco a essere in città da te mercoledì… fra due giorni. Mi spiace il poco preavviso ma è proprio un cliente che mi è capitato ora. Sarebbe una cosa proprio in giornata…
Nora: Oh ma davvero!
Ste: Tu sei ancora libera? Io credo di riuscire a sganciarmi per le sei, poi possiamo stare insieme e riparto la mattina dopo all’alba. Che te ne pare tes?
Nora: Sono felice di rivederti… non vedo l’ora…
Nora si stringe nel cappotto, dentro la sua auto. Aspetta Ste nell’ampio parcheggio di fronte alla sua azienda. Lo vede arrivare, si scambiano un sorriso dalle auto. Ste le fa un gesto per farla salire con lui. Entra in macchina e si butta fra le sue braccia.
“Hey tesoro! Sembra che non ci vediamo da mesi!” Ste la prende in giro mentre lei lo bacia ripetutamente sul viso.
“Già… sembra! Adesso portami in albergo…”
“Ah, neanche uno spuntino prima? E poi da quando in qua sei quella che da ordini?”. Lo sguardo di Ste si fa severo. Nora si irrigidisce appena e prova a riformulare.
“Ste, possiamo andare in albergo… ho voglia di…”
Ste rimane serio ad ascoltarla per qualche secondo, poi scoppia in una sonora risata.
“Mi fai morire quando fai questo sguardo colpevole! Ma certo… anche io non vedo l’ora di averti tutta per me”, le afferra i capelli alla nuca, tira indietro per scoprirle il collo candido e affonda i denti nella sua pelle. Nora geme, torturata da quei lievi morsi. Si stacca per lasciarle un bacio sulle labbra.
Accende il motore e parte.
“Questo è per te tes… fra qualche giorno è Natale, volevo proprio farti un regalo” Ste porge una pacchetto a Nora appena arrivati in stanza.
“Ma… ma io non ti ho preso niente…”, gli dice avvampando per l’imbarazzo.
“Stai tranquiiilla tes! È un regalo per entrambi, dai, aprilo su!”
Nora scarta velocemente il pacchetto, rimuove la carta velina e tira fuori un babydoll color cipria, completamente trasparente.
“OH!! Ma veramente?” Nora sorride posandosi il baby doll sugli abiti.
“Sembra anche della mia misura… sei bravo a fare regali piccanti eh?”
“In realtà è una taglia unica ma facciamo finta che ti ho misurata per bene la volta scorsa” Ste ride mentre Nora si scruta davanti allo specchio con espressione dubbiosa.
“Che c’è tes? Perché questo faccino?” Ste la abbraccia da dietro, le sue mani si infilano sotto la sua maglia, si sistemano a coppa sul seno, le labbra sfiorano quella piccola parte di pelle lasciata scoperta dal lupetto, subito sotto l’orecchio.
“Non è troppo sexy per me? Non sono molto abituata a queste cose da femmina, lo sai… Mi piace molto… ma non so… Non lo vedo addosso a me”
“Va bene anche se lo lasciamo da una parte tes… prima o poi lo metterai e me lo farai vedere… Ora l’unica cosa che voglio addosso a te è il mio corpo…” la voce di Ste si fa roca, stringe fra i denti la pelle del collo di Nora mentre fa aderire il pube al suo culo. Le toglie di mano il baby doll e lo scaglia sulla sedia. La trascina sul letto e in un attimo sono nudi e avvinghiati. Le mani di Ste tirano, stringono, graffiano il corpo morbido di Nora, si infila prepotente fra le sue gambe, il profumo pungente della sua figa lo inebria, afferra le sue gambe e la tira a sé. Lei si contorce e geme, torturata dalla sua lingua e dal suo pizzetto, infila le dita fra i suoi capelli e lo trattiene a sé, oscilla il bacino sulle sue labbra, ansima sempre più forte in prossimità del culmine del piacere, lo sente arrivare improvviso, la investe in pieno, viene sul suo viso e Ste beve avidamente tutto il suo orgasmo. Nora si lascia andare sfinita sul letto. Ste le scivola addosso fino ad arrivare alle sue labbra, si insinua nella sua bocca e si perdono in un lungo bacio, Nora si assaggia dalle sue labbra, cariche dei suoi stessi umori. Ste scivola dentro di lei con facilità, la riempie e inizia a scoparla piano, senza smettere di baciarla, la accarezza, la stringe a sé. Sente che sta andando oltre, un oltre che sa di non dover oltrepassare, per non rovinare tutto. Ma come una pallina su un piano inclinato si lascia travolgere, si lascia coinvolgere senza poter opporre nessuna resistenza. Si stacca a malincuore dalle sue labbra ma vuole guardarla negli occhi, nei suoi profondi occhi scuri, fare l’amore con lei occhi negli occhi mentre i loro respiri si sincronizzano, mentre i loro corpi danzano insieme verso un orgasmo all’unisono.
In silenzio Nora si accoccola al fianco di Ste che la abbraccia teneramente e la stringe a sé.
“Sei pensieroso Ste…”
“Mmm… ”
“Che c’è?”
“Niente tes… Pensieri un po’ cupi… A volte mi prendono all’improvviso…”
“Vuoi parlarmene?”
“Mmm… riguardano noi… Mi sento un po’ impotente davanti al fatto che questa relazione ha come una data di scadenza marchiata sopra. E dopo questi momenti così belli con te… quella data di scadenza la sento più presente… e…”
“E non ti fa assaporare il piacere di stare insieme, qui, ora, io e te… Ti rovini il momento così. Lascia stare Ste, non credo abbia senso torturarsi su quello che sarà. Quando quel momento arriverà lo affronteremo…” Nora cerca di sembrare risoluta ma non riesce comunque a nascondere una lieve titubanza.
“Quando quel momento arriverà ti farò soffrire Nora… e davvero vorrei evitarlo… in qualunque modo… ma non so come…”
“Soffrirai anche tu… Ma ora perché tormentarci e rovinare questo momento?”
“Hai ragione tes… hai tutta la ragione di questo mondo” Ste la guarda sorridente.
“Ma vorrei comunque che fra noi ci fosse meno tenerezza in futuro… Oggi, così… Non ci aiuta poi in preparazione del distacco che ci sarà. Oggi abbiamo fatto l’amore tes, è stato bellissimo, coinvolgente e indimenticabile. Ma dovrà essere l’ultima volta. Quando ci rivedremo sarà solo sesso tes; sesso, dominazione, sottomissione con tutti i limiti e il rispetto reciproco che ti ho spiegato… ma senza amore. Va bene? Me lo prometti tes?”
Nora lo guarda in silenzio per qualche secondo.
“Va bene, te lo prometto Ste”
Dalla borsa di Nora parte un forte ronzio incessante. Nora scatta sul letto.
“È il mio cellulare!”
Scatta veloce a recuperare il telefono. Ste la sente parlare senza distinguere le parole, fissa la finestra e la pioggia che batte rumorosa sui vetri. La voce di Nora lo ridesta. Si siede pesantemente al suo fianco.
“Ste, devo scappare. Simone sta rientrando prima del previsto… devo andare a prenderlo all’aeroporto. Ho già chiamato un taxi così mi riporta alla mia macchina”. Il tono è concitato e il volto non cela una certa agitazione. La afferra alle braccia.
“Tes, fai un bel respiro. Rilassati. Rivestiti. E poi vai.” La voce è rude e quasi secca. Ordini perentori che non ammettono replica. Nora si scuote. Si riveste velocemente mentre Ste la osserva dal letto, un sorriso amaro gli segna il volto.
“Tes, non dimenticarti il regalo…”
“Oh, vero!” Nora afferra il baby-doll e lo lancia dentro la borsa.
“Prima o poi lo metto e te lo faccio vedere, giuro!”, annuncia sorridente. Si riavvicina al letto e lascia un bacio sulle labbra di Ste. Lui la trattiene serio afferrandole il bavero del cappotto. La fissa negli occhi con decisione.
“Ricordati la promessa Nora”
“Certo Ste. A presto.”
Gennaio
“Che bello il mare, guarda come è piatto oggi?” Nora si affaccia dalla finestra che dà su un panorama mozzafiato. Simone si avvicina e la abbraccia teneramente da dietro per osservarlo insieme a lei.
“Che fortuna, le previsioni danno un tempo splendido in questi quattro giorni.”
Ultimi scampoli di vacanze di inizio anno. Si sono recati nella villetta di famiglia di Simone, situata su un alto promontorio in una splendida zona balneare.
“Ho preparato il caffè, scendiamo a fare colazione?”, glielo sussurra all’orecchio continuando ad abbracciarla, poi inizia a mordicchiarglielo piano con le labbra. Nora tira indietro il capo e si adagia sulla sua spalla, socchiude gli occhi e si gode le sue attenzioni. Le mani vanno dietro a frugare in mezzo al tessuto sottile del suo pigiama di cotone, lo trova eccitato e reattivo al suo tocco. Le mani di Simone si infilano sotto la maglia, afferrano il suo seno libero e cominciano a giocare con i suoi capezzoli. Nora si morde il labbro al contatto e gli dice maliziosa: “Credo che il caffè possa aspettare ancora un po’…”
Chiude la finestra e si gira fra le sue braccia, si baciano, si stringono, si toccano. Nora scivola piano su di lui, si sistema in ginocchio ai suoi piedi e abbassa il pantalone. Il cazzo di Simone scatta immediatamente fuori. Nora lo afferra con una mano senza smettere di guardarlo negli occhi, lui risponde al suo sguardo accarezzandole il viso. Lei prende a baciarlo, dalla base fino a su, la sua lingua indugia sulla cappella, Simone non riesce a trattenere un sospiro di piacere che aumenta nel momento in cui Nora glielo prende completamente in bocca. La sua testa si muove ondeggiando, avanti e indietro sul suo cazzo, lo sente pulsare fra le labbra. Con notevole sforzo Simone si ritrae dalla sua bocca e si china per baciarla. Le toglie la maglia e la fa sollevare. La spoglia completamente e la accompagna sul letto, la fa distendere sulla schiena e si tuffa con il volto fra le sue gambe.
“Oh Simo…” Nora gli afferra i capelli e ondeggia il bacino sotto i colpi della sua lingua, si muove sempre più veloce, i suoi movimenti sono caricati dall’orgasmo crescente. Si inarca e gode nella sua bocca, si rilassa mentre sente Simone scivolarle addosso. Si baciano e il sapore di Nora si espande nelle loro bocche, Simone inizia piano a scoparla mentre lei riga la sua schiena con le unghie. La porta si apre all’improvviso e una voce irrompe nella stanza “Simone, caro ma non mi sentivi? Ti stavo cercan… ooooohh!! Oh mio Dio!! Scusatemi.”
Come una saetta una figura femminile sparisce dalla stanza. Nora e Simone si trovano seduti nel letto, come due ragazzini alle prime esperienze colti sul fattaccio.
“Ma… ma chi è?” Nora è frastornata e si arrotola fra le coperte per coprirsi come può.
“Mia madre… scusami, corro giù a tranquillizzarla”, Simone le risponde mentre si veste in tutta fretta e poi esce fuori dalla stanza. Nora prende a rivestirsi e timidamente. Sente il tono agitato della madre di Simone e di rimando la voce di lui che cerca di tranquillizzarla. Le voci si avvicinano insieme ai passi sulle scale.
Nella stanza entra Simone, alle sue spalle si intravede la sagoma della madre.
“Nora, adesso possiamo fare le presentazioni ufficiali, questa è mia madre, Giovanna.” Simone si scosta e con gesto plateale delle braccia lascia entrare sua madre.
“Ciao Nora… ci siamo sentite al telefono qualche volta… di sfuggita… mi dispiace davvero questo tafferuglio… non volevo proprio presentarmi così, sono stata così inopportuna…”
Nora si alza sorridente e le porge la mano.
“Piacere! Non importa, ormai è andata, avremo modo di ridere parecchio in futuro ricordando il nostro primo incontro, no?”
“Ah! Sì, in effetti sì, quando avrò superato l’imbarazzo… ”
Ridono tutti e tre e Nora non può far a meno di osservare quanto siano simili madre e figlio, soprattutto gli occhi, sopratutto il sorriso. Unico figlio di genitori separati, la madre è raramente in città e quella casa è il suo unico appoggio. Con non pochi tira e molla la madre acconsente a rimanere comunque, sentendosi ancora più colpevole per il fatto di non aver letto attentamente il messaggio che Simone le aveva inviato qualche giorno prima per comunicarle che sarebbe stato con Nora nella casa al mare.
Febbraio
Nora: Sai che c’è… ho deciso di salutare tutti i miei fwb…
Ste: Ah… così? Tutti via, di botto?
Nora: Sì… ormai non mi divertono più, non vedo davvero il motivo per cui dovrei continuare.
Ste: Sicura che poi non ti pentirai di questa scelta?
Nora: No, non credo proprio, sono sicura.
Ste: Va bene, allora. Per me va benissimo… ti avrò tutta per me… almeno nel virtuale…
Nora: Sì… Sei contento?
Ste: Mooolto contento tesoro… è una decisione molto saggia e vuol dire che stai crescendo, stai passando di livello… Sono felice di vederti evolvere.
Nora sorride davanti allo schermo e inizia a scrivere un messaggio di commiato. Cerca di essere il più stringata possibile. Alcuni di quei fwb sono solo dei passatempi e sa benissimo di essere la stessa cosa per loro. Altri sono persone alle quali si è ormai affezionata, sono davvero pochi ma non vuole guardarsi indietro, ha voglia di andare avanti. Si sente cambiata e vuole tagliare qualche vecchia cattiva abitudine. Ormai non trae più alcun piacere da questi giochi.
Scrive il testo e blocca i suoi contatti. Elimina le chat. Quel capitolo è ormai chiuso.
[CONTINUA]
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