Amore precoce, amore eterno
di
Tibet
genere
incesti
Ma è un vero incesto?
Esistono amori di un giorno e amori di una vita.
Amori maledetti.
Amori carichi di tenerezza e amori crudeli.
Amori sinceri e amori bugiardi.
Amori caldi e amori tiepidi.
Amori razionali e amori pazzi.
Amori giusti e amori sbagliati.
Mille amori.
Amori, amori, amori..!
E gli amori maledetti... senza speranza, senza futuro.
La sorella è appena tornata a casa dopo il parto, lei, colei che è la protagonista di questa storia è la sorella più giovane, per il momento vive temporaneamente in casa della sorella per assisterla in quelle prime giornate complicate.
La vede allattare, il seno gonfio e i capezzoli turgidi. La goccia di latte che lentamente esce, il piccolo che, ingordo, porta la boccuccia trova il capezzolo e succhia voracemente.
Perché deve sentire un vuoto al ventre mentre assiste? Perché deve tormentarla quella voglia d’avere quella boccuccia che succhia il suo seno di vergine? Il suo seno arido, asciutto, senza latte?
Sa anche che ciò causerebbe la reazione rabbiosa del neonato. Lui vuole succhiare, alimentarsi, il latte è la sua vita.
La sorella esce per delle piccole incombenze, appena sente la porta di casa rinchiudersi prende il piccolo dalla culla, si scopre il seno e glielo offre. Il piccolo cerca il capezzolo turgido, succhia e morde forte con le sue gengive senza denti, poi arrabbiato rifiuta e frigna il suo disappunto.
Lo rimette al capezzolo e mentre il piccolo riprende a succhiare, lei si sente invadere da una sensazione di piacere mai conosciuta prima. E’ come un lentissimo orgasmo, tutto cerebrale.
Poi si copre, copre il bel seno verginale, pieno, sodo e soffice. Rimette il piccolo a dormire nella culla.
Lo guarda adorante.
-Ti adoro… piccolo!-
Da allora, quando le è possibile, in ogni occasione, porge il suo seno al bimbo. Sempre di nascosto dalla madre dato che è un segreto fra lei e il bambino. I giovani sposi le chiedono di sorvegliare il bimbo una sera a settimana, vogliono passare una serata rilassante e lei accetta in cambio di una piccola somma che utilizza per andare in discoteca.
Lei è una ragazza normale, mangia, beve, dorme. Ha amici e simpatie. Si diverte. Non ha grandi aspettative ma ha comunque delle idee chiare sul suo futuro, è razionale, positiva ma ha un piccolo segreto.
Appena i genitori del bimbo lasciano casa, lei prende in braccio il bimbo, esaudisce le sue necessità, lo pulisce, gli cambia il pannolino. Poi… si distende sul letto degli sposi, apre la camicetta e libera il seno, per invogliarlo a succhiare prova di volta in volta a metterci qualcosa che possa allettarlo, dello zucchero, del miele, quindi si posa il bimbo sul petto nudo e gli da il capezzolo. Il piccolo prende gusto e succhia, spinge con il volto contro la mammella, lei si tocca piano, lentamente fra le cosce. Non cerca il godimento, le basta quella carezza prolungata. Non vuole raggiungere il climax ma solo quella sensazione del tutto particolare che prova.
Tutto questo si ripete fino a quando è possibile. Rinuncia senza troppi problemi appena si rende conto che la cosa potrebbe diventare evidente e pericolosa.
Smette e diventa solo una zia affettuosa.
-Ti adoro… piccolo!-
Passano gli anni. Lei ha la sua vita. Ha incrociato vari uomini, ha convissuto con uno di loro e sperato di costruire assieme a questi un progetto di vita, ma non ha funzionato. Lavora ed è mediamente soddisfatta. Rivede spesso il nipote che intanto ha passato la fanciullezza, quindi l’adolescenza e ora è un giovane uomo attraente.
Spesso la famiglia si riunisce in ricorrenze conviviali, come i compleanni o le solite feste come Natale e Pasqua. In una di queste riunioni si trovano soli sul terrazzo della casa in campagna.
-Oggi è san Giovanni… è proprio vero che è il tempo che passa a determinare la morale del momento presente. Lo sapevi che era la notte dedicata ai divertimenti di ogni genere? La notte di San Giovanni. E questo anche nei paesi bacchettoni come poteva essere la Spagna del 1500? A Madrid tutte le carrozze erano impegnate. Le donne, da sole, andavano sulle rive del Manzanarre a caccia…-
-A caccia…?-
-Di avventure amorose… di uomini…-
-E gli uomini…?-
-Gli uomini diventavano selvaggina… prima degli scambi di approcci verbali scherzosi, poi se si raggiungeva il necessario amalgama, gli uomini salivano sulle carrozze…-
-Certe usanze non avrebbero mai dovuto passare di moda…-
-Ho un ricordo che mi torna a volte. E’ nebuloso, strano… a volte più nitido a volte meno. Non so se faccio bene a parlarne, se sbaglio bloccami subito e smetto.-
-Certo… dimmi…-
-Sogno che da bambino mi allattavi tu, che ero attaccato al tuo seno. E questa cosa mi piaceva immensamente. Non ti nascondo che mi procura una eccitazione pazzesca e spesso mi causa delle polluzioni notturne… c’è qualcosa di vero in questo sogno?-
-E se fosse…?-
-Mi piacerebbe che fosse vero, spero sempre che tu mi venga in sogno.-
-Mi piaceva attaccarti al mio seno. Non avevo latte naturalmente e tu dopo un po’ mi rifiutavi. Ma quell’attimo che succhiavi? Che mi mordevi rabbioso il capezzolo? Mi davi un piacere infinito.-
-Davvero?-
-Non so esattamente se hai una ragazza ora, adesso…-
-No… non ne ho, ma in ogni caso vanno e vengono, sono figure che passano come ombre in una specie di chiaroscuro. Torniamo, ti prego, al fatto del mio succhiare, di cosa godevi? Era simile al mio godimento?-
-Non conosco il tuo… il mio era molto cerebrale. Rimaneva confinato nel mio cervello…-
-Il mio credo fosse sessuale anche se prematuro. Anche ora a pensarci mi eccito…-
-Eccitato lo eri, il tuo piccolo attributo… sai di cosa parlo, diventava rigido ma forse era perché appena dopo facevi pipì e inondavi il pannolino…-
-Io ero nudo? E tu?-
-Non completamente, né io né tu. Io denudavo solo il petto.-
-Quando finì la cosa?-
-Quando diventò pericoloso, per te e per me. Non volevo che ti restasse ricordo cosciente di questo, ma evidentemente sbagliavo, dato che rammenti e anche bene.-
-Ti mancò quando smettesti?-
-Si…-
-E se lo rifacessimo? Ora…? Siamo adulti…-
-Rifarlo?-
-Si… voglio attaccarmi al tuo seno e succhiare. Voglio vivere il mio sogno.-
-E poi…?-
-E poi…? Tutto e nulla…-
-Vieni…-
Lo prende per mano e lo conduce nella sua camera.
-Stai fermo… ora mi spoglio e poi spoglio te. Tu non mi toccare, fai esattamente quanto ti dico, non rompere l’incantesimo, il mio desiderio è delicatissimo, basta un fiato, una parola e svanisce...-
Si spoglia lentamente, si denuda. Il seno è ancora giovanile, le forme del corpo sono piene ma aggraziate. Si avvicina al giovane, gli apre la camicia, la toglie. Slaccia la cinta e apre la zip, lascia che i pantaloni cadano a terra. Glieli leva, come fa con le scarpe e i calzini.
Sono ambedue nudi.
Lei si stende sul letto. Lo invita a stendersi accanto a lei.
-Ora succhiami… toccami solo il seno. Succhia, bacia, mordi. Strizzami forte i capezzoli, non farti riguardi, non importa se mi farai male, ma non mi toccare altro. Se ci limitiamo a questo ci salviamo dall’inferno, dal rimorso che ho paura di conoscere.-
Lui si attacca con la bocca e con l’altra mano palpa e strizza, sono dure le coppe e i capezzoli turgidi. Passa da uno all’altro ripetutamente, alza un attimo il viso…
-Non so se riesco a trattenermi… non mi basta…-
-Masturbati… mentre mi mordi i capezzoli, se vuoi puoi godere, puoi venire dove vuoi… sul ventre o sul seno. Ma non avrai altro. Non voglio praticare l’incesto con te. Sporcherebbe tutto… tutta l’idea che mi sono fatta in quegli anni…-
-E tu…?-
-Quello che posso darti è questo…-
-Non puoi toccarti? Condividere almeno il mio orgasmo? Venire assieme a me?-
-Lo vuoi…?-
-Si… si… ti prego…!-
-Non mi toccherò lì… mi limiterò ad accarezzarmi, ma ti assicuro che godrò mentalmente quanto e forse di più che se mi toccassi… più che in un rapporto completo…-
Lui prende a masturbarsi con forza, veloce, la sua mano copre e scopre il glande reso paonazzo dalla congestione sanguigna.
Stacca la bocca dal seno…
-Verrai con me? Assieme…?-
-Mordimi forte il capezzolo… forte… forte… a me manca poco… sta riempiendo il mio cervello e tra poco scoppia in un fuoco d’artificio.-
La mano di lui si muove frenetica. Vuole raggiungere l’orgasmo.
-Oraaaaa…!-
Grida lui.
Lui non stacca la bocca ma ha modo di appoggiare la proprio verga sul ventre di lei ed è lì che viene con dei lunghi getti di sperma calda che coprono quella parte del corpo di lei.
Il loro piacere si confonde. Ora sono stesi uno accanto all’altra e riprendono fiato.
-Ti amo…-
Dice lei.
-Ti amo…-
Risponde lui.
Passa ancora del tempo. Questi episodi si ripetono, ma senza una scadenza fissa, accadono quando trovano il modo e l’occasione, ma non li programmano.
Avvengono e basta.
Ora, a distanza di tempo, sono nuovamente avvinti nel loro particolare abbraccio. Godono, poi parlano.
I loro corpi mostrano il passare del tempo. Il seno di lei non è più così rigoglioso, prepotente e con i capezzoli rivolti al cielo, i due globi appoggiano invece pesanti sullo sterno. Gli anni sono passati anche per lui. Rughe e capelli lo dimostrano. Ma l’attrazione reciproca non è mai sfumata, è sempre presente.
-Abbiamo fatto bene a rinunciare all’atto completo? A quanto potevamo avere e non abbiamo avuto? Dopo tutti questi anni mi vengono tanti di quei rimpianti…-
-Io non ho mai avuto dubbi. Non volevo l’atto completo, non con te. Da te volevo solo la tua bocca al mio seno. Il fatto di masturbarti mentre succhiavi è stata una necessità, non potevamo lasciar montare il tuo desiderio senza soddisfarlo. Non rimpiango di non aver mai toccato il tuo pene, né di non aver mai baciato la tua bocca o che tu non mi abbia mai penetrata, non lo rimpiango. Ho mantenuto la cosa nei limiti che mi ero imposta. Non è un vero incesto. E poi? Tu hai moglie e figli. Una vita anche oltre i nostri incontri. Tu ami anche lei.-
-Si… ma ciò non toglie che mi manca tutto. E che quanto dici è quantomeno leggermente illogico. Ma così è stato stabilito, ho accettato e così proseguirà.-
-E’ scritto che non poteva essere diversamente, perché pensarci ora? Io sono nel crepuscolo della vita, viviamo il momento.-
- E’ come dici tu, fino alla fine. Ti amo.-
-Ti amo… anch’io. Da sempre e per sempre.-
-Si… per sempre…-
Amori, amori… amori, quanti amori.
Amori diversi. Amori strani.
Amori che non finiscono mai.
Tibet
(da sempretibet blog)
Esistono amori di un giorno e amori di una vita.
Amori maledetti.
Amori carichi di tenerezza e amori crudeli.
Amori sinceri e amori bugiardi.
Amori caldi e amori tiepidi.
Amori razionali e amori pazzi.
Amori giusti e amori sbagliati.
Mille amori.
Amori, amori, amori..!
E gli amori maledetti... senza speranza, senza futuro.
La sorella è appena tornata a casa dopo il parto, lei, colei che è la protagonista di questa storia è la sorella più giovane, per il momento vive temporaneamente in casa della sorella per assisterla in quelle prime giornate complicate.
La vede allattare, il seno gonfio e i capezzoli turgidi. La goccia di latte che lentamente esce, il piccolo che, ingordo, porta la boccuccia trova il capezzolo e succhia voracemente.
Perché deve sentire un vuoto al ventre mentre assiste? Perché deve tormentarla quella voglia d’avere quella boccuccia che succhia il suo seno di vergine? Il suo seno arido, asciutto, senza latte?
Sa anche che ciò causerebbe la reazione rabbiosa del neonato. Lui vuole succhiare, alimentarsi, il latte è la sua vita.
La sorella esce per delle piccole incombenze, appena sente la porta di casa rinchiudersi prende il piccolo dalla culla, si scopre il seno e glielo offre. Il piccolo cerca il capezzolo turgido, succhia e morde forte con le sue gengive senza denti, poi arrabbiato rifiuta e frigna il suo disappunto.
Lo rimette al capezzolo e mentre il piccolo riprende a succhiare, lei si sente invadere da una sensazione di piacere mai conosciuta prima. E’ come un lentissimo orgasmo, tutto cerebrale.
Poi si copre, copre il bel seno verginale, pieno, sodo e soffice. Rimette il piccolo a dormire nella culla.
Lo guarda adorante.
-Ti adoro… piccolo!-
Da allora, quando le è possibile, in ogni occasione, porge il suo seno al bimbo. Sempre di nascosto dalla madre dato che è un segreto fra lei e il bambino. I giovani sposi le chiedono di sorvegliare il bimbo una sera a settimana, vogliono passare una serata rilassante e lei accetta in cambio di una piccola somma che utilizza per andare in discoteca.
Lei è una ragazza normale, mangia, beve, dorme. Ha amici e simpatie. Si diverte. Non ha grandi aspettative ma ha comunque delle idee chiare sul suo futuro, è razionale, positiva ma ha un piccolo segreto.
Appena i genitori del bimbo lasciano casa, lei prende in braccio il bimbo, esaudisce le sue necessità, lo pulisce, gli cambia il pannolino. Poi… si distende sul letto degli sposi, apre la camicetta e libera il seno, per invogliarlo a succhiare prova di volta in volta a metterci qualcosa che possa allettarlo, dello zucchero, del miele, quindi si posa il bimbo sul petto nudo e gli da il capezzolo. Il piccolo prende gusto e succhia, spinge con il volto contro la mammella, lei si tocca piano, lentamente fra le cosce. Non cerca il godimento, le basta quella carezza prolungata. Non vuole raggiungere il climax ma solo quella sensazione del tutto particolare che prova.
Tutto questo si ripete fino a quando è possibile. Rinuncia senza troppi problemi appena si rende conto che la cosa potrebbe diventare evidente e pericolosa.
Smette e diventa solo una zia affettuosa.
-Ti adoro… piccolo!-
Passano gli anni. Lei ha la sua vita. Ha incrociato vari uomini, ha convissuto con uno di loro e sperato di costruire assieme a questi un progetto di vita, ma non ha funzionato. Lavora ed è mediamente soddisfatta. Rivede spesso il nipote che intanto ha passato la fanciullezza, quindi l’adolescenza e ora è un giovane uomo attraente.
Spesso la famiglia si riunisce in ricorrenze conviviali, come i compleanni o le solite feste come Natale e Pasqua. In una di queste riunioni si trovano soli sul terrazzo della casa in campagna.
-Oggi è san Giovanni… è proprio vero che è il tempo che passa a determinare la morale del momento presente. Lo sapevi che era la notte dedicata ai divertimenti di ogni genere? La notte di San Giovanni. E questo anche nei paesi bacchettoni come poteva essere la Spagna del 1500? A Madrid tutte le carrozze erano impegnate. Le donne, da sole, andavano sulle rive del Manzanarre a caccia…-
-A caccia…?-
-Di avventure amorose… di uomini…-
-E gli uomini…?-
-Gli uomini diventavano selvaggina… prima degli scambi di approcci verbali scherzosi, poi se si raggiungeva il necessario amalgama, gli uomini salivano sulle carrozze…-
-Certe usanze non avrebbero mai dovuto passare di moda…-
-Ho un ricordo che mi torna a volte. E’ nebuloso, strano… a volte più nitido a volte meno. Non so se faccio bene a parlarne, se sbaglio bloccami subito e smetto.-
-Certo… dimmi…-
-Sogno che da bambino mi allattavi tu, che ero attaccato al tuo seno. E questa cosa mi piaceva immensamente. Non ti nascondo che mi procura una eccitazione pazzesca e spesso mi causa delle polluzioni notturne… c’è qualcosa di vero in questo sogno?-
-E se fosse…?-
-Mi piacerebbe che fosse vero, spero sempre che tu mi venga in sogno.-
-Mi piaceva attaccarti al mio seno. Non avevo latte naturalmente e tu dopo un po’ mi rifiutavi. Ma quell’attimo che succhiavi? Che mi mordevi rabbioso il capezzolo? Mi davi un piacere infinito.-
-Davvero?-
-Non so esattamente se hai una ragazza ora, adesso…-
-No… non ne ho, ma in ogni caso vanno e vengono, sono figure che passano come ombre in una specie di chiaroscuro. Torniamo, ti prego, al fatto del mio succhiare, di cosa godevi? Era simile al mio godimento?-
-Non conosco il tuo… il mio era molto cerebrale. Rimaneva confinato nel mio cervello…-
-Il mio credo fosse sessuale anche se prematuro. Anche ora a pensarci mi eccito…-
-Eccitato lo eri, il tuo piccolo attributo… sai di cosa parlo, diventava rigido ma forse era perché appena dopo facevi pipì e inondavi il pannolino…-
-Io ero nudo? E tu?-
-Non completamente, né io né tu. Io denudavo solo il petto.-
-Quando finì la cosa?-
-Quando diventò pericoloso, per te e per me. Non volevo che ti restasse ricordo cosciente di questo, ma evidentemente sbagliavo, dato che rammenti e anche bene.-
-Ti mancò quando smettesti?-
-Si…-
-E se lo rifacessimo? Ora…? Siamo adulti…-
-Rifarlo?-
-Si… voglio attaccarmi al tuo seno e succhiare. Voglio vivere il mio sogno.-
-E poi…?-
-E poi…? Tutto e nulla…-
-Vieni…-
Lo prende per mano e lo conduce nella sua camera.
-Stai fermo… ora mi spoglio e poi spoglio te. Tu non mi toccare, fai esattamente quanto ti dico, non rompere l’incantesimo, il mio desiderio è delicatissimo, basta un fiato, una parola e svanisce...-
Si spoglia lentamente, si denuda. Il seno è ancora giovanile, le forme del corpo sono piene ma aggraziate. Si avvicina al giovane, gli apre la camicia, la toglie. Slaccia la cinta e apre la zip, lascia che i pantaloni cadano a terra. Glieli leva, come fa con le scarpe e i calzini.
Sono ambedue nudi.
Lei si stende sul letto. Lo invita a stendersi accanto a lei.
-Ora succhiami… toccami solo il seno. Succhia, bacia, mordi. Strizzami forte i capezzoli, non farti riguardi, non importa se mi farai male, ma non mi toccare altro. Se ci limitiamo a questo ci salviamo dall’inferno, dal rimorso che ho paura di conoscere.-
Lui si attacca con la bocca e con l’altra mano palpa e strizza, sono dure le coppe e i capezzoli turgidi. Passa da uno all’altro ripetutamente, alza un attimo il viso…
-Non so se riesco a trattenermi… non mi basta…-
-Masturbati… mentre mi mordi i capezzoli, se vuoi puoi godere, puoi venire dove vuoi… sul ventre o sul seno. Ma non avrai altro. Non voglio praticare l’incesto con te. Sporcherebbe tutto… tutta l’idea che mi sono fatta in quegli anni…-
-E tu…?-
-Quello che posso darti è questo…-
-Non puoi toccarti? Condividere almeno il mio orgasmo? Venire assieme a me?-
-Lo vuoi…?-
-Si… si… ti prego…!-
-Non mi toccherò lì… mi limiterò ad accarezzarmi, ma ti assicuro che godrò mentalmente quanto e forse di più che se mi toccassi… più che in un rapporto completo…-
Lui prende a masturbarsi con forza, veloce, la sua mano copre e scopre il glande reso paonazzo dalla congestione sanguigna.
Stacca la bocca dal seno…
-Verrai con me? Assieme…?-
-Mordimi forte il capezzolo… forte… forte… a me manca poco… sta riempiendo il mio cervello e tra poco scoppia in un fuoco d’artificio.-
La mano di lui si muove frenetica. Vuole raggiungere l’orgasmo.
-Oraaaaa…!-
Grida lui.
Lui non stacca la bocca ma ha modo di appoggiare la proprio verga sul ventre di lei ed è lì che viene con dei lunghi getti di sperma calda che coprono quella parte del corpo di lei.
Il loro piacere si confonde. Ora sono stesi uno accanto all’altra e riprendono fiato.
-Ti amo…-
Dice lei.
-Ti amo…-
Risponde lui.
Passa ancora del tempo. Questi episodi si ripetono, ma senza una scadenza fissa, accadono quando trovano il modo e l’occasione, ma non li programmano.
Avvengono e basta.
Ora, a distanza di tempo, sono nuovamente avvinti nel loro particolare abbraccio. Godono, poi parlano.
I loro corpi mostrano il passare del tempo. Il seno di lei non è più così rigoglioso, prepotente e con i capezzoli rivolti al cielo, i due globi appoggiano invece pesanti sullo sterno. Gli anni sono passati anche per lui. Rughe e capelli lo dimostrano. Ma l’attrazione reciproca non è mai sfumata, è sempre presente.
-Abbiamo fatto bene a rinunciare all’atto completo? A quanto potevamo avere e non abbiamo avuto? Dopo tutti questi anni mi vengono tanti di quei rimpianti…-
-Io non ho mai avuto dubbi. Non volevo l’atto completo, non con te. Da te volevo solo la tua bocca al mio seno. Il fatto di masturbarti mentre succhiavi è stata una necessità, non potevamo lasciar montare il tuo desiderio senza soddisfarlo. Non rimpiango di non aver mai toccato il tuo pene, né di non aver mai baciato la tua bocca o che tu non mi abbia mai penetrata, non lo rimpiango. Ho mantenuto la cosa nei limiti che mi ero imposta. Non è un vero incesto. E poi? Tu hai moglie e figli. Una vita anche oltre i nostri incontri. Tu ami anche lei.-
-Si… ma ciò non toglie che mi manca tutto. E che quanto dici è quantomeno leggermente illogico. Ma così è stato stabilito, ho accettato e così proseguirà.-
-E’ scritto che non poteva essere diversamente, perché pensarci ora? Io sono nel crepuscolo della vita, viviamo il momento.-
- E’ come dici tu, fino alla fine. Ti amo.-
-Ti amo… anch’io. Da sempre e per sempre.-
-Si… per sempre…-
Amori, amori… amori, quanti amori.
Amori diversi. Amori strani.
Amori che non finiscono mai.
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