La lunga mano dello zio
di
Mitana
genere
tradimenti
Se sono riuscito a tirare fuori la parte femminile in me è tutto merito di mia madre che ho sentito dire spesso che avrebbe voluto una femminuccia al posto mio. Negli ultimi tempi mi sono sovente vestito da donna ed ho provato un'eccitazione notevole quando l'amante del momento mi parla al femminile arrivando persino a cambiarmi il nome. Non più di una settimana fa sono stato posseduto davanti ad uno specchio in perfetta tenuta da puttana da marciapiede. Mi sono talmente immedesimato nella parte che quando senza toccarmi ho goduto guardando il cazzo mi sono reso conto che per qualche minuto mi ero dimenticato di possederlo. Già da bambino preferivo le compagnie femminili ed amavo giocare con bamboline e casette in miniatura. Mamma si era accorta della mia tendenza verso il mondo femminile e quando scopri che le portavo via degli amanti cominciò ad odiarmi. Un odio reciproco peraltro. Cosi quando le dissi che avrei sposato Carmelina, una ragazza di un paese vicino, tirò un sospiro di sollievo ed acconsenti benchè avessi appena vent'anni. Più contento di tutti fu lo zio Ettore al quale confidai che avevo trovato la ragazza già aperta e con un discreto bagaglio malgrado avesse appena sedici anni. Non seppi dirgli di no quando mi chiese di fargliela conoscere in modo biblico. Avevo ancora il suo cazzo nel culo dopo avermi annaffiato quando mi chiese conferma che non mi sarei ingelosito se le avesse fatta la corte. Carmelina era un tipo sornione, di poche parole e con la fantasia vivace. Mi aveva confessato che a deflorarla era stato un suo zio ma sapeva che le avevo creduto solo per farla contenta. D'altronde non mi interessava più di tanto anche perchè durante i rapporti sessuali continuava a chiamarmi Mario che era il nome del suo ultimo fidanzato che certamente incontrava ancora. Prima di portarla in casa le parlai di mia madre e dei suoi amanti tacendo però, e qui sbagliai, delle mie relazioni con alcuni di essi. Feci un grande errore a non confessare alla futura moglie le mie tendenze omosessuali ed alla fine ne pagai le conseguenze. Stabilita la data delle nozze trascorsi l'addio al celibato nella cascina di campagna collo zio al quale assicurai ancora una volta che avrei accettato passivamente un'eventuale sua relazione con mia moglie. D'altronde li avevo fatti incontrare ed un giorno chre siamo andati a fare una gita al fiume ha potuto ammirarla interamente nuda dietro le foglie di una betulla. Carmelina da parte sua, senza che le suggerissi nulla, non aveva occhi che per il costume gonfio di mio zio che sapeva essere amante di mia madre. La sua era pura curiosità femminile. Più di una volta vidi la mano dello zio appoggiata sulla coscia nuda della ragazza che accettava passivamente la carezza senza sottrarsi. Non osavo pregare apertamente la mia non ancora moglie di accettare le avances dello zio ma le avevo però già confessato che quando nei momenti intimi mi chiamava Mario, il nome del suo vecchio fidanzato, mi eccitava molto. A dire il vero lo zio Ettore pur essendo molto più grande di noi aveva il suo fascino, rude autoritario sensuale con delle labbra carnose che incuriosiva le donne e le folte ciglia scure che davano un alone di mistero al suo sguardo quando per un paio di volte baciò l'incavo del collo Carmelina non si sottrasse e mi parve gradire. Divennero molto amici e spesso li vidi parlarsi a voce bassa come per tenermi fuori dalla loro intimità. In quel periodo un mio lontano parente mi aveva raccomandato per un posto nell'ufficio postale ma siccome il prezzo che mi chiedeva era per me eccessivo decisi qualche mese dopo che mi ero sposato di emigrare per cercare fortuna altrove. Mia madre ci aveva ceduto il suo letto matrimoniale ed incontrava i suoi amanti in quella che era stata la mia cameretta da celibe. Per un paio di mesi feci fatica a corrispondere con mia moglie a causa della lingua straniera e di un errato indirizzo che avevo trasmesso per cui quando andai a cercarla per portarla con me ne scoprii di belle. Già qualche settimana dopo che ero partito lo zio era venuto in casa a chiedere mie notizie e profittando del fatto di aver trovato mia moglie da sola l'aveva abbracciata e stringendola a se le aveva chiesto come mai un marito possa lasciare da sola una femmina cosi bella e calda come lei. Carmelina si era allontanata ed era rimasta sconcertata perchè aveva sentito la voglia dello zio crescere ed indurirsi. Lo zio andava a trovarla ed anche in presenza di mia madre faceva complimenti a volte troppo spinti alla mia giovane moglie. Carmelina mi confessò che proprio mia madre non faceva altro che vantare le qualità amatorie dello zio come se volesse che lo condividesse assieme a lei, quasi che le offrisse di dividerselo tra loro come un pezzo di formaggio. Immagino che era un modo di vendicarsi nei miei confronti. La prova era il fatto che spesso mamma la lasciava sola collo zio in casa e con una scusa si allontanava per ore. Dopo qualche mese ancora non ero riuscito a comunicare e mia moglie ebbe il dubbio che mi fossi dimenticato di lei. La giovane età, il sangue in subbuglio, il timore di un tradimento da parte mia, la vicinanza di un uomo che per quanto più grande le mostrava interesse e desiderio fece si che si ritrovò la lingua dello zio a frugarle tra le cosce mentre il suo pensiero era per me. In fondo ero stato io a spingerla ad accettare le profferte di un altro uomo perchè un giorno che l'avevo portata a Capri, prima di sposarla, l'avevo indotta a mostrarsi ad un giovane sconosciuto che guardandole la fica nuda si masturbava su uno scoglio difronte a lei mentre io sguazzavo nell'acqua alla ricerca di scorfani e triglie. Le avevo assicurato che non ero geloso e che non mi sarei offeso per un eventuale tradimento sempre che amasse solo me. La sera che mi confidò del tradimento collo zio la presi per ore e per tutta la notte le dimostrai quanto mi facesse piacere saperla tra le braccia di un altro. Prima di portarla con me all'estero facemmo una gita a Paestum e dopo averla incitata e quasi obbligata a tradirmi appena mi allontanai un momento volle mettermi alla prova cosi che quando tornai dove l'avevo lasciata in compagnia di un tale che ci aveva avvicinati sulla spiaggia la trovai col capo appoggiato su un tronco che la corrente aveva lasciato sulla spiaggia con l'uomo che la sovrastava mentre le affondava in fica il cazzo sconosciuto. Restai impietrito per la piacevole sorpresa e fu praticamente il battesimo al mio essere cornuto. Ed in effetti mi accorsi che ero un predestinato ad essere cornuto e di quanto mi eccitasse esserlo. Dopo quella volta furono tanti i suoi tradimenti e tante le mie godute che però per un destino beffardo, ma sicuramente per colpa mia, furono destinati a finire mio malgrado.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Intime carezzeracconto sucessivo
Graffiti
Commenti dei lettori al racconto erotico