Il Maschio Alpha
di
Patrizia V.
genere
etero
Quando Eva e io siamo finalmente sazie (almeno per il momento) e riusciamo a staccarci una dall’altra per raggiungere il soggiorno, Astrid è riuscita a buttare fuori i quattro cazzi ormai mosci e inutili e Giulia sta preparando il nescafè.
Chiacchieriamo contente intorno al tavolo: siamo tutte in desabillé, chi con una canotta chi con una maglietta, e nessuna ha sentito il bisogno di rimettersi le mutandine… Ormai siamo abbastanza affiatate fra noi e c’è abbastanza intimità da evitare inutili formalità (visto che il riscaldamento funziona perfettamente).
Giulia è in vena di raccontarci la sua prima vera esperienza interrazziale, mentre Astrid ammette che quella è stata la sua prima volta con tre cazzi alla volta. Io ammetto che nessuno dei quattro mi ha impressionata troppo: forse il mio preferito era il giavanese (come cazzo si chiamava?), anche se il nero ce l’aveva più grosso, ma alla fine sono riuscita a godere davvero solatanto con Eva.
Eva mi dà una gomitata, rimarcando che sono stata una bella stronza a tenerla sui carboni ardenti così a lungo, e io gongolo per essere riuscita a darle una lezione… Magari la prossima volta ci penserà, prima di cercare di ingelosirmi!
Squilla il telefonino di Astrid, che risponde e si produce in una raffica di suoni gutturali e raschianti che da quelle parti chiamano “olandese”.
Vedo Eva che s’irrigidisce, e mi chiedo cosa mai possa essere successo, visto che invece Astrid appare tutta contenta…
Okay, adesso capisco. Il fratello di Astrid, saputo che siamo da lei, ha deciso di approfittare delle vacanze di Natale per passare a trovarci tutte e quattro.
Provo un brivido: Alex è uno dei pochi maschi al mondo capaci di farmi scaldare la fica solo a pensare a lui… E Eva lo sa benissimo.
In fondo si tratta di suo padre, e anche se con lui ha sempre avuto un rapporto difficile dovrebbe essere contenta di vederlo; però il fatto che a me piaccia per lei è un problema.
Ho scopato dozzine di uomini da quando ci siamo messe insieme, e la cosa a lei non ha mai dato il minimo fastidio, anzi… Ma Alex è l’unico uomo al mondo che lei non vuole io abbia, nemmeno una volta. Infatti a me è rimasta la curiosità, e proprio in quanto rappresenta un frutto proibito mi attizza ancora di più.
Ancora una volta, Eva lo sa benissimo, ed è già in pieno allerta.
Me lo dice in italiano per non far capire a Astrid, e siccome è su di giri le scappa anche un forte accento veneto: - Datti una calmata e fatti sgonfiare i capezzoli, troia. E’ fuori questione, chiaro?
Astrid inarca appena le sopracciglia, ma Giulia ha capito benissimo. Lei Alex non lo ha mai incontrato, ma l’evidente scatto di gelosia da parte di Eva l’ha già messa in allarme.
Avete presente il classico biondone nordico, alto, sportivo, spalle larghe, occhi azzurri e sguardo penetrante, e che spesso si dimostra un pallone gonfiato? Beh, Alex è più o meno così, solo che non è affatto un pallone gonfiato, è simpaticissimo e guadagna bene come ingegnere alla Phillips di Eindhoven, poco a sud di Rotterdam. Non a caso, ha fatto una figlia fantastica come Eva.
Insomma, uno sciupafemmine nel suo pieno diritto. Astrid è innamorata da sempre di suo fratello, e questo le ha condizionato la vita: non trovando in giro nessuno che valesse quanto lui, è diventata la mezza lesbica frustrata che è oggi. La mamma di Eva non è riuscita a tenerselo ed è stata (secondo me a ragione) piantata in asso quando ha cominciato a perdere colpi, e Eva è perfettamente consapevole del tremendo sex-appeal di suo padre. Non mi ha mai confssato desideri torbidi su di lui (potrebbe: in fondo io scopo regolarmente mia figlia e lei lo sa benissimo), però è un fatto che il Fabio – l’amante maturo con cui si era messa ancora adolescente e con cui stava quando ci siamo conosciute – era una specie di copia italiana di Alex, con qualche anno e molti soldi di più.
Complesso di Elettra?
Sicuramente c’era qualcosa, vista l’improvvisa gelosia della mia ragazza nei confronti del padre.
Insomma: se voglio farmi Alex, devo stare attenta a non farmi beccare da Eva, o saranno dolori.
***
A sud dei Grandi Fiumi (il Reno e la Mosa, che gli olandesi chiamano Waal e Maas e che dividono il pease in due) gli olandesi sono diversi dal resto dei Paesi Bassi: sono in maggioranza cattolici invece che calvinisti o atei, hanno un passato di contadini più che di pastori o marinai, e tifano per il PSV piuttosto che per l’Ajax o il Fejenoord. Fra le altre cose, preferiscono la macchina alla bicicletta.
Alex arriva in serata, parcheggia in culo al mondo e ci raggiunge a casa dopo una bella corsa sotto la pioggia.
Astrid gli salta al collo felice appena mette piede in casa, senza neanche lasciargli sfilare il giaccone grondante d’acqua, e s’inzuppa tutta il vestitino che indossa (un po’ troppo provocante da esibire al proprio fratello, se chiedete a me).
Eva gli lascia sfilare le scarpe, poi lo abbraccia anche lei: un po’ guardinga, ma chiaramente affezionata.
Poi tocca a me. Sì, naturale che si ricorda di me: sono la bella compagna di sua figlia… Cazzo, oltre al resto, ha anche stile! Una rarità, nel suo paese.
Mi sciolgo tutta stringendogli la mano, e provo un brivido lungo la spina dorsale.
Ho addosso i jeans di pelle e una t-shirt colorata abbastanza blusante, ma i capezzoli mi si induriscono di colpo al semplice contatto con la sua mano e Eva se ne accorge immediatamente.
Mi becco una gomitata nel fianco che mi mozza il fiato, e lei mi sibila perentoria: - Non pensarci nemmeno!
Non è colpa mia se le mie punte sono così sensibili…
Giulia incontra Alex per la prima volta e s’illumina tutta: evidentemente non glie lo avevo descritto abbastanza bene, e per lei è una sorpresa trovarsi davanti un quarantacinquenne così in splendida forma. Non mi capita spesso vedere mia figlia guardare un uomo con gli occhi da pesce lesso, ma Alex è davvero un caso a parte.
Lui deve essere piuttosto abituato all’effetto che fa alle donne, perché non mi sembra particolarmente turbato, anche se tutte e quattro, anche se in maniera diversa, siamo chiaramente turbate dalla sua presenza.
Deliziosamente turbate…
Finiamo in soggiorno a chiacchierare, e naturalmente diventa subito una gara fra noi quattro oche a cercare di catturare l’attenzione del maschio alfa seduto in mezzo a noi. Accidenti, non importa quanto una donna sia liberata e sicura di sé: in presenza di uno come Alex, perdiamo tutto il rispetto di noi stesse e ci svacchiamo senza vergogna.
Non è questione di cervello: sono gli ormoni.
Sono del tutto consapevole di rendermi ridicola nel tentativo di farmi notare da lui in mezzo alle altre, ma non posso farne a meno: semplicemente, io voglio quel maschio con tutta me stessa, e a dispetto di quello che possano pensarne le altre.
Devo combattere per farmi vedere in mezzo a sua figlia e a sua sorella, che fra l’altro parlano la sua lingua, mentre io sono solo una conoscente, e per di più straniera. Inoltre sono perfetamente consapevole che le altre sono tutte fisicamente più attraenti di me; però io ho un vantaggio: a conti fatti, io dovrei essere la sua partner ideale nel gruppo, visto che abbiamo quasi la stessa età e non siamo consanguinei.
Vabbè, sono anche la compagna di sua figlia, il che implica comunque una bella trasgressione, ma nessuno è perfetto…
Astrid sembra essersi proprio dimenticata di considerarsi lesbica: è completamente in balia del bel fratellone, con gli occhi sognanti e pieni di stelle mentre lui le racconta del suo lavoro.
Eva non sembra sessualmente stregata, ma è tesa come una corda di violino: fra me e la zietta, non sa chi tenere d’occhio. Evidentemente per lei è importante che nessuna di noi due attraversi la linea rossa che lei stessa ha tracciato: suo papà non si tocca!
Eva, io ti amo… Ma tuo padre è un boccone troppo succulento per lasciarmelo passare davanti anche questa volta senza assaggiarlo!
Perfino la Giulia è chiaramente attratta… Lei non si è mai dichiarata lesbica, anche se le piace giocare, e i maschi le piacciono un po’ tutti. Figuriamoci questo magnifico esemplare di Alfa!
Mi rilasso: so benissimo che Alex è perfettamente capace di resistere alle lusinghe dell’incesto. In tutti quegli anni, non si è mai lasciato tentare da quello splendido bocconcino che è sua sorella, e non ho alcun motivo di pensare che guardi la figlia con affetto che non sia paterno… Quindi è solo questione di aspettare l’occasione giusta: prima o poi lo stringerò fra le cosce.
Zuppa, birra, pane e formaggio… Vuoi non uscire per un’altra birra?
Eva è sempre al mio fianco, come una perfetta compagna amorevole e guardinga… Non c’è verso di eludere la sua stretta sorveglianza.
Appena ha un momento sola con me, me lo ribadisce perentoria: per me, suo padre è off-limits. Punto.
Accidenti, dovrò davvero stare attenta a non farmi beccare… Il gioco si fa davvero interessante. E la posta in gioco mi appare sempre più intrigante.
Voglio Alex.
Voglio accoppiarmi con lui. Voglio il suo cazzo dentro di me… Voglio il suo seme nel mio corpo, dappertutto.
Ho incrociato il suo sguardo, e so di piacergli. Lui sa che ci sto.
E’ solo questione di tempo…
Io so essere paziente; sì, se proprio devo…
Eva non mi ha lasciata sola per un momento durante la serata in birreria: abbiamo fatto coppia fissa come due fidanzatine, e Alex ha passato tutto il tempo a chiacchierare con Astrid e con la Giulia, che ne approfitta per migiorare il suo inglese.
Tornati a casa tutti intirizziti, mi viene l’idea geniale di proporre una partita a strip poker. In fondo siamo tutti adulti e piacenti, no?
Eva mi guarda con occhi di fuoco, ma Astrid e Giulia sono entusiaste.
Okay, lo ammetto: pensavo istintivamente di mandare Giulia a dormire, così eravamo in quattro, ma scopro che lei ha imparato a giocare a carte in collegio e non ne vuole sapere di essere lasciata fuori.
Bene: ci sediamo così come siamo, con una tazza di the bollente davanti a ciascuno, e Alex da le carte…
Non è divertente. Vince sempre lui.
La prima a finire in mutande è Astrid, chiaramente negata. Eva e io annaspiamo per tenere almeno la maglietta, quando jeans e calze sono finiti sul pavimento da un pezzo. Giulia invece resiste tenacemente: si è sfilata solo i calzettoni, quando finalmente riesce a far togliere la camicia ad Alex.
Glie ne sono davvero grata: il mio bel maschio alfa ha dei pettorali da urlo, e una splendida tartaruga sull’addome, che mi fa venire l’acquolina in bocca… Chissà cosa c’è più in basso?
Le mutandine di Astrid finiscono sotto il tavolo assieme alla maglietta di Eva.
La birra ha sostituito il the, così l’imbarazzo è tutto sommato contenuto e la timidissima padrona di casa sfoggia la sua bella fica davanti al fratello senza nessun pudore. Lui getta uno sguardo, sorride, e riprende la sua faccia da poker.
Le tette al vento della figlia, chiaramente, non gli fanno troppo effetto…
Le mie attirano un’occhiata di approvazione, quando anche la mia t-shirt raggiunge le altre sul pavimento… Ci credo, a forza di guardare i pettorali di Alex ho i capezzoli duri come pallottole!
Eva mi tira un calcio da sotto il tavolo; per fortuna ha i piedi nudi.
Ce la metto tutta: voglio davvero strappare i pantaloni ad Alex, e ho delle buone carte. Erano secoli che non vedevo un Full di Re…
…Ma lui ha una Scala Reale.
Incredibile.
Scalcio via le mutandine, mostrando con orgoglio il mio bel pelo biondo, folto e scarmigliato, e mi consolo con lo sguardo di approvazione di Alex. Però quando mi risiedo, Eva mi scalcia di nuovo e questa volta si fa male contro la sedia.
E’ rimasta solo la Giulia a fronteggiare Alex: lei è la nostra ultima speranza di far abbassare i pantaloni al maschio dei nostri sogni…
Niente da fare.
Anche la Giulia finisce con la passera al vento, e i jeans di Alex sono saldamente chiusi intorno alla sua vita, a racchiudere quello che ormai è un pacco piuttosto vistoso.
Alex ci ringrazia della partita, si riempie gli occhi delle grazie delle quattro femmine nude che ha davanti e che si sono spogliate volontariamente per lui senza averne niente in cambio, e suggerisce che è ora di andare a dormire.
In effetti sono le due.
Viene al pettine il nodo di come distribuirsi per la notte: Alex ci spiazza subito tutte, dicendosi pronto a dormire sul divano. Eva mi branca il braccio tirandomi verso la camera degli ospiti, e la Giulia fa le spallucce all’invito di Astrid a dormire con lei… Una rapida corsa in bagno, e quando esco sorprendo Astrid e Giulia che si dividono un’ultima birra assieme ad Alex: vorrei unirmi a loro, ma Eva reclama la mia compagnia nel nostro letto, così saluto tutti e la raggiungo sotto il piumone.
Eva è scatenata.
Non mi dice una parola, ma mi schiena sul materasso e mi aggredisce di mani e di lingua con una foga he non le vedevo da un pezzo.
Non che mi lamenti, una Eva aggressiva è un orgasmo assicurato; però alle due di notte e dopo tutta quella birra, non me l’aspettavo.
Dopo avermi succhiato l’anima strappandomi un grido strozzato quando alla fine le sborro in bocca, tira fuori lo strapon e lo indossa, decisa a punirmi per aver fatto glio occhi dolci a suo padre per tutta la serata…
Mi sembra un’ottima idea, così mi metto a pecora, abbraccio il cuscino e stringo i denti per soffocare un altro urlo.
Eva mi squarta senza pietà: è davvero incattivita. Devo ricordarmi di farla arrabbiare più spesso…
Alla fine crolla stremata anche lei, scossa dai singhiozzi.
L’abbraccio stretta, e lei mi ripete che sono una stronza, una maledetta stronza…
Si addormenta fra le mie braccia, e io la seguo in quelle di Morfeo.
Quando mi sveglio, io sono ancora bocconi, ma lei è sulla schiena, un sorriso sereno sul viso bellissimo… Mi commuovo e resto un po’ a guardarla con tenerezza.
Guardo l’orologio: le cinque e mezza, e fuori è buio pesto.
Perché mi sono svegliata?
Rumori dal soggiorno: un ansimare pesante, un raspare confuso, un mugolio sommesso…
Qualcuno sta scopando.
Le mie antenne si rizzano all’improvviso: CHI sta scopando Alex?
Eva è accanto a me, e io non sono di sicuro. Mi viene un tremendo sospetto…
Devo sapere.
Scivolo dal letto più silenziosa che posso e raggiungo la porta della camera, che Eva ha chiuso prima di aggredirmi quasi quattro ore prima.
La apro lentamente, cercando di non farla cigolare, e getto uno sguardo nella penombra.
Non c’è dubbio, qualcuno sta scopando sul divano: li sento rantolare, li vedo sussultare… Sono di fianco, abbracciati: la femmina ha le gambe allacciate intorno ai fianchi del maschio che la monta di tre quarti facendola gemere ritmicamente ad ogno affondo che fa tremare il divano.
Mi rendo conto di essere fradicia fra le gambe, e i capezzoli mi tirano tanto da farmi male. Il culo mi brucia ancora, ma ho una voglia tremenda di farmelo riempire di nuovo, e questa volta da un cazzo vero.
Mi passo una mano fra le cosce e immergo le dita nel pelo umido per masturbarmi.
Voglio raggiungerli: dove ce n’è per una, ce n’è anche per due, e io adoro le partite a tre!
Una mano sulla spalla.
- Non ci pensare nemmeno!
Quello di Eva è un sibilo perentorio, che gela i miei propositi di ammucchiata sul divano.
- Ssst! – le faccio – Ti sentiranno…
- Se non vuoi disturbarli, torna a letto.
- Voglio vedere chi c’è con lui.
Lei mi strizza il braccio: - Non è ovvio?
No, non lo è… Anche se il mio sospetto è sempre più pesante.
La femmina adesso è sotto, il volto nascosto da quello di lui. Le gambe e le braccia di lei sono avvinte al maschio che si muove velocemente sopra di lei facendola gemere.
Vedo i suoi capelli scuri, le gambe lunghe, i muscoli elastici…
- Aaaahh! Godo…
Giulia. Astrid arebbe detto ik kom… E poi so riconoscere la voce di mia figlia.
Mi ha fregata.
Trent’anni di sesso durante i quali ho sempre avuto i partner che volevo, a dispetto di qualunque rivale, e adesso a portarmi via l’uomo che voglio è proprio mia figlia.
Sono senza parole… E lo è anche Eva.
Torniamo a letto senza farci notare e ci abbracciamo strette.
Eva singhiozza un po’ fra le mie braccia: suo padre e una delle sue migliori amiche…
Trattengo un singhiozzo anch’io: non servirebbe a niente.
Ci stringiamo forte.
Abbiamo perso tutte e due.
***
Il mattino dopo facciamo colazione che sono quasi le undici.
Alex è rilassato, tranquillo, e di ottimo umore. Giulia scodinzola contenta intorno a lui, colmandolo di attenzioni e porgendogli tutto quello che vuole prima che lui possa anche solo chiedere.
Quando lei si alza per prendere altro nescaffè, la raggiungo al cucinino.
- Noi due dobbiamo parlare – le faccio, seria.
Lei si volta, tutta sorridente: - Lo so. Scusa, spero di non aver svegliato tutte… Ma non ho potuto resistere. Pat, è fantastico! Mi piace un casino… E scopa come un dio! Accidenti, non avrò la tua esperienza, ma so di cosa parlo, e lui è un’altra categoria…
Mi giro a giardare al tavolo, e vedo Eva, mortalmente seria e con le occhiaie.
Diavolo, io ero pronta a farle questo?
Merda, meno male che Giulia è stata più in gamba di me: adesso sarà lei a dovere delle spiegazioni.
- Tesoro… Vi abbiamo viste. Vi abbiamo viste tutte e due…
Lei mi guarda, un filo di dubbio negli occhioni da ragazzina: - Cosa vuoi dire..? Oh. Eva non…
Ora Giulia mi appare costernata: - Cazzo, non ci ho pensato! Diavolo, lui scapolo, sua sorella, sua figlia, tu che stai con Eva… Pensavo che fosse caccia libera per me!
E’ proprio mia figlia.
Le sorrido e l’abbraccio: - Shash! Giulia, va tutto bene. Eravate in due, non hai mica fatto tutto da sola… E hai ragione, fra noi quattro eri quella ad avere più titolo a fartelo, anche se è un po’ grandicello per te.
Mi guarda esitante: - Tu… Non lo volevi per te, vero?
Annaspo: - Cosa!? Scherzi..? Non farei mai a Eva una cosa simile. Certo, mi piace molto… Ti invidio un po’, questo sì.
Sospiro di sollievo: - Meno male. Per un attimo ho temuto di averti ferita…
La accarezzo: - Ma no, figurati… Però farai meglio a parlare con Eva. Siete amiche, e lei c’è rimasta male.
Lei annuisce convinta: - Sì, certo. Lo farò… Ma perché le dà fastidio? Alex è divorziato, e io sono una sua amica: non dovrebbe farle piacere?
Hmmm… Già: Giulia non ha mai conosciuto il suo vero padre, e non sa quanto una figlia possa essere possessiva nei confronti del suo papà.
Sospiro: - Infatti: non hai fatto niente di male, e lei dovrà farsene una ragione. Però per lei è difficile lo stesso; cerca di parlarle quando puoi.
Giulia annuisce ancora, e io raggiungo gli altri al tavolo, appoggiando una mano sulla spalla di Eva.
La mia ragazza mi guarda con un sorriso timido, cercando di scuotersi di dosso i suoi fantasmi.
Astrid ci guarda un po’ sorpresa: lei ha russato tutta la notte e ancora non sa niente.
Le sorrido strizzandole un occhio, poi Giulia torna a tavola con il caffè per lei e per me (gli olandesi hanno la loro acqua sporca ancora tiepida nella caraffa), e siede accanto ad Alex, che le passa una mano intorno alle spalle.
Astrid inarca un sopracciglio, perplessa.
Io sorrido dentro di me: mi dispiace, Alex: non sai cosa ti perdi… Ma Patrizia Visentin sa accettare una sconfitta. Soprattutto se le viene da sua figlia…
Chiacchieriamo contente intorno al tavolo: siamo tutte in desabillé, chi con una canotta chi con una maglietta, e nessuna ha sentito il bisogno di rimettersi le mutandine… Ormai siamo abbastanza affiatate fra noi e c’è abbastanza intimità da evitare inutili formalità (visto che il riscaldamento funziona perfettamente).
Giulia è in vena di raccontarci la sua prima vera esperienza interrazziale, mentre Astrid ammette che quella è stata la sua prima volta con tre cazzi alla volta. Io ammetto che nessuno dei quattro mi ha impressionata troppo: forse il mio preferito era il giavanese (come cazzo si chiamava?), anche se il nero ce l’aveva più grosso, ma alla fine sono riuscita a godere davvero solatanto con Eva.
Eva mi dà una gomitata, rimarcando che sono stata una bella stronza a tenerla sui carboni ardenti così a lungo, e io gongolo per essere riuscita a darle una lezione… Magari la prossima volta ci penserà, prima di cercare di ingelosirmi!
Squilla il telefonino di Astrid, che risponde e si produce in una raffica di suoni gutturali e raschianti che da quelle parti chiamano “olandese”.
Vedo Eva che s’irrigidisce, e mi chiedo cosa mai possa essere successo, visto che invece Astrid appare tutta contenta…
Okay, adesso capisco. Il fratello di Astrid, saputo che siamo da lei, ha deciso di approfittare delle vacanze di Natale per passare a trovarci tutte e quattro.
Provo un brivido: Alex è uno dei pochi maschi al mondo capaci di farmi scaldare la fica solo a pensare a lui… E Eva lo sa benissimo.
In fondo si tratta di suo padre, e anche se con lui ha sempre avuto un rapporto difficile dovrebbe essere contenta di vederlo; però il fatto che a me piaccia per lei è un problema.
Ho scopato dozzine di uomini da quando ci siamo messe insieme, e la cosa a lei non ha mai dato il minimo fastidio, anzi… Ma Alex è l’unico uomo al mondo che lei non vuole io abbia, nemmeno una volta. Infatti a me è rimasta la curiosità, e proprio in quanto rappresenta un frutto proibito mi attizza ancora di più.
Ancora una volta, Eva lo sa benissimo, ed è già in pieno allerta.
Me lo dice in italiano per non far capire a Astrid, e siccome è su di giri le scappa anche un forte accento veneto: - Datti una calmata e fatti sgonfiare i capezzoli, troia. E’ fuori questione, chiaro?
Astrid inarca appena le sopracciglia, ma Giulia ha capito benissimo. Lei Alex non lo ha mai incontrato, ma l’evidente scatto di gelosia da parte di Eva l’ha già messa in allarme.
Avete presente il classico biondone nordico, alto, sportivo, spalle larghe, occhi azzurri e sguardo penetrante, e che spesso si dimostra un pallone gonfiato? Beh, Alex è più o meno così, solo che non è affatto un pallone gonfiato, è simpaticissimo e guadagna bene come ingegnere alla Phillips di Eindhoven, poco a sud di Rotterdam. Non a caso, ha fatto una figlia fantastica come Eva.
Insomma, uno sciupafemmine nel suo pieno diritto. Astrid è innamorata da sempre di suo fratello, e questo le ha condizionato la vita: non trovando in giro nessuno che valesse quanto lui, è diventata la mezza lesbica frustrata che è oggi. La mamma di Eva non è riuscita a tenerselo ed è stata (secondo me a ragione) piantata in asso quando ha cominciato a perdere colpi, e Eva è perfettamente consapevole del tremendo sex-appeal di suo padre. Non mi ha mai confssato desideri torbidi su di lui (potrebbe: in fondo io scopo regolarmente mia figlia e lei lo sa benissimo), però è un fatto che il Fabio – l’amante maturo con cui si era messa ancora adolescente e con cui stava quando ci siamo conosciute – era una specie di copia italiana di Alex, con qualche anno e molti soldi di più.
Complesso di Elettra?
Sicuramente c’era qualcosa, vista l’improvvisa gelosia della mia ragazza nei confronti del padre.
Insomma: se voglio farmi Alex, devo stare attenta a non farmi beccare da Eva, o saranno dolori.
***
A sud dei Grandi Fiumi (il Reno e la Mosa, che gli olandesi chiamano Waal e Maas e che dividono il pease in due) gli olandesi sono diversi dal resto dei Paesi Bassi: sono in maggioranza cattolici invece che calvinisti o atei, hanno un passato di contadini più che di pastori o marinai, e tifano per il PSV piuttosto che per l’Ajax o il Fejenoord. Fra le altre cose, preferiscono la macchina alla bicicletta.
Alex arriva in serata, parcheggia in culo al mondo e ci raggiunge a casa dopo una bella corsa sotto la pioggia.
Astrid gli salta al collo felice appena mette piede in casa, senza neanche lasciargli sfilare il giaccone grondante d’acqua, e s’inzuppa tutta il vestitino che indossa (un po’ troppo provocante da esibire al proprio fratello, se chiedete a me).
Eva gli lascia sfilare le scarpe, poi lo abbraccia anche lei: un po’ guardinga, ma chiaramente affezionata.
Poi tocca a me. Sì, naturale che si ricorda di me: sono la bella compagna di sua figlia… Cazzo, oltre al resto, ha anche stile! Una rarità, nel suo paese.
Mi sciolgo tutta stringendogli la mano, e provo un brivido lungo la spina dorsale.
Ho addosso i jeans di pelle e una t-shirt colorata abbastanza blusante, ma i capezzoli mi si induriscono di colpo al semplice contatto con la sua mano e Eva se ne accorge immediatamente.
Mi becco una gomitata nel fianco che mi mozza il fiato, e lei mi sibila perentoria: - Non pensarci nemmeno!
Non è colpa mia se le mie punte sono così sensibili…
Giulia incontra Alex per la prima volta e s’illumina tutta: evidentemente non glie lo avevo descritto abbastanza bene, e per lei è una sorpresa trovarsi davanti un quarantacinquenne così in splendida forma. Non mi capita spesso vedere mia figlia guardare un uomo con gli occhi da pesce lesso, ma Alex è davvero un caso a parte.
Lui deve essere piuttosto abituato all’effetto che fa alle donne, perché non mi sembra particolarmente turbato, anche se tutte e quattro, anche se in maniera diversa, siamo chiaramente turbate dalla sua presenza.
Deliziosamente turbate…
Finiamo in soggiorno a chiacchierare, e naturalmente diventa subito una gara fra noi quattro oche a cercare di catturare l’attenzione del maschio alfa seduto in mezzo a noi. Accidenti, non importa quanto una donna sia liberata e sicura di sé: in presenza di uno come Alex, perdiamo tutto il rispetto di noi stesse e ci svacchiamo senza vergogna.
Non è questione di cervello: sono gli ormoni.
Sono del tutto consapevole di rendermi ridicola nel tentativo di farmi notare da lui in mezzo alle altre, ma non posso farne a meno: semplicemente, io voglio quel maschio con tutta me stessa, e a dispetto di quello che possano pensarne le altre.
Devo combattere per farmi vedere in mezzo a sua figlia e a sua sorella, che fra l’altro parlano la sua lingua, mentre io sono solo una conoscente, e per di più straniera. Inoltre sono perfetamente consapevole che le altre sono tutte fisicamente più attraenti di me; però io ho un vantaggio: a conti fatti, io dovrei essere la sua partner ideale nel gruppo, visto che abbiamo quasi la stessa età e non siamo consanguinei.
Vabbè, sono anche la compagna di sua figlia, il che implica comunque una bella trasgressione, ma nessuno è perfetto…
Astrid sembra essersi proprio dimenticata di considerarsi lesbica: è completamente in balia del bel fratellone, con gli occhi sognanti e pieni di stelle mentre lui le racconta del suo lavoro.
Eva non sembra sessualmente stregata, ma è tesa come una corda di violino: fra me e la zietta, non sa chi tenere d’occhio. Evidentemente per lei è importante che nessuna di noi due attraversi la linea rossa che lei stessa ha tracciato: suo papà non si tocca!
Eva, io ti amo… Ma tuo padre è un boccone troppo succulento per lasciarmelo passare davanti anche questa volta senza assaggiarlo!
Perfino la Giulia è chiaramente attratta… Lei non si è mai dichiarata lesbica, anche se le piace giocare, e i maschi le piacciono un po’ tutti. Figuriamoci questo magnifico esemplare di Alfa!
Mi rilasso: so benissimo che Alex è perfettamente capace di resistere alle lusinghe dell’incesto. In tutti quegli anni, non si è mai lasciato tentare da quello splendido bocconcino che è sua sorella, e non ho alcun motivo di pensare che guardi la figlia con affetto che non sia paterno… Quindi è solo questione di aspettare l’occasione giusta: prima o poi lo stringerò fra le cosce.
Zuppa, birra, pane e formaggio… Vuoi non uscire per un’altra birra?
Eva è sempre al mio fianco, come una perfetta compagna amorevole e guardinga… Non c’è verso di eludere la sua stretta sorveglianza.
Appena ha un momento sola con me, me lo ribadisce perentoria: per me, suo padre è off-limits. Punto.
Accidenti, dovrò davvero stare attenta a non farmi beccare… Il gioco si fa davvero interessante. E la posta in gioco mi appare sempre più intrigante.
Voglio Alex.
Voglio accoppiarmi con lui. Voglio il suo cazzo dentro di me… Voglio il suo seme nel mio corpo, dappertutto.
Ho incrociato il suo sguardo, e so di piacergli. Lui sa che ci sto.
E’ solo questione di tempo…
Io so essere paziente; sì, se proprio devo…
Eva non mi ha lasciata sola per un momento durante la serata in birreria: abbiamo fatto coppia fissa come due fidanzatine, e Alex ha passato tutto il tempo a chiacchierare con Astrid e con la Giulia, che ne approfitta per migiorare il suo inglese.
Tornati a casa tutti intirizziti, mi viene l’idea geniale di proporre una partita a strip poker. In fondo siamo tutti adulti e piacenti, no?
Eva mi guarda con occhi di fuoco, ma Astrid e Giulia sono entusiaste.
Okay, lo ammetto: pensavo istintivamente di mandare Giulia a dormire, così eravamo in quattro, ma scopro che lei ha imparato a giocare a carte in collegio e non ne vuole sapere di essere lasciata fuori.
Bene: ci sediamo così come siamo, con una tazza di the bollente davanti a ciascuno, e Alex da le carte…
Non è divertente. Vince sempre lui.
La prima a finire in mutande è Astrid, chiaramente negata. Eva e io annaspiamo per tenere almeno la maglietta, quando jeans e calze sono finiti sul pavimento da un pezzo. Giulia invece resiste tenacemente: si è sfilata solo i calzettoni, quando finalmente riesce a far togliere la camicia ad Alex.
Glie ne sono davvero grata: il mio bel maschio alfa ha dei pettorali da urlo, e una splendida tartaruga sull’addome, che mi fa venire l’acquolina in bocca… Chissà cosa c’è più in basso?
Le mutandine di Astrid finiscono sotto il tavolo assieme alla maglietta di Eva.
La birra ha sostituito il the, così l’imbarazzo è tutto sommato contenuto e la timidissima padrona di casa sfoggia la sua bella fica davanti al fratello senza nessun pudore. Lui getta uno sguardo, sorride, e riprende la sua faccia da poker.
Le tette al vento della figlia, chiaramente, non gli fanno troppo effetto…
Le mie attirano un’occhiata di approvazione, quando anche la mia t-shirt raggiunge le altre sul pavimento… Ci credo, a forza di guardare i pettorali di Alex ho i capezzoli duri come pallottole!
Eva mi tira un calcio da sotto il tavolo; per fortuna ha i piedi nudi.
Ce la metto tutta: voglio davvero strappare i pantaloni ad Alex, e ho delle buone carte. Erano secoli che non vedevo un Full di Re…
…Ma lui ha una Scala Reale.
Incredibile.
Scalcio via le mutandine, mostrando con orgoglio il mio bel pelo biondo, folto e scarmigliato, e mi consolo con lo sguardo di approvazione di Alex. Però quando mi risiedo, Eva mi scalcia di nuovo e questa volta si fa male contro la sedia.
E’ rimasta solo la Giulia a fronteggiare Alex: lei è la nostra ultima speranza di far abbassare i pantaloni al maschio dei nostri sogni…
Niente da fare.
Anche la Giulia finisce con la passera al vento, e i jeans di Alex sono saldamente chiusi intorno alla sua vita, a racchiudere quello che ormai è un pacco piuttosto vistoso.
Alex ci ringrazia della partita, si riempie gli occhi delle grazie delle quattro femmine nude che ha davanti e che si sono spogliate volontariamente per lui senza averne niente in cambio, e suggerisce che è ora di andare a dormire.
In effetti sono le due.
Viene al pettine il nodo di come distribuirsi per la notte: Alex ci spiazza subito tutte, dicendosi pronto a dormire sul divano. Eva mi branca il braccio tirandomi verso la camera degli ospiti, e la Giulia fa le spallucce all’invito di Astrid a dormire con lei… Una rapida corsa in bagno, e quando esco sorprendo Astrid e Giulia che si dividono un’ultima birra assieme ad Alex: vorrei unirmi a loro, ma Eva reclama la mia compagnia nel nostro letto, così saluto tutti e la raggiungo sotto il piumone.
Eva è scatenata.
Non mi dice una parola, ma mi schiena sul materasso e mi aggredisce di mani e di lingua con una foga he non le vedevo da un pezzo.
Non che mi lamenti, una Eva aggressiva è un orgasmo assicurato; però alle due di notte e dopo tutta quella birra, non me l’aspettavo.
Dopo avermi succhiato l’anima strappandomi un grido strozzato quando alla fine le sborro in bocca, tira fuori lo strapon e lo indossa, decisa a punirmi per aver fatto glio occhi dolci a suo padre per tutta la serata…
Mi sembra un’ottima idea, così mi metto a pecora, abbraccio il cuscino e stringo i denti per soffocare un altro urlo.
Eva mi squarta senza pietà: è davvero incattivita. Devo ricordarmi di farla arrabbiare più spesso…
Alla fine crolla stremata anche lei, scossa dai singhiozzi.
L’abbraccio stretta, e lei mi ripete che sono una stronza, una maledetta stronza…
Si addormenta fra le mie braccia, e io la seguo in quelle di Morfeo.
Quando mi sveglio, io sono ancora bocconi, ma lei è sulla schiena, un sorriso sereno sul viso bellissimo… Mi commuovo e resto un po’ a guardarla con tenerezza.
Guardo l’orologio: le cinque e mezza, e fuori è buio pesto.
Perché mi sono svegliata?
Rumori dal soggiorno: un ansimare pesante, un raspare confuso, un mugolio sommesso…
Qualcuno sta scopando.
Le mie antenne si rizzano all’improvviso: CHI sta scopando Alex?
Eva è accanto a me, e io non sono di sicuro. Mi viene un tremendo sospetto…
Devo sapere.
Scivolo dal letto più silenziosa che posso e raggiungo la porta della camera, che Eva ha chiuso prima di aggredirmi quasi quattro ore prima.
La apro lentamente, cercando di non farla cigolare, e getto uno sguardo nella penombra.
Non c’è dubbio, qualcuno sta scopando sul divano: li sento rantolare, li vedo sussultare… Sono di fianco, abbracciati: la femmina ha le gambe allacciate intorno ai fianchi del maschio che la monta di tre quarti facendola gemere ritmicamente ad ogno affondo che fa tremare il divano.
Mi rendo conto di essere fradicia fra le gambe, e i capezzoli mi tirano tanto da farmi male. Il culo mi brucia ancora, ma ho una voglia tremenda di farmelo riempire di nuovo, e questa volta da un cazzo vero.
Mi passo una mano fra le cosce e immergo le dita nel pelo umido per masturbarmi.
Voglio raggiungerli: dove ce n’è per una, ce n’è anche per due, e io adoro le partite a tre!
Una mano sulla spalla.
- Non ci pensare nemmeno!
Quello di Eva è un sibilo perentorio, che gela i miei propositi di ammucchiata sul divano.
- Ssst! – le faccio – Ti sentiranno…
- Se non vuoi disturbarli, torna a letto.
- Voglio vedere chi c’è con lui.
Lei mi strizza il braccio: - Non è ovvio?
No, non lo è… Anche se il mio sospetto è sempre più pesante.
La femmina adesso è sotto, il volto nascosto da quello di lui. Le gambe e le braccia di lei sono avvinte al maschio che si muove velocemente sopra di lei facendola gemere.
Vedo i suoi capelli scuri, le gambe lunghe, i muscoli elastici…
- Aaaahh! Godo…
Giulia. Astrid arebbe detto ik kom… E poi so riconoscere la voce di mia figlia.
Mi ha fregata.
Trent’anni di sesso durante i quali ho sempre avuto i partner che volevo, a dispetto di qualunque rivale, e adesso a portarmi via l’uomo che voglio è proprio mia figlia.
Sono senza parole… E lo è anche Eva.
Torniamo a letto senza farci notare e ci abbracciamo strette.
Eva singhiozza un po’ fra le mie braccia: suo padre e una delle sue migliori amiche…
Trattengo un singhiozzo anch’io: non servirebbe a niente.
Ci stringiamo forte.
Abbiamo perso tutte e due.
***
Il mattino dopo facciamo colazione che sono quasi le undici.
Alex è rilassato, tranquillo, e di ottimo umore. Giulia scodinzola contenta intorno a lui, colmandolo di attenzioni e porgendogli tutto quello che vuole prima che lui possa anche solo chiedere.
Quando lei si alza per prendere altro nescaffè, la raggiungo al cucinino.
- Noi due dobbiamo parlare – le faccio, seria.
Lei si volta, tutta sorridente: - Lo so. Scusa, spero di non aver svegliato tutte… Ma non ho potuto resistere. Pat, è fantastico! Mi piace un casino… E scopa come un dio! Accidenti, non avrò la tua esperienza, ma so di cosa parlo, e lui è un’altra categoria…
Mi giro a giardare al tavolo, e vedo Eva, mortalmente seria e con le occhiaie.
Diavolo, io ero pronta a farle questo?
Merda, meno male che Giulia è stata più in gamba di me: adesso sarà lei a dovere delle spiegazioni.
- Tesoro… Vi abbiamo viste. Vi abbiamo viste tutte e due…
Lei mi guarda, un filo di dubbio negli occhioni da ragazzina: - Cosa vuoi dire..? Oh. Eva non…
Ora Giulia mi appare costernata: - Cazzo, non ci ho pensato! Diavolo, lui scapolo, sua sorella, sua figlia, tu che stai con Eva… Pensavo che fosse caccia libera per me!
E’ proprio mia figlia.
Le sorrido e l’abbraccio: - Shash! Giulia, va tutto bene. Eravate in due, non hai mica fatto tutto da sola… E hai ragione, fra noi quattro eri quella ad avere più titolo a fartelo, anche se è un po’ grandicello per te.
Mi guarda esitante: - Tu… Non lo volevi per te, vero?
Annaspo: - Cosa!? Scherzi..? Non farei mai a Eva una cosa simile. Certo, mi piace molto… Ti invidio un po’, questo sì.
Sospiro di sollievo: - Meno male. Per un attimo ho temuto di averti ferita…
La accarezzo: - Ma no, figurati… Però farai meglio a parlare con Eva. Siete amiche, e lei c’è rimasta male.
Lei annuisce convinta: - Sì, certo. Lo farò… Ma perché le dà fastidio? Alex è divorziato, e io sono una sua amica: non dovrebbe farle piacere?
Hmmm… Già: Giulia non ha mai conosciuto il suo vero padre, e non sa quanto una figlia possa essere possessiva nei confronti del suo papà.
Sospiro: - Infatti: non hai fatto niente di male, e lei dovrà farsene una ragione. Però per lei è difficile lo stesso; cerca di parlarle quando puoi.
Giulia annuisce ancora, e io raggiungo gli altri al tavolo, appoggiando una mano sulla spalla di Eva.
La mia ragazza mi guarda con un sorriso timido, cercando di scuotersi di dosso i suoi fantasmi.
Astrid ci guarda un po’ sorpresa: lei ha russato tutta la notte e ancora non sa niente.
Le sorrido strizzandole un occhio, poi Giulia torna a tavola con il caffè per lei e per me (gli olandesi hanno la loro acqua sporca ancora tiepida nella caraffa), e siede accanto ad Alex, che le passa una mano intorno alle spalle.
Astrid inarca un sopracciglio, perplessa.
Io sorrido dentro di me: mi dispiace, Alex: non sai cosa ti perdi… Ma Patrizia Visentin sa accettare una sconfitta. Soprattutto se le viene da sua figlia…
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