Silvy

di
genere
saffico

La prima volta che accarezzai il corpo di una donna era con te. Forse tu oggi te ne sarai dimenticata ma io no, non ho mai avuto la vergogna di quei momenti che venivano dopo il piacere. Fai uno sforzo su… ti aiuto io. Era il periodo di maggio e da noi c’erano i prati fioriti. Avevamo inventato quel gioco di mettere le gonne e scappare correndo nei prati per vedere chi delle due per prima se la faceva alzare dalla brezza estiva. Tu la tiravi sempre giù ma spesso inciampavi nei nodi delle radici e io allora vedevo tutto. Ti ricordi forse, ora. Subito dopo in quei pomeriggi caldi, quando i tuoi non c’erano e nel giardino ci piaceva camminare senza avere nulla indosso. Dicevi sempre che l’aria calda riusciva ad asciugarla un po’, perché quando lo facevi con me era sempre fradicia ed io con le dita attingevo piano nel laghetto e lo prosciugavo con la mia bocca, quanto ti piaceva sentire il respiro della mia bocca sulla tua fica bagnata. E la prima volta…quella non puoi dimenticarla Silvy. Eravamo nel giardino e avevamo solo le canotte, avevamo corso da poco e io ti passavo per gioco il bicchiere ghiacciato intorno ai capezzoli, era un gioco che potevamo fare con i maschi dicevamo, ma poi tu ti alzasti dalla sdraio e apristi le gambe davanti a me dicendo che era bellissimo fare pipì all’aperto come i ragazzi anche se ti colava un po’ giù per le cosce. Il sole non ti toccava, illuminava solo la tua pipì limpida ed io decisi di imitarti, mi misi di fronte a te. Ma tu eri abituata, forse lo facevi sempre e ti bagnavi di meno. E poi dentro da te, quell’odore di aria filtrata dalle tapparelle chiuse e battute dal sole e quel ditalino che ci separò perché ci dicemmo tutto. Non fu come gli altri, non ci fu nessuna gara, tu mi ficcasti la mano tra le cosce. Io ero imbarazzata, avevo paura ma godevo. Lo sentivo cosa voleva dire essere toccata da una che ha il tuo stesso desiderio. E quella lingua fresca che mi rinvigorì le labbra bruciate dall’afa. Dovevamo pensare ai ragazzi ma io pensavo a te e ci penso anche ora mentre annuso le mutandine che mi portai via quel giorno e cercò di solcare con le dita le labbra della mia fica come facesti tu Silvy…

Lei di Semiramis.
scritto il
2018-04-09
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