Cronache di un cornuto- La Fantasia 2
di
Semiramis
genere
corna
Aveva gli occhi sensibilmente stravolti, era una scena che mai si era sognato di poter vedere nella vita. Non era tanto il tradimento a farlo meravigliare ma il modo in cui questo gli era stato sbattuto in faccia. La fica di Chicca era visibilmente diversa, quasi slabbrata, non l’aveva mai vista così. Rivoli di sperma le colavano fino alle natiche e nell’aria un odore di sesso e sudore. In piedi, ritto, col cazzo ancora duro c’era Ruberto che era quasi divertito dall’accaduto, Giacomo gli fissò gli occhi sul pisello. “Amore ma cosa significa questo, perché” disse il giovane universitario: “Giacomo cerca di capire, guardagli il cazzo, e poi lui mi ha dato quello che tu non mi hai mai saputo dare, la sensazione di essere una troia e di essere soggiogata allo stallone che ti scopa”. Ruberto si avvicinò a lui e gli disse: “Te l’ho scopata come volevi tu, se vuoi continuare, altrimenti dammi il resto e grazie per la fica che mi hai fatto trombare io ho fatto quello che mi hai chiesto”. Chicca rimase sbalordita, non credeva alle parole del rumeno, stava asserendo che era stato tutto organizzato da Giacomo:” Ma ora dimmi tu cosa vuol dire, hai pagato lui per farmi scopare? Cioè… come è possibile, hai pagato per farti cornuto? Ma che razza di porco sei”. “Non credo che ti sia dispiaciuto, volevi un cazzo da montare e te l’ho dato” allora Ruberto rinforzò la sua posizione: “ A quanto pare non solo le è piaciuto, ma voleva che tu ci trovassi a scopare, diceva che mi dovevi succhiare il cazzo”. “E brava, sai che è proprio quello che avevo intenzione di fare, Amore ti ho fatto proprio un bel regalo, vedi che volevamo la stessa cosa, ora però non credo si debba dire altro, sì volevo essere cornuto e farmi scopare da uno stallone insieme a te, ti dispiace?”. “No, ma perché non mi hai detto tutto prima” allora prontamente Giacomo rispose:” Perché volevo sentire la tua volontà nel farmi cornuto, sapere che davanti a un cazzo come quello ti saresti fatta scopare… poi io non sono fatto per dominare, il mio cazzo è la metà del suo e tu avevi bisogno di uno che ti aprisse quella fica. Io sono e sarò sempre sottomesso, e ora basta spiegare, torno al mio posto, quello dove voglio stare. Voglio essere schiacciato dal tuo volere, sì io voglio sentirmi dire chi comanda…”. “Comando io, lurido porco sottomesso” dopo queste parole Chicca lo chiamò e lui cautamente si sedette accanto a lei. “Pulisci la fica, non vedi che è piena di sborra, se non lo fai non posso farti cornuto amore”. “Hai proprio ragione, dovevo farlo prima”. Giacomo si avvicinò alla fica di Chicca e iniziò a leccarle via la sborra, lei invece con le mani lo aiutava a raccogliere tutto. “Ti piace la sborra vero, su pulisci la fica che non sei mai stato in grado di scopare”. “Così mi fai godere, grazie, ce l’ho duro”. Chicca prese in mano il cazzo di Ruberto che nel frattempo, nudo, si era sistemato a guardare la scena con la faccia meravigliata: “Amore guarda come sego questo bel pisello, il tuo non lo toccherò nemmeno, ma prima per dimostrarti che ho ragione li metteremo a confronto…muoviti con questa fica su, cornuto”. Giacomo leccava la fica, raccogliendo i resti di quella scopata, come un parassita, che preferisce adagiarsi su un lavoro già fatto. Nelle mutande il suo cazzetto era in fiamme, appena sollevava gli occhi per vedere la scena. Aveva, davvero, un grosso cazzo Ruberto e già invidiava Chicca che lo segava piano, voleva farlo lui, ma prima era giusto ripulire la sua donna. Per ogni goccia di sperma raccolta, una botta nell’asta del cazzo gli ricordava che era solo a metà del godimento. Era stata una scena meravigliosa, non credeva che lei avesse il coraggio di andare fino in fondo. Credeva che le paure avrebbero prevalso e invece quella puttana di donna con cui viveva l’aveva fatto cornuto. “Bravo, amore, Ruberto guarda come è stato bravo lo stronzo, ha pulito tutto” si avvicinò a lei con la bocca e gli concesse un bacio e un sorriso: “Ti piace proprio tanto il cazzo vero, credo che allora debba essere proprio tu a farmi vedere come si spompina un cazzo così, su frocio” allora Chicca gli porse il cazzo di Ruberto, l’odore di quel sesso enorme e gonfio gli fece accelerare i battiti, aprì la bocca e la donna lo spinse con la testa a farsela scopare. Ruberto, in tutta risposta, gli prese la testa con le sue mani grosse e iniziò a farsi spompinare: “Ma che bravo cornuto adesso ti aiuto a spogliarti, tu ciuccia bene”. Chicca gli slacciò la cintura mentre Giacomo col cazzo in bocca portava una mano verso le palle del rumeno. “Fatti un po’ guardare” disse Chicca dopo avergli calato le mutande e aver visto la sua erezione, Giacomo si staccò dal cazzo che grondava di saliva e subito Ruberto lo afferrò per segarsi. “Attaccatevi alle mie palle su” così Ruberto col cazzo scivoloso tra le mani vide avvicinarsi i due che, quasi sfidandosi, si divisero i coglioni del rumeno. “Voglio vederti mentre ti scopa amore, dai fallo per me” furono queste le parole di Giacomo mentre Chicca impossessatasi delle palle dello stallone aveva estromesso il cornuto. Per questo Ruberto disse:” Dobbiamo accontentarlo, mi ha pagato solo per questo, oltre che per un pompino in un cesso di un bar”, per questo subito Chicca rispose:” Ma sei proprio un lurido porco, ma come si fa, perdere la dignità in questo modo… ti stai segando, ti eccita che io ti dica questo, adesso ti farò vedere cosa si prova a vedere la propria donna scopare”. A queste parole Chicca si mise a novanta e prontamente Giacomo dietro di lei sputò sul cazzo di Ruberto: “Dai scopamela ora, fammi vedere come gode” e subito il rumeno prese il cazzo e lo spedì nella fica di Chicca. Giacomo si segava e godeva molto, il suo sogno si stava realizzando. Finalmente poteva far capire a Chicca il suo posto nella loro relazione, lui aveva sempre sognato di vederla godere così e quella sega ed il suo essere spettatore senza ricevere la minima considerazione lo stavano facendo impazzire. Estraeva il cazzo dalla fica di Chicca e lo spompinava buttandolo dentro di nuovo. “Vieni qui, stronzo” gli intimò Chicca, lui le si avvicinò e lei gli disse che doveva distendersi sulla schiena e segarsi così lei poteva guardarlo. “Adesso facciamo una cosa vediamo quanto ti piace essere frocio” dopo questa frase Chicca iniziò e leccargli il buco mentre lei gemeva sotto i colpi di cazzo dello stallone. Dopo avergli sputato sul buco, rifilò a Giacomo lo stesso trattamento che prima Ruberto le aveva rifilato, gli infilò il dito nel culo e lui non resse la cosa iniziò a venire e Chicca prontamente si spostò per non essere colpita dal suo seme. “Pulisciti, stronzo”. Giacomo iniziò a raccogliere con il dito il suo seme e ad ingoiarlo, Chicca venne e subito dopo Ruberto iniziò a manifestare la sua voglia di sborrare. Giacomo capì tutto e gli prese il cazzo in bocca, la sborra dell’uomo che si era scopato la sua donna aveva un sapore nuovo, ingoiò tutto.
Eravamo soddisfatti del nostro lavoro. Io e la mia compagna avevamo appena finito di scrivere ed eravamo venuti, masturbandoci come al solito prima di dormire. A lei era piaciuta molto la storia e io le chiesi se le piacesse davvero fare la troia che comanda, lei prontamente mi ripose che era equiparabile solo al mio desiderio di essere sottomesso…
P.S. Commentate e fateci sapere, graditissimi pareri di coppie con donne che comandano a bacchetta o, in generale, di uomini sottomessi al loro volere. Dai cornuti contenti, aspettiamo i vostri pareri. Io e la mia mistress vogliamo sapere se qualche porco sottomesso come me è venuto...
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