Il mio matrimonio
di
TATO
genere
incesti
Dire che la mia è una famiglia particolare, è un eufemismo, e dire che io sia una persona tradizionale ancora meno, ma procediamo con ordine.
Io sono gay dalla nascita, sin da piccola ho chiaramente manifestato le mie tendenze, senza forzare nulla, naturalmente, e i mie se ne sono accorti sin dalla mia tenera età, tanto hanno dovuto fare, che per proteggermi, da eventuali soprusi, o bullismi, ci siamo trasferiti in una nazione, dove, fosse possibile, primo farmi crescere senza rischi, e secondo, dove poi potermi registrare e crescere come una femminuccia, e sono pochi i paesi che lo permettono, ma così, mi trovai nella condizione di poter seguire, quelle che erano le mie tendenze sia naturali che sessuali, e così passarono circa diciotto anni della mia vita, ma poi, per ragioni, sia famigliari, che inerenti al militare, e quindi per giocoforza rientrammo.
In Italia, io non ero riconosciuta come femmina, ero, all'anagrafe un maschietto, e quindi iniziarono i miei problemi, intanto il mio corpo era femminile già di suo, glabro, senza peli, il mio pene era a riposo, un cosino insignificante, e poi grazie alle cure ormonali, avevo un bel seno terza misura, con un capezzolo ben pronunciato, capelli lunghi biondi, un viso da fanciulla, e e non per ultimo, una vita sessuale al femminile.
Comunque, passarono diversi mesi dal nostro rientro, mamma trovò un collegio femminile disposto ad accettarmi come femmina, dietro un lauto compenso, e potei continuare i miei studi, fui messa in una cameretta con altre due ragazze, che scoprii quasi subito essere come mè, e quindi, potei rimanere tranquillamente nuda durante la doccia ecc, anche se poi le altre mie compagne, erano al corrente della mia natura, e col passare dei mesi, mi integrai benissimo con loro, anche perché, non avevo interesse verso il loro sesso, e vederle nude, non mi procurava erezione alcuna, e così, divenni maggiorenne, e poi arrivò il fatidico giorno della visita di leva.
Ora era chiaro che fosse impossibile per mè, mettermi in fila con i ragazzi, in mutande, era evidente che ero una donna, il sno era stupendo, capezzoli in piedi, forme femminili, e un piccolo pene, mi avrebbero deriso, se non violentata lì sul posto, e così, i miei grazie ad amici altolocati, mi fecero fare una visita diciamo privata.
Mi recai una mattina al distretto, chiaramente per enfatizzare ancor di più la mia natura, ero vestita ancor di più provocante, una camicetta a fiori, aderente, che metteva in mostra le mie rotonde tettine, una gonna con spacco, autoreggenti color carne 8 denari, e un paio di sandali tacco 10, ad ogni passo, si intravedeva il pizzo della calza, e un micro slip, avendo cura di sistemare per bene il mio piccolo pene, da sembrare fighetta con labbra carnose, e così, mi presentai dal tenente colonnello medico incaricato della mia visita.
Mi fecero accomodare in uno studiolo, attrezzato ad infermeria, e poco dopo entrò il medico incaricato, un uomo sulla sessantina, corpulento, baffi, brizzolato, e appena mi vide, strabuzzò gli occhi, e mi guardò per lungo tempo, passando continuamente il suo sguardo su tutta la mia persona, mettendomi quasi in imbarazzo, e poco dopo, si sedette, e mi fece accomodare, aprì la cartella, e iniziò a parlarmi, nome cognome luogo di nascita ecc, e alle sue domande rispondevo prontamente, poi alla domanda sesso? si mise a ridere, e mi guardò negli occhi, e io risposi con un filo di voce, maschio.
Bene disse alzandosi, vediamo questo maschio allora, prego si spogli, mi guardai in giro, e non vidi nessun separe, e lui divertito continuò, siamo tra uomini no? forza non perda tempo e aggiunse signorino, imbarazzatissima sbottonai la camicetta, e sfilai la gonna, e rimasi in reggiseno e slip, al che lui disse, nudo, devi restare nudo non lo sapevi signorino?, e così slacciai il reggiseno, e le mie tette esplosero, sobbalzando un paio di volte, e lui si passò la lingua sulle labbra, rapito dalla loro bellezza, poi sfilai il micro slip, e il pene rimase al suo posto, a quel punto, lui si avvicinò, e iniziò la visita, aprii la bocca, infilò la palettina, poi mi toccò il collo, e poi auscultò il cuore, e intanto palpeggiò per bene i miei seni, strizzando i capezzoli, e lì, sentii il piacere corrermi nel culetto, poi mi fece stendere, palpeggiò la mia pancina, e poi ancora in piedi, mi fece allargare le gambe, infilò la sua mano, e prese il mio pene, lo palpeggiò, mi strinse le palline, mi fece tossire, mentre le stringeva, e lì, iniziò a indurirsi, e in brevissimo tempo, si ritrovò in mano il mio cazzo duro, ora tanto è piccolo da molle, ma da duro è un bel cazzo credetemi, lo scappellò, controllò se avessi malattie ecc, e poi mi fece girare, allargare per bene le gambe, appoggiare il busto, e iniziò a infilare il dito, a cercare la prostata, e poi ad un certo punto due dita e lì iniziai a godere, era pazzesco, vuoi la situazione la posizione, il maschio grande, che mi ha sempre attratta, ho iniziato a gemere, e dopo pochi minuti, il mio cazzo è espolso, sborrando in terra era stato sublime, lui sfilò le dita e mi disse di sedermi, non mi fece rivestire, e dopo altre domande, mi disse, vede signorina, non credo sia possibile mandarla sotto le armi, anche se credo che i suoi commilitoni, ne sarebbero felici, ma non posso darle la possibilità di servire il suo paese, si rivesta e vada pure per la sua strada, e così si alzò, e stava per andarsene, quando ringraziandolo, lo abbracciai, e lo baciai sulla gota, vicinissima alla bocca, e poi gli sussurrai all'orecchio, se vuoi, più tardi possiamo vederci, lui rimase stupito e se ne andò, io mi rivestii e rifatto per bene il turcco mi apprestai ad andarmene, e appena scese le scale, un piantone mi si avvicinò, e mi chiese se ero la signorina Paola, annuii, e mi porse un bigliettino, uscita lo lessi, era del Tenente colonnello, e mi scriveva, aspettami tra un'ora all'hotel, con nome e indirizzo, lo cercai, e una volta trovato, lo attesi in salotto, arrivò in perfetto orario, salimmo in camera, e lì lo potei ringraziare come si doveva, facendolo divertire come un porco, e io essendo sempre stata attratta dai maschi adulti, mi potei appagare in maniera quasi pazzesca, bevvi il suo seme per più volte, assaggiai il suo cazzo fino a tarda notte, mi feci riempire più volte il culetto, e poi esausti ci addormentammo, per poi finire alla mattina con una scopata memorabile, e poi ci salutammo e io ritornai a casa dai miei, che immaginarono chiaramente quanto fosse successo, ma ne furono felicissimi, ora ero una donna libera, anche se mi mancava ancora parecchio per esserlo veramente, ma al prossimo racconto lo scoprirete.
Io sono gay dalla nascita, sin da piccola ho chiaramente manifestato le mie tendenze, senza forzare nulla, naturalmente, e i mie se ne sono accorti sin dalla mia tenera età, tanto hanno dovuto fare, che per proteggermi, da eventuali soprusi, o bullismi, ci siamo trasferiti in una nazione, dove, fosse possibile, primo farmi crescere senza rischi, e secondo, dove poi potermi registrare e crescere come una femminuccia, e sono pochi i paesi che lo permettono, ma così, mi trovai nella condizione di poter seguire, quelle che erano le mie tendenze sia naturali che sessuali, e così passarono circa diciotto anni della mia vita, ma poi, per ragioni, sia famigliari, che inerenti al militare, e quindi per giocoforza rientrammo.
In Italia, io non ero riconosciuta come femmina, ero, all'anagrafe un maschietto, e quindi iniziarono i miei problemi, intanto il mio corpo era femminile già di suo, glabro, senza peli, il mio pene era a riposo, un cosino insignificante, e poi grazie alle cure ormonali, avevo un bel seno terza misura, con un capezzolo ben pronunciato, capelli lunghi biondi, un viso da fanciulla, e e non per ultimo, una vita sessuale al femminile.
Comunque, passarono diversi mesi dal nostro rientro, mamma trovò un collegio femminile disposto ad accettarmi come femmina, dietro un lauto compenso, e potei continuare i miei studi, fui messa in una cameretta con altre due ragazze, che scoprii quasi subito essere come mè, e quindi, potei rimanere tranquillamente nuda durante la doccia ecc, anche se poi le altre mie compagne, erano al corrente della mia natura, e col passare dei mesi, mi integrai benissimo con loro, anche perché, non avevo interesse verso il loro sesso, e vederle nude, non mi procurava erezione alcuna, e così, divenni maggiorenne, e poi arrivò il fatidico giorno della visita di leva.
Ora era chiaro che fosse impossibile per mè, mettermi in fila con i ragazzi, in mutande, era evidente che ero una donna, il sno era stupendo, capezzoli in piedi, forme femminili, e un piccolo pene, mi avrebbero deriso, se non violentata lì sul posto, e così, i miei grazie ad amici altolocati, mi fecero fare una visita diciamo privata.
Mi recai una mattina al distretto, chiaramente per enfatizzare ancor di più la mia natura, ero vestita ancor di più provocante, una camicetta a fiori, aderente, che metteva in mostra le mie rotonde tettine, una gonna con spacco, autoreggenti color carne 8 denari, e un paio di sandali tacco 10, ad ogni passo, si intravedeva il pizzo della calza, e un micro slip, avendo cura di sistemare per bene il mio piccolo pene, da sembrare fighetta con labbra carnose, e così, mi presentai dal tenente colonnello medico incaricato della mia visita.
Mi fecero accomodare in uno studiolo, attrezzato ad infermeria, e poco dopo entrò il medico incaricato, un uomo sulla sessantina, corpulento, baffi, brizzolato, e appena mi vide, strabuzzò gli occhi, e mi guardò per lungo tempo, passando continuamente il suo sguardo su tutta la mia persona, mettendomi quasi in imbarazzo, e poco dopo, si sedette, e mi fece accomodare, aprì la cartella, e iniziò a parlarmi, nome cognome luogo di nascita ecc, e alle sue domande rispondevo prontamente, poi alla domanda sesso? si mise a ridere, e mi guardò negli occhi, e io risposi con un filo di voce, maschio.
Bene disse alzandosi, vediamo questo maschio allora, prego si spogli, mi guardai in giro, e non vidi nessun separe, e lui divertito continuò, siamo tra uomini no? forza non perda tempo e aggiunse signorino, imbarazzatissima sbottonai la camicetta, e sfilai la gonna, e rimasi in reggiseno e slip, al che lui disse, nudo, devi restare nudo non lo sapevi signorino?, e così slacciai il reggiseno, e le mie tette esplosero, sobbalzando un paio di volte, e lui si passò la lingua sulle labbra, rapito dalla loro bellezza, poi sfilai il micro slip, e il pene rimase al suo posto, a quel punto, lui si avvicinò, e iniziò la visita, aprii la bocca, infilò la palettina, poi mi toccò il collo, e poi auscultò il cuore, e intanto palpeggiò per bene i miei seni, strizzando i capezzoli, e lì, sentii il piacere corrermi nel culetto, poi mi fece stendere, palpeggiò la mia pancina, e poi ancora in piedi, mi fece allargare le gambe, infilò la sua mano, e prese il mio pene, lo palpeggiò, mi strinse le palline, mi fece tossire, mentre le stringeva, e lì, iniziò a indurirsi, e in brevissimo tempo, si ritrovò in mano il mio cazzo duro, ora tanto è piccolo da molle, ma da duro è un bel cazzo credetemi, lo scappellò, controllò se avessi malattie ecc, e poi mi fece girare, allargare per bene le gambe, appoggiare il busto, e iniziò a infilare il dito, a cercare la prostata, e poi ad un certo punto due dita e lì iniziai a godere, era pazzesco, vuoi la situazione la posizione, il maschio grande, che mi ha sempre attratta, ho iniziato a gemere, e dopo pochi minuti, il mio cazzo è espolso, sborrando in terra era stato sublime, lui sfilò le dita e mi disse di sedermi, non mi fece rivestire, e dopo altre domande, mi disse, vede signorina, non credo sia possibile mandarla sotto le armi, anche se credo che i suoi commilitoni, ne sarebbero felici, ma non posso darle la possibilità di servire il suo paese, si rivesta e vada pure per la sua strada, e così si alzò, e stava per andarsene, quando ringraziandolo, lo abbracciai, e lo baciai sulla gota, vicinissima alla bocca, e poi gli sussurrai all'orecchio, se vuoi, più tardi possiamo vederci, lui rimase stupito e se ne andò, io mi rivestii e rifatto per bene il turcco mi apprestai ad andarmene, e appena scese le scale, un piantone mi si avvicinò, e mi chiese se ero la signorina Paola, annuii, e mi porse un bigliettino, uscita lo lessi, era del Tenente colonnello, e mi scriveva, aspettami tra un'ora all'hotel, con nome e indirizzo, lo cercai, e una volta trovato, lo attesi in salotto, arrivò in perfetto orario, salimmo in camera, e lì lo potei ringraziare come si doveva, facendolo divertire come un porco, e io essendo sempre stata attratta dai maschi adulti, mi potei appagare in maniera quasi pazzesca, bevvi il suo seme per più volte, assaggiai il suo cazzo fino a tarda notte, mi feci riempire più volte il culetto, e poi esausti ci addormentammo, per poi finire alla mattina con una scopata memorabile, e poi ci salutammo e io ritornai a casa dai miei, che immaginarono chiaramente quanto fosse successo, ma ne furono felicissimi, ora ero una donna libera, anche se mi mancava ancora parecchio per esserlo veramente, ma al prossimo racconto lo scoprirete.
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