Lui mi rompe il culo e io gli rompo il cazzo

di
genere
pulp

Rolf non si dà per vinto: evidentemente il mio buco gli è piaciuto davvero. Mi ha già avuta tre volte, e ancora non ne ha abbastanza.
Allunga una manona al banco degli attrezzi e io mi sento rivoltare lo stomaco quando lo vedo afferrare un coltello.
Poi però l’energumeno invece di usarlo per tagliarmi la gola come mi sarei aspettata, mi aferra i polsi e taglia di netto la corda a cui ero appesa.
Cado di appena una decina di centimetri, ma sono irrigidita e sbilanciata, così finisco malamente in terra sulle ginocchia con un lamento di dolore.
Rolf mi afferra per i capelli e mi ringhia in faccia di prenderglielo in bocca e farglielo tirare di nuovo.
Ho il viso rigato dalle lacrime, il culo mi brucia da pazzi, i polsi mi si sono quasi staccati, e adesso cadendo mi sono anche fatta male alle ginocchia; il coso di Rolf mi ondeggia davanti, bazzoto e maleodorante, e ho veramente voglia di premere il bottone ESC e ricominciare la partita…
Non mi è mai piaciuto prendere in bocca un cazzo fresco di culo: è una questione igenica. Qualche troia più marcia ancora di me potrà pensarla diversamente, ma a me fa schifo, e anche con i clienti più danarosi evito di sottomettermi al cosiddetto gioco dell’ATM (Ass-to-Mouth)…
…Però Rolf minaccia di tirarmi il collo se non ubbidisco, e così mi faccio forza: in fondo quello che sto subendo è uno stupro ed è normale che sia costretta a fare qualcosa che in condizioni normali rifiuterei.
Storco il naso, apro la bocca e prendo fra le labbra la cappella che fino a un minuto prima mi stava svangando il retto.
Il glande è tutto ricoperto da una patina viscida e giallastra: so che è per lo più un miscuglio di sperma e olio idraulico, con un po’ di essudato anale e di sangue, ma mi fa schifo lo stesso.
Rolf mi strattona i capelli, e io comincio a succhiare mentre fantastico di come fargliela pagare.
Poi mi rendo conto di una cosa.
Ho ancora i polsi legati, ma cadendo dallo spago che mi legava all’uncino nel soffitto, mi sono ritrovata con le mani davanti invecie che dietro la schiena. L’energumeno che mi sta stuprando non ci ha dato peso perché secondo lui io sono solo una ricca sgualdrina, ma in realtà sono qualcosa di più: una sgualdrina addestrata a sciogliere i nodi.
Improvvisamente mi sento motivata a spompinare Rolf, e mi dedico alla fellatio ATM con un entusiasmo che non mi sarei mai immaginata; Rolf apprezza, smette di strattonarmi i capelli e si gode il pompino rovesciando la testa all’indietro e offrendomi un’opportunità che non avrei pensato di avere.
Torco i polsi a croce mentre spompino ad arte, e riesco a ragglingere con le dita i legacci di canapa. Peccato non avere le unghie (me le sono mangiate tutte studiando le carte dei fondali), però riesco rapidamente ad allentare le corde che mi serrano i polsi.
- Oohhh… - grugnisce il porco – Bravissima! Ci sai proprio fare con la bocca, troia! Tuo marito è davvero fortunato… Continua, continua così…
Io continuo a sgolinare, e intanto finisco di liberarmi le mani: è facile, ora che la corda non è più in tensione.
OK, ho le mani libere: e adesso? Come mi libero di un energumeno che pesa quattro volte me e ha probabilmente già deciso di sgozzarmi appena lo faccio sborrare di nuovo?
Beh, tanto per cominciare, posso staccargli il cazzo con un morso, visto che ce l’ho in bocca. Considerato che mi ha appena violentata, mi sembra anche abbastanza appropriato…
Smetto di sgolinare, serro le labbra alla base del pene, inspiro profondamente e poi di scatto affondo con forza i denti nella carne tenera del membro maschile.
Rolf caccia un urlo disumano mentre la bocca mi si riempie di colpo di sangue.
L’energumeno cerca di colpirmi la testa, ma da quella posizione e con il pene stretto nelle mie fauci non è facile: mi prendo un pugno sopra l’orecchio che mi intontisce un po’, ma non basta a farmi mollare la presa.
Stringo ancora di più i denti cercando di evirarlo completamente, ma è meno facile di quanto avessi immaginato: non sono davvero una pantera, anche se mi piace vedermi come tale, e i miei denti non sono fatti per lacerare la carne viva. Però riesco a mutilare malamente il mio carnefice, che continua a urlare come un pazzo e a buttare sangue come un porco sgozzato.
Rolf scalcia e mi prende al mento con una ginocchiata che rischia di stendermi; per fortuna il tipo è malfermo sulle gambe dopo il servizietto che gli ho rifilato, e riesco a mantenermi dritta sulle ginocchia.
Sputo la boccata di sangue che ho in bocca e mi libero anche della carne pendula e ormai inutile che avevo in gola, poi tendo le braccia e colpisco verso l’alto con tutte le mie forze per schiacciargli anche le palle.
In quella posizione il colpo non può essere fortissimo, e anche con tutto il karate degli ultimi anni riesco solo a fargli male e a strappargli un altro urlo da belva ferita a morte.
Adesso mi ammazzerà a botte, ma almeno mi sono tolta una soddisfazione: di sicuro l’energumeno non stuprerà più nessuno…
Evito un altro cazzotto menato scompostamente dall’alto in basso con un urlo rauco, poi mi getto con tutte le mie forze e il mio peso sulla sua cintola per sbilanciarlo all’indietro.
Lui è indebolito dal tremendo morso che gli ho inflitto alla base del pene e intontito dal dolore, ma non sono neanche io nell mie condizioni migliori… Per un istante il bestione vacilla cercando di mantenere l’equilibrio; poi riesco a farlo barcollare all’indietro.
Rolf arretra di un passo, poi incespica e cade all’indietro contro la parete con gli attrezzi pesanti.
Lo sento sbattere violentemente ed emettere un rantolo strozzato; poi quando rialzo lo sguardo vedo che Rolf è rimasto attaccato alla parete, con gli occhi sbarrati e le labbra tremanti da cui cola un filo di sangue.
Per un momento non capisco: mi fissa con uno sguardo spento, trema tutto come se avesse freddo, ma non fa un gesto nei miei confronti. Ha le braccia distese lungo i fianchi, come se non avesse neppure la forza di sollevarle, ma non cade neanche a terra.
Poi mi rendo conto di cosa è successo: cadendo all’indietro, Rolf ha sbattuto contro il rastrello che era appeso alla parete, e ci si è piantato sopra… L’energumeno ha almeno sei denti d’acciaio da dieci centimetri ciascuno conficcati nella schiena, ed è letteralmente inchiodato al muro: a giudicare da come sembra paralizzato, almeno un dente deve avergli leso la spina dorsale…
Mi alzo lentamente in piedi e mi avvicino al mio nemico per accertarmi delle sue condizioni. Sì, il coglione si è davvero impalato contro il muro: mi osserva stralunato, con un’espressione ebete di doloroso stupore sulla faccia. Butta sangue a fiotti dal pene mezzo reciso, e sanguina quasi altrettanto dalla schiena trafitta dai denti del rastrello, ma probabilmente ci metterà un bel pezzo a dissanguarsi completamente e visto che nessun organo vitale deve essere stato leso la sua agonia promette di essere piacevolmente lunga.
Bene. E’ il caso di dire che se lui mi ha rotto il culo, io gli ho rotto il cazzo…
Mi guardo intorno e trovo la mia borsa; tiro fuori l’iPhone e mando un sms a Eva, che risponde prontamente: è proprio lì fuori che mi sta cercando.
Apro la porta del garage e lei è proprio lì, con la pistola in una mano e una spranga di ferro nell’altra.
- Ho sentito le urla dall’interno e ho cercato qualcosa per aprire la saracinesca… – mi fa – Cazzo, Pat! Sei coperta di sangue…
In effetti sono davvero inzuppata: quando ho azzannato Rolf mi sono presa una serie di spruzzi di sangue che hanno fatto impallidire la sua eiaculazione. Ho la faccia, il petto e le ginocchia grondanti di sangue nerastro; per non parlare del casino che ho fra le gambe…
- Non ti preoccupare, non è mio – le faccio con tono rassicurante – Ma visto che non arrivavi, ho dovuto arrangiarmi.
Faccio entrare Eva nel garage e le mostro con orgoglio l’opera mia: uno stupratore alto quasi due metri appeso al muro e mezzo evirato a morsi.
Lei scuote la testa: - E io che mi preoccupavo per te… Guarda come hai ridotto questo poveraccio!
- Poveraccio? – faccio io disgustata – Questo stronzo mi ha violentata, e voleva anche tagliarmi la gola!
- E tu in cambio lo hai inchiodato al muro e castrato.
- Non l’ho castrato: l’ho evirato, e soltanto a metà…
Eva si china a controllare i genitali dell’energumeno morente e annuisce: - Hai ragione, le palle ce le ha ancora, anche se un po’ mosce… Il pisello però è ridotto davvero male. Che spreco, era un bel cazzo!
- Non male in effetti – concordo, finendo di pulirmi la faccia e le tette con uno straccio – Lo sapeva anche usare piuttosto bene: guarda come mi ha ridotto il culo!
Mi volto e le faccio vedere.
Eva ha un’esclamazione soffocata: - Pat! Ti ha sfondata…
- Mi ha anche riempita di sborra… Due volte di fila.
Vedo Eva che si illanguidisce tutta: la mia ragazza adora le mie torte alla crema, specie se appena sfornate… E a differenza di me non è schizzinosa circa il forno.
Mi giro verso Rolf e lo guardo in faccia: il tipo è perfettamente cosciente, anche se sta morendo, e mi guarda con gli occhi sgranati.
Si è accorto che Eva e io abbiamo parlato fluentemente in inglese e quindi ha capito che io ho seguito tutta la sua conversazione di poco prima con Susan. Poco male: non gli servirà a niente aver scoperto che non sono affatto una ricca sgualdrina qualsiasi…
Un rivoletto di sangue gli cola dall’angolo della bocca e a ogni sussulto del corpo sputa una boccata più abbondante; più in basso lo zampillo di sangue si è ridotto a un fiotto costante e nerastro. Quel che succede dietro alla sua schiena non lo so, e neanche mi interessa.
Quel che mi colpisce invece è lo stato semi-eretto del pene.
Mi aspettavo fosse flaccido dopo il trattamento che gli ho riservato poco prima, e invece è bello bazzotto… Erezione da morte violenta?
Hmmm…
OK, lo ammetto: sono ingrifata. Mi succede sempre quando ammazzo qualcuno, specie se dopo averci fatto sesso.
M’infilo il vestito mezzo strappato e me lo alliscio addosso alla meno peggio: per fortuna è notte e probabilmente nessuno si accorgerà del mio stato indecente fra qui e la Serenissima… Almeno spero.
- Di lui cosa ne facciamo? – mi fa Eva dopo aver controllato in giro – Non possiamo mica lasciarlo così e rischiare che qualcuno lo trovi ancora vivo dopo quello che gli hai fatto…
Sorvolo sul chiaro accenno di disapprovazione della mia ragazza per i miei metodi spicci e osservo: - Non credo ne abbia per molto, al ritmo con cui si sta dissanguando. Comunque per la cronaca è stato un incidente: io l’ho solo spinto lontano da me e l’imbecille è caduto da solo sul rastrello.
- …Dopo averlo evirato – conclude Eva con un sorrisetto – Decisamente con te i maschi non hanno molta fortuna, vero?
Sospiro: - Né io con loro, se è per questo. L’esemplare che hai davanti per esempio, era discreto; peccato sia finita così!
Torno ad osservare l’organo sessuale che ho quasi staccato, e che è sorprendentemente eretto: - Anzi, a pensarci bene…
Mi piego e lo prendo in mano: - …A me non piace lasciare le cose a metà. Sai cosa ti dico? Visto che avevo cominciato, tanto vale finire!
Inbocco la verga tesa e sussultante del moribondo e gli do una bella succhiata, evitando di arrivare con le labbra alla ferita che gli ho inferto in precedenza.
- Hmmm… - bofonchio, piegata in due – Non male, per un condannato a morte. Un buon cazzo rimane tale fino all’ultimo.
Eva mi guarda disgustata: - Pat, ma cosa ti viene in mente? Fai proprio schifo!
- Non fare la santarellina – rispondo, senza smettere di succhiare – Tu stai smaniando di leccarmi il culo, ammettilo!
Eva arrossisce solo un po’. Poi sospira, mette via la pistola e si inginocchia alle mie spalle. La sento che mi solleva il vestito sui fianchi, poi mi accarezza le chiappe aprendole quqnto basta e sospira di nuovo osservando le mie intimità violate.
- Cazzo, quanto mi piace quando sei usata di fresco…
Un istante dopo sento il calore umido della sua lingua sul buco slabbrato da cui mi cola ancora lo sperma del moribondo.
Eva si sta gustando la mia torta al cioccolato.

Rolf emette un rantolo più forte degi altri quando lo trascino oltre l’orgasmo, e mi rendo conto che per lui debba essere più uno strazio che un piacere; ma a me non frega un cazzo, e comunque riesco a spremergli qualche goccia di seme dai testicoli morenti e a mandarla giù.
Pochi secondi ancora, e Eva mi strappa un mini climax smucinandomi il clito mentre mi succhia il buchetto rotto in cerca di altro succo di uomo: emetto un bramito di piacere, scodinzolo contenta come una cagnetta appena soddisfatta, e mi sollevo in piedi.
Rolf ormai è pallidissimo, e la pozza di sangue ai suoi piedi continua ad allargarsi rapidamente: le gambe gli hanno ceduto dopo l’ultimo orgasmo, e ormai rimane dritto solo perché appeso ai denti del rastrello, che devono avergli lacerato la schiena e probabilmente anche i polmoni a giudicare dallo strano rumore e dal sibilo che gli esce dalla bocca.
Lo guardo negli occhi vitrei e scuoto la testa: - Questo ormai è andato. Direi che è ora di fare un po’ di pulizia e di sparire.
Eva prende lo straccio con cui mi ero pulita prima dal sangue di Rolf e lo usa per ripulirgli il cazzo ormai spento: meglio evitare che gli trovino il mio DNA addosso.
Un sibilo esce ancora dalla bocca di Rolf quando apriamo di nuovo la saracinesca per uscire, ma tanto per lui è finita… Vorrà dire che creperà da solo e al buio.
Ci chiudiamo la saracinesca alle spalle, poi ci allontaniamo velocemente: io verso la Serenissima e Eva verso il cortile della mia ammucchiata del pomeriggio, per recuperare le mie mutandine sporche.
In fondo lei è “Mantide 2”, e l’anzianità varrà pure qualcosa, no?
scritto il
2018-05-03
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