Accolto

di
genere
dominazione

Mi sono spesso interrogato su cosa provassi nel trovarti nuda,
esposta, legata al letto;
mi sono chiesto come ti sentissi a rinunciare consegnando a me la tua libertà di scelta.
Ma sbagliavo nel pormi i termini della domanda, non era la libertà di scelta alla quale rinunciavi, non era neppure libertà e basta, sceglievi e soltanto al contrario.
Sceglievi di di osservarmi anche se i tuoi occhi erano coperti da una benda, anche se non potevi vedermi con i capelli calati sul volto, osservato da te, attraverso la tua pelle, attraverso il tuo corpo esposto, i tuoi seni mostrati, il tuo sesso aperto.
Studiato, nella mia curiosità di saggiarti, nel mio desiderio mostrato e spogliato da ogni convenzione sociale, nelle mie carezze impudiche, nei miei colpi, nei segni del cordame ritorto...
Svelato a te nel mio reagire ad ogni tuo grido strozzato, gemito, supplica, cambio di respiro, fremito, movimento involontario, intima liquefazione....
La mia fame di te libera di percorrerti, mostrava molto di più di quanto i tuoi occhi allora avrebbero potuto mostrare, o le parole descrivere.
Ed allora il mio abbraccio finale, il mio accoglierti tra le braccia, era infine un essere io accolto da te, ed allora la risposta potrebbe essere questa: rinunci a qualcosa di te per permettermi di rinunciare a qualcosa di me, il sottile confine tra il dominare e l'essere dominati, il territorio dove le definizioni perdono importanza, dove mi sento ...accolto.
scritto il
2018-05-05
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