Vittorio
di
mitana
genere
masturbazione
Vedere mia madre girare nuda per casa era abituale al punto che avendola vista da quando ero nato non ci facevo piu' caso e la guardavo senza malizia da parte mia e senza imbarazzo da parte sua. In seguito mi sono reso conto che il suo era esibizionismo puro e spiegabile per il fatto che non avendo un marito che ogni giorno la concupisse si accontentava del mio sguardo curioso di bambino immaginandomi uomo e maschio. Le parole che mi diceva mentre lavandomi mi scapocchiava il cazzettino ancora piccolo ed informe denunciavano proprio questo bisogno di un uomo che le facesse stringere tra le mani un cazzo duro al punto giusto. Con mia madre giocavo a fare l'ometto di casa e spesso mi trascinava sulla sua pancia e mettendomi in bocca una tetta che mi soffocava mi chiedeva di succhiare. Giocavo con lei pur non provando un eccessivo piacere ma visto che lei ne era contenta lo ero anche io. A volte mi lasciava a meta' gioco e si rifugiava in bagno da dove la sentivo gemere, forse stava male. Spesso venivano a trovarci lo zio Ettore o Totonno il ciabattino di famiglia o Vittorio un ex socio di mio padre oppure Giovanni il colono e siccome doveva parlare di cose serie mi metteva a letto mentre lei intratteneva gli amici in cucina. Erano amici miei e li aspettavo con ansia perche' mi portavano sempre qualche dolcetto. Mi volevano bene, sentivo che mi volevano bene e sono sicuro che ne volevano anche a mia madre. Crescevo appunto in questo clima felice di amore fino a che non compresi di che genere d'amore si trattasse. Avro' avuto quindici anni e frequentavo le superiori dove correvo senza risultato dietro le gonnelle e per svuotare i coglioni pieni giornalmente mi nascondevo in bagno e li davo dentro di manovella. Avevo eletto mia madre la Musa ispiratrice delle seghe giornaliere anche perche' continuava a farmi ammirare la bella fica pelosa o il culo rotondo mentre scioglieva i sali nella vasca da bagno. Avevo deciso che avrei sposato una donna che le somigliasse, tette prosperose culo sodo e cosce muscolose oltre ad un folto bosco peloso a difesa di una fica profumata. Una sera era a cena con noi Vittorio, il vecchio socio di papa' prima che morisse. Spesso si fermava con noi a cena poi ci salutava, mamma mi metteva a letto quindi tornava in cucina per finire le faccende di casa e mi raggiungeva quando ero gia' addormentato. Quella sera Vittorio ci saluto' scese le scale sentimmo il portone aprirsi quindi richiudersi con un tonfo. Mamma mi disse di spegnere la luce e di mettermi a letto che lei andava in bagno e poi mi avrebbe raggiunto. Quando spensi l'interruttore in cima alle scale diedi per caso un'occhiata giu' verso il portone e vidi alla luce della brace di una sigaretta la pelle lucida della capocchia di un cazzo in tiro. Vidi nettamente la mano che lo scapocchiava e che lo spingeva verso un'immaginaria fica o buco di culo. Dopo il primo sbigottimento mi resi conto che Vittorio stava preparando l'attrezzo per fottere mia madre. Ci rimasi male e per un attimo lo odiai. Avessi potuto gli avrei lanciato addosso qualcosa che lo uccidesse. A passo lento mi diressi verso il letto mentre sentivo lo sroscio dell'acqua nel bide', la troia stava preparando la fica per l'amico. Mi misi a letto cogli occhi gonfi ed il cuore pieno di odio. Mia madre con indosso la sola camicia da notte e sotto evidentemente nuda al punto che quando mi rimbocco' le coperte il seno tracimo' dalla scollatura. Dicendomi porcello cosa guardi me lo strofino' sul viso e quando glielo baciai lo spinse contro la bocca facendomi mancare il fiato. Lo faceva spesso mentre mi annunciava che aveva da fare in cucina e mi raccomandava di addormentarmi senza aspettarla. In quel momento mi accorsi che in fondo mia madre era anche una donna e che donna, colle poppe prosperose e seguendola collo sguardo mentre sculettando usciva dalla camera mi accorsi del bel culo rotondo e delle gambe perfette. Avessi potuto le sarei saltato addosso ed obbligata ad amarmi. Non aveva ancora chiusa la porta che in punta di piedi mi accostai agli stipiti e da alcune brecce nel muro riuscii a vedere lei che trascinava in mezzo alla cucina una vecchia madia del pane dalla quale trasse una coperta ed un cuscino che dispose sul coperchio e preparo' cosi un'alcova. Vittorio era in piedi dietro di lei e coi pantaloni alle caviglia smanettava un cazzo curvo verso destra e scuro da parere nero e con una grossa cappella violacea. Uno strano senso di invidia, desiderai trovarmi al posto suo e quando vidi mia madre inginocchiata spompinare beata quel cazzo stupendo mi sborrai addosso senza toccarmi. Dio che libidine vedere la propria madre mentre succhia un bel cazzo eretto. Un cazzo non di famiglia un cazzo estraneo un cazzo che a quanto pareva le dava tanto piacere. Schioccava le labbra e le brillava lo sguardo che volgeva verso il suo amante che a sua volta le teneva la testa e le affondava con dolcezza il cazzo in bocca. Erano belli da vedere, sembravano la statua dell'amore. Il cazzo era enorme e mia madre si mise a faccia in giu' sul letto mentre il nostro amico le apri le chiappe e la chiavo' alla pecorina. Mamma volgeva indietro due occhi simili a quelli della vacca che implora il carnefice che sta per immolarla. E Vittorio la immolava con decisi affondi che facevano traballare la madia. Infine le prese i fianchi e si irrigidi' dentro il suo corpo mentre lei gridava di spingere di piu'. Restarono fermi per lungo tempo e si staccarono solo quando vidi il cazzo gocciolante scivolare fuori dal buco che aveva otturato. Mamma torno' ad inginocchiarsi e puli' colla lingua quel cazzo meraviglioso ormai senza nerbo. Si vedeva quanto piacere ne provasse e piaceva anche a Vittorio. E piaceva anche a me e mi dimenticai di odiare quell'uomo. In fondo dava solo piacere a mia madre. E vidi mia madre sotto un'altra luce, ben diversa da quella sotto cui l'aveva vista finallora e colla mente tornai indietro e capii che ogni volta che mi metteva a letto e tornava in cucina era perche' li c'era qualcuno che le avrebbe grattato dove le prudeva. D'altronde non aveva un marito cui render conto e ben faceva a trovare cosi il suo piacere. E capii anche perche' si faceva ammirare nuda prima di raggiungere un evemtuale amante, forse sperava che le esprimessi il mio giudizio prima di mostrarsi ad un estraneo. Vittorio si era seduto sulla sponda dell'alcova e mia madre giocava col cazzo che piano piano riprese vigore e gli torno' duro come prima. Mamma gli si sedette sulle gambe e davanti al buco dove ero nascosto apri' le gambe e mostro' le pareti interne della fica. Non avevo mai visto la fica di mamma cosi spalancata e quando vidi la grossa capocchia entrare tra le grandi labbra gonfie ed il grilletto eretto con due manovelle sborrai di nuovo. Esausto e sfinito tornai a letto mentre Vittorio teneva mia madre impalata sul cazzo. Mi addormentai subito ne' mi accorsi quando mia madre mi raggiunse. Da quella volta ho assistito praticamente a tutti gli incontri di mia madre fino a che lei mi scopri' e mi fece una lavata di testa che mai dimentichero'.
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