Terry e due uomini

di
genere
etero

Sto tornando a casa per le vacanze di Natale dopo cinque di assenza e mi sento deliziosamente soddisfatta ed appagata avendo fatto un buon percorso per realizzarmi come donna tout court. Ho deciso di fare il viaggio in treno perché ho tutto il tempo per affrontare le ore di viaggio, per rilassarmi ed affondare nei ricordi.
Sono anni che non uso il treno per i miei spostamenti, utilizzarlo questa volta mi fa tornare indietro nel tempo quando era una ragazzina pendolare, impacciata e goffa. Avevo scelto il liceo scientifico perché mi attiravano le materie di quel percorso di studi ed avevo anche una predilezione per la matematica; ero la secchiona della classe e come tale ero ricercata da tutti per passare i compiti Per i ragazzi non esistevo e non ero in competizione con le ragazze, perciò quando Nicola cominciò a corteggiarmi nessuno se ne accorse, in fondo, lui era il mio alter ego. La nostra coppia, io Terry e lui Nicola, era vissuta per tutti gli anni del liceo in una specie di limbo e terminata la scuola ci lasciammo senza rimpianti come se fosse una cosa naturale. In fondo i nostri legami erano superficiali e non coinvolgenti ed il sesso lo avevamo fatto quasi sempre in maniera infantile anche perché Nicola oltre a non avere esperienza e fantasia era anche un mini dotato. Con questo background maturato mi avventurai da cieca incosciente in una sfida globale: scelsi per gli studi universitari la prestigiosa Università della Sorbonne2 di Parigi e scelsi anche Parigi come città per istinto e per attrazione. L’impatto con quel mondo nuovo e completamente a me sconosciuto mi provocò uno shock devastante al quale però risposi in modo altrettanto rapido e sconvolgente. La ragazza imbranata ben presto si era dileguata ed al suo posto c’era una giovane spigliata, intraprendente e attraente, stavo imparando ad essere glamour e soprattutto una giovane donna che aveva tanta voglia di vivere. Osman lo incontrai in uno dei corridoio della facoltà, lui era un senior ed io la novizia subito fulminata dal suo sguardo penetrante, dai suoi occhi grigi, dalla pelle olivastra, dal filo di barba “faux négligé”, dalle spalle larghe, dai jeans attillati che fasciavano un bel paio di cosce lunghe. “Ciao io mi chiamo Osman sono di Smirne, frequento il terzo anno della facoltà di economia e risorse umane e tu ?”, il suo abbordaggio rapido e diretto mi aveva spiazzata ma gli risposi sicura: “ho appena iniziato il corso di Ingénierie financière e sto cercando di orientarmi e trovare la giusta collocazione” “cosa devi fare adesso?”, “devo consegnare questi documenti in segreteria, poi vorrei trovare casa”, “dammeli a me che ci penso io farti saltare la coda poi andiamo a fare colazione e infine troviamo casa. Ti va?”. Avevamo comprato una baguette farcita, una coca cola ed una birra, dei dolcetti, due bottigliette mignon di wisky e Grand Marnier. Seduti su una panchina in un parco vicino alla facoltà dividemmo la baguette e cominciammo a conoscerci. Osman si alzò e mentre si ripuliva delle briciole mi disse “devo andare ma dammi il tuo numero di telefono”, “perché?, “come perché! altrimenti come ti ricontatto!? Non credere che sia finita qui matricola!”. Il suo viso si aprì in un largo e smagliante sorriso mentre mi tirava su. Era passata una settimana e non avevo più avuto notizie di Osman e quindi consideravo la storia finita prima di cominciare. Quella mattina stavo uscendo dalla facoltà e parlavo a telefono con l’agenzia immobiliare quando andai a sbattere contro Osman; “Terry?! finalmente ti ritrovo !! avevo scritto male il tuo numero di telefono, sono venuto più di una volta in facoltà a cercarti e non sono mai riuscito a trovarti, pensavo di averti persa”. Mi attirò a sé per un abbraccio stronca respiro. Insieme andammo a ritirare le chiavi del mio nuovo appartamentino, insieme facemmo gli acquisti per rifornire il frigorifero e per le mini pulizie generali, insieme entrammo in casa, insieme la scoprimmo e ne pigliammo possesso. Avevamo pulito, sistemato, cucinato, mangiato, giocato, riso ed ora fianco a fianco eravamo distesi sul letto. Lui si girò verso di me, sentii i sui sguardi fissi sul mio corpo mentre la sua mano stringeva la mia, “Osman prima di tutto devo dirti che io ho avuto un solo ragazzo e non ho quasi nessuna esperienza, sii paziente e dolce con me ti prego”. Il largo palmo della sua mano si posò sul mio viso e lo girò verso di sé, i suoi fantastici occhi mi guardavano con tenerezza, mi sentii sicura e mi affidai a lui. Le sue dita rapide si infilarono sotto la mia maglietta e la sfilarono, non portavo il reggiseno e il suo respiro si fece roco quando vide le mie mammelle tonde, sode e piene. Mi attirò a sé finché i nostri corpi non si toccarono, il suo respiro caldo mi colpiva il viso e mi piaceva; le mani racchiudevano il mio volto mentre le sue lunghe dita affusolate si infilavano tra i capelli scompigliandoli e massaggiando dolcemente la mia testa. Osman stava prendendo possesso di me ed io non opponevo resistenza anzi lo volevo. Sentii una sua mano scivolare lungo il collo e raggiungere il seno, mi spostai di quel tanto in modo che le dita raggiungessero il mio capezzolo, lo sfioravano, lo toccavano, lo stringevano, lo titillavano; io mi eccitavo. Mi staccai da lui e mi misi supina, mi denudò e si mise a cavalcioni sul mio ventre, nelle sue mani erano racchiuse entrambe le mammelle, le stringeva piano, con forza, dolcemente, con violenza, le sferzava, le leccava; i miei capezzoli erano turgidi e pronti ad esplodere ma lui non li toccò se non con la lingua per massaggi delicati e sensuali, li serrò poi fra i suoi denti : ebbi un fremito profondo, prima la lingua fingeva di spingerli fuori poi ritirandosi venivano risucchiati con forza quasi bruta. “Ahi! Ahiiiii!” mi affannai a sospirare ma lui continuò confortato dal mio piacere, il mio corpo era teso ed irrequieto, le gambe sfregavano l’una contro l’altra; la sua lingua umida scese fino all’ombelico e si infilò al suo interno rapida, il solletico ed il piacere mi fecero esplodere in grido soffocato “NOooo!!”. Allora lui cominciò ad addentarne i bordi mentre le dita della mano scendevano lungo le labbra della mia vagina. Slargai le gambe in cerca del godimento finale. Osam sentì che ero pronta e si avventò sulla mia vulva, aprì le grandi labbra, le leccò e le morse forte, il mio clitoride era duro e gonfio pronto ad esplodere ma lui mi sussurrò: “tu godrai quando voglio io!!”. Mi sgrillettò con vigore poi strinse forte il clitoride fra le sue labbra succhiandolo. “AHHHH!!!Ahhh!!! Ahhh!! “ fu il mio sospiro lamentoso, lo mollò per non farmi venire, “sei bastardo e crudele ”questa volta il mio grido fu forte perché enorme era il desiderio di esplodere ma lui continuò a lavorarmi e massacrarmi la figa mentre io mi sbattevo come una farfalla impazzita fin quando non si decise di togliersi lo slip e liberare il suo uccello duro, lungo e largo. Si erse in ginocchio sul letto, si posizionò fra le mie gambe aperte, lubrificò con la sua saliva ed i miei umori vaginali il suo membro, lo fissavo e ne ero attratta: lo volevo; aprii del tutto le gambe e mi offrii, lui puntò il cazzo e si lascio cadere su di me. SIiiiiiiiiiiii!!!!!! Il mio grido di piacere liberatorio prevalse su quello di dolore: adesso mi sentivo davvero sverginata e donna!. Mi penetrava con colpi decisi e lunghi, si fermava dentro di me facendomi sentire tutto il suo membro nell’utero, lo tirava fuori lo faceva scivolare sulla labbra della vagina e sul clitoride per poi fiondarsi di nuovo all’interno; il suo cazzo mi riempiva tutta, lo sentivo scivolare dentro di me urtando contro le pareti uterine con cariche che mi lasciavano dolorante ma eccitata, lo volevo, le cercavo e lui instancabile non si risparmiava. Era bello il suo pene lungo e grosso, con la pelle scura ed il glande rosa, lo scroto raccoglieva due testicoli gonfi. Ero affascinata. Quando si fiondava su di me con tutto il suo impeto non mi tiravo indietro ma mi offrivo tutta cingendogli i fianchi con le mie gambe lunghe e snelle. Lui gradiva quella posizione e si imbufaliva di brutto piazzandomi dei colpi devastanti. Ora percepivo che la sua eccitazione era al culmine, mi strinse a sé, sprofondò il viso nel mio seno e sentii che il suo membro scaricava dentro di me fiotti di sperma mentre i miei muscoli vaginali si contraevano per un altro fantastico orgasmo. Eravamo letteralmente sfiniti. Il suo corpo sudato era abbandonato su di me e mi piaceva quella posizione: il guerriero, il cavaliere, il dominus sfinito trovava ristoro sul mio corpo, mentre la sua asta ancora infissa dentro di me lentamente si ripiegava Con un movimento rapido i nostri corpi si ribaltarono, ora era io trovarmi su di lui con ancora il suo membro barzotto in me che custodivo come se fosse diventato parte di me . Le mie mani scivolavano leggere sul suo petto, sentivo la peluria solleticarmi le dita, mi chinavo su di lui e baciavo le sua labbra asciutte che bagnavo con la mia lingua, mentre lui giocava con le mie mammelle, strofinando i miei capezzoli ancora nuovamente inturgiditi tanto da farmi male e così mi lasciai andare su di lui che mi accolse cingendomi con le sue lunghe braccia. “Mi hai completamente svuotato Terry”, “è il giusto contrappasso al tuo “godrai quando voglio io!!- e poi tu splendido mio giannizzero hai liberato il mio eros, volevo da te tutto e di più, ho accettato sia il male che ho provato per il tuo enorme cazzo sia il piacere che mi hai dato”, ” non credo che sia enorme ma certamente non è piccolo” disse sorridendo e compiaciuto; “tu sei stato il mio principe azzurro che con una scopata mi hai risvegliata”, “una scopata?!! ma la favola non finisce con una sola scopata!”. Il bacio fu lungo, dolce ed appassionato, la mia lingua timida accolse la sua prepotente e turgida che aveva preso possesso della mia bocca ma presto si lasciò vincere dalla mia che aveva iniziato un’accattivante danza. I nostri corpi avevano ripreso a vibrare tanto da far fremere ancora la mia vagina in cerca di un ulteriore ristoro. Il segnale o meglio la richiesta non rimase senza risposta. Il barzotto diede decisi colpi di rinascita e ben presto si rese disponibile al successivo attacco. Osman si alzò ed il suo pene uscì dalla mia vagina ed io mi sentii vedova ma esaudii il suo desiderio così mi accinsi con cura a leccare e ripulire il suo bastone. Era il mio primo pompino quindi inesperta e, in verità, anche un poco disgustata; Osman prese il mio viso tra le sue mani e con dolcezza mi disse: seguimi e scoprirai un piacere nuovo. Il suo cazzo ancora floscio me lo infilò in bocca, le sua mani afferrarono la mia testa e la guidavano in un piacevole “avanti-indietro”, ad ogni movimento lui spingeva sempre più in fondo ed io rispondevo con conati di vomito, non riuscivo a trovare la sintonia fra le sue spinte ed il mio respiro. Il montante piacere, però, mi fece trovare la soluzione ed ora lo ricevevo sempre meglio e sempre più in fondo; fra me e Osman si era creata la giusta sintonia e lui si lasciò andare mentre io lo assecondavo. Il suo crescente affanno ed i suoi rauchi respiri mi eccitavano, il mio piacere cresceva con il crescere della sua eccitazione, il suo cazzo era ormai duro, la pelle dello scroto si era completamente ritirata e teneva stretti i suoi testicoli, le mie dita e le mie unghie carezzavano e graffiavano il suo corpo e i suoi capezzoli, i suoi muscoli erano tesi, i suo testicoli erano di nuovo gonfi e lui godeva in maniera diversa dalla precedente. Prima era stato lui a gestire il nostro piacere ora invece provava piacere per come io gestivo il piacere che lui provava. Il suo corpo era umido per il sudore e l’afrore che percepivo mi stava preparando ad un nuovo orgasmo. Lui prese dei cuscini e li mise sotto il mio collo in modo che la testa si ribaltasse più indietro, adesso spingeva sempre più forte mentre io mi irrigidivo e lo respingevo, allora si chinò verso di me e mi sussurrò, quasi recitasse una preghiera, “non così ti prego, rilassati, non irrigidirti, accoglimi, prendilo e lasciami passare. Terry provaci!”. Mi serrò le narici e ora dovevo respirare con la bocca, volevo provarci e ci provai, lo sentii scendere piano piano oltre la gola: era una sensazione completamente nuova e mi masturbai sgrillettandomi con forsennata passione ed in questo stato altamente arrapata ebbi un altro orgasmo. Sentii il suo sperma scendermi oltre la gola e poi altri fiotti riempirmi la bocca, volevo rimetterlo ma lui mi pose una mano sulle labbra dicendomi: “è mio ma ora è tutto tuo”. La relazione con Osnam fu fantastica e travolgente perché oltre ad una magnifica sintonia sessuale avevamo molte altre cose in comune; ancora oggi, quelle volte che ci incontriamo per le strade di Parigi o in qualche luogo di lavoro comune , è sempre un’ esplosione di piacere. Quando mi ripresi da questi ricordi mi accorsi che il treno era già arrivato a Lyon.
Terry & Adrien.
“Posso accomodarmi se c’è un posto libero?” La domanda mi venne fatta in modo estremamente garbata da un giovane uomo meticcio alla quale risposi affermativamente. Sistemato il bagaglio nella cassettiera poggiò il laptop sulla mensola e lo pose in funzione. I nostri sguardi si incontrarono e per qualche attimo ci scrutammo, con un franco sorriso mise in mostra una ghiera di denti bianchi allineati perfettamente; “se permette mi vorrei presentare mi chiamo Adrien”,
”Io Terry piacere di conoscerla, sono italiana ma vivo a Parigi”,
“anch’io vivo a Parigi sono francese della Guadalupa”. Dopo le presentazioni il dialogo si esaurì ed entrambi ci dedicammo a nostri interessi fino a Milano. Il treno arrivò in perfetto orario, il viaggio era terminato e Adrien mi aiutò scendere dalla vettura e mi passò il bagaglio; nel salutarmi mi diede, insieme ad un altro bel sorriso, il suo biglietto da visita: “chissà potremmo anche rivederci un giorno non crede?” “Chissà forse!, lo salutai maliziosa”.
La vacanza di Natale era passata in allegria avendo ritrovato i vecchi colori e sapori della mia infanzia, il calore della casa genitoriale mi aveva rigenerata. Mi stavo preparando per il veglione di Capodanno ma in paese non c’erano grandi preparativi ed io volevo iniziare il nuovo anno con i botti. OPS!! guardando e riguardando… trovai il biglietto da visita di Adrien… Rue du Faubourg Saint-Antoine 113 - Paris. Il mio compagno di viaggio chissà dove era , era rientrato a Parigi o era ancora in Italia? ma dove?, sfacciata ed impertinente presi il telefono e chiamai. “Adrien?” “Oui c’est moi! À qui je parle?” “Sono Terry la sua compagna di viaggio da Lyon a Milano”, un attimo di silenzio e forse di smarrimento ma poi ecco: “Oh Nooooo! Ma sei proprio tu? Davveeero?”, “certo che sono io, Adrien è tanto impossibile che possa essere veramente io?”, “Noo.. e che non credevo che tu ti potessi ricordare di me”, “tu dove sei adesso?” “Solo e abbandonato in un paese vicino Milano, nel residence saremo 4/5 persone più il personale di servizio”, “esagerato! non sei in un deserto vai a Milano che c’è vita!”, “ma sono senza macchina mi posso muovere solo in taxi” “allora visto che c’è ancora aria di Natale ed io che sono una brava missionaria farò un opera buona: prima o poi verrò a trovarti”, “ Terry meglio prima, molto prima che poi chissà quando”, “Va bene piagnone hai toccato le corde del mio generoso cuore e quanto prima non sarai più solo a patto però che tu mi prometti – Giurin Giurello – di organizzarmi una vacanza alla Guadalupa”, “ Angelo mio ti porto alla Guadalupa e se vuoi anche in culo ai lupi – juré craché – “ cosa?” “ giurinno giurelò” al 30 dicembre. Guardai su internet, cercai e trovai come e dove passare il fine d’anno poi preparai la mia valigetta e salii su dai miei, li misi al corrente dei miei programmi e gli augurai buon anno. Andai al negozio di mio fratello, feci un po’ di teatro e riuscii a farmi prestare la macchinina abbandonata in cascina; cominciai a sentirmi euforica. Ero pronta ad incontrare Adrien, incrociai le dita e feci gli scongiuri perché il programma non finisse in un flop pazzesco. “Pronto sei tu Adrien il francese?” ““Oui c’est moi! À qui je parle?” “Vai al bar di fronte” “ Ma tu chi sei ? al bar? Quale bar?Adesso?” “Si adesso anzi subito, troverai una sorpresa per te”, “C’est une blague? che cosa è uno scherzo?” “ sono il recepionist del residence Vai! E corri!! se te lo dico non sarà più una sorpresa”. Ero al bar che attendevo e lo vidi attraversare la strada con una faccia stranita, entrò guardandosi intorno e mi vide, venne verso di me con un sorriso smagliante: “Terry sei venuta davvero!. Mi strinse in un vigoroso abbraccio; quest’uomo di circa 1,90 atletico mi alzò come un fuscello anche se io, con i miei 1,75 e 58 di peso non lo ero. “ Perché mi hai fatto lo scherzo? e se non fossi venuto?” “ me ne sarei andata!” “ andata?!” “ certo, era il segno che io non ti interessavo” “Non..Non..Non...laisse moi comprendre, fammi capire…” “Vieni sediamoci Adrien,” “No andiamo da me anche di la c’è il bar. Tu mi fai uno scherzo io non vengo e tu saresti andata via veramente? Non capisco sono stupido?” “ Stupido? no assolutamente. Ti saresti comportato come un uomo poco curioso e poco avventuroso e con un uomo così non valeva la pena insistere”. “Terry non mi sembra vero che tu sei qui”, “ma come mai sei rimasto qui in questo periodo festivo e non sei tornato a Parigi?”, “Per lavoro. L’azienda di fatto è chiusa ma noi tecnici stiamo lavorando in modo da aggiornare i sistemi di produzione in modo da renderli operativi alla riapertura.” Guardavo Adrien era euforico come un bambino che aveva incontrato la fatina con i regali. “Vuoi salire da me?” “Certo! E dormo anche da te”. Si fermò di botto e mi guardò perplesso “C’est encore une blague?”
“ No resto con te per passare insieme il Capodanno”. Non mi sembrava convinto comunque entriamo: “Non è male l’alloggio dice chiudendo la porta, vieni poggia qui la valigetta”, mi cedette il passo ma sentii subito che le sue braccia mi cinturavano delicatamente i fianchi. “Adrien che intenzioni hai?” “Ohhh magnifiche! Stai sicura che sarà una fine d’anno che ce lo ricorderemo per tutta la vita anche quando saremo vecchi!” “Io e te vicini al camino con l’albero addobbato con palle colorate e scintillanti!!” “Siiiiiiiiiiiiiii! mi hai letto nel pensiero”. Ci lasciammo cadere sul letto baciandoci. La sua lingua si intrufolava nella mia bocca cercava, toccava, si attorcigliava alla mia; prendevo tra i denti il suo labbro inferiore bello e carnoso e lo mordevo con gusto ora dolcemente ora forte tanto da farlo soffrire di piacere. Ora lui mi leccava l’orecchio e lo mordeva senza pietà; la cosa mi arrapava molto. Stesa sul letto lo guardavo mentre si denudava; alto, atletico, senza un filo di grasso, un culo con due chiappe sode e perfette da premio e a me gli uomini con un bel culo mi attizzano da morire. Per non essere da meno tirai via la maglietta e misi in bella mostra le mie tette tonde, sode e piene. Slanciai su le mie gambe snelle, toniche e lunghe e buttai via anche il jeans: rimasi in tanga; avevo in mostra il mio bel culo che non avevo dato ancora a nessuno neanche ad Osnam che ci aveva sbavato sopra tanto. Il mio jeans cadde sulle spalle di Adrien che si girò mostrandomi il bel petto con muscoli ben delineati, non gonfiati e senza tartarughe, tra le gambe gli pendeva il ciondolone bello e dritto che copriva i testicoli, il glande roseo era coperto per metà dal prepuzio, la pelle dello scroto ben rilassata e distesa lasciava intravedere appena i due grossi testicoli.
Per un istante pensai ad Osman e feci il confronto dei ciondoli: di poco ma Adrien era vincente. Il fatto che fosse un meticcio quindi con una pelle color moka le sue caratteristiche etniche caraibiche erano più delicate . Lo guardavo ammirata: un uomo così fisicamente definito e maschio non nascondeva la sua aura di fanciullezza e di dolcezza. Osman e Adrien proprio diversi: uno un maschio deciso e virile l’altro un maschio disponibile e tenero. Ecco si avvicinava al letto e si distese al mio fianco; “sei bella e sexy Terry”, “davvero!! io non ci credo ma se per te lo sono mi sento lusingata”.
Con un balzo gli fui addosso mi stesi su di lui e cominciai a baciarlo ancora, sentivo a sua lingua arretrare allora la mia fu libera di roteare nella sua bocca; mordevo ancora le sue labbra carnose perché invitanti e ripresi a succhiarle avidamente e le mordevo quel tanto da farle fortemente arrossare. I suoi capezzoli erano belli, turgidi e glieli accarezzavo, le mie mani sulla su sua pelle setosa scivolavano leggere, le unghie correvano lungo il petto e le gambe fino allo scroto, mugolava e lo provocavo sempre di più perché lo volevo eccitato arrapato, non cercavo il solito belloccio dotato che mi avrebbe dato il minimo sindacale, da Adrien volevo il meglio e la mia intuizione mi diceva che ne aveva tanto. A cavalcioni andavo avanti ed indietro strisciando con la mia vulva sulla pancia e sul petto, gliela portavo quasi alla bocca, gliela facevo annusare ma subito mi ritraevo, desideravo che se la conquistasse anche duramente. Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai: “da te voglio il massimo, dammi tutto quello che hai senza limitarti perché hai molto da darmi e lo voglio tutto”. Con un impeto inaspettato mi rovesciò e mi cadde addosso, si avventò sulla mia bocca e cominciò a succhiarmi la lingua e le labbra, faceva alle mie labbra quello che avevo fatto alle sue ma con più forza. Era l’ Adrien che volevo. Le sue mani mi stringevano le mammelle fino farmi gridare basta!!! Ma lui non si fermava, le punte dell’indice e del medio mi stritolavano un capezzolo tanto da farmi piangere mentre la vagina si bagnava dei miei umori. Sentivo il desiderio dell’orgasmo ma non riuscivo ancora ad averlo e questo mi faceva soffrire ancora più dei suoi pizzichi sulla pancia, dei morsi all’ombelico, degli schiaffi ripetuti ai capezzoli. Sentivo le sue dita che allargano le grandi labbra della vagina, mentre la sua lingua cerca il clitoride e come lo toccò lanciai un grido: “Vengo!!!”. Quell’orgasmo clitorideo mi aveva svuotato ma aveva lasciato la vulva piena dei liquidi lubrificanti e grazie ai quali il membro di Adrien scivolò senza ostacoli e senza freni arrivando al fondo dell’utero; ebbi un sussulto per il colpo ricevuto. “Adesso ti faccio godere di nuovo, te l’affondo tutto dentro, tutto, tuttooo!! ti monto come una bestia in calore”. Come niente mi alzò le gambe con le sue forte braccia e me le tenne slargate, la mia figa era a sua disposizione, poggiò il glande tra le labbra e spinse il cazzo duro senza fermarsi. “Si lo sento!! aprimi e sfondami, ho tutto l’utero pieno del tuo cazzo,”, “devi gridare che lo vuoi, voglio sentirti, mi devi pregare, dimmi che lo vuoi ancora, sempre e tutto, dimmi sfondamiiiii!”. Non rallentava i colpi e cominciai a lamentarmi sempre di più per il dolore che provavo; era infoiato da fare paura. “Dai fammi sentire come ti lamenti, ti voglio sentire gridare, dimmi che non lo vuoi, dilloooo!! Dimmi basta dillooooo!!”. Sentivo che stavo per venire ancora, liberai le gambe dalla sua presa e gliele strinsi ai fianchi, la vagina mi si contrava; Adrien pronto a venire mi stava pompando in preda alla sua eccitazione, usciva ed entrava ripetutamente infierendo sul mio utero, il suo viso si è sfigurato per la tensione, eravamo entrambi in un bagno di sudore. “Sono pronta…Adrien sono pronta vieni e riempimi, vieni amore mio vieni insieme a me!!”, “Si,Siiiiiiiiiiiii eccomi Terry, eccomi Ahhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!.” Quanto sperma abbia eiaculato il mio Adrien non riuscivo ad immaginarlo ma sentivo che colava verso l’esterno anche se lui era ancora dentro con il suo pene duro. Non avevamo parole perché non c’erano parole per descrivere quello che avevamo fatto: sesso, sesso, sesso sia per dar piacere al partner ma soprattutto per godere noi stessi. Aveva ragione Adrien non avremmo dimenticato. . Distesi sul letto avevo freddo allora mi girai verso Adrien: “amore vogliamo farci un altro giro oppure ci buttiamo in una vasca con acqua bollente?.” Lui ebbe un attimo di smarrimento, avrebbe voluto ma sapeva di non aver completato la ricarica; “vieni Adrien un bagno caldo farà bene ad entrambi”. Effettivamente quel bagno caldo ci aveva veramente ristorato, avevamo ripreso forza e avevamo fame. Gironzolammo in macchina alla ricerca di un ristorante, una tavola calda una, taverna un posto insomma dove acquietare la fame; il giro fu lungo ma alla fina la scelta fu soddisfacente. “Torniamo a casa Terry?” “ho tutte le parti basse dolenti eufemisticamente parlando, meglio dovrei dire mi fanno male, “vedrai che ti passa tutto, bisogna battere il chiodo quando è caldo si dice così in italiano Terry?” No!! ma Non è questione di chiodo e che la pentola è tutta ammaccata”, “Ohhh!! Allora bisogna essere dolci e delicati per sistemarla”. Il suo sorriso disarmante mi convinse a tornare al residence. Eravamo veramente stanchi nudi ci sdraiammo sul letto sullo stesso fianco, la mia schiena appoggiata al suo petto, entrambi con le gambe piegate, Adrien tirò su il piumone, mi piazzai il suo pene tra le natiche, lui allungò le braccia quel tanto da poter tenere con entrambe le mane le mie mammelle. Il sonno ci aggredì all’improvviso il 31 dicembre. Mi svegliai ancora intontita Adrien non c’era, andai in bagno mi feci una salutare doccia tiepida, quando uscii dal bagno lo trovai indaffarato a preparare la colazione – dolce Adrien! – si girò verso di me, mi guardò fisso e poi esclamò “ mais tu es vraiment un canon!!”
mi venne da ridere “ io! una strafiga? Adrien ma tu hai mai visto le strafighe!?!””. Facemmo colazione, stavo ripulendo e lui mi si avvicinò ”mi fanno male le palle ed ho il cazzo duro” “ bene vai in bagno siediti sul bidet e rinfrescati con l’acqua fredda per cinque minuti se non basta aggiungi ghiaccio, anche a me quando capita di avere la figa in fiamme la metto nell’acqua fredda” “MERDE!”. Eravamo in centro di Milano con un pomeriggio scintillante ma freddissimo. Gironzolavamo senza meta, ci sbaciucchiavamo continuamente come due fidanzatini, “ Terry, non mi passa” “allora metti tutta la mercanzia all’aria aperta” “ me la pagherai, ah si se me la pagherai!!” “ “e quando sarà io ti dirò ho sbagliato amore!, puniscimi!, puniscimi ancora e di più, sempre di più fino allo stremo” “Il n'est pas possible de se facher avec toi! Per questo mi piaci e ho sempre il cazzo duro” “ rilassati amore, non serve averlo duro adesso ma quando dobbiamo fare l’amore. Compris, chéri” Entrammo in un locale che ci sembrava molto caratteristico e ci chiesero se avessimo prenotato, noi dicemmo di no perché non volevamo fare il cenone, il capo cameriere forse commosso ci recuperò un tavolo e cominciammo a festeggiare il nostro capodanno mentre il locale si affollava di coppie raffinate ma restammo indifferenti chiusi come eravamo nel nostro piccolo e temporaneo mondo. Uscimmo e poco distante vedemmo un bel gruppo di giovani ai quali ci accodammo ed entrammo con loro in una enorme discoteca nella quale ci trovammo molto a nostro agio e ci scatenammo. Mancava poco alla mezzanotte e Adrien mi tirò per un braccio e mi spinse in un locale scuro “ ma sei impazzito!!” “No,No,…” “hai preso qualche anfetamina? “NO!” “.. hai tirato…?” “ no cazzo…no merde…fammi parlare, tra pochi minuti scatta la mezzanotte, dobbiamo fare sesso.. se inizi l’anno scopando scopi tutto l’anno” “ma tu sei matto!...”. Cominciai l’anno nuovo facendo sesso. 1° Gennaio
Tornammo a casa soddisfatti ed allegri ed infoiati, rapidi ci trovammo distesi e nudi, Adrien mi venne subito addosso ed io gli aprii le gambe così da prenderlo tutto, quando me lo sentii dentro cominciai a contorcermi come una serpe per il dolore e per il piacere, vedevo quel bastone che si sfilava dalla figa e poi spariva in essa con un grande sbattimento di palle. Cambiai posizione più di una volta ma quella che preferivo era alla pecorina perché riuscivo a sentire tutta la potenza di Adrien, ebbi un orgasmo che mi svuotò ma non spense l’eccitazione il desiderio di essere posseduta, presa e quando lui venne dentro di me provai la sensazione fantastica di sentire il suo sperma caldo nell’utero. “Adrien ti voglio ancora, non ti fermare, aiutami! Voglio fare ancora sesso, je veux ta bite, voglio il tuo cazzo!! il tuo sperma”, “ Terry girati e stenditi bocconi sul letto, ecco così ma chère apri le gambe rilassati tutta” la sue dita afferrarono, nel vero senso della parola, il clitoride e lo masturbavano duro e dolce, io ero eccitata persa, sentivo la sua cappella che scivolava tra le natiche, prima giocava con l’ano poi lo puntò: con un colpo deciso il suo cazzo si fece strada. Mi entrava nel culo e scendeva, scendeva non si fermava, gridai ma la sua mano sulla mia bocca mi soffocò l’urlo; cominciò a muoversi dentro di me Liberò la mia bocca dalla quale usciva ormai solo un lamento, mi aiutava a tenerlo dentro solleticandomi il capezzolo, mi masturbava il clitoride, mi distraeva facendomi eccitare tanto da farmi venire ancora. Mi aveva aperto ero pronta a farmi scopare e lui cominciò a pomparmi nel culo, mentre mi teneva due dita nella vagina: “Adrien fottimi!! fottimi duro, fammi sentire che mi vuoi, fottimi come la prima volta, si…è così che ti voglio”. Era lucido di sudore, con tutti i muscoli tesi nello sforzo, il suo cazzo era poderoso e me lo sentivo dentro e fuori con i colpi secchi che continuavano a slargarami i muscoli dell’ano. “Adrien!!!!Adrie!!! aiutami vengo ancora…si…non ti fermare…ahhhhh….. scaricami tutto quello che hai….ancora…” “Mon Dieu je n'ai plus rien dans les balles, Terry je t'ai donné tout!”. 1° gennaio sono le 16 del pomeriggio L’anno nuovo è cominciato ed eravamo ancora nel dormiveglia sotto il piumone nella posizione a noi congeniale. “Siamo ancora vivi Adrien?” “ tu si io ancora non lo so!” “Ieri mi hai minacciato..” “ Io?!...” “te la farò pagare mi hai detto così…” “ tu…vo…rre...sti ?” “ si….io voglio…” “ Terry.. amore” “ un bacio…dammi solo un bacio”. Dopo ci siamo riaddormentati.
La sera del 1° gennaio.
Mi svegliai per il suono del cellullare, mi liberai di Adrien che mi teneva abbrancata a sé, risposi e sentii la voce di Osnam e la vocina di sua figlia che mi facevano gli auguri ed io glieli ricambiai con piacere. Prima di chiudere mi chiese “ dove sei?” “dai miei…” “ ti aspetto..?” “SI!”. Mi girai e vidi Adrien seduto al tavolo che mi guardava.
“Posso chiederti da chi hai ricevuto gli auguri?” “perchè questa domanda? Sarai per caso geloso?” “geloso?… No! geloso no! ma piacerebbe sapere chi telefona alla mia donna!” “ la tua donna? e da quando? Non credi di correre troppo” “ Oh.. hai ragione! Io sono solo lo stupido a cui fare gli scherzi…e poi scoparselo per vedere come è il negrone martinicano con il cazzone…chi ti scopa meglio lui o il caraibico? chi di noi due ti ha lasciato il miglior ricordo”. C’era tanta rabbia e delusione nelle sue parole ma io non meritavo di essere aggredita così, presi la mia valigetta e raccolsi le mie cose, stavo andando via ma ma al suono delle sua voce mi fermai alla porta “ Terry vai via?....” mi girai e tornai da lui . “ Adrien…” “ no .. non dirmi niente lo so io sono uno stupido ma non dirmelo altrimenti mi arrabbio di brutto ma non con te con me stesso”
“ Adrien… baciami…”. Eravamo l’uno nelle braccia dell’altra, i nostri respiri sfioravano i nostri volti, la sua mano scivolava leggera sul mio viso, “ Adrien ti voglio bene ma non so quanto durerà il nostro rapporto ma voglio viverlo tutto e fino in fondo…sarò sincera con te.
Osman è stato quasi il mio primo uomo, siamo stai insieme due anni con una grande intesa sessuale e di grande rispetto reciproco; è stato amore? non credo. Per lavoro ci incontriamo spesso, è rimasta una grande e forte amicizia è sposato ha una bambina bellissima l’ha chiamata Terry, a volte ma non sempre ci prendiamo la libertà di passare un week-end insieme…..” “Terry non ti racconto la mia vita ma solo voglio dirti che tu mi piaci troppo e questo mi spaventa, forse domani questa infatuazione passerà e non avremo più niente per cui vivere insieme ma ti chiedo: vogliamo provarci?”. Quanto tempo rimanemmo su quel letto a rotolarci non lo so: forse un giorno ma non ricordo, quante volte il suo viso affondò tra le mie gambe facendole muovere e scuotere nervosamente, con quale sapienza riusciva a succhiare o masturbare il mio clitoride fino a farmi fremere dal piacere tirandomi fuori gli umori più profondi, con quale desiderio mi aprii a lui per farmi prendere con dolcezza e con durezza, con quale impeto lo abbracciavo o affondavo le mie unghie nelle sue spalle quando penetrandomi spingeva il suo pene fino in fondo all’utero facendomi gemere, con quanta eccitazione lo incitavo, lo pregavo, lo aggredivo lo supplicavo, lo offendevo perché liberasse tutta la sua potenza mascolina e la sua prepotente sessualità aprendomi l’ano per sodomizzarmi anche brutalmente, quante volte mi sembrava di affogare quando mi spingeva quel suo pene lungo grosso e largo in gola ed oltre mentre attraverso i mei occhi lagrimosi vedevo la sua eccitazione che perversamente eccitava anche me facendomi resistere ed arrivare al massimo. Crollammo solo quando avevamo superato i nostri limiti 2 gennaio primo pomeriggio A stomaco vuoto ci infilammo in una vasca piena di acqua a poco più della temperatura ambiente. “ Merde!!! Terry mi hai spinto in una vasca con acqua gelata” “ ci farà bene così non ci verranno più stimoli e tornerai ad essere persona normale” “ io!?!! solo io !! e tu? dove eri?, vorrei proprio sapere se con Osnam ti sei mai spinta a tanto…” “ Ohhhh…anche di più….” “…ehhhhhh,,,,No.. sei impossibile tu non sei mai veeramente seria…” “Adrien.,.pensa a cosa andrai incontro quando verrai a vivere a Bd Beaumarchais 17..” “No…no… io non lascio la mia casa cara….”
La storia tra me e Adrien va ancora avanti, non abbiamo mai più raggiunto l’intensità di quella volta ma ci proviamo sempre. Con Osnam la storia continua sempre bella, certo ho chiuso le gambe ma gli abbiamo aperto la porta di casa con il piacere di Adrien.
Grazie per essere arrivati a leggere fino alla fine. Merci à tous









scritto il
2018-07-11
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