Troppo
di
Elioire6466
genere
masturbazione
Troppo tempo è passato e troppo poco è stato fatto.
Una mattina d 'estate desiderio compulsivo di sbattermi,di fustigarmi,di torcermi.
Intanto nel silenzio del mattino si torceva lei, la mia figa.
Immaginavo di aprirla vedere le piccole labbra rosee e tumide, gonfiarsi ad ogni mio respiro, ad ogni mio sospiro.
Non respiravo più, ormai prendevo aria ansimando,delle poche cose che indossavo era restato solo lo slip, troppo attaccato a lei, alla mia adorata, dell'azzurro non restava più nulla i miei umori avevano virato il colore al blu, ogni movimento mi portava verso l'orgasmo, desiderato, bramato, e al tempo stesso posticipato per prolungare il piacere.
L'aria del mattino mi masturbava la pelle nuda. Tutta, meno la figa,quella no, quella la serravo tra le gambe, per paura di far partire l'acme del piacere, cercando di prolungare quel supplizio incantato, costellato mi piccole scariche che illuminavano quella mattinata di bramosia.
Era tanto tempo che non ero più cosi,voluttuosa, vogliosa, calda e bagnata.
Era tanto tempo che i miei liquidi non scorrevano come quella mattina, il letto ne era imbevuto, c'erano macchie ovunque, macchie dense, viscose, lattiginose, io in preda alle bassezze più immonde le leccavo, le assaporavo, mettendomi carponi sul materasso, con le cosce leggermente aperte che lasciavano intravedere il retro figa ormai enorme che colava di continuo, io ormai non ansimavo neanche più, rantolavo in preda all'estasi, mi massacravo i seni con pinzette strettissime ogni stretta mi scaricava una fitta alla figa, e un colo sempre più denso.
Erano passate più di due ore, io non avevo più neanche la cognizione del tempo, il tempo lo misuravo in fremiti,poi d'improvviso lo squillo del telefonino mi riporto nel mondo reale, risposi con la voce impastata e incerta, era una mia amica con la quale avevo appuntamento poco dopo.
Richiusi il telefono e ricominciai, non ce la facevo a smettere, nkn riuscivo a fermarmi, era troppo tempo di troppo poco.
Alle dodici dopo ore di stimolazioni continue era sfinita spossata non riuscivo più a capire nulla, mi addormentai, mi svegliai poco dopo con le mani che mi massaggiavano velocemente sempre più, sempre più fino al piacere più alto che mi scoppiò dalla figa fino a spappolarmi il cervello.
Una mattina d 'estate desiderio compulsivo di sbattermi,di fustigarmi,di torcermi.
Intanto nel silenzio del mattino si torceva lei, la mia figa.
Immaginavo di aprirla vedere le piccole labbra rosee e tumide, gonfiarsi ad ogni mio respiro, ad ogni mio sospiro.
Non respiravo più, ormai prendevo aria ansimando,delle poche cose che indossavo era restato solo lo slip, troppo attaccato a lei, alla mia adorata, dell'azzurro non restava più nulla i miei umori avevano virato il colore al blu, ogni movimento mi portava verso l'orgasmo, desiderato, bramato, e al tempo stesso posticipato per prolungare il piacere.
L'aria del mattino mi masturbava la pelle nuda. Tutta, meno la figa,quella no, quella la serravo tra le gambe, per paura di far partire l'acme del piacere, cercando di prolungare quel supplizio incantato, costellato mi piccole scariche che illuminavano quella mattinata di bramosia.
Era tanto tempo che non ero più cosi,voluttuosa, vogliosa, calda e bagnata.
Era tanto tempo che i miei liquidi non scorrevano come quella mattina, il letto ne era imbevuto, c'erano macchie ovunque, macchie dense, viscose, lattiginose, io in preda alle bassezze più immonde le leccavo, le assaporavo, mettendomi carponi sul materasso, con le cosce leggermente aperte che lasciavano intravedere il retro figa ormai enorme che colava di continuo, io ormai non ansimavo neanche più, rantolavo in preda all'estasi, mi massacravo i seni con pinzette strettissime ogni stretta mi scaricava una fitta alla figa, e un colo sempre più denso.
Erano passate più di due ore, io non avevo più neanche la cognizione del tempo, il tempo lo misuravo in fremiti,poi d'improvviso lo squillo del telefonino mi riporto nel mondo reale, risposi con la voce impastata e incerta, era una mia amica con la quale avevo appuntamento poco dopo.
Richiusi il telefono e ricominciai, non ce la facevo a smettere, nkn riuscivo a fermarmi, era troppo tempo di troppo poco.
Alle dodici dopo ore di stimolazioni continue era sfinita spossata non riuscivo più a capire nulla, mi addormentai, mi svegliai poco dopo con le mani che mi massaggiavano velocemente sempre più, sempre più fino al piacere più alto che mi scoppiò dalla figa fino a spappolarmi il cervello.
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