Antonio -- l'epilogo --
di
mitana
genere
etero
Antonio si convinse che l'amico si accoppiava colla moglie appena lui la lasciava dopo averle annaffiato l'utero. Era ormai piu' di un anno che era entrato in quella famiglia ma c'erano delle cose che non riusciva a spiegarsi e ne' la focosa amante gli chiariva. Ormai era un copione recitato a memoria, ogni sabato tornava a fottere l'amica mentre il marito giocava a carte ed ogni domenica mattina fotteva la donna in cucina mentre il marito aspettava il caffe' in salotto. Dopo bevuto il caffe' immancabilmente il marito trascinava la moglie in camera da letto ed Antonio tornava dalla baffuta moglie. Colla moglie ormai non aveva piu' rapporto, il suo letto era il divano e non litigavano piu'. Era tutto preso da quella troia della sua amante, una donna bella carnale focosa e soprattutto puttana. Sempre accogliente sempre calda e vogliosa col marito praticamente assente, o quanto meno consenziente. E proprio il comportamento del marito lo intrigava. Che fosse maschio colla moglie era evidente ma era evidente anche che quando poteva, magari per caso, gli sfiorava la patta per sentire il cazzo duro e poi quello sguardo fisso all'inguine la diceva lunga sulla sua omosessualita'. La voce era da femmina in calore e sculettava piu' di sua moglie. Decise di aspettare gli eventi sicuro che sotto ci fosse un tranello. Una domenica mattina l'amico lo accolse con indosso i soli slip e lo invito' ad intrattenere la signora ancora a letto mentre lui avrebbe fatto una doccia. Antonio entro' titubante in camera e quando la donna vedendolo scalcio' via le coperte e si mostro' nuda col pelo nero della fica che risaltava sul biancore del ventre le salto' addosso e la fece sua con rabbia e passione. Dopo la prima scarica volle alzarsi ma la signora lo trattenne avvinghiandosi in vita colle gambe e gli fece notare che finche' il marito continuasse a fischiettare sotto la doccia loro potevano fottere tranquilli. E fotterono a lungo mentre il cornuto faceva sentire il sibilo melodioso di un uomo felice. Smisero quando il marito prego' Antonio di portargli l'accappatoio lasciato in salotto. Ebbe modo di ammirare il cazzo eretto del rivale mentre indossava l'accappatoio e saluto' gli amici quando si accorse che il marito aveva voglia di possedere sua moglie. Antonio non si capacitava: era sicuro che il marito prendeva sua moglie appena lui la lasciava e gli pareva quanto meno strano che godesse nel trovare la vagina della donna colma del suo sperma. Gli fece quasi schifo e si convinse che se un giorno trovasse sua moglie ancora eccitata dagli abbracci di un altro uomo li avrebbe uccisi, o quanto meno dato un fracco di botte. La donna si mostrava nuda in presenza di tutti e due, o quando usciva dal letto o quando usciva dalla doccia, ed il marito spesso le sollevava la gonna per titillarle la fica sotto lo sguardo allucinato dell'amico. Pero' piu' avanti di cosi non andavano e quando chiedeva lumi alla signora questa lo assicurava di sbagliarsi e guai se il marito li scoprisse. Andavano per il secondo anno di quella relazione quanto meno strana che la donna gli confesso' di essere incinta. Incinta di lui, Antonio. Ne era certa anche se il marito le sborrava dentro come lui. Il dottore l'aveva avvisata la signora, che la mancata gravidanza potesse essere colpa del marito e la prova era adesso sul piatto. Si ando' avanti per qualche mese e fu gioco forza avvisare il padrone di casa. Antonio era sul chivala', temeva qualche reazione violenta dell'uomo. Invece una bella mattina la signora lo fece entrare in casa e miagolando in calore e colla pancia in evidenza gli disse che il marito era partito per non tornare piu'. Lo trascino' in camera da letto lo spoglio' e se lo tiro' addosso ma Antonio era distratto, quella donna non gli piaceva piu', non lo eccitava, gli mancava la presenza del marito, del cornuto, sapere che poteva fottere quella donna come voleva non lo eccito' piu'. Si agito' si diede da fare glielo mise in bocca la chiavo' nel culo la trafisse in fica ma il cazzo restava moscio. Questa donna gli dava fastidio, l'odore di fica in ebollizione lo faceva vomitare e rimpianse i baffi di sua moglie i loro litigi i suoi rifiuti. E poi chi gli assicurava che quel ventre che si gonfiava era opera sua? Lo diceva la donna, ma non bastava, la donna era falsa come falsa era stata tradendo il marito. Fece cilecca, non fu maschio ed usci' da quella casa col cazzo moscio e la testa china. Aspetto' che la baffuta moglie accompagnasse al pulmino il bambino che andava all'asilo la prese per mano e dopo piu' di un anno la stese sul letto e la monto'. Ah quel profumo di fica gia' madre quel buco che conosceva e cha troppo tempo non visitava piu', ah quei peli scuri sulle braccia sulle gambe quei baffi sul labbro superiore li succhio' ad uno ad uno e scarico' lo sperma bollente in quel ventre che malgrado la sua assenza gli era rimasto fedele e lo aveva aspettato. Mise la moglie a pancia sotto e dopo aver succhiato con volutta' i peli che coronavano il buco del culo ottenne di aprirle questa parte come le aveva aperta quell'altra parecchi anni prima. Chiavo' a lungo la moglie baffuta e si accorse di quanto le volesse bene e di quanto fosse eccitato. La moglie gli perdono' i tradimenti assumendosene lei la colpa e da quel giorno si amarono come mai si erano amati. La puttana giovane e bella partori' una meravigliosa bambina che ancora adesso, dopo tanti anni, e' senza padre.
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