L'Elementalista ( 6 di 8 )
di
Hermann Morr
genere
pulp
VI
" .. Allora insomma non è che puoi darmi un passaggio e tirarmi fuori di qui.. "
" Ti darei volentieri lo strappo, ma non è possibile, c'è qualcosa che ti trattiene qui nel Nagual e solo tu puoi liberarti.
Potrei portare un tuo messaggio a casa, questo si, ma potrebbe anche intricare le cose. Il tuo problema non è solo tornare nel tuo spazio, ma anche nel tuo tempo. Ci sono favole su persone che hanno vagato per anni all'esterno per poi tornare a casa nella stessa notte in cui erano partiti, altri invece hanno danzato con le fate per poche ore solo per scoprire che intanto nel Tonal erano passati cento e un anno. Tornare a casa dopo mille anni è come non tornare, mentre se invece azzecchi la pista giusta sarà come se non fossi mai partito.
In entrambi i casi mandare un messaggero è inutile. "
Svoltando per Via Bixio da Piazza Corridoni, nella Parma del mondo materiale, si vedrà a un certo punto sulla sinistra una rientranza tra due case, un tempo occupata da una piccola edicola.
In quell' altro lato della realtà la stessa rientranza è più larga, una fila di sei alberelli in vaso divide come una cortina la strada dallo spiazzo, in cui spesso sono parcheggiate delle moto, di fronte a un bar che ne occupa il fondo, l'ingresso tutto a vetrata rossa fumè che non lascia vedere dentro.
Nei sogni Milo ci era passato davanti spesso senza mai entrare, ma ora che si trovava a camminare da sveglio per quelle strade, aveva deciso di fare una visita.
L'interno era elegante per essere un posto frequentato da bikers, un ambiente rettangolare più largo che profondo, tavoli bianchi della stessa forma sulla destra, poltroncine imbottite tra il rosso e il bordeaux che contrastavano con l'acquamarina della tapezzeria, banco a sinistra con sgabelli alti, scintillanti di metallo.
Era li che aveva incontrato un essere umano vero come lui, un vecchio biker sulla cinquantina, capelli grigi raccolti a coda e vesti di cuoio da viaggiatore, si faceva chiamare Tigna, e a quanto pareva era in grado di spostarsi tra i mondi con la sua moto Guzzi.
" Ma comunque c'è una piccola cosa che posso fare per te. "
Il giaccone di Tigna era aperto, sotto aveva una camicia grigia, prese dal taschino un mazzo di tarocchi e si mise a mescolarli, gli fece poi tagliare il mazzo e girò le prime tre carte.
" Il Matto rovesciato.. cammini a caso senza la minima idea di dove andare... ma lo sapevamo già questo. Il Carro.. anche se non sembra le cose continuano a procedere.. questo è già meglio.
E infine l'Imperatrice.. una donna dotata di conoscenza.. lei può aiutarti. "
" L'unica consigliera che conosco sta in cima a una montagna e potrebbe buttarmi di sotto se vado di nuovo a disturbarla. "
Tigna riprese le carte e voltò gli occhi verso il banco del bar.
" La consigliera potrebbe essere molto più vicina. Non hai sentito la presenza ? "
Ci rimase male, era così preso da quell'incontro con un suo simile, come un carcerato nell'ora di colloquio con i familiari, che non si era accorto dell'ovvio, la donna seduta su uno degli sgabelli non era un'ombra.
Era sottile, i tratti, i capelli, gli occhi erano quelli delle cinesi, come anche il corpetto di seta che indossava, verde, senza maniche, stretto al collo. Fumava una pipa lunga e sottile quanto lei, li guardava.
Tigna vuotò il suo bicchiere e si alzò.
" E' stato un piacere, ma ora non voglio essere di troppo, vai che è tua ! "
Fine dell'ora d'aria, l'amico tornava alla sua moto e Milo tornava ai suoi guai andandosi a prendere uno sgabello davanti alla sconosciuta.
" Ciao, cosa ti offro ? "
" Grazie, qui hanno un liquore di bambù molto buono, prendine anche per te. "
Non si era presentata, Milo era molto in imbarazzo, anche spaventato, quella che aveva davanti era chiaramente una elementale, ma per la prima volta non riusciva a capire di quale genere, di conseguenza non sapeva come comportarsi. Soprattutto non poteva prevedere come si sarebbe comportata lei.
" Non sai cosa sono, vero ? Pensavi che gli elementi fossero solo quattro ?. "
Quattro in Europa, ma per esempio nella tradizione cinese sono cinque.
Il fumo della pipa nell'aria sapeva di radice, anche il liquore aveva un suo sapore, eppure lui non li aveva mai provati prima. Se non venivano dalla sua memoria allora quei sapori dovevano essere parte di lei, il suo elemento.
" Forse indovino: Legno ? "
Quando sorrideva le palpebre le si gonfiavano fino a sembrare delle sacche.
" Proprio io, piacere di conoscerti, e rilassati, il Legno non mangia persone ! Anzi la mia funzione è rendermi utile, è il tuo bisogno che mi ha chiamato, in realtà anche per non essere l'unica scema che rimane senza integrazione.. "
Sapendo già cosa si intende per integrazione da quelle parti rimase un attimo perplesso, era chiaro che loro non hanno le difficoltà che affliggono le umane, ma comunque una cosa così diretta in quell'ambiente elegante gi sembrava fuori posto. Lei però confermò le sue parole alzandosi, prendendolo per mano e conducendolo a una scala nel fondo.
" La sconosciuta che vuole fare cose senza preliminari è una fantasia molto comune tra la tua gente, no ? "
Il piano di sopra sembrava un albergo a ore, ma vuoto. Un corridoio anonimo, file di porte uguali da cui non arrivava nessun rumore, lei ne aprì una apparentemente a caso, la stanza conteneva solo un letto, un lavello e una finestra, il pavimento era di assi e cedeva sotto i piedi, doveva avere una intercapedine come quelli delle palestre.
Lo spogliò, lo fece stendere a faccia in giù e si mise a massaggiarlo, partendo dai lati del collo.
" La Salamandra è la cosa più lontana da quel che sei, potremmo dire che è il tuo inconscio, per questo è lei ad avere la chiave che ti serve. "
Le scapole scrocchiavano sotto le sue mani, il materasso si faceva caldo.
" Non riesci ad avvicinarla, ma il Fuoco non può vivere da solo, ha bisogno di due cose per esistere: Legno e Aria."
Era passata alla spina dorsale in cerca di punti contratti da allungare.
" Tu hai già imparato a essere Aria, se ora riuscirai a essere anche Legno non avrai più bisogno di cercarla, verrà lei da te.
Ma per essere Legno vivo devi perdere la tua rigidità, il tuo spirito irrigidisce il tuo corpo, ma se riesci a tornare flessibile anche lo spirito troverà pace.
Dunque, riesci a incrociare le braccia davanti al petto ? Facile, ma prova a incrociarle alla stessa maniera dietro adesso... "
Era salito a quella stanza pensando che le cose sarebbero andate come al solito, ma non era così. Ricevere gli insegnamenti della sua nuova maestra divenne un lavoro di settimane. Ogni mattino si occupava delle sue proprietà per mantenersi, ogni pomeriggio tornava a quella stanzetta si denudava per compiere esercizi sempre più difficili e intanto lei lavorava sulle sue ossa riportando in linea ogni giuntura.
Per tutto quel tempo l'unica cosa erotica che passò tra loro fu un crescente senso di familiarità. Tutto quel tempo fino a un certo momento.
Era piegato all'indietro ad arco, i piedi sul pavimento, la cima della testa posata sul letto, le braccia abbandonate come non averle.
Dopo tanto esercizio quella posizione non gli costava più fatica, riusciva a respirare e sentire il flusso del pneuma come seduto in poltrona.
Sentì un fruscio, da quella posizione non poteva vedere Legno, ma aveva l'impressione che per la prima volta anche lei si fosse spogliata.
L'impressione diventò certezza quando lei gi impugnò il manico, non si era nemmeno accorto di averlo duro.
" Non perdere la posizione.. continua e premi il palato con la lingua.. ci sono due cause per l'erezione. Una è l'eccitazione, l'altra è il completo rilassamento, come quando si dorme. "
Lo teneva con tutta la mano e premeva piano verso il fondo, spingendo indietro la carne attorno alla radice, tendendo la pelle.
" Fino a oggi hai praticato meditazione e rilassamento solo per quel minimo che serviva ai tuoi scopi, ma non sei mai arrivato veramente sulla soglia.
Solo quando l'uccellino prende il volo puoi dire di esserci, è una cosa su cui non si può mentire, non ci si può sbagliare. "
Sempre con la testa in giù tutto quel che vedeva era l'angolo tra soffitto e parete, con la cornice della porta, sentì una gamba leggera passargli sopra, poi la stretta si fece più pressante, anche più morbida, non era sicuro che fosse ancora la mano, ma come una mano lo strizzava nel fondo tutto attorno.
" Questo è il punto G dei maschi.. nella parte di sotto e proprio in fondo.. quando viene toccato non è facile resistere, eppure tu devi fare di più, non resistere, ma proprio arrivare a ignorare. Devi lasciar passare le sensazioni senza trattenerle li in basso, come uno stelo piegato dal vento, e continuare a fare quel che stavi facendo un attimo fa. "
Ci provava, ma la prova diventava sforzo, le braccia tornavano a pesare, il respiro diventava sudore, persino la lingua spinta in alto era diventata sensibile e capì di non potersi trattenere. Tutto uscì con prepotenza una volta, due volte, poi ancora. Legno lo prendeva in giro.
" Non ti vergogni a durare così poco con una signora ? No in realtà non avevo pensato che potessi riuscirci al primo tentativo.
E però è li che dobbiamo arrivare. "
" .. Allora insomma non è che puoi darmi un passaggio e tirarmi fuori di qui.. "
" Ti darei volentieri lo strappo, ma non è possibile, c'è qualcosa che ti trattiene qui nel Nagual e solo tu puoi liberarti.
Potrei portare un tuo messaggio a casa, questo si, ma potrebbe anche intricare le cose. Il tuo problema non è solo tornare nel tuo spazio, ma anche nel tuo tempo. Ci sono favole su persone che hanno vagato per anni all'esterno per poi tornare a casa nella stessa notte in cui erano partiti, altri invece hanno danzato con le fate per poche ore solo per scoprire che intanto nel Tonal erano passati cento e un anno. Tornare a casa dopo mille anni è come non tornare, mentre se invece azzecchi la pista giusta sarà come se non fossi mai partito.
In entrambi i casi mandare un messaggero è inutile. "
Svoltando per Via Bixio da Piazza Corridoni, nella Parma del mondo materiale, si vedrà a un certo punto sulla sinistra una rientranza tra due case, un tempo occupata da una piccola edicola.
In quell' altro lato della realtà la stessa rientranza è più larga, una fila di sei alberelli in vaso divide come una cortina la strada dallo spiazzo, in cui spesso sono parcheggiate delle moto, di fronte a un bar che ne occupa il fondo, l'ingresso tutto a vetrata rossa fumè che non lascia vedere dentro.
Nei sogni Milo ci era passato davanti spesso senza mai entrare, ma ora che si trovava a camminare da sveglio per quelle strade, aveva deciso di fare una visita.
L'interno era elegante per essere un posto frequentato da bikers, un ambiente rettangolare più largo che profondo, tavoli bianchi della stessa forma sulla destra, poltroncine imbottite tra il rosso e il bordeaux che contrastavano con l'acquamarina della tapezzeria, banco a sinistra con sgabelli alti, scintillanti di metallo.
Era li che aveva incontrato un essere umano vero come lui, un vecchio biker sulla cinquantina, capelli grigi raccolti a coda e vesti di cuoio da viaggiatore, si faceva chiamare Tigna, e a quanto pareva era in grado di spostarsi tra i mondi con la sua moto Guzzi.
" Ma comunque c'è una piccola cosa che posso fare per te. "
Il giaccone di Tigna era aperto, sotto aveva una camicia grigia, prese dal taschino un mazzo di tarocchi e si mise a mescolarli, gli fece poi tagliare il mazzo e girò le prime tre carte.
" Il Matto rovesciato.. cammini a caso senza la minima idea di dove andare... ma lo sapevamo già questo. Il Carro.. anche se non sembra le cose continuano a procedere.. questo è già meglio.
E infine l'Imperatrice.. una donna dotata di conoscenza.. lei può aiutarti. "
" L'unica consigliera che conosco sta in cima a una montagna e potrebbe buttarmi di sotto se vado di nuovo a disturbarla. "
Tigna riprese le carte e voltò gli occhi verso il banco del bar.
" La consigliera potrebbe essere molto più vicina. Non hai sentito la presenza ? "
Ci rimase male, era così preso da quell'incontro con un suo simile, come un carcerato nell'ora di colloquio con i familiari, che non si era accorto dell'ovvio, la donna seduta su uno degli sgabelli non era un'ombra.
Era sottile, i tratti, i capelli, gli occhi erano quelli delle cinesi, come anche il corpetto di seta che indossava, verde, senza maniche, stretto al collo. Fumava una pipa lunga e sottile quanto lei, li guardava.
Tigna vuotò il suo bicchiere e si alzò.
" E' stato un piacere, ma ora non voglio essere di troppo, vai che è tua ! "
Fine dell'ora d'aria, l'amico tornava alla sua moto e Milo tornava ai suoi guai andandosi a prendere uno sgabello davanti alla sconosciuta.
" Ciao, cosa ti offro ? "
" Grazie, qui hanno un liquore di bambù molto buono, prendine anche per te. "
Non si era presentata, Milo era molto in imbarazzo, anche spaventato, quella che aveva davanti era chiaramente una elementale, ma per la prima volta non riusciva a capire di quale genere, di conseguenza non sapeva come comportarsi. Soprattutto non poteva prevedere come si sarebbe comportata lei.
" Non sai cosa sono, vero ? Pensavi che gli elementi fossero solo quattro ?. "
Quattro in Europa, ma per esempio nella tradizione cinese sono cinque.
Il fumo della pipa nell'aria sapeva di radice, anche il liquore aveva un suo sapore, eppure lui non li aveva mai provati prima. Se non venivano dalla sua memoria allora quei sapori dovevano essere parte di lei, il suo elemento.
" Forse indovino: Legno ? "
Quando sorrideva le palpebre le si gonfiavano fino a sembrare delle sacche.
" Proprio io, piacere di conoscerti, e rilassati, il Legno non mangia persone ! Anzi la mia funzione è rendermi utile, è il tuo bisogno che mi ha chiamato, in realtà anche per non essere l'unica scema che rimane senza integrazione.. "
Sapendo già cosa si intende per integrazione da quelle parti rimase un attimo perplesso, era chiaro che loro non hanno le difficoltà che affliggono le umane, ma comunque una cosa così diretta in quell'ambiente elegante gi sembrava fuori posto. Lei però confermò le sue parole alzandosi, prendendolo per mano e conducendolo a una scala nel fondo.
" La sconosciuta che vuole fare cose senza preliminari è una fantasia molto comune tra la tua gente, no ? "
Il piano di sopra sembrava un albergo a ore, ma vuoto. Un corridoio anonimo, file di porte uguali da cui non arrivava nessun rumore, lei ne aprì una apparentemente a caso, la stanza conteneva solo un letto, un lavello e una finestra, il pavimento era di assi e cedeva sotto i piedi, doveva avere una intercapedine come quelli delle palestre.
Lo spogliò, lo fece stendere a faccia in giù e si mise a massaggiarlo, partendo dai lati del collo.
" La Salamandra è la cosa più lontana da quel che sei, potremmo dire che è il tuo inconscio, per questo è lei ad avere la chiave che ti serve. "
Le scapole scrocchiavano sotto le sue mani, il materasso si faceva caldo.
" Non riesci ad avvicinarla, ma il Fuoco non può vivere da solo, ha bisogno di due cose per esistere: Legno e Aria."
Era passata alla spina dorsale in cerca di punti contratti da allungare.
" Tu hai già imparato a essere Aria, se ora riuscirai a essere anche Legno non avrai più bisogno di cercarla, verrà lei da te.
Ma per essere Legno vivo devi perdere la tua rigidità, il tuo spirito irrigidisce il tuo corpo, ma se riesci a tornare flessibile anche lo spirito troverà pace.
Dunque, riesci a incrociare le braccia davanti al petto ? Facile, ma prova a incrociarle alla stessa maniera dietro adesso... "
Era salito a quella stanza pensando che le cose sarebbero andate come al solito, ma non era così. Ricevere gli insegnamenti della sua nuova maestra divenne un lavoro di settimane. Ogni mattino si occupava delle sue proprietà per mantenersi, ogni pomeriggio tornava a quella stanzetta si denudava per compiere esercizi sempre più difficili e intanto lei lavorava sulle sue ossa riportando in linea ogni giuntura.
Per tutto quel tempo l'unica cosa erotica che passò tra loro fu un crescente senso di familiarità. Tutto quel tempo fino a un certo momento.
Era piegato all'indietro ad arco, i piedi sul pavimento, la cima della testa posata sul letto, le braccia abbandonate come non averle.
Dopo tanto esercizio quella posizione non gli costava più fatica, riusciva a respirare e sentire il flusso del pneuma come seduto in poltrona.
Sentì un fruscio, da quella posizione non poteva vedere Legno, ma aveva l'impressione che per la prima volta anche lei si fosse spogliata.
L'impressione diventò certezza quando lei gi impugnò il manico, non si era nemmeno accorto di averlo duro.
" Non perdere la posizione.. continua e premi il palato con la lingua.. ci sono due cause per l'erezione. Una è l'eccitazione, l'altra è il completo rilassamento, come quando si dorme. "
Lo teneva con tutta la mano e premeva piano verso il fondo, spingendo indietro la carne attorno alla radice, tendendo la pelle.
" Fino a oggi hai praticato meditazione e rilassamento solo per quel minimo che serviva ai tuoi scopi, ma non sei mai arrivato veramente sulla soglia.
Solo quando l'uccellino prende il volo puoi dire di esserci, è una cosa su cui non si può mentire, non ci si può sbagliare. "
Sempre con la testa in giù tutto quel che vedeva era l'angolo tra soffitto e parete, con la cornice della porta, sentì una gamba leggera passargli sopra, poi la stretta si fece più pressante, anche più morbida, non era sicuro che fosse ancora la mano, ma come una mano lo strizzava nel fondo tutto attorno.
" Questo è il punto G dei maschi.. nella parte di sotto e proprio in fondo.. quando viene toccato non è facile resistere, eppure tu devi fare di più, non resistere, ma proprio arrivare a ignorare. Devi lasciar passare le sensazioni senza trattenerle li in basso, come uno stelo piegato dal vento, e continuare a fare quel che stavi facendo un attimo fa. "
Ci provava, ma la prova diventava sforzo, le braccia tornavano a pesare, il respiro diventava sudore, persino la lingua spinta in alto era diventata sensibile e capì di non potersi trattenere. Tutto uscì con prepotenza una volta, due volte, poi ancora. Legno lo prendeva in giro.
" Non ti vergogni a durare così poco con una signora ? No in realtà non avevo pensato che potessi riuscirci al primo tentativo.
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