La prima volta di Laura. (Di Tibet, Ambra e Laura)

di
genere
prime esperienze

(Doverosamente preciso che la mia coautrice non è la brava Ambra che scrive attualmente su ER ma una figura del mio passato.)

La prima volta di Laura.

A. (Ambra)
La conoscenza è avvenuta in una chat di un sito di racconti erotici, quello dove scrivo e che frequento di tanto in tanto.
Si trova certa gente! Davvero di tutti i tipi… ma una ragazza vergine?
Laura l’ho trovata per caso e dopo poche chiacchiere siamo finite per scambiarci WA. E’ stata la comunanza dei desideri e delle fantasie a far scattare la scintilla. Entrambe con la voglia di fare sesso con una donna, entrambe alla prima esperienza, entrambe con tanta voglia di provare.
Parliamo inizialmente un po’ di noi, io che ho il mio uomo con cui condivido ogni voglia e lei vergine e inesperta ma tanto porca e desiderosa.
Siamo passate in fretta allo scambio delle foto… prima solo il viso, poi descrizioni dettagliate delle nostre parti intime. Mi parla della sua figa dalle labbra molto gonfie e delle sue tette che poi mi mostra in foto.
Un seno abbondante, bello, sodo e sostenuto… sarà una quinta credo.
Il solo guardarlo mi suscita invidia e al contempo bramosia e voglia di toccarla.
Le racconto di una mia amica, di come da ragazzina è stata sverginata con una carota dalla ragazza di cui era innamorata. Le descrivo quel fiume di sensazioni che mi ha provocato saperlo.
Le dico che la mia amica non aveva mai goduto così tanto in vita sua, che sentiva il piacere esploderle dentro tanto era forte e che nessuno l’ha mai più scopata così.
Le dico anche della interminabile serie di orgasmi, di come non le fu data tregua, di come alla carota spesso venisse sostituita la lingua o le dita sul clitoride e in figa.
Lei mi risponde sempre più eccitata e allora le chiedo se le piacerebbe essere sverginata allo stesso modo da me…
Non mi sarei mai aspettata che mi avrebbe detto si!
Entusiasticamente si.
Le parlo allora del mio uomo, di come condividiamo tutte le nostre sensazioni ed esperienze, le chiedo se le dispiacerebbe la sua presenza al nostro incontro. Le dico che guarderà inizialmente e che agirà solo se noi vorremo, che sarò io a sverginarla, che io berrò avida quel rivolo di sangue che scivolerà fuori quando l’imene si sarà lacerato.
E lei, da puttana, vergine ma puttana nell’intimo quale è, mi dice che non le dispiacerebbe ma anzi… sarebbe un suo desiderio essere osservata da un uomo mentre succede, mi dice che questo pensiero la turba, tanto da non poter pensare ad altro.
Ci accordiamo, lei non ha mai un momento di ripensamento, siamo entrambe studentesse fuori sede e allora la invito a raggiungermi nella mia città dove io e il mio uomo la ospiteremo.
Lui? La sua reazione appena sentito cosa avevo programmato?
Mi ha preso la mano e se l’è poggiata sulla patta… ho sentito un’erezione potente e l’eccitazione di ciò che sarebbe successo di lì a pochi giorni l’ha riversata su di me piegandomi sul tavolo di casa sua… scopandomi da porco quale è, scopandomi forte e intanto anticipando con le parole quanto succederà in quell’incontro.
La sogno tutte le notti che mancano fino al suo arrivo… sogno di succhiarle i capezzoli di quelle grosse tette, sogno di masturbarla, sogno la sua lingua sconosciuta a leccarmi la figa e ogni mattina mi sveglio completamente bagnata.
Il fine settimana arriva in fretta prima che io impazzisca di voglia.
Appena la vedo scendere dal treno la raggiungiamo e ci salutiamo con un bacio. Poco dopo la portiamo a casa. Io sono fremente… il mio uomo lo intuisce dai miei occhi.
“Stai calma” mi dice e io mi tranquillizzo un po’.

T. (Tibet)
Stai calma…
Lascia perdere la fretta di godere di lei.
E’ la sua prima volta… e la ricorderà per sempre. Abbiamo l’obbligo e l’interesse di farle desiderare enormemente quello che capiterà. Nulla di improvvisato.
Ricorda… dobbiamo.. devi… portarla a un livello di sensualità tale che tutte le sue sensazioni passeranno dalla sua figa al cervello senza soffermarsi sulla paura della lacerazione dell’imene.
Devi farla godere… lo sai che ne sei capace.
Tu hai una grande dono… spargi piacere.
Tu vivi il sesso in una maniera sublime.
Sei una puttana ineguagliabile. Ne fai lo scopo del tuo vivere. Devi fare con pazienza. Lei sarà agitata.
Certo che vuole essere tua!
Ma tu devi fare in modo che non abbia mai timori o titubanze.
Quando sarai indecisa su cosa fare… guardami. E ti dirò con gli occhi come procedere.
Inizia a baciarla… a lungo, gioca con la sua bocca. Le mani tienigliele a lato del viso. Accarezzale i capelli… alzali sulla nuca e baciala lì. Godi del suo tremito. Cercale con le labbra il palpito affannoso della sua gola.
Non avere fretta di spogliarla.
Sii una brava amante.
Verrà dopo il momento… del sudore, del suo sangue, del vostro odore di donne, del piacere, della libidine, della tua bocca incollata alla sua figa, dei suoi gemiti.
Tranquillizzala… dille che è bella. Dille che ti piace… che la sua pelle ha un buon profumo.
Dille che ha un seno meraviglioso.
Accarezzala… prima da sopra il suo indumento e poi, con delicatezza ma determinazione, sulla pelle nuda.
Spogliala…
Fammela ammirare… ho visto il suo seno in foto. Splendido, sembra splendido. Grosso e sostenuto. Due tette grosse ma con la tonicità dei suoi vent’anni.
Baciala lì…
Tieni le mani sui coni del suo seno… sai come faccio io con te.
Con il tuo seno più piccolo ma altrettanto bello.
Baciale i capezzoli... stringili fra le labbra...

Dai inizia…

A.
Dopo averle tolto la maglietta e il reggiseno, mentre la osservo seminuda di fronte a me appoggio piano la bocca ai suoi capezzoli. Un lieve fremito la scuote… il suo profumo è intenso, è dolce. La sua pelle liscia e delicata al tocco.
Con le mani le sollevo un seno, le alzo il seno sinistro e lo conduco meglio verso me. E’ molto pesante, più del mio, adoro notare la differenza, adoro questo confronto tra noi due, donne entrambe.
Lo bacio, poi ne succhio un po’ il capezzolo. Lo sento venire fuori sempre più sporgente e allora, con l’altra mano, prendo a strizzarle l’altro seno.
Il suo respiro si fa più affannoso, il suo petto si solleva in respiri sempre più profondi mentre prendo a suggere con più intensità.
Porta la mano sulla mia testa, la conduce in gesti lenti quasi come carezze. La mia lingua ora ne percorre le areole rosee, ne assapora la consistenza, i miei gesti si fanno sempre più concitati e pian piano prendo a mordicchiarla… giusto un po’.
Qualche gemito si libera da lei ma non protesta anzi, sembra gradire.
Ora tiene lei il seno proteso verso me agevolandomi, una sua mano scivola verso il mio fianco diretta tra le mie gambe.
Mi sfiora il pube superficialmente, poi si addentra di poco, abbastanza da notare che sono umida e calda. Mi stacca da sé.
Stavolta è lei a voler spogliare me e io glielo lascio fare.
Mi sfila il vestito e mi trova in intimo. Mi aiuta a sbottonare il reggiseno. Mi tocca i seni… credo che sia interessata come me a trovare la diversità nella nostra uguaglianza.
Le sbottono i jeans e glieli abbasso fino alle ginocchia. Il caldo di questi giorni rende più forti i nostri odori che iniziano a riempire la stanza. Sento il suo ora.
Mi giunge al naso come un lieve solletico.
Sento i tuoi occhi su di noi. Mi volto ed incontro il tuo sguardo.

T.
Due donne.
Le vostre mani. Le carezze decise ma mai violente.
Ha davvero un bel seno lei.
Sto pregustando il momento che morderò forte quei capezzoli.
Si perché dopo il momento della dolcezza… verrà quello della pazzia… della libidine violenta.
Perché negarglielo?
Ti guardo. Guardo te… sei puttana… tutto quello che fai è frutto del tuo istinto. Non sei mai stata con una donna eppure sai farla godere… sai fare i gesti e le cose giuste.
Dai spogliala ora… nuda… e inizia a farla godere.
Devi farla godere tanto… più e più volte… che i suoi orgasmi siano molteplici e che le confondino i pensieri…
Spogliala…
Fammi vedere il suo corpo…
Voglio che con un dito sondi il suo imene…
Falla godere… falla diventare una puttana come noi.
Fai che la sua figa diventi una fontana…

A.
Mi avvicino meglio al suo bacino per toglierle del tutto l’indumento e mi giunge la nota acida sua intima, una lieve punta, ed è ora chiaro l’odore della sua figa.
Dopo averle tolto del tutto il pantalone le calo gli slip. Nel farlo la curiosità mi spinge a portarle una mano tra le gambe.
Le sfioro il poco pelo ben curato e mi porto all’interno.
Lei, dal canto suo, apre di più le cosce e mi lascia fare.
E’ leggermente tesa, sento i suoi muscoli contratti al mio sfiorarla. Trattengo la mano più del dovuto e le chiedo di stare tranquilla.
Dopo un po’ sento la contrazione diminuire e il suo corpo acquistare maggior fiducia verso il mio.
Le prendo la mano e la invito a distendersi. Stavolta la mia testa è di fronte alla sua figa e posso osservarla meglio. Con le dita pian piano la esploro, cerco in lei ciò che in me trovo senza vedere, col solo senso del tatto delle mie dita.
Socchiudo gli occhi e faccio altrettanto.
Monte di venere… molto gonfio, pelo… un po’ ispido sotto i polpastrelli, poi clitoride ancora nascosto e grandi labbra… grosse! Succose!
Apro gli occhi e le osservo in ogni dettaglio: sono rosse di eccitazione, frementi ad ogni mio tocco, bagnate anche… si sta bagnando tanto.
Con un dito raccolgo parte del suo miele e lo porto al naso, poi alla bocca, tra le labbra, dentro la bocca.
E’ buona… tanto buona.
La tocco ancora, le scopro il clitoride inturgidito mentre lei si lascia fare.
Ogni tanto il suo respiro si fa veloce e teso ma continuo a tranquillizzarla… le prometto che godrà tanto, le prometto che non le farò male… o almeno il minimo.
Tiro fuori la lingua… è uno strana sensazione avvicinarla a lei. Chiudo ancora una volta gli occhi e inizio a battere con la punta sulla sua perla. Sembra un’ostrica… si, è la stessa sensazione.
Il sapore lievemente salato, la consistenza scivolosa e molle, turgida in fondo e soffice all’esterno… prendo confidenza con il suo corpo e inizio a leccarla con decisione.
Ora i sospiri sono gemiti di piacere e mi impegno affinché goda… voglio farla godere come mai.
Sono decisa a farla godere.

L. (Laura)
Sento le sue mani, le sue dita sottili toccarmi e accarezzarmi lì dove nessuna donna era mai arrivata… e mi toccano come in realtà neanche nessun uomo aveva mai fatto.
I suoi occhi scuri mi guardano e mi scrutano… cercando in me ogni minima reazione, ogni minimo sussulto.
Sento un tonfo al cuore… i battiti aumentano… forse troppo.
Sono agitata e anche molto.
Spero non sia cosi visibile. Socchiudo gli occhi e cerco lentamente di respirare.
Sento ancora le sue mani insinuarsi dentro, prendere il mio piacere e assaggiarlo.
Sono eccitata… molto. Un misto tra timore e eccitazione che non mi permette di ragionare.
Mi rassicura… è davvero bella.
Lui ci osserva, con bramosia ci guarda… e mi eccita sapere di essere guardata in quel modo.
Ambra mi sa far godere, sento i brividi su tutto il corpo… mi mordo le labbra, chiudo gli occhi, i miei respiri si fanno più intensi e profondi e si trasformano in mugolii di piacere.
Inevitabilmente afferro le lenzuola… quasi a strapparle con le unghie.
Voglio che mi penetri…
Non so come dirglielo, ne ho vergogna e timore… ma voglia… una gran voglia di lei, che supera tutto…
Le sfioro i capelli lisci e scuri, le sorrido cercando di nascondere l’ eccitazione.
No… non riesco a dirglielo a parole…
Prendo la sua mano… la invito ad entrare… con un solo dito… - fa piano!
Mi guarda, mi sorride… socchiudo gli occhi e le sue dita iniziano ad entrare.

T.
Lei ora vittima sacrificale, poi… questo che le sta accadendo la trasformerà. Da crisalide a farfalla e volerà via.
Sarà pronta per nuovi amori.. nuove esperienze.
E’ giovane e bella.
Ed è puttana.
Sa godere…
L’osservo contorcersi sotto orgasmo… inarca il corpo mentre tu usi con lei bocca e mani.
Ma perché trascuri il suo culo?
Seguimi…
Mettile il medio in figa, l’anulare della stessa mano spingilo nel suo culo, a fondo… sul clitoride usa la bocca, mordila… falle sentire un leggero dolore. Con la mano libera palpale forte un seno, oppure mettile le dita in bocca… che ti succhi quelle.
Lo so che fremi per avere la sua figa, per vedere il suo imene sfrangiarsi, per gustare il suo momento di dolore, ma devi restare lucida… non lasciarti prendere dalla tua libidine…
So che vuoi sorbire tu la goccia del suo sangue… sangue mescolato al suo miele.
Te la invidio quella goccia… dai gustala e poi passamela in bocca in un bacio.
Guardami…
Ho desiderio di lei…

A.
Il mio impegno nel seguire ogni tuo insegnamento trova riconoscimento nelle continue contrazioni del suo ventre e nel suo miele che mi impregna le dita scorrendo copioso.
L’oggetto scelto per sverginarla è vicino a me.
Prendo l’ortaggio intagliato e lo osservo… che buon lavoro hai fatto, porco!
Una bella cappella grossa e liscia, un’asta lunga e levigata, soda e diritta… il guardarlo mette voglia anche a me ma questo bel fallo ora è per la mia vergine.
Le sfioro la figa con la carota, lo faccio salire e scendere lungo lo spacco, l’accarezzo più volte. Sussulta dal timore. Un conto sono le mie dita sottili, un conto è questo invitante membro…. La sfioro e ritorno su, al clitoride, poi lo avvicino e lo punto.
Dimmi che lo vuoi, verginella… dimmi che lo vuoi….
Le massaggio il clitoride con le dita, due dita insieme a strofinare vigorosamente mentre il fallo rimane puntato sull’apertura ancora intatta.
Viene ancora. Gode e lo grida.
Più gode e più si sblocca… diventa sempre più sfacciata nell’ostentare il suo piacere.
Dimmi che lo vuoi… dai, dillo.
Lo vuole.
Stavolta accantona ogni timore ed esplicitamente, seppur con un filo di voce, me lo chiede.
Mi sussurra che lo vuole in figa, lo vuole tutto.
Le sue strette pareti avvolgono la cappella che con sforzo si addentra. Le mie dita stuzzicano la sua perla ancora troppo sensibile, ad ogni suo tocco la vedo aprirsi verso me, farmi spazio.
Sento l’impedimento dell’imene e aumento lo sforzo nel penetrarla.
Ora geme… gode e soffre.
In un colpo più forte addentro oltre mezzo cazzo… siamo entrambe sudate, la sua figa profuma incredibilmente e ancora di più cede… cede tanto da farmi posto del tutto.
In uno scatto finale è tutto dentro.
Un urlo liberatorio le sfugge di bocca.
Laura riprende fiato e dopo pochi secondi estraggo l’ortaggio piano.
Vedo il rivolo di sangue colare lungo lo spacco. Scende sottilissimo mischiandosi al suo miele denso.

L.
La fisso negli occhi, il suo sguardo è eccitato all'idea di avermi penetrata con quella carota.
Mi sento aperta, lacerata... sento bruciore e un lieve dolore… vorrei chiudere le gambe, cercare di evitare di sentire le pareti della mia figa cosi aperte e urlare.
Al contempo vorrei baciare Ambra, ringraziarla di essere stata così gentile e delicata... vorrei mi leccasse, in modo da alleviare il mio calore.
Sento i rivoli di sangue scendere lenti.
Mi sento davvero colare sotto i suoi occhi.
Un idea mi attraversa la mente.. non sono più vergine. Sverginata da lei.. da una ragazza... la voglio ancora...
Voglio entri ancora.. e mi faccia sentire le forme di quella carota sempre più  in profondità .. voglio mi faccia sentire puttana come lei.. che mi prepari per bene per lui prima di sentire il suo forte cazzo dentro di me.
Ambra me l'ha descritto.. è duro, grosso e so che lui è irruento.
Solo l'idea di essere penetrata da lui... mi manda in estasi.
Lo voglio.. di nuovo, più forte.
La guardo fisso... "Ancora Ambra... ancora... più forte".
Voglio di nuovo un orgasmo con lei, sentire le mie gambe cedere, il mio cuore impazzire con i suoi movimenti decisi ma comunque leggeri.
La vedo sorridere... un sorriso soddisfatto.. gode del farmi godere.. e so che ora lo farà ancora di più.

A.
La sua figa ormai arrossata è come un frutto succoso davanti ai miei occhi. Lecco il suo miele striato e, con abbondante saliva, rinfresco la sua carne bollente.
Inserisco ancora il fallo e lo estraggo con curata lentezza.
Ora il sangue scende più intensamente formando una piccola chiazza poco sotto il suo corpo. E’ di quel sangue che mi abbevero. Lo raccolgo in punta della lingua mentre discende dalla sua fessura rossa come il corallo e lo ingerisco.
Poi ancora mi riempio la bocca di quello strano sapore.
Raccolgo un’altra goccia ancora e la porto a te.
In un bacio ti regalo un po’ di lei, bevila con me… .

T.
Lei è tua e io starò ai patti.
Ma adesso la voglio… devi darmela! Voglio entrare in lei…
Voglio prima mettermi a cavalcioni su di lei, il cazzo duro fra le sue tette e tenerle le mani in alto sopra la testa… piegarmi sulla sua bocca e bere i suoi gemiti… mordere forte le sue labbra mentre tu la lecchi, mentre con le dita la penetri ancora e ancora. Leccala… preparala nuovamente per essere presa, a forza stavolta… falla godere di nuovo… voglio sentire i suoi ansiti… e i suoi tremiti mentre gode.
Poi…
So cosa pensi… le tue dita stanno esplorando l’imene non ancora del tutto lacero… vero puttana? Ora il lavoro di fino lo faccio io, finisco di sverginarla, le metto il cazzo dentro fino ai coglioni e la fotto forte… senza tenerezza, con violenza. Sai che le piace il mio cazzo? Non vedi come lo guarda? Lo teme e lo vuole. Vuole sentire la consistenza di un membro di carne fremente. Ora non vuole tenerezza ma vuole forza e violenza.
Dai, prendi il mio posto… siediti sulla sua faccia e strofinale la figa sulla bocca, tienile le mani e io la prenderò alzando le sue gambe sulle mie spalle… la voglio aperta e sanguinante… voglio che provi un cazzo vero. Voglio venirle dentro a questa piccola puttana, riempirla con la mia sborra…
Dammela…
Tienila forte… proverà di nuovo dolore… dobbiamo fare che dal dolore nasca il suo piacere…
Non vorrai che finisca qui il gioco, no?
Dobbiamo insegnarle a godere… a sedurre e ad essere nuovamente sedotta.
So che tu sei una buona maestra in questo…

A.
Sai che questa puttanella è brava a leccare?
La sua lingua lavora nonostante il suo affanno e i tuoi colpi. La sento godere. Ogni tanto si ferma e sospira intensamente. Le dico di gridare, di gridare di nuovo e ancora… le dico che le darò il tuo cazzo in bocca da pulire.
Lo dico anche a te… sborrale dentro e avrà il tuo cazzo da pulire.
I tuoi colpi smuovono entrambe, i tocchi della sua lingua si fanno sempre più improvvisati. Mi scanso dal suo volto e mi soffermo a guardare le sue espressioni di godimento.
Ha la bocca contratta e gli occhi stretti in una intensa smorfia di piacere. Geme tanto, a tratti grida. I suoi capezzoli sono irti e ballano insieme ai suoi seni.
Ne stringo uno, ci gioco, poi con le mani li torturo entrambi.
Mi dice che viene, tante e tante volte da non potersi più contare.
Anche tu vieni intensamente. Vedo la tua sborra colarle fuori dalla figa mentre le dai gli ultimi colpi. Il tuo cazzo gocciolante esce da lei e si smolla sempre più e allora la invito ad alzarsi.
Ora entrambe tra le tue gambe le insegno come ripulirti, le dico cosa fare.
Tiro fuori la lingua e le chiedo di imitarmi. Raccolgo una goccia calda che cade dal glande tumido e la ingerisco… ora lei.
Risalgo la pelle del prepuzio con la mia mano mentre la sua lingua è sotto a raccogliere le ultime gocce che stila.
Continuo sulla sua lingua muovendo su e giù la pelle per svuotarti, ogni tanto deglutisce per ingerire.
Alzo lo sguardo verso te che ci osservi compiaciuto.
“Succhialo ora” le chiedo “prendilo in bocca e succhia. Ripulisci tutto con la lingua, leccalo finché il sapore di salato è del tutto sostituito dal sapore della tua saliva”.
Ci avvicendiamo sul tuo cazzo entrambe, prima lei, poi me.
Sento in bocca la sua saliva mescolarsi alla mia, le sue mani mi spingono la testa ad ingerirlo fino al pelo. E, facilmente, ci riesco vista la mancanza di erezione.
Le prendo le mani e gliele poso sulle palle.
Le massaggia con dolcezza finché io non mi stacco da te.
Hai lo sguardo estasiato di un porco che ha goduto come non mai.
Mentre ti allontani un attimo da noi, io e Laura ci rilassiamo.
Lei mi abbraccia, io la accarezzo.
Ogni attimo che la osservo la vedo sempre più bella.
In quegli attimi di riposo le chiedo se verrà a trovarci ancora… .
di
scritto il
2018-08-28
5 . 8 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il viaggio.
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.