Convocazione ( 2 di 2 )
di
Hermann Morr
genere
scambio di coppia
Quando due si chiudono in un privè, fosse anche solo per nascondersi dopo uno scherzo, si sa cosa succede poi. Quando si ride ci si guarda in viso, ci si sostiene, ci vuol niente perché le labbra si tocchino.
Ridevano ancora mentre lottavano con i vestiti, seduti sul letto Mario poteva tenerla comodamente tra le gambe aperte. Era minimo quindici anni più giovane dell’Erminia, ma aveva già le tette cadenti, non smagliate però, era bello sballonzolarle mentre le baciava il collo, e intanto lei gli infilava il preservativo.
La moglie del manzo capiva lo stato d’animo di Mario e non pretese lunghi preliminari, fu lei stessa a stendersi, sempre tenendolo per il manico, a tirarlo a se e a puntarselo da sola all’entrata della sua caverna. Lui a quel punto entrò con un colpo solo, senza riguardo e senza incontrare una resistenza, si buttò ancora su quelle poppe mobili con le mani e il viso.
Lei non chiudeva gli occhi.
Anche in quel momento intimo lo fissava senza alcuna vergogna e lui naufragò in quello sguardo, sgroppava come una cavalla per incontrare le spinte, ma non vacillava la loro connessione. Sul petto, appena sotto il collo, si allargava quell’alone che annuncia la vittoria, e lui baciava quella pelle arrossata, ma solo per un attimo, non poteva più fare a meno di guardarla negli occhi.
E nemmeno poteva fare a meno di pensare, il Rossi, di averlo fatto cornuto il manzo romagnolo, perché aveva toccato con la sua moglie qualcosa più profondo di quanto quello potesse avere con l’Erminia, o forse anche con la moglie stessa.
E chissà, forse quel legame profondo sarebbe continuato anche dopo. Si sarebbero cercati ? Avrebbero sentito il vuoto nelle loro esistenze ? Avrebbero abbandonato tutto, baracca e burattini, per scappare a Forte dei Marmi e aprire una lavanderia sotto falso nome ?
“ Ci si diverte qua, eh ? “
Presi di sorpresa si bloccarono nel mezzo dell'atto come belle statuine.
La voce dell'amante, già, i coniugi avevano diritto a una copia della chiave, c'era anche il manzo, rivestito, ma visibilmente sfatto, che si stravaccò su una poltroncina di fianco al letto e rimase a guardare beato la moglie con un tondello tra le gambe.
L'Erminia possessivamente cinse il petto di Mario con la destra, gli fece sentire le unghie sul capezzolo come lui aveva fatto prima, con la sinistra sul sedere lo spinse di nuovo dentro alla figa dell'altra.
Mario sentiva la stoffa del vestito sulla schiena e quelle forme e quel calore che avrebbe riconosciuto anche al buio.
" Perchè ti sei fermato ? Continua.. "
Sempre tenendolo per il petto lo muoveva dentro e fuori, gli spingeva il sedere col bacino, era lei adesso a decidere la forza e la velocità della chiavata.
Se un qualunque estraneo avesse potuto entrare nel privè, a vederlo preso così tra due donne lo avrebbe giudicato un uomo fortunato, sicuramente felice.
Anche lui si sentì tale nei primi momenti.
Si accorse però che le due donne avevano smesso di considerarlo, erano coinvolte in quel nuovo gioco, non si toccavano tra loro neppure di striscio, eppure facevano l’amore attraverso di lui, degradato a strap-on vivente. Fosse stato un pupazzo non sarebbe cambiato nulla per loro.
E gli venne su un magone anche peggio di prima.
Per essersi fatto quelle fantasie, che ora si infrangevano contro la realtà.
Per essersi creduto meglio del manzo romagnolo, quando ora era lui a trovarsi cornificato, e lo reggeva molto meno.
Aveva voglia di fermarsi e buttare all’aria il tavolo di gioco.
Ma sarebbe servito solo a rendere visibili tutte quelle cose, che almeno per il momento rimanevano nascoste dentro di lui. Nella memoria come marchio a fuoco, ma doveva rovinare agli altri una serata in cui era entrato di sua volontà, come fosse colpa loro se lui si era fatto dei viaggi nella sua testa ?
Alla fine dei conti non voleva nemmeno deludere l’Erminia, per quanto in quel momento si sentisse ignorato.
Così, nonostante tutto, strinse i denti e fece il suo dovere fino in fondo.
ferrus_manus@hotmail.com
Ridevano ancora mentre lottavano con i vestiti, seduti sul letto Mario poteva tenerla comodamente tra le gambe aperte. Era minimo quindici anni più giovane dell’Erminia, ma aveva già le tette cadenti, non smagliate però, era bello sballonzolarle mentre le baciava il collo, e intanto lei gli infilava il preservativo.
La moglie del manzo capiva lo stato d’animo di Mario e non pretese lunghi preliminari, fu lei stessa a stendersi, sempre tenendolo per il manico, a tirarlo a se e a puntarselo da sola all’entrata della sua caverna. Lui a quel punto entrò con un colpo solo, senza riguardo e senza incontrare una resistenza, si buttò ancora su quelle poppe mobili con le mani e il viso.
Lei non chiudeva gli occhi.
Anche in quel momento intimo lo fissava senza alcuna vergogna e lui naufragò in quello sguardo, sgroppava come una cavalla per incontrare le spinte, ma non vacillava la loro connessione. Sul petto, appena sotto il collo, si allargava quell’alone che annuncia la vittoria, e lui baciava quella pelle arrossata, ma solo per un attimo, non poteva più fare a meno di guardarla negli occhi.
E nemmeno poteva fare a meno di pensare, il Rossi, di averlo fatto cornuto il manzo romagnolo, perché aveva toccato con la sua moglie qualcosa più profondo di quanto quello potesse avere con l’Erminia, o forse anche con la moglie stessa.
E chissà, forse quel legame profondo sarebbe continuato anche dopo. Si sarebbero cercati ? Avrebbero sentito il vuoto nelle loro esistenze ? Avrebbero abbandonato tutto, baracca e burattini, per scappare a Forte dei Marmi e aprire una lavanderia sotto falso nome ?
“ Ci si diverte qua, eh ? “
Presi di sorpresa si bloccarono nel mezzo dell'atto come belle statuine.
La voce dell'amante, già, i coniugi avevano diritto a una copia della chiave, c'era anche il manzo, rivestito, ma visibilmente sfatto, che si stravaccò su una poltroncina di fianco al letto e rimase a guardare beato la moglie con un tondello tra le gambe.
L'Erminia possessivamente cinse il petto di Mario con la destra, gli fece sentire le unghie sul capezzolo come lui aveva fatto prima, con la sinistra sul sedere lo spinse di nuovo dentro alla figa dell'altra.
Mario sentiva la stoffa del vestito sulla schiena e quelle forme e quel calore che avrebbe riconosciuto anche al buio.
" Perchè ti sei fermato ? Continua.. "
Sempre tenendolo per il petto lo muoveva dentro e fuori, gli spingeva il sedere col bacino, era lei adesso a decidere la forza e la velocità della chiavata.
Se un qualunque estraneo avesse potuto entrare nel privè, a vederlo preso così tra due donne lo avrebbe giudicato un uomo fortunato, sicuramente felice.
Anche lui si sentì tale nei primi momenti.
Si accorse però che le due donne avevano smesso di considerarlo, erano coinvolte in quel nuovo gioco, non si toccavano tra loro neppure di striscio, eppure facevano l’amore attraverso di lui, degradato a strap-on vivente. Fosse stato un pupazzo non sarebbe cambiato nulla per loro.
E gli venne su un magone anche peggio di prima.
Per essersi fatto quelle fantasie, che ora si infrangevano contro la realtà.
Per essersi creduto meglio del manzo romagnolo, quando ora era lui a trovarsi cornificato, e lo reggeva molto meno.
Aveva voglia di fermarsi e buttare all’aria il tavolo di gioco.
Ma sarebbe servito solo a rendere visibili tutte quelle cose, che almeno per il momento rimanevano nascoste dentro di lui. Nella memoria come marchio a fuoco, ma doveva rovinare agli altri una serata in cui era entrato di sua volontà, come fosse colpa loro se lui si era fatto dei viaggi nella sua testa ?
Alla fine dei conti non voleva nemmeno deludere l’Erminia, per quanto in quel momento si sentisse ignorato.
Così, nonostante tutto, strinse i denti e fece il suo dovere fino in fondo.
ferrus_manus@hotmail.com
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