Il Vento e il Fuoco

di
genere
etero

Arriva quando meno me l'aspetto, silenzioso si alza, lento prende forza, poi mi scuote dentro.
Mi afferra, mi porta dove vuole.
Posso maledirlo e cercare di restistergli.
Posso provare ad anticiparlo e mettermi al riparo.
Posso pensare tutto questo, ma so già che vincerà.
Io, voglio che vinca.
Voglio farmi trasportare.
Voglio arrendermi.
Voglio sentirmi VIVA.
Perché lui è il vento, ed io, sono il fuoco.

Le chiacchiere in una serata di fine estate, quegli incontri a cui non puoi dire di no, non quando vivi in centro, non quando ti basta chiudere il portone per tuffarti tra la folla.
Pochi amici, molti conoscenti.
Sono distratta.
Apatica forse? No. Latente.
Una calma apparente che mi accompagna da inizio stagione.

Aspetto che tutti raggiungano il locale per ordinare, intanto, osservo le persone che mi passano davanti, la calca aumenta: si va in scena.
Uomini che esibiscono i loro pettorali in camicie talmente aperte da competere con le scollature femminili.
Donne strizzate dentro vestiti troppo stretti e truccate come maschere.
Il genere umano è così prevedibile a volte.

Un brivido mi percorre la schiena, la brezza che ogni giorno a quest'ora si solleva dal mare, è diventata, oggi, più fresca.
La riconosco. La sento sollevarsi e ... accendermi.
Mi da vigore, energia, vita.
Godo della sua carezza sul corpo.
Avverto quella sensazione di ribellione interiore che preme. Lo stato di torpore divenire insopportabile.
Chiudo gli occhi un istante per isolarmi in un respiro profondo.
Quando li riapro, ti vedo.
Gli sguardi si catturano.
È davvero ciò che penso?
Ho davvero percepito te?
Sì.
Nessuna coincidenza.
Sei il Mio Vento.

Non siamo due estranei. Non completamente almeno.
Anche tu, come me, sei un attore stabile di questo teatro che è il cuore della città.
Ci riconoscevamo tra queste comparse, quasi con gratitudine.
Abbiamo giocato con gli occhi spesso, ci siamo sedotti in qualche modo, senza mai parlarci.
Poi sei svanito, non ti ho più visto.
Ti avevo dimenticato.
Invece, ora, eccoti qui.
Stasera sarà diverso.
Stasera annulleremo in un sol colpo la differenza tra riconoscersi e guardarsi. Tra guardarsi e osservarsi. Tra osservarsi e capire.
Capire di volersi.

Gli occhi parlano. Continuiamo a cercarci, ancora e ancora. Finché i nostri calici si trovano a condividere lo stesso tavolo.
Tutto è superfluo adesso.
Siamo solo io e te, gli altri non esistono più.
Punti dritto alle mie iridi, cerchi la brace sotto la cenere. Cerchi una conferma che non tardo a farti arrivare.

Non abbiamo bisogno di conquistarci con le parole, il linguaggio del corpo parla da solo. Le espressioni del volto, le posture, ci dicono che stasera, io e te, finiremo in un letto.
Il mio o il tuo, non ha importanza.
Lo sappiamo entrambi. È solo questione di tempo.
Intanto il vento si mantiene costante, alimenta il fuoco.

Siamo diversi dai figuranti che ci circondano: non frequentiamo questo posto per cercare compagnia.
Noi ci viviamo. Ci divertiamo ad assistere allo spettacolo ogni sera uguale.
È questo che commentiamo.
Adoro la mia età, adoro la tua età.
Adoro esserci trovati pur senza cercarci.
Adoro la nostra consapevolezza, che mi porta a capire che mi vuoi, che ti voglio.

La brezza fresca scorre ancora sul mio corpo, un altro brivido mi pervade.
Mi inarco per assecondarne la carezza sulla schiena, sulle braccia, sotto il vestito leggero, troppo leggero forse, che si sposta, si solleva sulle cosce e ricade.
I capezzoli diventano turgidi, premono. Premono davanti ai tuoi occhi e tu ne segui la trasformazione, mi guardi, accompagni il passaggio del vento su di me.
Sali dalle gambe, attraversi il corpo, fino al mio viso. E' come se avessi le tue mani sulla pelle, ho un fremito di eccitazione, una calda sensazione che m'invade il ventre.

Non ci siamo ancora toccati, eppure l'intensità della fiamma dentro di me continua a salire, ne capto la potenza.
Mi chiedo se per te è lo stesso. Certo che sì. Il mio fuoco ti illumina.
Lo vedo riflesso nei tuoi occhi.
Quello che non sai è che ti scalderà tanto da bruciarti.
Spero che tu sia preparato ad affrontarlo oppure scappa, adesso, prima che ti consumi.
Sei temerario, rimani lì dove sei, ancorato al tuo bicchiere, ipnotizzato dai movimenti del mio corpo.

I nostri conoscenti ci separano, ci portano ad altre chiacchiere e ad altri sorrisi, proviamo a mantenere il contatto visivo, finché ... ti perdo.
Gli amici si congedano da me.
Io non ti trovo, rimango sola nella massa di persone, ferma con il vento leggero sull'abito.
Poi, un tocco.
Un brivido.
Una morbida carezza sulla schiena nuda.
Mi volto, ma già lo so, sei Tu.
Sorridi, appoggi l'intero palmo sulla pelle, quasi sorpreso: "credevo avessi freddo, invece, la tua pelle è calda...".
Non hai idea di quanto sia calda dentro. Ma non te lo dico, mi limito a rispondere al tuo sorriso.

Continui a sfiorarmi mentre torniamo ai nostri discorsi, la punta delle dita che scende dalla nuca giù, fino a lambire la curva dei glutei.
Sei un soffio. Impalpabile. Così eccitante.
Poggio la mano sul tuo polso, guardo l'orologio.
Risalgo sul braccio nudo, solo la manica della polo mi ferma.
La tua pelle è fresca.
Ci guardiamo in silenzio per un lungo istante, un ultimo sorso ed il tuo calice è vuoto, come il mio.
Avvicini il viso al mio orecchio, sussurri: "andiamo?"
Sì.

I corpi vicini, pochi passi. Sono sotto casa ti dico, indicando il palazzo.
Mi sorridi, la dita accarezzano le mie, riprendi a camminare, vuoi andare da te, hai un terrazzo sul mare: "ho voglia di vedere ancora il tuo vestito muoversi al vento" aggiungi.
È su quel terrazzo che nutrirai le mie fiamme.
Il desiderio è divenuto prepotente.

Le luci tenui dalla riviera, la brezza sostenuta ma non forte, ti appoggi al tavolo, mi inviti di fronte a te, tenendomi distante, guardi il mio abito ondeggiare, aderire al corpo e poi sollevarsi.
Gli occhi si soffermano sulle mie curve.
Ti guardo anch'io, ciò che vedi ti scalda, è palese.
La stoffa del vestito riesce a nascondere l'eccitazione del mio ventre, ma quella dei pantaloni, non riesce a tenere celata la tua.
La mente vuole viaggiare nelle tue emozioni. Costringe il corpo a muoversi, sono una vela, in balia di te.

Mi aspetto un bacio, invece il tuo viso non sporge.
Sono le tue mani a farlo. Le sento avanzare, salire sulle gambe, mi toccano senza fretta, sulle cosce, sotto la gonna, godono del calore che emano.
Le mie scostano la tua polo, le muovo sulla schiena, sullo stomaco, sulla cintura dei pantaloni.
Gli occhi incollati.
È un gioco a chi vuol essere più audace.

Scendo a lambire la tua erezione, premo, sfioro, stringo.
Le tue mani iniziano a muoversi verso l'origine del fuoco.
Imperversi intorno ai miei slip, argini l'ostacolo, ne segui il contorno sui glutei, sui fianchi, sulle cosce, ti insinui tra le fenditure, impatti con l'umido del ventre, sfiori piano e poi riprendi vigore.

Il frusciare cadenzato del mio vestito, interrotto dal rumore della cinta che slaccio, i bottoni che si aprono, le dita che entrano e toccano il tuo sesso.
Ti alzi in piedi, premi sulle anche facendo scendere i miei slip sotto il sedere.
Adesso le bocche si incontrano, si aprono affamate e si mangiano.
Le mie mani arroganti entrano nei pantaloni e cercano la pelle nuda, ti libero degli indumenti, premo sul pube, risalgo dai testicoli al glande e torno indietro, ne saggio la tensione, la durezza delle vene, la punta umida. Una carezza lenta e infuocata, che si ripete più volte.

L'abito sollevato in vita da una tua mano.
L'altra intrepida si fa strada su di me, in me. Scorre sulla fessura, sulle labbra vellutate e gonfie di passione. Le allarghi, senti che sono bagnata, calda. Il vento fresco sui miei umori mi fa fremere.
Continuiamo ad esplorarci.
Ti succhio il labbro inferiore, lo mordo, forte, e sento un dito iniziare a violarmi, lento.
Spalanchi gli occhi, meravigliato ed eccitato: "sei bollente..."
Mi piego sulle ginocchia facendo uscire le tue dita da me, che lasciano una scia umida sul ventre e sulla pancia.
Bacio il tuo sesso, lo lecco seguendone la lunghezza, stuzzico il glande e apro le labbra per accoglierlo.
Ti sento sospirare, irrigidirti. Inizio a spingere con la bocca: "sei rovente ovunque..." tenti di fermarmi ma non cedo, premo le labbra più forte, premo con la lingua, ti inghiotto.
Devo respirarti.
Devo nutrirmi.
Voglio consumarti.
Mi sollevi di forza, porti il mio viso davanti al tuo, mi intimi: "non ora... così non ti resisto..."
Addento le tue labbra, gioco con la lingua, bramo il tuo sapore.

Afferri energico i miei fianchi, mi trascini sulla parete, mi blocchi.
Una spallina del vestito scivola giù, la tua bocca morde i seni, affondo le unghie sulla tua pelle.
Impetuoso mi travolgi. Mi liberi degli slip. La gamba sostenuta dal tuo braccio, strofini il ventre contro il mio.
Ti senti bruciare mentre entri, senti il fuoco dentro di me.
Un gemito strozzato di soddisfazione, ci pervade quando mi riempi completamente.
Il cuore pompa forte, il sangue bolle nelle vene.
È un vortice di sesso.
Un vortice di vento e fuoco.

Mi sono alimentata con te per tutta la notte, ti sei rigenerato ogni volta, per poi lasciarti fervere ancora.

Un brivido di freddo.
Apro gli occhi.
Devo essermi addormentata.
È quasi l'alba. Non ci sei nel letto che sa fin troppo dei nostri corpi.
Mi vesto silenziosa, entro in soggiorno per andarmene.
Sei davanti la portafinestra aperta, con una sigaretta tra le labbra.
Nudo. Porti indosso solo i segni delle mie unghie.
Mi sorridi. Mi avvicino e ti tocco.
L'indice segue il contorno di un graffio sul tuo petto.
Lasci un bacio sulla mia spalla, sopra l'impronta di un tuo morso.
"Stasera?" Mi chiedi.
"Stasera" ti rispondo.

Sei il Mio Vento, sono il Tuo Fuoco.

https://youtu.be/t2NgsJrrAyM

scritto il
2018-09-11
2 . 4 K
visite
1
voti
valutazione
9
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto sucessivo

Spartito per Due
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.