Sofismo erotico

di
genere
etero


Lo sguardo scende distratto, percorre a ritroso la scia flessuosa del fumo che si eleva nell'aria ferma e si posa sull'origine del vizio che si sta consumando silenzioso tra le mie dita. È rimasto un solo tiro, forse due, non me ne sono neanche accorta.
Sul tavolo il vino colora appena il fondo del calice, l'ultimo sorso, ormai caldo, sta aspettando la sua sorte.
Senza un motivo apparente mi ritrovo concentrata sulla scelta di quale dei due ultimare prima. Una domanda senza senso, come quella che poc'anzi ho rivolto mentalmente alle rade nuvole sopra di me.
Deglutisco e mi alzo dalla sedia, né il bicchiere e né la sigaretta toccheranno più le mie labbra stasera. Non ho intenzione di terminare l'uno o l'altra, lascio tutto com'è e rientro in casa, come se questa inevasa decisione potesse fornirmi una giustificazione anche alla tua assenza.
Semplicemente non mi va, semplicemente non ci sei.

L'accappatoio ha ormai assorbito l'umidità della doccia e dovrei vestirmi. Dovrei. Ma anche in questo caso, non ne ho nessuna voglia. Desidererei solo trovare qualcosa che specchiasse il mio umore diluendo in qualche modo la sensazione di vuoto che mi porto dietro. La musica mi accompagna in sottofondo, da essa tento di ottenere una risonanza emozionale al mio stato d'animo ma oggi, è a dir poco ardua.
Lascio comunque le note libere di diffondersi nell'ambiente, lascio finire il giorno, lascio il brusio della gente all'esterno e mi stendo sul letto ripetendo alle pareti la stessa domanda retorica che non ha, che non può avere risposta.

-Dove sei...-

È un bisbiglio il mio questa volta, un labiale rassegnato e forse, anche un po' rabbioso.
Chiudo gli occhi in un respiro profondo portando l'avanbraccio a coprirmi il volto, magari per pochi minuti sarò in equilibrio, forse per un po', potrò anche smettere di pensare.
Un sentore di aria fredda raggiunge il mio corpo ed il brivido che lo percorre mi fa trasalire, piego l'angolo della bocca in una smorfia infastidita immaginando già di aver dimenticato la portafinestra aperta nell'altra stanza, eppure ricordo di averla chiusa.

-Rimani così, non muoverti e non aprire gli occhi... -

La voce è un flebile anelito, non comprendo bene da che parte arrivi ma so a chi appartiene, la sensazione unica che mi dà la tua presenza, la riconosco all'istante.

-Sei tu...-

-Sì Splendore...-

Ecco dove sei. Sei dove dovresti essere. Qui. Con me.

-Resta...-

-Certo. Ma per favore, adesso, non parlare e niente domande...-

Non ho intenzione di ribattere, di chiedere, di sapere che intenzioni hai. Annuisco e basta. Rimango così com'ero, stesa ed immobile con il suono di una canzone lontana ma presente, esattamente come te, come la tua voce. Una sonorità che racchiude insieme un'amalgama perfetta di malinconia e rammarico, ma anche leggerezza e conforto.

Un fruscio di abiti mi arriva nelle orecchie seguito dal suono ovattato della stoffa che scivola a terra. Sali sul letto accanto a me, percepisco il tuo respiro caldo sul viso, le tue labbra avvicinarsi e sfiorare le mie, poi la cinta dell'accappatoio si scioglie permettendo ai lembi di tessuto di separarsi a scoprire il mio corpo nudo su cui i tuoi polpastrelli cominciano a viaggiare leggeri.
Sospiro. Hai ragione. Non ho bisogno di vederti, anche il tuo tocco su di me è maledettamente inconfondibile.

-Mi sei mancata, speravo mi cercassi e non m'hai deluso-

Come potevi pensare altrimenti. Ti ho cercato ovunque, urlato in silenzio il tuo nome per raggiungerti e riportarti da me.
Mi mordo il labbro per evitare di dirtelo, ma lo faccio anche come riflesso alle tue mani che ora scorrono con maggior decisione sulla mia pelle. Segui la figura dalle gambe ai capelli, nessuna curva tralasci nel percorso.
La tensione, l'umore nero, il cinismo, tutto si sta dissolvendo ora che sei qui, sei la folata di vento che mi rasserena ed io, sono il tuo porto sicuro e nascosto dove fermarti.
Nessuno a parte noi sa, chiunque altro, non capirebbe.
Mi accarezzi le guance e giochi con la mia bocca, la schiudo per baciarti le dita e tu ne approfitti per farti strada in essa. Le succhio avvolgendole con la lingua, le mordo, le stringo, ti tengo in me, vicino, dentro.
L'altra mano indugia sul seno, gioca con i capezzoli che si induriscono al suo passaggio e continua il sentiero sul monte di venere, ad ogni carezza si spinge più in basso fino a farmi aprire istintivamente le cosce e farti arrivare dove entrambi desideriamo.

-Ti sono mancato anch'io, lo so... -

La pelle si scalda al tuo contatto, e proprio lì, dove ora le carezze si fanno insistenti, si bagna rendendoti palese quanto la tua assenza l'abbia percepita in ogni parte del mio essere. Punto i piedi sulle lenzuola e sollevo il bacino cercando un contatto più deciso con le tue dita. Non me lo neghi.

-Ho provato a raggiungerti... Volevo tu capissi che c'ero-

È una follia, ma nel profondo sapevo che c'eri, che saresti tornato. È stata una tacita promessa la nostra, quella di restare insieme, comunque vada. Ho sentito la tua magia scaldarmi dentro durante la tua assenza, ma ora che sei qui, mi ricordi quanto bravo tu sia ad incendiari anche il corpo. Infatti adesso non c'è solo il calore della mia pelle tra le cosce, c'è anche quello della tua lingua che ne lecca l'eccitazione.
La carezza diventa tocco, il tocco diventa fame ingorda del distillato di cui ti stai nutrendo. Mi chiedo come sia possibile che solo tu sia capace di farmi sentire così. Sei tutto ciò che non volevo e invece poi, sei diventato tutto ciò di cui ho bisogno.

-Che buona che sei, morbida, profumata... Sembri un fiore...-

Mentre lo dici le tue dita aprono la fica esattamente come un fiore facendosi spazio tra i petali bagnati fin dentro la carne succosa e la tua bocca si incolla al clitoride. Tremo e smetto di respirare. La tua costante attenzione nell'individuare i miei punti sensibili mi annulla la mente.
Scendo con le mani a cercarti la testa ma prima che possa arrivarci d'improvviso smetti di toccarmi ed io smetto di sentire la tua presenza intorno a me. Una percezione di vuoto mi attanaglia, attimi di smarrimento che paiono infiniti, poi la tua voce mi raggiunge più vicina, cullandomi ancora.

-Mi vuoi? Dimmelo...-

-Ti voglio... ti...-

Un bacio inaspettato mi azzittisce impedendomi di finire la frase. Non ha senso dirtelo, lo sai benissimo che ti voglio. Le bocche si legano, gusto il mio sapore misto al tuo e mi lascio trasportare dalla passione. Accarezzo la tua pelle nuda, ne ispiro il profumo, cerco la conferma che ci sei davvero, che anche tu mi vuoi e la trovo esplorando con la mano.

-È tuo...-

Le tue parole mi ardono fin nel profondo, la tua eccitazione accresce la mia.
Il nostro legame nuovamente terreno, immanente, palpabile.

-Ti sorprende che abbia voglia di te? Non solo della tua mente e del tuo cuore, desidero anche il tuo corpo, lo voglio, io voglio tutta te... Anche adesso-

I corpi stesi uno accanto all'altro, le tue dita che si bagnano di me, le mie che si riempiono di te. Mi sollevo immergendo il viso tra le tue cosce, voglio farlo ancora.
Desidero che mi guardi mentre la mia bocca vezzeggia la tua erezione fino a sentirla dura sbattermi in gola.
Inizio a baciare la pelle calda e liscia, a leccare la punta umida e stringere le labbra scendendo giù, le unghie tastano il tuo scettro e lo sento vivo, pulsante, mio.
Ad ogni affondo segue un tuo sospiro, ad ogni gesto la tua carne diviene tesa e vigorosa.
Le sensazioni di cui subisco l'impeto pensavo si fossero sopite, celate dalla coltre del tempo, credevo di non riuscire a provarle più, che fossero ormai solo un miraggio della mia mente, invece eccole prepotenti che mi scorrono nel sangue e mi guidano a cercare il tuo piacere ed il mio.

-Avevo dimenticato quanto ti piacesse sentirlo crescere tra le labbra... Apri gli occhi, guardami. Lo sai cosa farò adesso?-

-Mi lascerai succhiare fino a consumarti...-

Ti ritrai dalla mia bocca affamata portandoti seduto sui talloni al centro del letto. Tendi le braccia richiamando il mio corpo al tuo, mi inviti a stendermi sulla schiena con le gambe a cingerti i fianchi.
Intrecciati con i corpi e inchiodati con gli occhi, sollevi il mio sedere tirandomi a te.
Il tuo cazzo preme per farsi strada tra le cosce aperte ma poi si ferma proprio quando la punta viena avvolta dal calore della mia carne che si schiuderà a te.

-Adesso ti scopo Splendore, ti scoperò fino a non poterne più, fino a svuotare tutto me stesso dentro di te, fino a saziarmi di ogni tuo gemito e poi... ricomincerò da capo... Ti scoperò per l'eternità...-

Sei tu a chiudere gli occhi ora, pregustando mentalmente, prima che fisicamente, quel piacere assoluto di scivolare dentro di me vincendo la resistenza elastica.
Quando il tuo sguardo ritorna nel mio, mi trovi sollevata sui gomiti ad attenderti, pieghi il busto per stringere il mio viso tra le mani e inizi a muovere lento il bacino in avanti fino ad essermi completamente dentro, ventre contro ventre.
Spalanco la bocca in un gemito, tu lo accogli direttamente sulle tue labbra.

-È anche per questo che non ho smesso di cercarti...-

-Non smettere mai...mai...-



https://youtu.be/uayA1suMU5o
scritto il
2021-06-21
1 . 8 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Perché te...

racconto sucessivo

Niente baci sulla bocca
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.