La Cliente Particolare

di
genere
etero

Lavoro in quest'ufficio ormai da dieci lunghissimi anni, giorno dopo giorno sempre con gli stessi arredi anni 90, con gli stessi colori tenui alle pareti, la stessa aria viziata da un sistema di ricircolo difettoso e, soprattutto, quasi sempre le stesse persone per gli stessi identici motivi.

È la filiale di un anonimo paese della provincia di Bergamo, gente per lo più semplice e che si inserisce, o prova a farlo, a diverso titolo nel fitto tessuto della piccola imprenditoria che permea tutto il territorio.
È un mondo tanto variegato quanto uniforme nel suo essere specchio della nostra amata/odiata penisola, pregi e difetti compresi, e, come tutti i lavori a contatto col pubblico, col tempo, come capirete.. Logora.

Ricevo in media una decina di persone al giorno per i più disparati motivi; nonostante gli sbuffi e le imprecazioni sempre piu arzigogolate in cui mi produco subito prima di aprire la porta al cliente e subito dopo averlo fatto uscire una volta terminato il colloquio, cerco sempre di essere professionale e rispettoso, provando ad immedesimarmi in chi ho di fronte per far sì che si possa sentire a suo agio e non si generino situazioni di tensione.

Quanto scritto finora vale sia per i clienti di sesso maschile che per quelle di sesso femminile, ma è ovviamente con queste ultime che i miei sensi sono più attenti ad ogni sfumatura.
Mi piacerebbe talvolta si creassero delle situazioni interessanti, sottili provocazioni, giochi di sguardi, gesti studiati o parole mirate.. e capita di sorprendermi a pensare a chi fra tutte possa farlo e come...

Forse tu S., cubana, pelle ambrata color dei caraibi e sguardo fiero, segnato da un vissuto difficile cui è dovuta fuggire per trovare la dignità che prima ti era negata; fisico atletico, seno piccolo ma ben disegnato, ed un fondoschiena che chissà quante e quali invidie ha scatenato in un piccolo paese come questo.
Sei una predatrice, ciò che vuoi immagino tu lo prenda facilmente... E ti immagino padrona, l'uomo ridotto a strumento da comandare a piacimento.. Immagino quale visione debbano essere le gocce di sudore che ti scorrono sulla pelle donandole riflessi dorati, immagino i graffi sulla pelle dell'amante di turno..

O forse tu, J., con la tua sfrontata gioventù, quei vent'anni portati con una consapevolezza ed una femminilità sconosciute alla maggior parte delle tue coetanee... Occhi verdi e sorridenti, arguti, un seno morbido e sodo che non ami sbandierare, sul quale immagino ergersi dei capezzoli chiari e dall'areola ben disegnata.. un fisico così ben modellato che sarebbe un piacere scoprire piano, assaporandone la lenta rivelazione secondo dopo secondo..
Creatura quasi innocente, da prendere per mano e condurre nel mio mondo di perdizione..

Potresti essere tu O., imorenditrice di successo, manipolatrice se ce n'è una, quarant'anni passati a farsi valere e rispettare in un ruolo riservato solitamente agli uomini, incurante delle continue voci che ti circondano come un'aura.
Sempre elegante, una quarta di seno portata con vanto su un fisico asciutto a far da contraltare ad un viso la cui antipatia è accentuata dalla falsità dei sorrisi così facilmente elargiti.
Ti immagino legata e bendata, in balia delle voglie del tuo uomo, schiava e non padrona dei suoi desideri.. Ti immagino implorarne la mascolinità, umiliandoti a lui nell'oblio del tuo ruolo pubblico.

Sicuramente sarai tu, tu che da quella porta ancora devi entrare, con quel profumo così delicato ed attraente assieme, con i tuoi occhi grondanti promesse fissi nei miei, mentre le tue mani curate giocherellano lubriche col bottone della tua camicetta, regalandomi distratta qualche centimetro di più della tua scollatura da rimirare..
Tu che noterai i miei sensi acuirsi, le mie dita muoversi tradendo l'agitazione, tu che noterai l'erezione trasparire chiaramente dai miei pantaloni e sorriderai beffarda..

Tu che magari adesso stai leggendo queste poche parole, sappi che sto aspettando te, qui, nel mio ufficio, giorno dopo giorno..
scritto il
2017-05-06
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