La pausa caffè
di
Tenkara
genere
etero
Facciamo la pausa caffè assieme ormai da tre anni, tutte le mattine alle undici, minuto più minuto meno, salvo ferie o imprevisti vari.; è un modo come un altro per interrompere il flusso dei pensieri lavorativi distraendo un attimo la mente con chiacchiere di ogni tipo, per la maggior parte frivole e di scarso impegno mentale, ciò che serve insomma.
Stamattina non fa certo differenza, ma vista la quantità di gente che oggi ha deciso di venire in banca il traguardo appare quanto mai appropriato e necessario.
La macchinetta è nella stessa stanza del bancomat e della cassaforte.. vi è riservata una vecchia scrivania in disuso già occupata quasi totalmente da bicchierini palette ed una o due scatole di biscotti il cui gusto varia in base alle voglie del momento; la porta chiusa ci separa dall'essere alla mercé della vista dei clienti e dal vocio generale per i pochi minuti che servono ad adempiere al nostro rito.
Parliamo della tua serata precedente, del weekend che si prospetta all'orizzonte per quanto appaia ancora visione lontana e confusa... abbiamo quattordici anni di differenza e nei nostri discorsi li avverto tutti, ma ormai ci ho fatto l'abitudine e ne approfitto per sentirmi ancora ventenne per qualche minuto, dopotutto preferisco lasciar parlare te ed intervenire dove serve con qualche battuta o qualche cenno d'assenso.
Non che ti dispiaccia, non ti manca certo la parola.
Tra di noi c'è una buona sintonia, nonostante un inizio complicato dovuto più che altro al mio carattere introverso e un po' disadattato; stiamo bene assieme e parliamo di tutto con serenità, dal cibo al sesso, e forse il segreto è proprio la mancanza di attrazione fisica... non tanto da parte tua, forse ovvia, quanto da parte mia.. sei una splendida ventenne sbarazzina, un fisico asciutto e due occhi verdi che chissà quanti tuoi coetanei, e non, hanno fatto sospirare, il tutto circondato da una cascata di riccioli indomabili.. eppure, sarà che ho sempre preferito le donne più mature, sin da quando ero ragazzo, donne con un vissuto negli occhi e nell'animo, meglio se formose ed un po' in carne, sarà che ho bisogno di un'attrazione più mentale che strettamente fisica.. non ho mai avuto pensieri su di te, su di noi.. ed è strano, vista la mia passione per tutto ciò che circonda il sesso e tutto il mondo attorno ad esso.
Fino ad ora.
Ti sei chinata un secondo appoggiando le mani alla scrivania in modo quasi automatico guardando il muro bianco davanti a te senza arrestare il flusso delle tue parole, e tutto d'un tratto non so più dove siamo e di cosa stiamo parlando, la mia attenzione è tutta rivolta al tuo fondoschiena, fasciato nella fattispecie da dei normalissimi per quanto aderenti jeans.. è un movimento che avrai fatto un milione di volte nelle nostre pause caffè per stirarti dopo una mattinata seduta in cassa, eppure oggi è diverso, oggi per me è diverso.
L'istinto prende il sopravvento, vedo le mie mani muoversi rapide verso le tue natiche come se io ne fossi spettatore esterno, inconsapevole, ed una volta sull'obiettivo le stringo con forza e bramosia evidente, sorprendendoti e facendoti fare un piccolo saltello... ma è tutto troppo veloce perché anche tu possa razionalizzare ciò che sta succedendo; con la mano destra ti afferro l'inguine sentendo il denim caldo sotto le mie mani rivelare con difficoltà il disegno del tuo scrigno di piacere, e portandoti verso di me, per farti avvertire la mia erezione che il cotone dei boxer e dei pantaloni sembra non riesca più a contenere.
Ti volti per guardarmi negli occhi, mai come ora manifesto esplicito delle mie intenzioni,i nostri corpi sempre aderenti l'uno all'altro.. le tue mani si muovono in riposta con altrettanta decisione e maggiore maestria, slacciandomi i pantaloni sino ad afferrare il mio cazzo pulsante e vivo... il freddo del tuo palmo a contrasto del bollore del mio membro mi dà un'immediata scossa di piacere, dando nuova fiamma al fuoco che mi sta consumando.
Non hai ancora abbandonato i miei occhi, né io i tuoi, mentre ti abbassi veloce per accogliere in bocca la mia cappella, avvolgendola prima tutta sino a farla sparire per qualche secondo per poi liberarla trasudante saliva e cominciare la migliore delle torture percorrendo l'asta con la lingua sino alla base, andata e ritorno con la lentezza giusta affinché io possa ammirarne lo spettacolo, sempre tenendomi il cazzo ben saldo con la mano dando nuovo significato a quelle unghie smaltate sul cui colore tanto abbiamo discusso... Il fatto che il mondo dietro a quella porta chiusa stia andando avanti inconsapevole con i telefoni che squillano, i clienti che si avvicendano all'unica cassa rimasta aperta, col rischio concreto che il collega od il direttore possano entrare da un momento all'altro non solo non sembra preoccupare nessuno dei due, ma anzi è incentivo a proseguire nella nostro lascivo passo a due con maggior foga e lussuria.
Affondo le mie mani nei tuoi ricci scomposti assecondando le loro spirali per forzare il tuo movimento mentre il mio cazzo affonda nuovamente tra le tue labbra.. è un pompino fenomenale che dà vigore a tutte le volte in cui te ne sei dichiarata vogliosa e provetta esecutrice, non che vi stia pensando mentre chiudo gli occhi per non perdermi nessuna sfumatura di colore del piacere che sto provando.
«Tu invece stasera che fai?»
La tua voce è una secchiata d'acqua fresca.
Scuoto la testa sorpreso dai miei stessi pensieri.. tu sei ancora chinata sulla scrivania mentre mi guardi interrogativa in attesa di una risposta ed io appoggiato alla cassaforte a distanza di sicurezza, mentre cerco di mettere a fuoco i miei sensi disorientati ridando alla bianca macchia che ho di fronte la forma del bicchierino del caffè appena consumato.
Rispondo, seppur dopo qualche secondo di troppo..
«Penso che scriverò»
E sorridendo mi avvio verso l'ufficio, spalancando la porta al mondo reale.
Stamattina non fa certo differenza, ma vista la quantità di gente che oggi ha deciso di venire in banca il traguardo appare quanto mai appropriato e necessario.
La macchinetta è nella stessa stanza del bancomat e della cassaforte.. vi è riservata una vecchia scrivania in disuso già occupata quasi totalmente da bicchierini palette ed una o due scatole di biscotti il cui gusto varia in base alle voglie del momento; la porta chiusa ci separa dall'essere alla mercé della vista dei clienti e dal vocio generale per i pochi minuti che servono ad adempiere al nostro rito.
Parliamo della tua serata precedente, del weekend che si prospetta all'orizzonte per quanto appaia ancora visione lontana e confusa... abbiamo quattordici anni di differenza e nei nostri discorsi li avverto tutti, ma ormai ci ho fatto l'abitudine e ne approfitto per sentirmi ancora ventenne per qualche minuto, dopotutto preferisco lasciar parlare te ed intervenire dove serve con qualche battuta o qualche cenno d'assenso.
Non che ti dispiaccia, non ti manca certo la parola.
Tra di noi c'è una buona sintonia, nonostante un inizio complicato dovuto più che altro al mio carattere introverso e un po' disadattato; stiamo bene assieme e parliamo di tutto con serenità, dal cibo al sesso, e forse il segreto è proprio la mancanza di attrazione fisica... non tanto da parte tua, forse ovvia, quanto da parte mia.. sei una splendida ventenne sbarazzina, un fisico asciutto e due occhi verdi che chissà quanti tuoi coetanei, e non, hanno fatto sospirare, il tutto circondato da una cascata di riccioli indomabili.. eppure, sarà che ho sempre preferito le donne più mature, sin da quando ero ragazzo, donne con un vissuto negli occhi e nell'animo, meglio se formose ed un po' in carne, sarà che ho bisogno di un'attrazione più mentale che strettamente fisica.. non ho mai avuto pensieri su di te, su di noi.. ed è strano, vista la mia passione per tutto ciò che circonda il sesso e tutto il mondo attorno ad esso.
Fino ad ora.
Ti sei chinata un secondo appoggiando le mani alla scrivania in modo quasi automatico guardando il muro bianco davanti a te senza arrestare il flusso delle tue parole, e tutto d'un tratto non so più dove siamo e di cosa stiamo parlando, la mia attenzione è tutta rivolta al tuo fondoschiena, fasciato nella fattispecie da dei normalissimi per quanto aderenti jeans.. è un movimento che avrai fatto un milione di volte nelle nostre pause caffè per stirarti dopo una mattinata seduta in cassa, eppure oggi è diverso, oggi per me è diverso.
L'istinto prende il sopravvento, vedo le mie mani muoversi rapide verso le tue natiche come se io ne fossi spettatore esterno, inconsapevole, ed una volta sull'obiettivo le stringo con forza e bramosia evidente, sorprendendoti e facendoti fare un piccolo saltello... ma è tutto troppo veloce perché anche tu possa razionalizzare ciò che sta succedendo; con la mano destra ti afferro l'inguine sentendo il denim caldo sotto le mie mani rivelare con difficoltà il disegno del tuo scrigno di piacere, e portandoti verso di me, per farti avvertire la mia erezione che il cotone dei boxer e dei pantaloni sembra non riesca più a contenere.
Ti volti per guardarmi negli occhi, mai come ora manifesto esplicito delle mie intenzioni,i nostri corpi sempre aderenti l'uno all'altro.. le tue mani si muovono in riposta con altrettanta decisione e maggiore maestria, slacciandomi i pantaloni sino ad afferrare il mio cazzo pulsante e vivo... il freddo del tuo palmo a contrasto del bollore del mio membro mi dà un'immediata scossa di piacere, dando nuova fiamma al fuoco che mi sta consumando.
Non hai ancora abbandonato i miei occhi, né io i tuoi, mentre ti abbassi veloce per accogliere in bocca la mia cappella, avvolgendola prima tutta sino a farla sparire per qualche secondo per poi liberarla trasudante saliva e cominciare la migliore delle torture percorrendo l'asta con la lingua sino alla base, andata e ritorno con la lentezza giusta affinché io possa ammirarne lo spettacolo, sempre tenendomi il cazzo ben saldo con la mano dando nuovo significato a quelle unghie smaltate sul cui colore tanto abbiamo discusso... Il fatto che il mondo dietro a quella porta chiusa stia andando avanti inconsapevole con i telefoni che squillano, i clienti che si avvicendano all'unica cassa rimasta aperta, col rischio concreto che il collega od il direttore possano entrare da un momento all'altro non solo non sembra preoccupare nessuno dei due, ma anzi è incentivo a proseguire nella nostro lascivo passo a due con maggior foga e lussuria.
Affondo le mie mani nei tuoi ricci scomposti assecondando le loro spirali per forzare il tuo movimento mentre il mio cazzo affonda nuovamente tra le tue labbra.. è un pompino fenomenale che dà vigore a tutte le volte in cui te ne sei dichiarata vogliosa e provetta esecutrice, non che vi stia pensando mentre chiudo gli occhi per non perdermi nessuna sfumatura di colore del piacere che sto provando.
«Tu invece stasera che fai?»
La tua voce è una secchiata d'acqua fresca.
Scuoto la testa sorpreso dai miei stessi pensieri.. tu sei ancora chinata sulla scrivania mentre mi guardi interrogativa in attesa di una risposta ed io appoggiato alla cassaforte a distanza di sicurezza, mentre cerco di mettere a fuoco i miei sensi disorientati ridando alla bianca macchia che ho di fronte la forma del bicchierino del caffè appena consumato.
Rispondo, seppur dopo qualche secondo di troppo..
«Penso che scriverò»
E sorridendo mi avvio verso l'ufficio, spalancando la porta al mondo reale.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Lettera ad un'amica perdutaracconto sucessivo
Il lato oscuro
Commenti dei lettori al racconto erotico