Improvvisa fine di una storia
di
Edipo
genere
etero
"Aiuto, aiuto, no, no, ti prego, no!"
L'urlo disperato della donna squarcia il silenzio dell'anonimo residence e penetra nell'anonima stanza accanto dove un uomo e un'altra donna stanno facendo l'amore. Sono una coppia clandestina, da mesi ormai si ritrovano nella stessa stanza, sullo stesso letto, nella solita posizione del missionario.
La donna continua a urlare e a invocare aiuto.
L'uomo, suo malgrado, esce dalla seconda donna, senza avere avuto il tempo di soddisfare il piacere di nessuno dei due. Si guardano, spaventati.
"Che succede?" chiede inutilmente lei.
Un nuovo urlo le risponde.
"Ti prego, lasciami, lasciami!"
"Forse dovremmo chiamare la polizia...", mormora lui. Poi aggiunge: "Stanno violentando una ragazza..."
A fargli eco il pianto della vittima dello stupro, accompagnato dai rantoli animaleschi del suo assalitore.
Si fissano ancora. La paura li attanaglia, non solo per quello che sta accadendo nella stanza accanto, ma per le conseguenze di tutta quella situazione. Chiamare la polizia, essere identificati, fare da testimoni, la loro relazione scoperta, la fine dei loro rispettivi matrimoni, conseguenze incalcolabili dal punto di vista economico, un disastro sotto tutti gli aspetti...
E se non fosse stupro ma un gioco di sesso estremo? Che diritto hanno di immischiarsi?
"Andiamocene...", sussurra lei e subito afferra i vestiti sparsi per la stanza.
"Sì, appena fuori chiamiamo da un telefono pubblico...", risponde lui.
Si rivestono goffamente, ritrovandosi lui a infilarsi per errore lo slip di lei e lei a cercare disperata il reggiseno finito chissà dove.
La ragazza della stanza accanto piange ormai in modo sommesso. Lo stupro è stato consumato, non c'è più nulla da fare. Dispiace, ma è inutile fare gli eroi quando non serve.
Una voce adirata urla: "Piantala di frignare, lurida troia!"
Una voce adirata urla: "Lo vuoi abbassare questo cazzo di televisore? Starai mettendo in allarme tutti quanti qui dentro!"
"E tu quanto tempo ci metti a farti una doccia? Non ti basterebbero le cascate del Niagara..."
Le schermaglie continuano ma il volume del televisore viene bruscamente calato.
L'uomo e la donna sono ancora mezzi nudi.
Potrebbero scoppiare a ridere per l'assurda situazione che hanno vissuto ma nessuno ha voglia di ridere.
Potrebbero ricominciare a scopare ma nessuno ha voglia di ricominciare.
Ognuno legge negli occhi dell'altro la vergogna per la propria vigliaccheria, ognuno rivede nell'altro la sua stessa vigliaccheria.
Continuano a vestirsi.
L'urlo disperato della donna squarcia il silenzio dell'anonimo residence e penetra nell'anonima stanza accanto dove un uomo e un'altra donna stanno facendo l'amore. Sono una coppia clandestina, da mesi ormai si ritrovano nella stessa stanza, sullo stesso letto, nella solita posizione del missionario.
La donna continua a urlare e a invocare aiuto.
L'uomo, suo malgrado, esce dalla seconda donna, senza avere avuto il tempo di soddisfare il piacere di nessuno dei due. Si guardano, spaventati.
"Che succede?" chiede inutilmente lei.
Un nuovo urlo le risponde.
"Ti prego, lasciami, lasciami!"
"Forse dovremmo chiamare la polizia...", mormora lui. Poi aggiunge: "Stanno violentando una ragazza..."
A fargli eco il pianto della vittima dello stupro, accompagnato dai rantoli animaleschi del suo assalitore.
Si fissano ancora. La paura li attanaglia, non solo per quello che sta accadendo nella stanza accanto, ma per le conseguenze di tutta quella situazione. Chiamare la polizia, essere identificati, fare da testimoni, la loro relazione scoperta, la fine dei loro rispettivi matrimoni, conseguenze incalcolabili dal punto di vista economico, un disastro sotto tutti gli aspetti...
E se non fosse stupro ma un gioco di sesso estremo? Che diritto hanno di immischiarsi?
"Andiamocene...", sussurra lei e subito afferra i vestiti sparsi per la stanza.
"Sì, appena fuori chiamiamo da un telefono pubblico...", risponde lui.
Si rivestono goffamente, ritrovandosi lui a infilarsi per errore lo slip di lei e lei a cercare disperata il reggiseno finito chissà dove.
La ragazza della stanza accanto piange ormai in modo sommesso. Lo stupro è stato consumato, non c'è più nulla da fare. Dispiace, ma è inutile fare gli eroi quando non serve.
Una voce adirata urla: "Piantala di frignare, lurida troia!"
Una voce adirata urla: "Lo vuoi abbassare questo cazzo di televisore? Starai mettendo in allarme tutti quanti qui dentro!"
"E tu quanto tempo ci metti a farti una doccia? Non ti basterebbero le cascate del Niagara..."
Le schermaglie continuano ma il volume del televisore viene bruscamente calato.
L'uomo e la donna sono ancora mezzi nudi.
Potrebbero scoppiare a ridere per l'assurda situazione che hanno vissuto ma nessuno ha voglia di ridere.
Potrebbero ricominciare a scopare ma nessuno ha voglia di ricominciare.
Ognuno legge negli occhi dell'altro la vergogna per la propria vigliaccheria, ognuno rivede nell'altro la sua stessa vigliaccheria.
Continuano a vestirsi.
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