Cap d'Agde Undercover
di
Patrizia V.
genere
etero
La Guardia Costiera ci intercetta al limite delle acque territoriali e ci scorta fino alla base navale a nord di Siracusa, dove veniamo fatte attraccare ad un molo riservato.
Jasmine non capisce più niente perché sa che ad attendere sulla banchina, assieme al personale dell’Agenzia, ci sarà il suo bel capitano. Ma perché la maggior parte di noi donne si rincoglionisce completamente quando si innamora?
Per fortuna c’è Eva, così qualcuno provvede all’ormeggio mentre io accosto…
Marco è effettivamente lì, e a differenza di Jas mantiene almeno un po’ di decoro e tiene a distanza la sua fidanzatina, almeno finché i suoi uomini provvedono a prelevare i lingotti e a metterli al sicuro nel furgone blindato che dovrà portarli a Roma.
Poi ci sono le carte da riempire, con i moduli precompilati del rapporto ufficiale e quelli in carta libera del rapporto ufficioso… Per non parlare di quelli complicatissimi per il rendiconto spese.
Quando anche le formalità burocratiche sono finite e la nostra missione è dichiarata ufficialmente conclusa, Jasmine si accaparra finalmente il suo ragazzo e se lo trascina come un trofeo nella cabina per scoparselo a dovere.
Io ne approfitto per fare il pieno di carburante e controllare i livelli dei vari sistemi, mentre Eva si connette a internet e controlla posta e notizie.
Mi urla da sotto che una barca con due morti a bordo è stata trovata da dei pescatori al largo della costa di Antalya, in Turchia… Chissà mai cosa sarà successo?
Incredibile, le cose che succedono al giorno d’oggi.
Quando io ho finito i miei controlli, la mia compagna mi chiama di nuovo in quadrato, questa volta per farmi vedere una email.
POTRETE NAVIGARE I SETTE MARI E NASCONDERVI NEI PORTI PIU’ LONTANI: IO VI TROVERO’. ANJELIQUE.
Come cazzo ha trovato il nostro indirizzo email?
Quando finalmente il capitano Castaldi ha finito di riprendere possesso del corpo della sua ragazza e ci raggiunge, gli facciamo vedere il messaggio di Anja.
- Chi è questa Anjelique?
Gli spieghiamo che si tratta della trans, compagna del boss che lui stesso ha stecchito nel nostro letto qualche giorno prima.
- Una trans?
Eva annuisce: - Una brasiliana, molto bella e con un attrezzo impressionante in mezzo alle gambe… Davvero una tipa speciale.
Ho sempre avuto la sensazione che Eva fosse rimasta impressionata dalle doti di Anja: ho un moto di fastidio nel riceverne la conferma.
- Uno scherzo della natura – aggiungo io – O forse è meglio dire della chirurgia…
- Hmmm… - fa Marco pensoso – Non ne so niente. Non avete qualcos’altro su questa Anja?
Io ci penso un momento, poi mi viene in mente una cosa.
Prendo il mio cellulare e comincio a scorrere le foto di due anni prima…
- Eccola! Mi sembrava di ricordare di aver preso un ricordino, quella sera…
Porgo l’iPhone a Marco, che osserva con attenzione le foto scattate rapinosamente al termine della merchetta al largo della Maddalena.
Eva e Anja sono a sessantanove, e Simon sta montando a pecora la trans che sta sopra la mia ragazza: di Eva si vedono solo le gambe e parte del torso, ma i volti dei nostri due clienti sono perfettamente visibili.
Marco aggrotta le ciglia: - Scusate la franchezza, ma c’è qualcosa al mondo che voi due ancora non vi siete scopato?
Che galante.
Gli rispondo piccata: - Non saprei… Pensa che ci siamo scopate anche te!
Lui ridacchia divertito, estrae una chiavetta usb e si scarica i due files: - Con queste dovrebbe essere possibile fare una ricerca. Ottima cosa che non si veda la tua faccia, Eva: così possiamo estendere i files anche ai servizi alleati senza comprometterti.
Il problema però è un altro: se Anja è in caccia e ha il nostro indirizzo email, ha sicuramente anche il nostro recapito al Lido di Venezia.
- Per il momento è meglio che andiate a cercarvi un approdo diverso – fa Marco – Almeno finché non leviamo di mezzo questa pazza.
Eva arriccia il naso, per niente seccata: sono mesi che cerca di convincermi a cambiare porto. Le tasse che Monti ha messo sulle imbarcazioni da diporto e l’aumento del nolo dell’approdo ci stanno succhiando vive: la maggior parte dei motonauti italiani è già emigrato in Croazia o in Francia… Io finora ho opposto resistenza per via della Giulia che è sempre in collegio a Venezia, ma forse adesso è il caso di dare retta alla mia compagna spilorcia.
Marco riparte dopo essersi trombato Jasmine un’altra volta, e noi ci prepariamo a passare la notte all’approdo: almeno per ora, all’interno della base navale di Augusta, dovremmo essere al sicuro. Domani si vedrà…
***
- Ho trovato il posto che fa per noi! – esclama il giorno dopo Eva, sedendosi a tavola per colazione mentre Jas ci seve il cappuccino.
La ragazzina berbera ha un sorriso smagliante, ma è un po’ malferma sulle gambe: Marco deve averla sdrumata di brutto la sera prima…
- Cap d’Agde. Una località turistica in Linguadoca, con un ampio porto turistico attivo tutto l’anno.
- Hmmm… - faccio io, mentre non posso fare a meno di sorridere fra me vedendo la smorfia di Jas quando si siede: la piccola è proprio abbonata al sesso anale da un po’ di tempo a questa parte – E’ in Francia, vero?
- Sì, fra il Rodano e la Spagna. E sai una cosa? Sembra che sia la più grande e famosa località nudista d’Europa, celebre anche per il clima libertino.
Oh! Interessante…
- Vuoi dire che si tratta di un villaggio naturista?
- Sì. Per regolamento si può girare vestiti solo se fa freddo, oppure per abbigliarsi in modo sexy.
Non posso trattenere un sorriso: - Sembra il posto adatto a noi.
- Sapevo che l’idea ti sarebbe piaciuta… E le spese di attracco sono la metà che non a Venezia.
- Già. Inoltre, se si deve girare nudi, immagino che questo renderà le cose più difficili alla nostra Anja.
- Perché?
- Immagino che non sia facile per una trans superdotata passare inosservata in un villaggio nudista… Non credi?
Salpiamo a metà mattinata, per non abusare della pazienza della Marina Militare.
Siamo al largo di Taormina, quando ci arriva sul crypto un messaggio di Marco: il furgone portavalori con i lingotti è stato assaltato mentre era sul traghetto dello Stretto di Messina. Il personale è stato tramortito e sedato, e i rapinatori sono scesi tranquillamente a Reggio con il furgone e i lingotti senza che nessuno si accorgesse di niente.
Merda.
- Tutto questo lavoro per niente! – sono incazzata come un picchio.
Eva scrolla le spalle: - Beh, almeno non sono proprio tutti, i lingotti che sono spariti…
Inarco le sopracciglia: - Cosa vuoi dire?
Eva sospira con l’aria di quella che mi deve spiegare proprio tutto, poi apre l’anta dell’armadietto nel quadrato; sfila un tovagliolo che copriva un vassoio, e rivela alla vista tre lingotti d’oro da un chilo appoggiati sulla mensola.
- Mi hai detto che nessuno sapeva esattamente quanti fossero, così visto che erano davvero parecchi, ho pensato di tenerne uno ciascuna, così per ricordo…
- Eva! – sono indignata – Ma questo è un furto…
- Ma no, è solo una dimenticanza… Cosa vuoi che siano tre lingotti in più o in meno per la Banca d’Italia? Non se ne accorgerà nessuno.
- Come, cosa vuoi che sia? Eva, saranno almeno trentamila euro a lingotto!
- Trentacinquemila, euro più euro meno… Ho controllato stamattina.
Oltre centomila euro in oro. Cose da pazzi.
Anzi: cose da olandese pazza…
Marco è incasinato con le ricerche del furgone dell’oro e non ci risponde, così facciamo rapporto all’Agenzia e comunichiamo la nostra rotta.
A mezzogiorno passiamo lo Stretto di Messina incrociando il traghetto su cui è avvenuta la rapina e che sta tornando in Sicilia probabilmente con più poliziotti che turisti a bordo, e facciamo rotta su Ustica, e poi sulla Sardegna.
La rotta è nota: l’abbiamo percorsa solo due anni fa, e all’arrivo in Sardegna abbiamo fatto la conoscenza di Anja e Simon…
Nuovo rifornimento a Olbia, poi attraversiamo le Bocche di Bonifacio e seguiamo la costa occidentale della Corsica fino a Calvi per poi puntare su St.Tropez, in Francia.
Insomma, una crocera da sogno, anche se ci costa una fortuna in carburante.
Nuovo rifornimento a Hyerès, e poi è tutta navigazione sottocosta fino ad Agde.
Quando arriviamo, siamo abbronzate come se fosse la fine di Agosto, e siamo pronte non alla prova-costume, ma a quella del villaggio naturista, con una tintarella integrale da urlo.
***
Cap d’Agde, Linguadoca: mai stati laggiù?
E’ il paradiso del naturismo, dell’esibizionismo e dello scambismo. Il più grande villaggio naturista d’Europa, perfettamente autonomi con tutti i servizi e le attrazioni per le vacanze: può soddisfare un po’ tutte le esigenze, dalle famiglie con bambii piccoli fino ai pervertiti cronici.
Dispone di un servizio di sicurezza, di supermercati e negozi vari, assistenza medica, banche, locali alla moda, negozi, locali notturni e spiagge a perdita d’occhio… Come un resort estivo alla moda, ma rigorosamente dedito al naturismo integrale; in più, la sera si anima di un frizzante esibizionismo che porta la gente a rivestirsi, sì… Ma nel modo più provocante e indecente possibile, perché la notte, a Cap d’Agde, praticamente tutto è permesso!
Non solo la gente fa la coda ai locali per scambio di coppia, ma gli scambisti si esibiscono anche all’aperto, e non è raro incontrare gente che fa sesso sulla spiaggia o perfino in mezzo alla strada.
Insomma, proprio il posto ideale per le Mantidi…
Uno degli aspetti che rendono Cap perfetta per noi, è la presenza di un porto turistico al suo interno, con tariffe di attracco assolutamente competitive rispetto all’Italia.
Attracchiamo a Port Ambonne, la zona del porticciolo turistico, e sbrighiamo le pratiche amministrative con il contributo fondamentale di Eva che parla perfettamente il francese; Jas lo capisce benissimo anche lei, ma naturalmente non ama parlarlo… Io invece non vado oltre “Oui, bonjour monsieur”, e mi rassegno all’irrilevanza.
Mentre le ragazze più giovani sono all’accueil a pagare la tassa di soggiorno e a sbrigare le altre formalità, io faccio il pieno e sistemo la Serenissima per un attracco prolungato.
Poi, quando Eva e Jas tornano a bordo, ci prepariamo ad esplorare quella che probabilmente è la località più peccaminosa d’Europa dopo il Red Light District di Amsterdam.
Regola numero uno: vietato andare in giro vestiti durante il giorno. Regola numero due: vietato andare completamente nudi. Non è una contraddizione, ma una normale regola igenica: ci si porta sempre dietro un asciugamano o un telo da spiaggia per sedercisi sopra e non rischiare di sporcare i sedili pubblici.
Fra l’altro, come tutti i libertini raffinati sanno molto bene, la nudità integrale è più eccitante se accompagnata da qualche capo provocante…
Così ci agghindiamo tutte e tre con un pareo trasparente attorno ai fianchi, una borsetta e i sandali più sexy di cui ciascuna di noi dispone, e ci mettiamo in marcia.
Ci sono tre edifici principali a Cap, strutturati come condomini per miniappartamenti per le vacanze e centri commerciali allo stesso tempo: Heliopolis, Port Nature e Port Ambonne. Poi c’è un grande campeggio naturista, una zona servizi, quattro diversi villaggi per villette di diversa metratura, che si chiamano Port Soleil, Port Nature Village, Helio Village e Port Vénus, e un incredibile numero di negozi, negozietti, bar, ristoranti, locali vari e clubs di ogni genere… E dappertutto un’incredibile quantità di gente nuda.
Gente di tutte le età, compresi moltissimi bambini e persone anziane, tutti rigorosamente in tenuta adamitica: compresi quelli che forse farebbero meglio a mettersi a dieta, o almeno a girare vestiti…
Ma la cosa più incredibile è la facilità con cui ci si abitua al naturismo. Non tanto alla nudità propria, quanto a quella degli altri: tempo un’ora, e ti sembra di aver vissuto fra gente nuda per tutta la vita.
Facciamo il giro dei viali principali, prendiamo nota dei locali più interessanti, facciamo la spesa in uno dei centri commerciali (che sensazione strana comprare la frutta insieme a mamme e bambini nudi!), e torniamo alla barca prima di andare a vedere come funziona la spiaggia.
Ci sono un paio di stabilimenti attrezzati un po’ come in Italia, anche se più piccolini, e tutto intorno a loro chilometri di spiaggia libera, compreso un tratto aperto agli animali domestici. La spiaggia comincia dalla diga frangiflutti del canale di accesso al porto turistico, e prosegue all’infinito, fino a perdersi nel nulla verso est…
Noi tre camminiamo con i piedi nell’acqua e i sandali in mano schizzandoci come ragazzine in vacanza, e ci godiamo il sole sulla pelle già abbondantemente abbronzata e completamente priva di righe antiestetiche grazie all’abitudine alla tintarella integrale a bordo della Serenissima…
- Non ci credo! – esclama improvvisamente Eva, bloccandosi e afferrandomi il braccio.
Seguo la direzione del suo sguardo e lo vedo anch’io.
Siamo un po’ oltre il più lontano degli stabilimenti organizzati, e la spiaggia libera è improvvisamente più affollata del resto dell’arenile.
Non ci sono strutture particolari, solo centinaia di persone nude che prendono il sole, fanno il bagno… E anche qualcos’altro.
In particolare, proprio sul bagnasciuga dove stiamo camminando noi, saltano all’occhio almeno tre culi maschili che pompano disordinatamente un mucchio di carne di mezza età, da cui spuntano un paio di gambe femminili: i piedi si dimenano scompostamente, e un capannello di curiosi circonda l’ammucchiata, che chiaramente riscuote un discreto successo di pubblico.
Diversi maschi si segano pubblicamente assistendo alla pubblica partouze,
mentre altre coppie ignorano completamente quanto sta avvenendo davanti a loro, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Facendo attenzione, mi accorgo che l’ammucchiata sul bagnasciuga non è isolata: ci sono coppiette in azione un po’ dappertutto, in acqua e sulla spiaggia. Gente per lo più sulla quarantina, ma anche diversi personaggi di mezza età o anche qualcuno più giovane, tutti chiaramente dediti all’esibizionismo più sfrenato, oppure semplicemente occupati a divertirsi in libertà con il proprio partner… Oppure con qualcuno appena incontrato in spiaggia e con il partner che si limita a guardare con malcelato interesse.
Abbiamo trovato la sezione di spiaggia classificata XXX, dove tutto o quasi è consentito e dove infatti non ci sono minorenni. Interessante.
Subito oltre la scena cambia: si tratta della spiaggia dichiaratamente gay, dove i maschietti si inchiappettano a vicenda in piena libertà. Immagino che la zona sia aperta anche alle lesbiche, ma si sa che noialtre siamo più riservate dei “colleghi” maschi, e infatti non vedo nessuna coppia di sole donne. Peccato.
Ci facciamo un bel bagno rinfrescante e assistiamo ad alcune scene piuttosto esplicite in acqua, donve non solo alcune coppiette fanno apertamente sesso fra loro, ma alcune signore si esibiscono in gruppo lavorando sia di mani che di bocca su un pubblico maschile variopinto e numeroso…
Prendiamo un po’ il sole sulla sabbia, e Eva non trascura di approfittarne per accarezzarmi la passera con una nonchalance degna di una frequentatrice assidua di quelle spiagge licenziose.
Sospiro: lo sapevo che sarebbe finita così…
Così, come? Ma a sessantanove, naturalmente!
…E con una dozzina di guardoni allupati che si masturbano intorno a noi.
Jasmine non capisce più niente perché sa che ad attendere sulla banchina, assieme al personale dell’Agenzia, ci sarà il suo bel capitano. Ma perché la maggior parte di noi donne si rincoglionisce completamente quando si innamora?
Per fortuna c’è Eva, così qualcuno provvede all’ormeggio mentre io accosto…
Marco è effettivamente lì, e a differenza di Jas mantiene almeno un po’ di decoro e tiene a distanza la sua fidanzatina, almeno finché i suoi uomini provvedono a prelevare i lingotti e a metterli al sicuro nel furgone blindato che dovrà portarli a Roma.
Poi ci sono le carte da riempire, con i moduli precompilati del rapporto ufficiale e quelli in carta libera del rapporto ufficioso… Per non parlare di quelli complicatissimi per il rendiconto spese.
Quando anche le formalità burocratiche sono finite e la nostra missione è dichiarata ufficialmente conclusa, Jasmine si accaparra finalmente il suo ragazzo e se lo trascina come un trofeo nella cabina per scoparselo a dovere.
Io ne approfitto per fare il pieno di carburante e controllare i livelli dei vari sistemi, mentre Eva si connette a internet e controlla posta e notizie.
Mi urla da sotto che una barca con due morti a bordo è stata trovata da dei pescatori al largo della costa di Antalya, in Turchia… Chissà mai cosa sarà successo?
Incredibile, le cose che succedono al giorno d’oggi.
Quando io ho finito i miei controlli, la mia compagna mi chiama di nuovo in quadrato, questa volta per farmi vedere una email.
POTRETE NAVIGARE I SETTE MARI E NASCONDERVI NEI PORTI PIU’ LONTANI: IO VI TROVERO’. ANJELIQUE.
Come cazzo ha trovato il nostro indirizzo email?
Quando finalmente il capitano Castaldi ha finito di riprendere possesso del corpo della sua ragazza e ci raggiunge, gli facciamo vedere il messaggio di Anja.
- Chi è questa Anjelique?
Gli spieghiamo che si tratta della trans, compagna del boss che lui stesso ha stecchito nel nostro letto qualche giorno prima.
- Una trans?
Eva annuisce: - Una brasiliana, molto bella e con un attrezzo impressionante in mezzo alle gambe… Davvero una tipa speciale.
Ho sempre avuto la sensazione che Eva fosse rimasta impressionata dalle doti di Anja: ho un moto di fastidio nel riceverne la conferma.
- Uno scherzo della natura – aggiungo io – O forse è meglio dire della chirurgia…
- Hmmm… - fa Marco pensoso – Non ne so niente. Non avete qualcos’altro su questa Anja?
Io ci penso un momento, poi mi viene in mente una cosa.
Prendo il mio cellulare e comincio a scorrere le foto di due anni prima…
- Eccola! Mi sembrava di ricordare di aver preso un ricordino, quella sera…
Porgo l’iPhone a Marco, che osserva con attenzione le foto scattate rapinosamente al termine della merchetta al largo della Maddalena.
Eva e Anja sono a sessantanove, e Simon sta montando a pecora la trans che sta sopra la mia ragazza: di Eva si vedono solo le gambe e parte del torso, ma i volti dei nostri due clienti sono perfettamente visibili.
Marco aggrotta le ciglia: - Scusate la franchezza, ma c’è qualcosa al mondo che voi due ancora non vi siete scopato?
Che galante.
Gli rispondo piccata: - Non saprei… Pensa che ci siamo scopate anche te!
Lui ridacchia divertito, estrae una chiavetta usb e si scarica i due files: - Con queste dovrebbe essere possibile fare una ricerca. Ottima cosa che non si veda la tua faccia, Eva: così possiamo estendere i files anche ai servizi alleati senza comprometterti.
Il problema però è un altro: se Anja è in caccia e ha il nostro indirizzo email, ha sicuramente anche il nostro recapito al Lido di Venezia.
- Per il momento è meglio che andiate a cercarvi un approdo diverso – fa Marco – Almeno finché non leviamo di mezzo questa pazza.
Eva arriccia il naso, per niente seccata: sono mesi che cerca di convincermi a cambiare porto. Le tasse che Monti ha messo sulle imbarcazioni da diporto e l’aumento del nolo dell’approdo ci stanno succhiando vive: la maggior parte dei motonauti italiani è già emigrato in Croazia o in Francia… Io finora ho opposto resistenza per via della Giulia che è sempre in collegio a Venezia, ma forse adesso è il caso di dare retta alla mia compagna spilorcia.
Marco riparte dopo essersi trombato Jasmine un’altra volta, e noi ci prepariamo a passare la notte all’approdo: almeno per ora, all’interno della base navale di Augusta, dovremmo essere al sicuro. Domani si vedrà…
***
- Ho trovato il posto che fa per noi! – esclama il giorno dopo Eva, sedendosi a tavola per colazione mentre Jas ci seve il cappuccino.
La ragazzina berbera ha un sorriso smagliante, ma è un po’ malferma sulle gambe: Marco deve averla sdrumata di brutto la sera prima…
- Cap d’Agde. Una località turistica in Linguadoca, con un ampio porto turistico attivo tutto l’anno.
- Hmmm… - faccio io, mentre non posso fare a meno di sorridere fra me vedendo la smorfia di Jas quando si siede: la piccola è proprio abbonata al sesso anale da un po’ di tempo a questa parte – E’ in Francia, vero?
- Sì, fra il Rodano e la Spagna. E sai una cosa? Sembra che sia la più grande e famosa località nudista d’Europa, celebre anche per il clima libertino.
Oh! Interessante…
- Vuoi dire che si tratta di un villaggio naturista?
- Sì. Per regolamento si può girare vestiti solo se fa freddo, oppure per abbigliarsi in modo sexy.
Non posso trattenere un sorriso: - Sembra il posto adatto a noi.
- Sapevo che l’idea ti sarebbe piaciuta… E le spese di attracco sono la metà che non a Venezia.
- Già. Inoltre, se si deve girare nudi, immagino che questo renderà le cose più difficili alla nostra Anja.
- Perché?
- Immagino che non sia facile per una trans superdotata passare inosservata in un villaggio nudista… Non credi?
Salpiamo a metà mattinata, per non abusare della pazienza della Marina Militare.
Siamo al largo di Taormina, quando ci arriva sul crypto un messaggio di Marco: il furgone portavalori con i lingotti è stato assaltato mentre era sul traghetto dello Stretto di Messina. Il personale è stato tramortito e sedato, e i rapinatori sono scesi tranquillamente a Reggio con il furgone e i lingotti senza che nessuno si accorgesse di niente.
Merda.
- Tutto questo lavoro per niente! – sono incazzata come un picchio.
Eva scrolla le spalle: - Beh, almeno non sono proprio tutti, i lingotti che sono spariti…
Inarco le sopracciglia: - Cosa vuoi dire?
Eva sospira con l’aria di quella che mi deve spiegare proprio tutto, poi apre l’anta dell’armadietto nel quadrato; sfila un tovagliolo che copriva un vassoio, e rivela alla vista tre lingotti d’oro da un chilo appoggiati sulla mensola.
- Mi hai detto che nessuno sapeva esattamente quanti fossero, così visto che erano davvero parecchi, ho pensato di tenerne uno ciascuna, così per ricordo…
- Eva! – sono indignata – Ma questo è un furto…
- Ma no, è solo una dimenticanza… Cosa vuoi che siano tre lingotti in più o in meno per la Banca d’Italia? Non se ne accorgerà nessuno.
- Come, cosa vuoi che sia? Eva, saranno almeno trentamila euro a lingotto!
- Trentacinquemila, euro più euro meno… Ho controllato stamattina.
Oltre centomila euro in oro. Cose da pazzi.
Anzi: cose da olandese pazza…
Marco è incasinato con le ricerche del furgone dell’oro e non ci risponde, così facciamo rapporto all’Agenzia e comunichiamo la nostra rotta.
A mezzogiorno passiamo lo Stretto di Messina incrociando il traghetto su cui è avvenuta la rapina e che sta tornando in Sicilia probabilmente con più poliziotti che turisti a bordo, e facciamo rotta su Ustica, e poi sulla Sardegna.
La rotta è nota: l’abbiamo percorsa solo due anni fa, e all’arrivo in Sardegna abbiamo fatto la conoscenza di Anja e Simon…
Nuovo rifornimento a Olbia, poi attraversiamo le Bocche di Bonifacio e seguiamo la costa occidentale della Corsica fino a Calvi per poi puntare su St.Tropez, in Francia.
Insomma, una crocera da sogno, anche se ci costa una fortuna in carburante.
Nuovo rifornimento a Hyerès, e poi è tutta navigazione sottocosta fino ad Agde.
Quando arriviamo, siamo abbronzate come se fosse la fine di Agosto, e siamo pronte non alla prova-costume, ma a quella del villaggio naturista, con una tintarella integrale da urlo.
***
Cap d’Agde, Linguadoca: mai stati laggiù?
E’ il paradiso del naturismo, dell’esibizionismo e dello scambismo. Il più grande villaggio naturista d’Europa, perfettamente autonomi con tutti i servizi e le attrazioni per le vacanze: può soddisfare un po’ tutte le esigenze, dalle famiglie con bambii piccoli fino ai pervertiti cronici.
Dispone di un servizio di sicurezza, di supermercati e negozi vari, assistenza medica, banche, locali alla moda, negozi, locali notturni e spiagge a perdita d’occhio… Come un resort estivo alla moda, ma rigorosamente dedito al naturismo integrale; in più, la sera si anima di un frizzante esibizionismo che porta la gente a rivestirsi, sì… Ma nel modo più provocante e indecente possibile, perché la notte, a Cap d’Agde, praticamente tutto è permesso!
Non solo la gente fa la coda ai locali per scambio di coppia, ma gli scambisti si esibiscono anche all’aperto, e non è raro incontrare gente che fa sesso sulla spiaggia o perfino in mezzo alla strada.
Insomma, proprio il posto ideale per le Mantidi…
Uno degli aspetti che rendono Cap perfetta per noi, è la presenza di un porto turistico al suo interno, con tariffe di attracco assolutamente competitive rispetto all’Italia.
Attracchiamo a Port Ambonne, la zona del porticciolo turistico, e sbrighiamo le pratiche amministrative con il contributo fondamentale di Eva che parla perfettamente il francese; Jas lo capisce benissimo anche lei, ma naturalmente non ama parlarlo… Io invece non vado oltre “Oui, bonjour monsieur”, e mi rassegno all’irrilevanza.
Mentre le ragazze più giovani sono all’accueil a pagare la tassa di soggiorno e a sbrigare le altre formalità, io faccio il pieno e sistemo la Serenissima per un attracco prolungato.
Poi, quando Eva e Jas tornano a bordo, ci prepariamo ad esplorare quella che probabilmente è la località più peccaminosa d’Europa dopo il Red Light District di Amsterdam.
Regola numero uno: vietato andare in giro vestiti durante il giorno. Regola numero due: vietato andare completamente nudi. Non è una contraddizione, ma una normale regola igenica: ci si porta sempre dietro un asciugamano o un telo da spiaggia per sedercisi sopra e non rischiare di sporcare i sedili pubblici.
Fra l’altro, come tutti i libertini raffinati sanno molto bene, la nudità integrale è più eccitante se accompagnata da qualche capo provocante…
Così ci agghindiamo tutte e tre con un pareo trasparente attorno ai fianchi, una borsetta e i sandali più sexy di cui ciascuna di noi dispone, e ci mettiamo in marcia.
Ci sono tre edifici principali a Cap, strutturati come condomini per miniappartamenti per le vacanze e centri commerciali allo stesso tempo: Heliopolis, Port Nature e Port Ambonne. Poi c’è un grande campeggio naturista, una zona servizi, quattro diversi villaggi per villette di diversa metratura, che si chiamano Port Soleil, Port Nature Village, Helio Village e Port Vénus, e un incredibile numero di negozi, negozietti, bar, ristoranti, locali vari e clubs di ogni genere… E dappertutto un’incredibile quantità di gente nuda.
Gente di tutte le età, compresi moltissimi bambini e persone anziane, tutti rigorosamente in tenuta adamitica: compresi quelli che forse farebbero meglio a mettersi a dieta, o almeno a girare vestiti…
Ma la cosa più incredibile è la facilità con cui ci si abitua al naturismo. Non tanto alla nudità propria, quanto a quella degli altri: tempo un’ora, e ti sembra di aver vissuto fra gente nuda per tutta la vita.
Facciamo il giro dei viali principali, prendiamo nota dei locali più interessanti, facciamo la spesa in uno dei centri commerciali (che sensazione strana comprare la frutta insieme a mamme e bambini nudi!), e torniamo alla barca prima di andare a vedere come funziona la spiaggia.
Ci sono un paio di stabilimenti attrezzati un po’ come in Italia, anche se più piccolini, e tutto intorno a loro chilometri di spiaggia libera, compreso un tratto aperto agli animali domestici. La spiaggia comincia dalla diga frangiflutti del canale di accesso al porto turistico, e prosegue all’infinito, fino a perdersi nel nulla verso est…
Noi tre camminiamo con i piedi nell’acqua e i sandali in mano schizzandoci come ragazzine in vacanza, e ci godiamo il sole sulla pelle già abbondantemente abbronzata e completamente priva di righe antiestetiche grazie all’abitudine alla tintarella integrale a bordo della Serenissima…
- Non ci credo! – esclama improvvisamente Eva, bloccandosi e afferrandomi il braccio.
Seguo la direzione del suo sguardo e lo vedo anch’io.
Siamo un po’ oltre il più lontano degli stabilimenti organizzati, e la spiaggia libera è improvvisamente più affollata del resto dell’arenile.
Non ci sono strutture particolari, solo centinaia di persone nude che prendono il sole, fanno il bagno… E anche qualcos’altro.
In particolare, proprio sul bagnasciuga dove stiamo camminando noi, saltano all’occhio almeno tre culi maschili che pompano disordinatamente un mucchio di carne di mezza età, da cui spuntano un paio di gambe femminili: i piedi si dimenano scompostamente, e un capannello di curiosi circonda l’ammucchiata, che chiaramente riscuote un discreto successo di pubblico.
Diversi maschi si segano pubblicamente assistendo alla pubblica partouze,
mentre altre coppie ignorano completamente quanto sta avvenendo davanti a loro, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Facendo attenzione, mi accorgo che l’ammucchiata sul bagnasciuga non è isolata: ci sono coppiette in azione un po’ dappertutto, in acqua e sulla spiaggia. Gente per lo più sulla quarantina, ma anche diversi personaggi di mezza età o anche qualcuno più giovane, tutti chiaramente dediti all’esibizionismo più sfrenato, oppure semplicemente occupati a divertirsi in libertà con il proprio partner… Oppure con qualcuno appena incontrato in spiaggia e con il partner che si limita a guardare con malcelato interesse.
Abbiamo trovato la sezione di spiaggia classificata XXX, dove tutto o quasi è consentito e dove infatti non ci sono minorenni. Interessante.
Subito oltre la scena cambia: si tratta della spiaggia dichiaratamente gay, dove i maschietti si inchiappettano a vicenda in piena libertà. Immagino che la zona sia aperta anche alle lesbiche, ma si sa che noialtre siamo più riservate dei “colleghi” maschi, e infatti non vedo nessuna coppia di sole donne. Peccato.
Ci facciamo un bel bagno rinfrescante e assistiamo ad alcune scene piuttosto esplicite in acqua, donve non solo alcune coppiette fanno apertamente sesso fra loro, ma alcune signore si esibiscono in gruppo lavorando sia di mani che di bocca su un pubblico maschile variopinto e numeroso…
Prendiamo un po’ il sole sulla sabbia, e Eva non trascura di approfittarne per accarezzarmi la passera con una nonchalance degna di una frequentatrice assidua di quelle spiagge licenziose.
Sospiro: lo sapevo che sarebbe finita così…
Così, come? Ma a sessantanove, naturalmente!
…E con una dozzina di guardoni allupati che si masturbano intorno a noi.
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