Lifestyle a Cap: Seduzione e Ammucchiate
di
Patrizia V.
genere
orge
Quando mi sveglio il culo mi brucia ancora.
Cose che succedono quando una si lascia sodomizzare senza vaselina da un negro superdotato. Anche Eva lo ha preso lì, anzi ne ha presi due di cazzi neri, ma a differenza di me ha fatto le cose con calma e con largo uso di lubrificanti specifici.
Non è mica una baldracca rottainculo come me.
Mi rotolo nel lettone della Serenissima, stiracchiandomi in cerca della mia compagna di vita, di sesso e di avventure, ma non la trovo.
Inarco un sopracciglio, perché Eva è pigra e di solito non si alza prima di me. Poi sento lo scroscio della doccia e capisco che è in bagno.
Guardo l’orologio: le undici. E’ prestissimo.
Voglio dire, considerato che abbiamo lasciato il Glam peste e doloranti dopo le tre e ci abbiamo messo un po’ a guadagnare il nostro letto dopo esserci ripulite almeno superficialmente da tutta la sborra che ci siamo prese dai negroni.
Sospiro e raggiungo Eva nel nostro bagno minuscolo ma accogliente: non ho bisogno solo di una doccia, ma di un clistere emolliente…
Quando raggiungo il tavolo della colazione mi sento molto meglio, e ho fame.
Jasmine ci ignora deliberatamente: la nostra nocchiera è occupatissima a revisionare l’elettronica di bordo e ostenta un interesse smisurato per il regolatore del radar.
Disapprova i nostri eccessi notturni (anche quelli diurni) e si è completamente dissociata dai nostri innoqui divertimenti erotici. Da quando sta con un Ufficiale dei Carabinieri (notare le maiuscole) è diventata una vera signora…
Beh, finché ci prepara le vongole alla marinara e il cuscus per me può fare come vuole… Tanto io c’ero, quando si è presa tre cazzi alla volta sottocoperta, a Venezia!
Mi verso il caffelatte (niente cappuccino, non ho voglia di trafficare con la macchinetta in cambusa) e guardo Eva che smanetta impazzita sul cellulare come solo una millennial sa fare.
- E’ crollata la borsa di Amsterdam? – le faccio ironica, riferendomi alla sua nota avarizia.
- No, peggio. Ho scaricato il diario di ieri della Roby e sto mandandoti il testo sul laptop. Vedrai che roba!
- Perché? Parlano di noi?
- Leggi.
Sì, parlano di noi.
Quella stupida troia pensa che Eva sia mia figlia.
Penso che la inculerò a secco con il mio strapon sporco di sabbia; poi le porterò via quel mezzo uomo di suo marito e le farò fare un giro di chiglia sotto la Serenissima prima di buttarla in mare con una pietra al collo.
Sono così arrabbiata che ho bisogno di far rombare un motore: la barca o la moto? Siamo state in gita da poco con la moto, mentre la Serenissima non naviga da un po’. OK, salpiamo l’ancora e consumiamo un po’ di carburante…
Spingo i motori a fondo tanto per farlo: porto la Serenissima al largo e faccio fare un po’ di pratica a Jasmine così la raddolcisco un po’. Poi torniamo sotto costa e gettiamo l’ancora davanti alla spiaggia a luci rosse.
Tempo di fare un bel bagno, e poi di rosolarci un po’ le tette.
Una volta asciutta, Eva prende il binocolo e si dà un po’ al voyeurismo d’accatto: mi descrive le attività a riva delle coppie che conosciamo, ma non sembra succeda niente di interessante… Cioè, niente che non succeda tutti i giorni sulla spiaggia a luci rosse.
La coppietta francese, quella con la lei popputa e il lui con il cazzo piccolo (come cazzo si chiamavano? Boh), si sta divertendo con il terrone ben dotato, mi sembra quello che si chiama Lele: cioè, Lele si sta trombando la tettona e lui si fa una sega guardando.
Eva è spietata nel descrivere la scena: c’è rimasta davvero male quando ha scoperto che il francesino era minidotato, mentre io mi sono divertita abbastanza con la sua tettona. A me invece fa piacere che lei si diverta con il cazzone di Lele.
Il terroncello a Eva all’inizio piaceva: ha trovato divertente farsi corteggiare in modo grezzo, specie perché lui non si rendeva conto che lei lo capiva abbastanza bene mentre sparava cazzate in italiano. Anche il sesso è andato abbastanza bene: si è fatta sbattere in spiaggia una delle prime sere dopo essersi fatta offrire un paio di drink al Melrose bar; poi però le hanno dato fastidio le sue arie da macho nel dopopartita e lo ha mandato a cagare.
Io ero impegnata con una turista americana nei guai perché il marito era rotolato ubriaco sotto un tavolo del Melrose e non ho assistito alla scena, ma dopo il racconto di Eva ho tirato una croce anche su Lele; Nico non lo avevamo proprio preso in considerazione.
La turista americana invece l’ho rivista la sera dopo allo You and Me e me la sono fatta davanti al marito deliziato… Aver aiutato la sua lei a trascinarlo ubriaco alla loro villetta all’Heliovillage la sera prima ha dato i suoi frutti. Peccato che siano ripartiti il giorno dopo.
Ma sì: storielle di tutti i giorni, a Cap.
Il sole comincia a scendere sull’orizzonte, ed è tempo di rientrare in rada.
Approdare alla marina di Cap è più simpatico che non a Rimini o al Lido: non ho bisogno di rivestirmi.
Manovro con calma in direzione della diga foranea che separa il canale di accesso a Port Ambonne dal resto del mondo dove gli sfigati vanno in giro vestiti anche d’estate, e mi irrito nel vedere un’altra barca ferma quasi all’inbocco del canale.
Rallento, e Eva va a prua per capire perché quelli non si muovono.
Quando torna da me, sorride a trentadue denti: - Hanno finito il carburante all’ultimo momento…
- Cazzo che imbranati! – faccio io, paziente come al solito – E va bene, tiragli una gomena che li rimorchiamo dentro.
- Certo… Ma sai chi sono?
- Chi?
- La coppia numero uno sulla nostra lista: quella sulla cinquantina, che piaceva particolarmente a te.
- Oh, quelli. Sì, ieri ci ho provato con loro, ma non va: a lei le donne proprio non vanno giù.
- Sì, può essere… Ma non credi che ci saranno grati se li aiutiamo?
Inarco un sopracciglio.
Manovro per agganciarli, poi lascio i comandi a Jasmine e vado a poppa per salutare gli imbranati.
Sì, lo so: quando noleggi una barca non sai mai esattamente quanto carburante c’è in realtà… O meglio, dovresti saperlo, ma se non sei pratico è facile sbagliarsi. Però voi sapete bene che io non sono un tipo paziente.
Mi affaccio e li saluto con l’idea di prendeli un po’ in giro.
Lui risponde con un sorriso simpatico e mi spiazza dandosi del cretino da solo. Poi ringrazia di cuore e si presenta.
Ha classe; mi piace.
Sua moglie è un po’ contrita: mi ha correttamente riconosciuta per quella che ha provato ad avvicinarli la sera prima al Glam, e che lei ha freddato via un po’ alla svelta.
Si scusa, dice che aveva bevuto un po’ troppo.
Non è arrogante per niente.
Va bene, lo ammetto: mi piacciono, e non si meritano troppa strafottenza.
Sono Gerd e Lise, di Stoccarda. Cinquantuno lui e quarantanove lei, entrambi piacevolmente alti e snelli, a parte le tette rifatte di Lise.
Li aiutiamo a fare rifornimento, e poi ad attraccare.
Lui insiste per sdebitarsi e ci invita a cena. Eva si produce nel suo più bel sorriso e accetta per entrambe.
Lise fa una mezza smorfia e poi scoppia a ridere, vagamente imbarazzata per il suo stesso comportamento. Sarà anche omofoba, ma ha stile.
Ci presentiamo sulla terrazza del ristorante nei nostri abitini bianco Eva e nero io, e li troviamo entrambi messi piuttosto bene a loro volta, con un completino attillato corpetto e pantalone Lise, e una giacca beige lui con una bella camicia da maschio adulto aperta sul petto come piace a me.
Ci stringiamo le mani come piace tanto ai tedeschi, e poi tanto per chiarire i nostri rapporti Eva e io ci scambiamo un rapido bacio sulla bocca.
Sì, siamo una coppia.
Lesbiche?
No, bisessuali. E quando usciamo per divertirci non facciamo troppe distinzioni.
Lise inarca un sopracciglio ma non dice niente. Gerd è più curioso, ma le sue domande rimangono discrete.
Va a finire che raccontiamo qualcosa di noi, e loro si aprono a loro volta un po’.
Viene fuori che sono sposati, ma non fra di loro: sono una coppia irregolare, e i rispettivi coniugi non hanno idea che loro siano a Cap invece che al lavoro.
M’intriga: sembra una storia interessante…
Gerd è sposato senza figli con una moglie bisbetica e bacchettona che però è figlia del suo socio anziano e quindi non può essere scaricata in modo indolore. Lise è una mamma che lavora ed è sposata con un tipo cui vuole bene ma che è ormai troppo anziano per lei… Insomma, nessuno dei due intende divorziare, quindi devono tenere la loro relazione nascosta.
Due spiriti liberi, ma con la testa sulle spalle. Ci piacciono.
L’unico problema è che Lise è irriducibilmente etero, e lo dice abbastanza apertamente: - Niente di personale, ragazze: mi piacete tutte e due… Ma se alla maggior parte degli uomini l’idea di un rapporto gay non piace per niente, questo vale anche per molte donne; o almeno vale per me.
Eva gli fa gli occhioni dolci: - Neanche se ti facessi bere un’altra bottiglia di prosecco?
Lise scoppia a ridere, un po’ imbarazzata: in effetti ha già bevuto parecchio.
- Credo che non ne basterebbero altre due, Eva… E alla terza ti vomiterei addosso!
Beh, a Cap le donne comandano: e quando una donna dice “no”, significa “no”. Ci tocca rispettarla, in fondo è una regola che sta bene anche a noi.
Però Lise è un po’ sorpresa: pensava che fossi io ad averle messo gli occhi addosso, visto che sono quella più mascolina fra noi due.
Eva fa un sorriso soave: - Perché, non è chiaro che a me piacciono le ragazze più grandi?
Mi prende la mano e mi sorride gioiosa, facendomi sciogliere tutta: adoro essere la sua “ragazza più grande”!
- Mentre a me, oltre alle ragazzine, piacciono gli uomini maturi e in forma – ammetto io con un sorriso diretto a Gerd – E’ per questo che ci ho provato con voi al Glam…
- Oh! – fa Lise, per niente a disagio – Quindi tu vorresti farti il mio uomo…
Io faccio un gesto significativo con il bicchiere in mano e sorrido: - Puoi biasimarmi?
Risatina: - No, affatto. In fondo è per questo che si va in posti come il Glam, no?
Gerd sorride deliziato: è conteso da due belle donne, e al tavolo oltre a lui e a loro c’è solo una’altra ragazza, ancora più carina… Potrebbe un cinquantenne aspirare ad una serata migliore?
Lise sa statre al gioco: è davvero un bel tipo.
Sorride ancora, sorseggia il suo bicchiere come se stesse pensando; poi: - Capisco… E conosco Gerd abbastanza bene da sapere che lui è più che tentato. Ma se è vero che io non sono gelosa, è anche vero che voglio avere qualcosa in cambio per me. E quel qualcosa, mia deliziosa Eva, non puoi essere tu.
La mia ragazza non è una che si lascia smontare facilmente.
Fa una faccia buffa all’italiana, come se stesse pensando, poi tira fuori il cellulare e fa un numero.
- Ben? Sei libero questa sera? Okay, avrei una proposta per voi…
I due negroni arrivano nel giro di dieci minuti, e Lise spalanca la bocca sbalordita.
Gli stronzi sono in bermuda e indossano magliette aderentissime che espongono i loro pettorali meglio che se fossero nudi.
Gli occhi di Lise scintillano eccitati, e la porca si lecca le labbra divorandoli con lo sguardo; poi si volta a guardare Gerd, ma io ho già la sua mano sul ginocchio, e lui si affretta a sorridere alla sua compagna un assenso più che convinto.
Come trasformare un educato “no” in un entusiastico “sì”…
Lise e Gerd hanno un bel villino a Port Ambonne Village, non lontano da quello degli sfigati.
Il loro patio è ben riparato da muretti e cespugli ben curati, ed è arredato con divani da giardino, poltroncine in vimini e lettini da sole oltre a un tavolinetto con le sedie per la colazione.
All’inizio restiamo un po’ in piedi mentre Gerd versa ancora da bere per tutti, poi dopo aver toccato ciascuno il bicchiere di tutti gli altri per rompere il ghiaccio, cominciamo a strofinarci un po’ formando le coppie prima di accomodarci sui divani con un filo di trepidazione (specie Lise!). Naturalmente io mi accosto a Gerd, mentre Eva e Lise fraternizzano rispettivamente con Sam e Ben.
Gerd non mi delude: è il classico gentiluomo cinquantenne piuttosto esperto, senza fretta e con abbastanza classe e confidenza da tirare calda una donna nei tempi e con i modi adeguati alla libido femminile.
In pratica, sono bagnata nel giro di dieci minuti, e dopo un quarto d’ora sto dimenandomi sul divano per la voglia di essere scopata.
Gerd ha le mani sulle mie pocce mentre ci slinguazziamo in bocca, ed io sto già aprendogli la patta dei pantaloni.
Hmmm… Dimensioni adeguate alle mie esigenze, durezza gradevolmente superiore alla media, struttura ruvida e temperatura assai superiore alla media: viagra? Beh, affari suoi. A me interessa che mi scopi con forza e a lungo.
Mi tuffo a prenderglielo in bocca e comincio a succhiare con gusto: adoro quando il pene è bello caldo…
Con la coda dell’occhio vedo che anche Eva e Lise sono a bocca piena. Bene…
Spompino Gerd gustandomi il calore e il sapore del suo cazzo mentre lui accompagna le mie gollate con adeguati sospiri di piacere e mi accaezza carinamente i capelli. Poi, un po’ a sorpresa, lui mi ferma.
- Cosa ne diresti di salire al piano di sopra?
Dal suo tono di voce è evidente che lui preferisce così: magari trova scomodi i divanetti da giardino, oppure lui e Lise sono più per lo swapping che per lo swinging e si divertono di più a farlo separatamente, chissà? A me piace ammucchiarmi in gruppo, trovo che sia più divertente e offra la possibilità di posizioni più articolate, ma se a lui piace montarmi nel letto di Lise, non vedo perché non accontentarlo.
Saliamo di sopra mentre le altre ragazze continuano imperterrite la loro azione orale, e Gerd mi fa accomodare in una bella camera da letto al piano di sopra.
Mi spoglia come un gentiluomo d’altri tempi, baciandomi e accarezzandomi per tutto il tempo, poi io mi stendo nuda sul lettone e apro le gambe con un chiaro gesto d’invito offrendogli il mio vello d’oro che splende sulla pelle abbronzata.
Il padrone di casa si libera dei suoi vestiti, offrendomi alla vista un corpo asciutto e in forma che mi fa ulteriormente venire l’acquolina alla fica, e mi raggiunge sul letto.
Ci baciamo con foga, rotolandoci sul letto appena rifatto e strofinandoci come animali per la foia reciproca di accoppiarci; alla fine lui mi inchioda al letto prendendomi nella posizione più tradizionale.
Io strillo di piacere nel sentirmi riempire di carne maschia e mi abbandono alla scopata.
Gerd mi sbatte a lungo alla missionaria, poi visto che ancora non vengo mi fa mettere di fianco e mi incucchiaia a lungo prolungando il mio piacere per un tempo interminabile… Io mi tocco, non perché abbia problemi a godere, ma perché mi piace acompagnare il piacere con le dita.
Mentre mi scopa da dietro, Gerd mi strapazza le tette, e si accanisce con particolare cattiveria sui miei capezzoli erti e durissimi, strappandomi strilli di goduria crescente, finché non me ne vengo con un urlo liberatorio.
Lui mi lascia navigare attraverso la tempesta del piacere finché non mi placo, momentaneamente soddisfatta, e con calma si sfila da dentro di me per cambiare gioco: adesso tocca a lui.
Mi fa girare nuovamente sulla schiena e mi viene sopra.
Non vorrà mica una spagnola? Mi prende il panico: piatta come sono, è l’unica cosa che non sono capace di fare.
No: quello che vuole è scoparmi in gola. Bene, questo si può fare eccome…
Me lo caccia in bocca tirandomi su la testa e ficcandoci sotto un cuscino per tenermela su e fottermi l’esofago. Non è comodissimo, ma è erotico da morire.
Mi sento ingozzare il glande in profondità, e lui mi tira i capelli quasi con la stessa cattiveria con cui mi ha torturato i capezzoli…
Mi rantola qualcosa in ostrogoto che immagino sia piacevolmente volgare e me lo caccia tutto in gola prima di ragliare come un somaro e di allagarmi lo stomaco con una sborrata alluvionale.
La prima spruzzata mi va direttamente giù senza che possa neanche sentirne il sapore; poi però lui arretra, e il secondo e più abbondante spruzzo mi riempie la bocca consentendomi di gustare appieno il sapore del maschio che mi sta usando.
Lo sperma è caldissimo, denso e colloso, con un gusto salato che sa di uomo stagionato al punto giusto… Buonissimo.
Poi, a sorpresa, Gerd me lo tira fuori dalle fauci mentre sto bevendo la sborra, e mi versa gli ultimi schizzi sul petto: vedo le gocce dense e bianchissime inzaccherarmi le tette abbronzate e bagnarmi i capezzoli gonfi di piacere, e mi rendo conto che lui deve avere il feticcio della femmina bagnata di sborra…
Mi piace, perché lo prendo come un apprezzamento che serve a curarmi il complesso di inferiorità da tette piccole che mi porto dietro fin da bambina e che si è riacutizzato da quando a mia figlia sono spuntate delle bocce più che doppie rispetto alle mie.
Gerd mi strofina la cappella sgocciolante sui capezzoli duri, spalmandomi addosso la sua sborrata calda e appiccicosa e facendomi sentire sporca e soddisfatta…
Poi si abbassa per baciarmi in bocca: io ho inghiottito tutto, così non può sentire niente, e il nostro bacio del “dopo” si prolunga piacevolmente…
Niente male come scopata.
Restiamo a letto a coccolarci un po’ riprendendo fiato, e a lui non sembra dare per niente fastidio che io sia tutta bagnata di sperma. Meglio così, perché a me piace sentirmi sporca.
Da sotto sentiamo gridare, e immagino che Sam e Ben si stiano facendo onore con le due zoccole al piano di sotto: dopo un po’ non so resistere e mi alzo per andare a dare un’occhiata dal soppalco.
Mi appoggio alla balaustra e mi affaccio a guardare di sotto. Eva e Lise si sono scambiate i cazzi: adesso Sam sta montando a pecora la padrona di casa, e Ben si sbatte Eva distesa sul tavolino con le gambe a squadra. Entrambe le donne gridano come se le stessero sventrando, e conoscendo la stazza dei membri nerissimi dei due buttafuori in effetti è proprio così…
Vedere Eva presa in quel modo brutale mi eccita da morire: in pochi istanti sono di nuovo bagnata e non so trattenermi dal portarmi una mano fra le gambe aperte e cominciare a toccarmi…
Sento una mano sul culo e sobbalzo. Gerd mi ha raggiunta e sta guardando anche lui da sopra la mia spalla. Sento il suo uccello contro le chiappe e mi accorgo che lo spettacolo lo arrapa almeno quanto me…
Le sue mani mi scorrono lungo i fianchi e arrivano nuovamente ai miei seni appiccicosi, stringendoli forte.
Hmmm… Adoro quando un uomo apprezza le mie tette! E’ così raro che succeda… Mi sento in dovere di ringraziarlo.
Ha già il cazzo duro. Allungo una mano e lo afferro, portandomeno nel solco sudato fra le chiappe.
- Questa volta lo voglio nel culo… - sussurro, infoiata come una bestia.
Mi insalivo due dita e me le caccio nel buco per ammorbidirlo.
Lui ci sputa sopra, poi mi punta il glande sullo sfintere e comincia a spingere.
- Ouch! – annaspo io quando il muscolo cede e la larga cappella del mio amante mi affonda nel retto – Sì, spingi… Inculami!
Gerd non se lo fa ripetere e comincia a fottermi il culo contro la balaustra del soppalco, spingendomi di fuori con la testa e le spalle ad ogni colpo feroce che mi infligge nel culo.
- Aah! Aah! Aahhh…
I miei gemiti di dolore devono essere più forti di quanto credo, perché le due di sotto alzano lo sguardo e mi vedono mentre vengo chiaramente trapanata da dietro.
Adoro guardare ed essere guardata mentre mi ammucchio, specialmente da Eva, il cui sguardo è così intenso mentre gode…
Gerd ha le palle vuote e il mio buco non è dei più stretti, specie dopo l’abuso che ne ho fatto ultimamente, così l’inchiappettata contro la balaustra dura un’eternità.
Ho un orgasmo anale, breve e bruciante, che mi spegne la vista per un istante e mi strappa un rantolo di dolore. Comincio a masturbarmi con forza, e dopo un po’ mi accorgo che le mie contrazioni di piacere stanno finalmente trascinando il maschio nel baratro del piacere insieme a me…
- Sborrami dentro – rantolo al mio amante girando appena la testa – Voglio sentire il tuo sperma nelle budella!
Lui grugnisce il suo assenso: mi spreme ferocemente i capezzoli e con un rantolo mi riempie il culo di schizzi caldi e appiccicosi…
Io mi affloscio stremata, aggrappandomi alla balaustra per non cadere di sotto.
Eva deve avermi sentito godere, perché mi segue a ruota, come accade spesso quando ci facciamo scopare in coppia. L’orgasmo di Eva funziona come segnale per Sam e Ben per farla finita con tutte e due le loro femmine, e li vedo accelerare visibilmente il ritmo coitale fra le gambe delle loro partner occasionali, fino a farli concludere praticamente all’unisono, il primo sulla schiena flessuosa di Lise e il secondo sullo stomaco piatto di Eva.
La padrona di casa sussulta di piacere e si volta a guardare gli altri, chiedendo di fare un’altra volta il cambio.
Ma a sorpesa Ben guarda l’orologio e scuote il capo: è tardi, e devono entrambi andare al Glamour a lavorare; a mezzanotte le cose cominciano a farsi calde al locale, e i loro colleghi hanno bisogno di aiuto.
Mi viene quasi da ridere a guardare l’espressione delusa di Lise mentre i due negroni si rivestono rapidamente e si allontanano salutando sbrigativamente le donne che si sono appena scopate.
La nostra giunonica padrona di casa è davvero frustrata: è l’unica dei quattro di sotto a non aver goduto, ed è rimasta con la voglia dentro a guardare gli stalloni che se ne andavano a lavorare… Poverina.
Eva è comprensiva: le si avvicina e le cinge le spalle abbracciandola con tenerezza…
Mi riscuoto: non mi capita spesso di vedere la mia compagna intenta a sedurre un’altra donna.
Eva è essenzialmente etero, e il suo amore per me soddisfa praticamente tutta la componente bisessuale della sua libido: di solito le altre donne per lei sono solo un gioco, un condimento piacevole e nulla più della sua pietanza principale che – quando non sono io – è generalmente a base di cazzi.
Questa volta però la stangona con le tette grosse la intriga, probabilmente proprio a causa della sua conclamata omofobia per le altre donne.
Hmmm… Vediamo come se la cava?
All’inizio Lise non si rende conto che Eva la stia circuendo: accoglie la sua simpatia e apprezza le sue attenzioni… Poi si rende conto di quello che sta succedendo e s’irrigidisce.
Fa per liberarsi, ma Eva la tiene stretta nel modo giusto, con gentile fermezza e sussurrandole paroline suadenti che non posso comprendere ma di cui intuisco il senso dal tono della sua voce.
Lise è in fregola: ha bisogno di essere soddisfatta, e questo naturalmente aiuta.
Ho idea che la mia perversa compagna si sia messa d’accordo con i negroni per scatenare le voglie della crucca e poi lasciarla inopinatamente all’asciutto.
Certo, potrebbe precipitarsi su per le scale ed esigere dal suo uomo le attenzioni di cui ha bisogno, ma sa benissimo che di sopra con Gerd ci sono io; e se lui volesse cambiare fica, probabilmente preferirebbe dedicarsi proprio a quella tenera e giovane di Eva.
La tettona è siliconata, ma non è affatto stupida: conosce le regole del gioco e sa di essersi appena fatta sbattere da due diversi maschi di colore in una partita di scambio di coppia a tre. Non sarebbe molto ragionevole chiedere al suo lui di accontentarsi di una sola femmina e poi dedicarsi solo a lei con le altre ancora in giro.
Inoltre, lui potrebbe facilmente essere già stanco, o comunque occupato con me…
E lei sta letteralmente bruciando di voglia.
Le vedo scambiarsi poche parole; la mano malandrina di Eva è fra le cosce di Lise, e la crucca sta fremendo…
Le loro labbra si sfiorano in un bacio leggero.
Le vedo alzarsi in piedi e raccogliere rapidamente i loro abiti; li indossano direttamente senza ripulirsi dei resti dell’ammucchiata, poi Eva afferra la mano della sua nuova amica e la guida verso l’ingresso.
La porta si richiude, e la mia compagna scompare nella notte con la sua preda.
Ben fatto, tesoro…
Mi ritrovo qualcosa di caldo e duro in mano.
Gerd ha assistito alla scena della seduzione della sua amante da parte di un’altra donna, e chiaramente la cosa ha avuto un effetto piuttosto appariscente su di lui: il suo cazzo è di nuovo in piena erezione.
- Hmmm… Vedo che qualcuno non è ancora pronto per andare a dormire!
Lui mi fa voltare e mi bacia contro la balaustra del soppalco, rovistandomi la bocca con la lingua dura.
Il culo mi brucia un po’, ma la mia fica è perfettamente pronta all’azione.
- Torniamo a letto? – suggerisco, con voce roca di desiderio.
Cose che succedono quando una si lascia sodomizzare senza vaselina da un negro superdotato. Anche Eva lo ha preso lì, anzi ne ha presi due di cazzi neri, ma a differenza di me ha fatto le cose con calma e con largo uso di lubrificanti specifici.
Non è mica una baldracca rottainculo come me.
Mi rotolo nel lettone della Serenissima, stiracchiandomi in cerca della mia compagna di vita, di sesso e di avventure, ma non la trovo.
Inarco un sopracciglio, perché Eva è pigra e di solito non si alza prima di me. Poi sento lo scroscio della doccia e capisco che è in bagno.
Guardo l’orologio: le undici. E’ prestissimo.
Voglio dire, considerato che abbiamo lasciato il Glam peste e doloranti dopo le tre e ci abbiamo messo un po’ a guadagnare il nostro letto dopo esserci ripulite almeno superficialmente da tutta la sborra che ci siamo prese dai negroni.
Sospiro e raggiungo Eva nel nostro bagno minuscolo ma accogliente: non ho bisogno solo di una doccia, ma di un clistere emolliente…
Quando raggiungo il tavolo della colazione mi sento molto meglio, e ho fame.
Jasmine ci ignora deliberatamente: la nostra nocchiera è occupatissima a revisionare l’elettronica di bordo e ostenta un interesse smisurato per il regolatore del radar.
Disapprova i nostri eccessi notturni (anche quelli diurni) e si è completamente dissociata dai nostri innoqui divertimenti erotici. Da quando sta con un Ufficiale dei Carabinieri (notare le maiuscole) è diventata una vera signora…
Beh, finché ci prepara le vongole alla marinara e il cuscus per me può fare come vuole… Tanto io c’ero, quando si è presa tre cazzi alla volta sottocoperta, a Venezia!
Mi verso il caffelatte (niente cappuccino, non ho voglia di trafficare con la macchinetta in cambusa) e guardo Eva che smanetta impazzita sul cellulare come solo una millennial sa fare.
- E’ crollata la borsa di Amsterdam? – le faccio ironica, riferendomi alla sua nota avarizia.
- No, peggio. Ho scaricato il diario di ieri della Roby e sto mandandoti il testo sul laptop. Vedrai che roba!
- Perché? Parlano di noi?
- Leggi.
Sì, parlano di noi.
Quella stupida troia pensa che Eva sia mia figlia.
Penso che la inculerò a secco con il mio strapon sporco di sabbia; poi le porterò via quel mezzo uomo di suo marito e le farò fare un giro di chiglia sotto la Serenissima prima di buttarla in mare con una pietra al collo.
Sono così arrabbiata che ho bisogno di far rombare un motore: la barca o la moto? Siamo state in gita da poco con la moto, mentre la Serenissima non naviga da un po’. OK, salpiamo l’ancora e consumiamo un po’ di carburante…
Spingo i motori a fondo tanto per farlo: porto la Serenissima al largo e faccio fare un po’ di pratica a Jasmine così la raddolcisco un po’. Poi torniamo sotto costa e gettiamo l’ancora davanti alla spiaggia a luci rosse.
Tempo di fare un bel bagno, e poi di rosolarci un po’ le tette.
Una volta asciutta, Eva prende il binocolo e si dà un po’ al voyeurismo d’accatto: mi descrive le attività a riva delle coppie che conosciamo, ma non sembra succeda niente di interessante… Cioè, niente che non succeda tutti i giorni sulla spiaggia a luci rosse.
La coppietta francese, quella con la lei popputa e il lui con il cazzo piccolo (come cazzo si chiamavano? Boh), si sta divertendo con il terrone ben dotato, mi sembra quello che si chiama Lele: cioè, Lele si sta trombando la tettona e lui si fa una sega guardando.
Eva è spietata nel descrivere la scena: c’è rimasta davvero male quando ha scoperto che il francesino era minidotato, mentre io mi sono divertita abbastanza con la sua tettona. A me invece fa piacere che lei si diverta con il cazzone di Lele.
Il terroncello a Eva all’inizio piaceva: ha trovato divertente farsi corteggiare in modo grezzo, specie perché lui non si rendeva conto che lei lo capiva abbastanza bene mentre sparava cazzate in italiano. Anche il sesso è andato abbastanza bene: si è fatta sbattere in spiaggia una delle prime sere dopo essersi fatta offrire un paio di drink al Melrose bar; poi però le hanno dato fastidio le sue arie da macho nel dopopartita e lo ha mandato a cagare.
Io ero impegnata con una turista americana nei guai perché il marito era rotolato ubriaco sotto un tavolo del Melrose e non ho assistito alla scena, ma dopo il racconto di Eva ho tirato una croce anche su Lele; Nico non lo avevamo proprio preso in considerazione.
La turista americana invece l’ho rivista la sera dopo allo You and Me e me la sono fatta davanti al marito deliziato… Aver aiutato la sua lei a trascinarlo ubriaco alla loro villetta all’Heliovillage la sera prima ha dato i suoi frutti. Peccato che siano ripartiti il giorno dopo.
Ma sì: storielle di tutti i giorni, a Cap.
Il sole comincia a scendere sull’orizzonte, ed è tempo di rientrare in rada.
Approdare alla marina di Cap è più simpatico che non a Rimini o al Lido: non ho bisogno di rivestirmi.
Manovro con calma in direzione della diga foranea che separa il canale di accesso a Port Ambonne dal resto del mondo dove gli sfigati vanno in giro vestiti anche d’estate, e mi irrito nel vedere un’altra barca ferma quasi all’inbocco del canale.
Rallento, e Eva va a prua per capire perché quelli non si muovono.
Quando torna da me, sorride a trentadue denti: - Hanno finito il carburante all’ultimo momento…
- Cazzo che imbranati! – faccio io, paziente come al solito – E va bene, tiragli una gomena che li rimorchiamo dentro.
- Certo… Ma sai chi sono?
- Chi?
- La coppia numero uno sulla nostra lista: quella sulla cinquantina, che piaceva particolarmente a te.
- Oh, quelli. Sì, ieri ci ho provato con loro, ma non va: a lei le donne proprio non vanno giù.
- Sì, può essere… Ma non credi che ci saranno grati se li aiutiamo?
Inarco un sopracciglio.
Manovro per agganciarli, poi lascio i comandi a Jasmine e vado a poppa per salutare gli imbranati.
Sì, lo so: quando noleggi una barca non sai mai esattamente quanto carburante c’è in realtà… O meglio, dovresti saperlo, ma se non sei pratico è facile sbagliarsi. Però voi sapete bene che io non sono un tipo paziente.
Mi affaccio e li saluto con l’idea di prendeli un po’ in giro.
Lui risponde con un sorriso simpatico e mi spiazza dandosi del cretino da solo. Poi ringrazia di cuore e si presenta.
Ha classe; mi piace.
Sua moglie è un po’ contrita: mi ha correttamente riconosciuta per quella che ha provato ad avvicinarli la sera prima al Glam, e che lei ha freddato via un po’ alla svelta.
Si scusa, dice che aveva bevuto un po’ troppo.
Non è arrogante per niente.
Va bene, lo ammetto: mi piacciono, e non si meritano troppa strafottenza.
Sono Gerd e Lise, di Stoccarda. Cinquantuno lui e quarantanove lei, entrambi piacevolmente alti e snelli, a parte le tette rifatte di Lise.
Li aiutiamo a fare rifornimento, e poi ad attraccare.
Lui insiste per sdebitarsi e ci invita a cena. Eva si produce nel suo più bel sorriso e accetta per entrambe.
Lise fa una mezza smorfia e poi scoppia a ridere, vagamente imbarazzata per il suo stesso comportamento. Sarà anche omofoba, ma ha stile.
Ci presentiamo sulla terrazza del ristorante nei nostri abitini bianco Eva e nero io, e li troviamo entrambi messi piuttosto bene a loro volta, con un completino attillato corpetto e pantalone Lise, e una giacca beige lui con una bella camicia da maschio adulto aperta sul petto come piace a me.
Ci stringiamo le mani come piace tanto ai tedeschi, e poi tanto per chiarire i nostri rapporti Eva e io ci scambiamo un rapido bacio sulla bocca.
Sì, siamo una coppia.
Lesbiche?
No, bisessuali. E quando usciamo per divertirci non facciamo troppe distinzioni.
Lise inarca un sopracciglio ma non dice niente. Gerd è più curioso, ma le sue domande rimangono discrete.
Va a finire che raccontiamo qualcosa di noi, e loro si aprono a loro volta un po’.
Viene fuori che sono sposati, ma non fra di loro: sono una coppia irregolare, e i rispettivi coniugi non hanno idea che loro siano a Cap invece che al lavoro.
M’intriga: sembra una storia interessante…
Gerd è sposato senza figli con una moglie bisbetica e bacchettona che però è figlia del suo socio anziano e quindi non può essere scaricata in modo indolore. Lise è una mamma che lavora ed è sposata con un tipo cui vuole bene ma che è ormai troppo anziano per lei… Insomma, nessuno dei due intende divorziare, quindi devono tenere la loro relazione nascosta.
Due spiriti liberi, ma con la testa sulle spalle. Ci piacciono.
L’unico problema è che Lise è irriducibilmente etero, e lo dice abbastanza apertamente: - Niente di personale, ragazze: mi piacete tutte e due… Ma se alla maggior parte degli uomini l’idea di un rapporto gay non piace per niente, questo vale anche per molte donne; o almeno vale per me.
Eva gli fa gli occhioni dolci: - Neanche se ti facessi bere un’altra bottiglia di prosecco?
Lise scoppia a ridere, un po’ imbarazzata: in effetti ha già bevuto parecchio.
- Credo che non ne basterebbero altre due, Eva… E alla terza ti vomiterei addosso!
Beh, a Cap le donne comandano: e quando una donna dice “no”, significa “no”. Ci tocca rispettarla, in fondo è una regola che sta bene anche a noi.
Però Lise è un po’ sorpresa: pensava che fossi io ad averle messo gli occhi addosso, visto che sono quella più mascolina fra noi due.
Eva fa un sorriso soave: - Perché, non è chiaro che a me piacciono le ragazze più grandi?
Mi prende la mano e mi sorride gioiosa, facendomi sciogliere tutta: adoro essere la sua “ragazza più grande”!
- Mentre a me, oltre alle ragazzine, piacciono gli uomini maturi e in forma – ammetto io con un sorriso diretto a Gerd – E’ per questo che ci ho provato con voi al Glam…
- Oh! – fa Lise, per niente a disagio – Quindi tu vorresti farti il mio uomo…
Io faccio un gesto significativo con il bicchiere in mano e sorrido: - Puoi biasimarmi?
Risatina: - No, affatto. In fondo è per questo che si va in posti come il Glam, no?
Gerd sorride deliziato: è conteso da due belle donne, e al tavolo oltre a lui e a loro c’è solo una’altra ragazza, ancora più carina… Potrebbe un cinquantenne aspirare ad una serata migliore?
Lise sa statre al gioco: è davvero un bel tipo.
Sorride ancora, sorseggia il suo bicchiere come se stesse pensando; poi: - Capisco… E conosco Gerd abbastanza bene da sapere che lui è più che tentato. Ma se è vero che io non sono gelosa, è anche vero che voglio avere qualcosa in cambio per me. E quel qualcosa, mia deliziosa Eva, non puoi essere tu.
La mia ragazza non è una che si lascia smontare facilmente.
Fa una faccia buffa all’italiana, come se stesse pensando, poi tira fuori il cellulare e fa un numero.
- Ben? Sei libero questa sera? Okay, avrei una proposta per voi…
I due negroni arrivano nel giro di dieci minuti, e Lise spalanca la bocca sbalordita.
Gli stronzi sono in bermuda e indossano magliette aderentissime che espongono i loro pettorali meglio che se fossero nudi.
Gli occhi di Lise scintillano eccitati, e la porca si lecca le labbra divorandoli con lo sguardo; poi si volta a guardare Gerd, ma io ho già la sua mano sul ginocchio, e lui si affretta a sorridere alla sua compagna un assenso più che convinto.
Come trasformare un educato “no” in un entusiastico “sì”…
Lise e Gerd hanno un bel villino a Port Ambonne Village, non lontano da quello degli sfigati.
Il loro patio è ben riparato da muretti e cespugli ben curati, ed è arredato con divani da giardino, poltroncine in vimini e lettini da sole oltre a un tavolinetto con le sedie per la colazione.
All’inizio restiamo un po’ in piedi mentre Gerd versa ancora da bere per tutti, poi dopo aver toccato ciascuno il bicchiere di tutti gli altri per rompere il ghiaccio, cominciamo a strofinarci un po’ formando le coppie prima di accomodarci sui divani con un filo di trepidazione (specie Lise!). Naturalmente io mi accosto a Gerd, mentre Eva e Lise fraternizzano rispettivamente con Sam e Ben.
Gerd non mi delude: è il classico gentiluomo cinquantenne piuttosto esperto, senza fretta e con abbastanza classe e confidenza da tirare calda una donna nei tempi e con i modi adeguati alla libido femminile.
In pratica, sono bagnata nel giro di dieci minuti, e dopo un quarto d’ora sto dimenandomi sul divano per la voglia di essere scopata.
Gerd ha le mani sulle mie pocce mentre ci slinguazziamo in bocca, ed io sto già aprendogli la patta dei pantaloni.
Hmmm… Dimensioni adeguate alle mie esigenze, durezza gradevolmente superiore alla media, struttura ruvida e temperatura assai superiore alla media: viagra? Beh, affari suoi. A me interessa che mi scopi con forza e a lungo.
Mi tuffo a prenderglielo in bocca e comincio a succhiare con gusto: adoro quando il pene è bello caldo…
Con la coda dell’occhio vedo che anche Eva e Lise sono a bocca piena. Bene…
Spompino Gerd gustandomi il calore e il sapore del suo cazzo mentre lui accompagna le mie gollate con adeguati sospiri di piacere e mi accaezza carinamente i capelli. Poi, un po’ a sorpresa, lui mi ferma.
- Cosa ne diresti di salire al piano di sopra?
Dal suo tono di voce è evidente che lui preferisce così: magari trova scomodi i divanetti da giardino, oppure lui e Lise sono più per lo swapping che per lo swinging e si divertono di più a farlo separatamente, chissà? A me piace ammucchiarmi in gruppo, trovo che sia più divertente e offra la possibilità di posizioni più articolate, ma se a lui piace montarmi nel letto di Lise, non vedo perché non accontentarlo.
Saliamo di sopra mentre le altre ragazze continuano imperterrite la loro azione orale, e Gerd mi fa accomodare in una bella camera da letto al piano di sopra.
Mi spoglia come un gentiluomo d’altri tempi, baciandomi e accarezzandomi per tutto il tempo, poi io mi stendo nuda sul lettone e apro le gambe con un chiaro gesto d’invito offrendogli il mio vello d’oro che splende sulla pelle abbronzata.
Il padrone di casa si libera dei suoi vestiti, offrendomi alla vista un corpo asciutto e in forma che mi fa ulteriormente venire l’acquolina alla fica, e mi raggiunge sul letto.
Ci baciamo con foga, rotolandoci sul letto appena rifatto e strofinandoci come animali per la foia reciproca di accoppiarci; alla fine lui mi inchioda al letto prendendomi nella posizione più tradizionale.
Io strillo di piacere nel sentirmi riempire di carne maschia e mi abbandono alla scopata.
Gerd mi sbatte a lungo alla missionaria, poi visto che ancora non vengo mi fa mettere di fianco e mi incucchiaia a lungo prolungando il mio piacere per un tempo interminabile… Io mi tocco, non perché abbia problemi a godere, ma perché mi piace acompagnare il piacere con le dita.
Mentre mi scopa da dietro, Gerd mi strapazza le tette, e si accanisce con particolare cattiveria sui miei capezzoli erti e durissimi, strappandomi strilli di goduria crescente, finché non me ne vengo con un urlo liberatorio.
Lui mi lascia navigare attraverso la tempesta del piacere finché non mi placo, momentaneamente soddisfatta, e con calma si sfila da dentro di me per cambiare gioco: adesso tocca a lui.
Mi fa girare nuovamente sulla schiena e mi viene sopra.
Non vorrà mica una spagnola? Mi prende il panico: piatta come sono, è l’unica cosa che non sono capace di fare.
No: quello che vuole è scoparmi in gola. Bene, questo si può fare eccome…
Me lo caccia in bocca tirandomi su la testa e ficcandoci sotto un cuscino per tenermela su e fottermi l’esofago. Non è comodissimo, ma è erotico da morire.
Mi sento ingozzare il glande in profondità, e lui mi tira i capelli quasi con la stessa cattiveria con cui mi ha torturato i capezzoli…
Mi rantola qualcosa in ostrogoto che immagino sia piacevolmente volgare e me lo caccia tutto in gola prima di ragliare come un somaro e di allagarmi lo stomaco con una sborrata alluvionale.
La prima spruzzata mi va direttamente giù senza che possa neanche sentirne il sapore; poi però lui arretra, e il secondo e più abbondante spruzzo mi riempie la bocca consentendomi di gustare appieno il sapore del maschio che mi sta usando.
Lo sperma è caldissimo, denso e colloso, con un gusto salato che sa di uomo stagionato al punto giusto… Buonissimo.
Poi, a sorpresa, Gerd me lo tira fuori dalle fauci mentre sto bevendo la sborra, e mi versa gli ultimi schizzi sul petto: vedo le gocce dense e bianchissime inzaccherarmi le tette abbronzate e bagnarmi i capezzoli gonfi di piacere, e mi rendo conto che lui deve avere il feticcio della femmina bagnata di sborra…
Mi piace, perché lo prendo come un apprezzamento che serve a curarmi il complesso di inferiorità da tette piccole che mi porto dietro fin da bambina e che si è riacutizzato da quando a mia figlia sono spuntate delle bocce più che doppie rispetto alle mie.
Gerd mi strofina la cappella sgocciolante sui capezzoli duri, spalmandomi addosso la sua sborrata calda e appiccicosa e facendomi sentire sporca e soddisfatta…
Poi si abbassa per baciarmi in bocca: io ho inghiottito tutto, così non può sentire niente, e il nostro bacio del “dopo” si prolunga piacevolmente…
Niente male come scopata.
Restiamo a letto a coccolarci un po’ riprendendo fiato, e a lui non sembra dare per niente fastidio che io sia tutta bagnata di sperma. Meglio così, perché a me piace sentirmi sporca.
Da sotto sentiamo gridare, e immagino che Sam e Ben si stiano facendo onore con le due zoccole al piano di sotto: dopo un po’ non so resistere e mi alzo per andare a dare un’occhiata dal soppalco.
Mi appoggio alla balaustra e mi affaccio a guardare di sotto. Eva e Lise si sono scambiate i cazzi: adesso Sam sta montando a pecora la padrona di casa, e Ben si sbatte Eva distesa sul tavolino con le gambe a squadra. Entrambe le donne gridano come se le stessero sventrando, e conoscendo la stazza dei membri nerissimi dei due buttafuori in effetti è proprio così…
Vedere Eva presa in quel modo brutale mi eccita da morire: in pochi istanti sono di nuovo bagnata e non so trattenermi dal portarmi una mano fra le gambe aperte e cominciare a toccarmi…
Sento una mano sul culo e sobbalzo. Gerd mi ha raggiunta e sta guardando anche lui da sopra la mia spalla. Sento il suo uccello contro le chiappe e mi accorgo che lo spettacolo lo arrapa almeno quanto me…
Le sue mani mi scorrono lungo i fianchi e arrivano nuovamente ai miei seni appiccicosi, stringendoli forte.
Hmmm… Adoro quando un uomo apprezza le mie tette! E’ così raro che succeda… Mi sento in dovere di ringraziarlo.
Ha già il cazzo duro. Allungo una mano e lo afferro, portandomeno nel solco sudato fra le chiappe.
- Questa volta lo voglio nel culo… - sussurro, infoiata come una bestia.
Mi insalivo due dita e me le caccio nel buco per ammorbidirlo.
Lui ci sputa sopra, poi mi punta il glande sullo sfintere e comincia a spingere.
- Ouch! – annaspo io quando il muscolo cede e la larga cappella del mio amante mi affonda nel retto – Sì, spingi… Inculami!
Gerd non se lo fa ripetere e comincia a fottermi il culo contro la balaustra del soppalco, spingendomi di fuori con la testa e le spalle ad ogni colpo feroce che mi infligge nel culo.
- Aah! Aah! Aahhh…
I miei gemiti di dolore devono essere più forti di quanto credo, perché le due di sotto alzano lo sguardo e mi vedono mentre vengo chiaramente trapanata da dietro.
Adoro guardare ed essere guardata mentre mi ammucchio, specialmente da Eva, il cui sguardo è così intenso mentre gode…
Gerd ha le palle vuote e il mio buco non è dei più stretti, specie dopo l’abuso che ne ho fatto ultimamente, così l’inchiappettata contro la balaustra dura un’eternità.
Ho un orgasmo anale, breve e bruciante, che mi spegne la vista per un istante e mi strappa un rantolo di dolore. Comincio a masturbarmi con forza, e dopo un po’ mi accorgo che le mie contrazioni di piacere stanno finalmente trascinando il maschio nel baratro del piacere insieme a me…
- Sborrami dentro – rantolo al mio amante girando appena la testa – Voglio sentire il tuo sperma nelle budella!
Lui grugnisce il suo assenso: mi spreme ferocemente i capezzoli e con un rantolo mi riempie il culo di schizzi caldi e appiccicosi…
Io mi affloscio stremata, aggrappandomi alla balaustra per non cadere di sotto.
Eva deve avermi sentito godere, perché mi segue a ruota, come accade spesso quando ci facciamo scopare in coppia. L’orgasmo di Eva funziona come segnale per Sam e Ben per farla finita con tutte e due le loro femmine, e li vedo accelerare visibilmente il ritmo coitale fra le gambe delle loro partner occasionali, fino a farli concludere praticamente all’unisono, il primo sulla schiena flessuosa di Lise e il secondo sullo stomaco piatto di Eva.
La padrona di casa sussulta di piacere e si volta a guardare gli altri, chiedendo di fare un’altra volta il cambio.
Ma a sorpesa Ben guarda l’orologio e scuote il capo: è tardi, e devono entrambi andare al Glamour a lavorare; a mezzanotte le cose cominciano a farsi calde al locale, e i loro colleghi hanno bisogno di aiuto.
Mi viene quasi da ridere a guardare l’espressione delusa di Lise mentre i due negroni si rivestono rapidamente e si allontanano salutando sbrigativamente le donne che si sono appena scopate.
La nostra giunonica padrona di casa è davvero frustrata: è l’unica dei quattro di sotto a non aver goduto, ed è rimasta con la voglia dentro a guardare gli stalloni che se ne andavano a lavorare… Poverina.
Eva è comprensiva: le si avvicina e le cinge le spalle abbracciandola con tenerezza…
Mi riscuoto: non mi capita spesso di vedere la mia compagna intenta a sedurre un’altra donna.
Eva è essenzialmente etero, e il suo amore per me soddisfa praticamente tutta la componente bisessuale della sua libido: di solito le altre donne per lei sono solo un gioco, un condimento piacevole e nulla più della sua pietanza principale che – quando non sono io – è generalmente a base di cazzi.
Questa volta però la stangona con le tette grosse la intriga, probabilmente proprio a causa della sua conclamata omofobia per le altre donne.
Hmmm… Vediamo come se la cava?
All’inizio Lise non si rende conto che Eva la stia circuendo: accoglie la sua simpatia e apprezza le sue attenzioni… Poi si rende conto di quello che sta succedendo e s’irrigidisce.
Fa per liberarsi, ma Eva la tiene stretta nel modo giusto, con gentile fermezza e sussurrandole paroline suadenti che non posso comprendere ma di cui intuisco il senso dal tono della sua voce.
Lise è in fregola: ha bisogno di essere soddisfatta, e questo naturalmente aiuta.
Ho idea che la mia perversa compagna si sia messa d’accordo con i negroni per scatenare le voglie della crucca e poi lasciarla inopinatamente all’asciutto.
Certo, potrebbe precipitarsi su per le scale ed esigere dal suo uomo le attenzioni di cui ha bisogno, ma sa benissimo che di sopra con Gerd ci sono io; e se lui volesse cambiare fica, probabilmente preferirebbe dedicarsi proprio a quella tenera e giovane di Eva.
La tettona è siliconata, ma non è affatto stupida: conosce le regole del gioco e sa di essersi appena fatta sbattere da due diversi maschi di colore in una partita di scambio di coppia a tre. Non sarebbe molto ragionevole chiedere al suo lui di accontentarsi di una sola femmina e poi dedicarsi solo a lei con le altre ancora in giro.
Inoltre, lui potrebbe facilmente essere già stanco, o comunque occupato con me…
E lei sta letteralmente bruciando di voglia.
Le vedo scambiarsi poche parole; la mano malandrina di Eva è fra le cosce di Lise, e la crucca sta fremendo…
Le loro labbra si sfiorano in un bacio leggero.
Le vedo alzarsi in piedi e raccogliere rapidamente i loro abiti; li indossano direttamente senza ripulirsi dei resti dell’ammucchiata, poi Eva afferra la mano della sua nuova amica e la guida verso l’ingresso.
La porta si richiude, e la mia compagna scompare nella notte con la sua preda.
Ben fatto, tesoro…
Mi ritrovo qualcosa di caldo e duro in mano.
Gerd ha assistito alla scena della seduzione della sua amante da parte di un’altra donna, e chiaramente la cosa ha avuto un effetto piuttosto appariscente su di lui: il suo cazzo è di nuovo in piena erezione.
- Hmmm… Vedo che qualcuno non è ancora pronto per andare a dormire!
Lui mi fa voltare e mi bacia contro la balaustra del soppalco, rovistandomi la bocca con la lingua dura.
Il culo mi brucia un po’, ma la mia fica è perfettamente pronta all’azione.
- Torniamo a letto? – suggerisco, con voce roca di desiderio.
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