La mia prima esperienza.
di
Franco 018
genere
bondage
Ero all'Università, a Perugia, terzo anno di medicina. Da mesi non riuscivo ad "agganciare" una ragazza da trombare senza problemi e allora, nel tempo libero, consultavo su internet i siti per incontri femminili. tra foto e recensioni scorse, mi soffermai su Samanta, una ventiduenne che non era niente male: morettina, rotondetta con un culo da sfondarglielo subito e, decisamente mi fece eccitare; poi lei apertamente confessava di essere disponibile ad essere sottomessa, prediligendo il bondage chela rendesse domabile. Presi il telefonino e la chiamai per chiederle un incontro. Mi disse che la sera tardi sarebbe andata benissimo, dandomi il suo indirizzo dove abitava sola ed avremmo avuto tutta la libertà di movimenti. In attesa dell'incontro mi documentai sul bondage e la cosa, mano a mano che leggevo, mi provocò un'erezione notevole. Già mi vedevo intento a frustarla e mi sentii anche ridicolo:non avevo mai avuto tali esperienze! Arrivai da lei che mi accolse osservandomi dalla testa ai piedi, affermando poi che ero un maschietto assai gradevole da osservare e ci accomodammo sul divano a chiacchierare un poco. Nel frattempo lei mi servì una grappa gelata assai gustosa che mi complimentai con lei che la aveva fatta personalmente in casa. Nel discutere non mi sfuggì che il mio bicchierino lo aveva spostato al limite del tavolino dov'era appoggiato e, con un urto col suo ginocchio, lo fece cadere in terra. Si scusò con me e corse a prendere scopa e raccogli immondezza. Mentre puliva mi disse che sua madre già la avrebbe punita mettendosela sulle ginocchia per sculacciarla sonoramente. La osservai negli occhi e capii che quella "involontaria" manovra era provocatoria perchè saggiasse la mia disponibilità a sottometterla. Non persi tempo: mi alzai in piedi e, dopo averla fatta inginocchiare sul tappeto, mi risiedetti sul divano e poi la feci stendere sulle mie ginocchia. Le sollevai l'ampia gonna a pieghe, le abbassai lo slippino e"ciaff" le diedi il primo sculaccione che fu seguito da tanti altri e, dopo essermi fermato e fatta sedere vicino a me, notai che sul divano aveva lasciato una macchia di succo di fica assai larga. Le feci notare che i divani non si devono sporcare e così le ordinai di andare in cucina dove davo per certo che possedesse mestoli vari per cucinare e lei fece così. Tornò con in mano un mestolo di legno ed una padellina che mi suggerì adattissima per percuotermi sul sedere ed io misi in pratica il suo consiglio. La colpii a lungo, creandole, su ogni natica, dei segni rossi che divennero in seguito violacei e lei iniziò a singhiozzare per il dolore e, come immaginavo prima, poi mi fece eccitare moltissimo e, ordinatole di prendere una crema per le mani, attesi che me lo porgesse e gliene spalmai sul forellino del culo una buona quantità. Mi spogliai completamente e le sussultò nel vedere il mio cazzo rigidissimo e paonazzo (ci fa anche la rima!) che io tralasciai di ungerne la punta per lasciarle sentire il giusto dolore. Infatti la penetrai senza delicatezza, facendola gridare abbastanza per goderci sopra anch'io. Dopo che percepii di averla sfondata ben bene, la sodomizzai ancora più profondamente e velocemente e, quando me ne venni, le sborrai tutto dentro. Tirai fuori il cazzo e glielo posi davanti alla bocca, ordinandole di ripulirlo per bene con la lingua. Lei eseguì l'ordine e, dopo che lo vidi pulitissimo, passai ad infilarglielo in figa,facendola gemere di piacere ma poi, ricordandomi che al piacere preferiva il dolore, mentre la scopavo le afferrai un capezzolo torcendoglielo con le dita e, con l'altra mano le tirai un poco i capelli e lì semtii che stava sborrando bestialmente. Quel primo nostro incontro terminò con un bacio in bocca che confermò ilseguito del nostro primo casuale incontro, infatti, alla sera dopo, tornai da lei dove non le detti neanche il tempo di salutarmi con un bacio; la presi per un braccio, ordinandole di spogliarsi tutta e, dalla borsa che avevo portato, estrassi una frusta che usai subito sul suo prosperoso culo per passare poi ai polpacci ed alle cosce tornite e vellutate. Ampie strisce rosse insanguinate risaltavano sulle sue natiche e cosce bianche come il marmo. Lei pianse quando la frustavo ed il mio cazzo svettò nell'aria rigidissimo. Le ordinai di prendere la padellina della sera precedente e poi le misi il cazzo in bocca, spiegandole che dopo qualche ciucciata, avrebbe dovuto metterlo fuori dalla sua bocca per poterla colpire sulle natiche col padellino. Lei iniziò ed io, alle sue pause, la colpivo fortemente causandole gran dolore e lei pianse nuovamente ma, quando me ne venni riempendole la bocca di sborra, la sentii che il pianto si tramutava in gemiti di piacere così la colpii ancora ma lei, dopo che si sciacquò la bocca con un bicchiere di birra, mi abbracciò infilandomi la lingua in bocca. Sborrò da sembrare una cascata dalla fighina e, senza che se ne rendesse conto, la piegai per poterla nuovamente inculare e senza lubrificanti. Urlò dal dolore e, dopo che raggiunsi l'orgasmo, la feci stendere sulle mie gambe e la baciai in bocca, slinguandole il lobo dell'orecchio e lei mi abbracciò dicendomi che uno come me non lo aveva trovato mai prima d'ora e i nostri incontri non finirono lì.
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