Partì per scherzo ma non lo fu più. 5
di
Franco 018
genere
etero
Quella mattina mi svegliai ben riposato e, dopo colazione ero pronto per una tonificante camminata in campagna ma il programma cambiò per una telefonata ricevuta poco prima: era una ragazza che chiedeva un consulto. Visto che si dichiarò subito disponibile per un incontro, le diedi un appuntamento subito e lei fortunatamente non mi fece aspettare molto, infatti suonò al mio campanello poco dopo. Quando la vidi sgranai gli occhi; era la sosia di una nota diva del porno: bionda, alta, occhi azzurri, bocca carnosa da .... pompino, seno straripante fianchi sinuosi e cosce lunghe ed affusolate da fare addrizzare il cazzo anche ad un centenario. Il culo a mandola richiamava cazzi come lo specchietto per allodole usato dai cacciatori. Ero in trance nell'osservarla. Lei senza dubbio ci era abituata e rimase in silenzio fino a quando capì che stavo riprendendomi dallo stupore, infatti mi disse, mentre entravamo nel mio studio, che aveva un problema col suo ragazzo e sua sorella gemella. Lei si chiamava Simonetta e Nicoletta sua sorella. Mi disse che sua sorella insidiava spesso il suo ragazzo e lei mi implorava di non avere èiù problemi con lei. Mi fece capire che Nicoletta non aveva ancora un ragazzo e perciò era vergine al cento per cento e così cercava un uomo da trastullare e goderci sopra. Le dissi che io dovevo assolutamente parlare con lei e trovammo il motivo di farla venire da me, con l'uso delle carte per vedere se nella sua gioventù ci sarebbe stato un uomo da amare. Simonetta mi lasciò correndo a casa sua e, dopo neanche un quarto d'ora, eccoti sua sorella Nicoletta che ugualmente mi fece addrizzare assai il mio batacchio come fu con la sorella. La faccio accomodare in studio e do un'occhiata alla sfera dove subito vedo che è imminente un incontro per lei ma non distinguo se si tratta di un uomo, di un ragazzo o altra persona ad entrare nella sua vita per un periodo incalcolabile, perciò nè duraturo, nè a breve conclusione. Passo poi alle carte dove vedo ancora una svolta per lei ma tutto è assai offuscato. Le dico che è come un televisore mal sintonizzato. La vedo emozionarsi ed i suoi occhi sembra mi chiedano cosa e quando le accadrà. La lascio cuocere a fuoco lento poi concludo assicurandola che presto molte cose muteranno in lei. Messe da parte le carte, le propongo di andare a pranzo insieme e lei, sempre dipendente dalle mie labbra, telefona a sua sorella per avvisarla che non verrà a pranzo e chiude la telefonata. Prendiamo la macchina ed andiamo ad un localino in riva al mare dove mangiamo pesce e beviamo un vinello fresco, bianco frizzantino che ci fa ritornare a casa mia belli allegrotti. Ci sediamo sul divano ed io le offro un amaro fatto in casa e, nel darle in mano il bicchierino ci guardiamo negli occhi che luccicavano intensamente, così le cingo il braccio intorno al collo e le giro la testa per poterla baciare in bocca infilandole la lingua intenta a girare in mille mosse veloci. Lei è imbarazzatissima ed io prendo la palla al volo iniziando a slacciarle la camicetta, sfilargliela, sganciare il reggiseno e baciaarle i capezzoli. Poi la invito ad alzarsi in piedi e le lascio cadere la gonna, sfilandole poi le mutandine trasparenti, ottime tiracazzo. Dopo che è completamente nuda, la prendo in braccio ed andiamo in camera da letto dove ci sdraiamo e la bacio accarezzandola con passione. Scendo col viso al suo inguine e le bacio la fighina già grondante di umori che le lecco avidamente poi risalgo ai seni ed infilo un dito nella figa dove sento subito l'imene. Le accarezzo le cosce lisce, morbide vellutate egliele faccio stringere un poco per metterci in mezzo il cazzo che è già rigidissimo. Le spalanco nuovamente le cosce e metto il cazzo all'ingresso della sua sbrodolante figa e penetro lentamente. Lei geme poi trattiene il respiro così, vedendo che sta perdendo la coscienza dal piacere, glielo infilo tutto dentro e, al lacerarsi dell'imene emette un urlo di dolore ma che però subito dopo si tramuta in gemiti di piacere e sborra sulle mie cosce come fosse un rubinetto aperto. Inizio così a scoparla con vigore dolcezza ma anche dandole la sensazione di essere sfondata, come un muro abbattuto. Continuo i movimenti in su e giù e, quando sto per sborrare tiro fuori il cazzo da lei e sborro sulle sue cosce insanguinate dalla deflorazione. Facciamo poi l'amore nuovamente per altre volte, non so dire quante ma così intensamente che anche fossero state solo tre volte mi sembravano assai ma assai di più. Con lei ormai sono passati più di due mesi ma ogni volta scopiamo come fosse la prima.
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