La mia prima esperienza 8.
di
Franco 018
genere
bondage
Finalmente arriva il momento di andare da Samanta e conoscere le gemelle. Suono al portone e salgo al piano primo dove la porta era già aperta e Samanta mi condusse diretto in camera da letto. Mi siedo sul letto e lei comincia a spogliarmi. Nudo completamente, mi prende il cazzo in bocca e, dopo un lungo pompino, le sborro in bocca un fiume di sborra. Suona il campanello e lei va a vedere chi fosse: era Susanna insieme alle gemelle. Quando entrano e mi trovano sul lettone completamente nudo, Susanna mi presenta le gemelle e poi, tutt'e tre iniziano a spogliarsi. Rimango stupito nel vederle entrambe cicciottelle ma i loro volti facevano passare la loro rotondità in secondo piano: i loro volti erano da bambola di porcellana, pallidissimi e sia gli, occhi verdi e la bocca carnosa da mordicchiare a lungo, facevano drizzare il cazzo anche ad un frocio. I capelli rossi erano lunghissimi, arrivavano fino ai fianchi. Denudatesi completamente, vennero a sdraiarsi ai miei fianchi ed io, in mezzo a loro, non mi sentii perduto ed iniziai a baciarne in bocca una e poi l'altra. Nel frattempo Susanna era arrivata in camera con un cofanetto che appoggiò sul comò e, dopo che le gemelle si misero a pancia sopra per farsi leccare le loro figone pelosissime e sofficissime, cosa che facemmo io con una e Samanta con l'altra, Susanna aprì il cofanetto e prese dei lacci per legare le gemellone ai polsi e caviglie entrambi. Poi disse a me di strofinare sulle loro chiappone il cotone imbevuto d'alcool e, una volta eseguita l'azione richiestami, passò ad infilare spille dorate sulle natiche di una che subito urlò di dolore. Fino a lì, niente di insolito ma, subito simultaneamente, notai che quando l'una riceveva sulla natica una spilla, anche l'altra gemella si lamentava come se stesse ricevendo anche lei delle spille. Susanna si fermò, vedendomi sgranare gli occhi e Samanta mi spiegò subito che nel caso di gemelli, se uno si tagliava e feriva, anche l'altro sentiva lo stesso dolore allo stesso punto del corpo. Susanna poi continuò a punzecchiare Patrizia ( l'altra si chiamava Letizia ) che piagnucolò di continuo. Incuriositomi dal sapere del dolore provato da una e sentito ugualmente anche dall'altra, presi Letizia ponendola sdraiata sulle mie cosce a pancia sotto e la presi a sculacciate molto forti. Dopo vari colpi che segnarono di rosso le natiche dell'una, sentii che ambedue piagnucolavano doloranti. Smessa la sculacciata, Susanna continuò ad infilare spille a Patrizia e anche Letizia urlava. Mi eccitai tantissimo a vedere Letizia che stringeva le natiche facendomi sentire il mio dito indice stretto a morte perchè infilato da me alla gemellona. Il mio cazzo si indurì da far paura e raggiunse dimensioni notevoli. Mi feci passare il gel e cosparsi l'ano di lei ed il mio glande. Puntai il cazzo al suo culo e la infilzai faticosamente ma le mie dimensioni la fecero gridare ed anche l'altra irruppe in un pianto di dolore che invece di impietosirmi e smettere, mi fece eccitare ancora di più ed iniziai un va e vieni da farle urlare entrambe e sborrai tanto di quella sborra da prenderne una parte, spargerla sull'ano di Patrizia che subito dopo inculai sempre con forza e lei provò ancora meglio quanto sua sorella col mio cazzone. Dopo che me ne venni con Patrizia, tolsi dalle natiche gli spilli infilatigli da Susanna e gli passai ad entrambe ancora alcool ma direttamente, con la mano; urlarono perchè i piccoli fori provocati da spille, resero più dolenti le natiche. Dopo una brevissima pausa invitai le quattro donne a mettersi l'una a fianco dell'altra alla pecorina e, messomi alle loro spalle, le possedetti in figa per arrivare all'orgasmo e, invece di schizzare sulle loro natiche, mi misi difronte a loro e scaricai la sborra nelle loro bocche spalancate a dovere, dosandola un po per una, fino all'ultima goccia. Le gemellone si avvinghiarono a me, pregandomi di scoparle ancora ed io, abbastanza, ovviamente, stanco, dichiarai la tregua e le scrissi sul seno di una, il mio numero di cellulare. Mangiammo qualcosa insieme, poi io dichiarai l'armistizio, ... forse e meglio chiamarlo scopazizio!
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