Una Doppia Prima Volta per Roby
di
Patrizia V.
genere
dominazione
Non è colazione: è un brunch.
Mezzogiorno è passato da un pezzo, e noi non ci siamo mai alzate così tardi.
Jas ci ha fatto trovare tutto pronto, e ha sorriso con il casco da motociclista in mano.
Io ho sospirato e le ho fatto cenno di sì: può prendere la moto e farsi un bel giro…
Gerd e Lise sono la coppia che ci è piaciuta di più fino a questo momento.
Ne parliamo fra noi mentre sorseggiamo il cappuccino e sbocconcelliamo i nostri croissant, soddisfatte delle nostre vite.
Poi Eva prende il cellulare e smanetta un po’.
- Ehi, la tipa che ti crede mia madre ha aggiornato il suo diario!
Io faccio un ringhio, improvvisamente di cattivo umore.
Eva si stiracchia nuda al sole e si mette a leggere ad alta voce mentre io sorseggio i resti del mio cappuccino.
Hai capito, la coppietta sfigata? Si sono svegliati, finalmente… Prima con una coppia ancora più sfigata di loro, e poi con i due tatuati di Amersfoort!
- Ce ne vuole di coraggio – commento io – Hanno l’aria di due strafatti di coca!
- Probabilmente lo sono – conferma Eva con una smorfia – Ho riconosciuto il tatuaggio che hanno tutti e due sulla spalla sinistra: è il marchio di una gang di hooligans della loro città.
- Peccato, fisicamente non sarebbero male. Non vado matta per gli eccessi nei tatuaggi, però hanno due bei corpi… Si somigliano anche un po’.
- Già. Sai? Secondo me sono fratelli.
- Tu dici? Una coppia incestuosa?
- Non è detto: non sappiamo se si fanno fra di loro. E comunque non sarebbe la prima volta.
- Siete un popolo di degenerati.
- Senti chi parla: le orge le avete inventate voi…
Non sono mai stata brava in storia, ma potrei giurare che i romani sono solo stati i primi ad ammettere in letteratura la passione per il sesso di gruppo, e che questo esisteva anche prima.
Così me la cavo con un: - Quando noi facevamo le orge, voi vi accoppiavate ancora sugli alberi della Selva Ercina.
Eva mi mostra la lingua, così so di aver vinto io.
Poi affronto l’elefante nella stanza, che entrambe abbiamo evitato di guardare fino a quel momento: - Tu cosa ne pensi? Credi davvero che quei due pensino di aver bisogno dell’aiuto degli sfigati per abbordarci?
Eva scuote la testolina bionda, agitando la sua bella coda di cavallo d’oro zecchino: - Non ho una grande opinione della loro intelligenza, ma mi sembrano anche troppo sicuri di sé. Inoltre che si facciano di coca o siano solo degli accannati, non dovrebbero avere problemi a provarci con noi con tutta la roba che si pompano nel sangue… E infatti li vediamo in azione piuttosto spesso. Quindi no: non ci credo, e trovo sospetto che lo dicano.
- Potrebbero essere due sicari? Ne hanno l’età e il fisico…
Mantide 2 storce il suo delizioso nasino all’insù: - Odio ammetterlo, ma potrebbero esserlo benissimo. Tempo di cambiare aria?
Ci penso su: a me piace stare a Cap. Odio l’idea di dovermene andare solo perché due tizi pieni di tatuaggi si interessano a noi.
Ma d’altra parte Anja ci sta cercando per vendicarsi: su questo non ci sono dubbi. Sottovalutare una minaccia potrebbe costarci molto caro.
E’ anche vero che scappare sempre non è una soluzione: l’unico vero modo di risolvere il problema è togliere Anja dalla circolazione, e possiamo riuscirci solo strappando le unghie ai suoi uomini per farli parlare…
E poi c’è un’altra considerazione da fare.
- Jasmine è via con la moto, e dio sa quando tornerà: non possiamo andarcene adesso.
- Ha il cellulare: possiamo chiamarla.
- Ci vorranno ore in ogni caso. No, preferisco vedere cosa succede; in fondo abbiamo un bel vantaggio su di loro: sappiamo che ci stanno cercando.
- Quindi ci buttiamo in bocca al lupo per vedere se morde?
Carina come immagine.
- No. Però ci avviciniamo quanto basta per vedere il colore dei suoi occhi… O meglio: una di noi due si avvicina abbastanza, mentre l’altra gli copre le spalle. Possiamo prendere tutte le precauzioni del caso e goderci il nostro vantaggio.
Eva fa una smorfia e mi mostra le sue deliziose fossette: - Fammi indovinare: quella che si avvicina abbastanza non sono io, vero?
- No. Lo sai che adoro l’adrenalina: mi rende più porca, come piace a te… E poi non sopporto di saperti in pericolo: non sono fredda come te.
- Non è giusto. Anche a me piace l’adrenalina.
Adoro quando si arrabbia: le si gonfiano due vene sul collo e mi viene voglia di morderle…
- Lo so. So anche che hai tutto quello che ci vuole per andare avanti tu… Sono io che non sono brava come te a guardare le spalle: lo sai che sono una scavezzacollo.
Eva è giovane: adora quando le alliscio le piume…
- E va bene. Però quando si tratterà di strappare le unghie, con il bestione voglio divertirmici io!
***
(dal cellulare di Roby)
Ci tengo a fare in modo che Jen sia contento di me.
Quest’uomo mi è entrato nel sangue, peggio di Lele. Non vedo l’ora di vederlo sorridere soddisfatto quando gli presenterò le bionde: la veneta e la sua amichetta olandese… Il mio premio sarà un’ammucchiata a sei, e sarò io a beccarmi il maschio migliore nel mucchio!
Ci mettiamo in caccia nel primo pomeriggio: non sappiamo dove le due v… Cioè, dove la veneta e l’olandese abitano, e nemmeno come si chiamano, però è un fatto che non passano inosservate. Franco sembra più che contento di darsi da fare anche lui: le due stanghe bionde gli piacciono, e l’idea di farsele lo ringalluzzisce almeno quanto l’idea di farmi scopare di nuovo da Jan fa bagnare me.
Non sono in spiaggia, neanche in quella a luci rosse.
Torniamo al villaggio a mangiare un panino, poi decidiamo di separarci per ampliare la zona di caccia.
Vagolo fra la passeggiata e il centro commerciale e ho fortuna: la veneta, quella più grande, sta curiosando nela boutique di abbigliamento sexy in metallo. E’ un negozietto delizioso che vende abbigliamento e accessori in acciaio firmati d’autore, estremamente sexy… E costosi.
La osservo da lontano: la veneta è una donna sulla quarantina, con i capelli folti e tagliati corti con un’ampia frangia biondo scuro sugli occhi, grandi e grigi, che spiccano su un’abbronzatura da fare invidia. E’ davvero alta per un’italiana, sembra una nordica… E’ molto magra, col seno piatto e i fianchi stretti: esibisce una muscolatura di tutto rispetto, abbastanza flessuosa e gradevole, ma che accresce ulteriormente la sensazione di scarsa femminilità.
Guardandola bene in effetti, sembra davvero il prototipo della lesbica.
E’ piuttosto cuarata, ma non si depila il pube: probabilmente ci tiene a far vedere che è bionda per davvero, e il suo cespuglietto è lì a dimostrarlo.
Due belle gambe, lunghissime e nervose, inquadrano un culo davvero notevole: le donne non mi sono mai interessate, ma devo dire che di culi così in giro se ne vedono pochi. Quel che colpisce di più in lei però è un altro dettaglio anatomico: ha i capezzoli più grossi che abbia mai visto. Scurissimi e lunghi come filtri di sigaretta… Chissà come diventano quando è eccitata?
La sera prima, quando si è fatta portare via dal Melrose dal tedesco cinquantenne, indossava un vestitino nero cortissimo che esaltava culo e gambe, con sandali allacciati su per il polpaccio e tacchi bassi fatti solo per slanciare ulteriormente le gambe; ora naturalmente è raticamente nuda: ha gli stessi sandali, ma per il resto indossa solo occhialoni scuri, un orologio da uomo, una catenina di ottone alla vita e la solita sciarpetta in vita, arancione e trasparente - fatta più che altro per sedersi senza sudare - che le scopre non solo le gambe ma anche la figa.
Diversi uomini la stanno scannerizzando, ma lei non pare curarsene troppo: ci deve essere abituata. Sudiciona com’è, deve essersi già scopata mezzo villaggio.
Non vedo la sua amichetta olandese, ma del resto neanch’io sono con mio marito: è solo metà pomeriggio, e magari stanno facendo shopping separate.
Non ho mai provato ad agganciare una donna.
Non ho idea da che parte cominciare: devo fare come fanno gli uomini? Oppure faccio come se lei fosse un uomo?
No, se mi comporto come faccio di solito per farmi abbordare, finisce che lei non mi vede nemmeno. Ma se faccio come fanno gli uomini, potrebbe anche tirarmi un cartone in faccia, e con i muscoli che si ritrova non mi sembra una buona idea.
Non voglio deludere Jan.
Mi butto: in fondo gli accessori della boutique piacciono anche a me…
- Ciao. Sei italiana, vero?
La bionda alza lo sguardo e mi squadra come se fossi un insetto nocivo. Rabbrividisco al pensiero che potrebbe afferrare una paletta per schiacciarmi, e mi rendo conto che mi sta facendo una radiografia: una di quelle che ti fanno gli uomini quando ti spogliano con gli occhi, solo che loro si prendono il loro tempo, mentre la veneta è rapidissima… Praticamente mi fa una TAC.
- Veneta de Venexia. E ti?
- Eh… Io sono di Siena. Ciao, mi chiamo Roberta.
Sono a disagio, neanche stessi provandoci con il ragazzo dei miei sogni: la bionda ha degli occhi di ghiaccio.
Sono nuda anch’io, naturalmente. Ho la stessa sciarpetta che indossa lei, solo che è gialla; ho una borsetta con me con dentro soldi e cellulare, e ai piedi ho delle zeppe belle alte che però mi lasciano ancora sotto il suo mento un po’ appuntito.
Lei mi squadra dall’alto in basso con aria scettica e per un momento ho paura che mi mandi a cagare.
Poi mi gratifica con un mezzo sorriso: ha le labbra strette e forse anche per questo non mi sembra moto calorosa: - Io sono Pat. Ti ho vista in giro con il tuo uomo. Eravate al Glam, vero?
- Sì. E ieri al Melrose…
- Hmmm… - mi passa un dito sotto il mento, sollevandomi la testa per fissarmi dritta negli occhi – Sei sicura di voler giocare con il fuoco, Roby?
Come sa che mi faccio chiamare così? E perché mi fissa a quel modo?
- Io… Beh, pensavo che, visto che siamo italiane…
- Pensavi male. Io e la mia compagna siamo lesbiche; ogni tanto ci diverte anche scopare degli uomini… Posso capire l’interesse del tuo uomo, ammesso che lo si possa chiamare così, ma tu che interesse hai?
Arrossisco: - Ecco… Lo hai detto tu: mi piace giocare con il fuoco.
Continua a fissarmi; questa donna sa come mettermi veramente a disagio: si vede che è abituata a comandare il gioco.
- Senti senti… Sei una ragazzaccia, allora? Non ti tiri indietro all’ultimo secondo?
Deglutisco per farmi forza: - Mettimi alla prova.
Questa volta il suo sorriso è più aperto: sembra vagamente compiaciuta quando tira fuori il cellulare ed effettua una chiamata memorizzata.
Parla pochi secondi in inglese con qualcuno e richiude la comunicazione senza mai smettere di fissarmi.
- Veni con me.
Mi trascina con sé attraverso la galleria e lungo la passeggiata di Port Ambonne fin quasi al nostro villino, poi gira bruscamente a sinistra.
Entriamo in un sottopassaggio buio che attraversa la struttura dell’edificio principale passando per i garage dei residenti e che porta dall’altra parte, di fronte all’ingresso del centro commerciale di Heliopolis. Ci sono passata una volta sola, ma c’è parecchia spazzatura e puzza, e poi è buio quindi preferisco evitarlo anche se sarebbe comodo per andare a fare la spesa.
Ora però non ho scelta perché la veneta mi trascina per il polso.
Nel passaggio non c’è nessuno: non sono l’unica a evitarlo. C’è puzza di verdura marcia non ancora raccolta, e sono un po’ a disagio quando Pat si arresta.
No, non è affatto deserto: ci sono due uomini. Due neri massicci e dall’aria poco raccomandabile e vagamente familiare… Li riconosco: due buttafuori del Glam. Cosa ci fanno lì?
- Questi sono Ben e Sam, due miei amici… This chick is Roby, guys. We have just a few minutes…
I due annuiscono e si avvicinano con aria sbrigativa: deglutisco a vuoto, comprendendo che Pat li ha chiamati apposta per farci scopare da loro, tutte e due…
La veneta mi lascia finalmente andare il polso per gettare le braccia al collo del nero chiamato Ben e mettergli direttamente la lingua in bocca.
Quello che si chiama Sam mi afferra ler i fianchi e mi tira a sé, sollevandomi quasi da terra: mi ritrovo con le tette nude premute contro il suo petto larghissimo, durissimo e nerissimo, e contro lo stomaco sento la sua prepotente erezione che sembra volermi deflorare l’ombelico…
Il gigante d’ebano mi fissa negli occhi, sorride, dice qualcosa in inglese che non capisco… E mi schiaccia quei labbroni enormi sulla bocca per baciarmi.
Non sono mai stata con un nero. Non l’ho mai neanche fatto in un posto così, praticamente in pubblico…
Ma non ho scelta.
Pat sta già limonando pesantemente con Ben contro la parete di cemento: si baciano di lingua, lui le ha cacciato una mano fra le gambe e lei gli ha preso il membro in mano per masturbarlo…
Sam è altrettanto sbrigativo: mi rovista la bocca con la lingua, e sento le sue manacce che frugano il mio corpo senza troppi complimenti, soffermandosi soprattutto sulle tette e sul culo.
Sa di fumo, mi viene quasi da tossire mentre ci baciamo con foga, ma sono anche eccitata come una troia per la situazione così tremendamente trasgressiva in cui Pat mi ha trascinata così in fretta.
Il nero è completamente eretto. Mi caccia due dita in figa, sentendomi bella fradicia, e ghigna di soddisfazione.
Dice qualcosa che non capisco, poi mi schiaccia contro il muro freddo e mi solleva una gamba.
Sento un grugnito e con la coda dell’occhio vedo che Ben ha già cacciato il suo membro dentro Pat, inchiodandola al muro e prendendo a fotterla con forza.
Sento la virilità di Sam contro la topa e mi rendo conto che adesso tocca a me…
Oddio, ce l’ha grosso quanto Lele… Spero di essere lubrificata abbastanza…
- Ahia! – strillo, sentendomi infilare brutalmente il cazzone nella figa – Piano, mi fai male… Aahhh!
Mi ha penetrata di colpo, schiacciandomi la cappella contro il fondo della vagina già al primo colpo.
Ho la schiena nuda schiacciata contro il cemento grezzo e puzzolente, una gamba alzata senza sforzo da Ben con una mano, e l’altra manona intenta a strizzarmi una tetta mentre lui continia a baciarmi di forza… E intanto mi scopa brutalmente contro il muro.
Annaspo di piacere: esssere presa a quel modo mi eccita terribilmente.
Mio marito potrebbe essere nei paraggi, e chiunque potrebbe passare in quel momento e coglierci in piena azione nel sottopassaggio… Che vergogna! A Cap sono tutti di vedute larghe, ma gli atti osceni in pubblico sono proibiti, se non alla spiaggia a luci rosse o negli appositi locali. Fottere in un sottopassaggio è oltraggio al pudore per la legge francese… E se Franco ci vedesse?
Hmmm… Come mi piace questo cazzone nero che mi trivella la figa!
Sembra che stia cercando di fare un buco nel muro attraverso il mio corpo…
- Aahhh… Aahhh…
Pat sta gridando sguaiatamente poco più in là, e mi rendo conto all’improvviso che io sto gridando ancora più forte di lei.
Quel cazzone nero mi sta rovesciando la figa, scololando parti di me che non sapevo neppure di possedere… Mi piace da pazzi essere scopata a quel modo.
Piace anche a lui, perché smette all’improvviso e mi prende per il collo, obbligandomi a mettermi in ginocchio.
Va bene, va bene: ho voglia anch’io di prenderlo in bocca. Non ho mai assaggiato un cazzo nero, prima… Spalanco la bocca e lo prendo tutto dentro.
Hmmm… Che buono! E come sa di me…
Anche Pat è in ginocchio, intenta a spompinare il suo uomo nero: vedo la sua testa bionda andare avanti e indietro in modo quasi frenetico.
Cerco di non essere da meno: lo so che questo è una specie di test, che la puttana mi sta facendo per vedere se sono abbastanza troia per giocare con loro, e non voglio certo sfigurare…
A metà bocchino i due neri si scambiano le puttane bianche: io mi ritrovo in bocca il cazzo di Ben, che si rivela appena più corto ma decisamente più grosso e nodoso di quello del suo compare. Gronda della saliva di Pat, e io mi trovo ad assaggiarla per la prima volta… Poi però smetto di pensarci e ricomincio a succhiare: la carne nera mi sta piacendo troppo.
- AARGHHH!!!
Giro la testa e vedo che Sam ha sbattuto Pat con la faccia contro il muro e la sta trapanando da dietro. Dalla posizione particolare e dall’espressione stravolta della donna mi rendo conto che… Sì: l’energumeno glie l’ha cacciato dritto nel culo!
Non ci posso credere: una torpedine del genere nell’ano, e senza vaselina…
Ben mi prende di nuovo per il collo e mi tira in piedi, sbattendomi di nuovo contro la parete fredda e dura.
Tremo di paura all’idea che possa decidere di sodomizzarmi come sta facendo il suo amico con la povera Pat, ma per fortuna Ben preferisce infilarmi in figa.
Annaspo senza fiato, trafitta da quell’arnese pazzesco, e mi accorgo di essere già sulla soglia dell’orgasmo.
- Oddio, vengo… - ansimo a fatica mentre lui mi bacia e mi fotte – Vengo… Oohhh!
Mi aggrappo a lui mentre l’esplosione interna mi lava le viscere. La mia figa impazzita si avvince al cazzone nero spremendolo con una forza inaspettata, e il nero mi si pianta ancora più in profondità inchiodandomi al muro prima di sborrarmi disastrosamente dentro con una potenza alluvionale.
- Aahhh! Aahhh! Aahhh…
Sento gli schizzi caldi di ben farcirmi la figa, inseminandomi in profondità.
Ma non c’è nessuno qui che usi i preservativi? Io sono in viaggio di nozze…
Pat strilla anche lei, non so se perché stia godendo a sua volta, o perché Sam le stia sborrando nel culo: probabilmente entrambe le cose, perché anche loro smettono di accoppiarsi come bestie e rimangono immobili a riprendere il fiato, ancora strettamente incavicchiati uno all’altra…
Poi i due neri si divincolano in fretta da tutte e due, scambiano una parola appena di saluto con Pat e si allontanano velocemente, come se avessero fretta di tornare al lavoro.
Rimando addossata alla parete, nuda e tremante, cercando di riprendere il fiato.
Pat si stacca dal muro e si gira verso di me, con un sorriso diabolico sul viso. Inspira a fondo, si riassesta la sciarpetta intorno ai fianchi e m si avvicina: i suo capezzoli ora sono grossi come noci, perfetta dimostrazione di quanto sollazzo le abbia dato quella sveltina oscena e bruciante.
Mi afferra per i capelli e mi sibila in faccia: - Allora, cagnetta: ti è piaciuto?
Non mi piace essere chiamata così. Però non ho il coraggio di sfidarla… Non ora.
- Sì…
L’ammissione mi esce spontanea.
Mi è piaciuto un casino; quasi mi dispiace che i neri non abbiano sfondato il culo anche a me.
Mi strattona ancora i capelli facendomi sobbalzare, e mi caccia l’altra mano fra le cosce, rovistandomi la fregna sgocciolante.
- Sì, ti è piaciuto davvero… E tu sei piaciuta a lui. Senti come ti ha riempita!
Estrae le dita da dentro di me e se le porta alle labbra, intrise di sborra densa e calda.
La guardo assaggiare lo sperma, poi lei mi porge le dita per far gustare anche a me il nettare del mio piacere.
Le succhio le dita, ripulendole e assaporando la sborra mia e di Ben.
- E’ buona, vero?
Annuisco convinta, senza smettere di succhiare. Le sue dita sono lunghe…
Un nuovo strattone ai capelli, molto più violento dei precedenti, mi riduce in ginocchio ai suoi piedi.
Emetto un gemito a metà fra la sorpresa e la protesta, ma soprattutto è dolore.
Quando riapro gli occhi sono in ginocchi sul pavimento davanti a lei, che è nuovamente addossata al muro.
Ho la sua fregna bionda e umida davanti al naso… E’ la prima volta che vedo una figa così da vicino: il folto pelo biondo della veneta è bagnato di goccioline bianche e profumate. Altre gocce più dense stanno scivolando lentamente lungo la pelle abbroonzata all’interno delle cosce della donna.
- Io ho pulito te… Adesso tocca a te ripulire me. Datti da fare!
Esito un momento: la sborra non le sta colando dalla figa, ma dal culo. Non so se…
Un momento di troppo: un nuovo strattone, questa volta cattivo.
Non c’è dubbio questa volta sulla natura del mio gemito: è dolore, lancinante.
- Ahi! Mi fai male…
- E te ne farò molto di più se non ti sbrighi, cagna. Fammi sentire la tua lingua!
Non ho scelta.
Ho le lacrime agli occhi per il dolore e per l’umiliazione, quando accosto la lingua al pelo biondo del suo sesso. Sento l’afrore della vulva appena scopata, e provo un brivido di eccitazione: non pensavo che il mio primo rapporto con una donna sarebbe stato uno stupro.
Non pensavo neppure che avrei mai subito violenza carnale, e ancor meno che questa sarebbe stata ad opera di un’altra donna…
Soprattutto, non pensavo che mi sarebbe piaciuto.
Raccolgo con la punta della lingua le goccioline di succo che impregnano la peluria dorata del sesso di Pat.
Poi scivolo più in basso, per leccare di piatto la pelle liscia e calda all’interno delle sue cosce.
- Aahhh! Brava, così… Continua.
Continuo. Lo sperma di Sam continua a colare lentamente dal buco rotto di Pat, e io lo slinguo via con calma, assaporandone la consistenza densa e appiccicosa…
Pat si apre le grandi labbra con le dita della mano libera, mostrandomi le sue intimità.
- Anche dentro: puliscimi…
Deglutisco ancora: è il momento… Un nuovo strattone mi fa capire che il rifiuto non è un’opzione. Non ho scelta: spingo la lingua dentro la figa guazza di pat, e comincio a leccare, suggendone il nettare perlaceo.
Non è più sperma maschile, quello che sto gustando adesso: è brodo di femmina. Sottile, dolciastro… Completamente diverso.
Mi piace.
Slinguo più a fondo, non so se per farmi apprezzare meglio o per mio desiderio di bere altro succo.
- Aahhh… Sì, così. Mi piace…
Sto leccando una figa; e mi piace. Non l’avrei mai credito possibile.
Poi Pat mi strattona di nuovo e si volta con la faccia contro il muro, senza però smettere di tenermi per i capelli.
- Anche qui, adesso – mi ringhia – Puliscimi!
Adesso davanti alla faccia ho il lembo più grande della sciarpa che ha ai fianchi. La sollevo, scoprendole i glutei, alti e tonici; abbronzatissimi.
Il solco fra le natiche è bagnato e appiccicoso; l’ano occhieggia, slabbrato e sgocciolante.
So quello che vuole da me; non aspetto nuovi ordini, o strattoni più feroci di prima, e mi allungo a leccare prima l’infrachiappe, e poi il buchetto sgarrato.
- Aah! Brava, con la lingua…
Ripulisco la donna dallo sperma del suo amante con tutta la cura di cui sono capace, e mando giuù tutto quel che raccolgo con la lingua.
Poi mi attacco allo sfintere con la bocca e lo succhio con gusto inaspettato.
- Aahhh!
Pat geme di piacere, visibilmente sorpresa dalla mia porcaggine.
- Sei una sudiciona – mi fa, compiaciuta – Tuo marito lo sa, che ti piace fare queste cose?
- Non ne ha idea – ammetto – Fino a pochi giorni fa non ne avevo neanche io…
Lei mi lascia andare i capelli e si raddrizza, soddisfatta: - Bene. Direi che ti sei dimostrata una brava cagnetta… Penso che ci divertiremo, con te!
Mezzogiorno è passato da un pezzo, e noi non ci siamo mai alzate così tardi.
Jas ci ha fatto trovare tutto pronto, e ha sorriso con il casco da motociclista in mano.
Io ho sospirato e le ho fatto cenno di sì: può prendere la moto e farsi un bel giro…
Gerd e Lise sono la coppia che ci è piaciuta di più fino a questo momento.
Ne parliamo fra noi mentre sorseggiamo il cappuccino e sbocconcelliamo i nostri croissant, soddisfatte delle nostre vite.
Poi Eva prende il cellulare e smanetta un po’.
- Ehi, la tipa che ti crede mia madre ha aggiornato il suo diario!
Io faccio un ringhio, improvvisamente di cattivo umore.
Eva si stiracchia nuda al sole e si mette a leggere ad alta voce mentre io sorseggio i resti del mio cappuccino.
Hai capito, la coppietta sfigata? Si sono svegliati, finalmente… Prima con una coppia ancora più sfigata di loro, e poi con i due tatuati di Amersfoort!
- Ce ne vuole di coraggio – commento io – Hanno l’aria di due strafatti di coca!
- Probabilmente lo sono – conferma Eva con una smorfia – Ho riconosciuto il tatuaggio che hanno tutti e due sulla spalla sinistra: è il marchio di una gang di hooligans della loro città.
- Peccato, fisicamente non sarebbero male. Non vado matta per gli eccessi nei tatuaggi, però hanno due bei corpi… Si somigliano anche un po’.
- Già. Sai? Secondo me sono fratelli.
- Tu dici? Una coppia incestuosa?
- Non è detto: non sappiamo se si fanno fra di loro. E comunque non sarebbe la prima volta.
- Siete un popolo di degenerati.
- Senti chi parla: le orge le avete inventate voi…
Non sono mai stata brava in storia, ma potrei giurare che i romani sono solo stati i primi ad ammettere in letteratura la passione per il sesso di gruppo, e che questo esisteva anche prima.
Così me la cavo con un: - Quando noi facevamo le orge, voi vi accoppiavate ancora sugli alberi della Selva Ercina.
Eva mi mostra la lingua, così so di aver vinto io.
Poi affronto l’elefante nella stanza, che entrambe abbiamo evitato di guardare fino a quel momento: - Tu cosa ne pensi? Credi davvero che quei due pensino di aver bisogno dell’aiuto degli sfigati per abbordarci?
Eva scuote la testolina bionda, agitando la sua bella coda di cavallo d’oro zecchino: - Non ho una grande opinione della loro intelligenza, ma mi sembrano anche troppo sicuri di sé. Inoltre che si facciano di coca o siano solo degli accannati, non dovrebbero avere problemi a provarci con noi con tutta la roba che si pompano nel sangue… E infatti li vediamo in azione piuttosto spesso. Quindi no: non ci credo, e trovo sospetto che lo dicano.
- Potrebbero essere due sicari? Ne hanno l’età e il fisico…
Mantide 2 storce il suo delizioso nasino all’insù: - Odio ammetterlo, ma potrebbero esserlo benissimo. Tempo di cambiare aria?
Ci penso su: a me piace stare a Cap. Odio l’idea di dovermene andare solo perché due tizi pieni di tatuaggi si interessano a noi.
Ma d’altra parte Anja ci sta cercando per vendicarsi: su questo non ci sono dubbi. Sottovalutare una minaccia potrebbe costarci molto caro.
E’ anche vero che scappare sempre non è una soluzione: l’unico vero modo di risolvere il problema è togliere Anja dalla circolazione, e possiamo riuscirci solo strappando le unghie ai suoi uomini per farli parlare…
E poi c’è un’altra considerazione da fare.
- Jasmine è via con la moto, e dio sa quando tornerà: non possiamo andarcene adesso.
- Ha il cellulare: possiamo chiamarla.
- Ci vorranno ore in ogni caso. No, preferisco vedere cosa succede; in fondo abbiamo un bel vantaggio su di loro: sappiamo che ci stanno cercando.
- Quindi ci buttiamo in bocca al lupo per vedere se morde?
Carina come immagine.
- No. Però ci avviciniamo quanto basta per vedere il colore dei suoi occhi… O meglio: una di noi due si avvicina abbastanza, mentre l’altra gli copre le spalle. Possiamo prendere tutte le precauzioni del caso e goderci il nostro vantaggio.
Eva fa una smorfia e mi mostra le sue deliziose fossette: - Fammi indovinare: quella che si avvicina abbastanza non sono io, vero?
- No. Lo sai che adoro l’adrenalina: mi rende più porca, come piace a te… E poi non sopporto di saperti in pericolo: non sono fredda come te.
- Non è giusto. Anche a me piace l’adrenalina.
Adoro quando si arrabbia: le si gonfiano due vene sul collo e mi viene voglia di morderle…
- Lo so. So anche che hai tutto quello che ci vuole per andare avanti tu… Sono io che non sono brava come te a guardare le spalle: lo sai che sono una scavezzacollo.
Eva è giovane: adora quando le alliscio le piume…
- E va bene. Però quando si tratterà di strappare le unghie, con il bestione voglio divertirmici io!
***
(dal cellulare di Roby)
Ci tengo a fare in modo che Jen sia contento di me.
Quest’uomo mi è entrato nel sangue, peggio di Lele. Non vedo l’ora di vederlo sorridere soddisfatto quando gli presenterò le bionde: la veneta e la sua amichetta olandese… Il mio premio sarà un’ammucchiata a sei, e sarò io a beccarmi il maschio migliore nel mucchio!
Ci mettiamo in caccia nel primo pomeriggio: non sappiamo dove le due v… Cioè, dove la veneta e l’olandese abitano, e nemmeno come si chiamano, però è un fatto che non passano inosservate. Franco sembra più che contento di darsi da fare anche lui: le due stanghe bionde gli piacciono, e l’idea di farsele lo ringalluzzisce almeno quanto l’idea di farmi scopare di nuovo da Jan fa bagnare me.
Non sono in spiaggia, neanche in quella a luci rosse.
Torniamo al villaggio a mangiare un panino, poi decidiamo di separarci per ampliare la zona di caccia.
Vagolo fra la passeggiata e il centro commerciale e ho fortuna: la veneta, quella più grande, sta curiosando nela boutique di abbigliamento sexy in metallo. E’ un negozietto delizioso che vende abbigliamento e accessori in acciaio firmati d’autore, estremamente sexy… E costosi.
La osservo da lontano: la veneta è una donna sulla quarantina, con i capelli folti e tagliati corti con un’ampia frangia biondo scuro sugli occhi, grandi e grigi, che spiccano su un’abbronzatura da fare invidia. E’ davvero alta per un’italiana, sembra una nordica… E’ molto magra, col seno piatto e i fianchi stretti: esibisce una muscolatura di tutto rispetto, abbastanza flessuosa e gradevole, ma che accresce ulteriormente la sensazione di scarsa femminilità.
Guardandola bene in effetti, sembra davvero il prototipo della lesbica.
E’ piuttosto cuarata, ma non si depila il pube: probabilmente ci tiene a far vedere che è bionda per davvero, e il suo cespuglietto è lì a dimostrarlo.
Due belle gambe, lunghissime e nervose, inquadrano un culo davvero notevole: le donne non mi sono mai interessate, ma devo dire che di culi così in giro se ne vedono pochi. Quel che colpisce di più in lei però è un altro dettaglio anatomico: ha i capezzoli più grossi che abbia mai visto. Scurissimi e lunghi come filtri di sigaretta… Chissà come diventano quando è eccitata?
La sera prima, quando si è fatta portare via dal Melrose dal tedesco cinquantenne, indossava un vestitino nero cortissimo che esaltava culo e gambe, con sandali allacciati su per il polpaccio e tacchi bassi fatti solo per slanciare ulteriormente le gambe; ora naturalmente è raticamente nuda: ha gli stessi sandali, ma per il resto indossa solo occhialoni scuri, un orologio da uomo, una catenina di ottone alla vita e la solita sciarpetta in vita, arancione e trasparente - fatta più che altro per sedersi senza sudare - che le scopre non solo le gambe ma anche la figa.
Diversi uomini la stanno scannerizzando, ma lei non pare curarsene troppo: ci deve essere abituata. Sudiciona com’è, deve essersi già scopata mezzo villaggio.
Non vedo la sua amichetta olandese, ma del resto neanch’io sono con mio marito: è solo metà pomeriggio, e magari stanno facendo shopping separate.
Non ho mai provato ad agganciare una donna.
Non ho idea da che parte cominciare: devo fare come fanno gli uomini? Oppure faccio come se lei fosse un uomo?
No, se mi comporto come faccio di solito per farmi abbordare, finisce che lei non mi vede nemmeno. Ma se faccio come fanno gli uomini, potrebbe anche tirarmi un cartone in faccia, e con i muscoli che si ritrova non mi sembra una buona idea.
Non voglio deludere Jan.
Mi butto: in fondo gli accessori della boutique piacciono anche a me…
- Ciao. Sei italiana, vero?
La bionda alza lo sguardo e mi squadra come se fossi un insetto nocivo. Rabbrividisco al pensiero che potrebbe afferrare una paletta per schiacciarmi, e mi rendo conto che mi sta facendo una radiografia: una di quelle che ti fanno gli uomini quando ti spogliano con gli occhi, solo che loro si prendono il loro tempo, mentre la veneta è rapidissima… Praticamente mi fa una TAC.
- Veneta de Venexia. E ti?
- Eh… Io sono di Siena. Ciao, mi chiamo Roberta.
Sono a disagio, neanche stessi provandoci con il ragazzo dei miei sogni: la bionda ha degli occhi di ghiaccio.
Sono nuda anch’io, naturalmente. Ho la stessa sciarpetta che indossa lei, solo che è gialla; ho una borsetta con me con dentro soldi e cellulare, e ai piedi ho delle zeppe belle alte che però mi lasciano ancora sotto il suo mento un po’ appuntito.
Lei mi squadra dall’alto in basso con aria scettica e per un momento ho paura che mi mandi a cagare.
Poi mi gratifica con un mezzo sorriso: ha le labbra strette e forse anche per questo non mi sembra moto calorosa: - Io sono Pat. Ti ho vista in giro con il tuo uomo. Eravate al Glam, vero?
- Sì. E ieri al Melrose…
- Hmmm… - mi passa un dito sotto il mento, sollevandomi la testa per fissarmi dritta negli occhi – Sei sicura di voler giocare con il fuoco, Roby?
Come sa che mi faccio chiamare così? E perché mi fissa a quel modo?
- Io… Beh, pensavo che, visto che siamo italiane…
- Pensavi male. Io e la mia compagna siamo lesbiche; ogni tanto ci diverte anche scopare degli uomini… Posso capire l’interesse del tuo uomo, ammesso che lo si possa chiamare così, ma tu che interesse hai?
Arrossisco: - Ecco… Lo hai detto tu: mi piace giocare con il fuoco.
Continua a fissarmi; questa donna sa come mettermi veramente a disagio: si vede che è abituata a comandare il gioco.
- Senti senti… Sei una ragazzaccia, allora? Non ti tiri indietro all’ultimo secondo?
Deglutisco per farmi forza: - Mettimi alla prova.
Questa volta il suo sorriso è più aperto: sembra vagamente compiaciuta quando tira fuori il cellulare ed effettua una chiamata memorizzata.
Parla pochi secondi in inglese con qualcuno e richiude la comunicazione senza mai smettere di fissarmi.
- Veni con me.
Mi trascina con sé attraverso la galleria e lungo la passeggiata di Port Ambonne fin quasi al nostro villino, poi gira bruscamente a sinistra.
Entriamo in un sottopassaggio buio che attraversa la struttura dell’edificio principale passando per i garage dei residenti e che porta dall’altra parte, di fronte all’ingresso del centro commerciale di Heliopolis. Ci sono passata una volta sola, ma c’è parecchia spazzatura e puzza, e poi è buio quindi preferisco evitarlo anche se sarebbe comodo per andare a fare la spesa.
Ora però non ho scelta perché la veneta mi trascina per il polso.
Nel passaggio non c’è nessuno: non sono l’unica a evitarlo. C’è puzza di verdura marcia non ancora raccolta, e sono un po’ a disagio quando Pat si arresta.
No, non è affatto deserto: ci sono due uomini. Due neri massicci e dall’aria poco raccomandabile e vagamente familiare… Li riconosco: due buttafuori del Glam. Cosa ci fanno lì?
- Questi sono Ben e Sam, due miei amici… This chick is Roby, guys. We have just a few minutes…
I due annuiscono e si avvicinano con aria sbrigativa: deglutisco a vuoto, comprendendo che Pat li ha chiamati apposta per farci scopare da loro, tutte e due…
La veneta mi lascia finalmente andare il polso per gettare le braccia al collo del nero chiamato Ben e mettergli direttamente la lingua in bocca.
Quello che si chiama Sam mi afferra ler i fianchi e mi tira a sé, sollevandomi quasi da terra: mi ritrovo con le tette nude premute contro il suo petto larghissimo, durissimo e nerissimo, e contro lo stomaco sento la sua prepotente erezione che sembra volermi deflorare l’ombelico…
Il gigante d’ebano mi fissa negli occhi, sorride, dice qualcosa in inglese che non capisco… E mi schiaccia quei labbroni enormi sulla bocca per baciarmi.
Non sono mai stata con un nero. Non l’ho mai neanche fatto in un posto così, praticamente in pubblico…
Ma non ho scelta.
Pat sta già limonando pesantemente con Ben contro la parete di cemento: si baciano di lingua, lui le ha cacciato una mano fra le gambe e lei gli ha preso il membro in mano per masturbarlo…
Sam è altrettanto sbrigativo: mi rovista la bocca con la lingua, e sento le sue manacce che frugano il mio corpo senza troppi complimenti, soffermandosi soprattutto sulle tette e sul culo.
Sa di fumo, mi viene quasi da tossire mentre ci baciamo con foga, ma sono anche eccitata come una troia per la situazione così tremendamente trasgressiva in cui Pat mi ha trascinata così in fretta.
Il nero è completamente eretto. Mi caccia due dita in figa, sentendomi bella fradicia, e ghigna di soddisfazione.
Dice qualcosa che non capisco, poi mi schiaccia contro il muro freddo e mi solleva una gamba.
Sento un grugnito e con la coda dell’occhio vedo che Ben ha già cacciato il suo membro dentro Pat, inchiodandola al muro e prendendo a fotterla con forza.
Sento la virilità di Sam contro la topa e mi rendo conto che adesso tocca a me…
Oddio, ce l’ha grosso quanto Lele… Spero di essere lubrificata abbastanza…
- Ahia! – strillo, sentendomi infilare brutalmente il cazzone nella figa – Piano, mi fai male… Aahhh!
Mi ha penetrata di colpo, schiacciandomi la cappella contro il fondo della vagina già al primo colpo.
Ho la schiena nuda schiacciata contro il cemento grezzo e puzzolente, una gamba alzata senza sforzo da Ben con una mano, e l’altra manona intenta a strizzarmi una tetta mentre lui continia a baciarmi di forza… E intanto mi scopa brutalmente contro il muro.
Annaspo di piacere: esssere presa a quel modo mi eccita terribilmente.
Mio marito potrebbe essere nei paraggi, e chiunque potrebbe passare in quel momento e coglierci in piena azione nel sottopassaggio… Che vergogna! A Cap sono tutti di vedute larghe, ma gli atti osceni in pubblico sono proibiti, se non alla spiaggia a luci rosse o negli appositi locali. Fottere in un sottopassaggio è oltraggio al pudore per la legge francese… E se Franco ci vedesse?
Hmmm… Come mi piace questo cazzone nero che mi trivella la figa!
Sembra che stia cercando di fare un buco nel muro attraverso il mio corpo…
- Aahhh… Aahhh…
Pat sta gridando sguaiatamente poco più in là, e mi rendo conto all’improvviso che io sto gridando ancora più forte di lei.
Quel cazzone nero mi sta rovesciando la figa, scololando parti di me che non sapevo neppure di possedere… Mi piace da pazzi essere scopata a quel modo.
Piace anche a lui, perché smette all’improvviso e mi prende per il collo, obbligandomi a mettermi in ginocchio.
Va bene, va bene: ho voglia anch’io di prenderlo in bocca. Non ho mai assaggiato un cazzo nero, prima… Spalanco la bocca e lo prendo tutto dentro.
Hmmm… Che buono! E come sa di me…
Anche Pat è in ginocchio, intenta a spompinare il suo uomo nero: vedo la sua testa bionda andare avanti e indietro in modo quasi frenetico.
Cerco di non essere da meno: lo so che questo è una specie di test, che la puttana mi sta facendo per vedere se sono abbastanza troia per giocare con loro, e non voglio certo sfigurare…
A metà bocchino i due neri si scambiano le puttane bianche: io mi ritrovo in bocca il cazzo di Ben, che si rivela appena più corto ma decisamente più grosso e nodoso di quello del suo compare. Gronda della saliva di Pat, e io mi trovo ad assaggiarla per la prima volta… Poi però smetto di pensarci e ricomincio a succhiare: la carne nera mi sta piacendo troppo.
- AARGHHH!!!
Giro la testa e vedo che Sam ha sbattuto Pat con la faccia contro il muro e la sta trapanando da dietro. Dalla posizione particolare e dall’espressione stravolta della donna mi rendo conto che… Sì: l’energumeno glie l’ha cacciato dritto nel culo!
Non ci posso credere: una torpedine del genere nell’ano, e senza vaselina…
Ben mi prende di nuovo per il collo e mi tira in piedi, sbattendomi di nuovo contro la parete fredda e dura.
Tremo di paura all’idea che possa decidere di sodomizzarmi come sta facendo il suo amico con la povera Pat, ma per fortuna Ben preferisce infilarmi in figa.
Annaspo senza fiato, trafitta da quell’arnese pazzesco, e mi accorgo di essere già sulla soglia dell’orgasmo.
- Oddio, vengo… - ansimo a fatica mentre lui mi bacia e mi fotte – Vengo… Oohhh!
Mi aggrappo a lui mentre l’esplosione interna mi lava le viscere. La mia figa impazzita si avvince al cazzone nero spremendolo con una forza inaspettata, e il nero mi si pianta ancora più in profondità inchiodandomi al muro prima di sborrarmi disastrosamente dentro con una potenza alluvionale.
- Aahhh! Aahhh! Aahhh…
Sento gli schizzi caldi di ben farcirmi la figa, inseminandomi in profondità.
Ma non c’è nessuno qui che usi i preservativi? Io sono in viaggio di nozze…
Pat strilla anche lei, non so se perché stia godendo a sua volta, o perché Sam le stia sborrando nel culo: probabilmente entrambe le cose, perché anche loro smettono di accoppiarsi come bestie e rimangono immobili a riprendere il fiato, ancora strettamente incavicchiati uno all’altra…
Poi i due neri si divincolano in fretta da tutte e due, scambiano una parola appena di saluto con Pat e si allontanano velocemente, come se avessero fretta di tornare al lavoro.
Rimando addossata alla parete, nuda e tremante, cercando di riprendere il fiato.
Pat si stacca dal muro e si gira verso di me, con un sorriso diabolico sul viso. Inspira a fondo, si riassesta la sciarpetta intorno ai fianchi e m si avvicina: i suo capezzoli ora sono grossi come noci, perfetta dimostrazione di quanto sollazzo le abbia dato quella sveltina oscena e bruciante.
Mi afferra per i capelli e mi sibila in faccia: - Allora, cagnetta: ti è piaciuto?
Non mi piace essere chiamata così. Però non ho il coraggio di sfidarla… Non ora.
- Sì…
L’ammissione mi esce spontanea.
Mi è piaciuto un casino; quasi mi dispiace che i neri non abbiano sfondato il culo anche a me.
Mi strattona ancora i capelli facendomi sobbalzare, e mi caccia l’altra mano fra le cosce, rovistandomi la fregna sgocciolante.
- Sì, ti è piaciuto davvero… E tu sei piaciuta a lui. Senti come ti ha riempita!
Estrae le dita da dentro di me e se le porta alle labbra, intrise di sborra densa e calda.
La guardo assaggiare lo sperma, poi lei mi porge le dita per far gustare anche a me il nettare del mio piacere.
Le succhio le dita, ripulendole e assaporando la sborra mia e di Ben.
- E’ buona, vero?
Annuisco convinta, senza smettere di succhiare. Le sue dita sono lunghe…
Un nuovo strattone ai capelli, molto più violento dei precedenti, mi riduce in ginocchio ai suoi piedi.
Emetto un gemito a metà fra la sorpresa e la protesta, ma soprattutto è dolore.
Quando riapro gli occhi sono in ginocchi sul pavimento davanti a lei, che è nuovamente addossata al muro.
Ho la sua fregna bionda e umida davanti al naso… E’ la prima volta che vedo una figa così da vicino: il folto pelo biondo della veneta è bagnato di goccioline bianche e profumate. Altre gocce più dense stanno scivolando lentamente lungo la pelle abbroonzata all’interno delle cosce della donna.
- Io ho pulito te… Adesso tocca a te ripulire me. Datti da fare!
Esito un momento: la sborra non le sta colando dalla figa, ma dal culo. Non so se…
Un momento di troppo: un nuovo strattone, questa volta cattivo.
Non c’è dubbio questa volta sulla natura del mio gemito: è dolore, lancinante.
- Ahi! Mi fai male…
- E te ne farò molto di più se non ti sbrighi, cagna. Fammi sentire la tua lingua!
Non ho scelta.
Ho le lacrime agli occhi per il dolore e per l’umiliazione, quando accosto la lingua al pelo biondo del suo sesso. Sento l’afrore della vulva appena scopata, e provo un brivido di eccitazione: non pensavo che il mio primo rapporto con una donna sarebbe stato uno stupro.
Non pensavo neppure che avrei mai subito violenza carnale, e ancor meno che questa sarebbe stata ad opera di un’altra donna…
Soprattutto, non pensavo che mi sarebbe piaciuto.
Raccolgo con la punta della lingua le goccioline di succo che impregnano la peluria dorata del sesso di Pat.
Poi scivolo più in basso, per leccare di piatto la pelle liscia e calda all’interno delle sue cosce.
- Aahhh! Brava, così… Continua.
Continuo. Lo sperma di Sam continua a colare lentamente dal buco rotto di Pat, e io lo slinguo via con calma, assaporandone la consistenza densa e appiccicosa…
Pat si apre le grandi labbra con le dita della mano libera, mostrandomi le sue intimità.
- Anche dentro: puliscimi…
Deglutisco ancora: è il momento… Un nuovo strattone mi fa capire che il rifiuto non è un’opzione. Non ho scelta: spingo la lingua dentro la figa guazza di pat, e comincio a leccare, suggendone il nettare perlaceo.
Non è più sperma maschile, quello che sto gustando adesso: è brodo di femmina. Sottile, dolciastro… Completamente diverso.
Mi piace.
Slinguo più a fondo, non so se per farmi apprezzare meglio o per mio desiderio di bere altro succo.
- Aahhh… Sì, così. Mi piace…
Sto leccando una figa; e mi piace. Non l’avrei mai credito possibile.
Poi Pat mi strattona di nuovo e si volta con la faccia contro il muro, senza però smettere di tenermi per i capelli.
- Anche qui, adesso – mi ringhia – Puliscimi!
Adesso davanti alla faccia ho il lembo più grande della sciarpa che ha ai fianchi. La sollevo, scoprendole i glutei, alti e tonici; abbronzatissimi.
Il solco fra le natiche è bagnato e appiccicoso; l’ano occhieggia, slabbrato e sgocciolante.
So quello che vuole da me; non aspetto nuovi ordini, o strattoni più feroci di prima, e mi allungo a leccare prima l’infrachiappe, e poi il buchetto sgarrato.
- Aah! Brava, con la lingua…
Ripulisco la donna dallo sperma del suo amante con tutta la cura di cui sono capace, e mando giuù tutto quel che raccolgo con la lingua.
Poi mi attacco allo sfintere con la bocca e lo succhio con gusto inaspettato.
- Aahhh!
Pat geme di piacere, visibilmente sorpresa dalla mia porcaggine.
- Sei una sudiciona – mi fa, compiaciuta – Tuo marito lo sa, che ti piace fare queste cose?
- Non ne ha idea – ammetto – Fino a pochi giorni fa non ne avevo neanche io…
Lei mi lascia andare i capelli e si raddrizza, soddisfatta: - Bene. Direi che ti sei dimostrata una brava cagnetta… Penso che ci divertiremo, con te!
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