Aza e Tibe in crociera.

di
genere
comici

Quando rientra tutto trafelato e urlante quasi mi manda in scompenso cardiaco, ma che bisogno c'è di urlare così?

-Tibe... Tibe, HO VINTO!

Era ora, penso!
Stai risolvendo tu da solo il problema debito del paese (volutamente scritto minuscolo) e difronte alle migliaia di euro dilapidati cosa mai avrai vinto? Ci vogliamo rovinare? Cinquanta euro? Cento?
Devo avere pazienza, è giovane il ragazzo. E lo guardo comprensivo.
Ora, sono al corrente delle chiacchiere che girano ma voglio precisare una volta per tutte.
Io e Aza non siamo amanti, anzi non siamo neanche fidanzati, siamo amici, capito??
AMICI.
Quella che allude chiedendomi come sta il mio fidanzatino è solo invidiosa del nostro rapporto. Sbava. Ci vorrebbe! Ha già articolato composizioni assurde, lei, il suo uomo e noi!
Ma certo che ci piacciono le donne!
Ma vogliamo difenderci da loro! Voi non potete sapere quanto è comoda una situazione così! Con noi le donne non parlano mai di legami, complicazioni, odissee matrimoniali. Senza mai chiedere presumono un diverso orientamento sessuale e ciò le attira, oh si! Le attira come alle api il polline dei fiori.
Qualche problema di convivenza c'è, non lo si nega. Siamo ambedue disordinati, però volete mettere? Dividiamo l'affitto, tutte le spese, il colf a tempo pieno (si, è un uomo, si chiama Celeste ed è colored, dovevamo restare fedeli alla nostra immagine, però è rigorosamente senza permesso di soggiorno e lo paghiamo in nero! Stiamo molto attenti a questi dettagli!), insomma dicevo che qualche problema c'è. E proprio sul sesso, eh si.
Ora vi dirò una cosa. A me riesce facile rimorchiare, sarà che conosco i posti giusti dove le femmine con le caldane vanno a raggrupparsi, sarà che un po' piaccio? Insomma raccatto. E le porto a casa. Certo! Che vado in motel se ho una casa mia?
Ora vi dico cosa succede per farvi capire, io e la signora entriamo, ci accomodiamo sul divano tigrato che abbiamo in soggiorno davanti al maxi TV e iniziamo il nostro giocare. Oh... non è che rimando troppo il momento, ha subito la mia mano fra le cosce lisce come raso e sto mangiando con avidità la sua bocca, magari le succhio quella lingua camaleontica che ha, insomma stiamo per cominciare il ballo.
Capite? E lui? Aza? Non esce dalla sua stanza? Si ferma subito dopo e mostra un'aria di sbigottimento. Due occhi sbarrati così!

-Ops... scusa Tibe, non sapevo che avevi compagnia-

Coglione! E si che lo sai! Ci hai sentito parlare e magari hai origliato!
Ora di solito la donna non fa una piega. Perché dovrebbe imbarazzarsi? E' venuta per scopare e non per parlare della migrazione delle balene azzurre!
Bene! Ciao Aza. Ora torna nella tua stanza, vai!
Macché... indugia. E allora al solito faccio la domanda di rito alla signora o signorina in questione.

-Lui è Aza, che dici se lo facciamo restare e partecipare?-

Beh... credeteci, nove volte su dieci a quel fetente gli va bene e nasce una cosa a triplete, ma si, tipo campionato, coppa e champions.
Ma cazzo! Uscire e andartene a trovare tu le donne? No, vero?
Quella che rifiuta? Lui mesto mesto se ne torna in camera sua. Ma che vi devo dire? Dopo un po' è proprio lei che mi dice...

-Chiama il tuo amico... mi fa pena.-

Ah... le donne! E' indubbiamente un gran bel ragazzo, più bello di me ma io ho il fascino dell'uomo sicuro di sé. Lui non l'avrà mai.

Ora voi avrete capito, vero? Io porto la donna e lui scopa.
Parliamo invece quando è lui a portarne una a casa? Se la porta subito in camera sua! Neanche me la presenta! Poi che ci faccia qualcosa di determinante così da solo non lo so. Un dubbio l'ho sempre.
Una volta, lei era davvero un fiore ve lo assicuro e l'avrei davvero volentieri spartita con lui, cercai di guardare dalla toppa della serratura ma l'egoista aveva messo un qualcosa che impediva la visione e allora uscii sul cornicione per guardare dalla finestra, lei era abbondantemente scoperta, aveva una fica bellissima, lui era fra le sue gambe in ginocchio e sentii benissimo cosa gli chiese lei:

-Dai... fammi godere con la lingua.-

Dio! Buttati! Gli urlavo silenziosamente! Mangiala! E lui? Non ci crederete ma andò alla libreria, prese un volume e le declamò una poesia! Ma che cazzo di modo di interpretare la cosa? Non sapevo come intervenire, smaniavo.
Fu quella volta che caddi dal secondo piano di casa e mi ruppi la spalla.
Non ha giustificazioni!

Torniamo al momento attuale?
Lui entra e grida che ha vinto e io paziente (ci devo convivere) chiedo.

-Cosa hai vinto?-
-Tibe... non ci crederai, è troppo bello! C'era una riffa al bar, lo sai quella che scegli un numero e poi c'è la pesca? Tibe! Ho vinto una crociera per due!!!-

Che sia vero? La fortuna è cieca a volte e sbatte il muso di brutto.
Una crociera! Due settimane: Genova- Napoli e poi via via fino a Tangeri.
Voi direte... bellissimo! Bravo Aza! Si, complimenti, sette più!
In effetti sembrava, io già mi immaginavo una gran scelta di fighe, donne da cambiare ogni giorno mi dicevo non farò problemi di sorta, dai diciotto in su va tutto bene, se sposate meglio, dai cinquanta vanno in lista di attesa.
Poi c'è il momento drammatico della scelta degli indumenti, non potete sapere quanto lui è vanesio. Va bé, superammo anche quello.
Ma il momento tragico, da disperazione capita alla cena del primo giorno, tutti leccati andiamo nella sala, dobbiamo cenare alla tavola del comandante.
Ma? Una occhiata circolare?

SONO TUTTI UOMINI!
Beh... vi assicuro, uno meno forte di me sarebbe svenuto dalla sorpresa e delusione. Mi attaccai alla bottiglia e rimasi a sguardo incollato alla tovaglia fino a quando l'alcol non confuse tutto in macchie luminescenti.

Era una crociera riservata alle coppie gay.

C'erano fra gli altri:
Le coppie del Circolo bocciofilo gay di Vimercate.
Quelle dell'associazione barbieri gay di Soverato.
Tutto il gruppo gay pride di Roma Trastevere.
Il gruppo sportivo ciclistico (naturalmente gay) di Monselice.
Quello degli schettinatori.
I sostenitori di... chissà chi.
E poi... non so chi altro.
Il Comandante e l'equipaggio? Gay.

Per fortuna non avevo disfatto ancora le valigie e appena attraccato a Napoli scendiamo.
Poi, proprio sulla banchina del porto mi guarda con il suo sguardo da incosciente.

-E ora Tibe? Ho due settimane di ferie.-
-Tranquillo Aza, ho una amica a Ischia, è un po' il tipo ”il cazzo non mi basta mai” ma è quella che ci vuole per toglierci il cattivo sapore dalla bocca.


Tibet.

(da Sempretibet blog)
di
scritto il
2018-11-13
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