Lo zio ed Hèléne.

di
genere
dominazione

Alfredo ha un diavolo per capello.
Maledice quello scriteriato del fratello che gli ha lasciato l'incombenza di prendere in casa e di controllare la figlia di diciassette anni! Per cosa poi? Per fare una lunga vacanza con una cubana! Ma cazzo! Si dice che avrebbe potuto, anzi dovuto, rifiutare. Ma ha titubato quell'attimo di troppo, quel senza testa non gli ha lasciato scampo, in due e due quattro se ne era già partito!
Ora?
Il primo giorno?
Ecco il primo problema, lei, Hélène, già avrebbe dovuto essere a casa, aiutare per far cena, studiare e chissà cosa altro fare e invece? Non c'è, ha ore di ritardo e lui non sa neanche dove iniziare a cercarla!
Il cellulare? Muto.
Il fratello gli ha detto che la ragazza non è cattiva ma è distratta, a volte si comporta come una stupida e deve essere punita severamente e l'unica cosa che funziona è sculacciarla con molta determinazione sul suo culo!
Forte e a lungo fino a farla piangere. Davvero non funzionano altri deterrenti.
Eccola!
Sente aprirsi la porta, si impone di stare calmo e freddo. Di lasciarla parlare e giustificarsi.
-Ciao zio.-
-Hélène! Sei in ritardo! Non mi hai chiamato, ora dammi una buona ragione per non arrabbiarmi con te!-
-Perdonami, mi sono attardata con le amiche e mi è volato il tempo e ho lasciato scaricare il cellulare.-
-Ma allora ha ragione tuo padre, a volte ti dimostri la stupida che sei! Eppure sei intelligente, ora ti devo punire.-
-No zio, ti prego! Perdonami, non lo farò mai più!-
-Su poche storie! Mettiti in ginocchio sul divano, alza la gonna e abbassa le mutandine.-
Hélène con gli occhi bassi obbedisce, abbassa alle ginocchia le mutandine bianche di tipo ordinario, alza la gonna, si mette in ginocchio sulla seduta del divano e abbassa il busto fino ad avere la testa posata sul tessuto.
Lei sa cosa prova ora, paura, eccitazione e umiliazione per essere considerata una stupidella sempre con la testa chissà dove, mai presente e sempre dietro a sogni campati per aria e sa anche che prova piacere a essere colpita, forte, dolorosamente sul sedere, che soffrirà e godrà. Un pervertito e raffinato orgasmo mentale nell'essere umiliata. Ma di questo solo lei è consapevole.
Alfredo inizia, ha una mano pesante, larga e dura e i colpi schioccano regolari e lei urla dal dolore, lo prega di smettere, di risparmiarla ma fintamente perché ne vuole ancora, vuole avere il culo tutto rosso e dolorante.
Ha un bel culo Hélène, burroso e morbido, candido come la neve, largo e paffuto e niente affatto sgradevole, ha una bella forma rotonda.
Lui continua, in verità ora è soggiogato dal rumore forte dei colpi, dalla morbidezza del culo e dalla sua forma arrotondata, dalla linea sensuale che fa congiungendosi con la vita stretta, dalle fossette di Venere, senza volerlo si eccita, sente crescere nel pantalone il suo pene, diventare un vero ramo d'albero.
Ora smette di colpirla e passa le mani sulla pelle martoriata, violacea e segnata, le apre un attimo le natiche, le fa distanziare le cosce e guarda la sua vagina, le labbra gonfie, la forma di una prugna aperta, poi torna in sé, le ordina di alzarsi e rivestirsi, di andare in camera sua e poi fra una mezz'ora di preparare il tavolo per la cena.
La ragazza piangente lascia il soggiorno.
Lui va nel bagno, tira fuori il cazzo duro e pensando al bel culo della nipote si masturba, gode veloce, sborra nel lavabo.
-Mi devo controllare -si dice - sono settimane che non ho una donna-
Hèléne si tira su le mutandine e corre piangendo in camera, appena dentro si appoggia con la schiena al battente e torna ad abbassarle e sempre piangente si strofina il clitoride violentemente, l'altra mano a tormentare le natiche in fiamme, gode.

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**Schegge estemporanee di curiosità e di cultura sessuale:
Le fossette di Venere: pare siano un difetto della muscolatura della schiena, chiamate di Venere quelle delle donne e di Apollo per gli uomini, ma sia come sia, difetto o no, attraggono sessualmente in una maniera straordinaria! Gli uomini si immaginano a porre in quelle concavità i loro pollici mentre prendono da dietro...

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La protostoria del racconto, nota di Tibet:
Ammetto di avere una mente bacata e piena di sesso ma spesso vengo stimolato a scrivere da fattori esterni, spiego: Hèléne è (era ormai, parlo di un paio di anni fa) una giovane autrice di EWriters, -(ottimo ex sito di racconti vari, non solo di sesso)- mi contatta quando pubblico Rhino, il racconto noir del pugile, mi chiede di descriverle le mani di Rhino, dice che è impazzita d'eccitazione a pensare di essere sculacciata forte e senza pietà sul suo culo da quelle mani grandi, pesanti, crudeli. Mi chiede come sono le mie.
Questo mi stimola a scrivere con lei questo lungo racconto. Hèléne si definisce sciocca e distratta e si chiama lei stessa “culona” e gode nell'essere trattata come una svampita, chiamata “stupida” ed essere punita di conseguenza. Nasce così il racconto e si decidono i personaggi, il suo molto vicino al reale e quello dello zio, devo specificare che io sono lo zio e lei Hèléne?
Perché non adattarmi a soddisfare questa sua esigenza? Lo spanking è una parafilia certo, ma di genere molto soft diciamolo, è un dato certo che il 24% della popolazione attiva sessualmente l'ha presente nelle proprie fantasie sessuali...
di
scritto il
2018-11-15
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