Ragazza triste, culo vergine
di
ceasar12
genere
etero
Vivo in quest’isola, è normale che le mia avventura si svolgano solo qui, anche perché allontanarmi durante la stagione è impossibile, ma sarebbe comunque un traffico, tra traghetti, taxi e aerei.
Siamo verso la fine di agosto, serata bellissima, calda, senza vento. Alle 4.00 circa riesco a finire il lavoro, chiudo il locale, ma non avendo sonno prendo qualche bottiglietta di birra, il mio zaino con dentro teli, asciugamani e accessori vari, mi avvio verso la spiaggia di paese che dista 2/300 metri dal mio locale. Tutte, ma proprio tutte le spiagge qui alla notte sono libere, deserte e buie, in un clima che secondo i locali preserva la natura selvaggia. Arrivo in spiaggia, buio ma non tantissimo essendoci luna quasi piena che riflette sull’acqua in un caldo abbraccio, solo l’ondeggiare del mare e qualche voce degli ultimi ritardatari sul viale pedonale che probabilmente hanno fatto “chiusura” nel quartiere dei locali poco lontano. Stendo il telo e mi siedo sopra, apro la prima birra. Sorseggio, guardo il mare e mi immergo nei miei pensieri. C’è luna quasi piena come dicevo e osservare le leggere onde mi tranquillizza e mi abbassa l’adrenalina accumulata durante la giornata lavorativa. L’acqua mi attira, sembra avvolgente con il suo soffice andirivieni. Mi spoglio, indosso le scarpette da bagno ( essenziali qui specialmente di notte onde evitare gli scogli) mi tuffo in mare. Faccio un bagno rilassante, piacevole, da non uscire più. Esco dall’acqua, mi stendo sul telo e mi copro con il grande asciugamano che ho con me. Metto lo zaino sotto la testa a come cuscino, mi lascio andare, rapito da tanta bellezza. Guardo le stelle e sorseggio birra, mi innamoro della quiete della situazione. Da dietro sento una voce:” hai una birra anche per me?”. Porgo la testa all’indietro e scorgo una ragazza, giovane, che quasi sorridente mi guarda. Vedo i suoi denti bianchissimi contrastare con la luce della notte. Dalla mia posizione le intravvedo anche le mutandine sotto la cortissima gonna e la cosa mi scuote. “ certo, porto sempre una birra in più, sai, se passasse qualcuno, un viandante o un marziano” ride di gusto, so che la mia battuta è terribile, ma lei sembra un po’ brilla e un po’ divertita veramente. Estraggo una bottiglietta dallo zaino, la apro con l’accendino e gliela porgo. Lei sorseggia veloce e nervosa. Si siede fianco a me da sopra l’asciugamano e attacca bottone:” sai, pensavo che ci fossero solo maschi stronzi al mondo, vedi il mio fidanzato, ma mi rendo conto che non tutti siete uguali”. Sorseggia ancora, come a prendere fiato e riprende “ io mi chiamo Silvia, sono qui in ferie. Pensavo sarebbero stati 15 giorni indimenticabili, le prime ferie con Francesco, e effettivamente lo saranno, ma per qualcosa di veramente brutto. Francesco si è appena limonato mezzo locale nel quale eravamo e io me ne sono andata. Sto girando per la spiaggia da un paio di ore.”
Mi presento, le dico chi sono e cosa faccio li, ma sembra che la cosa non la distolga dal suo pensiero.
“ Doveva essere una bella vacanza, ma lui doveva fare il macho, doveva dimostrare di essere uomo. E doveva farlo davanti a me, lo stronzo”. Capisco non sia il caso di continuare a parlare. La ascolto in religioso silenzio.
Sorseggia ancora un po’ di birra, vedo con il riflesso della luna due lacrime scendere dai suoi occhi. Si rannicchia le gambe al petto, afferrandole con le mani e deposita la sua testa sulle ginocchia osservandomi:” secondo te gli voi uomini siete tutti stronzi?”
Cerco una risposta che non c’è, mi limito a un semplice:” no, magari qualcuno, o tanti, ma non tutti”.
La vedo stringere forte le sue gambe al suo petto. Effettivamente sono quasi le 5.00 e il venticello che annuncia il passaggio notte/giorno inizia a farsi sentire.
“ ho freddo, posso?” e dicendolo con una mano solleva il lembo del mio asciugamano vedendo che sotto sono nudo.
“ ops, scusa, non sapevo………al diavolo!” senza alzarsi armeggia con la cerniera della gonna di jeans, la sfilandola assieme alle mutandine, si slaccia la camicetta e la lancia verso il mare, si infila sotto l’asciugamano abbracciandomi. Io, spettatore passivo della scena, mi prendo l’immeritato abbraccio sentendo le sue tette sul mio petto, i brividi sulla sua pelle e il calore della sua figa sul mio cazzo che da evidenti segni di risveglio.
“ vuole andare con le puttane lo stronzo? Non sa che la puttana più grande se l’è portata da casa”. Il calore del suo corpo inizia a farsi più rimarcato e il mio cazzo va in tiro di brutto, preme sulla sua figa. Lei si muove appena, accenna a un strofinamento sul mio corpo, sul mio cazzo.
Sento la sua figa depilata ( come quella del 99% delle donne presenti qui) bagnarsi lentamente in un lento ma continuo passare addosso al mio cazzo. Allungo una mano sotto e porto il mio cazzo tra le sue gambe, tra le grandi labbra. Lei accelera il suo movimento senza fare una piega, la sua figa si bagna sempre più.
“ voglio vedere se le sue puttane gli fanno questo………” e dicendolo mi afferra il cazzo iniziando una estenuante quanto lenta sega. Non aspetto un istante, metto una mano sotto sulla sua figa e la massaggio, prima tra le grandi labbra, poi infilandoci una due dita. Per tutta risposta ricevo due palmi di lingua in bocca, mi bacia, calda e appassionata tra piccoli gemiti e spasmi al ventre. Il mio ditalino si fa più deciso, anche la sua sega prende un ritmo diverso, più nervoso.
“ scopami, trattami come fossi la tua puttana”. Prendo sempre più il controllo della situazione e replico:” la mia puttana adesso mi succhierebbe il cazzo”.
“ah si, cosi?” e dicendolo mi porta a mettermi da appoggiato su un fianco a steso sulla schiena. Mi lecca il collo e scende leccando ogni cm di pelle, mentre continua a segarmi. Si rannicchia, si mette posizione a pecorina con la figa e il culo quasi in mia direzione e arriva al cazzo, lecca e bacia tutto attorno, lecca le palle, la base dell’asta, l’asta stessa, la cappella, come una consumata puttana. Inizia a farmi un pompino nervoso, cattivo, di quelli alla “ voglio vedere se resisti più di 3 minuti”. Mena forte e succhia ancora più forte. Le guardo la figa, bella, con due grandi labbra che sembrano scoppiare tanto sono gonfie, vedo l’incavo del buco del culo, le chiappe tornite che lo avvolgono, lei che si muove indemoniata. Lascio andare un primo ceffone su quelle chiappe rapito da tanta bellezza, ne ricevo in cambio un “ahi” e un nuovo movimento a invitarmi a continuare. Le prime luci dell’alba mettono in risalto il lucido della figa bagnata, schiaffeggio ancora e a ogni schiaffo ho come l’impressione che lei si gasi e bagni di più.
“ continua, è bellissimo, lui non mi ha mai sculacciata” dice, smettendo per un attimo di succhiarmi il cazzo. Le schiaffeggio anche la figa, lei solleva una gamba come fosse un cane che piscia e io gliela schiaffeggio ancora più forte. Si sposta mettendo la figa sopra la mia faccia. Lecco, sentendo il sapore aspro di sudore e probabilmente un poca di pipi, la lecco voglioso, senti che gli umori scendono copiosi cambiandole sapore. Lei si fa sempre più indiavolata nel pompino.
“ aahhh…….aaaahhhhh…….aaaaahhhhhhh……………” sta per venire e fa per togliersi dalla mia bocca.
Le afferro forte le chiappe come ad abbracciarle egli intimo:” non ti muovere” leccandola più forte e portandola a un copioso orgasmo.
“ lui non vuole che venga mentre mi lecca. Anzi, me la lecca proprio poco. Tu……….!?”
“ io adoro sentire gli umori, e mi piace sborrare nelle bocche delle donne”
“ lui non mi viene mai in bocca” pronuncia girando la testa verso di me. “ dice che è una cosa che gli fa schifo, che è per le puttane”
“appunto, sei la mia puttana, e io non ti vengo in bocca, ti SBORRO in bocca!”
E cosi dicendo le abbasso la testa sul mio cazzo e la fermo con le gambe. Assesto diversi colpi a fare dentro e fuori dalla sua bocca e mi lascio andare a una copiosa sborrata. Lei cerca di bere senza soffocare, ne lascia uscire un po’ dai lati, ingoia quello che riesce. “ pulisci puttana, lecca tutto quello che hai lasciato uscire” e dicendolo le ricomincio e leccare la figa. Non senza una mia mano tra i capelli a costringerla a leccare la sborra fuoriuscita mi ripulisce tutto. Io le lecco ancora la figa ma la mia attenzione è verso quel buco del culo baciato da un timido sole che sta iniziando a fare capolino nel cielo. Lo lecco, lei stringe le natiche. Le dò qualche schiaffo, si rilassa e io passo un dito pieno di umori e saliva.
“nooooo, non l’ ho mai dato neanche a lui, non voglio”
“ sei la mia puttana ed è il minimo che mi dai il culo. Voglio il tuo culo………lo disidero”
“ ma lui non me lo ha mai chiesto. Dice che è brutto farlo, che è ………sporco”
“ anche farti sborrare in bocca diceva che non va bene” e pronunciando questa frase le spingo il medio in culo. Stretto, ma passa, accompagnato da un paio di sculacciate.
“ strano ma bello, mmmmmmmhhhhhhhhhh”
Passo da una a due dita, gliele muovo deciso, mentre non smetto di leccarle la figa. “ ahi, ma è bello……….sento pizzicare……….continua………..che stronza sono………”
Mi succhia ancora il cazzo a 69 sopra di me. Sento il suo culo diventare morbido, si sta rilassando moltissimo. Mi tolgo, adesso si può.
La faccio stendere su un fianco, mi metto alle sue spalle. Lei solleva la gamba. Prendo il cazzo, lo infilo nella figa con sua sorpresa. Le scopo la figa per diversi minuti durante i quali lei prova un profondo orgasmo pieno di spasmi e contrazioni alla figa. Lo tolgo, lo afferro e lo punto sul culo. Metto saliva con una mano e spingo la cappella. Non uso riguardi, glielo spingo di forza, cede e entra di schianto, con un suo urlo. Glielo scopo deciso, con forza e con la cattiveria che usava lei poco prima nel pompino. Lei urla, si lamenta, ma mette una mano sulla figa menandosela
“ ahi, ahiiiii, toglilo, carogna, mi fai male, continua, più forte, toglilo, mi piace, porco, il mio culetto, spingi, spingi, più su, mi piace, vengo”
Sento il suo culo avvolgere in mio cazzo a romperlo, vado più veloce, so che non resisterò ancora a lungo. “ aaaaaahhhhh, sborroooooooo”
“ nella mia bocca, nella mia boccaaaaaa”
Lo tiro fuori e le salto sopra indirizzando la mia cappella sulla sua bocca spalancata a lingua di fuori. Due menate e inizio a sborrarle addosso, la riempio di sborra in bocca e in faccia.
“vedi che sei una brava troia e che il tuo “moroso” è un coglione?”
“si, mi hai fatto provare cose che non conoscevo, mi piace, mi è piaciuto prenderlo li anche se ha fatto un po’ male” e dicendolo si passa una mano tra le natiche.
Le bacio la fronte e rivestendomi ma ne vado, lasciandola li con la sborra in faccia e il culo…….rotto.
Siamo verso la fine di agosto, serata bellissima, calda, senza vento. Alle 4.00 circa riesco a finire il lavoro, chiudo il locale, ma non avendo sonno prendo qualche bottiglietta di birra, il mio zaino con dentro teli, asciugamani e accessori vari, mi avvio verso la spiaggia di paese che dista 2/300 metri dal mio locale. Tutte, ma proprio tutte le spiagge qui alla notte sono libere, deserte e buie, in un clima che secondo i locali preserva la natura selvaggia. Arrivo in spiaggia, buio ma non tantissimo essendoci luna quasi piena che riflette sull’acqua in un caldo abbraccio, solo l’ondeggiare del mare e qualche voce degli ultimi ritardatari sul viale pedonale che probabilmente hanno fatto “chiusura” nel quartiere dei locali poco lontano. Stendo il telo e mi siedo sopra, apro la prima birra. Sorseggio, guardo il mare e mi immergo nei miei pensieri. C’è luna quasi piena come dicevo e osservare le leggere onde mi tranquillizza e mi abbassa l’adrenalina accumulata durante la giornata lavorativa. L’acqua mi attira, sembra avvolgente con il suo soffice andirivieni. Mi spoglio, indosso le scarpette da bagno ( essenziali qui specialmente di notte onde evitare gli scogli) mi tuffo in mare. Faccio un bagno rilassante, piacevole, da non uscire più. Esco dall’acqua, mi stendo sul telo e mi copro con il grande asciugamano che ho con me. Metto lo zaino sotto la testa a come cuscino, mi lascio andare, rapito da tanta bellezza. Guardo le stelle e sorseggio birra, mi innamoro della quiete della situazione. Da dietro sento una voce:” hai una birra anche per me?”. Porgo la testa all’indietro e scorgo una ragazza, giovane, che quasi sorridente mi guarda. Vedo i suoi denti bianchissimi contrastare con la luce della notte. Dalla mia posizione le intravvedo anche le mutandine sotto la cortissima gonna e la cosa mi scuote. “ certo, porto sempre una birra in più, sai, se passasse qualcuno, un viandante o un marziano” ride di gusto, so che la mia battuta è terribile, ma lei sembra un po’ brilla e un po’ divertita veramente. Estraggo una bottiglietta dallo zaino, la apro con l’accendino e gliela porgo. Lei sorseggia veloce e nervosa. Si siede fianco a me da sopra l’asciugamano e attacca bottone:” sai, pensavo che ci fossero solo maschi stronzi al mondo, vedi il mio fidanzato, ma mi rendo conto che non tutti siete uguali”. Sorseggia ancora, come a prendere fiato e riprende “ io mi chiamo Silvia, sono qui in ferie. Pensavo sarebbero stati 15 giorni indimenticabili, le prime ferie con Francesco, e effettivamente lo saranno, ma per qualcosa di veramente brutto. Francesco si è appena limonato mezzo locale nel quale eravamo e io me ne sono andata. Sto girando per la spiaggia da un paio di ore.”
Mi presento, le dico chi sono e cosa faccio li, ma sembra che la cosa non la distolga dal suo pensiero.
“ Doveva essere una bella vacanza, ma lui doveva fare il macho, doveva dimostrare di essere uomo. E doveva farlo davanti a me, lo stronzo”. Capisco non sia il caso di continuare a parlare. La ascolto in religioso silenzio.
Sorseggia ancora un po’ di birra, vedo con il riflesso della luna due lacrime scendere dai suoi occhi. Si rannicchia le gambe al petto, afferrandole con le mani e deposita la sua testa sulle ginocchia osservandomi:” secondo te gli voi uomini siete tutti stronzi?”
Cerco una risposta che non c’è, mi limito a un semplice:” no, magari qualcuno, o tanti, ma non tutti”.
La vedo stringere forte le sue gambe al suo petto. Effettivamente sono quasi le 5.00 e il venticello che annuncia il passaggio notte/giorno inizia a farsi sentire.
“ ho freddo, posso?” e dicendolo con una mano solleva il lembo del mio asciugamano vedendo che sotto sono nudo.
“ ops, scusa, non sapevo………al diavolo!” senza alzarsi armeggia con la cerniera della gonna di jeans, la sfilandola assieme alle mutandine, si slaccia la camicetta e la lancia verso il mare, si infila sotto l’asciugamano abbracciandomi. Io, spettatore passivo della scena, mi prendo l’immeritato abbraccio sentendo le sue tette sul mio petto, i brividi sulla sua pelle e il calore della sua figa sul mio cazzo che da evidenti segni di risveglio.
“ vuole andare con le puttane lo stronzo? Non sa che la puttana più grande se l’è portata da casa”. Il calore del suo corpo inizia a farsi più rimarcato e il mio cazzo va in tiro di brutto, preme sulla sua figa. Lei si muove appena, accenna a un strofinamento sul mio corpo, sul mio cazzo.
Sento la sua figa depilata ( come quella del 99% delle donne presenti qui) bagnarsi lentamente in un lento ma continuo passare addosso al mio cazzo. Allungo una mano sotto e porto il mio cazzo tra le sue gambe, tra le grandi labbra. Lei accelera il suo movimento senza fare una piega, la sua figa si bagna sempre più.
“ voglio vedere se le sue puttane gli fanno questo………” e dicendolo mi afferra il cazzo iniziando una estenuante quanto lenta sega. Non aspetto un istante, metto una mano sotto sulla sua figa e la massaggio, prima tra le grandi labbra, poi infilandoci una due dita. Per tutta risposta ricevo due palmi di lingua in bocca, mi bacia, calda e appassionata tra piccoli gemiti e spasmi al ventre. Il mio ditalino si fa più deciso, anche la sua sega prende un ritmo diverso, più nervoso.
“ scopami, trattami come fossi la tua puttana”. Prendo sempre più il controllo della situazione e replico:” la mia puttana adesso mi succhierebbe il cazzo”.
“ah si, cosi?” e dicendolo mi porta a mettermi da appoggiato su un fianco a steso sulla schiena. Mi lecca il collo e scende leccando ogni cm di pelle, mentre continua a segarmi. Si rannicchia, si mette posizione a pecorina con la figa e il culo quasi in mia direzione e arriva al cazzo, lecca e bacia tutto attorno, lecca le palle, la base dell’asta, l’asta stessa, la cappella, come una consumata puttana. Inizia a farmi un pompino nervoso, cattivo, di quelli alla “ voglio vedere se resisti più di 3 minuti”. Mena forte e succhia ancora più forte. Le guardo la figa, bella, con due grandi labbra che sembrano scoppiare tanto sono gonfie, vedo l’incavo del buco del culo, le chiappe tornite che lo avvolgono, lei che si muove indemoniata. Lascio andare un primo ceffone su quelle chiappe rapito da tanta bellezza, ne ricevo in cambio un “ahi” e un nuovo movimento a invitarmi a continuare. Le prime luci dell’alba mettono in risalto il lucido della figa bagnata, schiaffeggio ancora e a ogni schiaffo ho come l’impressione che lei si gasi e bagni di più.
“ continua, è bellissimo, lui non mi ha mai sculacciata” dice, smettendo per un attimo di succhiarmi il cazzo. Le schiaffeggio anche la figa, lei solleva una gamba come fosse un cane che piscia e io gliela schiaffeggio ancora più forte. Si sposta mettendo la figa sopra la mia faccia. Lecco, sentendo il sapore aspro di sudore e probabilmente un poca di pipi, la lecco voglioso, senti che gli umori scendono copiosi cambiandole sapore. Lei si fa sempre più indiavolata nel pompino.
“ aahhh…….aaaahhhhh…….aaaaahhhhhhh……………” sta per venire e fa per togliersi dalla mia bocca.
Le afferro forte le chiappe come ad abbracciarle egli intimo:” non ti muovere” leccandola più forte e portandola a un copioso orgasmo.
“ lui non vuole che venga mentre mi lecca. Anzi, me la lecca proprio poco. Tu……….!?”
“ io adoro sentire gli umori, e mi piace sborrare nelle bocche delle donne”
“ lui non mi viene mai in bocca” pronuncia girando la testa verso di me. “ dice che è una cosa che gli fa schifo, che è per le puttane”
“appunto, sei la mia puttana, e io non ti vengo in bocca, ti SBORRO in bocca!”
E cosi dicendo le abbasso la testa sul mio cazzo e la fermo con le gambe. Assesto diversi colpi a fare dentro e fuori dalla sua bocca e mi lascio andare a una copiosa sborrata. Lei cerca di bere senza soffocare, ne lascia uscire un po’ dai lati, ingoia quello che riesce. “ pulisci puttana, lecca tutto quello che hai lasciato uscire” e dicendolo le ricomincio e leccare la figa. Non senza una mia mano tra i capelli a costringerla a leccare la sborra fuoriuscita mi ripulisce tutto. Io le lecco ancora la figa ma la mia attenzione è verso quel buco del culo baciato da un timido sole che sta iniziando a fare capolino nel cielo. Lo lecco, lei stringe le natiche. Le dò qualche schiaffo, si rilassa e io passo un dito pieno di umori e saliva.
“nooooo, non l’ ho mai dato neanche a lui, non voglio”
“ sei la mia puttana ed è il minimo che mi dai il culo. Voglio il tuo culo………lo disidero”
“ ma lui non me lo ha mai chiesto. Dice che è brutto farlo, che è ………sporco”
“ anche farti sborrare in bocca diceva che non va bene” e pronunciando questa frase le spingo il medio in culo. Stretto, ma passa, accompagnato da un paio di sculacciate.
“ strano ma bello, mmmmmmmhhhhhhhhhh”
Passo da una a due dita, gliele muovo deciso, mentre non smetto di leccarle la figa. “ ahi, ma è bello……….sento pizzicare……….continua………..che stronza sono………”
Mi succhia ancora il cazzo a 69 sopra di me. Sento il suo culo diventare morbido, si sta rilassando moltissimo. Mi tolgo, adesso si può.
La faccio stendere su un fianco, mi metto alle sue spalle. Lei solleva la gamba. Prendo il cazzo, lo infilo nella figa con sua sorpresa. Le scopo la figa per diversi minuti durante i quali lei prova un profondo orgasmo pieno di spasmi e contrazioni alla figa. Lo tolgo, lo afferro e lo punto sul culo. Metto saliva con una mano e spingo la cappella. Non uso riguardi, glielo spingo di forza, cede e entra di schianto, con un suo urlo. Glielo scopo deciso, con forza e con la cattiveria che usava lei poco prima nel pompino. Lei urla, si lamenta, ma mette una mano sulla figa menandosela
“ ahi, ahiiiii, toglilo, carogna, mi fai male, continua, più forte, toglilo, mi piace, porco, il mio culetto, spingi, spingi, più su, mi piace, vengo”
Sento il suo culo avvolgere in mio cazzo a romperlo, vado più veloce, so che non resisterò ancora a lungo. “ aaaaaahhhhh, sborroooooooo”
“ nella mia bocca, nella mia boccaaaaaa”
Lo tiro fuori e le salto sopra indirizzando la mia cappella sulla sua bocca spalancata a lingua di fuori. Due menate e inizio a sborrarle addosso, la riempio di sborra in bocca e in faccia.
“vedi che sei una brava troia e che il tuo “moroso” è un coglione?”
“si, mi hai fatto provare cose che non conoscevo, mi piace, mi è piaciuto prenderlo li anche se ha fatto un po’ male” e dicendolo si passa una mano tra le natiche.
Le bacio la fronte e rivestendomi ma ne vado, lasciandola li con la sborra in faccia e il culo…….rotto.
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