Ramona

di
genere
etero

Altra giornata con tempo in linea con la stagione. L’isola si è desertificata causa vacanze di Natale. Tempo ne ho, scrivo. Ieri si è vista solo una delle mie adolescenti che si è limitata a farmi un bellissimo pompino causa indisponibilità della sua passera ( per fortuna).
Torniamo ai primi anni 2000 quando apro un nuovo ristorante. Personale tutto nuovo che ho in parte scelto dopo valutazioni e selezioni varie, in parte, per i ruoli meno specializzati, portati dagli stessi nuovi dipendenti. Tra questi meno specializzati ci sono le lavapiatti, due cugine rumene di 20 e 24 anni.
Ambedue sposate, la più giovane da 2 anni e con una figlia di quasi 2 anni, la più grande da 5 e con due figli. Dalla prima sera la più giovane delle due si presenta al lavoro con vestiti che lasciano poco all’immaginazione e tanto al visivo: leghins attillati uniti a magliettine altrettanto attillate e lanciando sguardi e occhiate che erano tutto un programma. Aveva una voce stridula ma non dava fastidio, anzi. Passano i giorni e la confidenza con il personale aumenta. Inizio a conoscere le loro abitudini, le condizioni familiari, i sogni. Ramona confida di essersi sposata a 18 anni dopo che quello che adesso è suo marito l’ha scopata e lasciata incinta alla seconda volta che lo facevano e di non avere altre esperienze con altri uomini, la cugina, più scafata invece dice che fino ai 19 anni gli ha dato all’aria. Era uno sballo durante il servizio passare alle spalle del lavabo e vedere Ramona piegata a lavare piatti e pentole mettendo in risolto quello splendido culo che si mangiava i legins. Giurerei che qualche sera non avesse portato mutandine sotto, come sono certo avendolo visto che tante sere, complice il caldo del settore lavaggio, non portava il reggiseno sotto la canottiera che rimaneva come indumento e che ai lati faceva vedere delle bellissime tettine, alte, sode. Lavorando capitavano strusciate, innocenti toccate che non solo lei non contestava ma incoraggiava. Mi lascio andare anche ad un paio di mani morte stando attento a non essere visto dagli altri, alle quali lei rispondeva guardandomi fisso negli occhi e mordendosi il labbro inferiore. Accade anche che per prendere un oggetto situato sulla mensola posta sopra al lavabo io debba allungarmi e che urti le sue chiappe con il mio cazzo e lei, senza battere ciglio, spinga naturalmente indietro muovendo a destra e a sinistra per sistemarlo bene nel mezzo delle sue chiappe e lanciando sospiri. Le do anche qualche leggero bacio sul collo mentre scherziamo ma da parte sua nessuna reazione negativa. Bene, adesso so che ci starebbe o almeno questo è quello che lei vuole far capire. I giochi di provocazione vanno avanti e si fanno sempre più spinti come i discorsi che si fanno sempre più spesso. Provocandoci a vicenda scopro che gli piace fare pompini, che ha la figa depilatissima da sempre e che qualche volta le piacerebbe prenderlo nel culo ma che suo marito è troppo rude e che la scopa solo per venire, non badando a lei, oltre al fatto che il marito è fuori dal lunedì al venerdì per lavoro lasciandola a casa da sola con la figlia. La trovo sempre più spesso anche fuori dal lavoro, specialmente al supermercato a fare la spesa, quando indossa ancora meno che da me, minigonne ridotte e magliette o canottiere che lasciano vedere tutto. Addirittura le vedo le chiappe e il perizoma sotto un giorno al super mercato quando per prendere dei biscotti si piega e lascio andare una mano morta al naturale alla quale lei risponde senza cambiare posizione ma muovendo il culo come invito implicito, e, controllato che non vedesse nessuno, ha ricevuto una sculacciata più decisa.
Una sera, al lavoro, ci vado più pesante, passo quasi tutta la serata in cucina in un su e giù continuo con la zona lavaggio. A ogni passaggio in zona lavaggio mi faccio più audace, passo da una battuta a un bacio sul collo, da una sculacciata e gocce di acqua lasciate cadere lungo la schiena lasciata quasi nuda dalla canottiera. A fine serata scendo sotto per fare conti e chiudere cassa. I ragazzi iniziano ad andarsene uno alla volta. Sento un buon silenzio. Chiudo la porta sotto e salgo a controllare che sia tutto in ordine e a spegnere le ultime luci per poi andare a casa. Salito sento l’acqua scorrere e facendo capolino nella zona lavaggio vedo Ramona piegata sul lavandino che sta finendo il suo lavoro. Non mi ero reso conto fosse ancora qui ma mi balena un’idea, o la va o la spacca. Mi tolgo senza far rumore sia i pantaloni che i boxer, rimanendo solo con una maglietta mi avvicino a lei e senza parlare mi piazzo dietro premendo il cazzo tra le sue natiche le bacio nuovamente il collo, le orecchie.
Si morde il labbro e poggiando le mani sul bordo del lavandino d’acciaio sporgendo ancora più indietro il culo muovendolo e sentendo bene il mio cazzo. Si lascia andare a qualche mmmmhhhhhh e si muove. Le sfilo la canottiera lasciandola con il petto nudo e le afferro le tette. Le pizzico i capezzoli e le stringo le tette, lei ansima muovendo sempre più il suo culo sul mio cazzo. Le lecco la schiena e ancora il collo e le orecchie e lei si muove sempre più eccitata. Mi tolgo la maglietta, la abbraccio e faccio ancora più pressione sulle sue natiche abbracciandola da dietro. Metto le mani sui bordi dei suoi legins e tiro giù. Le appoggio nuovamente il cazzo tra le chiappe, stavolta pelle contro pelle. Solo in quel momento lei si rende conto che sono nudo completamente e solo il filetto di stoffa del perizoma divide il mio cazzo dal centro vedo di quel culo. Si gira di scatto, mi guarda e in un italiano stentato dice: “ era ora, tre grandi ( penso volesse dire lunghi) mesi che voglio mangiare tuo cazo, che sogno di fare amore con te”. Dicendolo si abbassa e senza problemi inizia a succhiarmelo avida. Le abbasso il perizoma e la sculaccio, da prima lieve poi sempre più deciso, sentendola eccitarsi sempre più a ogni schiaffo.
“ buono, buono tuo cazo, mi piace”. Le tocco la figa che da bagnata in pochi tocchi diventa un lago. Dalla figa, con dita bagnate dagli umori, forzo il buco del culo riuscendo con un po’ di fatica a infilarlo anche li e a masturbarlo.
“belo, belo culo, sentivo che tu era capace, mio bel padrone, sapevo che tu era bravo con mio culo”. Mi piaceva un casino il pompino che mi stava facendo ma volevo di più. La metto spalle a me e liberando le sue caviglie dai legins e dal perizoma le allargo le gambe facendola piegare con il busto sul lavandino. Con sua grande sorpresa non la scopo ma mi abbasso leccandole la figa.
“aaaahhhhhh…….mio marito no leca figa, no piace. È belo, nesuno ha mai lecato mia figa”. Le apro le grandi e pronunciate labbra, sembra una farfalla. È scura e abbastanza larga forse frutto del parto che ha avuto, le infilo la lingua riempiendola di miele dolce e aspro. Le riempio il culo di sculacciate, cosa che gradisce. e lei ha i capezzoli che sfiorano l’acqua del lavandino pieno. Le lecco il culo aprendole le chiappe, infilando lingua e dita e lei spinge sempre più indietro. Prova un lungo orgasmo tra urli e sospiri.
“mama……aaaahhhhhhh……….mia figa bricia………mio culo brucia……….voglio tuo cazo………..voglio cazo dentro……….figa, culo, boca, meti tuo bel cazo padrone”.
Sollevandomi le metto il cazzo addosso alla figa e piegato sulla sua schiena le dico: “ qui adeso o in due minuti a casa mia comodi”. I suoi capezzoli sono dentro l’acqua tiepida del lavandino. Lei non risponde ma spinge indietro, il mio cazzo entra nella sua figa, lei ha i brividi sulla pelle.
“puttana”
“si capo, sono putana, sono putana con te, scopa tua putana, spingi tanto cazo in tua putana”
“troia, puttana, maiala, ti piace il cazzo eh?”
Le sue tette ballano nell’acqua, le strizzo e passo le mie mani piene di acqua e sapone sul corpo. La scopo spingendo tutto dentro, le stritolo ora il clitoride ora le tette, le graffio la schiena. Viene urlando e spingendo sempre più indietro.
“ no viene in mia figa capo, viene in mia boca, mi piace sbora ma mio marito non vuole in mia boca, dice che con boca bacio figlia”.
“maiala, ti piace farti sborrare in bocca eh?! Sei una troia, l’avevo capito da subito”
“si, ma è prima volta che facio maiala con altro uomo, ma tu capo piace, mi scopa bene”
La faccio mettere a pecorina a terra con la testa bassa e il culo alto, continuando a scoparle la figa e a sculacciarla sempre più forte. Vedo quel buco del culo libero e mi dispiace non avere due cazzi. Lo ruoto, faccio dentro e fuori, tutto fuori, dentro in un solo colpo.
“piace capo, piace fare maiala con te, scopa capo, mi brucia figa, belo”. Prova un secondo violentissimo orgasmo, la figa diventa stretta. Sento la sborrata montare nelle mie palle, la tiro su per i capelli, le metto la cappella vicino alla bocca, glielo infilo dentro e tenendola sempre per i capelli inizio a sborrare, in bocca e sulla sua faccia. “buona sbora, Ivan no vuole in mia boca, tua sbora buona capo”. Se la accompagna con le dita dalla faccia alla bocca leccandola tutta.
“non ti facevo cosi maiala, mi piaci Ramona, sei proprio una puttana”
“ ma io no sono putana co tuti, io do figa a te, perché piaci me, no fa putana”
“ok, va bene. Adesso a casa, quando vuoi puoi venire a casa mia, tanto sai dove abito, possiamo continuare se è vero che ti piace”.
Ricomponendoci lei continua a parlare “ si capo, mia figa piace tuo cazo, mia boca piace tuo cazo, mio culo no sa ma vuole tuo cazo”.
Le prendo il perizoma “ allora, questo lo prendo io troietta, quando vuoi vieni a casa mia a riprendertelo ok?”
“no capo, tu no può mandare a casa me senza come putana”
“ vestiti, a casa come dico io”
Si veste, ci baciamo, andiamo ognuno nella propria abitazione.
Vado a casa, mi spoglio e mi addormento nudo pensando a quanto mi è piaciuto scoparla, guardare il mio cazzo fare dentro e fuori contornato da quelle labbra.
Mattina, almeno penso sia mattina, sono nel dormi veglia quando suona il campanello. Guardo il telefonino, non sono ancora le 9.00, smadonno. Vado al citofono, chiedo chi fosse, risponde Ramona, smadonno ancora e apro la porta, torno a letto.
“ capo, capoooo………?!”
Sento la sua voce allegra “ sono qui in camera”
Nella penombra della camera vedo entrare Ramona con addosso un vestitino attillato, faccia allegra.
“ tu mi ha deto quando vuoi, io vuole adeso, portata bimba a scuola ( asilo) e io vuole adeso. Vuole mie mutandine, vedi, non ha mutandine”. Dicendolo si solleva il vestito e vedo la sua figa libera. Se lo toglie rimanendo completamente nuda.
“ io vuole adeso capo, vuole tuo cazo, mio culo vuole tuo cazo, vuole mangiare tuo cazo”. Io mi scopro lasciando vedere il fatto che sono nudo e che il mio cazzo è duro. Lei non aspettava altro, si tuffa e se lo mette tutto in bocca, succhiando eccitata. Tiro il suo corpo verso di me arrivando alla sua figa e al suo culo, penetrandoli con le dita, la masturbo con tanta eccitazione pari solo a quella che ha lei nel farmi il pompino.
“ che porca, che maiala che sei Ramona. Quanto ti piace leccare il cazzo”
“ amo mangiare tuo cazo capo, buono, dolce”
La tiro sopra di me e aprendole le grandi labbra come le ali di una farfalla le infilo la lingua in figa, la lecco, le infilo le dita, la lecco ancora, ci sputo.
“no capo, no cosi, ioooo………io……….viene”. viene nella mia bocca sollevando il busto cosi io le mordicchio il clitoride e lei in pochi secondi viene ancora.
“ belo, mama, come viene co te no viene mai. Tu leca mia figa bene, Ivan no leca, lui bacia me, mete cazo e viene. Leca capo, piace tanto quando leca, io viene ancora”.
Le metto un dito in culo e lei viene ancora a fontana, sento gli spasmi della figa sulla lingua. La giro a smorza candela e le faccio scorrere il cazzo, ansima. Glielo metto in figa e lei urla, scopiamo come dannati, lei si contorce, alza e abbassa il busto.
“ capo, è belo, è tanto belo, capo scopia mia figa, capo, capoooo………….”
Viene ancora, sembra non finire mai. Ha un dito in culo, si muove bene.
“ adesso il culo puttana, voglio il tuo culo, voglio sbatterti in culo”.
“ si capo, meti in mio culo, fai piano, voglio ma mai fato, meti in mio culo”
Lo punto al culo, spingo lo aiuto con le dita.
“ahi, fa male, meti capo, voglio sentire in mio culo, no ascolta, meti, ahi”
Spingo ancora, è stretto, riesco ad entrare con le cappella, adesso spingo l’asta.
“ahi, fa male, spingi. Mama diceva; figa è per marito, culo per uomo belo, tu è uomo belo, meti in mio culo.”
Do un’ultima spinta e gli entro tutto nel culo. Lei si irrigidisce, mi abbraccia forte baciandomi e leccandomi.
“ muovi capo, piano, fa tanto male culo, muovi, no togliere”
Lo sento dentro di lei, la vedo con due lacrime ma felice, lo scopo, iniziando piano poi sempre più forte, è bellissimo. Man mano che procede l’inculata si fa più morbido e lei inizia a godere. Lo sfregamento della figa sul mio pube le provoca un altro orgasmo e lei:
“ belo capo, mi stai mettendo il cazo nel culo. Belo, vieni capo, riempi mio culo, vieni dentro capo”. Non mi bacia, mi lecca ogni angolo di corpo che la sua lingua riesce a raggiungere mentre il cazzo gli apre definitivamente il culo.
“ muoviti puttana, prendilo tutto in culo, sei una maiala”
“ io no putana, io dona che ha cazo in culo, ho cazo in culo, io ……..”
“troia, sei una troia”
“siiiiii, io troia, no putana, vengo”
Viene mentre le scarico in culo tutta la sborra che ho, si lascia andare sopra di me e lo tiene in culo fino a che non si ritrae uscendo da solo.
“ me adeso tanto maiala, me prende cazo nel culo. Belo sentire cazo in culo. Te piace mio culo?”
“si, hai un culo bellissimo, era un peccato che non te lo mettessero dentro, è nato per farsi scopare, troietta mia”.
“ si, io è tua troia, no putana, troia. Tu mete ancora cazo in mio culo?”
“ si troia, tutte le volte che vorrai”.

scritto il
2018-12-20
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