Sesso e bugie

di
genere
etero

È così anche Raffaella, la santarellina "...che basta che lo metti in riga..." si fa sbattere alla grande dal dottore; questa mi mancava. Stronza!
Chissà se suo marito Pino sospetta qualcosa?
Voglio vedere se parlandone la bugiarda insiste ancora nella sua versione...

- Pronto Raffa, ciao sono Robbi. Scusa se è passato così tanto tempo.
Ti volevo ringraziare per il ginecologo...possiamo vederci a bere qualcosa ?...Va benissimo... domani alle cinque in piazzetta. Ok. Ciao.
Il Pub Mc Leod aveva appena aperto, quindi era vuoto.
Ci sedemmo in un angolo anche se non ce ne era bisogno.
- Allora Robbi raccontami, com'è andata, brucio dalla curiosità.
- Il dottore è gentile, scrupoloso e anche simpatico.
La visita...anzi le visite. Ci sono stata due volte. Sono state molto accurate...fin troppo.
Sai avevi proprio ragione. Ci ha provato subito.
- E tu, e tu?
- Ho lasciato fare, poi mi sono eccitata. È bravo sai? E c'ho preso gusto.
- Dai! Racconta.
- Accidenti Raffa. Sono cose intime...
- Ma smettila, siamo amiche. Non vado mica in giro a dirlo ai quattro venti.
- Mah, niente...come dicevo mi manipolava in modo divino e ho cominciato a godere.
A quel punto non c'ho visto più. Pompini, sborrate in fica e una ripassatina anche al culo.
Detto fra noi, peccato che tu lo abbia rifiutato e non ti sia lasciata andare.
È un diversivo, un momento di relax terapeutico.
- Robbi, figurati io ho un marito, bello e anche fedele; con il sesso andiamo bene; non mi interessa una scopata e via, non sono come te, oh, non mi fraintendere; ma se mi dovessi impegnare lo farei per qualcosa di serio.

(Ohh! In pratica mi ha dato della zitellona e troia. E passi. Già, lei ha un marito. E pure fedele, questa poi é bella !! )
Speravo con le mie affermazioni osé di stanarla, invece...Ipocrita! Se c'è una cosa che non sopporto è questa mancanza di complicità femminile riguardo al sesso! Ho sempre creduto che fra noi non ci fossero segreti...questa me la lego al dito.)

- Sarà! Ma per me ti sei persa un occasione di mettere un po' di pepe nel tuo rapporto.
Cambiamo discorso. Raffa, è tanto tempo che non mangiamo qualcosa assieme. Che ne diresti di una cenetta con pizza fuori? Chiama anche Pino. Io non mi formalizzo.
- Certo! Facciamo il prossimo sabato?
- Benissimo. Così finalmente lo conoscerò.
Ma io sarò sola, al momento con Lorenzo è un po' che non ci vediamo.
- Per noi non c'è problema. Allora chiamo anche Pino ok? A sabato sera.

Il parcheggio della pizzeria era pieno e faticai non poco a trovare un posto libero.
Mi avviai verso l'ingresso è fu allora che li vidi: Raffaella e 'Cornelio', suo marito.
Facemmo le presentazioni sul posto ed entrammo.
Raffaella aveva prenotato e fu un bene perché il locale era quasi al completo.
Mi sedetti difronte a suo marito e potei così guardarlo meglio.
Pino non era affatto male. Distinto, serio; anche se non era quello che di solito si può definire un gran bel maschio.
Ma era in possesso di un gran fisico.
Avrà avuto non più di 45/47 anni, considerato che la moglie ne aveva 41 ci stava.
La cosa che più mi colpì oltre il fisico era il suo sguardo.
Un anima offesa e contorta sepolta tra le rughe del volto. Aveva occhi castani e molto belli, seminascosti tra le pieghe coriacee del viso.
Durante la serata si rivelò poi anche assai divertente e intelligente.
Anche se già ne ero a conoscenza gli chiesi:
- Pino, tu che lavoro fai?
- Ho una piccola galleria d'arte, una bottega. Quadri, sculture e creo anche cornici con materiali di recupero.
- Accidenti! Mi interessa. Cerco qualcosa per dare un tocco diverso a casa mia.
- Certo! Vienimi a trovare. Ho senza dubbio quello che può piacerti.
- Ne sono convinta.
Dissi quasi tra me e me.
Arrivarono le pizze e ognuno si concentrò sul proprio piatto.
Fu in quel momento che, sfilatami una scarpa, allungai il piede fino a toccare la sua caviglia.
Ebbe un lieve sussulto ma non alzò gli occhi dal piatto.
Lo interpretai come un assenso e continuai; risalendo su, fino al polpaccio.
Lui allungò la gamba verso di me. Era fatta! Mi ritrassi rinfilandomi la scarpa.
Raffaella ignara continuava a mangiare con gusto. Finimmo la cena con il dolce e restammo a chiacchierare per un'altra mezz'oretta.
Non mi interessava prolungare la serata oltre. Avevo ottenuto ciò che volevo, perciò adducendo una scusa ci salutammo.
Ero euforica. Tant'è che stentai ad addormentarmi, pensando alle prossime mosse.
Decisi di andare a trovarlo il martedì, dopo il lavoro.
Dovevo scegliere il vestito più adatto. Dopo vari ripensamenti optai per un abito piuttosto corto, nero ed elasticizzato.
Erano circa le 18 quando mi trovai al suo negozio. Diedi una sbirciatina dentro ma non lo vidi.
Mi feci coraggio e spinsi la porta. Il tintinnio di una campanella non mi sorprese visto che esisteva anche un retrobottega dove Pino dava corpo alle sue creazioni.
- Arrivo subito.
Mi diressi verso la stanza da cui proveniva la voce.
- Ciao Robertona. Mi fa piacere che tu sia venuta.
Ci scambiammo un casto bacio sulla guancia.
- Allora questo è il tuo regno?
Dissi con un gesto della mano.
- Allora come posso aiutarti?
Mentre mi guardavo intorno incuriosita.
- Non ho le idee molto chiare...(Ce le avevo eccome!!)
- Roberta, se mi dici pressappoco, posso aiutarti; vuoi vedere qualcosa?
- Forse sono io che ho qualcosa da farti vedere...
Mi voltai e appoggiando il mio seno sul bancone divaricai le gambe sollevando nel contempo lo stretch della gonna. Il culo balzò fuori mentre con le mani mi allargavo le chiappe lasciando a disposizione di Pino il mio culo.
- Cristo, Roberta! È da sabato sera che non ho fatto altro che pensare a te.
Mi stavo chiedendo se...anche tu...insomma...muoio dalla voglia di scoparti.
Non potevo credere a me stessa, ce l'avevo fatta! Chissà cosa penserebbe Raffaella, circa la fedeltà di suo marito, se lo vedesse ora.
Bella mossa anche quella di presentarsi con quest’abitino corto senza indossare l’intimo,
I miei pensieri furono interrotti quando la sua faccia si fece strada nel mio culo, appoggiai la guancia sul legno, chiusi gli occhi e sentii la sua lingua guizzare avida dallo sfintere alla fica.
Ero già bagnatissima e quel suo picchiettare mi provocò delle scosse di piacere sublimi.
Poi mentre continuava a leccarmi il buchino con una mano mi solleticava il clitoride e giù tra i petali della fica.
Fu in quel preciso momento che udimmo lo scampanellio della porta d'ingresso. Panico allo stato puro!
Riacquistando l'articolazione della favella:
- Si? Arrivo subito.
In un batter di ciglia mi ero ricomposta solo abbassando il vestito.
Quando ci affacciammo restammo ambedue basiti. In negozio c'era Raffaella.
Cosa aveva sentito? Aveva nasato qualcosa?
Mentre articolavo questi pensieri lei ci salutò col solito sorriso splendente, venne a baciare il marito e chiese se avevo trovato qualcosa di mio gradimento.
- Eccome!
Risposi
- Ma sono ancora indecisa, spero di fare la scelta giusta. Chiedo scusa ma ora devo andare.
Pino, per quelle cose che mi hai fatto vedere, ci devo pensare. Quando deciderò ti dico qualcosa.
Ciao. Ciao Raffaella.




scritto il
2018-12-10
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